Il presente messaggio è stato postato da me alcuni anni fa su un altro forum. Sottolineo questo in quanto alcuni passaggi potrebbero apparire incoerenti con il tempo attuale.
x Pope: attendibilità dei testi Cita:
pope ha scritto:
...Il vero è che la produzione di documenti falsi non riguarda solo il clero cristiano ma ha coinvolto tutti senza esclusioni. Se fior di intelligenze come Ireneo e Ippolito si sono scomodati per scrivere libri su libri contro le eresie vuol dire che la lotta per l'affermazione del proprio pensiero era estremamente dura e le accuse erano reciproche, ovvero tutti contro tutti, non si può dire che uno fosse meno falso dell'altro.
Il problema dei falsi è forse nato insieme alla scrittura. Lo stesso Ireneo (un po' meno Ippolito) fu a sua volta un falsario e grossolanamente reticente in merito al vero svolgersi dei fatti evangelici. Tuttavia, non si deve per questo rinunciare ad applicare il nostro spirito critico, solo perchè all'origine del cristianesimo vennero prodotti dei falsi, alcuni dei quali hanno poi finito con l'incidere profondamente nel corso della storia umana degli ultimi 20 secoli.
Ci sono molti aspetti che gli eruditi hanno mostrato di ignorare bellamente, sollevando di fatto il clero dall'onere di dare le adeguate spiegazioni. Per esempio, secondo l'erudizione ufficiale, lo gnosticismo 'cristiano' sarebbe nato nel secondo secolo: chi dice nella prima metà e chi, più vicino alla "cupola", nella seconda metà. L'atteggiamento del clero, il quale fu il primo a dare tale "suggerimento", fu chiaramente ispirato a postdatare il più possibile il fenomeno gnostico, sperando così di allontanare il sospetto che il primo a "nascere" sia stato proprio lo gnosticismo e, successivamente, il cristianesimo. (come in realtà fu)
Del resto, gli indizi che lasciano intuire che la predicazione di Gesù fu ANCHE gnostica, abbondano: persino negli stessi canonici! Ciò non deve
destare meraviglia, dal momento che il "modello" gnostico di Gesù fu quello pitagorico (che egli ereditò dalla scuola giovannea). E' risaputo, infatti, che Pitagora riservava due tipi di insegnamenti ai suoi discepoli: uno esoterico, indirizzato ai discepoli "iniziati" (cioè coloro in grado di capire le lezioni oscure ed incomprensibili ai più, tipiche del linguaggio misterico, come ad esempio gli "oracoli") ed un altro, questa volta in "chiaro", cioè facilmente comprensibile, egli lo riservava ai discepoli novizi i quali, durante il loro noviziato, dovevano osservare un periodo di 3-5 anni di silenzio, limitandosi ad ascoltare quanto veniva insegnato dal maestro. Questa duplice forma di insegnamento è esattamente quella che traspare dal contesto evangelico.
Tornando alla questione dell'origine dello gnosticismo, il clero afferma che il fenomeno dello gnosticismo cristiano si sviluppò nel secondo secolo
e gli eruditi laici sembrano non contestare tali affermazioni. Tuttavia, gli stessi autori che tu hai citato, vale a dire Ignazio ed Ippolito, affermano testualmente che fu Simon Mago l'origine di tutte le eresie e, dal momento che Simon Mago fu un maestro gnostico, è evidente che tali eresie si riferissero proprio al mondo gnostico.
Secondo le stesse cronache patristiche, Simon Mago morì a Roma nel 64: ergo, la sua scuola ed il suo insegnamento dovevano necessariamente essere
iniziati parecchio tempo prima. Alla luce di tutto ciò, una domanda nasce spontanea: con quale autorevolezza i falsari cattolici possono affermare che
lo gnosticismo cristiano (Simon Mago venne "convertito" al cristianesimo poco tempo dopo la presunta morte di Gesù negli anni trenta) nacque nel
secondo secolo?... E se i vangeli canonici, secondo le amenità sostenute dai falsari, vennero scritti "solo" alcuni decenni dopo la morte di Gesù, per quale motivo gli gnostici (di cui il vangelo di Tomaso ne rappresenta la testimonianza più evidente) avrebbero dovuto attendere oltre un secolo dalla morte di Simon Mago per scrivere i loro??... Non solo tutto ciò non ha senso, ma suona decisamente come un'offesa all'intelligenza altrui: cosa che non ha mai provocato "disagio" in casa clericale!
