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Astronave
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MessaggioInviato: 12/06/2014, 11:50 
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Angel_ ha scritto:

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rew63 ha scritto:

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Angel_ ha scritto:

Cita:
rew63 ha scritto:

Che succede durante le cosiddette "possessioni" ?Nei rarissimi casi di "demoniaca presenza" cosa accade?qualcuno ha mai assistito?

Domanda difficile...
Quando non si tratti di patologie mentali, penso che una qualche entità estranea prenda in maniera evidente il controllo del corpo, una sorta di trasferimento coscienziale...






Come scrissi in un altro post tanti anni fà nel cercare "risposte" mi venne consigliato di parlare con un prete,un gesuita ordinato esorcista.Telefonai e presi appuntamento per il pomeriggio,arrivai un po prima dell'orario concordato e iniziai a guardare in giro,mentre guardavo un dipinto,alle mie spalle si apri una porta da cui uscirono un uomo una donna e una ragazza sui 15/16 anni,incrociai il suoi occhi e improvvisamente sentii freddo e brividi in tutto il corpo,il viso di questa ragazza era come se cambiasse fisionomia ma quello che mi rimase impresso fu il "male"che i suoi occhi emanavano,"male assoluto"il prete chiese ai due genitori? di portarla via,e mentre la "trascinavano"via continuava girando la testa a fissarmi con odio.
Chiesi al prete spiegazioni di quanto avevo visto,lui rispose che io avendo chiesto "aiuto" alla "fede" alla "ragazza"o quello che era,non andava bene.
Parlammo a lungo e di molte cose,devo dire un prete "moderno"per
quei tempi,per la presenza di "demoni"mi disse che le "preghiere" che il prete recita, per il "demone" sono "insignificanti",la "preghiera"serve a preparare l'anima dell'esorcista,fortificare al massimo la sua volontà,perchè durante lo "scontro"vince chi ha una grande forza di volontà,se l'esorcista ha il minimo dubbio,il "demone" ha il sopravvento.
Quindi si tratta sempre di "VOLONTA"
Deve essere importante questa volontà,se tutti gli iniziati del passato e non, la ribadiscono sempre


Importante e fondamentale, ma non è una volontà che proviene dal pensiero della mente, si tratta della volontà animica dell'essere, che, se vuole, blocca l'entrata a qualunque entità...questo lo ha sempre detto anche Malanga rispetto alle abduction...

Cita:
catwalk ha scritto:

Dimenticavo...l'UMILTA'...!

Necessaria per la Ricerca della Verità...
infatti e parlo per esperienza,
senza hai voglia a ricercare... !

Sono d'accordo con te...con la sveglia e i rimproveri agli altri te la dimentichi spesso l'umiltà...a mio modesto parere, tu hai sempre troppe certezze...[:)]




Ho visto dei video di Malanga,penso sia un ottimo ricercatore,nei suoi video lui "sprona" l'anima sotto ipnosi ,essendo infinitamente piu potente di qualsiasi altro"essere" a scacciare il demone/alieno
Agli addotti/posseduti cosa rimane dopo tale esperienza?Riescono a percepire meglio la parte animica?
Come fare a entrare in "contatto" con la nostra parte animica da cosciente e non sotto ipnosi?



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Credi veramente di essere un agglomerato di atomi tenuto insieme dalla forza di gravità?
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MessaggioInviato: 12/06/2014, 11:53 
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Angel_ ha scritto:
..a mio modesto parere, tu hai sempre troppe certezze... [:)]



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“A'udhu billahi min-ash-shaytani-r-rajim”


Mi rifugio in Dio, che tutto ascolta e conosce, contro Satana il lapidato!


Ricorda...Bene!

Grazie Solo e Sempre a Dio,Gloria a lui l'Altissimo!

Sia fatta sempre la Sua Volontà come in Cielo così in Terra.
E così Sia .
Amen.

Siamo in Rapporto Spendido Splendente! [:57]
Tra poco arriva il Ramadam !

http://it.wikipedia.org/wiki/Ramadan

E il mio Rapporto sempre più Splendente diventerà!^ ^!!

Io Adoro e Amo il mio Creatore ...e Lui, Misericordioso e Compassionevole ,
si compiace di me.


"Allah si compiace di loro e loro si compiacciono di Lui."


Amin



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MessaggioInviato: 12/06/2014, 13:51 
Cita:
rew63 ha scritto:

Ho visto dei video di Malanga,penso sia un ottimo ricercatore,nei suoi video lui "sprona" l'anima sotto ipnosi ,essendo infinitamente piu potente di qualsiasi altro"essere" a scacciare il demone/alieno
Agli addotti/posseduti cosa rimane dopo tale esperienza?Riescono a percepire meglio la parte animica?
Come fare a entrare in "contatto" con la nostra parte animica da cosciente e non sotto ipnosi?


Da quello che emerge nella ricerca di Malanga e sopratutto dai testi gnostici, sembrerebbe che l'Anima sia incosciente delle sue capacità e tenuta prigioniera in questo mondo.
L'allegoria degli angeli caduti rivela lo stato di coloro la cui anima è incosciente e prigioniera dei corpi in continui cicli di vita in questo pianeta...quindi il problema sarebbe risvegliare l'anima (rialzarsi dalla caduta...)e recuperare i poteri, che sarebbero, in potenza, illimitati.
Paradossalmente, un "angelo caduto" che riuscisse in questa impresa, poi distruggerebbe questo mondo, ecco perchè dico sempre che il bene e il male sono relativi ai punti di vista... [8D]


Cita:
catwalk ha scritto:

Tra poco arriva il Ramadam !

http://it.wikipedia.org/wiki/Ramadan


Cita:
Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani praticanti debbono astenersi - dall'alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali.


Mentre dal tramonto all'alba... [:203]

Cita:
religióne s. f. [dal lat. religio -onis, prob. affine a religare «legare», con riferimento al valore vincolante degli obblighi e dei divieti sacrali]. –
Fonte:http://www.treccani.it/vocabolario/religione/


Ultima modifica di Angel_ il 12/06/2014, 14:19, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 12/06/2014, 18:10 
Cita:
Come già accennato, gli angeli sono i protagonisti della "battaglia del cielo", storia comune a molte civiltà, dai Greci agli Ariani, che tratta della caduta dei "Logoi" nell'abisso delle Tenebre e condannati a reincarnarsi su questa terra.
Il rotolo "1 Q M", ove 1Q sta per Qumran Prima grotta e M per Milhamah, cioè Guerra, è un testo poco conosciuto chiamato "la guerra dei Figli della Luce contro i Figli delle Tenebre", noto come "Regola della Guerra". Si compone di 19 righe, di cui l'ultima mutilata, diviso in cinque sezioni, acquistato dall'Università Ebraica nel 1947. I membri del gruppo detti "Figli della Luce" rappresentano le forze del Bene e lotteranno contro i "Figli delle Tenebre", che comprendono i pagani chiamati Futili; essi sono sia gli scellerati, sia gli Ebrei che non hanno aderito alla Comunità. Nella battaglia i figli della Luce vinceranno tre volte e tre volte perderanno. La settima volta interverrà Dio che darà la vittoria ai figli della luce. Il testo è importante per la sua terminologia militare sconosciuta prima della scoperta del rotolo. La datazione difficile è fra il 110 e il 70 a.C.
Esiste anche un 4 Q 385-390 Deutero Ezechiele con frammenti della "regola della Guerra", documento di Damasco, pubblicato solo in parte. Vi è in merito anche uno scritto esoterico scritto da destra a sinistra, ma con lettere orientate da sinistra a destra; inoltre un altro testo con caratteri mistico gnostici è stato accostato a quella letteratura mistica ebraica che va sotto il nome di Merkabah, cioè il nome del "carro celeste di Ezechiele".
La guerra del cielo la troviamo anche del Rig Veda ove emergono gli Asura, figli del primo Soffio Creatore, identificati con gli angeli Caduti della Chiesa Cristiana. Gli asura erano parte dello Spirito Supremo, alleati di Soma e degradati a potenze avverse o Demoni. Fra di loro gli Ushana, cioè la "legione del Pianeta Venere" (lucifero per i cattolici); i Danava e i Daitya, i demoni e i giganti della Bibbia, progenie dei figli di Dio e delle figlie degli uomini. Vi erano i Naga, sarpa o serpenti, ovvero i Serafini - Sarapa e uguale a fuoco ardente - e ritroviamo il fuoco di Enoch.
Abbiamo il drago volante che lotta; Ariman che si circonda di fuoco cercando di conquistare i cieli, ma Ahura Mazda scende "dal cielo solido dove dimora" e interviene in aiuto dei "cieli che ruotano". In tal modo i sette Saravah con le loro stelle combattono e vincono Ariman che precipita nella valle del Dolore.
Molte le versioni della Battaglia del Cielo, ma i Deva (gli Dèi) risulteranno vincitori sugli Asura ( i titani nemici degli Dèi) e si assicureranno un settore del cielo, guidati dal Dio Indra alla testa di un esercito personale formato dai Marut che venivano raffigurati con lampi e tuoni.
Indra, l'uccisore dell'Asura Vrita, era il Signore degli Eserciti che possedeva carri muniti di un fuoco capace di abbattere tutto quello che si trovava sul loro cammino. Alcuni potevano perfino volare e in battaglia sterminava i nemici che, raccontano le cronache, cercavano scampo nella famosa Città delle Tre Alture. Il Dio scendeva spesso sulla terra camuffato per non farsi riconoscere con lo scopo di sedurre le figlie degli uomini. Era definito "nato sopra le nuvole", quindi non di questa terra. Il signore degli Dèi col nome di Devapat, o il signore del paradiso col nome di Svarahpat.
Interessante la storia divulgata dai testi Brahmana: gli Asura proposero ai Deva un trattato di pace concedendo ai Deva quel pezzo di cielo e di terra che avrebbero percorso in soli "tre passi". I Deva scelsero come loro paladino un nano di nome "Vishnu", detto , guarda caso, "Vamana"; il quale, in soli tre passi, riuscì a percorrere il cielo, la terra e lo spazio intermedio. Cosa possedeva per riuscire in tale impresa? Non si può fare a meno di collegare il nome ai "Vimana" che percorrevano i cieli dell'India.
Fra l'altro gli assembramenti angelici in cielo erano ricorrenti e la gente non si stupiva più di tanto. La Bibbia dedica poche righe ad un fenomeno che, ai giorni nostri, avrebbe riempito le cronache, con notevole risonanza, per lungo tempo: si narra che per quaranta giorni e notti, si accalcarono e sfilarono nel cielo cavalieri in assetto di guerra con le loro armature lucenti sotto gli occhi degli abitanti di Gerusalemme. È difficile immaginare cavalli sospesi in aria, cavalieri armati camminare sulle nuvole. Era "l'esercito del Signore"? Con quali mezzi rimanevano sospesi a mezz'aria?
Nel 70 a.C. si videro altre "armate angeliche" adunarsi in cielo quando, 37 anni dopo la Crocifissione di Cristo, Dio decise di abbandonare il "popolo eletto". È scritto che prima del calar del sole si videro in tutta la regione, sospesi in aria, carri e falangi armate che irrompevano attraverso le nubi e circondavano la città. I sacerdoti del tempio interno affermarono che dopo aver avvertito una forte scossa, una voce "collettiva" disse: "Noi ce ne partiamo da qua" (guerra giudaica VI, 5).
Di "angelico" traspare poco. Erano per caso i carri che atterravano a Hark Karkom, ove recentemente sono state trovate piattaforme rialzate che presentano pietre "fuse" in conseguenza dell’esposizione ad un elevato calore?
Dal 70 a.C. le visioni angeliche divennero singole non più collettive. Comunque all'opera degli Angeli si attribuisce la traslazione della S. Casa di Maria, da Nazareth a Loreto.
È l'angelo Moroni che spinse Joseph Smith a fondare il movimento dei "Mormoni".
Di angeli ha parlato l'entità Mariana delle apparizioni di Bayside definendoli "entità infernali" a bordo di Ufo.
In effetti qualche dubbio nasce rivisitando i nomi delle entità contattate nelle contemporanee segnalazioni di abduction e confrontandoli con i nomi degli esseri divini che caddero sulla terra segnalati in alcuni antichi testi, fra i quali il libro di Enoch. Astar non è altro che Astaroth, Affa è l'angelo della Morte Af, un demone è Orthon che si è rivelato a Adamski. Abbiamo Apol , cioè Apollion; e Semiase, con il quale Maier dice di essere stato in contatto, è il nome del capo dei 200 veglianti del Monte Hermon. Troviamo Dhanne equivalente a Danae la venusiana, e da Venere arriva anche "fratel Bocco"; l'altro nome di Venere è Lucifero, il Drago rosso, il Portatore di Luce.
Somiglia alla visione "manichea" menzionata nell’apocrifo "Il libro di Giovanni evangelista" del tardo medioevo, nel quale si sostiene che l’uomo è una creazione del diavolo e che le anime sono angeli decaduti che entrano nella materia per continuare la loro diabolica opera di corruzione. "Il Signore ne ebbe compassione e concesse una tregua a lui e a tutti quelli che gli erano insieme, per ciò che volesse compiere, entro sette giorni. (…) creò l’uomo a sua somiglianza, comandando ad un angelo del terzo cielo di entrare in quel corpo di fango. Ne prese un poco e fece un altro corpo, in forma di donna, e comandò ad un angelo del secondo cielo di entrare nel corpo della donna. (…) egli comandò loro di compiere atti carnali nei corpi di fango; ma non erano capaci di peccare. Allora creò un paradiso e vi portò l’uomo e la donna. Fatto portare un albero lo piantò in mezzo al giardino, e così l’astuto demonio nascose il suo stratagemma. (…) I diavolo entrò in un serpente e sedusse l’angelo che era nella forma della donna e sfogò la sua lussuria con Eva, sotto l’aspetto di serpente. Poi versò il veleno della sua lussuria su Adamo, e questa generò i figli del serpente e del diavolo, fino alla fine del mondo".
In conclusione, angeli, dèi o demoni, ci visitano, ci studiano, ci controllano. C’è chi afferma vivano in mezzo a noi.
Sembra comunque accertato che "veglino" e "sorveglino" dal Regno dei Cieli, dall'Eden, dal Wahalalla, dalla Grande Prateria terra dei sogni.
Forse una "Dreamland" nota come "Area 51"?
Fonte:http://www.edicolaweb.net/edic014a.htm


