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Stellare
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MessaggioInviato: 17/01/2009, 20:20 
Cita:
barionu ha scritto:

Cita:
mauro ha scritto:

cari amici,
oltre alla "disquisizione " sul nome, già nota agli "addetti ai
lavori", fa specie che sia "passata", in un programma che ha "milioni di telespettatori"!! [;)] Quando, se controlliamo nei Vangeli "correnti," che dovrebbero leggere la maggior parte dei Cristiani,...e stato tolto!!(per motivi,... vedi topic sopra)
ciao
mauro


GRANDE MAURO !


UN TUO 3D DALL' ARCHIVIO SUL CRISTO STORICO !!! [8D] [;)] [:D]

http://www.ufologia.net/forum/topic.asp ... IC_ID=2830



zio ot [img]/Public/data/Barionu/200842184257_bevo.gif[/img]




Zio Ot, se vai avanti a bere tutto quel caffè, prima o poi sbarelli. [:D]



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Marziano
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MessaggioInviato: 18/01/2009, 00:08 
Cita:
Skeptikos ha scritto:

La cosa buffa è che per quanto riguarda gli ufo e civiltà aliene basate le vostre opinioni su testimonianze personali senza uno stralcio di prova seria, quando si parla di Gesu dite che vangeli e lettere degli apostoli, Paolo etc non sono attendibili.
La mia impressione è che volete andare contro tutta la verità costituita solo per gusto.





Ma qui si discute su fatti falsi o veri che siano basandoci su foto, filmati e su reperti.

Mentre una persona come te che si sente attaccata perche probabilmente ha ricevuto un educazione occidentale intrinsa di cattolicesimo anche se forse indirettamente (come me x esempio) su cosa si basa?

Cioè secondo te è piu ragionevole discutere su tanti reperti (foto,filmati,manufatti,testimonanze contemporanee) oppure su due libri vecchi di non so quanto e spinti solo da una istituzione casualmente molto ricca e con enormi interessi a proposito??

Non mi stupisce affatto il lavoro di Cascioli e company.. era questione di tempo.. il problema è che la gente pensa che togliendo la fede diventa tutto triste...direi che sono molto limitati nell'ignoranza piu profonda.



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...the earth is an enclosed plane, centered at the North Pole and bounded along its outward edge by a wall of ice, with the sun, moon, planets, and stars only a few hundred miles above the surface of the earth.
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MessaggioInviato: 19/01/2009, 18:18 
Ringrazio Thethirdeye per il benvenuto e saluto tutti gli amici.

Dopo il lungo silenzio mediatico seguito alla sfida, lanciata il 13 Dicembre u.s., affinché qualche storico famoso vivente, possibilmente titolare della cattedra di storia dell’Università Cattolica, dichiari che Pubblio Sulpicio Quirino effettuò un censimento in Giudea prima della morte di Erode il Grande, giungono flebili voci, provenienti da altri forum baciapile, su un’ipotesi, fatta circolare dall’esegeta per eccellenza della Chiesa, il sacerdote Gian Franco Ravasi, il quale palesa la “possibilità” di un censimento fatto da Pubblio Sulpicio Quirino mentre Erode il Grande era ancora vivo.

Come abbiamo visto nella prima parte dello studio inviato il 13 Gennaio sulla “Natività” di Gesù, sin dagli albori del cristianesimo la Chiesa si arrovella per rendere compatibili due nascite del Cristo inventate di sana pianta da evangelisti fantasiosi; nascite, per di più, complicate dagli interventi dei Padri Apologisti che già dal III secolo tentarono maldestramente di conciliarne le contraddizioni ottenendo, invece, l’esatto contrario.

In data 15.11.2008, su invito rivolto dalla Rai nei confronti di qualsiasi storico intendesse confutare “l’inchiesta su Gesù”, condotta nelle reti TV da Giovanni Minoli e Andrea Tornielli, decisi di onorare la richiesta chiedendo un confronto con gli esegeti della Chiesa Cattolica nelle persone del sacerdote Gian Franco Ravasi e Vittorio Messori. Documento reso pubblico e leggibile sul sito:

http://www.vangeliestoria.eu/index.php

a cui non è stato dato seguito. E’ una strategia. La Chiesa e gli storici spiritualisti genuflessi, per risolvere le contraddizioni e le falsificazioni riportate nei “sacri testi” sono costretti a farlo tramite canali destinati ai loro fedeli e, per confortarli, li accontentano con “ipotesi” che, in un dibattito pubblico, verrebbero immediatamente smentite perché la Storia è chiarissima e non si presta a equivoci.
Ecco come avrei replicato a Gian Franco Ravasi: alle “Verità” evangeliche gli avrei fatto leggere semplicemente cosa dice la Storia.

Le Nascite
II parte.

“Gaius Sentius Saturninus” e “Publius Sulpicius Quirinus” furono nominati consoli, da giovani, rispettivamente: il primo, nel 19 a.C. ed il secondo, nel 12 a.C.. Entrambi saranno inviati dall’Imperatore a governare la Provincia di Siria, come suoi Luogotenenti, nel rispetto dell’anzianità di nomina e di carriera, per il cui fine, raggiungere il consolato, sotto Augusto, era presupposto indispensabile a ricoprire l’importante successivo incarico: il primo, Saturnino, nel 9 a.C. ed il secondo, Quirino, nel 6 d.C.; quest’ultimo, con un titolo di eccellenza inerente al compito, pericoloso, (al comando di più legioni) di effettuare, per la prima volta, il censimento della Siria e dei territori ad essa annessi: Giudea, Idumea e Samaria (Ant. XVIII, 1,2).