Ora, come è risaputo, la "Third Quest" (vale a dire la terza fase delle ricerche sulle origini del cristianesimo e sulla figura storica di Gesù) non si ripromette di confutare la storicità del personaggio (aspetto che aveva caratterizzato le ricerche precedenti), in quanto tale obiettivo, chiaramente non più sostenibile alla luce delle moderne ricerche e dei ritrovamenti archeologi, è stato definitivamente abbandonato dall'alta critica. Ciò che oggi, in pratica, si ripropone la nuova ricerca è quello di contestare al clero falsario la manipolazione e la falsificazione di fatti e personaggi e confutare la ricostruzione della vicenda gesuana effettuata dallo stesso. Continuare a sostenere ad oltranza la non storicità della figura gesuana non ha più senso e ciò, paradossalmente, può giovare solo al clero, in quanto esso sa bene che da tale punto di vista non ha nulla da temere! E' quindi ovvio che risulta strategicamente utile ai clericali che le discussioni si incanalino su tale percorso, piuttosto che su altri assai più "pericolosi".
Su di un forum-blog mi è capitato di dibattere con un tale che si firmava "Trystero" ed il cui nome (o presunto tale) è Diego Cuoghi, il quale
affermava di essere un ateo e di non credere all'esistenza storica di Gesù. All'atto pratico, tuttavia, egli si dimostrava essere più "realista del re"!
Infatti, egli finiva sempre con il difendere a spada tratta le posizioni clericali! Cosa vuol dire tutto ciò?...
Non credo che ci sia bisogno di sforzarsi le meningi per arrivare ad intuire "quanto bolle in pentola": al clero falsario fa gioco che si discuta sull'esistenza o meno di Gesù, tralasciando altri aspetti molto più importanti, in quanto molto più attuali! E' necessario, dunque, tenere bene in conto tali risvolti "strategici" quando si decide di affrontare determinate tematiche.
Una cosa, comunque, che non mi è chiara è il motivo per cui i Mandei, i quali vissero fuori dal contatto e dall'influenza dei cristiani, essendosi
stabiliti fuori dei confini dell'impero romano, diventato ormai "preda" dell'occhiuto clero cattolico, avrebbero dovuto falsificare i loro testi a favore della tesi cattolica, vale a dire ad evidenziare la figura di Gesù, dando così automaticamnete sostegno alla tesi clericale circa l'effettiva storicità del Nazareno.. Se si fosse riflettuto attentamente su tale aspetto, forse oggi ci sarebbero ben pochi a credere ancora nella non esistenza storica del carattere gesuano!
Va da sè che una tale remora va sollevata specularmente anche per ciò che attiene il mondo delle scritture rabbiniche: Talmud, Toldoth ed altro. Da
circa 19 secoli a questa parte, i falsari cattolici accusano i giudei di essere dei "deicidi", vale a dire di aver ucciso Gesù il nazareno. Alcuni patristi affermano testualmente che essi, cioè i giudei, "appesero Gesù al legno", lasciando quasi pensare, alle persone non informate dei fatti, che con tale frase i patristi intendessero accusare i giudei di aver crocifisso essi stessi Gesù! Ma, grazie ai contenuti del Talmud e di altra scrittura rabbinica, oggi sappiamo che le cose non stanno affatto così e che tale locuzione ha un significato BEN PRECISO, il quale nulla ha a che vedere con la crocifissione!...
Ora, se quella di Gesù non fu una figura storica, se tale carattere venne "costruito" a tavolino, per quale assurdo motivo i rabbini non hanno mai chiarito al mondo tutto ciò?... Specialmente oggi che, a differenza dei secoli passati, nessuno impedisce loro di farlo!.. Perchè continuare a
portare sulle "spalle" l'accusa di deicidio se Gesù non fu un carattere storico??.. Tutto ciò non ha senso, soprattutto alla luce del fatto che il mondo ebraico della diaspora subì feroci repressioni da parte dei 'pii' cattolici, proprio a cagione dell'accusa di deicidio: concetto che fu alla base dello scellerato antisemitismo clericale, il quale finì con il 'contagiare' anche il potere secolare! (Hitler et similia docet!)
