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MessaggioInviato: 16/03/2013, 21:32 
caro barionu
Cita:
manon midire che ritieni attendibile quanto sopra

infatti , di solito, non reputo niente, come subito attendibile [;)], ma spunto per ricerca.
In effetti seppure l'articolo dica
Cita:
padre Giuseppe Santarelli, un frate cappuccino che ha dedicato la vita a indagare sulla vera origine delle pietre della casetta conservata nel Santuario di Loreto


poi aggiunge
Cita:
Le pietre sono le stesse di quelle rimaste a Nazareth e con la stessa datazione

[?] [8)]

come datano le pietre!! [?]

comunque dice
Cita:
La data del "trasferimento" della Santa Casa è tra il 9 e il 10 maggio 1291, in una località istriana, a Tersatto, prima di essere nuovamente rimossa e riedificata in una località di lauri (da cui il nome di Loreto) presso Porto Recanati la notte del 10 dicembre 1294


ciao
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MessaggioInviato: 16/03/2013, 23:23 
Da non dimenticare la "Madonna nera di Montserrat"...

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MessaggioInviato: 18/03/2013, 08:24 
Madonna Nera anche a Tindari in Sicilia

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MessaggioInviato: 23/03/2013, 01:24 
Le Madonne Nere

In Italia, come in altri paesi del continente europeo, non è raro imbattersi nell'effige di una Madonna Nera, ossia rappresentata col volto bruno. In realtà, le Madonne Nere sono tra le immagini più sacre della Chiesa Cattolica e si trovano nei più riveriti Santuari e Cattedrali d'Europa. Tutta via la maggior parte delle volte questa immagine rappresenta un significato ben più profondo e precedente al culto mariano ed alla stessa religione cristiana.

È innegabile, infatti, che il Cristianesimo nascente abbia dovuto, per potersi imporre, soppiantare i culti esistenti, in particolare sostituire i culti primigeni della Grande Madre con quello della Vergine Maria. Il Culto della Grande Madre risale al Neolitico, se non addirittura al Paleolitico, se leggiamo in questo senso le numerose figurine di donne dai seni prosperosi ed il ventre gonfio (simboli legati alle fertilità) ritrovati un po' ovunque in Europa. Con il passare del tempo la Magna Mater è stata rappresentata in moltissime forme diverse, addirittura moltiplicandosi in diverse divinità femminili all'interno della stessa religione, per metterne in risalto i diversi aspetti, ora legati alla fecondità della terra, ora alla fertilità ed alla sessualità, ora all'alternarsi delle stagioni.

Non a caso, la maggior parte dei culti dediti alla Grande Madre erano culti ctoni, cioè venivano svolti in templi sotterranei, o caverne, laddove le correnti telluriche, ovvero la manifestazione delle energie della terra, si fanno più forti.

Nell'area del Mediterraneo conosciamo oggi nomi e storie di queste divinità che s'imposero, nell'ambito delle varie culture che si sono avvicendate, con il culto della Grande Madre:

- in area mesopotamica (V millennio A.C.): Inanna, Ishtar, Astarthe;
- in area anatolica (II millennio A.C.): Cibele, Rea;
- in area greca: Gaia (o Gea), Afrodite, Demetra, Persefone, Proserpina;
- in area etrusca: Mater Matuta;
- in area romana: Bona Dea o Magna Mater, Venere.

Per quanto riguarda la diffusione del culto in ambito cristiano, è bene innanzi tutto fare una doverosa premessa. Le varie effigi della Madonna Nera oggi conosciute possono avere origini diverse:

1) sono statue della Madonna originariamente di "carnagione chiara", che poi sono annerite nel tempo a causa dell’ossidazione dei pigmenti che ne coloravano il volto, e della lunga esposizione al fumo delle candele votive. Queste ipotesi, tuttavia, sono state spesso utilizzate come spiegazioni di comodo per le origini di molte effigi di questo tipo, nel tentativo, forse, da parte delle rappresentanze cattoliche più intransigenti, di celare le origini pagane e, per certi versi, più "scomode" del mito. Ciò soprattutto quando, alla luce dell’osservazione comune, non si riesce a spiegare come i suddetti processi naturali di annerimento abbiano potuto essere così "selettivi" da privilegiare il volto e le mani e non, per esempio, gli abiti o gli altri elementi.

