Un interessante messaggio postato da Hard-Rain nel forum consulenzaebraica (
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Cita:
Hard-Rain ha scritto:
Il rapporto tra Giudei di Roma e dell'ecumene e l'impero sono un tema affascinante. Flavio Giuseppe, Dione Cassio, Svetonio hanno parlato dei rapporti tra i Giudei e l'imperatore Claudio. In più abbiamo un documento importantissimo, una copia di un editto imperiale di Claudio emesso nel 41, all'inizio del suo regno, il P.Lond. 1912 = CPJ II 153.
Ma quello che volevo portare alla vs. attenzione è una citazione di Paolo Orosio, che non ha riscontri in Flavio Giuseppe. E' un caso analogo alla curiosa citazione di Origene quando dice che Flavio Giuseppe (o i Giudei, a seconda dell'interpretazione) attribuivano la causa della distruzione del tempio nel 70 all'assassinio di Giacomo.
Ebbene, Paolo Orosio dice:
Paolo Orosio, Hist. Adv. Pag., VII, 6, 15-16 - [15] Nel nono anno dello stesso regno, racconta Giuseppe che per ordine di Claudio i giudei furono espulsi dall'Urbe. Ma più mi colpisce Svetonio, che si esprime così: "Claudio espulse da Roma i Giudei in continuo tumulto per istigazione di Cristo"; [16] dove non si riesce a capire se egli ordinò di infrenare e di reprimere i giudei tumultuanti contro Cristo, oppure se volle che anche i cristiani fossero espulsi con essi, come gente di religione affine.
Il nono anno del regno di Claudio corrisponde al 49-50 d.C. Il punto è che Flavio Giuseppe non ha mai scritto che i Giudei furono espulsi dall'urbe, nè in quel periodo, nè in un altro. Anzi, nel libro XIX di Ant. Giud. riporta due editti, indirizzati l'uno ad Alessandria, l'altro all'ecumene, in cui Claudio avrebbe preso posizione a favore della libertà di culto dei Giudei di Alessandria e del resto dell'impero. In realtà sappiamo che la versione di Flavio Giuseppe è solo parziale, cioè egli riportò solo la parte favorevole ai Giudei dell'editto, come attesta il P.Lond. 1912 = CPJ II 153. Oppure, come è stato ipotizzato da alcuni studiosi, Flavio Giuseppe si riferì ad altri editti, precedenti quello del P.Lond. 1912 = CPJ II 153.
Vi chiedo che cosa ne pensate di questa citazione di Paolo Orosio. O dobbiamo concludere che all'epoca, come fu forse per Origene, si aveva una spiccata propensione a far dire a Flavio Giuseppe cose che assolutamente non aveva mai detto, vuoi per ignoranza delle sue opere, vuoi perchè alcune furono effettivamente interpolate?
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"..Dione Cassio, Svetonio hanno parlato dei rapporti tra i Giudei e l'imperatore Claudio.."Attenzione: Dione Cassio parla SOLO dell'editto imperiale emesso nel 41, all'inizio del regno di Claudio. Tale editto si limitava solo ad un semplice monito alla comunità della diaspora ebraica della Roma di allora. Nella fattispecie, Claudio invitava i responsabili di tale comunità a limitare la loro espansione e quindi la loro influenza, e questo perché Claudio non voleva inimicarsi l'apparato senatoriale, il quale odiava gli ebrei sin dai tempi di Giulio Cesare (e forse anche prima). D'altro canto, Claudio era fortemente debitore verso Agrippa I, un ebreo, e questo dimostra che egli non aveva alcuna animosità verso gli ebrei.
'Stranamente', Dione Cassio ignora il presunto editto di Claudio del 49-50, vale a dire l'editto che secondo Giuseppe Flavio (v. Orosio) sarebbe stato emanato dall'imperatore nel 9° anno del suo regno. Si trattò, secondo Svetonio, di un editto di espulsione della comunità giudaica, o di una parte di essa. Come fu possibile per Dione Cassio ignorare un tale editto, assai più grave di quello del 41, che pure egli cita??.. Tutto questo non avrebbe senso se... Insomma, sembrerebbe che per Dione Cassio l'evento di questo secondo e più grave editto non si sia mai verificato!....
Cosa c'era dietro tutto ciò?...E perché nelle copie dei lavori originali di Giuseppe Flavio tale passaggio flaviano venne espunto?..(perché di ciò si trattò, caro Hard-Rain).
C'è solo una possibile spiegazione: il passaggio flaviano era FORTEMENTE compromettente per il castello di menzogne edificato per dar vita al culto catto-cristiano!...
Io non posso aggiungere altro, in quanto attorno a ciò 'ruota' una chiave di lettura estremamente importante, e per il momento essa deve rimanere inedita...Tuttavia, se gli eruditi, anche quelli più dotati, non avessero avuto i 'paraocchi' come i cavalli ed avessero fatto riferimento ai vari contenuti della letteratura patristica di quei tempi, come ad esempio quella di Giustino Martire, forse la verità sarebbe emersa da un bel pezzo!....
"..dove non si riesce a capire se egli ordinò di infrenare e di reprimere i giudei tumultuanti contro Cristo.."Tutto questo ci porta a concludere che Orosio sapeva benissimo che tali tumulti furono scatenati dai giudei della diaspora, o di una parte di loro, contro CHRESTO. ( leggi 'Gesù di Nazareth', come SAPEVA BENE Orosio, visto che lo chiama CRISTO e non Chresto, come aveva fatto Svetonio!)(*).
Da tenere presente che Orosio SICURAMENTE aveva a disposizione delle copie conformi degli originali di Giuseppe Flavio, visto che cita il passaggio flaviano del '9° anno di Claudio', oggi assolutamente assente dalle copie a disposizione dell'erudizione planetaria!... Anche il riferimento agli anni '49-50' (9° anno di Claudio) è ASSOLUTAMENTE fittizio, visto che si basa su una computazione assolutamente viziata all'origine!...
Non fu solo a Roma e Gerusalemme che Gesù rimase coinvolto in 'tumulti', ma anche in altre città da lui visitate.
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(*) - qualcosa di analogo avvenne anche a Gerusalemme, ai tempi di Pilato, quando Gesù 'Barabba' venne arrestato a causa di tumulti scoppiati in città ed in cui ci 'scappò' il morto. Probabilmente Gesù si trovò casualmente presente al fattaccio e venne arrestato insieme agli altri presenti nel luogo. Tuttavia, una volta accertata l'estraneità di Gesù al fatto criminale, Pilato lo fece rilasciare (v. il rilascio di 'Barabba' e la versione slava di Giuseppe Flavio), anche, probabilmente, per l'intervento del tetrarca Erode Antipa in suo favore (un intervento forse perorato dalla madre di Gesù). Proprio perché Gesù venne rilasciato che Antipa, il quale detestava Pilato, come ci informano gli 'evangelisti', divenne amico dell'odiato procuratore.
Veritas
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