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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 27/04/2015, 20:09 
byrus ha scritto:
Altra breve ricerca, sto sfogliando la Bibbia e ho trovato proprio il riferimento di Wikipedia:


tutto ciò che abbiamo promesso, cioè brucieremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; 18 ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame". 19 E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?".[/i]


Quando ero bambina (mille anni fa) la nostra parrocchia, a Maggio, mese mariano, organizzava processioni e ricordo che mamma preparava focacce e pagnotte di pane da offrire alla <<regina dei cieli>>!!!! [:0]



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 28/04/2015, 00:20 
shighella ha scritto:
byrus ha scritto:
Altra breve ricerca, sto sfogliando la Bibbia e ho trovato proprio il riferimento di Wikipedia:


tutto ciò che abbiamo promesso, cioè brucieremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; 18 ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame". 19 E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?".[/i]


Quando ero bambina (mille anni fa) la nostra parrocchia, a Maggio, mese mariano, organizzava processioni e ricordo che mamma preparava focacce e pagnotte di pane da offrire alla <<regina dei cieli>>!!!! [:0]


Sicuramente lo faceva in "buona fede" ma io penso che se la madonna fosse quel che si dice avrebbe gradito che quelle focacce venissero date a chi ne aveva davvero bisogno...

Sono quele le incongruenze che le persone FEDELI proprio non colgono e si lasciano manipolare come bambini a cui si può far credere qualunque cosa... Perfino che la madonna si mangi le focacce.

scusami eh non voglio offendere in nessun modo tua madre era solo un classico esempio, anche ad esempio mia nonna o delle mie zie più anziane facevano queste cose...



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 28/04/2015, 18:23 
MaxpoweR ha scritto:
shighella ha scritto:
byrus ha scritto:
Altra breve ricerca, sto sfogliando la Bibbia e ho trovato proprio il riferimento di Wikipedia:


tutto ciò che abbiamo promesso, cioè brucieremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; 18 ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame". 19 E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?".[/i]


Quando ero bambina (mille anni fa) la nostra parrocchia, a Maggio, mese mariano, organizzava processioni e ricordo che mamma preparava focacce e pagnotte di pane da offrire alla <<regina dei cieli>>!!!! [:0]


Sicuramente lo faceva in "buona fede" ma io penso che se la madonna fosse quel che si dice avrebbe gradito che quelle focacce venissero date a chi ne aveva davvero bisogno...

Sono quele le incongruenze che le persone FEDELI proprio non colgono e si lasciano manipolare come bambini a cui si può far credere qualunque cosa... Perfino che la madonna si mangi le focacce.

scusami eh non voglio offendere in nessun modo tua madre era solo un classico esempio, anche ad esempio mia nonna o delle mie zie più anziane facevano queste cose...


Nulla da scusare Max concordo su ciò che dici. [:264]
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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 24/05/2015, 20:06 
Il culto di Yahweh ed il falso primato di Primo e monolitico monoteismo

La società ebraica, sionista (a favore della costituzione dello stato di Israele o anti-sionista (contro) la costituzione dello stato di Israele (da notare che si parla sempre di etnia ebraica non di anti-semitismo, ma anti-sionismo).

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Questa è solo uno dei motivi della sempre negata frammentazione, litigiosità e eccessiva puntigliosità della società ebraica. Questa viene definita “una monolitica comunità ebraica” quando questa stessa riceve delle critiche, ma al loro interno sono un puzzle di fazioni. Ci sono addirittura gli ebrei (come dicevo sopra) che non vogliono lo stato di Israele, i cosiddetti anti-sionisti.

C’è chi si riconosce nella Bibbia di Samaria, e non nella Torah ufficialmente riconosciuta. C’è chi accetta la versione greca detta dei 70 condivisa con i cristiani. Insomma è un universo diviso e frastagliato che merita essere studiato e conosciuto in profondità per essere capito, visto che e’ uno dei principali fattori di instabilità di tutta la zona mediorientale ed oltre.

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Questo popolo ha prodotto menti eccelse in vari campi di studio, ma è completamente diverso da come viene da esso stesso dipinto e comunicato all’esterno. Facciamo un passo indietro alla ricerca di almeno un motivo tangibile di come sia stata distorta la storia ufficiale politico-religiosa nei secoli.