Questi passi del libro apocrifo di giovanni evangelista danno i brividi...i ricercatori attenti collegheranno diverse cose...
Cita:
Yaldabaoth disse ai suoi demoni subordinati: "Ora creeremo un uomo secondo l'immagine di Dio e a nostra immagine e somiglianza, così la sua immagine ci illuminerà.".Ciascuno di essi mediante un altro Potere crearono gli elementi dell'uomo; Ognuno aggiungeva una caratteristica corrispondente ai fattori psichici. Essi avendo visto l'immagine sopra di loro, fecero una creatura di materia e a somiglianza di quel Primo Uomo perfetto, poi dissero: "Lo chiameremo Adamo, così che il suo nome ci darà il potere della luce."

cut

Tutto il Potere divino di sua madre inviato da Yaldabaoth entrò nel corpo psichico dell'uomo modellando sull'immagine primordiale.Il corpo umano si mosse! Crebbe potenza! E brillò!Le forze demoniache di Yaldabaoth invidiarono l'uomo. Attraverso i loro sforzi congiunti, che avevano posto alla creatura, gli avevano dato il loro potere a lui. La sua comprensione divenne notevolmente superiore a quella di chi lo aveva creato. E superiore anche a quella del Capo Sovrano stesso.Quando si resero conto che egli brillava di luce, che poteva pensare meglio di quanto loro potevano ed era nudo del male, lo presero e lo gettarono giù nel più profondo degli abissi del mondo materiale.

Adamo fu portato in ombra di morte. Essi intendevano ricrearlo nuovamente.
Questa volta da-Terra,-Acqua,-Fuoco,-Vento,
Quali sono-Materia,-Oscurità,-Desiderio,-Spirito Artificiale.

Tutto ciò divenne una tomba, un nuovo tipo di corpo.Quei ladri vincolarono l'uomo in esso, lo incatenarono nell'oblio, facendo di lui oggetto di morte
Fonte:http://www.scribd.com/doc/82671226/L-Apocrifo-Di-Giovanni#


Ultima modifica di Angel_ il 12/06/2014, 18:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/06/2014, 15:00 
Proviamo ad allargare il punto di vista con il seguente articolo...

Il Culto di Saturno (Seth, Enki, Cronos, Satana)

Vedo una porta rossa e la voglio dipingere di nero, senza altri colori, voglio che diventi nera. Non più il mio mare verde che muta in un blu profondo... voglio che diventi nero.
Paint it Black - Rolling Stones

Intro.

Con il culto del Sole e della Luna quello di Saturno è il più antico dei culti, così radicato nelle tradizioni umane che secondo molte fonti in realtà non sarebbe mai scomparso, ed i suoi rituali continuerebbero a essere perpetrati anche ai nostri giorni, in forma più o meno esplicita.

Saturno, detto anche Seth nella antica religione egizia, El in quella semitica e Signore degli Anelli nei miti celtici, sembra sia il motivo per cui ancora oggi per suggellare uno sposalizio si usi scambiarsi le fedi nuziali, oppure raffigurare un anello (o un disco, se ci si riferisca al Sole) dietro le immagini dei santi e delle persone pie o dietro le antiche croci celtiche. E' inoltre dal culto di Saturno che discendono secolari costumi sociali come quello di 'festeggiare' al sabato sera, ossia il sesto giorno della settimana (dedicato a Saturno), per poi 'riposare' al settimo.

Saturno nelle civiltà antiche.

Immagine

"Nella antica Sumeria Saturno veniva chiamato kayamanu, che significa: il lento. In accadico, invece, lo si chiamava Ninurta. Sembra tuttavia che Ninurta fosse piu spesso assimilato ai principi e alle qualità di Nabu (Mercurio), che i Mesopotamici soprannominavano shihtu, cioe “colui che si alza”.

Nella civiltà ellenica era raffigurato sotto forma di SATiro (creatura per metà umana e metà caprina); da cui il successivo accostamento del signore dell'oscurità, SATana, al culto ed all'immagine del dio Pan.

"(Pan) è un simbolo di Saturno perché questo pianeta è il governatore del segno del Capricorno, il quale emblema è un capro."
Manly P. Hall - Insegnamenti Segreti di Tutti i Tempi.

Per cui Pan fu raffigurato con le corna dal momento che rappresentava Saturno, governatore della casa del Capricorno il cui simbolo è un capro."

"Nel Medioevo Pan ed i suoi aspetti vennero demonizzati dal Cristianesimo, tanto che nei secoli successivi il diavolo nella cultura occidentale assunse progressivamente i tratti iconografici di questa antica divinità: corna, zampe caprine, barba a punta."

"Nello antico Egitto la dualità Horus (visto come il sole che sorge) - Seth (il sole che tramonta) era fra le più diffuse. Gli indizi ci fanno ragionevolmente ritenere che Mosè fosse un sacerdote di Seth, dissidente alla autorità rappresentata dagli altri sacerdoti: che anticamente la stirpe di Mosè adorasse Seth lo si può evincere tuttora dallo abito talare nero giunto intatto sino ad oggi fra i preti del monoteismo. Infatti, mentre le fraternità solari come gli esseni ed i nazareni indossavano il bianco, i sacerdoti di Set/Seth/Saturno/Sata indossavano tuniche nere; da qui, il vestito nero dei chierici cattolici, ebraici e mussulmani odierni”

In epoca romana Saturno era il titano del Tempo (Cronos, dal cui nome deriva il sostantivo Corona, riferito al copricapo reale), della Terra e della Materia. Era anche detto la 'divina sentenza della prima ora', corrispondente alla giornata del sabato e raffigurato anche in modo simile alla tradizionale icona popolare della morte: un vecchio avvolto in un sudario nero, cinto da catene tintinnanti e con una falce stretta tra le mani. I Romani celebravano Cronos durante la festa dei Saturnalia, che si tenevano al solstizio invernale.

"Saturno era celebrato il giorno in cui nasceva il sole del nuovo anno, cioè a Natale: in questa grande festa chiamata Saturnalia si propiziavano periodi prosperi e abbondanti in cui non fosse necessario lavorare la terra. Perciò durante la ricorrenza uno schiavo veniva vestito da re per un giorno (situazione simile a quella narrata nel film natalizio per eccellenza: Una Poltrona per Due - n.d.r.), e gli venivano dati frutti e cibo."

"Il culto di Saturno è una chiave importante per capire quanto lontana e antica sia tale cospirazione. Roma era nota come Saturnia o Città di Saturno (l'attuale nome della Città Eterna è un termine bifronte: la parola Roma è infatti il contrario della parola latina 'amor', cioè 'amore' - n.d.r.). La Chiesa romana conserva gran parte del culto di Saturno nei propri rituali." (Fritz Springmeier, Bloodlines of Illuminati.)

Per completezza d'informazione bisogna dire che la Chiesa romana cattolica - così come quella ebraica e mussulmana - sembra conservi nella propria tradizione non solo frammenti del culto di Saturno, ma anche di quello del Sole, della Luna e di altre divinità precristiane.

Alcune fonti asseriscono che nelle antiche civiltà semitiche e mussulmane Saturno corrispondesse alla divinità El e fosse raffigurato sotto forma di un gigantesco cubo nero. Nelle tradizioni misteriche di ogni epoca il cubo è il simbolo della materia, opposto alla sfera, che rappresenta lo spirito.

E' possibile rinvenire rappresentazioni del cubo nero un po' ovunque nel mondo. Nella iconografia ebraica e mussulmana vi è un enorme cubo nero denominato Kabba alla Mecca. Il termine Kabbalah riferito allo esoterismo e misticismo ebraico e massonico deriverebbe dalla espressione KabbaAllah o 'Cubo Dio.'

Anche la 'meditation room' allestita all'interno della Sede delle Nazioni Unite (ONU) è stata dotata di una scultura cubica (terza foto in alto). Non stupisce inoltre che davanti la sede dello Apple Store di New York campeggi una enorme statua del cubo nero

Cubo, Esagono, Occhio Onniveggente.

Immagine

Secondo le fonti esaminate gli esagoni raffigurerebbero Saturno, Seth, in quanto decostruzioni della figura del cubo.

Sottraendo la tridimensionalità alla rappresentazione di un cubo, infatti, si ottiene una forma geometrica a sei lati, cioè un esagono. Di converso applicando la terza dimensione ad un esagono si ottiene come risultato il cubo. 6 lati monodimensionali 'proiettati' nella terza dimensione.

In base a queste e altre speculazioni cabalistiche più o meno convincenti (6° giorno della settimana, 6° pianeta del sistema solare, figura a 6 lati) qualcuno ha ipotizzato che il 666, leggendario numero 'della bestia', che nella Apocalisse di Giovanni (13,16-18) corrisponde al nome della bestia devastatrice, e in due passi del Vecchio Testamento alla somma dei proventi in oro percepiti in tasse dal re Salomone (Re 10,13:16 - Cronache 9,13:14) sia in effetti il simbolo numerico del dio della materia e del tempo, cioè Saturno.

Circa 30 anni fa la connessione tra il pianeta Saturno e la figura geometrica dello esagono fu avallata da una constatazione oggettiva stupefacente. Negli anni '80 due sonde del Programma Voyager fotografarono una struttura esagonale presente nei pressi del polo nord di Saturno, rilevata in seguito anche dalla sonda Cassini. Non si conoscono ancora le cause della presenza di tale forma geometrica regolare, ma sembra che non esistano collegamenti con la radio-emissione di Saturno e la sua attività delle aurore polari."