Lo storico ebreo, in modo particolareggiato, riporta tutti gli avvenimenti antecedenti il 6 d.C., riguardanti la sua terra (lui e i suoi antenati erano di Gerusalemme) e, soprattutto, i potenti Legati di Siria (con autorità militare e giuridica superiore agli stessi Re palestinesi), che cita tutti e fra i quali non risulta che Publio Sulpicio Quirino sia stato Legato di Siria prima del 6 d.C. e abbia avuto, in precedenza, un altro incarico simile e tanto meno di fare un censimento anteriore; come non risulta dagli scritti degli altri storici dell’Impero: non può risultare ciò che non accadde.

La capacità di Erode di curare le rendite della Palestina indusse Cesare Augusto, dopo avergli ingrandito il regno tramite la concessione di nuove regioni, ad affidargli la gestione di territori che andavano ben oltre i confini del suo reame (Gue. I, 396/404).
La qualifica o massimo ufficio, nell’ambito della gerarchia amministrativa imperiale di Roma, fu riconosciuto, tra i monarchi giudaici, solo ad Erode il Grande quando fu nominato da Cesare Augusto “Procuratore di tutta la Siria sì che nessuno dei Procuratori poteva agire senza il suo assenso” (Gue. I, 399 e Ant. XV, 360) con l’onere di riscuotere i tributi in tutte le regioni di quella Provincia (Gue. I, 428).

Pur essendo subordinato, giuridicamente e militarmente, al Legato di Siria dell’Imperatore, Erode il Grande non fu mai sottoposto, amministrativamente, allo stesso; e le entrate fiscali, in virtù dell’incarico, gli imposero di costruire, a nome di Cesare Augusto e dei suoi familiari, opere grandiose, compresi Templi pagani, anche nelle città fuori del suo Regno. (Gue. 422/425).

Finché Erode il Grande rimase in vita, essendo lui il “Procuratore di tutta la Siria”, né in Siria, né in Giudea si rese necessario svolgere alcun censimento da parte di Roma: era lui che, quale fiduciario di Augusto, si adoperava a riscuotere le tasse curando le rendite dell’Imperatore.
Va notato che “La Guerra Giudaica” fu sottoposta alla verifica e approvazione degli storici romani di Vespasiano e tale documento, depositato negli archivi imperiali, fu consultato anche da Svetonio mezzo secolo dopo (Vespasiano, 4-5).

Per l’Imperatore nessuno, meglio di Erode, era in grado di amministrare e curare i suoi interessi, i suoi beni e le sue rendite in Siria e in Palestina e, nessun Governatore, senza un suo preciso mandato, lo avrebbe potuto fare. Le entrate erano valutate in talenti d’oro e, alla morte di Erode il Grande, la rendita dei suoi territori ammontava a circa mille talenti l’anno (Ant. XVII, 317/323).
Morto il Re, Cesare Augusto provvide subito ad inviare Sabino, in Giudea, come nuovo “Procuratore romano per la Siria”, a rilevare l’ufficio, svolto dal monarca efficacemente, “per prendersi cura della proprietà di Erode”, cioè di tutto il Regno, ma sottoposto, militarmente e giuridicamente, al Legato di Siria, Quintilio Varo. (Ant. XVII, 221-222).

Sabino, il Procuratore della Siria, si recò in Giudea per sottoporre a sequestro conservativo le sostanze di Erode” (Gue. II, 16), appunto perché Erode era stato “Procuratore di tutta la Siria” per conto di Roma. La nomina di Sabino a tale incarico dimostra la continuità della “cura” delle rendite delle proprietà e dei beni, costituiti dai territori sottomessi all’Impero di Cesare Augusto ad iniziare dalla riscossione dei tributi, già compito di Erode, in tutta la Siria compreso il suo regno, fino alla sua morte avvenuta il 4 a.C..

Giuseppe riporta tutte le iniziative intraprese dal Legato Senzio Saturnino che, giuridicamente e militarmente, pur essendo più potente di Erode il Grande, tuttavia non poteva intromettersi nella sua amministrazione senza un mandato specifico di Cesare Augusto; come avverrà, invece, con Publio Sulpicio Quirino, che lo farà il 6 d.C. con un incarico imperiale speciale, più importante del precedente Legato Saturnino. Del quale, comunque, leggiamo tutti gli interventi (miranti a sanare i contrasti famigliari di Erode, in Ant. XVI, 277/283-344-368-369; XVII, 7-25-57-89; e Gue. I, 538/554), senza registrare alcun censimento da lui eseguito.

Erode il Grande, oltre ad essere stato un fedele alleato, in quanto nemico giurato dei minacciosi Parti, si dimostrò una “gallina dalle uova d’oro” per l’Impero; infine, che in Giudea non avvenne il censimento di Quirino, fintanto era vivo il Re, lo conferma il Vangelo di Matteo nel quale, l’evangelista, non si sogna di citarlo, ma avrebbe dovuto farlo se, come dice Luca, fu la causa del viaggio di Maria e San Giuseppe da Nazaret a Betlemme.

Quirino, senatore romano passato attraverso tutte le magistrature fino al consolato, persona estremamente distinta sotto ogni aspetto, inviato da Cesare, (il 6 d.C.) visitò la Giudea per fare una valutazione delle proprietà dei Giudei e liquidare le sostanze di Archelao (Giudea Idumea e Samaria divennero possedimento di Roma) e nello stesso tempo ebbero luogo le registazioni delle proprietà che avvennero nel trentasettesimo anno dalla disfatta di Azio (31 a.C.), inflitta da Cesare ad Antonio” (Ant. XVIII 2 e 26).
Una descrizione del censimento così dettagliata, riportata molte volte dallo storico fariseo, dimostra lo sconvolgimento economico sociale e religioso, causato da tale atto nei costumi giudaici, in violazione della antica Legge che vietava la sottomissione, all’invasore pagano, del popolo di Israele, della Terra Santa e del suo Dio, Jahwè.