2) Si tratta di fusioni "sincretiche" con i culti locali, specialmente in territorio africano o dell’America Latina, quando il Cristianesimo ha influenzato e poi soppiantato le diverse religioni locali, che rappresentavano le divinità a loro immagine e somiglianza, ovvero con la pelle di colore scuro.

Ove non si possano fare queste ipotesi semplificative, è lecito indagare più a fondo nell’origine di tale mito. Il culto delle Vergini Nere si diffuse soprattutto durante il Medioevo, ad opera di grandi personaggi e riformatori religiosi.

È illustre l’esempio di San Bernardo di Chiaravalle, attivissimo oratore e promulgatore instancabile, che tenne a battesimo i due più grandi ordini medievali: quello monastico dei Frati Cistercensi, di cui fu il massimo esponente e per i quali redasse la Regola, e quello dei Cavalieri Templari, che raccomandò al Papa e per i quali adattò la stessa regola modificandola per le esigenze dovute alla loro duplice natura di monaci e guerrieri.

Secondo la leggenda da lui stesso narrata in un suo scritto, Bernardo rivela di aver ricevuto l’illuminazione un giorno in cui si trovava a pregare nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, in contemplazione di una statua di una Madonna Nera. Si dice che dopo che egli avesse pronunciato le parole "Monstra te Matrem" (Mostrati, o Madre), Maria si premette il seno, e tre gocce del suo latte caddero direttamente dalla sua bocca; si noti il senso simbolico di tutto ciò.

Molte Madonne Nere, scolpite o dipinte, vengono tradizionalmente attribuite all’apostolo Luca. L’origine di questo accostamento sembra anch’esso avere connotazioni fortemente simboliche: se la Madonna Nera, infatti, pesca nel retaggio dei culti della Grande Madre, e quindi in quelli collegati della fertilità e delle energie della terra, l’evangelista Luca è, tra i quattro, quello il cui emblema simbolico è rappresentato da un Toro, animale simbolico tradizionalmente associato alle stesse energie.

Il colore nero, in questo contesto, è altamente simbolico. È la Prima Materia, l’ingrediente base che permette all’Alchimista la realizzazione della Grande Opera, la realizzazione della Pietra Filosofale, nella prima e cruciale fase detta, appunto, "nigredo". Non a caso, rivela l’adepto Fulcanelli nel suo "Mistero delle Cattedrali", le parole "materia" e "madre" hanno la stessa radice, "mater", che sancisce il connubio tra la Grande Madre, la Madre di Dio e la Prima Materia dell’Opera. È, altresì, la "morte spirituale" dei filosofi e dei grandi mistici, la "morte in sé" che precede la rinascita, il ritorno alla luce, l’unione spirituale con il principio divino, tutti concetti che in un modo o nell’altro, sotto forma di allegorie o di dottrine segrete, hanno da sempre caratterizzato il sapere dell’uomo.

Ritroviamo queste tematiche, opportunamente celate e velate da immagini simboliche, nelle leggende locali che solitamente accompagnano il culto di una Madonna Nera e che ne tramandano il ritrovamento miracoloso. Protagonisti della scoperta, che avviene sempre in circostanze eccezionali, sono umili personaggi, pastori o contadini. Il ritrovamento è spesso legato ad un elemento di forte valenza tellurica, come una grotta o una sorgente d’acqua. Non a caso, infatti, nelle immediate vicinanze del luogo di ritrovamento si trovano sorgenti dalle proprietà miracolose o "pietre della fertilità".

