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 Oggetto del messaggio: Abramo
MessaggioInviato: 12/10/2009, 01:36 
NOTA: Il seguente thread era stato aperto presso il forum di consulenza ebraica http://consulenzaebraica.forumfree.net/?t=43342396

Causa la chiusura del thread da parte dell'amministratore, ho pensato di fare cosa utile riportarlo anche in questo forum, al fine di dare la possibilità, alle persone interessate, di proseguire l'interessante dibattito che ne è scaturito.


Cita:
Negev ha scritto:

(Negev @ 9/10/2009, 17:02)

La Storia del Popolo Ebraico inizia con Abramo che è MONOTEISTA. Suo padre era pagano idolatra e politeista, ma Abramo s dissocia e segue la Fede del Dio unico, distruggendo le statuette del padre e venendo anche denunciato da questi a Nimrod, imprigionato e gettato nella fornace ardente, dalla quale è salvato dalla sua fede (Talmud)
Quindi il popolo Ebraico, che non esisteva prima di Abramo è MONOTEISTA

e su questo nessuno è restio. E' la Storia del Popolo d'Israel.
Quindi dove sarebbe il politeismo da Abramo a seguire?



Come vedi, tu stesso ti proponi come esempio di quanto affermavo. Se ci si lascia condizionare dai dogmi della fede, nè i cristiani, nè gli ebrei verranno mai a capo della verità riguardante l'origine della propria fede.

Abramo e Mosè furono due politeisti: quasi sicuramente due sommi sacerdoti dei loro due rispettivi culti.

Il politeismo ante-Giosia è più che palese, in quanto emerge chiaro dalle pagine della Bibbia, quando esse vengono lette con gli occhi del lettore non condizionato dai dogmi.

Abramo provenina da HARRAN e NON da UR! Ad Harran (o 'Carran') vi era il maggior centro di culto del d-o Luna di tutta la Meospotamia. Anche ad Ur vi era un tempio ed un centro di culto del d-o Luna e, probabilmente, fu per tale circostanza che Abramo scelse di trasferirsi in questa antichissima città: probabilmente dopo aver litigato con il padre! (forse a sua volta anch'egli sacerdote del culto del d-o Luna, chiamato SIN nella Mesopotamia nord-orientale e YAH in quella occidentale, con l'eccezione dell'area su cui insisteva la città di Ugarit, dove veniva chiamato YAHO: nome che ritroviamo nei nomi teofori ebraici, soprattutto nella forma 'YAH' o in quella escamotata " 'AH", come desinenza di molti nomi teofori)

La storia del popolo di Israele NON è quella che appare nella Bibbia, manipolata e distorta dai riformatori di GIOSIA ed HELKYA, così come i vangeli NON raccontano le vera storia di Gesù nè quella delle VERE origini del catto-cristianesimo.


Saluti


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MessaggioInviato: 12/10/2009, 01:50 
Postato da paola860 in http://consulenzaebraica.forumfree.net/?t=43342396


Chaim Potok scrive:

Abramo, probabilmente, nacque nella città sumera di Ur. Verso la fine del XX secolo Terach padre di Abramo radunò la sua famiglia e lasciò Ur.
Viaggiarono verso nord oltre Sumer e Accad, seguendo la mezzaluna di terra fertile, diretti a una terra lontana. Ma si fermarono in una città della Mesopotamia centrale: Carran. Non si sa il motivo per cui interruppero il viaggio e si stabilirono a Carran. Ur e Carran erano importanti centri di pellegrinaggio del culto lunare. Potrebbero aver lasciato Ur dopo la distruzione del suo tempio. Abramo lasciò Carran in risposta a una chiamata improvvisa da parte di D-o.
John Bright scrive: Abramo uscì da Carran con la sua famiglia, le sue greggi e le sue mandrie, per carcare una terra e risiedere nel luogo che il suo D-o gli avrebbe indicato. Ebbe luogo una migrazione verso la Palestina. Egli si diresse verso occidente, forse attraversò l'Eufrate a Carchemis. Sulla riva destra del fiume si trovavano le tende dei ben-yamini. Pochi chilometri a sud di Aleppo è situato ancor oggi un villaggio chiamato Benjamin sulla strada che porte alle colline, alle vallate e alla pianura costiera nota nella Bibbia come terra di Canaan. Abramo e la sua famiglia entrarono a Canaan e percorsero quella terra fino a raggiungere Sichem. Poi si recò fino alla zona tra Betel e Ai, proseguì il suo viaggio verso sud, verso Negev, dove rimase fino a quando una carestia lo costrinse di nuovo a riunire la famiglia e i suoi averi a partire. Andò in Egitto, la civiltà posta all'estremità occidentale della mezzaluna fertile. Quindi tornò a Cannan.l

A Te, salga la lode in Sion
A te, che ascolti la preghiera,viene ogni mortale.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di grano;
tutto canta e grida di gioia.

