Ciao a tutti,
E' tanto che avevo voglia di confrontarmi con qualcuno su delle riflessioni che stanno maturando in questo periodo.
Credo e spero di trovare persone che possano capire il mio punto di vista, e magari sollecitare in me nuovi spunti di riflessione che possano portarmi ad avere delle idee un po' più chiare.
Sono una ragazza (
beh dai in fondo 29 anni non sono tanti passatemi il termine ragaza
) che fin da piccola è cresciuta imparando a conoscere la religione cattolica.
Ho una famiglia molto cattolica, con esempi viventi di quello che i valori di questa religione insegna. Ho avuto sempre una strada in salita nel corso della mia vita, con molte difficoltà da affrontare. Ho dovuto crescere in fretta e responsabilizzarmi prima del tempo.
Ho frequentato l'oratorio fino a poco prima di sposarmi e ho avuto ruoli da animatrice/educatrice per qualche periodo.
Tutto quello che ho vissuto è stato incredibilmente bello, istruttivo, determinante per farmi essere quella che oggi sono.
Anche la mia fede è nata in questo scenario, ho passato le mie difficoltà, i miei dubbi; ho fatto le mie esperienze e oggi posso affermare la mia fede in modo più che consapevole.
Il ruolo che ha avuto la chiesa in tutto questo è molto importante in quanto probabilmente non avrei potuto mai arrivare a credere, sentire e vivere l'esperienza di Gesù.
E' una premessa, questa, obbligata per darvi un quadro generale di quello che è stato un mio percorso.
Oggi (o meglio da qualche anno) non sono più inserita in questo scenario, vuoi perchè da quando mi sono sposata mi sono trasferita, vuoi perchè è subentrato un lavoro altamente stressante, vuoi per le tremila giustificazioni possibili e immaginabili.. in realtà credo che la motivazione più vera e sincera con me stessa sia una gran pigrizia che ha avuto il sopravvento su molti buoni propositi.
Il punto è che oggi ci sono molte cose che mi lasciano perplessa.
Oggi sento che qualcosa non quadra. Io non riesco a comprendere alcune posizione della chiesa circa molti argomenti (gay, sacerdoti nubili, annullamento di matrimonio, eutanasia, ecc..).
Non mi schiero con chi critica la Chiesa in tutto e per tutto, non ritengo che tutto sia marcio, per il semplice fatto che so che non è così dappertutto. Ma non mi schiero nemmeno con chi non mette minimamente in dubbio tutto ciò che dice.
Io non voglio essere una di quelle persone che crea una religione a suo uso e consumo (vale a dire che prende ciò che gli piace e criticando il resto lo butta via), però non riesco nemmeno ad accettare completamente quello che questa "guida" mi propone.
E' qui il problema. Io in qualche modo ho perso un po' il punto di riferimento. Fermo restando che in linea di principio il mio riferimento è Gesù, rimane il problema della comprensione di quello che Gesù ci insegna.
Il Vangelo per me è il "libro di testo" tuttavia vacilla un po' la fiducia sul "professore" ovvero chi spiega quanto scritto sul libro di testo.
Non so se si capisce il mio pensiero...
E' come voler avere ripetizioni ma non trovare nessuno a dartele.
Vorrei capire il perchè di alcune posizioni, il perchè di troppe incongruenze su quello che ci insegna e quello che avviene (una cosa per tutte: perchè... se è scritto "l'uomo non divida ciò che Dio unisce" è previsto l'annullamento di un matrimonio e perchè quindi il divorzio viene così demonizzato? Se è vero che non si può dividere ciò che è stato consacrato allora nemmeno l'annullamento di un matrimonio è accettabile).
Un'altra cosa che non capisco è questo essere contro le unioni gay in ambito legale. Perchè non voler far fare delle leggi che nulla hanno a che ledere del libero arbitrio di ciascuno di noi? Ammesso anche che non sia giusta questa unione, secondo me la scelta non deve essere imposta ma ispirata. Così come l'eutanasia, l'aborto ecc.
Con questo, per quello che mi riguarda sono a favore della vita sempre e comunque, e condivido il pensiero della chiesa sul valore di un matrimonio e quant'altro. Solo che come io scelgo liberamente di aderire a questo pensiero è giusto che sia possibile per gli altri non farlo. Ognuno secondo me deve essere libero di esercitare le proprie scelte in libertà senza ledere la libertà altrui.
Quello che voglio dire, è che secondo me Nostro Signore, si, ci vuole tutti convertiti, ma con coscienza maturata. La fede non si può imporre. Si può solo farne assaporare il gusto con la propria vita.
Se riesco a dimostrare con la mia vita quanto è bello essere cristiano e perchè ha senso provare a cambiare allora posso sperare di aver convinto qualcuno a tentare di avvicinarsi alla mia fede. E' allora che il mio Signore è contento.
Questo è quello che in linea di principio credo io....
Voi che ne pensate?
Scusate la lunghezza del post... e grazie a chi aggiungerà un pezzetto di se a questa riflessione.
Piccola G