Sotto Costantino, il Vescovo cristiano Eusebio di Cesarea così scrisse:
Al tempo del primo censimento, mentre Quirino era Governatore della Siria, nacque a Betlemme il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo. Anche Flavio Giuseppe ricorda questo censimento, sotto Quirino, quando parla della rivolta dei Galilei che accadde in quel medesimo tempo e della quale fa menzione anche Luca negli Atti degli Apostoli” (HEc. I 5,2-3). Eusebio testimonia le correlazioni fra, la nascita del “Salvatore”, il censimento di Quirino di Flavio Giuseppe e la rivolta giudaica del 6 d.C. capeggiata da Giuda il Galileo, con quelle riprese negli “Atti degli Apostoli” e nel Vangelo di Luca.

La storia non riporta altri atti amministrativi imperiali, in Giudea, prima di questo; se i docenti mistici asseriscono il contrario, che lo dimostrino, facendoci leggere quello che scrissero gli storici di allora, non sofismi personali, scritti oggi, e propinati a giovani studenti portati a credere ai loro insegnanti, ignare vittime di un indottrinamento religioso finalizzato a mascherare, rendendo artatamente coerenti, due “Nascite” evangeliche in contrasto fra loro a comprova che furono inventate.

San Luca, per fare un dispetto agli esegeti baciapile, riporta due volte il censimento di Quirino: la prima, nel suo Vangelo in occasione della “nascita di Gesù” (Lc. 2,1-2), e la seconda nel discorso di Gamalièle (At. 5, 34/37). Se l’evangelista intendeva citare due censimenti diversi, fatti da Publio Sulpicio Quirino in date diverse, essendo uno riferito alla nascita del “Figlio di Dio”, l’avrebbe specificato nelle sue opere e, per distinguerli, consapevole dell’equivoco che ne sarebbe scaturito, avrebbe chiarito, in “Atti degli Apostoli” che, quello richiamato a Giuda il Galileo, del 6 d.C., era il “secondo” censimento. Ma se Luca non lo ha fatto il motivo è evidente: il censimento fu il primo ed unico e Gesù Cristo, per lui, nacque il 6 d.C.; pur se, va capito, gli esegeti mistici, prima di riconoscere che la Madonna rimase incinta 12 anni, preferirebbero andare all’inferno.

Eppure la soluzione l’avevano a portata di mano: partorire un Dio “concepito da uno Spirito Santo”, in fin dei conti, avrebbe richiesto un po’ più di tempo ad una “Vergine”; nessun “credente” avrebbe trovato da ridire. Peraltro il censimento veniva fatto dai Romani nel distretto dove si produceva, cioè quello di residenza; era lì che gli esattori (i pubblicani) riscuotevano i tributi, e il luogo di lavoro della “Sacra Famiglia” (secondo i Vangeli) era Nazaret, non Betlemme, pertanto la motivazione di quel viaggio non è giustificata; come non è giustificata la “fuga in Egitto”; forzature ingenue che dimostrano la macchinazione dei racconti. Tanto più, Maria non era obbligata a viaggiare poiché non produceva reddito.

Altro dato contrastante, ma sottaciuto agli ingenui “credenti”, è il nonno di Gesù (il padre di San Giuseppe), che per Luca è “Eli”, per Matteo è “Giacobbe” (Lc. 3, 23; Mt. 1, 16.). Tali contraddizioni, anagrafico cronologiche genetiche e geografiche sulle “Nascite”, riportate nei “documenti sacri”, dimostrano che sono invenzioni aggiunte, successivamente, a testi in origine diversi; ne consegue che “Gesù”, “San Giuseppe” e la “Madonna” non sono mai esistiti.
Infatti gli evangelisti “Giovanni detto anche Marco” e “Giovanni” saltano, prudentemente, la nascita e l’infanzia di Gesù.

In effetti i vangeli primitivi si limitavano ad un concetto di “Messia Salvatore” più giudaico, che ancora non contemplava la nascita verginale nella grotta, adottata in epoca successiva, destinata a generare un “Soter” (Salvatore) con relativo sacrificio teofagico ripreso dai riti pagani.
Al tempo di Erode, Re della Giudea…” (Lc.1, 5), “Avendo saputo che era Re della Giudea Archelao” (Mt. 2, 22). Sono gli evangelisti ad affermare che Archelao fu Re della Giudea. Anche lo storico ebreo dice che Archelao, prevaricando i poteri di “Etnarca” concessigli da Cesare Augusto dopo la morte del padre “aveva spinto alcuni a cingerlo del diadema e si era assiso sul trono e agito con poteri di Re” (Gue. II, 27). Nel IV secolo, Eusebio di Cesarea scrisse:
Erode, da Antonio e da Augusto con un senatoconsulto, fu scelto come re dei Giudei. I suoi figli furono Erode e gli altri Tetrarchi” (HEc. I 7,12). Il Vescovo cristiano chiama “Erode” Archelao (Etnarca) e lo distingue dai “Tetrarchi”, Antipa e Filippo, che Giuseppe Flavio chiama entrambi “Erode” (Ant. XVIII 109). Pertanto, quando nacquero, a questi tre figli maschi, potenziali eredi del regno di Palestina, fu dato, come primo nome, quello del padre in onore del Grande Re.

Erode Archelao si proclamò Re della Giudea, diversamente da suo padre, Erode il Grande, che fu Re di tutta la Palestina, della quale la Giudea era una parte. Solo suo nipote, Erode Agrippa il Grande, nel 41 d.C., potrà anch’egli regnare su tutta la Palestina sino alla morte, per concessione dell’Imperatore Claudio, e lo storico ebreo lo chiama Re “Agrippa” o “Agrippa il Grande”, mentre in “Atti degli Apostoli” è chiamato semplicemente “Re Erode” (“In quel tempo re Erode” At. 12, 1) e sua sorella: “Erodiade”. Pertanto, come le vicende narrate in “Atti degli Apostoli” di Luca ci permettono di capire che si trattava di Erode Agrippa, anche le vicende narrate nel Vangelo dello stesso evangelista si riferiscono ad Erode Archelao.