Ma la cosa ancora più sconcertante risiede nel fatto che non solo il mondo rabbinico conferma con le proprie evidenze la storicità di Gesù, ma, in
pratica, afferma stupefacentemente che furono i loro predecessori di 2000 anni fa a giustiziarlo, APPENDENDOLO POI AL LEGNO!!!... Come si può sostenere, allora, la non storicità di Gesù?.. Sono forse i rabbini degli "scemi", al pari di tutti i loro compatrioti, i quali non credettero
all'"evidenza" divina di Gesù il nazareno, che operava i miracoli conosciuti da tutti, grazie all'intercessione del suo padre "naturale" (Giuseppe, stando alle sante panzane, fu solo quello putativo) ad accollarsi una tale responsabilità, se il carattere gesuano fu meramente fittizio??..
Cita:
... Ah, perchè Giovanni di Gamala e Gesù Cristo non sono frutto della fantasia ?...
A ben guardare, ce ne sarebbero molti di personagi ad essere "frutto di fantasia"!... Prendi ad esempio Simon Mago e Dositeo: all'infuori del
contesto neotestamentario e/o patristico, nessuno parla di loro!.. Cosa vuol dire tutto ciò, che sono anch'essi frutto di fantasia?..
La cosa è particolarmente "grave" per la figura di Simon Mago, il quale fu arcinoto ai romani dell'epoca, a motivo delle sue imprese e dei suoi
"miracoli": praticamente identici a quelli attribuiti a Gesù (provenivano entrambi dalla scuola del mago Giovanni il Battista). L'unica, vaga
citazione del mondo pagano riguardo a Simon Mago, ci viene da Svetonio il quale parla di un certo "Icaro", il quale, cadendo a terra, spruzzò di sangue l'imperatore Nerone (citazione ovviamente esagerata, come fu nello stile "sarcastico" e denigratorio di Svetonio).
E' quasi certo che tale episodio si riferisca all'esperimento di volo, mal riuscito, tentato da Simon Mago e che venne narrato (sebbene con una certa dose di fantasia mistificante, tesa a scagionare l'assassino Simon Pietro dalle sue responsabilità) dall'autore del testo apocrifo conosciuto come "Atti di Pietro": un testo che, malgrado l'atteggiamento "destituente" e noncurante del clero falsario, è ricco di dati estremamente importanti sotto il profilo
dell'esegesi neotestamentaria.
Risulta dunque ovvio che Simon Mago NON VENNE conosciuto dai romani con tale nome: esattamente come Gesù non venne conosciuto, a Roma, con l'attributo Christos, ma Chrestos. Questo rilievo serve anche a farci capire che il passaggio in cui Giustino Martire parla di Simon Mago e 'Semo Sancto' è puerilmente interpolato.
Quasi sicuramente lo stesso personaggio Giustino Martire venne 'mistificato', nel senso che egli non appartenne affatto al mondo del cattolicesimo 'ortodosso', ma a quello gnostico. (da Ippolito potrebbe arrivare una clamorosa conferma, visto che egli parla di un eresiarca gnostico di nome GIUSTINO)(*).
Come regola fondamentale, va tenuto presente che TUTTI i personaggi 'cristiani' del II secolo, accreditati di 'suplliche' apologetiche all'indirizzo di questo o quell'imperatore, furono tutti degli gnostici gesuani (e NON cristiani!), dal momento che è IMPOSSIBILE CREDERE che un esponente catto-cristiano potesse andare soggetto a persecuzioni a motivo della sua fede, dal momento che il culto cattolico nacque per volontà del potere secolare, il quale finanziò generosamente coloro che furono incaricati di dar vita a tale culto!
Un esempio per tutti è rappresentato dalla vicenda dei 'martiri di Lyone', truffaldinamente 'cristianiazzati' dal falsari cattolici. Per capirlo, basta appena riflettere sul fatto che il vescovo di Lyone, vale a dire IRENEO di SMIRNE, non subì alcuna molestia dal potere romano, mentre i presunti 'catto-cristiani'(**) venivamo giustiziati crudelmente dal potere imperiale locale. Come si può digerire una tale assurdità senza reagire?.. Tutto ciò è perfettamente 'parallelo' alle presunte persecuzioni dei cristiani (mai esistiti all'epoca!) avvenute in Gerusalemme ed in Giudea qualche anno dopo la presunta morte di Gesù sotto Pilato.