Un importantissimo pseudo-dogma inammovibile della fede (fede e politica in ambito ebraico si fondono) in Yahweh è che essa sia stata la prima e sin dai primordi integralmente e compattamente.

Yahweh, invece, non è sempre stato Dio unico per gli ebrei. Ai tempi di Saul, predecessore di Re David, cui si fa riferimento negli scritti biblici, si adoravano pure Baal, ad esempio, che aveva sacerdoti e templi, tutti distrutti e cancellati dalla storia della religione ufficiale ebraica. Molti sacerdoti “baalisti” furono sterminati dagli “yahwisti”, che uscirono vincitori dalla diatriba e affermarono così il loro monoteismo. Saul più che Re (mlk = melèk) è “capo”, “nagìd”. Maggiore centro del periodo è Gibe a, fortificata intorno al suo Tell (collina, chiamata cos’ maggiormente verso l’Anatolia).

A nord confina con la tribù di Manasse, a sud con Giuda. Quindi, ancora, di Israele non se ne parla. Il ruolo di Gerusalemme è, durante la storia, sopravvalutato, mentre ciò che è avvenuto a nord è stato attentamente oscurato. Tra tribù (!) c’è un senso di parentela, ma anche tensione e contrasti, soprattutto con i Beniaminiti. Altri, (questa parola è molto importante in questo discorso)“stranieri”, con cui vi è perenne contrasto. Ad est c’è Ammon, ad ovest i Filistei che creano problemi alla coalizione tribale.

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Con essi vi sono conflitti aperti e Saul ne vince qualcuno. Con il collasso di Megiddo i Filistei passano in Galilea. Saul muore nella battaglia di Gilboa e gli segue il figlio Ish’ba’al. Morto egli ed i suoi figli gli anziani decidono di unirsi allo stato a sud, Giuda, costituitosi parallelamente ad opera di David. Da un coacervo di tribù com’è stato sino ad allora nasce una “specie” di stato. Quando i Beniaminiti (figli di Beniamino, una delle tribù) assumono un ruolo preminente si forma contro di loro un movimento antagonista come successe contro Saul, trattato prima da re e poi da folle ed empio. Saul agisce in modo “empio”, e ciò va a vantaggio di David, come contrapposizione tra sacerdozio e regalità.

Il regno di David assume in prospettiva una importanza maggiore, quindi le informazioni su di esso sono nel tempo molto rimaneggiate. Originario di Betlemme, David combatte sotto e con Saul contro i Filistei che gli accordano un territorio per distaccarlo da Saul, quindi, in pratica, lo comprano. Egli accetta (!), raccoglie con se habiru, sbandati, infatti è egli stesso, un capo-banda: “circa 400 persone che hanno creditori alle calcagna si raccolgono intorno a lui”.

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I Filistei di non si fidano David e non lo fanno combattere al loro fianco a Gilboa. Infine egli si ribella al loro dominio, attua rapine, scorribande e rapimenti.

Dopo la morte di Saul, David al nord viene eletto a “Re di Giuda”, a Hebron. Cominciano lotte con Israele dal momento della reggenza di Ish’ba’al, (un nome non certamente riferito o derivato da fedeli a Yahweh, ma a Baal) successore di Saul.
Sono più che altro lotte tribali o sfide cerimoniali in vista di tradimenti politici da attuare a danno di Ish’ba’al. Alla morte di Ish’ba’al gli anziani offrono a David la possibilità di diventare Re di Israele e Giuda: egli conquista Gerusalemme, considerata “caananea”, vi importa il culto di Yahweh. Vi affianca divinità locali: i figli nati ad Hebron hanno nomi “yahwistici”, quelli nati a Gerusalemme hanno come teonimo Shalom (deriv. Da Salomone o da Gerusalemme, Geru-shalom).

David ha, al momento, due sacerdoti: Sadoq ed Ebyatar, il secondo yahwista. Il regno si espande ma le fonti bibliche forse ne esagerano le dimensioni.

È, comunque, una piccola formazione politica, sotto il dominio dei Filistei. A Gerusalemme il regno assume una prima amministrazione, sinora inesistente, ma presente a Gerusalemme. Ad est resta un fronte caldo con gli Ammoniti, cui si aggiungono gli Aramei. Obiettivo di Ismailiti, Ammoniti, ed Arabi è il controllo della carovaniera transgiordana. Non vi sono sicuramente i trionfi narrati, ma piuttosto vicende alterne.