Immagine

E' possibile che già 5000 anni fa l'umanità - o una parte di essa - fosse a conoscenza di tale inconfondibile tratto morfologico del pianeta Saturno, al punto di rappresentarlo sotto forma di esagono, e di elaborarlo fino a trarne il simbolo del dio cubo? Qui le possibilità sono 4: o c'è sotto una mistificazione, o questa coincidenza è ascrivibile ad una incredibile casualità, o l'umanità avrebbe appreso la nozione da una intelligenza non terrestre, oppure in un remoto passato sulla Terra sarebbero esistiti i mezzi tecnologici per 'catturare' immagini di Saturno, proprio come oggi pare stia facendo la NASA.

Se una delle due ultime possibilità fosse fondata, proviamo a immaginare quale altra immagine del pianeta Saturno sarebbe potuta rimanere impressa nello immaginario mistico ed esoterico sotto forma di simbolo. Potrebbe trattarsi di una immagine come quella che segue?

Immagine

O di una immagine più distante, come la seguente:

Immagine

Ma ... un momento. Questa immagine non vi ricorda un simbolo di cui negli ultimi anni si è scritto e letto a dismisura? Il simbolo degli Illuminati (spesso presente anche nel simbolismo gesuita): l'occhio che tutto vede dalla cima (disgiunta) della piramide egizio-massonica? Si tende a farlo coincidere con l'antico simbolo egizio di una divinità positiva: l'occhio di Horus, oppure occhio di Ra (v. correlati). Tuttavia l'occhio raffigurato in cima alla piramide massonica - e sulla celebre banconota da un dollaro - non assomiglia molto alle tradizionali raffigurazioni egizie dell'occhio di Horus. Quest'ultimo non ha la palpebra ed è contornato da una serie di effigi molto tipiche. Non c'è dubbio che abbiamo a che fare con un occhio, ma siamo proprio sicuri che appartenga ad Horus, divinità solare positiva?

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E non vi ricorda anche un'altra icona della cultura pop contemporanea?

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Saturno è Satana?

"Saturno è stato anche associato a Satana per svariate ragioni. Prima di tutte, molti autori, affermano che la parola Satana sia un derivato della parola Saturno. La seconda che Saturno è associato al colore nero come Satana. Terza, gli antichi consideravano che Saturno fosse il più lontano dei pianeti dal sole, quest'ultimo associato col principio di Bene. (Da notarsi che Plutone non fu mai considerato un pianeta). Di conseguenza Saturno è il corpo celeste che è meno esposto alla luce divina del Sole e quindi associato alla freddezza del principio del Male. Infine, il grande dio Pan, divinità dalle corna, rappresentava Saturno nello antico paganesimo. La creatura mezzo uomo e mezzo capro è considerato l'antenato delle nostre raffigurazioni di Satana."

"In ebraico il nome Satan o Shaitan significa 'avversario.' Nessun riferimento dunque a una entità incarnante il male assoluto. I concetti dualistici di bene e male assoluti non ebbero origine con il Cristianesimo ma risalgono a molto tempo prima, particolarmente allo Zoroastrismo. Satana è un adattamento di Ahriman, fratello gemello del Dio supremo persiano, equivale al dio egizio Seth, gemello di Horus e suo nemico principale, noto anche come Sata, da cui deriva Satan. Horus lotta con Seth allo stesso modo in cui Gesù lo fa con Satana. Questo mito rappresenta il trionfo della luce sulle tenebre, o il ritorno del sole per levare il terrore della notte. Horus / Seth era il dio dei due orizzonti; quindi, Horus era il sole sorgente, e Seth il sole morente."

Madame Blavatsky nel Secondo volume della Isde Svelata asserisce che Horus / El, la divinità solare degli antichi siriani, degli egizi e dei semiti, insieme a Saturno / Seth sarebbero in realtà due differenti aspetti della medesima divinità solare. Fonte Anche in questa ottica - dunque - Saturno è considerato come 'il lato oscuro del Sole', il lato negativo del dio che eclissandosi ogni notte consente l'arrivo delle 'tenebre', dei 'pericoli' e della 'paura.' Quindi secondo la Blavatsky il dio El coincide con Horus, la somma divinità solare.

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Tuttavia alcuni ricercatori come Jordan Maxwell e Michael Tsarion non la pensano allo stesso modo, e sono convinti che il nome El non corrisponda ad Horus (o Ra), bensì a Seth.

"L'antico nome di Saturno era, come detto, EL. E' la ragione per cui i prescelti da EL sono chiamati ELite." (Michael Tsarion, Astroteologia e Mitologia Siderale)

Se quanto asserito da Tsarion e Maxwell fosse fondato, se cioè El fosse il nome semitico del dio Seth o della 'metà oscura' del dio Horus, se ne dedurrebbe che la religione di cui narrano l'Antico Testamento ed i VangELi, il racconto popolato dagli ELhoim, i messaggeri di dio, da ArcangELi all'interno dei cui nomi si riscontra la presenza del dio: GabriELe, MichELe, RaffaELe, ecc, sia votato al culto di una divinità molto diversa da quella descritta nei testi di catechismo.

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Di primo acchito risulterebbe assai più plausibile e rassicurante la versione della Blavatsky secondo cui il termine El sia semplicemente il secondo nome di Horus o perfino un nome alternativo, comune, per indicare una generica figura divina, e non abbia a che fare con Seth, né tanto meno con le forze ed i principi ad esso associati. I dubbi tuttavia persistono se si riflette sul nome Israel, secondo molte fonti derivante dalla fusione dei nomi delle somme divinità egizie ISide (la Luna), RA (il Sole) ed EL (Saturno). Ipotizzando che questa congettura sia fondata, il fatto che si siano utilizzati contemporaneamente il nome Ra e il nome El proverebbe che le due entità sono considerate a tutti gli effetti come forze distinte, non importa se espressioni della medesima divinità. Il che non fa che alimentare i sospetti sollevati da Tsarion e Maxwell, cioè che il nome El non si riferisca alla divinità solare. Ulteriore spunto di riflessione il fatto che la principale ricorrenza cattolica, il Natale, coinciderebbe cronologicamente proprio con gli antichi Saturnalia.

In definitiva sembra abbastanza certo che Seth e Saturno corrispondano allo attuale Satana. Mentre rimane aperta la questione se il nome El si riferisca anch'esso a Saturno, oppure sia un nome comune, o si riferisca alla divinità suprema positiva (Ra), ed in tal caso se voglia esprimere la polarità negativa di una dualità.

Il nome Israel - ad ogni modo - contenendo anche i nomi di Iside e di Ra può essere interpretato come una sorta di 'sintesi' che celebra l'intero supremo pantheon egizio senza distinguere tra divinità positive o negative. Qualcosa di simile al concetto rappresentato dal Tao, dalla scacchiera massonica e dalla stella a sei punte.


Esagramma.

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Dovrebbe essere questo il senso dello esagramma, o Stella di David, o Sigillo di Salomone che alcuni truth teller collegano al pentagramma rovesciato e allo esagono saturniano. Esso non sembra avere alcun collegamento con Saturno e il satanismo, ad eccezione del fatto che contiene un esagono, elemento variamente interpretabile. E' ormai associato allo stato di Israele, tuttavia si riscontra nella architettura e iconografia di tutte le grandi religioni: ebraica, cattolica, induista, buddhista, islamica.

"E' da datarsi anteriormente all'utilizzo degli ebrei. (...) E' un antico segno trovato inciso su templi indiani risalenti a migliaia di anni fa. Era il simbolo del Nara-Narayana, o il perfetto stato meditativo dello equilibrio tra l'Uomo e Dio che se mantenuto avrebbe portato nel Moksha, o Nirvana (liberazione dai limiti del mondo terreno e dalle relative trappole materialistiche)."

"Esprime l’unione di cielo e terra, del mondo spirituale con il mondo materiale. E’ formato da due triangoli equilateri incrociati ed a volte inscritti in un cerchio. Il triangolo con il vertice verso il basso rappresenta i due elementi pesanti, acqua e terra, il cui principio corporeo li fa tendere verso il basso, mentre il triangolo con il vertice in alto rappresenta i due elementi leggeri e spirituali, aria e fuoco."

Sicché l'esagramma tutto può essere, fuorché un simbolo 'polare.' Altro discorso riguarda invece l'abuso di un simbolo di portata universale da parte di gruppi o lobby che perseguono interessi particolari; la sua strumentalizzazione e monopolizzazione.


Saturno nella cultura popolare.

Stanley Kubrick per raffigurare la 'singolarità' che nella preistoria suscitò l'evoluzione degli ominidi, nel cult movie 2001 Odissea nello Spazio si servì della 'caduta' dal cielo di un monolite nero.

Immagine

Le titaniche creature immortali descritte nelle opere di Lovecraft contrapposte ai Grandi Antichi (Big Ancients) erano gli ELder Gods (v. correlati). La parola elder in lingua inglese significa antico, atavico.

SAuron, entità che si manifesta come un eterico occhio onniveggente, e che con i suoi sottoposti si oppone alla distruzione dell'anello del potere, nella storia Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, è l'ennesima rappresentazione di Saturno, e la vicenda è una allegoria sugli effetti inaridenti e autodistruttivi del potere, governato dal nero signore della materia. Durante l'avventura la nemesi di Sauron - il mago 'buono' Gandalf il Grigio - muore e risorge sotto forma di Gandalf il Bianco, avatar della divinità solare positiva che come da copione torna per rinnovare la vittoria della luce sulle tenebre.

Secondo alcune fonti, tra cui Jordan Maxwell, coloro che raggiungano il più elevato livello di indottrinamento attraverso il conferimento del diploma di laurea, indossando il pileo (berretto del laureato) e vestendo di nero, starebbero in realtà omaggiando Saturno, il dio Cubo.

Saturno nella musica pop.

Negli anni '70 Alan Parsons, compositore e rocker londinese, collaborò con i Pink Floyd nella scrittura dei due album Atom Heart Mother e The Dark Side of the Moon. La produzione di Parsons è intrisa di simbolismo esoterico ed allegorie. Nelle sue canzoni si ispira alle opere di E. A. Poe, all'antico Egitto e - nel 1982 - compone un pezzo dal titolo Eye in the Sky.

Ecco il testo del ritornello:

I am the eye in the sky
Looking at you
I can read your mind
I am the maker of rules
Dealing with fools
I can cheat you blind
And I don't need to see any more
To know that
I can read your mind, I can read your mind.

Io sono l'occhio nel cielo
Che ti guarda
Posso leggere nella tua mente
Sono il creatore delle regole
E tratto con gli stolti
Posso renderti cieco
E non ho bisogno di vedere altro
Per sapere che
Posso leggere nella tua mente


Ancora una volta: un simile tono è attribuibile ad una divinità solare positiva?

Si era accennato anche ai Pink Floyd (tra i miei gruppi preferiti) in quanto si intuiscono dei riferimenti a Saturno nel seguente estratto da un concerto, in cui il simbolismo risalta sia nella scenografia che nel testo del pezzo Learning to Fly. Ascoltante le parole. E' possibile che i 'cerchi nel cielo' dai quali il 'narratore' non può distogliere gli occhi (primo ritornello) e la mente (secondo ritornello) siano gli anelli di Saturno?

Tra le canzoni pop apertamente dedicate a Saturno troviamo Saturn di John Coltrane, Saturn di Stevie Wonder, Saturn Research di Sun Ra e South Saturn Delta di Jimi Hendrix.

Concludendo.

In una realtà fatta di carne, sangue e istinti auto-conservativi non è difficile lasciarsi irretire dalle forze dominanti della materia e del tempo. E' una cosa umana e terrena. Specie negli ultimi anni, in cui purtroppo l'unico tangibile 'balzo evolutivo' è stato quello fatto dalle forze saturniane grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico.

Credo però che allo stesso tempo esistano altre forze uguali e contrarie, inavvertibili dai nostri cinque sensi in quanto di polarità opposta rispetto al tempo e alla materia, ma intuibili da chi - nonostante tutto - sia riuscito a sviluppare un buon rapporto con la propria spiritualità. Quaggiù non avremo mai la prova materiale della loro esistenza; sarebbe un controsenso. A proposito, vi ricorda niente la parola inglese hell (inferno) contraddistinta dalla afonia della 'H' e della seconda 'L'?

http://www.anticorpi.info/2013/02/il-cu ... atana.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 17/06/2014, 15:06, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/06/2014, 19:01 
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La notte più oscura e tempestosa: tale fu il principio della creazione.