Tutto ciò è riportato dagli Atti degli Apostoli, da cui apprendiamo che i fedeli cristiani subivano il martirio, mentre nessuna violenza venne attuata nei cofnronti dei capi 'cristiani', tipo gli apostoli e discepoli vari, i quali poterono dar vita al loro 'ministero' in tutta tranquillità! Qualunque persona di buon senso può arrivare a capire che non si trattò affatto di catto-cristiani, ma di personaggi che condivisero con i successivi seguaci della chiesa cattolica, nata a Roma tra il 140-150, l'appellativo greco 'christianoi', con cui gli elleni trasferitisi in Palestina dopo le vittorie e le conquiste di Alessandro Magno, appellavano i ribelli messianisti palestinesi ancor prima della nascita di Gesù!
Come i responsabili della dottrina giudaica obliarono la figura dei "notzrim" (nazareni), giungendo sino al punto di farla coincidere con quella dei "nazirei" (per assonanza dei termini e NON per la sostanza delle cose!), così i falsari fondatori cattolici, dopo averla utilizzata per circa 5 decenni, obliarono la figura di Giovanni di Gamala. Oggi, a cagione di tutto ciò, essa non appare più in 'chiaro' sullo scenario evangelico ma, fortunamente, è possibile farla riemergere attraverso dei precisi riferimenti testuali e riflessioni critiche circa il contenuto dell'attuale vangelo di Luca e, soprattutto, di quello del protovangelo di Giacomo. Come ho già detto, posterò un messaggio in cui ho già trattato l'argomento. (tra l'altro, ho la vaga impressione che Cascioli, nel suo prossimo libro, si gioverà di tale "suggerimento"!)
Cita:
Io mi attesto solo su ciò che può essere confermato ''storicamente'' e francamente delle deduzioni a cui si può arrivare dai testi taroccati e peraltro scritti secoli dopo gli avvenimenti non so che farmene...
Se non si accettano le citazioni dei vari scrittori, soprattutto quelli dell'antica Grecia, ci si ritrova paradossalmente nella condizione di doversi astenere dalla valutazione storico-critica di un buon 50% dei personaggi citati da detti autori, a cominciare dallo stesso Socrate, il quale non lasciò nulla di scritto! Le sorgenti che parlano del "Cristo" o semplicemente di Gesù, sono ormai molteplici e vanno dall'ambiente pagano (v. Celso), a quello ebraico (Talmud ed altro), a quello gnostico (in antitesi al mondo cattolico), a quello manicheo ed infine a quello mandaico. Ritenere che gli autori di tutte queste sorgenti di dati abbiano "taroccato" le loro scritture per avallare una figura "sintetica", costruita di sana pianta dal clero falsario, francamente mi sembra un po' troppo...
Cita:
L'unico documento ''contemporaneo'' sul quale si può fare affidamento è il Talmud. Ma anche in questo caso ci troviamo di fronte a un documento taroccato e falsificato dai padri della chiesa.
Il Talmud, e soprattuto le Toldoth Yeshu, non sono "taroccati", ma "camuffati". La differenza tra i due termini non è di poco conto, in quanto il primo contempla una falsificazione vera e propria (alterazione della verità storica), mentre il secondo sottende il concetto di "mascheramento" della verità. Il motivo di ciò è arcinoto. Sin dai primi secoli del dominio totale del clero cattolico sul mondo religioso dell'impero, vale a dire dalla seconda metà del IV secolo in avanti, i giudei, a cagione delle registrazioni relative a Gesù, a sua madre ed alla sua famiglia in genere, presenti nelle loro scritture sacre, vennero fatti oggetto di criminali persecuzioni da parte dei cattolici assassini (veri eredi di Simon Pietro!) e le loro scritture, sebbene caparbiamente ricostruite dai rabbini, vennero periodicamente date alle fiamme. Ogni volta che esse rifacevano la loro comparsa, sebbene non pubblicamente, gli inquisitori (antenati di quelli dell'alto medioevo) passavano a setaccio tale scrittura e se vi trovavano chiari riferimenti a Gesù i rabbini responsabili venivano imprigionati espesso uccisi, mentre i libri (persino le Bibbie!) venivano distrutti. Fu proprio in conseguenza di ciò che i rabbini ravvisarono la necessità di camuffare in qualche modo i passaggi "scottanti", allo scopo di farli apparire come non riferiti alla figura di Gesù ma ad un altro personaggio.
