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MessaggioInviato: 06/01/2010, 19:03 
Emanuela Provera racconta il suo viaggio indagine
all'interno dell'Opus Dei..... [8)]




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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Viaggio Dantesco.......



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MessaggioInviato: 07/01/2010, 23:39 
http://www.forumopus.com/it/forum-di-opus-dei.htm

http://www.grigiotorino.it/forum/viewfo ... eca1917764

http://www.disinformazione.it/opusdei.htm

http://www.disinformazione.it/opusdei2.htm

Quì c'è la giornata-tipo...
http://geniv.forumcommunity.net/?t=25232482

e questo video...



Ultima modifica di Angel_ il 08/01/2010, 00:01, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/01/2010, 16:05 
Emanuela Provera racconta il suo viaggio indagine
all'interno dell'Opus Dei..... [8)]




E L' ARTICOLO RELATIVO

http://www.beppegrillo.it/2010/01/dentr ... '%20class="


L'Opus Dei è un'organizzazione che può influenzare le scelte dello Stato. Il suo linguaggio è simile a quello dei puffi, capire i suoi aderenti non è facile. Al posto di "puffare" usano la parola "pitare". Ci sono i "numerari" i "sopranumerari" e i "piani inclinati" e un Presidente al posto del "Grande Puffo". Nell'intervista, Emanuela Provera, autrice di: "Dentro l'Opus Dei" descrive un'organizzazione segreta che mantiene segreti i propri documenti.

E spiega che: "Quasi la metà di tutti i collegi universitari legalmente riconosciuti fanno capo all’Opus Dei... Tutto ciò che riguarda l’introduzione nel nostro Paese del credito al consumo in un certo senso è targato Opus Dei". Stalin si chiese: "Quanti divisioni ha il Papa?". Io mi chiedo quanti ministri, banchieri, militari sottosegretari, presidenti di associazioni pubbliche fanno parte dell'Opus Dei? E a chi rispondono: all'Opus Dei o allo Stato?
E come intervengono sulla vita pubblica del nostro Paese?

Intervista a Emanuela Provera, autrice del libro: "Dentro l'Opus Dei".

"Sono Emanuela Provera e ho scritto “Dentro l’Opus Dei" con Chiarelettere, dopo aver partecipato alla stesura di “Opus Dei Segreta” con Ferruccio Pinotti tre anni fa. Il libro “Opus Dei Segreta” nasce da un’esperienza di forum on-line in cui hanno partecipato persone, uomini e donne che, come me, hanno avuto un’esperienza nell’Opus Dei per vari anni. All’interno del forum ci sono sia persone passate per la prelatura per un periodo breve e persone che hanno vissuto all’interno dell’Opus Dei dieci, venti o più anni.


Il forum è stato un’esperienza di confronto e quindi è nato innanzitutto con l’obiettivo di parlare tra noi, perché l’esperienza di uscita dall’Opus Dei è un’esperienza di isolamento, le persone che escono da questa istituzione per lo più pensano di essere le uniche, per cui è difficile creare una situazione di confronto, di dibattito e di discussione. Il secondo obiettivo è stato quello di divulgare le riflessioni e i contenuti del nostro confronto, lo strumento più idoneo, quello che poteva arrivare a più persone possibili sarebbe stato proprio la stesura di un libro.


Perché il libro l’ho scritto io e non altri del forum? Perché generalmente, ad oggi, la maggior parte delle persone che esce dall’Opus Dei preferisce non esporsi pubblicamente e in modo così forte e trasparente, c’è molto timore, probabilmente anche perché siamo in Italia, siamo in un Paese dove ci sono molti intrecci tra il mondo ecclesiastico, il mondo politico e il mondo istituzionale.

Una prelatura personale
Molte delle persone che partecipano al forum hanno posizioni professionali che vogliono tutelare e proteggere, per cui all’interno del libro sono state raccolte delle testimonianze mantenendo e custodendo la riservatezza delle persone. Ci tengo a dire una cosa, uscire dall’Opus Dei non significa abbandonare la Chiesa, la Chiesa Cattolica; sapete che l’Opus Dei è una prelatura personale che fa parte della gerarchia costituzionale della chiesa cattolica e dipende direttamente dal Papa, attraverso la congregazione dei Vescovi.

