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Giovanni dalla Teva ha scritto: Cita:
Sig. Veritas scrive:
Tuttavia, ciò che mi preme chiarire, ed è il motivo per cui ho deciso di scrivere questo messaggio, è il fatto che la figura gesuana fu ESTREMAMENTE complessa di per sè e, come se tutto questo non bastasse, il clero falsario fece di tutto per renderla ancora più compplessa, con le sue allucinanti menzogne e le sue 'oceaniche' manipolazioni mistificanti, al fine di rendere la vicenda umana e storica di Gesù il più possibile impenetrabile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti; a circa 18 secoli e mezzo dalla fondazione del culto catto-cristiano, ancora NESSUNO, per quanto geniale studioso, è riuscito a far emergere il Gesù storico dalle brume neotestamentarie.
Perfettamente d'accordo, hanno falsificato ereso il terreno minato per la ricerca della verità. Ho osservato che in certi casi frequenti in Storia Eclesiastica di Eusebio da Cesarea bisogna leggere alcuni brani al loro incontrario.
Il vescovo Eusebio di Cesarea (Cesarea in Palestina, 256 d. c. e morto nel 340 d. c.) fu un uomo di chiesa realmente esistito la cui specializzazione era la falsificazione. Oltre a scrivere varie opere Eusebio elaborò anche una serie di carte, Le Tavole canoniche, con riferimenti incrociati dei passi corrispondenti dei quattro Vangeli; e dove i fatti e le date non tornavano, era lui stesso che falsificava e interpolava i vari documenti storici precedenti, per armonizzare il tutto secondo l'interesse proprio e quello dell'imperatore Costantino.Un caro saluto.
"...Ho osservato che in certi casi frequenti in Storia Eclesiastica di Eusebio da Cesarea bisogna leggere alcuni brani al loro incontrario.."Per contro, vi sono degli aspetti nei lavori patristici, e tra cui quelli dello stesso Eusebio, i quali dovrebbero indurre in serie riflessioni gli esegeti: soprattutto quelli laici, i quali, rispetto a quelli confessionali che sono interessati ad affossare la verità, a tutto vantaggio del 'sacro' castello di menzogne del clero falsario, hanno interesse a far emergere la verità da tale allucinnate cumulo di menzogne.
Nella fattispecie, mi riferisco alla circostanza che sebbene Eusebio citi l'esecuzione di Pietro & company per volontà di Nerone (*), tuttavia nulla ci dice del famigerato incendio che, secondo Tacito, sarebbe stata la causa 'indiretta' che avrebbe portato alla morte molti 'cristiani' (MAI esistiti all'epoca, a meno che con tale termine si voleva intendere i ribelli 'messianisti' giudaici, in greco chiamati anch'essi 'CHRISTIANOI'!), tra cui lo stesso Pietro.
Vale la pena sottolineare che l'autore (o gli autori) dei testi di Atti di Pietro ed Atti di Pietro e Paolo, riconosciuti essere stati scritti verso la metà del II secolo, NULLA ci dicono di questo incendio, NE' che la causa che portò alla condanna a morte di Pietro sia stata tale presunto evento: probabilmente verificatosi realmente, ma NON nell'anno 64, quando venne giustiziato Pietro, e non delle dimensioni descritte apparentemente da Tacito (apparentemente in quanto, di sicuro, non fu lui a scrivere di queste fesserie che, in quanto tali, piacciano tanto ai cattointegralisti, dal momento che ciò risparmia loro l'onere di usare il cervello!). Anche Agostino, nella sua 'De Civitate Dei', NULLA ha scritto dell'incendio avvenuto durante il regno di Nerone.
Neppure Clemente Romano, il quale nelle sue Epistole ci parla dell'esecuzione di Pietro al tempo di Nerone, fa il minimo accenno a tale incendio. Idem per ciò che concerne l' "Epitome della Storia di Roma", il cui autore non fa il minimo accenno all'incendio al tempo di Nerone, mentre, al contrario, ci parla dell'immane incendio scoppiato nell'ultimo anno del regno dell'imperatore Tito (anno 80): un incendio spaventoso che distrusse gran parte della capitale: forse 10 quartieri su 14! (la citazione si trova negli 'Annales' di Tacito, con riferimento al presunto incendio avvenuto sotto Nerone)
E' altamente probabile che il 'pio' correttore di 'bozze' che alterò gli Annales di Tacito, si sia ispirato proprio all'incendio sviluppatosi nell'ultimo anno di regno di Tito, anche perchè gli sconcertanti crimini addebitati a Nerone, quali ad esempio quello degli 'uomini torcia' per illuminare le serate ludiche del 'malvagio' Nerone, in realtà non furono altro che eventi accaduti nel nuovissimo 'Anfiteatro Flavio' (Colosseo), inaugurato da Tito.