Il fatto stesso delle ricorrenti distruzioni dei lavori rabbinici, operate dai cattolici dal IV secolo in avanti, è prova più che evidente che i passaggi incriminati erano proprio relativi a Gesù e non ad un'altra figura! (altrimenti sarebbe stata assurda la reazione violenta del mondo cattolico verso i rabbini e le loro scritture "sacre!)
Uno dei testi rabbinici più contestato dai falsari cattolici, è quello delle "Toldoth Yeshu" (Storie di Gesù). Non è un caso che gli apologisti
cattolici ed i filoclericali in genere, abbiano sempre attaccato con forza tale testo, cercando di destituirlo di attendibilità, in quanto, secondo quello affermato dai falsari, tale testo sarebbe stato composto non prima del XIII secolo e quindi "troppo" lontano dalla vicenda gesuana per essere credibile. La verità, come in tutti i casi riguardanti il mondo dei falsari cattolici, è ben altra. In tale secolo venne "scoperto" per la prima volta tale lavoro, soprattutto ad opera di un rinnegato giudaico, assurto ai vertici inquisitoriali cattolici (per le sue ovvie conoscenze del mondo rabbinico).
La scoperta di materiale appartenente alle Toldoth e risalente al V secolo, avvenuta presso la famosa "genizah" del Cairo, smentisce miseramente le affermazioni dei falsari cattolici, secondo le quali le Toldoth sarebbero un'opera tarda e quindi "non" attendibile! Non solo, ma in tale lavoro è presente un passaggio non altrimenti rinvenibile nella letteratura neotestamentaria o patristica. Tuttavia, abbiamo in Tertulliano una citazione che è praticamente simile a quella che si rinviene nelle Toldoth! Questo a testimonianza che qualunque sia stata la data della composizione definitiva delle Toldoth, è indubbio che l'autore o gli autori si siano basati su testi e testimonianze antichissime, risalenti (almeno una parte di loro) direttamente al primo secolo.
Le Toldoth comprendono un'ammontare di dati la cui importanza è capitale ed essi sono suscettibili di contribuire decisamente ad abbattere il castello di menzogne e d'inganni costruito dal clero falsario, attraverso i venti secoli della sua poco edificante storia! Non deve dunque sorprendere l'ostracismo fanatico e violento degli apologisti cattolici verso tale opera. Naturalmente, per utilizzare i dati sopra accennati è necessario "estrarli" dal contesto delle Toldoth e questo è possibile farlo solo dopo aver focalizzato senza incertezze il vero profilo storico del Nazareno! Nel prosieguo delle mie esposizioni ritornerò ancora su tale tema, a motivo della sua indubbia importanza. Per il momento voglio sottolineare che le Toldoth, se lette con l'apposita "chiave" di lettura, si rivelano più attendibili delle stesso Talmud, in merito a Gesù ed alla sua vicenda umana.
Cita:
Esiste un Gesù Nazareno che è stato impiccato (appeso) e non crocifisso nella città di Lod/Lydda, e sembra forse questo l'unico legame con quello evangelico se non fosse per il fatto che era figlio di una donna che si chiamava Setada (o Sateta) il cui marito si chiamava Papos Ben Jehudah Ma questo Gesù era invece figlio dell'amante Ben Pandera (il cui nome deriva da Parthenos=vergine, usato per derisione) la cui storiella poi è andata a finire nelle Toldedoth in epoca medievale
Il Gesù Nazareno citato nel Talmud e nelle Toldoth, non è "un" Gesù Nazareno, ma è il Gesù Cristo evangelico! Gesù è un personaggio storico, e
su questo si deve convenire con il clero falsario. Tuttavia, egli non morì crocifisso, come sostiene il clero cattolico, ma lapidato nella città di
Lydda (oggi Lud). L'evento ebbe luogo intorno al 72, quando Gesù aveva raggiunto l'età di 66 anni, essendo nato nel 6 d.c., in concomitanza con
il grande censimento romano gestito dal governatore Quirino, come ricorda il vangelo di Luca e lo stesso storico ebreo Giuseppe Flavio.