La nascita di Gesù “concepita” da Luca, almeno sulla “strage”, aveva ragione: sicuramente si era letto il centinaio di pagine che Giuseppe dedicò a Erode il Grande, senza che gli risultasse questo fatto gravissimo. Aveva torto, invece, quando, dopo essersi fatto spacciare per “medico” tramite una lettera accreditata a San Paolo Saulo (Colossesi 4,14), decise, diversamente da Matteo, di far fare alla Madonna, mentre era prossima a partorire, un tortuoso e impervio percorso di oltre 200 Km. sul dorso di un asino per recarsi da Nazaret a Betlemme a farsi censire.

Il “medico” impostore, evidentemente, come un casto e pudico prete, in vita sua non aveva mai visto il ventre nudo di una donna vicina a partorire; anche se, questo particolare del “lungo viaggio” - imposto alla puerpera, appena partorito, fino in Egitto per altri 200 Km a dorso d’asino (secondo Matteo) - ne siamo certi, è ignorato tutt’oggi dalle mamme inginocchiate a pregare sotto la sua statua o quella del “Bambin Gesù”. Donne opportunamente tenute all’oscuro su questi aspetti “apocrifi” e assurdi per impedir loro di riflettere.

http://www.vangeliestoria.eu/index.php



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MessaggioInviato: 19/01/2009, 21:35 
Benvenuto anche da parte mia caro Emilio. Vi leggo sempre con piacere !



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MessaggioInviato: 23/01/2009, 00:16 
Rieccomi qua e ciao a tutti,
compreso il generale galattico a sette stelle, Dig Dug.

Ho dato una scorsa agli ultimi interventi e devo evidenziare quanto lamentato da Skeptikos: "quando si parla di Gesù dite che vangeli e lettere degli apostoli, Paolo etc. non sono attendibili. La mia impressione è che volete andare contro la verità costituita solo per gusto".

Sì, è vero, la Chiesa ha costruito il suo potere secolare grazie ad una incessante opera di apostolato propagandando la "buona novella" evangelica come una "Verità Divina" storicamente comprovata, San Paolo compreso, ovviamente.
Il super "Apostolo delle genti" è un personaggio descritto in "Atti degli Apostoli" ed in alcune lettere a lui accreditate, ma, oltre questi documenti dottrinali e dei Padri apologisti cristiani, nulla risulta su di lui dalla storiografia dell'epoca.
Tutto ciò che può fare un ricercatore è verificare se le vicende a lui acreditate nei "sacri testi" sono veritiere, attendibili, o addirittura false.

I. San Saulo Paolo

Da non credente, provo a leggere, se non altro per curiosità, cosa si narra nei documenti neotestamentari attenendomi semplicemente a ciò che in essi è riportato.
San Paolo, come San Pietro, nei sacri testi cristiani vengono descritti dotati di poteri divini miracolistici straordinari e, nel caso di San Paolo, addirittura superiori al suo Maestro Gesù.
Sono personaggi di cui si narra esclusivamente nei Vangeli o negli scritti apologisti dei Padri fondatori del Cristianesimo; cioè una dottrina creata per fare adepti grazie all’illusione della vita eterna ed alla resurrezione del proprio corpo dopo la morte; ma quanti si sono posta la domanda se San Saulo Paolo sia esistito veramente, o, come per gli altri Apostoli, nessuno si chiede se questi personaggi non siano piuttosto rappresentanti ideologici di una dottrina che, obbligatoriamente, doveva essere “incarnata” in uomini prescelti e ispirati da Dio.

Uno studioso, che si accinge a leggere di questo San Saulo Paolo senza essere condizionato da prediche confessionali, percepisce subito che la trovata “geniale”, di San Luca, intesa a far creare un altro Apostolo dallo stesso Gesù Cristo “post mortem”, è un contro senso assurdo sia storicamente, come intendo dimostrare, sia teologicamente, in quanto palesemente finalizzata a revisionare la dottrina precedente.

Un Dio che, per riscattare l’umanità dal peccato, si fa uomo e come tale si sottopone ad una passione di sangue ed estrema sofferenza, dopo aver predicato, istruito e scelto dodici “Apostoli” con un preciso mandato, una volta salito in cielo, si accorge di aver dimenticato “qualcosa d’importante”, allora scaraventa una folgore (a imitazione di Giove) su un certo Saulo Paolo, accecandolo, e con la “Voce” nomina un altro Apostolo con l’incarico di “aggiornare” la dottrina degli altri suoi “colleghi”che Lui stesso aveva appena istruiti, è una logica che può stare in piedi solo previo millenario lavaggio del cervello.

Nominati i dodici Apostoli, “Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani, rivolgetevi, piuttosto, alle pecore perdute della casa d’Israele»” (Mt.10, 5-6). Questo “comandamento” nazionalista, conforme alla missione di Gesù, limitata alla sua Patria (nulla avrebbe potuto impedire a Cristo di predicare ovunque volesse), andava cambiato, ma la modifica di una dottrina non poteva risultare dipesa da una esigenza umana, pertanto, bisognava “dimostrare” che fu la stessa divinità a “rivelarsi” attraverso un altro “Apostolo”, strumento della Sua Rivelazione e depositario della nuova “Verità”.

Fu semplicissimo: bastò inventare “Saulo Paolo” e fargli scrivere alcune lettere per testimoniare su se stesso e sul nuovo credo del “sacrificio del Figlio di Dio e la sua resurrezione per la salvezza della vita eterna degli uomini” dimostrando, così, che il nuovo Apostolo era esistito veramente.
“« Il vangelo da me annunziato non è opera d’uomo; perché io stesso non l’ho ricevuto né imparato da un uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo »” (Lettera ai Galati 1,11).