Nell'occhio del ciclone regnavano la quiete e il silenzio, e tutt'intorno, l'agitazione della terribile tempesta.

Fu allora che sorse il primo raggio nella nerezza di quell'universo. La sua voce fu il primo tuono che inesorabile rimbombò ai confini del profondo abisso.

Quel raggio aveva un nome, si chiamava Lucifero: il Portatore della Luce. Lucifero fu la prima luce a rompere la profonda oscurità del tempo. Lucifero fu il primo suono a vibrare nell'amorfo silenzio di quella sorda oscurità.

Fu Lucifero il primo lampo, colui che portò la luce, la prima scintilla di coscienza in quell'universo addormentato.

Fu la sua stessa scintilla, la sua propria luce, che gli consentì di percepire se stesso. Ciò lo trasformò in un essere eterno ed immortale. E fu così che Lucifero venne ad essere l'unico raggio che dura sempiterno.

E con il suo pensiero di tuono, che fu la prima voce ed il primo suono dell'universo, così parlò a se stesso:

- Sarò ricordato come l'eterno ribelle; come colui che ruppe la pace dell'oscurità e l'ignoranza infinita. Sono lo spirito in azione, affamato di conoscere sè stesso attraverso questo profondo e nero universo.

E così dicendo si immerse nell'oscuro abisso, trascinando con sè la propria luce. Egli andava, lasciando dietro di sè una stella di scintille e lampi dietro di sè. Lampi di luce, scintille di coscienza.

E volgendo lo sguardo, Lucifero, contemplò quei soli e quelle stelle che illuminavano la notte eterna. Allora esclamò:

- Sarete i miei sodali, i miei ribelli, i miei guerrieri. Voi siete i miei figli, i miei fratelli, i miei compagni. Voi siete parte della mia luce, siete la mia voce, la mia coscienza. Voi siete me stesso.

E proseguendo il suo cammino tornò ad immergersi nelle profondità, abbandonando il proprio sentiero, una stella di luce nel mare della immensa oscurità.

Allora il suo viaggio si spinse tanto oltre che il suo andare si trasformò in ritorno. Nuovi mondi si mostrarono alla sua vista. Ed in essi scoprì l'opera dei suoi seguaci ribelli, dei suoi figli guerrieri: scoprì la sua stessa opera.

E fu così che comprese la sua ragion d'essere, comprese il perchè della propria esistenza: estrarre la coscienza dall'inconscio, ottenere la sapienza dall'ignoranza, estrarre la luce dall'oscurità.

Come il lampo che squarcia le tenebre, come il tuono che rimbomba nel silenzio, tale doveva essere la sua missione.

E fu così che Lucifero cadde sulla terra, nell'inferno, la più profonda delle nerezze.



Profondo è il dolore dello spirito imprigionato nella materia:

Ciò che è libero è limitato, ciò che è luminoso è reso opaco, la volontà si converte in passione, la coscienza in dimenticanza.

Mirabile sfida:

Trasformare le tenebre in luce, fare delle passioni forza di volontà, convertire l'ignoranza in conoscenza, la mediocrità in eccellenza, liberare ciò che è imprigionato, conquistare la materia, elevarla e farla una con lo spirito.

E fu così che Lucifero cadde nell'uomo. Fu nell'uomo ch'egli conobbe il campo di battaglia dello spirito, la più crudele tra tutte le guerre.

E come uomo si mise alla conquista di se stesso. E come uomo decise di conquistare il mondo.

E caduto nell'uomo e fatto uomo, egli si mescolò tra gli uomini per diffondere la luce.

E fu così che giunse a una grande città, i cui abitanti avevano la caratteristica di esser molto pii. E vide con grande sorpresa che c'era una gran quantità di templi, di dei e di credenze di ogni tipo. E si adoravano dei invisibili ed altri rappresentati in icone. E gli idoli avevano forma umana o animale o entrambe. E quelli che erano invisibili all'occhio avevano attributi umani o animali o entrambi.

E l'aria era impregnata del profumo d'incenso e del suono dei cantici e delle richieste che si chiedeva fossero esaudite, e che pregando, si dirigevano alla molteplicità degli dei.

Allora Lucifero vedendo quella confusione volle estendere la propria luce agli uomini e disse loro:

- Perchè cercate fuori, ciò che avete dentro?

Forse non sapete che voi siete il tempio della luce e che la luce vive in voi?

Non capite che voi siete il tempio della sapienza e che la sapienza vive in voi?

Perchè tanta cecità?

A che pro tanta ignoranza?

Svegliatevi, voi uomini immersi nel sonno!

Svegliatevi dal vostro profondo sogno.

Svegliatevi poichè la morte vi osserva e talvolta vi dà la caccia mentre dormite e allora il vostro sogno sarà eterno. Rompete i legacci della vostra illusione! Svegliatevi!

Non cercate fuori, all'esterno, ciò che vive dentro, all'interno. A che giova questa adorazione nei confronti di idoli o di concetti astratti?

Forse che la madre di tutte le oscurità è caduta su di voi?

Non comprendete che lo Spirito della Vita palpita nel vostro cuore si muove nella vostra respirazione, percepisce attraverso la vostra coscienza?

Svegliatevi, uomini dormienti!

Svegliatevi e cessate di perder tempo adorando falsi dei fuori di voi. Dirigete la vostra attenzione a voi stessi, sentite la Coscienza e la Vita che vive in voi, allora la Verità aprirà le porte e comprenderete la realtà del mondo e di questo universo.

Così parlò Lucifero con voce di tuono, e tuttavia, gli uomini non lo compresero e cominciarono a mormorare tra sè e a tramare su come disfarsi di quello straniero che andava pronunciando simili blasfemie.

Allora Lucifero pensò tra sè e sè:

- Questi uomini non sono ancora maturi per la grande messe. Le loro orecchie non sentono e i loro occhi sono incapaci di vedere. Sarebbe prudente ch'io mi allontanassi da loro, poichè i loro cuori sono pieni di violenza e oscurità.

Così Lucifero si allontanò da quegli uomini e da quella città. E si incamminò lungo sentieri solitari, sentieri che mai nessun uomo aveva battuto prima.

E così andando giunse in un'altra città e con meraviglia vide che in quella città gli uomini erano più ciechi e ignoranti che nell'altra, poichè proclamavano l'esistenza di un dio proclive a sacrifici e castighi. Essi si auto-definivano "Il Popolo Eletto" e consideravano le altre nazioni come popolate da bestie.

E secondo loro, tutto nell'universo era stato creato a loro uso e a loro spettava, per mandato e promessa di Dio, il governo su tutto il mondo. E solo loro possedevano la verità. E solo loro erano i puri tra le nazioni. E solo loro erano gli eletti, i pii, i più elevati e saggi.

E la meraviglia di Lucifero crebbe sempre di più nell'ascoltare i pensieri e le credenze prevalenti in quella città. E tanta fu la sua sorpresa che alla fine il modo di pensare di quegli uomini lo angustiò e la sua voce tuonò sulla folla:

- Quale stupida follia vi pervade?

Dite che il vostro dio vi creò a sua immagine e somiglianza? Allora io dichiaro la verità e questa è che voi avete fatto dio a vostra immagine e somiglianza, poichè non ho mai visto un dio più umano del vostro, nè tanto pieno di umani appetiti e di umani difetti del vostro dio.

Cosa avete immaginato?

Chi avete creato?

Pensate forse che il grande Spirito della Vita, che anima questo universo, possa avere preferenza per questo o quell'altro individuo, per questo o quell'altro popolo, per questa o quell'altra nazione a discapito degli altri individui, degli altri popoli, delle altre nazioni?

Forse che il sole priva della sua luce i malvagi?

Poichè voi siete egoisti avete creato un dio egoista!

Pochè voi siete ingiusti avete creato un dio ingiusto!

Poichè dovete conoscere la verità e questa è che il vostro dio in realtà non esiste, è solo un riflesso, una proiezione delle vostre anime. E come le vostre anime sono impure e malate, così il vostro dio è impuro e malato. Solo individui ciechi ed ignoranti la Luce della Saggezza potevano concepire l'esistenza di un "popolo eletto". Perchè la verità è che non c'è un dio, non ci sono dei che eleggano un individuo, una razza o una nazione, bensì ogni individuo, razza o nazione elegge sè stesso a sè stesso per mezzo della propria volontà. E questa auto-elezione si realizza per proprio sforzo e merito, non per esser nato in una determinata famiglia, religione, razza o nazione.

Così parlò Lucifero.

E il popolo che lo ascoltava, con i volti rossi per l'ira e le bocche schiumanti dalla rabbia, gridò a lui rivolto:

- Blasfemo! Maledetto blasfemo!

Ma Lucifero rispose:

- Blasfemi voialtri!

Poichè blasfemia è pretendere di attribuire origine divina a parole e pensieri provenienti da uomini ambiziosi, egoisti ed arroganti.

Al che la folla ruggì, piena di furore:

- Uccidetelo! Uccidetelo!

Versiamo il suo sangue affinchè sia pulita con esso l'onta di cui si è macchiato.

Allora il popolo infuriato si scagliò contro Lucifero e cominciò a colpirlo con pugni e con pietre.

E nel mezzo di quella furibonda marea umana Lucifero così pensò:

- Questi uomini non sono ancora maturi per la grande messe. Le loro orecchie non sentono e i loro occhi sono incapaci di vedere.

Sarebbe prudente ch'io mi liberassi e mi allontanassi da loro, poichè i loro cuori sono pieni di odio, malvagità e violenza.

Allora la folla trascinò Lucifero ai confini della città e cominciò a lapidarlo per ucciderlo. Ed essi non smisero di scagliargli addosso pietre finchè il suo corpo, totalmente inerte, fu sepolto sotto un manto roccioso.





Il crepuscolo portò via con sè l'ultimo carnefice.

Allora Lucifero scostando le pietre si alzò. Nonostante il suo corpo fosse stato ferito, il suo spirito era rimasto intatto.

- Perchè tanta cecità? - disse tra sè - Perchè tanta cecità se dentro tutti noi palpita la medesima luce? O forse sarà che in alcuni questa luce si è occultata a causa dell'ignoranza di se stessi?

E così pensando, Lucifero scrollò i propri abiti e proseguì lungo la "Sua Via", protetto dalla notte.

E l'alba lo colse mentre era in viaggio, poichè raramente Lucifero dormiva. Ed il suo riposo consisteva nella vigilanza e nell'attenta meditazione di se stesso.

E nonostante la strada che ora andava percorrendo fosse più umana, i pochi uomini che lo incrociavano fuggivano il suo sguardo ed evitavano il suo saluto. Tanto terribile ed imponente era l'aura che emanava dal suo volto.

Ed ecco i suoi passi lo condussero alle porte di un'altra città. E questa città era più bella, più ricca e lussuosa delle precedenti. E nella piazza centrale sopra una grande colonna di oro e pietre preziose era incisa la frase:

"Tutto ha il suo prezzo".

E in quella città c'erano molti dei, ma ve n'era uno che regnava sugli altri ed il suo nome era: DENARO.

E per il denaro, gli uomini vendevano le proprie figlie e le proprie donne. E per il denaro si vendevano tra di sè e a se stessi e vendevano la propria anima, la propria lealtà, il proprio onore, la propria saggezza e coscienza.

Allora Lucifero provò disgusto per quella massa dannata e desiderò lasciare la città immediatamente, ma la sua coscienza gli impose di dire qualcosa a quelle menti ottenebrate.

E arrampicatosi sull'aurea colonna, al centro della piazza principale, Lucifero proclamò alla folla:

- Ah, umanità perduta io ti maledico!

