Per quel che riguarda il vecchio testamento, è un po' più complicato associare Dio, YHWH, al sole. Idem per quel che riguarda Eliseo e compagnia. Perché mentre in greco, tutto ciò che inizia per "el", è effettivamente associato al sole
http://it.wikipedia.org/wiki/Elio, in ebraico il termine El, significa Dio. E quindi, Elia significa El è YHWH.
Il discorso Dio in ebraico, è molto più legato al suono, al verbo, alla parola, alle stesse lettere ebraiche, che non al sole. Se si va a studiare il racconto della creazione, non tanto nella Genesi, ma da altri testi, si parla del cosiddetto tzim tzum,
http://it.wikipedia.org/wiki/Tzimtzum praticamente la versione ebraica del Big Bang.
La luce spirituale che rappresenta l'essenza di Dio, è qualcosa di ineffabile e, soprattutto, di invisibile all'occhio umano. L'uomo, secondo l'ebraismo non può vedere Dio, ma sue emanazioni che possono anche risultare splendenti come la shekkinah. Ma guarda caso la shekkinah risplendeva di notte e non di giorno, secondo il racconto fatto in Esodo. Si tratta di quello ceh i cabbalisti chiamano Ein Sof.
In ogni caso, il mondo esteriore è rivelazione del mondo spirituale. Per cui se si vuole paragonare Dio a qualcosa, il sole è ovviamente fonte di vita e, quindi, simbolo dello splendore di Dio. L'incontro del cristianesimo con il mondo pagano , ha portato a rendere più grossolani tali paragoni e non si può escludere che soprattutto il cattolicesimo abbia fatto man bassa di tutta la simbologia pagana legata al sole. E non solo al sole.
Lo stesso discorso di Giovanni e Gesù, fermo restando che l'interpretazione di Pier Tulip è plausibile sul piano simbolico, ha radici ancora più profonde perché si dice che lo Spirito di dio, il respiro di Dio consiste in una fase di espansione e in una fase di contrazione. Da questo punto di vista, giovanni rappresenta la contrazione e Gesù l'espansione. (ora non ricordo dove ho trovato questa interpretazione parecchio tempo fa). Tali interpretazioni e, chissà quante se ne possono ancora trovare, contribuiscono ad arricchire di connessioni il messaggio spirituale, anziché a negarlo o svilirlo.
Questo discorso delle connessioni è quello che ha portato alla geometria sacra, alla ghematria, alla kabbalah e allo gnosticismo.