Soffermiamoci per un attimo su questo ultimo, importante, elemento. In varie parti del mondo, spesso assai lontane e di culture molto differenti, si ritrova la medesima tradizione di associare alle grandi pietre, blocchi monolitici infissi nel terreno, la capacità di propiziare la fertilità a quelle donne che si recano a strofinarvisi sopra. Talvolta, le pietre hanno anche proprietà taumaturgiche, come quelle di lenire reumatismi e dolori in genere. Non deve meravigliare: le pietre sono da sempre considerate le "ossa della Madre Terra" (come l’acqua ne è il sangue), e non sono altro che "spinotti" naturali che attingono alle correnti telluriche sotterranee e le accumulano come condensatori, irradiandone all’esterno i loro benefici influssi. Tutto ciò era ben risaputo dagli architetti medievali, che furono tra i più grandi costruttori di cattedrali, templi di pietra destinati alla concentrazione di queste energie ed al loro benefico dispensamento alla comunità dei fedeli raccolti al suo interno.

Queste caratteristiche accomunano la Madonna Nera ad un altro noto simbolo, quello della Triplice Cinta, che ha valenza simile e che spesso, soprattutto nel Medioevo, è stato utilizzato dagli stessi costruttori e posto all’interno di edifici religiosi per contrassegnare luoghi di particolare sacralità tellurica. Non sembra per caso, infatti, che spesso il simbolo compare nelle vicinanze di un luogo ove si veneri, o sia stata venerata, una Madonna Nera.

http://www.angolohermes.com/simboli/mad ... _nere.html



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MessaggioInviato: 23/03/2013, 16:13 
caro Atlanticus,
dal sito citato sopra
http://www.angolohermes.com/Libri/I_luo ... talia.html
la cui autrice è stata membro del forum precedente a questo.
ciao
mauro


Ultima modifica di mauro il 23/03/2013, 16:14, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 23/03/2013, 16:40 
A me viene in mente Teresa D'Avila e il castello interiore http://it.wikipedia.org/wiki/Il_castello_interiore, la sua opera, dove viene descritto un percorso iniziatico di ascensione spirituale parallelo a quello di Giovanni della croce, anch'egli dello stesso ordine. Non a caso una sua opera si chiama salita al monte Carmelo http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_della_Croce.
Santa Teresa era una carmelitana. La madonna del Carmelo viene tradizionalmente definita la Bruna o la Madonna Bruna. Nel convento, la statua della madonna era esattamente al centro del convento, come a indicare un percorso dall'esterno verso l'interno. Anche questa tripla cinta sembra un percorso diviso in nove parti (numero sacro per eccellenza e multiplo di 3) più il centro 10 dall'esterno verso l'interno.
Io più che le immagini, cercherei di capire la simbologia che si nasconde. Io credo che il cristianesimo autentico sia quello che identifica l'uomo come tempio stesso di Dio. Non a caso, un'efficace definizione della Vergine la definisce come tempio di Dio e non Dio del tempio.
La regola carmelitana era non tanto finalizzata al culto di Maria ma alla contemplazione di Dio sull'esempio di Maria.



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MessaggioInviato: 23/03/2013, 20:34 
A proposito di madonne nere...
oggi si sono incontrati i due papi,Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera.

Non sono riuscito a trovare un link utile,ma in ogni tg hanno fatto vedere la scena.



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MessaggioInviato: 23/03/2013, 20:40 
Cita:
laston ha scritto:

A proposito di madonne nere...
oggi si sono incontrati i due papi,Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera.

Non sono riuscito a trovare un link utile,ma in ogni tg hanno fatto vedere la scena.



L'ho notato anch'io e non credo sia una coincidenza.



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MessaggioInviato: 23/03/2013, 21:38 
Cita:
Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera

Ma non è uno scandalo.
La Madonna nera deriva dall'esegesi biblica del Cantico dei Cantici fatta da Bernardo Di Chiaravalle, il teorico e padre spirituale dei Templari (per inciso Bernardo era un antenato di Raimondo De Sangro ma questa è un'altra storia).
Bernardo, nel suo Commentario al Cantico, individua la "nigra sed formosa" come una profezia della Vergine Maria e così è rimasta nella tradizione.
Se però siete interessati c'è anche la mia esegesi del cantico con cui io identifico la donna che insegue il suo amore con la dea Iside.
KRST pag. 56. http://krst.iuppiter.eu/
Rammento che il libro è consultabile gratuitamente online.