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MessaggioInviato: 12/10/2009, 02:00 
Postato da peppetre in http://consulenzaebraica.forumfree.net/?t=43342396

(peppetre @11/10/2009, 18:47)

Dalla rivista Hera Ottobre 2009 edizioni Acacia pag. 78-79
Lo strano caso degli ebrei di Elefantina
di Luca La Brocca I parte

Con i suoi 2 km di lunghezza e con una larghezza che, nel punto di massima espansione, tocca i 500m, Elefantina è l'isola più grande del Nilo. Situata nel corso superiore del fiume, in prossimita della 1a cataratta, di fronte Assuan, deve il suo nome alle caratteristiche rocce arrotondate che, terminando nel fiume, danno l'idea di elefanti intenti a fare il bagno. Per gli antichi egizi era, infatti, Yebw, "il paese degli elefanti".

Sin dall'antichità fu il centro amministrativo della provincia (nomo) meridionale dal quale gli egizi controllavano la 1a cataratta e la principale frontiera sulla via che portava in Nubia e in Etiopia. Apparve, dunque come un centro strategico importante, la cui economia, a causa dell'aridità del territorio, si basò sempre sul commercio, sull'estrazione di minerali e pietre provenienti dai ricchi giacimenti limitrofi e sulla presenza di una guarnigione fissa. Di recente è stata oggetto di un vasto programma di scavi, i cui ritrovamenti hanno permesso di tracciare un quadro storico degli antichi insediamenti.

Già durante il periodo Protodinastico, intorno al 3000 a.c., l'isola fu abitata da una comunità che adorava il dio Khnum dalla testa di ariete, una delle più importanti divinità egizie. Era questo il dio creatore di tutte le cose, il demiurgo che, seduto davanti al tornio di vasaio, forgiava nuova vita dall'argilla. Gli scavi hanno portato alla luce i resti di due costruzioni risalenti al Nuovo Regno, un palazzo di Thutmosis III e un tempio di Amenhotep III, a dimostrazione che la XVIII Dinastia era particolarmente legata alla zona e alla divinità qui venerata.

Ma la scoperta di gran lunga più interessante è quella di reperti che attestano la presenza sull'isola di una comunità ebraica con un proprio tempio dedicato al culto di YHW. A partire dal 1903 sono stati rivenuti sull'isola circa sessanta papiri ancora arrotolati e sigillati, conservati in perfette condizioni grazie al clima particolarmente secco, e un certo numero di ostraka, frammenti di terracotta usati anticamente come supporto scrittorio. Sono stati scritti tutti in ARAMAICO, la lingua franca in Oriente intorno al V secolo a.c. Grazie a essi gli studiosi sono venuti a conoscenza della presenza sull'isola, in un periodo successivo alla conquista dell'Egitto da parte di Cambise nel 525 a.c., di una comunità ebraica composta da 1500 effettivi con relative famiglie che presidiava militarmente l'isola: una guarnigione ebraica, in ARAMAICO "haila yhudya", in pratica mercenari alle dipendenze dei persiani.

I reperti ci informano anche della presenza sull'isola di un tempio ebraico dedicato a YHW, probabilmente una forma arcaica dello YHWH venerato nello stesso periodo a Gerusalemme. La struttura fu rasa al suolo dagli egizi intorno al 410 a.c. e la sua effettiva ubicazione non è certa. più o meno nello stesso periodo la comunità scomparve, e noi non sappiamo se fu sterminata o se fece in tempo a mettersi in salvo.

<segue>

... a più tardi, c'è una chicca incredibile.


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MessaggioInviato: 12/10/2009, 02:05 
Postato da paola860 in http://consulenzaebraica.forumfree.net/?t=43342396

Cita:

(peppetre @ 11/10/2009, 18:47)

Dalla rivista Hera Ottobre 2009 edizioni Acacia pag. 78-79
Lo stano caso degli ebrei di Elefantina
di Luca La Brocca I parte