Alcune persone che hanno collaborato a questo libro e che hanno fatto parte del forum mantengono tutt’ora una pratica di vita cristiana: anzi, sono dovute uscire dall’Opus Dei per continuare un percorso spirituale. Uno dei temi di cui abbiamo discusso maggiormente all’interno del forum è stato quello dei giovani indotti a seguire la vocazione all’Opus Dei da parte dei cosiddetti direttori dell’opera, che sono entrati nella prelatura a 14 /15 /16 /19 o 20 anni, ossia in un’età in cui è difficile fare scelte vitali, o meglio è un’età in cui ci si prepara a fare scelte vitali, scelte importanti.

Avendo fatto entrare queste persone in un’istituzione così totalizzante, ossia in un cammino vocazionale vero e proprio, si è esercitata una violenza psicologica molto forte: per esempio, vorrei leggere alcuni passi di alcuni di loro, che hanno raccontato la loro storia. “I miei genitori erano sopranumerari, sei figli, club fin da piccolissimo, messo sul piano inclinato (percorso di cammino vocazionale [ndr]) verso i 14 anni e mezzo, uscito dopo aver pitato (pitare: termine mutuato dallo spagnolo, significa fischiare, o annunciare la propria voglia di unirsi all'Opus Dei [ndr]) prima dei 16”.


Un altro racconta “ho iniziato a frequentare l’Opus Dei a 14 anni all’Aspra di Milano, ho pitato l’anno dopo, nel 1977”, quindi a quindici anni questo ragazzo è diventato dell’Opus Dei. Un’altra ragazza dice “figlia di soprannumerari, ho frequentato la scuola Fais e il club finché, naturalmente, ho chiesto di diventare aspirante numeraria”, che cosa vuole dire aspirante? Vuole dire che ancora non si è giuridicamente dell’Opus Dei, ma si viene formati a una spiritualità che è quella dei numerari.


I partecipanti al forum, da cui è nato questo libro, hanno fatto parte dell’Opus Dei come membri numerari: che cosa significa? E’ una particolare categoria di membri dell’Opus Dei che, per chiamata di Dio - così si dice all’interno della prelatura - rinunciano al matrimonio e conseguentemente perseguono una vocazione al celibato apostolico, ossia dedicano tutte le proprie energie sia interiori che anche i propri possedimenti, il proprio denaro, dedicano tutto ciò allo sviluppo della prelatura dell’Opus Dei nel mondo; proprio per il fatto di essere numerari l’Opera li può mandare in qualunque parte del mondo a aprire nuovi centri dell’Opus Dei e quindi a sviluppare iniziative o attività direttamente legate alla prelatura.


Quando una persona entra nell’Opus Dei come numerario o come numeraria, percorrendo il cosiddetto piano inclinato, che è un percorso specifico, viene indotta a lasciare la propria famiglia; senz’altro l’adolescente ha bisogno di staccarsi dal proprio contesto sociale e quindi l’Opus Dei trova un terreno fertile, perché il giovane trova nell’Opus Dei una seconda famiglia, per cui si stacca volentieri dai genitori come senso di emancipazione, per trovare nell’Opus Dei una seconda famiglia per rimanervi tutta la vita, senza mai elaborare un percorso personale di crescita.

Ecco perché nell’Opus Dei ci sono numerari e numerarie che restano eternamente bambini: ogni scelta, ogni decisione, ogni attività pratica anche quotidiana i membri numerari e le numerarie la consultano con il proprio direttore. Questa mancanza di libertà nella conduzione della propria vita blocca il processo di consapevolezza, per cui ci sono persone di 30 o 40 anni che sono veramente alienate da sé stesse, per cui a volte purtroppo si arriva a fenomeni anche di sofferenza psicologica.


Le persone che partecipano e hanno partecipato al forum non hanno l’obiettivo di distruggere l’Opus Dei o di fare in modo che non sviluppi più la propria azione nel mondo: l’obiettivo che si propongono è di denunciare queste situazioni di sofferenza psicologica e di persone giovani che entrano a far parte dell’Opus Dei come numerari e come numerarie. Perché l’Opus Dei cessi di condurre un’azione di proselitismo così aggressiva, è importante che modifichi i propri Statuti: per esempio, eliminando il riferimento alla figura dell’aspirante numerario.