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Le mogli di David provenienti da diversi regni sono segno di buoni rapporti politici ed esse, insieme alla politica portano i “Loro” culti. Il regno in quel momento difficilmente include la Galilea. A sud il Negev e gli Amaleciti (pre-arabi) da secoli difficili vicini e nemici segnano il confine. Anche il discorso legato alla successione lascia molti dubbi. Di famiglia povera, numerosa, perseguitato, assoldato come habiru, i sette anni di regno a Hebron, i 40 totali, questo insieme fa pensare ad una rivisitazione di fatti già visti e cuciti addosso a questo capostipite. Riesce, comunque, a lasciare il regno all’ultimo figlio, Salomone.

È un segno storico la sua dinastia, in quanto nello stato di Giuda la si chiama per lungo tempo “casata di David”. Lo scenario molto frammentato dell’epoca lascia supporre che difficilmente vengono, al momento, conquistati Ammon ed Aram, stati confinanti. Per ora mi fermo qui, promettendo di proseguire il percorso fino a quelli che sono i motivi di divisione all’interno della società di cui stiamo trattando.

http://oubliettemagazine.com/2013/12/10 ... onoteismo/



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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 26/05/2015, 10:26 
Segnalo il seguente libro

Yahweh and the Gods and Goddesses of Canaan
Di John Day

https://books.google.com.sg/books?id=y- ... &q&f=false


Sembra interessante per le nostre ricerche



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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 28/05/2015, 09:29 
Letto.

ne consiglio l'acquisto e la lettura, unitamente, tuttavia, alla lettura della recensione critica di Christian Frevel. http://www.thlz.de/rezension.php?rid=53 ... n%3D1%23r2


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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 28/05/2015, 10:05 
cecca ha scritto:
Letto.

ne consiglio l'acquisto e la lettura, unitamente, tuttavia, alla lettura della recensione critica di Christian Frevel. http://www.thlz.de/rezension.php?rid=53 ... n%3D1%23r2


Purtroppo il link non risulta accessibile per i non abbonati.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 28/05/2015, 12:38 
Ausgabe:
Dezember/2004
Spalte:
1284–1286

Day, John
Titel/Untertitel:
Yahweh and the Gods and Goddesses of Canaan.
Verlag:
Sheffield: Sheffield Academic Press 2000. 282 S. gr.8 = Journal for the Study of the Old Testament. Supplement Series, 265. Lw. £ 46,00. ISBN 1-85075-986-3.

Rezensent:

Christian Frevel


Der Autor ist seit 30 Jahren mit den Verbindungslinien zwischen der kanaanäischen Mythologie und dem Alten Testament befasst. Die vorliegende Monographie ruht in ihren sieben Kapiteln den Einzelstudien auf und fügt neue Studien mit Blick auf ein Gesamtbild hinzu. Das Alte Testament wird - in kritischer Betrachtung - als Quelle mit historischem Wert erachtet. Ausführliche Diskussionen eines angemessenen Textverständnisses stehen im Vordergrund des Interesses. Literar- oder redaktionskritische Diskussionen treten dabei zu Gunsten von Semantik und Motivkritik zurück. Kritische Brechung erhalten die biblischen Nachrichten durch außerbiblische Zeugnisse, vornehmlich Inschriften und zu einem geringen Teil auch archäologische Zeugnisse. Referenzgröße für die kanaanäischen Gottheiten und das, was D. unter "kanaanäische Religion" fasst, sind nahezu ausschließlich die keilalphabetischen Ugarittexte, im Einzelfall ergänzt durch mesopotamische Texte oder Zeugnisse der griechischen Geschichtsschreibung. Durchgehend geht es D. um die Frage, ob die biblischen Nachrichten sich auf kanaanäische Gottheiten beziehen und es von daher plausibel ist, dass in der vorexilischen Religion neben YHWH andere Gottheiten verehrt worden sind. In unterschiedlicher Ausführlichkeit, aber durchgehend umsichtig, differenziert und klar, behandelt D. sieben untereinander nahezu unverbundene Themenkreise, die sich um das Verhältnis YHWHs zu El, Aschera, zu Baal, zu Astarte und Anat, zu den Astralgottheiten, Sonne, Mond und Sa.har, dem "Sohn der Morgenröte" (Jes 14,12), und schließlich um das Verhältnis zu den mit der Unterwelt konnotierten Gottheiten bemühen. Dabei kristallisiert sich die kanaanäische Mythologie als Folie der Religionsgeschichte Israels heraus, obwohl in vielen Fällen kritisch mit der bisherigen Forschung umgegangen wird. Wohltuend ist die durchgängige Skepsis gegenüber zu leichtfertigen Textänderungen oder "ugaritomanen" Rezeptionen kanaanäischer Mythologie. Das Buch belehrt vielseitig und oft umfassend über alle Stellen, für die ein Bezug zur kanaanäischen Mythologie in der Forschung diskutiert worden ist.