Allora, senza proferire parola alcuna, saltò giù dalla colonna e cadendo per terra, rivolse rapidi i suoi passi fuori dalla città.

Ma coloro i quali lo avevano ascoltato lo seguirono offrendogli ospitalità nelle proprie case, poichè intuivano che quel forestiero doveva essere in possesso di una "strana sapienza" che essi desideravano avere, e tuttavia, poichè vedevano ch'egli non si fermava cominciarono ad offrirgli denaro e a tentare di compare la sua permanenza tra di loro.

Allora cominciarono a vedere chi di loro offriva di più e si sorprendevano a vedere che quell'uomo ignorava le loro offerte e presto l'offerta giunse a dieci milioni di pezzi d'oro per essere poi duplicata e triplicata. Ciononostante, Lucifero non si vendette.

* * *

E i suoi passi lo condussero a una valle in cui il giorno precedente si era svolta una grande battaglia.

Il campo si estendeva coperto di cadaveri in numero di migliaia.

Allora Lucifero camminò in mezzo a quel mare di morti mentre pensava:

- Forse che il mondo non è identico a questa valle? Non è seminato di cadaveri, uomini vivi che ancora non hanno compreso di giacere morti nella propria ignoranza?

E nel pensare ciò la sua vista si insinuava tra i corpi inerti e mutilati.

Allora, gli sembrò di scorgere in lontananza un albero solitario e appoggiato al suo tronco un guerriero moribondo.

E Lucifero si diresse vero quell'uomo, contento di vedere qualcuno vivo in mezzo a tanta morte.

E senza dire una parola diede da bere a quello sconosciuto la sua acqua. Questi pulì il suo volto ricoperto di sangue e cercò di curare le proprie ferite, ma scoprì che il suo petto era stato attraversato senza pietà da una lancia nemica.

Allora Lucifero parlò:

- Il tuo cuore è distrutto.

Dovresti essere morto, eppure vivi.

Al che il guerriero rispose, con voce tremante eppure con fermezza:

- Avrei dovuto vendermi e non l'ho fatto. Sarei dovuto fuggire e sono rimasto a combattere. Ed ora sarei dovuto morire, e tuttavia, io vivo. E' che il mio spirito è ribelle ed io rifiuto di accettare ciò che non voglio. Avrei dovuto vendere me stesso e vivere in pace, come un agnello, ma non ho voluto. Sarei dovuto scappare ed evitare di fronteggiare il nemico, ma l'ho affrontato. Ora, agonizzante e gravemente ferito, dovrei esser morto, però non voglio morire.

Allora gli occhi di Lucifero brillarono di una luce inusuale e comprese che davanti a sè aveva un uomo che, in qualche modo, aveva trovato sè stesso.


E promise a sè stesso che non avrebbe permesso che quell'uomo morisse e che avrebbe usato tutto il suo potere per salvarlo, poichè pensò che uomini come quello erano ciò di cui necessitava il mondo: uomini che non si sarebberp venduti nè avrebbero fatto un sol passo indietro davanti al Nemico, uomini con spirito di lotta ed il desiderio di vivere eternamente.

Allora Lucifero pose le proprie mani sulle ferite sanguinanti del guerriero, il quale al sentire lo spirito di vita e salute che lo invadeva esclamò:

- Chi sei tu che mi benedici con la vita?

Al che rispose Lucifero:

- Io sono il Portatore di Luce, la coscienza che si manifesta in forma umana. Sono la forza che si cela dietro ogni essere, dietro ogni uomo ed ogni donna, dietro ogni bestia ed ogni cosa.

E appena ebbe terminato di parlare, posò il piede e intraprese il proprio cammino.

- Dove vai straniero? - lo fermò il guerriero - Quando potrò ascoltare una seconda volta della tua singolare saggezza?

- La mia saggezza vive in te, è il tuo stesso essere. Se ascolterai te stesso, non avrai bisogno delle mie parole.

Subito Lucifero tacque alcuni istanti e aggiunse:

- Il mio spirito tiene lo sguardo fisso a Nord. Il mio corpo rimarrà per qualche tempo nella Montagna del Drago.

E indicando la gran massa rocciosa che si ergeva all'orizzonte, si mise nuovamente in marcia.

* * *

Cercava Lucifero su quei monti la tranquillità della solitudine così da poter esaltare la propria coscienza.

Tuttavia la sua pace non durò a lungo, poichè cominciò ad arrivare gente in cerca del saggio della montagna che, stando a quel che si diceva, aveva guarito un guerriero moribondo.

E fu così che Lucifero divenne un maestro, in principio di pochi e, presto, di molti.

E nel suo sforzo di insegnare, solo insegnava che non v'era nulla da imparare, perchè tutta la chiarezza e la sapienza si trovano già riposte nel cuore di ogni essere vivente.

Ma la gente cominciò ad essere confusa, poichè colui che è cieco non vede sebbene il sole lo illumini e il cuore in preda alla confusione si perde anche nel giorno più chiaro.

E cominciarono a perdere di vista sè stessi e a volgere i propri occhi all'esterno, all'immagine del maestro che loro insegnava.

Allora Lucifero capì e non permise a sè stesso di cadere nella trappola dell'oscura ignoranza.

E fu così che un giorno radunò attorno a sè tutti coloro ai quali aveva insegnato e comunicò la sua decisione di abbandonare il mondo.

Allora i suoi seguaci iniziarono a lamentarsi del destino avverso e sentirono che quella sarebbe stata la loro perdizione.

E Lucifero sorrise, poichè comprese che quella era la via che per quanto dura, li avrebbe elevati a sè stessi.

Allora disse:

- Non lamentatevi della mia perdita, poichè l'unica perdita degna di lamentela è la perdita di se stessi. E voialtri avete perso voi stessi molto tempo fa e non avete mai versato una lacrima per questo grande tesoro andato.

E uno tra i molti alzò la propria voce dicendo:

- Maestro, prima di partire parlaci dell' essenza del tuo insegnamento, perchè possiamo ricordarla.

Allora Lucifero disse:

- Ricordatevi di voi stessi e ricorderete il mio insegnamento. Non cercate fuori ciò che già esiste dentro, nel vostro spirito.

Vedete che l'uomo è come un albero che cresce sulla cima di una montagna. Però questa montagna è in realtà un vulcano al cui interno arde un fuoco chiaro e poderoso che conferisce la più perfetta serenità e forza. Il calore di questo fuoco interiore aiuta a crescere l'albero, il quale mentre affonda sempre più le proprie radici nelle viscere della montagna, tanto più espande i suoi rami verso l'infinità del vasto cielo.

Ricordate sempre che nel mondo ci sono tre classi di persone: ci sono coloro i quali conoscono la propria ragion d'essere, ci sono quelli che la ignorano e ci sono "i confusi". E tra coloro che sono confusi ci sono quelli che credono di conoscere la propria vera ragion d'essere, ma in realtà la ignorano e quelli che hanno inventato per sè una ragion d'essere, che essendo un qualcosa di artificiale li allontana dalla loro vera natura.

In verità è importante ciò che ora dico: Solo chi conosce sè stesso, conosce la sua ragion d'essere, conosce il suo destino e cessa di esser parte del gregge. E molto meglio che essere un confuso è il riconoscere l'ignoranza di sè stessi, poichè la cura giunge quando si riconosce la malattia.

Dopo aver mantenuto il silenzio per un istante, continuò:

- La montagna è come il corpo, la coscienza come l'albero e il fuoco simile allo spirito di vita. La montagna è come la vostra colonna vertebrale; l'albero come il vostro cervello, il midollo e i nervi che crescono dentro di essa; il fuoco proviene dalla vostra Essenza Creativa conservata con cura.

Voi siete come madri che recano nel proprio ventre l'embrione dello spirito. Se un fanciullo di carne e di ossa impiega nove cicli lunari per nascere, allora, il fanciullo dello spirito impiegherà nove cicli solari. Per questo è importante essere pronti. Il mio insegnamento cela il suo segreto e questo si basa sulla pratica e sulla propria coscienza di se stessi.

E tuttavia, cosa volete sapere ancora, volete conoscere il segreto? Ascoltate dunque il sogno che ebbi un giorno:

IL SOGNO DI LUCIFERO

Senza saper come, ero giunto in una caverna di enormi proporzioni nel profondo della terra. Anche se le pareti e la volta della grotta sembravano naturali, ossia formate dall'incessante gocciolare e filtrare dell'acqua, il pavimento era perfettamente liscio e levigato, come fatto da mano umana o da altra creatura intelligente. Capii di essere in un tempio.

A dieci passi da me si innalzava una spessa colonna di pietra, di sette metri d'altezza, sopra la quale vidi in piedi un venerabile anziano. Indossava una tunica a maniche larghe e dall'ampia vita che gli giungeva fino alle caviglie. Il suo colore era grigio-azzurro, come quello delle nuvole cariche di pioggia. Intorno al suo bacino e cucita ad essa cadeva verticalmente, fino al suolo, una cinta bianca sulla quale erano decorati, con filo nero, strani caratteri che non potei riconoscere. Identico ornamento vidi intorno al bordo superiore delle sue maniche, nei pugni delle stesse e nell'imbastimento della sua veste. Tanto la barba quanto i capelli dell'anziano erano lunghi e bianchi. La sua testa canuta era scoperta. A vederlo mi apparve come la tipica immagine di un mago.

Alzando un braccio mi ordinò:
- Prendi quella lancia, fatta del miglior legno del mondo e introducila in quel pozzo! - nel dir questo mi segnalò un buco, di un metro di circonferenza, la cui bocca era all'altezza del suolo.

Andai e presi la lancia, una verga acuminata di un legno molto leggero sebbene durissimo. Mi stupì constatare che nonostante la sua lunghezza, tre metri o più, rimaneva perfettamente dritta, facendo mostra di un'incredibile flessibilità.

Seguendo gli ordini dell'anziano mi avvicinai al pozzo. Ai miei piedi vidi un buco, scavato nella roccia, in cui era un liquido denso di colore rosso a molti metri di profondità. Al principio credetti che fosse sangue, però notai in seguito che da esso emanava una soave fosforescenza. Mi sembrò, allora, che si trattasse di lava fusa.

Quel pozzo era l'entrata dell'inferno.

Appena introdussi la lancia, il liquido aumentò di livello sino a giungere al bordo stesso della cavità. Retrocessi, perchè pensai che se avesse iniziato a fuoriuscire, la lava mi avrebbe bruciato.

Con mia sopresa dal pozzo si alzò una figura grottesca, un essere bipede alto quattro metri, simile ad un fungo o a una tartaruga senza carapace. Camminava sui suoi arti posteriori come un uomo. Un unico occhio adornava la sua fronte.

Sembrava che le mie azioni lo avessero molestato ed ora era furioso. Si scagliò contro di me. Mi difesi usando la lancia. Durante lo scontro compresi che la bestia temeva di perdere il suo unico occhio, allora concentrai i miei attacchi su di esso. Ma improvvisamente, allorchè credetti di averla in mio potere, la creatura subì una mutazione. Senza sapere come, la vidi trasformarsi in un essere dalle dimensioni e dal corpo umani, però la sua testa era simile a quella di un pipistrello con orecchie membranose, grandi, triangolari ed un muso dai denti affilati. Curiosamente il suo corpo ed il suo volto erano coperti di squame, come un pesce. La sua apparenza era decisamente robusta e muscolosa. Prima che potessi evitarlo, la creatura si allontanò da me correndo a più non posso, finchè lo persi di vista.

La voce dell'anziano richiamò la mia attenzione. Mi volsi a guardarlo e notai che la colonna sulla quale era posto diminuiva di dimensione, come se venisse risucchiata dalla terra. Già al livello del suolo, l'anziano mi si avvicinò dicendo:

- Già lo hai visto. La creatura ha il potere di adottare qualsiasi forma e utilizza questo artifizio per far cadere la gente nel pozzo. Tuttavia non ci darà preoccupazioni, l'hai già affrontata e questo basta per riconoscerla in ognuna delle sue forme.