Con i suoi 2 km di lunghezza e con una larghezza che, nel punto di massima espansione, tocca i 500m, Elefantina è l'isola più grande del Nilo. Situata nel corso superiore del fiume, in prossimita della 1a cataratta, di fronte Assuan, deve il suo nome alle caratteristiche rocce arrotondate che, terminando in mare, danno l'idea di elefanti intenti a fare il bagno. Per gli antichi egizi era, infatti, Yebw, "il paese degli elefanti". Sin dall'antichità fu il centro amministrativo della provincia (nomo) meridionale dal quale gli egizi controllavano la 1a cataratta e la principale frontiera sulla via che portava in Nubia e in Etiopia. Apparve, dunque come un centro strategico importante, la cui economia, a causa dell'aridità del territorio, si basò sempre sul commercio, sull'estrazione di minerali e pietre provenienti dai ricchi giacimenti limitrofi e sulla presenza di una guarnigione fissa. Di recente è stata oggetto di un vasto programma di scavi, i cui ritrovamenti hanno permesso di tracciare un quadro storico degli antichi insediamenti. Già durante il periodo Protodinastico, intorno al 3000 a.c., l'isola fu abitata da una comunità che adorava il dio Khnum dalla testa di ariete, una delle più importanti divinità egizie. Era questo il dio creatore di tutte le cose, il demiurgo che, seduto davanti al tornio di vasaio, forgiava nuova vita dall'argilla. Gli scavi hanno portato alla luce i resti di due costruzioni risalenti al Nuovo Regno, un palazzo di Thutmosis III e un tempio di Amenhotep III, a dimostrazione che la XVIII Dinastia era particolarmente legata alla zona e alla divinità qui venerata. Ma la scoperta di gran lunga più interessante è quella di reperti che attestano la presenza sull'isola di una comunità ebraica con un proprio tempio dedicato al culto di YHW. A partire dal 1903 sono stati rivenuti sull'isola circa sessanta papiri ancora arrotolati e sigillati, conservati in perfette condizioni grazie al clima particolarmente secco, e un certo numero di ostraka, frammenti di terracotta usati anticamente come supporto scrittorio. Sono stati scritti tutti in ARAMAICO, la lingua franca in Oriente intorno al V secolo a.c. Grazie a essi gli studiosi sono venuti a conoscenza della presenza sull'isola, in un periodo successivo alla conquista dell'Egitto da parte di Cambise nel 525 a.c., di una comunità ebraica composta da 1500 effettivi con relative famiglie che presidiava militarmente l'isola: una guarnigione ebraica, in ARAMAICO "haila yhudya", in pratica mercenari alle dipendenze dei persiani. I reperti ci informano anche della presenza sull'isola di un tempio ebraico dedicato a YHW, probabilmente una forma arcaica dello YHWH venerato nello stesso periodo a Gerusalemme. La struttura fu rasa al suolo dagli egizi intorno al 410 a.c. e la sua effettiva ubicazione non è certa. più o meno nello stesso periodo la comunità scomparve, e noi non sappiamo se fu sterminata o se fece in tempo a mettersi in salvo.
<segue>
... a più tardi, c'è una chicca incredibile.



Ciao Peppe, cosa c'entra il tuo commento con Abramo?

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MessaggioInviato: 12/10/2009, 02:12 
Postato da peppetre in http://consulenzaebraica.forumfree.net/?t=43342396

.....segue..

Dalla rivista Hera Ottobre 2009 edizioni Acacia pag. 78-79
Lo strano caso degli ebrei di Elefantina
di Luca La Brocca I parte

Due papiri fondamentali

Per comprendere usi e costumi della comunità ebraica di Elefantina, così diversi da quelli della contemporanea comunità di Gerusalemme, che si presume essere stata la comunità "guida", prenderò in esame due di questi papiri, avvalendomi dell'ottimo lavoro fatto nella traslitterazione e nella traduzione da parte di A. Cowley e B. Porten, veri esperti della materia.

Entrambi i papiri furono scoperti nel gennaio del 1907 nella zona dell'isola che un tempo fu il quartiere residenziale degli ebrei e sono conservati presso lo Statiche Museen di Berlino. Il primo è una lettera, nota agli studiosi come "Lettera di Pasqua", scritta in ARAMAICO da Hananiah, probabilmenteun sacerdote gerosolimitano, e indirizzata al capo della comunità ebraica di Elefantina, un certo Yedaniah. In essa sono contenute le istruzioni per la celebrazione della Pasqua ebraica e della festa del Pane Azzimo, con riferimenti al calcolo esatto della data e alle regole alimentari e di comportamento da seguire. L'anno di composizione è il 420/419 a.c., data alla quale si risale tenendo conto del riferimento che in essa si fa al <<quinto anno del re Dario II>>.

Essendo breve la riporto integralmente:
<< Ai miei fratelli, Yedaniah e i suoi colleghi della guarnigione giudaica, dal vostro Yadaniah. Possano gli Dei perseguire il benessere dei miei fratelli. Ora quest'anno, il quinto del re Dario, un ordine è stato trasmesso dal Re a Arsames, che dice:
"Nel mese di Nisan, lascia che la guarnigionefesteggi la Pasqua. Or dunque si contino quattordici giorni dal mese di Nisan, e si osservi la Pasqua, e dal quattordicesimo giorno al ventunesimo giorno di Nisan, ci siano sette giorni di pane azzimo. Siate puri e vigili. Non si lavori il quattordicesimo giorno e il ventunesimo giorno. Inoltre, non si bevino bevande inebrianti; e ogni cosa in cui ci sia lievito, non la si mangi, dal quindicesimo al ventunesimo giorno di Nisan, sette giorni, e si faccia in modo che nessuno sia visto in mezzo a voi; non si introduca nessuno nelle proprie case, ma siano sigillate durante questi giorni".
Si faccia questo come Re Dario ha comandato. Ai miei fratelli, a Yadaniah e ai suoi colleghi della guarnigione giudaica, dal vostro fratello Hananiah>>