Non è facile che la prelatura, comunque protetta dalle istituzioni nel nostro Paese, in Italia, affronti un’autocritica così radicale; sicuramente ci sono state persone in Italia che hanno appoggiato l’azione di ex membri dell’Opus Dei: mi riferisco in particolare a due interpellanze parlamentari, ossia quella dell’86, sollevata da Rodotà, Bassanini e Minervini, e l’interpellanza parlamentare del 2007, sollevata invece da Galante e Licandro.

Nel libro ho ripreso l’attualità dell’interpellanza dell’86, che voleva fare in modo che l’Opus Dei venisse dichiarata associazione segreta: effettivamente né alla prima interpellanza né alla seconda c’è stata una risposta pertinente da parte delle istituzioni politiche. Le risposte che sono state date a queste interpellanze le definirei come dei comunicati stampa dell’ufficio informazioni dell’Opus Dei.

Bisogna invece arrivare alla verità del problema: è vero, secondo l’interpellanza dell’86, che esiste tutta una documentazione secretata, che non è ufficiale e che, per quanto mi risulta, non è conosciuta neanche dalla chiesa cattolica, per cui è interessante che le istituzioni chiedano all’Opus Dei di rendere pubblica questa documentazione. Sono pubblicazioni interne, che vengono editati e pubblicati all’interno della prelatura: vi chiederete: “ma come fanno essere pubblicati e editati i testi e a rimanere segreti?”, esiste una tipografia, ma è una tipografia interna, non è una società, una Srl conosciuta ufficialmente e pubblicamente da tutti e questo è ciò che ha sollevato l’interpellanza dell’86.

Nel 2007 sono stati equiparati i collegi universitari pubblici a quelli privati, ai fini dell’ottenimento di alcuni finanziamenti per l’edilizia universitaria: questo che cosa significa? Quasi la metà di tutti i collegi universitari legalmente riconosciuti fanno capo all’Opus Dei, quindi un numero altissimo di centri dell’Opus Dei riceve finanziamenti pubblici.

Sacra potestas e obbedienza
Con il libro che ho scritto, al quale hanno collaborato altri partecipanti del forum, ci interessa in modo particolare rivolgerci alle istituzioni ecclesiastiche: negli Statuti dell’Opus Dei, che sono stati introdotti nel 1982, quando l’Opus Dei è stata eretta da Karol Wojtyla in prelatura personale, all’interno di questi Statuti si dice che i laici della prelatura debbono obbedire a coloro che, nell’Opus Dei, hanno la sacra potestas, ossia il prelato e i suoi vicari.

Il prelato dell’Opus Dei attualmente è Monsignor Xavier Cebarria, per quanto riguarda il rispetto del codice di diritto canonico effettivamente è corretto quanto affermato dagli Statuti. Quella che però noi del forum abbiamo riscontrato è stata una prassi vissuta quotidianamente per tanti anni, una prassi che violava le prescrizioni del Codice di diritto canonico, laddove ci veniva detto che i membri laici dovevano obbedire all’interno dell’Opus Dei ai direttori dei membri laici non dotati di sacra potestas che svolgono due funzioni: una funzione di governo vera e propria, di direzione della prelatura, quindi l’organizzazione, chi mando a aprire un nuovo centro a Parigi piuttosto che in Russia.

Quindi svolgono una funzione relativa all’organizzazione e al foro esterno, ma anche al foro interno, di direzione spirituale, che i membri direttori laici privi di sacra potestas indirizzano la coscienza delle persone e violano quelli che sono i contenuti del Codice di diritto canonico. Per cui vorremmo che le istituzioni ecclesiastiche conoscessero questa situazione e svolgessero un’indagine appropriata per ristabilire una prassi di normalità e di correttezza all’interno della prelatura.

Quindi noi, che abbiamo vissuto dentro, all’interno, ci siamo chiesti: “ma come è possibile che dichiariamo e raccontiamo alle persone esterne una vita, uno spirito e uno stile che poi, all’interno, non viviamo, perché abbiamo un linguaggio nostro e abbiamo dei codici e dei modi di dire che sono sconosciuti a tutti gli altri?”.
Da una parte chiediamo alle istituzioni politiche di intervenire per il controllo di una situazione che non è trasparente e, nello stesso tempo, anche alle istituzioni ecclesiastiche di svolgere un’indagine affinché ritorni una situazione di maggiore dignità nei confronti delle persone che attualmente vivono all’interno di quest’istituzione, un’istituzione che sta acquisendo una forza particolare all’interno dello Stato italiano.

