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peppe ha scritto:
caro opera, mi intrigherebbe molto qualche lezione sul simbolismo. Qualche autore ebraico parla espressamente delle lettere ebraiche derivate dai geroglifici come stilizzazione degli stessi. Inutile ricordare che i geroglifici oltre ad essere vocalizzzati erano probabilmente anche visualizzati come simboli. Filippo afferma nel suo vangelo che la verità la si può afferrare solo in simboli e immagini.
Bene, caro Peppe, solo per incominciare a ragionare, avremo poi il tempo di approfondire e confrontarci. È talmente vero che la verità si può affermare solo in simboli e immagini che lo stesso concetto di simbolo si fa afferrare al meglio con una immagine: quella di una Matrioska (NdA per Barionu: non cito il libro nel quale fu espresso per la prima volta il concetto, nel 1997, perché ne sono io l'autore e non mi pare etico
).
Immagina, Peppe, di là del senso lessicale che si ritrova nei vocabolari (anche quelli di greco [}:)] ) la figura di una spada. Inizialmente essa è soltanto una spada, un'arma per la guerra - come quella dei sicari, per esempio - ma qualcuno, prima o poi, qualora già non sia stato affermato, inizierà a dire: "Hai la lingua come una spada!". Altri assimileranno la spada (a doppio filo) alla Parola di Dio. Qualcun altro, poi, la prenderà come segno dei cavalieri, magari dei templari, e altri come logo di una fabbrica di lamette per radersi. Così, di tempo in tempo, di cultura in cultura, l'immagine/parola della spada si arricchirà di nuovi significati, anche archetipali (casomai freudiani), di nuove stratificazioni dell'identica forma, così come si stratifica una Matrioska.
L'aspetto complesso del problema è questo: i dizionari (nemmeno il Rocci per chi ha frequentato il liceo classico nei tempi andati) non ci racconteranno di questa figliolanza di significati metalessicali. I furbi poeti useranno il simbolo per sfruttarne le molteplici evocazioni mentre i filologi (quelli del metodo storico scientifico punto e basta, intendo) se ne andranno a spasso nella scarna realtà dei lemmari e della lettera delle scritture antiche. E il simbolo resterà là solitario, a educare i talenti che gli sono affidati [cit. P.A. Florenskij] e ad insegnare che occorre scrutare nella profondità e non sulla superficie delle linee di un testo.