A un attento esame, questo scritto solleva più di un interrogativo. Difatti gli ebrei di Elefantina sembrano non conoscere due feste importanti istituite all'indomani dell'Esodo dall'Egitto: la Pasqua e la Festa del Pane Azzimo. Ciò significa che non hanno partecipato all'Esodo? Che non conoscono la Legge di Mosè, così come è scritta nella Torah, il nostro Pentateuco? Oppure che queste feste furono istituite molto più tardi, dopo la liberazione dalla "cattività babilonese"? Hananiah esordisce con la formula "Possano gli Dei.." e questa è una benedizione che non ci si aspetterebbe dalla guida spirituale di un popolo che professa una forma integralista di monoteismo. Voleva costui solamente assecondare l'eterodossa fede professata dalla comunità di Elefantina? Già, perchè nel tempio ebraico dell'isola, oltre a YHW, erano adorati altri dei.

Una prova di tale sincretismo religioso la troviamo nella relazione del tesoriere del tempio, dove furono annotate raccolte per YHW, per Eshembethel e Anat-bethel, nota anche come Anat-Yaho. L'elemento bethel in questi nomi è simile al nome divino negli ambienti aramaici tra il VII e il IV secolo a.c., mentre Anat è chiaramente il nome di una divinità del pantheon ugaritico. E' attestato inoltre il culto della dea Asherah come controparte femminile dello stesso YHW. Ci troviamo di fronte a un culto "deviato", di cui non abbiamo sufficienti informazioni, non governato dalle regole deuteronomiche che prevedevano un unico tempio a Gerusalemme e l'esclusivo culto di YHWH. Da notare infine che la lettera, anche se può sembrare una direttiva impartita dalla comunità gerosolimitana, è in realtà un ordine dato dal re persiano Dario II per mezzo del satrapo Arsemas.

(fine prima parte)

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MessaggioInviato: 12/10/2009, 03:26 
Errata corrige:

Cita:
Abramo provenina da HARRAN e NON da UR! Ad Harran (o 'Carran') vi era il maggior centro di culto del d-o Luna di tutta la Meospotamia. Anche ad Ur vi era un tempio ed un centro di culto del d-o Luna e, probabilmente, fu per tale circostanza che Abramo scelse di trasferirsi in questa antichissima città: probabilmente dopo aver litigato con il padre! (forse a sua volta anch'egli sacerdote del culto del d-o Luna, chiamato SIN nella Mesopotamia nord-orientale e YAH in quella occidentale, con l'eccezione dell'area su cui insisteva la città di Ugarit, dove veniva chiamato YAHO: nome che ritroviamo nei nomi teofori ebraici, soprattutto nella forma 'YAH' o in quella escamotata " 'AH", come desinenza di molti nomi teofori)



"... dove veniva chiamato YAHO.."

In realtà, la forma corretta è 'YAHU' (trigramma 'YHW')

Forse è stato un lapsus dovuto al ben noto motore di ricerca 'Yahoo!', il quale tuttavia, se pronunciato secondo le regole fonetiche della lingua inglese, dà anch'esso YAHU!

Prego l'amministratore, se possibile, apportare la correzione nel post relativo.


Saluti


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MessaggioInviato: 12/10/2009, 13:07 
non vorrei, visto che l'ipocrisia è la stessa, che i "tolleranti ebrei" siano una delle tante pirandelliane trasfomazioni di un gruppo di creduli devoti fans del pastore tedesco... allora continuiamo qua e f.a.n.c.u.l.o. anche i berretti a sonagli dopo i grecisti ridens...

da >> http://www.custodia.org/spip.php?article3680
SBF Taccuino. I due templi ebrei in Egitto: Leontopoli e Elefantina
Messo on line il domenica 20 luglio 2008 a 17h20
da Eugenio
Invia questo articolo via email title= Invia via email

Che ci fossero due templi ebrei nell’antico Egitto è un fatto noto a pochi. Ciò si deve a quella parte di storia ebraica legata alla terra dei Faraoni, che dipende essenzialmente dai racconti della Torah. Nonostante le fonti contemporanee parlassero dei due templi, la tradizione ebraica non gli ha riservato che una minima attenzione.