La data del 72 non è "casuale", ma deriva dal fatto che quello fu il PRIMO anno, dopo la distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 70, in cui la Pesach (pasqua ebraica) cadeva di Sabato! Penso sia inutile che ti spieghi la valenza di tale dato. Inoltre, esiste un passaggio nel Talmud in cui è
contenuta, in modo "criptico", la citazione dell'età che Gesù aveva raggiunto quando venne giustiziato: il doppio di 33 (come appare in tale
passaggio). Qust'ultimo dato, che conferma implicitamente quanto affermato sopra, esclude l'ipotesi che possa essersi trattato di un anno diverso dal
72, dal momento che il ciclo della Pesach, che cade periodicamente in giorni diversi della settimana, è sicuramente superiore ai quattro anni.
Per ciò che concerne la storia di Papos Ben Jehudah (vissuto, secondo le cronache rabbiniche, a cavallo del primo e del secondo secolo) e di Stada
(o Stadea) vanno fatte delle appropriate considerazioni. Nè Stada, infatti, nè Yeschu furono dei nomi ebraici. Il primo, "Stada", è il risultato della contrazione della frase ebraica "stath-tah-dah" il cui significato è "colei che ha abbandonato (il marito)", mentre il secondo è un acronimo che sottende la frase "YEmach SHemo Uezichro", il cui significato è "possa il suo nome essere cancellato (dal libro dei viventi)". Risulta evidente, dunque, che uno o più personaggi che si erano guadagnati il disprezzo e l'ostracismo da parte del resto dei giudei ortodossi, potevano venire appellati con tale acronimo. Quasi sicuramente, vi fu un notorio "Yeshu" ai tempi di Alessandro Janneo (nel I secolo a.c.) ed un altro nel I secolo d.c.: vale a dire lo stesso Nazareno.
Da tenere presente un aspetto molto importante, sinora ignorato dalla critica ufficiale: se in luogo di Yehoshuah ben Perachiah poniamo "Yehochanan ben Zechariah" (Giovanni figlio di Zaccaria: vale a dire Giovanni il Battista) la vicenda mostra fortissime analogie con quella di Gesù, dal momento che quest'ultimo, al pari di Yeshu nei confronti di Yehoshuah ben Perachiah (suo maestro), fu discepolo di Yohchanan ben Zecariah, da cui si separò
dopo un litigio, gettando poi le basi del suo culto gnostico (che nulla ebbe a che vedere con il cattolicesimo!). Tutto ciò riecheggia prepotentemente nella vicenda di Yeshu e Yehoshuah ben Perachiah.
Ad ulteriore testimonianza che tale vicenda servì per camuffare quella di Gesù, a cui il globale racconto delle Toldoth si riferisce, vi è il fatto che nella versione babilonese del Talmud, lo Yeshu dello stesso episodio è indicato come "Yeshu ha-notzri" (cioè "il nazareno"). Un passaggio nello stesso episodio, ritenuto assurdo non solo dagli apologisti falsari ma anche dagli eruditi laici, contiene invece un'indicazione preziosissima, se
opportunamente evidenziata, la quale conferma che l'intera vicenda ha come riferimento, nel suo complesso, la figura di Gesù il nazareno.
"Yeshu ben Panthera" (o "Pandera", come si incontra nei testi rabbinici) significa, letteralmente, "Gesù figlio di Panthera". I falsari cattolici hanno cercato di far credere che l'attributo Panthera derivi dalla corruzione del greco "parthenos", letteralmente "vergine", operato dai "malvagi" giudei. Esiste tuttavia la testimonianza inconfutabile dello scrittore pagano Celso, il quale riporta proprio "Panthera" e non "Parthenos", come sostenuto dai falsari. Non solo, ma lo stesso scrittore gentile ci dice che l'attributo era riferito ad un soldato romano, il quale sarebbe stato (con la quasi certezza) il padre naturale di Gesù e del suo gemello Giuda "Tomaso" (cioè "Giuda il gemello").