Die beiden Kapitel zu YHWH und Baal bergen keine großen Überraschungen, YHWH wird von El geschieden, und doch zeigen viele Züge im Gottesbild die Nähe zu dem ugaritischen Pantheonvorsteher. In den Baal-Abschnitten macht er (ohne auf H. Niehr näher einzugehen) vor allem die forschungsgeschichtliche Linie der Aufwertung Baal-Schamems stark. Diesen sieht er im Hintergrund der Elijaerzählungen im 9. Jh. und in Dan 9,27; 11,31; 12,11. Wie beides in einer Linie zusammenhängt, wird dabei nicht recht deutlich. Nimmt man als Referenzgröße die religionsgeschichtliche Diskussion des letzten Jahrzehnts (die nicht durchgehend von D. präsent gehalten wird), ist das Bild der Religion Israels recht konventionell: erste Auseinandersetzung mit kanaanäischen Elementen bei Hosea, YHWH-allein-Bewegung bei Elija, die entscheidende "Kehre" in der Kultreform Joschijas 622 und die Herausbildung eines "absoluten" (sic!) Monotheismus bei Deuterojesaja, nachexilische Beruhigung mit Zügen einer "Remythologisierung". Die letztere Tendenz wird nicht systematisch entfaltet, sondern am Schluss nur angedeutet: "Even amongst monotheistic Jews, though no longer worshipped, the Canaanite deities sometimes left a kind of afterglow" (229). Zwar setzt sich D. kritisch mit der These J.Tigays auseinander, die Religion Israels sei wegen der Mehrheit YHWH-haltiger Personennamen durchgehend monolatrisch gewesen, doch verbleibt sein vorexilischer Polytheismus in bescheidenem Rahmen. Das zeigt sich vor allem bei der Behandlung der Göttinnen.

Zunächst interpretiert D. die 'srth in den Inschriften von Kuntilet Agrud und Hirbet el-Qom als Kultsymbol der Göttin Aschera, sieht aber darin die Evidenz, dass Aschera in manchen Kreisen als Partnerin YHWHs verehrt worden ist, zumal die Göttin in 1Kön 15,13; 2Kön 21,7 oder 1Kön 18,19 noch im Hintergrund stehe. Die Partnerin sei ihm von El her zugewachsen, anders als die Züge im Gottesbild aber nicht nachhaltig geblieben: "Another aspect of El religion which the Old Testament rejected was his wife" (43). Gewagter ist die Hypothese zu Astarte, die zugleich das methodische Problem der Untersuchung offenbart: "If, as has been seen, Astarte was the consort of Baal, and if [...] Yahweh and Baal were sometimes equated, then it follows that Astarte could sometimes function as Yahweh's consort. However, unlike in the case of Anat (who is attested in the form of Anat-Yahu at Elephantine), there is no explicit evidence of this" (132). Trotz der kritischen Einschätzung der Quellenlage werden die Ugarittexte und das Alte Testament oft untereinander als konvertibel angesehen, ohne dass über den raumzeitlichen Hiatus Rechenschaft abgelegt würde. Selbst wenn Astarte als "consort" Baals in Ugarit bezeugt ist, folgt daraus nicht, dass YHWH und Astarte als Paar verehrt wurden. Explizit geht D. davon aus, dass YHWH polygam war: "Asherah was not the only consort Yahweh was capable of appropriating, since his equation with Baal by some meant that he was capable of appropriating Astarte and Anat too" (146). Wie man sich das vorzustellen hat, konkretisiert D. nicht. Ihm geht es darum, den Einfluss des Kanaanäischen auf die Religion Israels wach zu halten. Andere als kanaanäische Einflüsse lehnt er tendenziell ab. So in seiner Beurteilung der Kultreform Joschijas, die sich z. B. in den Sonnenwagen nicht gegen assyrische, YHWH solarisierende Tendenzen wendet, sondern gegen die "bodenständige" kanaanäische Sonnengottheit. Große Mühe verwendet er darauf, in YHWH keine Züge einer Sonnengottheit zu sehen. Neben einer starken Skepsis gegenüber Auslegungen, die Vorkommen von sms auf YHWH (etwa Ps 84,12; Dtn 33,2; Jes 60,1 f.) beziehen und YHWH als Sonnengottheit verehrt sehen, argumentiert D. mit dem Fehlen von solar konnotierten theophoren Personennamen. Bedauerlich ist- und darin zeigt sich ein weiteres methodisches Problem des Buches -, dass er sich mit den ikonographischen Argumenten einer Solarisierung nicht auseinander setzt. Das Ignorieren der Ikonographie schlägt ebenso in seiner Einschätzung lunarer Kulte in Palästina zurück, die erwartungsgemäß auf Kanaan zurückgeführt werden: "Similarly, there is no necessity to suppose that the growth of moon worship in Judah in the seventh century BCE was due to Aramaean influence, as O. Keel has recently claimed" (164). Gelinde gesagt spiegelt sich in diesem Urteil eine massive Unterbewertung des Mondgottes von Haran zu Gunsten des kanaanäischen Mondgottes wider.