Uno dei due templi è conosciuto grazie a Giuseppe Flavio e al Talmud. Circa un centinaio di anni fa si diffuse la voce del ritrovamento del sito del quale ora si sono perse le tracce. Il sito dell’altro tempio è stato scoperto di recente. Il primo tempio è quello di Onia a Leontopoli (200 a.C.), il secondo è il tempio di Elefantina (500 a.C).

Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche descrive il tempio di Onia simile a quello di Gerusalemme, mentre nella Guerra giudaica afferma che Onia lo fece costruire come una fortezza munita di una torre di 30 metri.

Honiah è il nome ebraico di diversi sommi sacerdoti discendenti da Shimon Hatzaddik. L’Onia di cui si parla è presumibilmente Honiah IV, al quale fu impedito di seguire le orme del padre in precedenza scalzato da Giasone. Quest’ultimo fu un sommo sacerdote favorevole all’ellenizzazione di Gerusalemme, una tendenza che condusse alla rivolta dei Maccabei.

Honia IV si trasferì in Egitto dove cominciò a costruire, in un’area a nord dell’odierno Cairo, il tempio di Leontopoli, in accordo con Tolomeo IV e la regina Cleopatra I. Questi avvenimenti risalgono a circa il 170 a.C. Il sovrano confidava nell’appoggio di Honia, che portò con sé forze militari per affermare il dominio egiziano nel sud della Palestina. Per questo motivo Tolomeo IV fu favorevole alla costruzione del tempio ebraico.

Per il Talmud il tempio era legittimo perché costruito dal figlio di un sacerdote e realizzava la profezia di Isaia “In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto" (19,19). La Mishnà ci dice che un sacrificio del quale si era fatto il voto in Egitto poteva essere riscattato a Leontopoli, ma un kohen (sacerdote) che aveva esercitato il proprio servizio in Egitto non poteva esercitarlo a Gerusalemme, sebbene gli fosse permesso di mangiare il truma (cibo del sacerdote) (Menahot 13,10). Questo tempio fu attivo per più di 200 anni, finché non fu distrutto dai romani nel 73 a.C., dopo la distruzione di Gerusalemme.

Fu l’egittologo Sir William Flinders Petrie che nel 1906 dichiarò di aver trovato il tempio di Onia a Tel el-Yehudiyeh (collina degli ebrei) sopra una duna presso la città di Rameses III. La scoperta, di grande interesse per gli ebrei, fu resa pubblica in una conferenza al King’s College a Londra, e riportata anche nella Cronaca ebrea del 18 maggio 1906. Lo studioso costruì ed espose il plastico della fortezza turrita, simile a quella descritta da Giuseppe Flavio, e per il lavoro svolto anche a favore degli ebrei fu ringraziato da Hermann Adler, rabbino capo inglese di allora.

Purtroppo il plastico di Petrie è scomparso e così il sito originale. Non è da scartare l’ipotesi che Petrie non abbia mai individuato la posizione del tempio, come invece dichiarò.

Le vicende del tempio di Elefantina a 700 km più a sud sono andate diversamente. La città si trova sull’isola rivolta verso i confini meridionali dell’antico Egitto, di fronte alla città di Assuan, menzionata dal profeta Ezechiele col nome di Siene (29,10). Nel 1893 vi furono scoperti alcuni papiri aramaici, che rivelarono la permanenza in passato nel luogo di militari ebrei al servizio degli egiziani e in seguito dei persiani. Questi soldati fondarono una città e vi costruirono un tempio prima della venuta dei persiani del 525 a.C., quando Cambise, figlio di Ciro II, conquistò l’Egitto.

Altri papiri, decifrati da studiosi inglesi e tedeschi, attestarono che la colonia militare ebrea vi risiedette, col suo piccolo tempio, per oltre cento anni. I militari stabilirono buoni rapporti con la popolazione e presero in moglie le donne locali. Solo dieci anni fa tuttavia è stata confermata l’esistenza del tempio.

Nel 1969 una spedizione archeologica tedesca cominciò a lavorare sull’isola per classificare e restaurare la maggior parte dei templi egiziani, in particolare quello del dio Khnum (raffigurato come un uomo con la testa di ariete), che, secondo la religione egiziana, si riteneva dominasse la piena del Nilo, fonte di vita dell’Egitto.

In seguito ai tedeschi si unirono studiosi svizzeri. Furono scoperti i resti di diversi templi e di un villaggio aramaico della ventisettesima dinastia, dunque del quinto secolo a.C. (periodo persiano). Gli archeologi stavano scavando abitazioni ebraiche identificate da Bezalel Porten dell’Università ebraica, che, basandosi sui papiri aramaici, era riuscito a trovare il tempio ebraico.