L’esigenza di una seconda “Rivelazione” di Gesù portò a redigere degli appositi manoscritti, successivi a Vangeli primitivi, poi distrutti, allo scopo di ufficializzare un apostolato promotore della diffusione di una dottrina, evolutasi da quella originale, e creare, artatamente, un nesso ideologico per farla apparire coerente sin dall’inizio. I Vangeli che noi leggiamo non sono i primi: San Saulo Paolo è venuto dopo; come gli “Atti degli Apostoli”.
Eusebio di Cesarea, Vescovo cristiano sotto Costantino, dal IV secolo, denuncia la pubblicazione di un altro “Atti degli Apostoli”, che taccia come eretico (HEc. I 9,3-4). Di tale documento non ci è pervenuta traccia ma è evidente che fu eliminato assieme ad altri per cancellare gli insanabili contrasti, con quello fattoci pervenire, che avrebbero palesato il fine della sua artificiosa redazione.

San Saulo Paolo, sto per provarlo con l’aiuto della storia, come persona non è mai esistito: fu soltanto un’ideologia, “incarnata” in un uomo “discepolo apostolo di Gesù”, resasi necessaria perché rappresentava la soluzione politica religiosa per quella parte di ebrei della diaspora la cui esistenza, nelle Province dell’Impero Romano, era diventata difficile in quanto seguaci di una fede nazionalista integralista che imponeva loro di non sottomettersi ad alcuna dottrina, o “Padrone”, o “Signore”, se non al proprio Dio: “Yahwè”.

Un’ideologia imposta dall’evoluzione politica e militare che vide sconfitti, atrocemente, i patrioti yahwisti, di conseguenza voluta da una corrente religiosa ebraica che decise di revisionarsi, sulla base di una logica opportunista, adeguata alla realtà dell’epoca, rivedendo le profezie messianiche della Legge ancestrale e aprendosi ai culti pagani della “salvezza” oltre la morte, grazie alla resurrezione del corpo.

Nel I secolo, le sette ebraiche credevano solo nell’immortalità dell’anima e non nella “resurrezione della carne”, e fra esse, i Sadducei non confidavano neanche in quella. Per questo fondamentale motivo ideologico, gli “Atti degli Apostoli” e gli stessi Vangeli, riadattati in tal senso successivamente, sono un vero e proprio atto di accusa contro il popolo ebraico.
San Pietro e San Paolo emettono continue sentenze di condanna contro gli Ebrei, contro il Sinedrio e contro le Sinagoghe, scagliando vere e proprie maledizioni nei confronti dei Giudei facendo ricadere su di essi, sui loro figli e le generazioni future, il sangue di “Gesù” da essi fatto versare.

Ma ora mettiamo da parte l’escatologia e sottoponiamo ad una verifica storica, analizzando le vicende che lo vedono coinvolto come uomo, San Saulo Paolo, ovvero “l’Apostolo delle Genti”.

L’evangelista lo fece nascere a Tarso in Cilicia (At. 22, 3), poi lo spedì, senza sosta, da una città all’altra dell’Impero. Giunto a Gerusalemme, dopo aver offeso il Sommo Sacerdote Ananìa all’interno del Sinedrio, secondo la scenetta di San Luca, per impedire che i Giudei “lo togliessero di mezzo, non facendolo più vivere” (At. 22, 22), dichiara: “io sono un cittadino romano di nascita” (At. 22, 27-28).
Luca ci sta propinando che, nel I secolo, in Giudea, se un cittadino veniva accusato dal Sinedrio di Gerusalemme di aver violato la Legge ebraica e offeso il Pontefice, per evitare la lapidazione, bastava mentisse spudoratamente come fa San Paolo sul suo luogo di nascita, dichiarando di essere un “cittadino romano”, e tutti erano tenuti a credergli sulla parola, anzi, dovevano spaventarsi; addirittura un Tribuno romano doveva tremare: “anche il Tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino romano” (At. 22, 29).

Ma il ridicolo diventa farsa per la dichiarazione opposta, resa poco prima, allo stesso Tribuno: “Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non certo senza importanza” (At. 21, 39), riconfermata, subito dopo, davanti alla folla di Gerusalemme ed in presenza dello stesso Tribuno: “Io sono un Giudeo nato a Tarso in Cilicia” (At. 22, 3).
E’ evidente che l’evangelista, quando scrisse queste contraddizioni stupide, era convinto che anche i Tribuni romani erano degli stupidi, così pure coloro che le avrebbero lette in futuro. Un vero Tribuno era consapevole che il Sommo Sacerdote del Tempio che presiedeva il Sinedrio era stato insignito da un Procuratore o un Re voluto da Roma, pertanto, chiunque avesse offeso il Pontefice, si sarebbe messo contro Roma, pagandone le conseguenze: il Procuratore aveva il diritto di uccidere.

Secondo l’insulsa interpretazione del “diritto romano”, descritta negli “Atti degli Apostoli”, in Giudea, tutti i trasgressori della “Legge degli antichi padri”, anche i peregrini stranieri, era sufficiente dicessero “sono un cittadino romano di nascita” e le autorità, in perfetta buona fede, anziché lapidarli, gli avrebbero messo a disposizione una nave trireme per inviarli a Roma dove avrebbero trovato Nerone che li attendeva per giudicarli; perché è al “Principe” che le massime autorità, preoccupate della “cittadinanza romana” del Santo, invieranno Paolo. E’ così che ce la racconta Luca.