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Sono state scritte milioni di pagine per commentare i passi dei Vangeli, interpretandoli in modo letterale e per costruire impalcature teologiche o catechistiche; altri autori li hanno interpretati col fine di confutarli perché avevano individuato discrepanze e incongruenze nella narrazione: tutti sono caduti nell'errore di considerarli una testimonianza di fatti veramente accaduti. da KRST
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MessaggioInviato: 23/03/2013, 22:24 
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Pier Tulip ha scritto:

Cita:
Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera

Ma non è uno scandalo.
La Madonna nera deriva dall'esegesi biblica del Cantico dei Cantici fatta da Bernardo Di Chiaravalle, il teorico e padre spirituale dei Templari (per inciso Bernardo era un antenato di Raimondo De Sangro ma questa è un'altra storia).
Bernardo, nel suo Commentario al Cantico, individua la "nigra sed formosa" come una profezia della Vergine Maria e così è rimasta nella tradizione.
Se però siete interessati c'è anche la mia esegesi del cantico con cui io identifico la donna che insegue il suo amore con la dea Iside.
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] [:264] ma credo ci sia anche dell'altro.



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MessaggioInviato: 23/03/2013, 22:29 
Cita:
Hannah ha scritto:

Cita:
Pier Tulip ha scritto:

Cita:
Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera

Ma non è uno scandalo.
La Madonna nera deriva dall'esegesi biblica del Cantico dei Cantici fatta da Bernardo Di Chiaravalle, il teorico e padre spirituale dei Templari (per inciso Bernardo era un antenato di Raimondo De Sangro ma questa è un'altra storia).
Bernardo, nel suo Commentario al Cantico, individua la "nigra sed formosa" come una profezia della Vergine Maria e così è rimasta nella tradizione.
Se però siete interessati c'è anche la mia esegesi del cantico con cui io identifico la donna che insegue il suo amore con la dea Iside.
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] [:264] ma credo ci sia anche dell'altro.


Più di Iside? Ma non ti accontenti mai Hannah?
Ti ho dato una spiegazione canonica e una eretica. Qual'è l'altra?



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MessaggioInviato: 24/03/2013, 10:35 
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Pier Tulip ha scritto:

Cita:
Hannah ha scritto:

Cita:
Pier Tulip ha scritto:

Cita:
Francesco e Benedetto,e si sono uniti in preghiera innanzi ad una Madonna nera

Ma non è uno scandalo.
La Madonna nera deriva dall'esegesi biblica del Cantico dei Cantici fatta da Bernardo Di Chiaravalle, il teorico e padre spirituale dei Templari (per inciso Bernardo era un antenato di Raimondo De Sangro ma questa è un'altra storia).
Bernardo, nel suo Commentario al Cantico, individua la "nigra sed formosa" come una profezia della Vergine Maria e così è rimasta nella tradizione.
Se però siete interessati c'è anche la mia esegesi del cantico con cui io identifico la donna che insegue il suo amore con la dea Iside.
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] [:264] ma credo ci sia anche dell'altro.


Più di Iside? Ma non ti accontenti mai Hannah?
Ti ho dato una spiegazione canonica e una eretica. Qual'è l'altra?


Credo quella esoterica [:)]



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MessaggioInviato: 24/03/2013, 10:40 
Io non ci credo manco un poco che "nigra sed formosa" sia una profezia della vergine Maria, almeno quella intesa come madre terrena di Gesù.

cominciamo con il dire che il Cantico dei cantici è attribuito a Salomone e che il personaggio in questione viene chiamato shulamita o sullamita (praticamente la versione femminile di Salomone). Salomone era noto per possedere la sapienza e, quindi, la sullamita potrebbe essere la sapienza di Dio.

ecco che la sapienza è bruna perché illuminata dal sole della conoscenza
Ma c'è ancora di più...Il Cantico dei cantici sembra descrivere le nozze mistiche tra Dio e l'anima.
Ma c'è ancora di più...



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MessaggioInviato: 24/03/2013, 15:53 
Cita:
il Cantico dei cantici è attribuito a Salomone

E secondo te chi rappresenta Salomone e chi rappresenta la regina di Saba?
La mia risposta è: Sole e Luna, Osiride e Iside.