Il futuro presidente della Banca Vaticana dello IOR, Ettore Botti Tedeschi, è un membro di spicco della prelatura in Italia e sappiamo che Ettore Botti Tedeschi è legato in modo particolare al mondo finanziario, è il principale rappresentante del gruppo consiliare Santander in Italia,

per cui tutto ciò che riguarda l’introduzione nel nostro Paese del credito al consumo in un certo senso è targato Opus Dei. Conseguentemente, attribuendo a questa persona un incarico così importante, ne viene rafforzata l’immagine della prelatura: non è facile che le istituzioni ascoltino il nostro appello. Il libro è il primo passo verso un percorso di informazione e di divulgazione al quale teniamo molto."

Emanuela Provera



IL LIBRO DI EMANUELA PROVERA


http://www.chiarelettere.it/dettaglio/6 ... _lopus_dei



zio ot [V]


Ultima modifica di barionu il 10/01/2010, 16:53, modificato 1 volta in totale.


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http://www.it.josemariaescriva.info/art ... del-dolore


Ricordo la frase di San Josemaría Escivra' fondatore dell' Opus Dei e fatto santo da da Giovanni Paolo II


<font color="teal">SIA SANTIFICATO IL DOLORE</font id="teal">



... alla larga ... corna e bicorna , aglio peperoncino , e femmine Baccanti.


zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 10/01/2010, 17:11, modificato 1 volta in totale.


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dal link segnalato da Angeldark

http://geniv.forumcommunity.net/?t=25232482




Emanuela Provera, ex numeraria, racconta la giornata-tipo delle ragazze all’interno dell’Opera:

Il mio quotidiano era articolato secondo uno schema rigido e soffocante.
Quasi nulla era lasciato al caso, tutto era regolato e bisognava rendere conto di ogni cosa alla direttrice della residenza.
Mi venivano consegnate delle schede, aggiornate periodicamente, nelle quali indicavo con delle “x” il compimento del piano di vita e degli incarichi apostolici.

Alle 6.10 del mattino una numeriaria bussava con forza alla porta, per svegliarmi. Saltavo giù dal letto, baciavo il pavimento e a bassa voce pronunciavo la preghiera del mattino, dopo aver detto il Serviam. Correvo in bagno e facevo una doccia gelata, mentre pregavo per le “intenzioni” indicateci dal Prelato.

Alle 6.45 ero pronta per mezz’ora di preghiera in oratorio.

Alle 7.15 veniva il momento della Messa quotidiana, in latino.

Alle 7.45 la colazione.

Alle 8.00 era il momento di pulire le stanze, insieme alle altre numerarie e alle ausiliari. Per fare le pulizie indossavamo un’uniforme bianca. Le numerarie ausiliari vestivano un’uniforme blu.

Alle 9.00 c’era l’incontro con la mia direttrice, per concordare il programma della giornata.

Discutevamo delle ragazze che avrebbero potuto essere adatte per entrare nell’Opus Dei. Si elaborava un piano per avvicinarle. I nostri impegni erano formulati in maniera precisa: “la inviterò ad una meditazione”, oppure “cercherò di persuaderla a recarsi da un nostro sacerdote per confessarsi”.

Alle 9.45, dopo aver salutato la direttrice, uscivo per raggiungere l’università, usando mezzi pubblici o a piedi.

Durante i quindici minuti di tragitto leggevo un libro approvato dalla direzione spirituale(1): di solito si trattava di scritti del fondatore(2) o di testi pubblicati solo per i membri della Prelatura. Non era abitudine consentita leggere nulla al di fuori di una lista suggerita dai direttori.

Dalle 10.00 alle 13.00 frequentavo i cosrsi di Giurisprudenza all’Università di Milano. Poi mi raccoglievo, recitavo la preghiera dell’Angelus e pranzavo con l’amica di turno, non ancora appartenente all’Opus Dei, per convincerla a partecipare ad un ritiro organizzato dalla nostra residenza.