E’ il “diritto di mentire” a un Tribuno (comandante del presidio romano di Gerusalemme), sul proprio luogo di nascita e sulla “cittadinanza”, palesato da Paolo nella recita inventata dall’evangelista, che dimostra la fantasiosa, puerile stupidità dell’autore.
La persona che godeva della “cittadinanza romana” era sottoposta alla legge romana, la quale, fra le varie possibilità di rilasciare (nel I secolo) questo privilegio, ne contemplava il diritto a tutti i cittadini nati a Roma: diritto che Luca “accreditò” a San Paolo. Ma non è plausibile che i Romani, nel I secolo, potessero concedere questo “diritto”, con sciocca leggerezza, senza alcuna possibilità di riscontro (modalità che stiamo per verificare), proprio perché avrebbero leso il diritto stesso, ma quello vero, vanificandolo.
Eppure tale assurdità, contenuta negli “Atti degli Apostoli” (che avrebbe fatto chiudere il Sinedrio, impossibilitato a procedere per non competenza giuridica in quanto chiunque si sarebbe avvalso di quel “diritto” mentendo), è ancora oggi sottoscritta da alcuni storici ispirati i quali sanno perfettamente che a salvarli dal ridicolo è solo l’ignoranza della gente sul contenuto di questo “Sacro Testo”.

Nel I secolo a.C. la cittadinanza romana venne estesa agli alleati Italici e l’Imperatore, con un editto, aveva il potere di concedere agli abitanti delle Province questo onore che comportava vari privilegi fra cui l’impedimento ad essere sottoposti, nei processi, a giurie non romane. Tale privilegio rimase in vigore sino al 212 d.C..
Ma nel I secolo d.C. (l’episodio di San Paolo è stato ambientato - Atti 24, 27 - nel 58-59 d.C.), gli Imperatori, secondo quanto riportato da Svetonio in (Cal. 38), rilasciavano veri e propri “Diplomi di Cittadinanza”, cioè attestati ufficiali che comprovavano il diritto a tale prerogativa ed era fatto assoluto divieto appropriarsi di questo privilegio al punto che “coloro che usurpavano il diritto di cittadinanza romana, (Claudio) li fece decapitare sul campo Esquilino” (Cla. 25).

Per quanto documentato, l’assoluzione di San Paolo, riferita da lui stesso nella sua II^ lettera a Timoteo (IV, 17), è tanto puerile quanto falsa e può essere avallata solo da qualche storico genuflesso consapevole dell’ignoranza di masse di fedeli che tali devono rimanere.
Peraltro va rilevato che, a seguito gravi disordini fra Giudei e Samaritani, il Sommo Sacerdote Ananìa, figlio di Nebedeo, insieme ad Anano, Capitano delle Guardie del Tempio, fu arrestato e inviato in catene a Roma, nel 52 d.C., dal Legato Ummidio Durmio Quadrato, per rendere conto all’Imperatore Claudio di quelle vicende. (Ant. XX, 131).

Dalla lettura di “Antichità” e “Guerra” sappiamo che, dopo di lui, a presiedere il Sinedrio, si succederanno, fra il 52 e l’inizio del 66 d.C., i Sommi Sacerdoti: Gionata, figlio di Anano (fatto poi uccidere dal Procuratore Felice); Ismaele, figlio di Fabi; Giuseppe, detto Kabi, figlio di Simone; Anano, figlio di Anano (per soli tre mesi); Gesù, figlio di Damneo; Gesù, figlio di Gamalièle; e Mattia, figlio di Teofilo … “sotto il quale ebbe inizio la guerra dei Giudei contro i Romani”, nel 66 d.C. (Ant. XX, 223)…
Pertanto, nella scenetta inventata da San Luca, il litigio di Paolo Saulo che offende Ananìa chiamandolo “muro imbiancato”, per poi ritrattare:“« Non sapevo che è il Sommo Sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo»” (At. 23, 5), collocato nel 58-59 d.C. - avrebbe avuto un senso (un errore in meno fra i tanti) se fosse avvenuto con Ismaele, figlio di Fabi, nominato Pontefice dal Re Agrippa II quando Felice era ancora Procuratore, dopo che questi aveva fatto uccidere il Sommo Sacerdote Gionata fratello di Anano.

Una volta sfuggito di mano ai Procuratori di Roma il controllo politico della situazione, Ananìa sarà rieletto Sommo Sacerdote nel 66 d.C. e verrà ucciso, poco dopo, dall’ultimo dei figli di Giuda il Galileo il quale, a sua volta, sarà ucciso da Eleazar, Comandante delle Guardie del Tempio e figlio dello stesso Ananìa, per vendicare la morte di suo padre.

Da quanto esposto, la cronologia degli avvenimenti e delle investiture dei Pontefici non ammette il “battibecco” intercorso, nel 58-59 d.C., fra San Paolo Saulo e il Sommo Sacerdote del Sinedrio, Ananìa, già arrestato da un Luogotenente di Claudio (anche se, per intercessione del Sommo Sacerdote Gionata, poi sarà liberato; ma Gionata, a sua volta, verrà fatto uccidere da Felice), come dimostra la sequenza, ordinata nel tempo, dei designati a ricoprire l’importante ufficio.

Infatti, con simile fedina penale, pur se appoggiato da una fazione politicamente importante, nessun Procuratore, gerarchicamente inferiore ad un Legato dell’Imperatore e vincolato da precisi passaggi di consegne, avrebbe più potuto confermare Ananìa “Sommo Sacerdote” del Tempio e del Sinedrio”, neanche se proposto da Re Agrippa II, fino alla rivolta contro i Romani, essendo le nomine dei Pontefici sottoposte al “placet” dei Procuratori, a loro volta subordinati ai Legati imperiali di stanza ad Antiochia in Siria.

A conclusione di questa prima analisi su San Paolo, come uomo veramente esistito, uno storico deve constatare che a nessun suddito dell’Impero sarebbe stato possibile agire, in modo così plateale, contro le leggi di Roma senza pagarne lo scotto immediato.
Il battibecco intercorso fra un qualsiasi ebreo, o ex ebreo, ed un Sommo Sacerdote del Tempio dimostra che il redattore di questa farsa non sapeva o non riconosceva né l’autorità, né il potere detenuto da chi ricopriva tale sacro uffizio. Potere sottoposto soltanto all’autorità dei legati romani o regnanti, designati direttamente dall’Imperatore.