In dem Bestreben, dem Kanaanäischen als Quellgrund religiöser Traditionen größeres Gewicht beizumessen, schießt D. häufig über das Ziel hinaus. Neben kritische Rückfragen zu Einzelergebnissen treten einige Grundfragen zum Ansatz des Buches.

Zum einen ist es das recht homogene und konventionelle Bild von der Religion Israels, das D. voraussetzt. Kaum wird zwischen Nord- und Südreich differenziert, kaum zwischen lokaler, regionaler oder nationaler Religion und der privaten Frömmigkeit. Die nebeneinander stehenden Einzelkapitel werden auch am Schluss nicht zu einem Gesamtbild zusammengeführt, das über die Entwicklung der Religion Israels auf dem Weg zum Monotheismus diachron Rechenschaft geben würde. Entwicklung wird vornehmlich - und das ist das Anliegen des Buches - als "a response to Canaanite cults" (232) gedeutet. Was aber eigentlich unter "Kanaan" zu verstehen ist, wird im ganzen Buch nicht geklärt. Immer wieder wird auf den "Mythos Kanaan" Bezug genommen, ohne dass der "Mythos Kanaan" und die Diskussion darum Berücksichtigung finden würde. Mit der neueren historischen Forschung zur Entstehung Israels ist die Größe "Kanaan" als homogenes Gebilde weitgehend zerbrochen, und deshalb stellt sich um so dringlicher die Frage nach den Traditionen, die die Religionsgeschichte als "kanaanäisch" einzuordnen gewohnt war. Kanaanäisch kann nicht einfach das sein, was in Ugarit bezeugt ist, zumal da der raumzeitliche Abstand zur Vorsicht mahnt. Über die Vermittlungswege der "Kanaanismen" gibt D. durchgehend keine Rechenschaft oder pointierter: Vieles, was D. als kanaaäisch fasst, kann ebenso gut als israelitisch angesprochen werden. Eine Profilierung der YHWH-Religion gegen die Folie "Kanaan" steht jedenfalls insgesamt in Frage. Das Fehlen der ikonographischen Evidenz als adäquater außerbiblischer Quelle zur Religionsgeschichte Israels/Judas ist von den genannten Grundproblemen nicht unabhängig. In der Bildsymbolik treten jedenfalls neben "kanaanäische" auch andere Einflüsse, die die Religion Israels/Judas mit den syrisch-palästinischen Religionen ebenso wie mit den ägyptischen und assyrisch-babylonischen Symbolsystemen vernetzt sein lassen.

Das Gesamturteil über das Buch ist dennoch positiv. Nirgendwo sonst wird derzeit die Diskussion um die "Kanaanismen" so differenziert geführt und forschungsgeschichtlich so ausführlich zurückgebunden. Wer über die Götter Kanaans und ihre Spuren im Alten Testament etwas erfahren und sich in die Welt "Kanaans" einführen lassen will, dem sei das Buch wärmstens empfohlen. Er wird an D. ebenso wenig vorbeikommen wie diejenigen, die sich kritisch mit der Religionsgeschichte Israels/Judas auseinander setzen.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 09/06/2015, 11:40 
John Day insegna Teologia Biblica presso l'Università di Oxford. Il suo libro del 2002 "Yahweh e le Divinità di Canaan" fornisce una eccellente guida circa i rapporti intercorrenti tra YHWH e gli altri dei nell'antico Israele. In particolare è molto interessante ciò che il professore afferma in merito al rapporto tra YHWH e la divinità El. Leggiamo qualche passo del saggio.