Tra i legionari romani l'attributo "Panthera" era molto frequente ed in qualche caso si trattò di un vero e proprio nome. Riflettendo poi sul fatto che con detto attributo si solevano indicare anche determinati addetti ai templi di Iside, la cosa è suscettibile di spalancare le porte su scenari impensabili sino ad adesso! Che il termine Panthera (e non parthenos!) avesse avuto un suo ruolo nelle prime storie gesuane, lo dimostra il fatto che alcuni patristi hanno inserito l'identità "Pandera" (fittizia, ovviamente) nella genealogia gesuana: chiaramente con lo scopo di mistificare ed obnubilare le "dicerie malevoli" circa la vicenda legata all'attributo Panthera! Dunque, nessuna corruzione del termine parthenos, come sostenuta dai falsari!..
E' molto probabile che la pietra tombale rinvenuta nella zona archeologica della Renania meridionale, e relativa all'arciere romano Tiberius Iulius
Abdes Panthera, sia da mettersi in diretta connessione con colui che fu il padre naturale di Gesù, dal momento che tra i dati presenti nell'iscrizione funeraria ve n'è uno di estrema importanza, in quanto si concilia perfettamente con quella che fu la reale vicenda gesuana!
Cita:
Nella discussione riportata nel passo del Talmud Sanhedrin 67a c'è anche un'obiezione di chi affermava che fosse invece figlio di Mjriam Megadela Nachia (che tirava i capelli) da cui Maria Maddalena.
La citazione talmudica, secondo cui Gesù sarebbe stato il figlio di Miryam M'gaddelah Nashayah ("acconciatrice di capelli per donne") è estremamente importante. L'aver trasformato Magdala in "M'gaddelah" (acconciatrice) fu sicuramente dovuto alla necessità di camuffare, agli occhi degli inquisitori cattolici, la figura della madre di Gesù. Dal passaggio si ricava l'importantissimo dato secondo cui Maria Maddalena (Miryam
Mgaddelah/Magdala) fu la madre di Gesù. Tale aspetto è confermato anche da alcuni testi copti, come commentato dal "contrariato" mons. G. Ravasi, i quali riportano appunto che Maria Maddalena fu la madre di Gesù! Ovviamente si trattò di una delle DUE Maddalene, in quanto l'altra, Maria
Salome di Magdala, fu invece la moglie di Gesù. (la madre di Gesù si chiamò in realtà Mariamne)
Vi è anche un'altra registrazione talmudica, altrettanto interessante, in merito all'attributo "M'gaddelah". In tale registrazione è narrato che
l'"angelo della morte" chiese al suo "assistente" di portargli Miryam M'gaddelah. Costui, "imbranato", gli portò invece Miryam, la "maestra dei
bambini". L'angelo della morte osservò: "ti avevo detto di portarmi Miryam M'gaddelah e tu invece mi hai portato Miryam, la maestra dei bambini.
Giacchè l'hai portata, che sia anch'essa del numero".. (dei morti, ovviamente).
Ad un'attenta analisi, non si può fare a meno di rilevare che per l'"angelo della morte" Miryam M'gaddelah e Miryam "maestra dei bambini" erano praticamente la stessa "cosa"! (cioè, la stessa identità). Questa registrazione, considerata come molte altre priva di senso o quasi, è stata colpevolmente "snobbata" dalla critica ufficiale! In realtà, la registrazione contiene, sebbene criptata, un'indicazione molto importante, in quanto suscettibile di avallare molti altri dati e ricostruzioni in merito alla vicenda gesuana. Si tratta, praticamente, di capire esattamente cos'abbia voluto intendere l'autore (o gli autori) della registrazione, con l'espressione "maestra dei bambini".. Non è neppure escluso che nell'intento dell'autore vi fosse anche l'intenzione di collegare il concetto espresso dalla locuzione "maestra dei bambini" con il reale significato dell'attributo "Magdala"!
Cita:
In un altro passo, il Shabbat 94b, c'è un rabbino, Eliezer, che se la prende con Gesù Nazareno figlio di Setada che ''aveva introdotto dall'Egitto certe pratiche magiche''
Non vedo cosa ci sia di sorprendente o di nuovo in tutto ciò!.. Non è forse quello affermato anche dallo scrittore pagano Celso?.. (v. Origene, "Contra Celsum"). Paradossalmente, lo STESSO dato si ricava anche dalle scritture patristiche, una volta "messo a fuoco" il personaggio a cui dette citazioni si riferiscono!