Questo “Atto del Sinedrio” riportato in “Atti degli Apostoli” è un falso conclamato, falso come il personaggio “San Paolo”: l’incarnazione umana della dottrina a lui “rivelata” che i fedeli cristiani seguono tutt’oggi.

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Lawliet ha scritto:
senza prove e basiamoci su ciò che vediamo.

Tornando al dunque;
Già il nome, Gesù Cristo, dovrebbe seriamente mettere in dubbio tutta la sua esistenza. Di certo non poteva chiamarsi Marco Rossi, si è dovuto proprio chiamare Gesù Cristo..

The name “Jesus” is an Anglicisation of the Greek #7992;#951;#963;#959;#8166;#962; (I#275;soûs), itself a Hellenisation of the Hebrew #1497;#1492;#1493;#1513;#1506; (Yehoshua) or Hebrew-Aramaic #1497;#1513;#1493;#1506; (Yeshua), meaning “YHWH rescues”. “Christ” is a title derived from the Greek #935;#961;#953;#963;#964;#972;#962; (Christós), meaning the “Anointed One”, which corresponds to the Hebrew-derived “Messiah”.[14] Another common name for Jesus, Emmanuel or Immanuel, is derived from the Aramaic "Imman-el", which translates as "God with us".

E' come se si fosse chiamato al giorno d'oggi; Dio Sempreconvoi, gran bel nome per un messia.



Anche se non ce ne rendiamo conto, perchè lo ignoriamo, la maggior parte dei nomi classici che affondano le loro radici nella tradizone del Vecchio testamento hanno un'etimologia simile. Ad esempio il mio nome Anna deriva proprio dall'ebraico Hannah che significa colei che riceve grazia presso Dio. E' una caratteristica comune a tutti i nomi di origine ebraica. Davide, Abramo, Emanuele, Michele, Raffaele, Gabriele.
Michele significa "chi è come Dio?", Raffaele "medicina di Dio" e via dicendo. Per cui Yehoshua, oltre a contenere tutte le vocali che per gli ebrei hanno un significato particolare, significa Dio salva. Per cui la tua affermazione che solo il nome dovrebbe far pensare ad un falso è assolutamente priva di fondamento. Non è quello un elemento probante.



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Emilio Salsi ha scritto:


Altro dato contrastante, ma sottaciuto agli ingenui “credenti”, è il nonno di Gesù (il padre di San Giuseppe), che per Luca è “Eli”, per Matteo è “Giacobbe” (Lc. 3, 23; Mt. 1, 16.). Tali contraddizioni, anagrafico cronologiche genetiche e geografiche sulle “Nascite”, riportate nei “documenti sacri”, dimostrano che sono invenzioni aggiunte,


Non sono un'esperta ma è risaputo che le differenti genealogie riportate non hanno mai avuto la pretesa di essere storicamente verificabili ma servivano semplicemente ad indicare, in un caso la discendenza davidica, quindi regale, ed in un'altro la discendenza sacerdotale di Gesù. Inoltre, essendo il vangelo di Mt destinato soprattutto a lettori ebrei, ci sono alcune cose che sono state scoperte riguardanti, ad esempio, la gematria presente in quei passi da qui il valore simbolico
http://www.edicolaweb.net/lett011b.htm



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Hannah ha scritto:

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Emilio Salsi ha scritto:


Altro dato contrastante, ma sottaciuto agli ingenui “credenti”, è il nonno di Gesù (il padre di San Giuseppe), che per Luca è “Eli”, per Matteo è “Giacobbe” (Lc. 3, 23; Mt. 1, 16.). Tali contraddizioni, anagrafico cronologiche genetiche e geografiche sulle “Nascite”, riportate nei “documenti sacri”, dimostrano che sono invenzioni aggiunte,


Non sono un'esperta ma è risaputo che le differenti genealogie riportate non hanno mai avuto la pretesa di essere storicamente verificabili ma servivano semplicemente ad indicare, in un caso la discendenza davidica, quindi regale, ed in un'altro la discendenza sacerdotale di Gesù. Inoltre, essendo il vangelo di Mt destinato soprattutto a lettori ebrei, ci sono alcune cose che sono state scoperte riguardanti, ad esempio, la gematria presente in quei passi da qui il valore simbolico
http://www.edicolaweb.net/lett011b.htm



....ed ecco Hannah che subito da un " tocco di classe " Chanel al 3d.

Ah, emilio, Hannah è una nostra vecchia conoscenza del forum di Bastia , http://cristianesimoprimitivo.forumfree.net/?f=3580510

per cui, mi raccomando, se vuoi, rispondi , mo da fèral con savuarfer [;)]

mo se invece volete vedere i goliardi Arpiolidi in azione andate a

http://www.cassinonline.it/smf/index.php?topic=197.255

fate caso al numero di letture ....


zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 23/01/2009, 13:47, modificato 1 volta in totale.


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Ahhh...il forum di Cassino...quanto sono orgoglioso di aver aperto quel thread!


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Huntercrow ha scritto:

Ahhh...il forum di Cassino...quanto sono orgoglioso di aver aperto quel thread!


ciao Hunter .... alias Mithra [:D] , fatti sentire anche di la , la presenza di Emilio è fondamentale , lo ritengo infatti una voce veramente nuova da almeno 80 anni in qua , da Eisler, per intenderci .... [8D]


zio ot [^]



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Skeptikos ha scritto:

La cosa buffa è che per quanto riguarda gli ufo e civiltà aliene basate le vostre opinioni su testimonianze personali senza uno stralcio di prova seria, quando si parla di Gesu dite che vangeli e lettere degli apostoli, Paolo etc non sono attendibili.
La mia impressione è che volete andare contro tutta la verità costituita solo per gusto.