Sembra che per divertire il pubblico sugli spalti dell'anfiteatro, fra le varie scelleratezze vi fu anche quella di cospargere di grasso e di altre sostanze combustibili (quale il bitume), il corpo di poveri disgraziati condannati a morte per crimini gravissimi. Secondo le fornti dell'epoca, pare che il pubblico, urlante ed in preda ad isteria, si divertisse moltissimo nel vedere i poveri disgraziati di cui sopra, trasformati in torce umane, rotolarsi 'ridicolmente' in terra nel vano tentativo di spegnere le fiamme che inesorabilmente consumavano i loro corpi!
Infine, quasi a 'cappello' di tutto ciò, abbiamo l'importantissima e determinante testimonianza dello storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale, proprio nell'anno 64, si trovava a Roma in qualità di 'avvocato' difensore di due suoi amici rabbini, accusati dalle autorità romane di Gerusalemme di essere contigui al movimento ribelle messianista (zeloti ed altri) e per questo inviati a Roma per discolparsi davanti all'imperatore. Ebbene, in NESSUNO dei lavori di Giuseppe F. si fa il MINIMO accenno a tale famigerato incendio! Se si fosse verificato davvero, nel 64, un così immane incendio, il quale avrebbe potuto sicuramente mettere a repentaglio la sua stessa vita, come avrebbe potuto lui, uno STORICO, 'dimenticarsi' di citare un evento così catastrofico??.. Eppure, intere generazioni di eruditi lo hanno creduto e, quello che è peggio, lo continuano a credere! (perchè, qualcuno ha osservato, lo insegnano a scuola: dunque è 'vero'!). E c'è anche qualche mentecatto 'sinistrato' che ha il coraggio di fare del sarcasmo in merito agli 'arpioliti'. Da che pulpito viene la predica!
Come ho già detto, è altamente probabile che durante il regno di Nerone sia effettivamente scoppiato un incendio nella Capitale. Del resto, gli incendi a Roma erano piuttosto frequenti, data la particolarità dell'abitato (la maggior parte delle case, quelle popolari, costruite in legno). Inoltre, a parlare dell'incendio, oltre Svetonio e Tacito, i cui racconti furono ampiamente 'addomesticati', vi furono anche Plinio il Vecchio e Dione Cassio, e nessuno dei due ha fatto il benchè minimo accenno alla persecuzioni dei cristiani voluta da Nerone, come si rinviene in Tacito e Svetonio.
In Atti di Pietro, un testo della prima metà del II secolo o della successiva, non vi è alcuna accenno all'incendio e si capisce lontano un miglio che Nerone fece giustiziare Pietro per un grave crimine che quest'ultimo aveva commesso (aggressione a Simon Mago con l'intenzione di ucciderlo). Secondo questo preziosimo testo (di area CRISTIANO-ORTODOSSA, quindi nè 'erettico nè gnostico!) fu lo stesso imperatore Nerone ad interrogare Pietro (non poteva essere altrimenti!). Ad un certo punto Nerone chiede a Pietro: "PERCHE' L'HAI FATTO?...". E Pietro risponde: "Perchè SIMONE (Mago) era un individuo malvagio, e meritava di morire!.." (da tutto ciò, ogni persona di buonsenso, che ovviamente NON può essere un cattoidolatra, dovrebbe intuire come andarono le cose). (**)
Naturalmente, l'autore del testo (Atti di Pietro) non dice apertamente che Pietro aggredì Simon Mago per ucciderlo (***). In Atti degli Apostoli è riportata l'uccisione dei coniugi Anania e Sapphira, dove l'autore, tenendo ben presente a chi era destinato il 'messaggio', ha scritto che Pietro si limitò a 'pregare' Dio perchè facesse fuori i due 'criminali'(****): cosa di cui Egli non si fece affatto pregare a lungo, ed in un battibaleno fece fuori i due 'reprobi', perchè così piaceva a Pietro (sic!). Si badi bene che Origene, commentando l'accaduto nel Contra Celsum, afferma testualmente: "Pietro fu COSTRETTO AD UCCIDERE (sic!) i due coniugi con la spada della sua "bocca" (pazzesco!!... Come può un cattolico istruito credere a tali aberrazioni mentali e morali, tese a prendersi ferocemente gioco dei poveri disgraziati che credevano nel clero falsario di quei tempi ed anche di quelli attuali?..). Inoltre Origene aggiunge: "...perchè Pietro devolveva anche metà dei 'SUOI' beni per la causa dei poveri.." (secondo Origene, dunque, i beni che Pietro sacheggiava a dei poveri disgraziati indifesi, diventavano di diritto suoi beni!..)