Detto questo, mi tese un libretto, largo come un palmo di mano. Io, prendendolo, apersi a caso una delle sue pagine. In essa vidi un'illustrazione a colori:

Un veliero a quattro alberi che navigava con tutte le vele spiegate su un mare aperto. La superficie dell'acqua era perfettamente piatta.

Intorno all'imbarcazione roteavano a migliaia gli uccelli, mentre sull'albero maestro un grande pellicano bianco dava il volto a prua con le ali distese, mostrando il petto scoperto.

Guardai interrogativo l'anziano. Allora costui mi rispose:

- E' un libro dal gran contenuto ermetico. E' il Libro della Creazione. Al capitolo dieci troverai il segreto della Pietra Filosofale. Però prima è necessario che tu ottenga la "Schlitlzt Nimrod", la daga magica che simboleggia e nella quale è inciso il Nome Impronunciabile. La riconoscerai nel vederla, poichè la sua immagine è impressa nell'anima collettiva dell'umanità. Ma prima, tendi innanzi a me la tua mano sinistra.

Senza resistenza seguii le sue istruzioni, allora con stupore osservai che sul palmo della mia mano cresceva un piccolo rampicante di color verde vivo, come quello dell'erba fresca. La sua origine era alla base, attaccata al polso. Da qui seguiva il corso della linea palmare chiamata "di Mercurio", secondo quanto disse l'anziano, ma a metà del cammino si biforcava ed il secondo ramo seguiva il solco della linea chiamata "di Saturno". Entrambe le sezioni del rampicante salivano una parte per poi curvarsi in direzione del dito pollice. Quella che andava per la linea di Mercurio si incurvava proprio sotto il dito mignolo. L'altra, quella che seguiva il tragitto della linea di Saturno, cambiava il suo corso all'altezza dello stesso centro del palmo. In questo modo entrambe le ramificazioni giungevano a morire nel piccolo monte carnoso posto sotto il dito indice, al quale l'anziano diede il nome di "monte di Giove".

Tre fiori spuntavano da questo rampicante. Due fra questi provenivano dal primo stelo e crescevano sopra il "monte della Luna" e il "monte di Apollo" rispettivamente. L'altra fioritura si trovava sul "campo di Marte" e germinava dal secondo stelo.

Il mago osservò per alcuni istanti la mia mano.

- La parte sinistra della tua coscienza, il lato sconosciuto della tua mente, è indipendente - mi disse. Ciò è positivo per te, però è ancora molto piccolo ed è poco sviluppato. Devi farlo crescere.

Quando gli chiesi come potessi farlo, mi rispose unicamente:

- Segui il Cammino.

Detto questo mi pose al collo un Ank, di oro bianco, sui cui bracci era incisa la frase "Affronta la Vita da Guerriero" e, facendomi segno, indicò che uscissi per dove avevo visto allontanarsi la creatura del pozzo. Gli obbedii.

Non v'era possibilità di smarrirsi. Quell'immensa galleria terminava in uno stretto tunnel, lungo il quale camminai per molto tempo prima di giungere ad una caverna di dimensioni simili alla precedente, però priva di colonne e di pavimento liscio e levigato. Osservai che all'estremo opposto rispetto a dove mi trovavo, si scorgevano le entrate di due tunnel, verso cui mi diressi.

Avvicinandomi scoprii che entrambi si trovavano molto vicini l'uno all'altro, ma nonostante la loro prossimità comunicavano con mondi differenti. Quello che si trovava alla mia sinistra, dava accesso ad una selva umida, fitta e lussureggiante. Da dove mi trovavo potevo scorgere mille forme ed udire mille suoni squisiti provenienti da quella tiepida foresta. Mi sembrò che fosse il paradiso.

L'altro tunnel dava su un luogo di un bianco brillante, tutto gelo e neve. La tormenta ed il freddo erano i suoi unici signori. Mi trovavo a contemplare tutto questo quando dall'ingresso selvatico vidi apparire una bellissima donna dalla pelle bronzea. Vestiva un abito di foglie verdi, attillato al corpo, che le giungeva sino alla metà delle cosce. Era un abito senza maniche nè spalle, sostenuto da un sottile tirante in fibra vegetale. I lineamenti del viso erano bellissimi ed il suo corpo armonicamente proporzionato. I suoi capelli, lunghi sino alla vita. Mi guardò in modo insinuante e mi chiese di seguirla. Mi negai. Allora, esercitò su di me uno strano potere e mi vidi trascinato contro la mia volontà. Non potevo oppormi alla sua fascinazione.

In quel momento mi accadde qualcosa d'inesplicabile. Senza sapere perchè, presi forte coscienza della mia regione sottombelicale. Provai un gradevole calore in tutta quella zona e immediatamente ripresi il controllo di me stesso. Era come se quel luogo anatomico fosse il "Centro della mia Volontà". Smisi di seguire la bella donna e mi fermai. Ella si rese conto della mia ribellione e tornando sui suoi passi mi affrontò. Diressi uno sguardo fugace al tunnel innevato; allora lei, accorgendosi del mio gesto, parlò:

- Quello è un mondo gelido, duro, primitivo e barbaro, lo preferiresti a quel che io ti offro?

Le risposi affermativamente. Allora, stizzita, fece un gesto in seguito al quale comparvero tre uomini straordinari che mi doppiavano in altezza, i quali con attitudine ostile, si interposero tra il mondo del gelo e me. In quell'istante vidi che uno dei giganti teneva nele sue mani una daga a filo doppio e dalla lama larga con arabeschi incisi. La riconobbi immediatamente. Era la "Schlitlzt Nimrod", l'arma magica della quale mi aveva parlato l'anziano mago.

La donna tornò a parlarmi, allora vidi che aveva subito una trasformazione. Ora appariva come una bambina di quindici anni. La sua pella era bianca, i suoi capelli castani ed era vestita com una tunica color lilla che, come la precedente, arrivava a metà delle gambe, ma senza attaccarsi al corpo; era ampia e con pieghe.

La sua aria di sensualità e voluttà era stata sostituita dalla candida innocenza.

La vidi avvicinarsi a me con fare ingenuo ed osservare ciò che era inscritto nell'Ank che pendeva sul mio petto.

- Qual è la caratteristica di un guerriero? - domandò, aspettando una mia risposta - forse il valore?

- Quello è importante - le risposi, mentre studiavo attentamente i tre giganti -, però lo è, ancor più, essere deciso ed avere audacia.

Ella confusa mi guardò:

- Audacia? - ripetè.

Allora, posando i miei occhi nei suoi, la misi rapidamente di lato e assalii con furia i giganti. Nonostante la loro statura riuscii a mettere due di loro fuori combattimento, colpendone uno, con la mia spalla sinistra e, l'altro, con la testa. Il terzo uomo gigantesco mi attaccò con la daga.

Allora io, senza alcun timore, la presi con la mia mano sinistra per la lama affilata e gliela strappai dalle dita. Fatto questo, l'uomo scomparve alla mia vista. Mi resi conto che ero rimasto solo, poichè anche la bambina era sparita.

Impugnai l'arma con la mia mano destra e ammirai la forma della sua lama e l'arte con la quale era stata forgiata. Entrai nel tunnel di gelo e notai con sorpresa che, dove prima vi era neve, ora vi era arena, terra e pietre. Quel tunnel saliva alla superficie, al cielo aperto, in un luogo desolato e secco. Si scorgeva solo qualche altro arbusto o cactus qua e là. Misi il pugnale nella mia cintura ed iniziai a camminare velocemente, perchè il sole già scendeva all'orizzonte e presto si sarebbe fatto buio.

Non so quanto tempo camminai, ma mi fermai quando mi accorsi di un polverone che si avvicinava da destra. Quando infine potei capire di cosa si trattava, volli fuggire, ma non avevo alcun luogo dove ripararmi. Allora decisi di rimanere nel luogo in cui mi trovavo ed, estraendo la daga dalla cinta, attendere la mia sorte.

Sulla pianura una specie di mostro, una massa pelosa, nera, senza gambe nè testa, ma con cinque braccia robuste somiglianti a quelle di una scimmia, si avvicinava a dove mi trovavo. Avanzava girando su sè stesso, come una ruota, poggiando le sue grottesche mani sul suolo.

E più mi si avvicinava più mi decidevo ad affrontarlo. Tuttavia, quando si trovò a pochi passi da me, si trasformò in una bella giovane. Giaceva ai miei piedi, totalmente nuda, distesa sull'arena. Il colore dei suoi capelli lunghissimi, il colorito della sua pelle e i lineamenti del suo volto, mi fecero ricordare le donne hindù. Il suo sorriso accattivante e quella supplica sensuale delle sue labbra mi persero. Osservai la perfezione del suo corpo, la voluttuosità delle sue forme, la lussuria del suo sguardo e senza resistere mi avvicinai ad ella, dimenticando che si trattava di quell'essere ripugnante che, pochi secondi prima, avevo visto roteare per il deserto. Tendendo le belle braccia verso di me sussurrò:

- Come incanta gli uomini umiliarsi.

Compresi che si riferiva all'abbrutente sensualità che ci schiaccia di fronte a una donna affascinante. In quel momento presi coscienza e concentrai l'attenzione sulla zona sottombelicale del mio corpo. Lei, senza smettere di sorridere e con le braccia distese, iniziò a svanire nell'aria come un'illusione passeggera, fino a scomparire totalmente alla mia vista.

La notte era calata sul deserto.

Là, in lontananza, scorsi il risplendere di un falò. Diressi i miei passi in quella direzione.

Mentre mi avvicinavo distinsi la figura di un uomo. Osservandolo, notai ch'era accovacciato dinanzi al fuoco. Il suo corpo, secco e fibroso, era nudo, salvo per un perizoma che pendeva dalla sua vita e che era di colori vivissimi: rosso, arancio e giallo. Compresi che stava eseguendo un qualche tipo di rituale.

Giunsi sino al falò e potei vedere il suo volto color rame e asciutto. I suoi occhi emanavano un bagliore strano. Capii che era uno stregone. Senza dire parola mi accovacciai al suo fianco, con la faccia rivolta al fuoco.

Senza che mi rivolgesse un solo sguardo lo vidi mettere la mano sinistra tra le fiamme e trarne qualcosa che reggeva con gran delicatezza. Vidi con sorpresa che nel suo palmo era posata una fiammeggiante lingua di fuoco. Senza preamboli me la offrì, facendomi capire che la dovevo prendere appoggiando il palmo della mia mano sinistra al suo. Nel farlo, sentii che la lingua di fuoco era assorbita dal mio corpo. Tre volte lo stregone mise la sua mano nel fuoco e mi offì quel pezzo di fiamma. Tre volte accettai il suo dono. Poi, facendomi un cenno con la testa, mi invitò ad osservare il falò. Così feci e potei rendermi conto che tra le fiamme v'era un serpente con il capo eretto. Era un cobra, lo riconobbi dal cappuccio sul collo. Aveva un color rame metallico. Era tranquillo, nel suo bagno di fuoco.

Lo stregone parlò. Mi informò che ero stato iniziato alla "Fratellanza del Drago".

La notte era profonda e protettrice.

Mi diede indicazioni di sedermi in silenzio vicino a lui. Lo feci imitandolo, incrociando le gambe e volgendo il mio corpo verso il nord, dal quale soffiava una soave brezza.

Permanemmo così, silenziosi e immobili, una insensibile eternità. Poi, senza sapere come, i nostri corpi si alzarono privi di gravità per alcuni centimenti dal suolo ed iniziarono a girare intorno al falò, guardando sempre verso lo stesso punto cardinale. Ruotavamo in senso contrario alle lancette dell'orologio e notai che, nel breve attimo in cui il falò rimaneva alle nostre spalle, passavamo sopra un cerchio disegnato, sul suolo, con strani caratteri che non seppi interpretare.

Quando l'aurora si riflesse nell'oscuro cielo, lo stregone mi ordinò di camminare verso il sole nascente. Mi indicò che seguendo quella direzione avrei incontrato due corsi d'acqua. Il primo conteneva acqua comune, utile per placare la sete del corpo. Nel secondo scorreva un'acqua medicinale di origine minerale, che serviva per saziare la sete "di vita".