Per due ore al giorno ero tenuta, come ogni numeraria, a indossare sulla coscia il cilicio: una catena formata da anelli di metallo sui quali sono infisse delle punte che penetravano nella carne. Una pratica dolorosa, alla quale, una volta alla settimana, il sabato, viene affiancata quella della disciplina, la frusta con la quale si è tenuti a frustarsi le natiche o la schiena nuda.


<font color="teal">SIA SANTIFICATO IL DOLORE</font id="teal">



Dalle 15.00 alle 17.00 seguivo altri corsi all’università. Una volta alla settimana il pomeriggio era interrotto dalla pratica del “circolo breve”, un incontro formativo, rivolto solo alle numerarie, durante il quale una di esse commenta e approfondisce alcuni brani del Vangelo, una norma del piano di vita e un argomento relativo alla vita dell’Opera.
Non c’è discussione, tutti ascoltano per poi mettere in pratica nella settimana successiva quanto è stato indicato.

Chi dirige il “circolo breve” lo fa portando il cilicio, per dare efficiacia soprannaturale a questo importante mezzo di formazione spirituale.


<font color="teal">SIA SANTIFICATO IL DOLORE</font id="teal">





Alle 18.00 facevo rientro in residenza.

Alle 18.30 mezz’ora di orazione, sempre sugli scritti del fondatore.

Alle 20.00 la cena, poi mezz’ora di svago: le tertulias(3), chiacchiere e aneddoti sulla vita del Padre, sulle azioni apostoliche della giornata.

Alle 20.30 seguiva il rosario e la recita delle preces.
Durante il Centro Studi gli impegni proseguono anche dopo cena. Per esempio alle 20.45 partecipavo al corso di latino alternato al corso di lingua straniera: tutte le numerarie devono poter comprendere i testi del fondatore in lingua originale.

Alle 22.00 l’esame di coscienza, poi inizia il tempo notturno. Chi vuole rimanere alzata oltre quell’ora deve chiedere il permesso alla direttrice.
Dopo le 22.00 non è permesso di parlare fino alla Messa del giorno dopo.

Ogni numeraria, in camera propria, si inginocchia davanti al letto e con le braccia distese a croce recita tre Ave Maria, spruzzando il letto di acquia benedetta.
Tutti i giorni si dorme su una tavola di legno sistemata sopra una rete. Una volta a settimana si riposa senza cuscino, per la cosiddetta “notte di guardia”; qualche volte si dorme per terra, per fortificare la capacità di sacrificio.

A volte, lo confesso, quella vita mi pesava molto. C’era una mancanza di senso, di naturalezza e di sana spontaneità che attraversava tutte noi numerarie, che era straziante.
Inoltre non condivido certi metodi, il modo in cui manipolano giovani ancora immaturi, per convincerli a diventare numerari.

L’ossessione per la segretezza raggiunge punte di artificiosità spaventose. Tutto ciò viene giustificato da quelle esigenze di discrezione che tanto “bene fanno a quell’Opera di Dio”.
Era come se per ogni comunicazione, anche interna, fosse programmata una sorta di censura automatica. Le direttrici sono deputate a svolgere questa funzione di isolamento.
Per esempio non si sa se una tua sorella prenda medicinali, perchè anche questo si chiede alla direttrice, in forma riservata.
Adesso che ho una famiglia normale tutto questo mi appare complicato e artificioso.

Non capivo cosa mi stava succedendo: uscivo e mi sentivo male, giravo per strada e mi iniziava a girare la testa, pensavo di morire. Mi sentivo strana, pensavo di avere bisogno di aiuto. Il dramma era che non riuscivo più a vivere nemmeno situazioni normali, perchè ero ossessionata dallo star male.

(1) All’interno dell’Opus Dei possono essere letti esclusivamente libri approvati dalla direzione. Viene fornito un elenco di oltre 60.000 scritti con una recensione ed una valutazione che va da 1 a 6. I testi giudicati 1 possono essere letti da tutti i numerari senza alcuna autorizzazione, quelli valutati con il 6 sono assolutamente proibiti.