Sezioni di pareti e un pavimento lastricato fecero pensare al tempio, perché i resti erano esattamente nella posizione registrata nei papiri ed erano di migliore qualità rispetto ai resti delle case all’intorno. Il tempio aveva un atrio di due locali circondato da un cortile pavimentato con intonaco. Le dimensioni erano del tutto diverse da quelle del Tempio di Gerusalemme; era molto più piccolo e simile per misure e proporzioni al mishkan, il tabernacolo ricordato dalla Bibbia.

I papiri del tempo conservano la testimonianza del modo in cui il tempio di Elefantina fu distrutto dai sacerdoti egiziani del dio Khnum e dell’appello al governatore persiano per restaurarlo. Il luogo sacro fu ricostruito dopo tre anni ma di dimensioni ridotte rispetto alla costruzione precedente. Gli ebrei rinunciarono alla pratica dei sacrifici di animali.

Da un papiro del 419 a.C. sappiamo che gli ebrei, sotto il potere persiano, celebravano la Pasqua, e non mangiavano lievito né bevevano birra, che era la bevanda preferita dagli egiziani.

Il tempio non durò a lungo perché gli ebrei seguirono i persiani cacciati dall’Egitto.

Resta ancora l’incognita di sapere da dove siano venuti gli ebrei del VI sec. a.C. e dove siano andati dopo il 400 a.C. Può darsi semplicemente che dopo la caduta di Gerusalemme (586 a.C.) siano scesi con Geremia in Egitto, in seguito all’uccisione del governatore Godolia. Porten pensa ad un arrivo precedente, quando il re Manasse profanò il tempio di Gerusalemme per procurarsi le risorse da destinare alla costruzione di un tempio prima del 525 a.C. Dai papiri sappiamo che Cambise distrusse molti templi egiziani ma non quello ebreo.

E’ possibile che gli ebrei arrivarono dal regno del nord nel 722, dopo la caduta di Samaria. Furono prima esiliati in Assiria e poi in Babilonia e infine furono dislocati in Egitto come mercenari. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che il tempio di Elefantina doveva essere simile per dimensioni e disposizione al tabernacolo di Shilo che, nella memoria popolare degli Israeliti del nord, era più radicato della stessa immagine del tempio di Gerusalemme.

E poi dove andarono? Pensare che quella colonia di ebrei percorresse 700 km per giungere in Israele su suolo nemico è un’ipotesi insostenibile. Si può immaginare che si diressero verso sud in regioni dove forse riuscirono anche a convertire al giudaismo i loro vicini.

Più probabile, invece, è che o la comunità fu eliminata dagli egiziani, o, visto che già in tempi precedenti avevano sposato donne del posto, quegli ebrei abbandonarono la fede e le tradizioni assimilandosi alla popolazione egiziana.

Adattamento: R.P.


Ultima modifica di peppe il 12/10/2009, 13:08, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
peppe ha scritto:

non vorrei, visto che l'ipocrisia è la stessa, che i "tolleranti ebrei" siano una delle tante pirandelliane trasfomazioni di un gruppo di creduli devoti fans del pastore tedesco... allora continuiamo qua e f.a.n.c.u.l.o. anche i berretti a sonagli dopo i grecisti ridens...



Ciao peppe!

Hai fatto benissimo ha postare il materiale che hai postato, in quanto ciò si presta ad interessantissimi spunti dibattimentali. Io stesso avevo già acennato alla cosa (cioè circa l'argomento 'ebrei di Elefantina') in alcuni posts precedenti, dal momento che lo studio in merito a tale importantissimo aspetto risalgono ad alcuni fa, quando intuii il VERO significato delle desinenze YAH, 'AH e YAHU nei nomi teofori ebraici.

Avevo già iniziato a preparare dei posts di commento circa il materiale da te postato nel forum di consulenza ebraica. Purtroppo è sopraggiunta poi la 'chiusura' dell'amministratore. Comunque, se anche Paola vorrà partecipare al dibattito qui nel forum di Ufoforum, forse non tutto è 'perduto'...


Saluti


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Cita:
postato da paola860:

..Abramo, probabilmente, nacque nella città sumera di Ur. Verso la fine del XX secolo Terach padre di Abramo radunò la sua famiglia e lasciò Ur.



E' altamente improbabile che Abramo sia nato ad Ur, dove sicuramente egli si spostò provenendo da Harran, sua città natale.

Ad Ur Abramo conobbe e sposò Sarai, il cui nome (più probabilmente un attributo) 'D-o' cambiò in SARAH: altro attributo, con significato di PRINCIPESSA. Il pseudo nome 'SARAI' presenta dei risvolti storici assolutamente devastanti per ciò che concerne l'antichità patriarcale del popolo ebraico: da qui l'esigenza di mistificare tale pseudo nome con SARAH. Ovviamente ai tempi di Abramo, considerando che egli proveniva dalla Mesopotamia, non vi era nulla di 'devastante' nei risvolti dell'attributo 'Sarai', mentre per la mentalità maschilista ebraica, probabilmente retaggio della componente egizia, tutto ciò era assolutamente da censurare.