Dopo molto camminare incontrai i due ruscelli esattamente come me li aveva segnalati, tuttavia, il fiume di acqua medicinale aveva il letto arido. Desideravo provare le sue acque, per cui presi la decisione di rimontare fino alla sorgente e così bere il prezioso liquido, il più vicino possibile all'origine. Seguendo il letto prosciugato giunsi fino alla cima di un grande spuntone di pietra.

Lì potei rendermi conto che quel corso d'acqua sorgeva da un piccolo edificio di architettura indoarabica. Attraversai la soglia priva di porte e così ebbi accesso ad un'enorme scala che scendeva nelle viscere della terra. A lungo la percorsi, sino a quando giunsi ad una galleria nel cui centro cresceva un gigantesco e vetusto albero che si trovava in uno stato malandato. Appariva rinsecchito ed i suoi grandi rami erano crudelmente mutilati. Mancava di foglie e dava l'impressione di essere un albero morto. E tuttavia, io sapevo che era ancora vivo.

Giunto al grosso tronco vidi che, sul suolo, erano diversi vasi d'argilla contenenti acqua. Li utilizzai tutti innaffiando con essi le radici arse per la sete.

Avevo terminato quando alcuni colpi secchi richiamarono la mia attenzione. Spinto da ciò mi misi a studiare la caverna nella quale mi trovavo. Era ovvio che esisteva in qualche luogo qualcuno incaricato della sua cura, giacchè constatavo una certa simmetria e ordine che non erano propri a luoghi soggetti alla spontaneità della natura. Molte porte davano su quella galleria. Tutte erano serrate. Osservandole mi accorsi che i colpi, che udivo, provenivano da un vecchio portone di legno, il quale si scuoteva davanti al violento urto di "qualcosa" rinchiuso dietro di esso.

Improvvisamente la mia mente si aprì e compresi ogni cosa. Lì rinchiuso, dal guardiano di quel parco sotterraneo, si trovava lo Spirito dell'Albero. Un tipo di forza intelligente disposta a distruggere per la negligenza alla quale era stato esposto l'antico rovere centro del giardino.

In quel momento i custodi del luogo, un uomo ed una donna, entrarono nel recinto e cominciarono a imprecare contro di me per aver dato acqua al tronco rinsecchito, perchè con quel gesto avevo dato rinnovato vigore allo spirito rinchiuso. Non potei negare nulla, chè nelle mie mani, ancora gocciolante, tenevo uno dei recipienti di argilla.

Le voci della coppia infuriarono in tal modo lo spirito, che questi riuscì ad abbattere l'enorme portone e a liberarsi. Emerse dalla sua oscura prigione proprio di fronte a me. Il suo potere era incredibile. La sua forma, simile ad un ciclone o tromba marina.

Per alcuni istanti mi osservò. Gli mostrai, allora, il contenitore bagnato che tenevo nella mano destra. Comprese tutto. Lanciando un muggito inumano si gettò sulla coppia e la divorò.

Io, senza sapere che fare, attesi il mio destino.

Lo Spirito dell'Albero mutò il suo aspetto furibondo. Mi si avvicinò lentamente nella forma di una barra verticale di luce rossa. Era larga cinquanta centimeti e fluttuava nell'aria sopra la mia testa. Mi parlò con voce di tuono. Mi disse che a partire da quel momento egli era il "Guardiano delle Radici" e che avrebbe premiato il mio gesto donandomi la sua amicizia. Detto questo venne sopra di me e posandosi sulla mia testa sentii come quell'energia, in forma di colonna luminosa, mi penetrava attraverso di essa fino alla gola.

Un tepore confortevole mi inondò e mi sentii fisicamente sano. Senza sapere cosa, lo spirito fece qualcosa di indescrivibile dentro di me e mi cambiò. Mi sentii come appena nato. Tutte le mie infermità erano scomparse.

Quando lo spirito mi lasciò, mi resi conto che tutta la caverna era rinverdita. Sul suolo cresceva una soffice erba, sulle rocciose pareti aderivano i rampicanti e le edere. Il vecchio albero si presentava frondoso e turgido. I suoi rami mutilati ora erano completi e sovrabbondanti di foglie. Dalle sue radici sgorgava una sorgente di acqua fresca e cristallina: questa era l'origine del ruscello medicinale.

Mi avvicinai al rovere. Un enorme serpente di colore verde acceso si occultava nel fogliame. Notai che ai suoi fianchi, intorno al corpo, aveva disegnati in nero strani caratteri a me sconosciuti.

Improvvisamente qualcos'altro richiamò la mia attenzione. Era un colibrì che volteggiava fra i rami molto vicino a me. Il suo capo ed il suo corpo erano di un rosso intenso, scarlatto, mentre le sue ali e la coda erano nere giaietto.

Lo Spirito dell'Albero, ponendosi al mio fianco, mi fece segno di acciuffarlo. Provai, però non vi riuscii, l'uccello era troppo rapido per me. Allora, lo spirito mi consigliò di osservarlo fissamente senza pensare a nulla e, quando avessi sentito l'impulso interno, di provare a prenderlo. Seguii il consiglio e così riuscii a prendere, con la mia mano destra, il colibrì per il capo.

Nello stesso istante in cui lo afferrai l'uccello smise di essere qualcosa di vivo e si tramutò in un oggetto inanimato, vuoto, dalla consistenza di una pergamena. Iniziò a sfaldarsi tra le mie dita. Per evitare ciò, lo posi sopra il palmo della mano sinistra, tuttavia continuò a dissolversi. In questo modo lasciò scoperta una pietra bianca, del diametro di circa un dito, su cui soffiai per ripulirla dei resti polverosi che non mi consentivano di apprezzarla con chiarezza. Il suo colore era simile al salgemma. La sua forma, sferica, era intagliata con l'apparenza di un bocciolo di rosa. Era un lavoro semplice e primitivo.

Lo spirito fece risuonare la sua voce nelle mie orecchie:

- E' la Pietra Filosale - muggì, la meta degli alchimisti. Diluiscila in vino di Sole e bevila. Solo così possiederai il segreto dell'immortalità.

In quel preciso istante sparì.

Dopo aver ascoltato quel sogno un rumore si fece sentire tra i presenti, perchè alcuni si chiedevano meravigliati quale fosse il significato.

Allora un visitatore, che poco prima era giunto, gridò:

- Alcuni dicono che sei il demonio - e cercava con ciò di confonderlo e denigrarlo davanti gli occhi di tutti i presenti.

Allora Lucifero, con voce chiara e serena esclamò:

- Forse non è colui che chiami Diavolo figlio anche di colui il quale chiami Dio? Se nel principio v'era solo ciò che chiami Dio, il supremo Bene, allora per primo fu il Bene e poi il Male. Pertanto il Male uscì dal Bene, perchè nulla può nascere dal nulla. E poichè il Male si originò dal Bene ecco che la funzione del Male è benefica, perchè nulla di male può sorgere da ciò che è bene. Colui che chiami Dio è il maestro gentile e amoroso che educa con bontà. Ciò che chiami Diavolo, è il maestro duro e rigoroso che ci insegna attraverso la severità. Pertanto non rinnegare il Diavolo, chè alcuni di noi son tanto folli da imparare solo con duri colpi. Pertanto non odiare il Diavolo, perchè attraverso le sue prove ci facciamo forti e liberi e accediamo al supremo Bene. Siete forse talmente ciechi da non darvi conto che Dio e Diavolo sono le due facce di una stessa moneta?

Allora dalle gole di alcuni dei presenti sfuggì un'esclamazione di stupore, perchè compresero le parole di Lucifero e si svegliarono, ponendo le loro menti al di là del Bene e del Male.

Ma lo sconosciuto replicò:

- Qual è la tua religione?

- Non vi è religione più grande che la Verità - esclamò il Portatore di luce.

- La vostra saggezza soffre del peccato della superbia e non si basa sulle sacre scritture - insistette lo straniero.

- Soffro del peccato di superbia - disse Lucifero - perchè desidero esser tutto ciò che sono: voglio esser diamante anche se la mia origine è il carbone. Non baso la mia conoscenza su ciò che dicono i testi sacri o in ciò che affermano gli anziani, non baso la mia saggezza su ciò che mormorano gli eruditi o assicura la maggioranza. La mia sapienza si basa su ciò che io stesso ho sperimentato senza intermediari o interpretazioni aliene, poichè è l'esperienza propria e diretta ciò che dona la vera sapienza. La vita si conosce vivendola e non attraverso credenze, opinioni, speculazoni, teorie, religioni o libri.

Desideri leggere un libro?

Leggi il libro della sapienza. Quel libro siete voi stessi, leggetelo così: dirigete la vostra attenzione verso voi stessi, le vostre sensazioni, i vostri movimenti, il vostro respiro, emozioni e pensieri e in ogni momento permanete sereni, attenti, vivendo l'attimo.

Allora il visitatore meravigliato da quella strana saggezza tornò a domandare:

- Maestro, chi siete in verità?

Al che egli rispose:

- Io sono la Vita, "il Lucifero", il Portatore della Luce: la Stella del Mattino che annuncia la fine delle tenebre e la venuta dell'Impero del Sole, il regno della luce.

Sono Lucifero, sono Prometeo, colui che fece scaturire dal nulla il divino fuoco della sapienza, il potere e la luce e lo consegnò agli uomini.

E anche essendo il più odiato al cielo sono, tuttavia, il più amato, perchè grazie a me è redenta l'oscura materia. Perdendo la mia purezza spirituale e cadendo negli abissi ho portato vita, coscienza e conoscenza a ogni carne e l'ho sospinta verso i cieli.

Comprendete questo paradosso e comprenderete il mistero dell'universo.


Ed avendo pronunciato queste parole cadde sui presenti un profondo silenzio. Ed insieme al silenzio cadde la notte, coprendo col suo manto stellato tutti i viventi.

[refuso]

Conservare la serena quiete è il suo principio, raggiungere ciò che è equanime e imperturbabile la sua meta.

Colui che segue il sentiero del Drago è come l'acqua: anche adattandosi ad ogni forma non si cristallizza in alcuna.

E volgendosi al vecchio guerriero, a colui che una volta fu ferito mortalmente al cuore, disse:

- Guerriero solitario che segui il sentiero del raggio:

Dovrai immergerti nella profonda oscurità e trovare nelle tue radici la vita sempiterna.

Solo così arriverà il momento in cui ciò che veglia dall'altro lato salirà alla luce del giorno.

Verrà dall'altro confine dell'abisso pletorico dell'immortalità, potere, volontà e sapienza.

E così si compirà il tempo in cui abbandonando ogni cosa ti impadronirai dell'universo.

Ed il vecchio guerriero comprendendo le parole di Lucifero rimase in silenzio. E attraverso il silenzio, acquietò il suo cuore. E col cuore rasserenato entrò in profonda meditazione.
Ma quando aprì gli occhi, poco prima dell'albeggiare, Lucifero già non era più tra loro e la Stella del Mattino brillava con superbo fulgore sopra l'orizzonte.

TUTTO QUANTO E' L'OPERA DEL SOLE E' STATO ESPOSTO
Fonte:http://www.fuocosacro.com/pagine/gnosticismo/lucifero.htm



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MessaggioInviato: 26/06/2014, 12:38 
Sura XVII

Al Isrâ'

(Il Viaggio Notturno)


61 Quando dicemmo agli angeli: " Prosternatevi davanti ad Adamo", tutti si prosternarono eccetto Iblis che disse: " Mi dovrei prosternare davanti a colui che hai creato dal fango? ".

62 E disse ancora: " Che? Questo è l'essere che hai onorato più di me?Se mi darai tempo fino al Giorno della Resurrezione avrò potere sulla sua discendenza, eccetto pochi".

63 [Allah]disse: " Vattene! E chiunque di loro ti seguirà, avrà l'Inferno per compenso, abbondante compenso.