Con un processo letterario, praticamente speculare a quanto sopra, anche nel caso della vicenda Pietro-Simon Mago, il 'santo' fondatore del papato si limitò a 'pregare Dio' perchè facesse cadere a terra Simon Mago mentre quest'ultimo stava dando dimostrazione di 'volo'. Anche in questo caso il 'servile' Dio, quasi un 'genio della lampada', non ci pensò due volte ad eseguire la volontà del santo Pietro e Simon Mago precipitò a terra frantumandosi una o tutte e due le gambe.
La vera dinamica, poi 'torta e ritorta' dai fantasiosi falsari della 'prima ora', fu che Simon Mago cadde veramente da una macchina per 'volare', che lo stesso Nerone gli aveva fatto costruire, e nella caduta riportò sicuramente delle serie fratture: forse multiple ad una gamba. Soccorso, Simon Mago venne ricoverato nella casa del senatore Marcello, grande amico di Nerone. Fu proprio durante la degenza che Simon Pietro, il quale, come raccontano gli stessi Atti degli Apostoli, aveva conosciuto Simon Mago in Samaria, aggredì quest'ultimo insieme alla sua banda di assassini. (secondo gli Atti di Pietro, sarebbero stati i servi di Marcello a farlo....pazzesco!!).
Subito dopo il misfatto, Pietro si rifugiò presso fiancheggiatori giudaici della diaspora romana, i quali odiavano Simon Mago. Quando si seppe che tutta la forza pretoriana (ovviamente su ordine di Nerone), si era messa in moto per ricercare i colpevoli, gli ospiti di Pietro, probabilmente per paura, consigliarono quest'ultimo di lasciare Roma di notte e tentare di raggiungere Puteoli, dove Pietro avrebbe potuto contare sull'assistenza di altri giudei del posto, al fine di tentare di raggiungere la Palestina via mare. Tuttavia, egli ed i suoi vennero intercettati dai pretoriani al terzo Km della via Appia ('Quo vadis Domine?..' scriveranno i falsari!) e riportati indietro. A Roma essi vennero rinchiusi nel carcere Mamertino. Il resto è storia.
Saluti
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Nota:
(*) - piuttosto incazzato per la verità, visto che Pietro e la sua banda di assassini (per gli antichi padri falsari furono dei 'cristiani') avevano attentato alla vita di Simon Mago
(**) - in quanto all'espressione "..era un individuo malvagio, e meritava di morire!" è oggi possibile capire perchè Pietro ritenesse Simon Mago meritevole di morte. Per molto tempo gli eruditi si sono 'cullati' sull'approccio dato dagli Atti degli Apostoli (fortemente reticenti!) circa il rapporto tra Simon mago e Pietro, nascondendo praticamente tutta la verità che si cela dietro tale importante aspetto della vicenda evangelica. In Recognitiones vi è un passaggio che avrebbe dovuto 'suonare' come un campanellino d'allarme. Tuttavia, l'erudizione laica ha preferito seguire le orme dell'esegesi confessionale, la quale, guarda caso, considera Recognitiones (letteratura clementina) un testo NON AFFIDABILE, perchè 'troppo' lontano dai fatti (è per questo motivo che, ancora oggi, malgrado i risultati cui sono giunti fior fiore di eruditi, circa il fatto che i vangeli canonici NON furono scritti nel I secolo, gli apologisti cattolici continuano a sostenere ad oltranza la tesi secondo cui i vangeli furono scritti nel I secolo: addirittura in aramaico!)
(***) - ovviamente insieme agli altri scellerati che formavano la sua banda di assassini, quasi sicuramente già responsabili del massacro dei coniugi Anania e Sapphira condotto dal 'santo' Simon PIetro che, manco a dirsi, sarebbe stato il fondatore del papato: come dire, il 'buongiorno' si vede dal mattino!
(****) - i quali avevano avuto la 'gravissima' colpa di proteggere i loro averi (v. Giuseppe Flavio in merito alle scorrerie dei banditi che depredavano ed uccidevano le famiglie di contadini e piccoli proprietari sparse nelle campagne). Probabilmente l'accaduto doveva essere ben noto ai giudei del tempo e quindi ai gentili, visto che questi ultimi venivano informati dai giudei per ciò che riguardava la vicenda 'evangelica', se i padri falsari decisero di parlare di un aspetto così imbarazzante, nel modo puerilmente mistificatorio che conosciamo (Dio che interviene su 'richiesta' di Simon Pietro!)
Veritas
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