Hannah aspetto la tua.



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MessaggioInviato: 15/04/2013, 13:07 
Nella liturgia cattolica l'antifona "Regina Caeli" o "Regina Coeli" (in latino Regina del Cielo, o Regina del Paradiso), è una delle quattro antifone mariane.

Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sostituzione dell'Angelus.

Ma siamo proprio sicuri che l'oggetto di questa invocazione sia davvero Maria, la madre terrena di Gesù Cristo?! Onestamente mi nasce più di qualche dubbio leggendo diversi commenti e articoli relativi alle Madonne Nere...

[8D]

“[…] Nei primi tre secoli dell’era cristiana si aveva sempre più l’impressione che un’adorazione generalizzata della Grande Dea potesse affermarsi come religione dominante dell’Impero Romano, che avrebbe incorporato addirittura i culti di Mithra e del Sol Invictus. Aveva dominato da Oriente a Occidente sotto un gran numero di nomi prima che gli elleni arrivassero in Grecia o i romani in Italia. Dopodiché, nonostante il formalismo dell’adorazione dell’imperatore e della religione ufficiale, un’ondata di devozione popolare la stava ormai riportando al ruolo preminente di cui aveva goduto prima dell’avvento della religione dell’Olimpo. (…) Nel Cristianesimo, il principio femminile era rappresentato dalle Madonne nere, dalle Vergini bianche e da una schiera di sante, ciascuna dotata di un suo simbolo e di una specifica natura. Man mano che il Cristianesimo si affermò, le grandiose statue di bronzo e di marmo delle divinità pagane vennero distrutte. Sopravvissero immagini domestiche più piccole oppure offerte votiva, nascoste nella terra, nelle fenditure delle rocce o dentro alberi cavi, specialmente nei luoghi di campagna più sperduti. Alcune andarono perdute, altre, forse, ancora visitate come alberi e pietre mitologiche, molto tempo dopo che la loro vera natura era stata dimenticata. […]

[…] Il Priorato insiste sull’idea che la Madonna nera, adorata sotto altri nomi quali Diana o Cibele, sia in realtà Iside, la vera dea di Francia, adesso conosciuta come Nostra Signora della Luce. Cinquecento anni circa prima che Dagoberto II si impegnasse, a quanto pare, a restaurare il culto della Madonna nera, Iside era già stata definita, nell’Asino d’oro di Apuleio, la dea universale per eccellenza, che riassumeva gli attributi di tutte le altre. (…) Più di qualunque altra dea, Iside viene rappresentata come una madre premurosa, con il piccolo Horus al seno o il piccolo Arpocrate sul grembo, a godersi il silenzio, sebbene allatti anche i faraoni, così come le Madonne nere di Chartres e di Chatillon concessero il loro latte a Fulberto e a Bernardo. In queste immagini risiedono le origini della Madonna con Bambino. L’ankh che Iside porta come suprema iniziatrice potrebbe spiegare alcune strane forme degli scettri impugnati dalle Madonne nere che, come Iside, spesso prediligono il colore verde. (…)
[…]

[…] è strano anche il fatto che le Madonne nere, che sono state con noi tanto a lungo e in così gran numero, così spesso nascoste e ritrovate, debbano adesso, per la prima volta, essere universalmente riconosciute come categoria a parte all’interno dell’iconografia della vergine in Occidente, “Stiamo vivendo”, scrisse Jung in PRESENTE E FUTURO, “in quello che i greci chiamavano il Kairòs – l’epoca giusta - per una metamorfosi degli dei, vale a dire dei principi fondamentali dei simboli”. Se è arrivato il momento, o il momento giusto, per scoprire la Madonna nera, come possiamo capire cosa stia cercando di dirci? (…)

Questi brani sono tratti dal libro
Il misterioso culto delle Madonne nere
di Ean Begg, EDIZIONI L’ETA' DELL’ACQUARIO, 2006

http://www.tarantularubra.it/transe/cul ... e_nere.htm



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