Saluti
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Nota:
(*) - quasi sicuramente, ai tempi di Ippolito esistevano due correnti 'catto-ortodosse', ben distinte l'una dall'altra. L'una cinicamente portata a falsificare tutto ciò che gli esponenti ti tale area riteneva necessario falsificare, senza scrupoli di sorta, partendo dallo strumentale preuspposto che qualunque azione, moralmente riproverole, veniva fatta per il bene dei fedeli, mentre l'altra area, a cui appartenne sicuramente Ippolito, la quale lo elesse addirittura a 'vescovo di Roma' [erroneamente definito 'papa', dal momento che tale denominazione entrò nel corpus dottrinario cattolico ai tempi di Costantino I, PA.PA. (Pater Patratum) della chiesa mithraica], era più motivata sul piano etico e non diede origine a falsificazioni eclatanti, come dimostrano gli importantissimi dati ancora presenti nelle opere di Ippolito. Alla prima area appartennero personaggi come Vittore, Zefirino, Callisto e Ponzano, l'ultimo dei quali condannato ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna, dove morì. Anche il vescovo Callisto, il più corrotto ed il più cinico di tutti, autore di veri e propri crimini, condannabili dallo stesso codice penale romano, venne condannato ai lavori forzati in Sardegna. Tuttavia, grazie ai suoi 'agganci' presso la corte imperiale di Eliogabalo, riuscì a ritornare a Roma, dove divenne il pupillo di Zeferino, prima di diventare vescovo/papa a sua volta. Oggi Callisto, malgrado i suoi numerosi crimini, denunciati dallo stesso Ippolito, erudito CRISTIANO e NON pagano, è annoverato tra i santi della chiesa, a dimostrazione di quale satanica forma mentis era governata la chiesa di un tempo! Oggi le cose non solo non vanno diversamente da allora, ma addirittura sono tragicamente peggiorate! Basti pensare alle agghiaccianti responsabilità contratte dal papato di Pio XII, e con esso da quasi tutta la chiesa. (si pensi, ad esempio, ai preti cattolici spagnoli, impegnati nella ricarica dei cannoni franchisti, attraverso i quali i criminali fascisti spagnoli, nonchè GOLPISTI, sparavano sulla folla che sosteneva il legittimo governo repubblicano!) E che dire, poi, dei preti cattolici croati, i quali, tutti presi dal 'timor di Dio', sgozzavano santamente i 'demoniaci' ortodossi serbi, senza alcun freno inibitorio riguardo al sesso e all'età delle loro vittime! Oggi, uno dei peggiori responsabili di tale genocidio (oltre 850.0000 vittime!), vale a dire l'arcivescovo Alojse Stepinac, è annoverato tra i santi 'beati' della chiesa cattolica!... Di testimonianze del genere è possibile rintracciarne un'infinità. Ma sono davvero necessarie tutte per capire il carattere assolutamente secolare del clero e della chiesa cattolica, nata per volontà del potere secolare romano del II secolo, il quale sponsorizzò generosamente (oltre 200.000 sesterzi!) il 'team' dei fondatori del culto catto-cristiano??..
(**) - quasi sicuramente si trattò di gnostici 'marcosiani', vale a dire i seguaci della setta gnostica della Gallia meridionale fondata da "Marco", un personaggio meglio conosciuto nel Medioriente di allora col nome di Giovanni 'Marco', alias l'apostolo 'vergine' che riposò la sua testa sul petto di Gesù: al secolo il secondogenito del Nazareno! Questo fatto dovrebbe lasciar intendere che Dan Brown, a dispetto dei suoi denigratori cattointegralisti, non scrisse affatto panzane quando parlò della Maddalena in Gallia! (verità conosciuta già dai tempi antichi, tanto che ancora oggi è possibile rinvenire, presso biblioteche parigine, testi del V-VI secolo che parlano del viaggio di Maria Maddalena & company in terra di Gallia, smentendo miseramente i soloni cattoidolatrici che hanno parlato di invenzioni da parte di Brown!
Veritas
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