Cita:
Viaggiarono verso nord oltre Sumer e Accad, seguendo la mezzaluna di terra fertile, diretti a una terra lontana. Ma si fermarono in una città della Mesopotamia centrale: Carran. Non si sa il motivo per cui interruppero il viaggio e si stabilirono a Carran. Ur e Carran erano importanti centri di pellegrinaggio del culto lunare. Potrebbero aver lasciato Ur dopo la distruzione del suo tempio. Abramo lasciò Carran in risposta a una chiamata improvvisa da parte di D-o.



Come vedi, trovano ampiamente conferma le mie affermazioni circa le località di Harran (o 'Carran') e di Ur quali importanti centri di culto di Sin (il dio Luna). Tuttavia, Ur era famosa anche per altri importanti culti.

"..Abramo lasciò Carran in risposta a una chiamata improvvisa da parte di D-o."

Tutto ciò fa parte del bagaglio mitologico-fiabesco a corredo della narrativa biblica, e non si può certo prendere come 'testimonianza storica'!...Che poi chi ha 'fede' vuole credervi ad oltranza, questo è un'altro discorso, il quale ha ben poco a che fare con il mondo della speculazione razionale...

"..Egli si diresse verso occidente, forse attraversò l'Eufrate a Carchemis. Sulla riva destra del fiume si trovavano le tende dei ben-yamini.."

'dei ben-yamin' è una contraddizione nei termini e testimonia la protervia falsaria di chi intese mistificare la storia: esattamente quello che avverrà, molti secoli dopo, in 'casa' catto-cristiana!

«Ben-yamin» non è altro che la corruzione di BENY-AMIN, vale a dire i 'figli di AMEN/AMON/AMIN!.. Ciò dovrebbe evidenziare il fatto che a Mari (o in qualche altra località, identificata poi con questa città mesopotamica) vi si era insediata un'antica comunità proveniente dall'Egitto, o dal territorio della Fenicia, dove il culto di Baal Ammon (il 'Signore Amon') è accertato a Cartagine, colonia fenicia.

Con lo stesso meccanismo, i falsari biblici mistificarono la realtà dei "beniamiti", i quali, secondo tali falsari, si sarebbero chiamati in tal modo a motivo del presunto patriarca 'BENIAMINO'!

Stesso, identico discorso per i 'Beny Ammon' (Ammoniti), discendenti, presuntamente, dal patriarca BENAMMI: come quella di Beniamino, altra figura fittizia, inventata per giustificare il patronimico 'Beny Ammon', cioè 'figli di Ammon'(*). All'atto pratico, Beniamiti ed Ammoniti (beny Ammon) costituirono lo stesso, identico ceppo etnico, il cui comune capo carismatico fu il sommo sacerdote di Eliopolis d'Egitto Mosè!

Un'altra incontestabile evidenza è rappresentata dal fatto che il popolo che abitava la valle di Chinnon (o 'ben Hinnon', chiamata anche 'Geenna'), vale a dire i 'beniamiti', adoravano il 'mostro' Moloch: fantasiosa deformazione del semitico 'Melek', vale a dire 'signore, padrone', corrispondente, all'incirca, al fenicio-canaaneo Baal. In realtà, Molok altri non fu che il dio AMON, che gli egizi erano soliti rappresentare con statue a volte antropomorfe ed a volte bimorfe, vale a dire con un corpo di uomo e la testa di un ariete, animale sacro ad Amon, come anche il toro. Fuori dell'Egitto, Amon era raffigurato più frequentemente con il corpo di un uomo e con la testa di un toro: simbolo del bue Api, figura mitologica con il quale gli egizi avevano personificato il 'dio' Nilo.

Ad avere una tale conformazione fu il Molok dei beniamiti-ammoniti e dei fenici-canaanei, i quali lo chiamavano anche 'Baal Hammon'. Corrispondentemente, i beniamiti e gli ammoniti lo chiamavano, quasi sicuramente, MELEK AMON (o Ammon, secondo le scritture greche), da cui il denigrante pseudo nome MOLOK, associato truffaldinamente dai riformatori giudaici a quella di una presunta figura dall'aspetto orrido, secondo le descrizioni ASSOLUTAMENTE devianti fattene dagli scribi giudaici post-riforma.