Yahweh ed El Erano la Stessa Divinità?
Di J. Day - Traduzione di Anticorpi.info

Che relazione intercorreva tra il Signore Yahweh ed il dio cananeo El? Nell'Antico Testamento Yahweh è spesso chiamato El. La questione su cui dibatteremo è se i due nomi rappresentassero la stessa divinità fin dal principio, oppure siano stati assimilati successivamente. Lo stesso Antico Testamento, non fornisce elementi univoci in quanto le fonti E e P indicano che i patriarchi non conoscessero il nome del Signore fino a quando non fu rivelato a Mosè (Esodo.3.13-15, E; 6.2 -3, P), mentre secondo la fonte J, il nome Yahweh era già noto fin dai tempi primordiali (Gen. 4,26). La fonte P afferma esplicitamente che i patriarchi prima della rivelazione fatta a Mosè, conoscessero Yahweh con il nome di El-Shaddai (Es. 6,3).

Nel XIX secolo J. Wellhausen affermò che Yahweh ed El fossero nomi diversi della medesima divinità, e più di recente tale tesi è particolarmente sostenuta da FM Cross e JC de Moor. Tuttavia, le argomentazioni che vado ad elencare sembrano smentire tale convinzione.

In primo luogo, nei testi ugaritici il dio El si rivela essere del tutto benevolo in natura, mentre Yahweh ha un lato feroce e un lato gentile. In secondo luogo, come TND Mettinger ha giustamente sottolineato, la prima evidenza di tutto ciò è riscontrabile in Gdc. 5.4-5, in cui Yahweh viene associato alla tempesta, similitudine mai utilizzata nei confronti di El. Piuttosto, si tratta di una similitudine spesso usata con il dio Baal.

Nell'Antico Testamento ricorre il concetto secondo cui Yahweh possedesse una corte celeste. Essa è indicata con la denominazione di 'figli del Signore' ('elohim , Gn 6,2, 4; Giobbe 1.6, 2.2, Giobbe 38,7), 'figli del cielo' ('Elim, PSS. 29.1, 89.7 [ET 6]) o "figli dell'Altissimo' ('Elyon, Sal. 82,6). Viene anche generalmente riconosciuto che 'figli di Dio' (elohim) sia da intendersi come 'figli di Israele' (Deut. 32,8 vedi sotto).

Ci sono numerosi passaggi in cui viene fatto riferimento ad una corte celeste i cui componenti erano 'figli di Dio' o 'figli dell'Altissimo.' La corte celeste è menzionata in relazione al primo essere umano (Gen 1,26, 3,22; Giobbe 15,7-8) ed in altri passi della storia primordiale (Gn 11,7;. Cf Gn 6.2), oltre che nel contesto della chiamata divina o commissione della profezia (1 Re 22,19-22; Isa 40.3,6, Ger 23,18, 22,.. cfr Amos 3.7). E' inoltre menzionata in relazione agli dei o angeli custodi delle nazioni (Isa.24.21; Ps 82,1; Ecclus. 17.17; jub 15,31-32;.. Cf Dt 32,8 e Sal 82,6 di cui sopra;. Implicita nel Dan 10.13, 20; 12.1).

Altri riferimenti all'assemblea divina sulla montagna sacra si riscontrano in Isaia 14,13 e in Ecclus 24.2, quando si menziona la Sapienza personificata nell'assemblea divina. Infine troviamo riferimenti più generali (Zaccaria 1,10-11, 3,7, 14,5; Sal . 89,6-8 [ET 17], 7,10, 21, 25, 27, 8,10-13;. cfr. Giobbe 1,6, 2,2, 38,7 e 29,1 Pss, 89,7 [ET 6] di cui sopra).

Proprio come un sovrano terreno è circondato da un corpo di cortigiani, così il Signore possiede una corte celeste. Originariamente i suoi componenti erano considerati dei, tuttavia con l'affermarsi del monoteismo furono retrocessi al rango di angeli.