Quoto.[:D] Non esistono ufficialmente prove sull' esistenza degli ufo e degli alieni ( anche se io ci credo ) pur essendo un fenomeno attuale; trovare prove documentative sull' esistenza di Gesù non è certo un compito da poco, considerando il periodo storico. Mi piace comunque pensare che il suo messaggio positivo sia l' unico in grado di darci una regolata.



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MessaggioInviato: 24/01/2009, 14:41 
Barionu,

io capisco la tua raccomandazione ma, come vedi, Hannah ha detto una parolaccia: “gematria”.
Pensa, ho dovuto far riprogrammare il computer perché lui scriveva sempre “geriatria”. E con questa parolaccia si è convinta, di aver convinto, dopo averci passato il “link” entro il quale, un altro “credente convinto”, attraverso un ragionamento iperbolico infinito, fatto di numeri e lettere ebraiche, arriva sino al biblico re Davide, ma, alla fine, i nonni paterni di Gesù rimangono sempre due.

Hannah,
la quasi totalità dei “credenti” è gente comune, da sempre, e non sa che Gesù, secondo i Vangeli, ha avuto due nonni paterni diversi: essi vengono tenuti appositamente all’oscuro.
Una minoranza è dedita a fare “apostolato”, cioè proseliti e, come gli antichi Padri fondatori, si vede costretta ad inventarsi alibi per giustificare le numerose contraddizioni e falsificazioni che si evidenziano nelle narrazioni evangeliche; magari celandosi dietro un generico “è risaputo”…
Ma “risaputo” da chi? Da come lo dici sembrerebbe “da tutto il mondo”, pertanto, chi “non lo sa” deve sentirsi un ignorante isolato.

Non possiamo più fidarci di ciò che leggono i nostri occhi: dobbiamo ricorrere a “chi sa”, cioè al vero depositario della “rivelazione divina”, il quale, come fece già il noto storico falsario vescovo, Eusebio di Cesarea, gli basta ricorrere alla cabala, la complicatissima arte divinatoria degli acchiappacitrulli, per “coordinare” i diversi nonni paterni di Gesù e tranquillizzare, così, i pochissimi fedeli curiosi, lettori dei Vangeli, i quali, una volta risorti dopo morti, potranno andare felicemente in paradiso a godersi la vita eterna.

Hannah, l’osservazione che hai fatto serve quanto la lana caprina e non può correggere le enormi assurdità contenute nelle descrizioni di due “Natività” di Gesù, talmente incompatibili, al punto che altri esegeti, credenti come te, nel forum di Bastia che tu sai, hanno preferito sbarazzarsene dichiarandole “false” smentendo entrambi i Vangeli di Matteo e Luca, Atti degli Apostoli compresi; piuttosto, interpretando una “cabala” diversa e sentendosi anch’essi depositari di un’altra “rivelazione divina” hanno deciso che i veri Vangeli sono la “fonte Q”.
Tutti voi “che sapete” perché non suggerite ai Parroci di esporre ai fedeli, finalmente, i contrasti fra le “sacre scritture” e di giustificarli con la “cabala” o le “rivelazioni divine” personali o la “fonte Q”?

Hannah…ora pro nobis.

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Emilio , il link proposto da Hannah ha un ' altissimo interesse di valore storico , in ambito di Teogonia , ... è chiaro che il valore storico, INTESO COME POSSIBILE CRONACA , è tutt' un 'altra questione .


Tengo a precisare, che quello che Salsi presenta, è anche il mio pensiero personale , solo che io sono un satanasso emilian turtelein , [:p] Emilio è un satanasso [}:)] da ' agliata 'oscaiola di Barga ,.... Cinghiale , per interderci.

zio ot Obelix [8D]



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Cita:
Emilio Salsi ha scritto:


Hannah,
la quasi totalità dei “credenti” è gente comune, da sempre, e non sa che Gesù, secondo i Vangeli, ha avuto due nonni paterni diversi: essi vengono tenuti appositamente all’oscuro.




Anche a me è saltato il computer e sono costretta a riscrivere di nuovo, sperando di raccogliere di nuovo le idee.

tu parli dell quasi totalità dei credenti, e il discorso vale per la maggioranza degl elettori, di quelli che sperano nel superenalotto, che guardano tutti i reality show o i programmi di maria de filippi, ecc. ecc. E allora che ne facciamo? Un bel flambé? Un barbecue? Sarebbe qualunquistiico, oltre che discutibile [;)]

Tanto chi crede veramente, continuerebbe a credere lo stesso e chi a causa di questi "dettagli" smettesse di credere, sarebbe un fesso.
Ma secondo te i furboni della chiesa non hanno avuto tutti i mezzi e tutto il tempo di stilare due genealogie identiche o di fare 4 (400, 4.000, 40.000) versioni dei vangeli tutte uguali?

A te la gematria fa ridere o inorridire ma non possiamo farci niente se lo stile di scrittura in materia spirituale veniva infarcito da questi artifizi. Anche questo ha valore storico. 4 vangeli, 4 soggetti: toro, uomo, leone ed aquila. Basta leggere il linguaggio: "dalla sua bocca usciva una spada", la differenza di simbologia Erode la volpe non era Erode il furbo ma Erode lo stupido e via dicendo, perchè gli ebrei considerano la volpe un animale stupido, ecc. ecc. Per cui non comprendo il senso di volere considerare i vangeli una cronaca a tutti i costi per poi confutarla.

E' un po' lo stesso discorso degli ufo. Dopo tanti anni sono ancora oggetti volanti non identificati, nonostante la tecnologia, il progresso, ecc. Eppure qualcosa c'è. Chissà. [;)]

Una curiosità. Secondo te, la chiesa nei secoli ha combattuto più gli atei o gli eretici? [:I]


Ultima modifica di Hannah il 24/01/2009, 17:23, modificato 1 volta in totale.


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Emiliooo , Hannah è una mia cara amica .... amarcmand !!!! [8D] [:D] [;)]

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