Veritas Ai miei giudici, passati o futuri, non ho dunque nulla da dire — siano essi dei severi critici letterari, o quei dervisci urlanti della letteratura che giudicano un libro secondo la fama, più o meno grande, del nome del suo autore, e che guardano a malapena al contenuto, attaccandosi come bacilli mortali al punto più debole del corpo. E neppure mi occuperò dei calunniatori — fortunatamente assai pochi — che, con la speranza di attirare l’attenzione pubblica gettando il discredito su ogni scrittore il cui nome è più conosciuto del loro, schiumano ed abbaiano dietro la sua ombra Costoro sostennero dapprima per anni che le dottrine insegnate nel Theosophist, e approfondite nel Buddhismo Esoterico erano state tutte inventate da me, poi, cambiando tattica, denunciarono l’Iside Svelata come un plagio fatto ad Éliphas Lévi (!), a Paracelso (!!) e, mirabile dictu, al Buddhismo ed al Brâhmanesimo (!!!). Sarebbe stato lo stesso che accusare Renan di aver rubato la sua Vita di Gesù al Vangelo, e Max Müller i suoi Libri Sacri dell’Oriente o i suoi Chips [Frammenti] alle filosofie dei Brâhmani e di Gautama Buddha. Ma, al pubblico in generale ed ai lettori della Dottrina Segreta in particolare, posso ripetere ciò che ho sempre affermato e che adesso dico con le parole di Montaigne: Signori, “io ho fatto qui soltanto un mazzo di fiori scelti e, di mio, non ho messo altro che lo spago che li unisce”. Tagliate lo “spago” o fatelo a pezzi, se volete. Quanto ai fatti, non potrete mai distruggerli: voi potrete soltanto ignorarli e niente più.
LA DOTTRINA SEGRETA di H. P. BLAVATSKY
|