Ed è proprio in considerazione del pantheon di divinità relative al dio cananeo El, note come i 'figli di El ', che rinveniamo una connessione diretta con l'Antico Testamento. La fondatezza di questa teoria è provata dal fatto che sia il pantheon di Yahweh che quello di El siano composti esattamente da settanta membri. Presso Ugarit leggiamo nel mito di Baal dei 'settanta figli di Astarte (Athirat)' (sb'm mld. 'ATRT, KTU 1.4. VI.46). Dal momento che Astarte era la consorte di El, questo implica che i figli di El erano settanta in numero. Il collegamento si trova in Deut. 32.8, in cui si legge che: 'Quando l'Altissimo diede alle nazioni la loro eredità, quando separò i figli degli uomini, egli fissò i confini dei popoli secondo il numero dei figli di Dio' (elohim). Ed essendo risaputo che gli ebrei suddividessero la terra in settanta nazioni, ne consegue che i figli di Dio fossero di conseguenza settanta in numero. Tutto ciò emerge dalla tabella delle nazioni in Genesi 10, dove ci sono settanta nazioni, e dal concetto apocalittico ebraico secondo cui vi siano settanta angeli custodi delle nazioni (Targum Pseudo-Jonathon su Dt 32,8;. 1 En 89.59- 77, 90,22-27). Questo punto di vista, che ho difeso in precedenza, sembra eminentemente ragionevole.

Infine, è fondamentale notare come l'Antico Testamento non faccia mai riferimento alla corte celeste come ai 'figli di Yahweh'. Come detto, a parte un caso in Elyon, troviamo sempre l'espressione 'figli del Signore'. Tutto ciò si spiega nella loro origine quali figli del dio cananeo El.

In seguito, naturalmente, il nome El divenne semplicemente sinonimo di 'Dio' nel Vecchio Testamento, ed è in questa forma che fu utilizzato più volte.

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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 09/06/2015, 20:10 
ho confrontato un solo paragrafo , perché era evidente l'errore di traduzione:

'figli del cielo' ('Elim, PSS. 29.1, 89.7 [ET 6])

era ovvio che fosse sbagliato.

difatti l'originale dice:

the ‘sons of gods’ (bene ‘elim, Pss. 29.1, 89.7 [ET 6])



https://lehislibrary.wordpress.com/2008 ... -john-day/

il paragrafo contiene anche altri errori, tipo "signore" al posto del corretto "Dio", non voglio immaginare il resto.

Certo da "Dio" a "Cielo" ce ne corre parecchio. questi sono errori non voluti o voluti? mmmhh...

i testi vanno lasciati nella loro lingua, almeno i testi in inglese, tedesco e francese.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 10/06/2015, 11:50 
Cita:
Certo da "Dio" a "Cielo"


in realtà "gods" sarebbe" dei" non Dio

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 10/06/2015, 12:23 
mauro ha scritto:
Cita:
Certo da "Dio" a "Cielo"


in realtà "gods" sarebbe" dei" non Dio

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 10/06/2015, 14:20 
Atlanticus81 ha scritto:
mauro ha scritto:
Cita:
Certo da "Dio" a "Cielo"


in realtà "gods" sarebbe" dei" non Dio

ciao
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giusto. è ovviamente un lapsus, ma bisogna' esse precisi nelle traduzioni.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 10/06/2015, 15:02 
cecca ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:
mauro ha scritto:
Cita:
Certo da "Dio" a "Cielo"


in realtà "gods" sarebbe" dei" non Dio

ciao
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giusto. è ovviamente un lapsus, ma bisogna' esse precisi nelle traduzioni.


Forse è più corretto definirlo lapsus freudiano.... [:246]

"In psicoanalisi, i lapsus sono inquadrati all'interno della categoria più generale degli atti mancati.
Essi sono considerati forme di espressione indiretta dell'inconscio: l'errore che prende corpo nel lapsus,
secondo Freud, è solo apparentemente casuale. Il lapsus non solo sarebbe la manifestazione di un
desiderio inconscio che affiora e trova, così, soddisfacimento, ma costituirebbe anche un canale attraverso
il quale trovano sfogo pensieri che, altrimenti, resterebbero rimossi dalla censura".



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 Oggetto del messaggio: Re: La Moglie di Yahweh
MessaggioInviato: 10/06/2015, 15:21 
mi hai rubato il post di bocca -.-



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