Saluti

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Nota:

(*) - al secolo, i discendenti degli egizi protagonisti dell'Esodo, i quali si erano inizialmente insediati ad est del fiume Giordano (territorio corrispondente a quello degli Ammoniti, o 'beny Ammon', come vennero appellati i transfughi dell'Esodo, a motivo del fatto che erano adoratori del dio Amen/Amon), prima di dilagare nel territorio di Canaan, ad ovest del Giordano, sfruttando una situazione storica estremamente favorevole ed assolutamente irripetibile: vale a dire la distruzione di Canaan e quella di Israele, a nord della Palestina, ad opera dell'esercito faraonico di Merenptah (1220-1215 a.c.). Questo ci dice che il racconto biblico, 'cucito' attorno alla figura del 'supereroe' ebraico Giosuè, è parzialmente vero, nel senso che fu storico il fatto che Canaan, nel momento della penetrazione degli 'eberim' (vale a dire 'coloro che erano aldilà del fiume Giordano', cioè gli ammoniti), era una nazione praticamente distrutta e non in grado di offrire resistenza neppure alle modeste forze degli eberim, presuntamente guidate da Giosuè e, per giunta, sostenute dal faraone Merenptah, il quale aveva PROMESSO al popolo degli 'eberim' (assolutamente filoegiziano a motivo delle comuni origini) la TERRA di Canaan, come premio per la loro collaborazione nella lotta contro la lega di stati, tra cui ISRAELE e CANAAN, i quali avevano aggredito l'Egitto nella zona del Delta. Tutte le spaventose distruzioni e l'enorme numero di morti citati dal libro di Giosuè della Bibbia, sono probabilmente veri, almeno entro una certa dimensione: solo che a compiere tali massacri e tali distruzioni furono i soldati egizi e NON gli eberim di Giosuè!!..


Veritas

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MessaggioInviato: 12/10/2009, 23:20 
Cita:

Abramo e Mosè furono due politeisti: quasi sicuramente due sommi sacerdoti dei loro due rispettivi culti



Nel dizionario della Blavatsky, scritto oltre un secolo fa, viene chiaramente riportato che vi fu un tempo in cui gli ebrei adoravano il dio Sole ed il dio Luna!

Negli strati più antichi della Kabbalah si afferma: "Mosè, il SOLE, illuminò Abramo". Non dovrebbe essere difficile intuire che Mosè, sacerdote del culto del dio Sole (Amon-Rha in Egitto, da dove Mosè proveniva) 'illuminava' il dio Luna, divinità inferiore ad Amen/Yahweh, rappresentata da Abramo (*).

Pur essendo unite nella comune dottrina ebraica delle origini, le due correnti religiose, quella abramitico-lunare e quella mosaico-solare, continuarono a mantenere una loro individualità, riscontrabile anche nei nomi teofori ebraici, dove a volte appare solo il prefisso 'Yeh', ed a volte solo il suffisso Yah o 'Ah. Sicuramente, la componente mesopotamica-abramitica fu più vicina al mondo fenicio-cananeo che non la componente mosaica o egizia.

Come lo stesso Freud ha ipotizzato, insieme alla componente egizia, guidata da Mosè, vi fu anche una componente semitica del 'popolo' dell'Esodo, costituita da 'residui' Hyksos, i quali rimasero 'intrappolati' nell'area del Delta, mentre il grosso di loro fuggiva verso oriente, inseguiti dall'esercito del faraone Amosis I.

Gli Hyksos rimasti in Egitto, vennero ben presto ridotti in condizioni di schiavitù (aspetto questo che finì con l'ispirare gli scribi ebraici, circa le storie-leggende riguardanti gli ebrei schiavi in Egitto: praticamente lavoratori di origine semitica, e quindi affini agli Hyksos, i quali, sfruttamdo il successo di quest'ultimi in Egitto, vi si erano trasferiti in cerca di fortuna e di lavoro.

Con motivazioni quasi analoghe, anche la 'tribù' di Abramo, già insediatasi nel sud della Giudea, in un area poco ospitale, si sentì attratta dai paesaggi da 'favola' come le verdi pianure della zona del Delta egiziano, bagnate da un elevato numero di canali di acqua dolce (al contrario dell'inutizzabile acqua del Mar Morto). Ovviamente Abramo ricoprì il ruolo di sacerdote di Sin (Yah) presso la sua comunità e fu ben accolto dai faraoni Hyksos, a motivo della comune origine.

Che si siano trattati di Hyksos, gli esuli dall'Egitto che si unirono alla comunità egizia guidata da Mosè, ce lo fa capire anche Giuseppe Flavio, il quale affermò che gli ebrei discendevano dagli Hyksos.


Saluti


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Nota:

(*) - è molto probabile che nell'ambito gnostico-gesuano, il quale poggiava anche sulla matrice kabbalistica ebraica, oltre che sullo gnosticismo pitagorico, questo dio inferiore coincidesse con la figura del 'demiurgo' che realizzava materialmente ciò che veniva espresso dal Logos o 'Verbo', il principio di tutta la creazione.


Veritas

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