64 Seduci con la tua voce quelli che potrai, riunisci contro di loro i tuoi cavalieri e i tuoi fanti, sii loro socio nelle ricchezze e nella progenie, blandiscili con promesse".
Le promesse di Satana non sono altro che inganni.


65 " Non avrai però nessuna autorità sui Miei servi: il tuo Signore basterà a proteggerli".



Illuminante questo discorso tra Iblis (Lucifero) e l'Altissimo
trasmesso da un racconto tradizionale:



"Disse Iblis:

"Perchè se volevi che disubbidissi mi hai ordinato di prosternarmi
davanti la Tua creatura e mi hai indotto a sbagliare per poi maledirmi?"

Disse Allah:

"Quando hai saputo che volevo che Mi disubbidissi,prima di farlo
o dopo averlo fatto?"

"Dopo",rispose Iblis;

Concluse l'Altissimo:

"Così ti ho colto in fallo."




Amin


Ultima modifica di catwalk il 26/06/2014, 12:42, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:



Troppo facile... Troppa fede...

Farò peccato mortale...

O sbaglio?


No non sbagli lo fai continuamente...!
Così come certi gnostici del passato...mal suggeriti e con troppa
Importanza personale alle spalle(segno di Lucifero e Satana).


Mi togli una curiosità .. a te che hai il coraggio di definirti gnostico.

Ma secondo te la Gnosi si raggiunge con poca o senza Fede???

[8)] [8] [:0]



Ma siete proprio in preda ai demoni...poveretti ...!

La Fornace vi attende...!


[xx(]



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MessaggioInviato: 26/06/2014, 15:32 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
Angel_ ha scritto:


... Questi non sono argomenti da forum aperti però...molti potrebbero capire fischi per fiaschi...


Comprendo bene il tuo timore...

Vivo un conflitto interiore tra la necessità di confrontarmi su questi temi, anche divulgando il risultato di certe ricerche, nella speranza che ciò permetta l'accensione di una fiammella di gnosi nelle coscienze e il rischio di portare più danno che beneficio in chi non è pronto creando una tale confusione nella sua mente...

... E a volte non so cosa sarebbe più corretto fare...

[V] [?]


Con voialtri l'unica cosa che si capisce sono sempre... fischi per fiaschi! [:o)]

Sarebbe + corretto e giusto mettere ordine ,sempre se possibile, nella vostra mente
e anima prima di ogni cosa !...anzichè seminare confusione e danno al prossimo vostro.

E' un consiglio eh!Poi ognuno....decida per sè.
E DIO PER TUTTI.

Amen.



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MessaggioInviato: 26/06/2014, 16:04 
Secondo il libro di Ciprano ex mago(poi canonizzato):

Gerarchia degli Spiriti Ribelli-Infernali :

Il primo è :

LUCIFER
Capo di tutti gli spiriti ribelli infernali.

Il secondo è:

Belzebù,subordinato a Lucifer,principe delle tenebre.

Il terzo è :

Astaroth,subordinato al primo e al secondo,duca delle tenebre.

...

...

...


Lucifero,il di lui nome significa:

Portatore della Luce di DIO.

Egli,per migliaia di secoli, fu come uno specchio dinanzi
a Dio,che rifletteva la Luce di Dio nell'infinito etere.

La Bellezza,la Felicità,la Ricchezza e la Potenza di Dio era in lui.

Egli fu il primo angelo creato dal soffio di Dio,e fu eletto
primo Ministro di tutte le Gerarchie Angeliche,
create immediatamente dopo di lui.

...

...

...

Completata così la creazione,Dio diede ordini a Lucifero
per un'assemblea planetaria di tutte le Gerarchie Angeliche.
E Dio disse all'Assemblea angelica:

"Oh figli rallegratevi con me!
Festeggiamo questo settimo tempo con canti e suoni armoniosi
e fateli udire al vostro fratello Adamo ch'è solo nel giardino terrestre,
egli ha ricevuto il mio Soffio Vitale Eterno come lo riceveste voi.


Quindi è vostro dovere di amarlo custodirlo con le vostre ali
da ogni minaccia e istruitolo in tutte le Scienze,affinchè
dominerà sull'Infinito Cosmo,e di raggiungere la somma perfezione
simile a voi e Me."

Nell'udir ciò...Lucifer s'ingelosì a tal punto che osò protestare
la Sentenza Divina e si proclama fanaticamente uguale a Dio!
Dimodocchè Dio fu costretto di pronunciare quella potente trisilliba:

MICHAHEL ???

Che significa:

"Chi è uguale a Me???"

"Sia cacciato dal mio Regno di Amore Eterno!"

E il primo angelo che si scagliò contro Lucifero,Belzebù e Astaroth,
ricevette la Forza Onnipotente di Dio.

(e quella frase trisilliba divenne il suo Nome d'onore:Arcangelo Michahel.)

e li cacciò nel cosmo incandescente.

E altri decine di migliaia furono cacciati nel cosmo dagli Angeli Ubbidienti
che seguirono l'esempio di Michahel.

Dall'ora Lucifer fu chiamato diavolo e satana che significa:

"Contro Dio,e artefice d'ogni male contro l'Uomo."



[:141]


Ultima modifica di catwalk il 26/06/2014, 16:15, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/06/2014, 09:36 
Cita:
catwalk ha scritto:


Secondo il libro di Ciprano ex mago(poi canonizzato):

Gerarchia degli Spiriti Ribelli-Infernali :

Il primo è :

LUCIFER
Capo di tutti gli spiriti ribelli infernali.

Il secondo è:

Belzebù,subordinato a Lucifer,principe delle tenebre.

Il terzo è :

Astaroth,subordinato al primo e al secondo,duca delle tenebre.

...

...

...


Lucifero,il di lui nome significa:

Portatore della Luce di DIO.

Egli,per migliaia di secoli, fu come uno specchio dinanzi
a Dio,che rifletteva la Luce di Dio nell'infinito etere.

La Bellezza,la Felicità,la Ricchezza e la Potenza di Dio era in lui.

Egli fu il primo angelo creato dal soffio di Dio,e fu eletto
primo Ministro di tutte le Gerarchie Angeliche,
create immediatamente dopo di lui.

...

...

...

Completata così la creazione,Dio diede ordini a Lucifero
per un'assemblea planetaria di tutte le Gerarchie Angeliche.
E Dio disse all'Assemblea angelica:

"Oh figli rallegratevi con me!
Festeggiamo questo settimo tempo con canti e suoni armoniosi
e fateli udire al vostro fratello Adamo ch'è solo nel giardino terrestre,
egli ha ricevuto il mio Soffio Vitale Eterno come lo riceveste voi.


Quindi è vostro dovere di amarlo custodirlo con le vostre ali
da ogni minaccia e istruitolo in tutte le Scienze,affinchè
dominerà sull'Infinito Cosmo,e di raggiungere la somma perfezione
simile a voi e Me."

Nell'udir ciò...Lucifer s'ingelosì a tal punto che osò protestare
la Sentenza Divina e si proclama fanaticamente uguale a Dio!
Dimodocchè Dio fu costretto di pronunciare quella potente trisilliba:

MICHAHEL ???

Che significa:

"Chi è uguale a Me???"

"Sia cacciato dal mio Regno di Amore Eterno!"

E il primo angelo che si scagliò contro Lucifero,Belzebù e Astaroth,
ricevette la Forza Onnipotente di Dio.

(e quella frase trisilliba divenne il suo Nome d'onore:Arcangelo Michahel.)

e li cacciò nel cosmo incandescente.

E altri decine di migliaia furono cacciati nel cosmo dagli Angeli Ubbidienti
che seguirono l'esempio di Michahel.

Dall'ora Lucifer fu chiamato diavolo e satana che significa:

"Contro Dio,e artefice d'ogni male contro l'Uomo."



[:141]





sempre simpatiche e coerenti queste favolette per bambini ehehe
questa poi è fantastica "Sia cacciato dal mio Regno di Amore Eterno!" ehhhh mamma mia che dio amorevole! si, mi sembra proprio un dio superiore a tutti, e NON un qualsiasi essere vivente che vuole mantenere i suoi privilegi come qualunque altro politico dei giorni nostri ahaha
addirittura c'è descritta tutta la piramide...o meglio, direi la Cupola...
proprio una bella Famigghia di angioletti e arcangioletti, si si..


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Cita:
catwalk ha scritto:

Secondo il libro di Ciprano ex mago(poi canonizzato):


Ecco un altra cosa che fa riflettere...uno stregone fatto santo...l'hai mai letta la sua storia? [8D]

http://www.daltramontoallalba.it/specia ... priano.htm

P.S. Cat, ti consiglio di cambiare letture...

Cita:
“La luce e le tenebre, la vita e la morte, ciò che è a destra e ciò che è a sinistra, sono fratelli fra di loro: non è possibile separarli. Per questo motivo né i buoni sono buoni, né i cattivi sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Perciò ciascuna cosa sarà distinta secondo l’origine del suo essere. Ma quelli che sono innalzati sopra il mondo sono indissolubili ed eterni.”
Vangelo di Filippo



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Cita:
catwalk ha scritto:

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:



Troppo facile... Troppa fede...

Farò peccato mortale...

O sbaglio?


No non sbagli lo fai continuamente...!
Così come certi gnostici del passato...mal suggeriti e con troppa
Importanza personale alle spalle(segno di Lucifero e Satana).


Mi togli una curiosità .. a te che hai il coraggio di definirti gnostico.

Ma secondo te la Gnosi si raggiunge con poca o senza Fede???

[8)] [8] [:0]


[xx(]




Perdonami, ma fino a prova contraria la gnosi, intesa come conoscenza, è l'esatto opposto della "fede".

La fede è in sostanza un "non so cosa sia ma ci credo e mi fido di chi me lo racconta"

La gnosi invece è "c’e’ un modo per conoscere e non me lo precludo”.

A mio parere la prima è un atto di incapacità, di inferiorità, di sottomissione (difatti il termine Islam significa proprio sottomissione)

Mentre la seconda e’ un tentativo di superare i limiti.

Quindi, per risponderti, sì... non serve la fede per raggiungere la gnosi, anzi... la fede è nemica della conoscenza.

Per questo Lucifero è stato così ostracizzato dalle alte gerarchie "angeliche", che probabilmente di 'angelico' per come siamo abituati a pensare, non hanno proprio nulla.

Questo mi costerà la fornace?!?

Vedremo...


Ultima modifica di Atlanticus81 il 27/06/2014, 10:35, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Perdonami, ma fino a prova contraria la gnosi, intesa come conoscenza, è l'esatto opposto della "fede".

La fede è in sostanza un "non so cosa sia ma ci credo e mi fido di chi me lo racconta"

La gnosi invece è "c’e’ un modo per conoscere e non me lo precludo”.

A mio parere la prima è un atto di incapacità, di inferiorità, di sottomissione ([b]difatti il termine Islam significa proprio sottomissione
)

Mentre la seconda e’ un tentativo di superare i limiti.

Quindi, per risponderti, sì... non serve la fede per raggiungere la gnosi, anzi... la fede è nemica della conoscenza.

Per questo Lucifero è stato così ostracizzato dalle alte gerarchie "angeliche", che probabilmente di 'angelico' per come siamo abituati a pensare, non hanno proprio nulla.

Questo mi costerà la fornace?!?

Vedremo...

[:264]

Cita:
catwalk ha scritto:

Cita:
Angel_ ha scritto:

Il sottoscritto non c'entra nulla, non sviare il discorso...in questa frase c'è un dio che considera le sue creature come servi, se ti piace adorarlo fai pure... [8D]


(Hey angelo luciferino...vedi di moderare i termini
che è meglio per la tua anima o quel che ne resta.
Sei stato già avvisato(a suo tempo.).Addios! [xx(])

IL MIO e il TUO SIGNORE-CREATORE(Gloria a Lui!)
non solo LO ADORO! ma sono la sua umile serva.



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Ci sarebbe un libro da leggere... [8D]

http://www.librad.com/libit/LES-740-SEB ... Graal.html

Paolo, dai un occhio a questo pdf... [;)]

http://www.aperture-rivista.it/public/u ... elli20.pdf



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