(2) Josèmaria Escrivà de Balaguer

(3) Le “tertulias”, o chiacchiere, dovrebbero rappresentare uno dei rari momenti di svago. In realtà si risolvono in un momento di forte controllo sociale sui membri. Al numerario è infatti concesso parlare dei propri piccoli successi, delle sconfitte quotidiane, dei dubbi e delle difficoltà. Spesso però, le ammissioni effettuate nel corso delle tertulias vengono utilizzate dai direttori per riprendere, correggere, puntualizzare stili di vita e comportamenti. Di conseguenza - spiegano gli ex numerari - anche durante le chiacchiere ci si sente obbligati a esprimere entusiasmo ed esaltazione per gli obiettivi raggiunti, in un’atmosfera artefatta e di scarsa sincerità umana.

Fonte: “Opus Dei segreta” di Ferruccio Pinotti

I numerari dell’Opus Dei: chi sono, cosa fanno

Come e quando ci si avvicina all’Opus Dei?
Le ragazze e i ragazzi che poi diventano numerari si avvicinano a questa organizzazione fin da adolescenti e in alcuni casi durante l’infanzia. L’Opera, infatti, gestisce una vasta rete di associazioni, scuole, università, club culturali e addirittura agenzie che organizzano viaggi di studio in paesi esteri. Alcuni numerari hanno affermato di essere entrati in contatto con questa realtà durante il periodo che precede l’esame di Stato delle scuole superiori, su invito di alcune compagne già numerarie. Il nome dell’Opus Dei non viene mai menzionato nei primi contatti, lasciando che la persona “scelta” si possa avvicinare ad un determinato stile di vita a piccoli passi, in modo da rendere “indolore” il passaggio dall’essere una normale ragazza adolescente, all’essere una numeraria dell’Opus Dei.
Di particolare importanza sono i tempi in cui si entra in contatto con l’Opera: solitamente dai 15 ai 17 anni, periodo che vede nella maggior parte dei ragazzi e delle ragazze una particolare flessibilità mentale che porta ad assorbire come una spugna le situazioni che si vivono.

Cosa fa un/a numerario/a dell’Opus Dei?
I numerari dell’Opus Dei devono seguire regole ben precise. Questo stile di vita viene imposto solo dopo diversi mesi, anche anni, di avvicinamento all’Opera, in modo da preparare man mano i ragazzi ad abituarsi ad un certo stile di vita. I numerari vivono nelle residenze dell’Opera, divise in sezioni maschili e femminili: ogni contatto tra uomini e donne è proibito, se non in presenza di altre persone o in occasioni pubbliche che avvengono solo per esigenze di tipo professionale o di studio. I numerari fanno il voto di castità e di povertà, nonostante l’Opus Dei si definisca una associazione laica.
Sono obbligati, per “volontà di Dio”, ad infliggersi mortificazioni corporali tramite l’uso del cilicio e della frusta.
All’entrata nell’Opera bisogna fare testamento in favore dell’associazione, trasferendo tutti i beni mobili e immobili. Inoltre, tutto ciò che viene guadagnato durante la permanenza nell’Opera deve essere consegnato ai direttori.
La scelta della professione non è libera: l’Opus Dei gestisce e decide il lavoro che i numerari devono svolgere, spesso optando per ruoli che niente hanno a che fare con il percorso di studi compiuto (tutti i numerari devono ottenere la laurea, mentre i numerari ausiliari vengono utilizzati per i lavori domestici e non devono compiere studi).
Compito di estrema importanza è quello di reclutare nuovi possibili numerari.

Perchè i ragazzi eseguono tutti gli ordini, anche estremi, dell’Opus Dei?
Secondo diverse testimonianze di ex numerari, i membri dell’Opera riescono a compiere una forte manipolazione sulle menti dei ragazzi, che vengono reclutati in un periodo molto particolare per quanto riguarda la loro formazione psichica, privandoli in questo modo di qualsiasi carattere critico. I numerari compiono così la “volontà di Dio“.

Perchè molti numerari lasciano l’Opus Dei se sono convinti di ciò che fanno?
La vita che compiono i numerari porta a gravi conseguenze, non solo sul livello psichico ma anche sul proprio corpo. Molti sono i casi di depressione ed anoressia tra i numerari. L’Opus Dei possiede diverse cliniche private, anche specializzate in psichiatria, dove spesso vengono ricoverati i numerari che cominciano a manifestare disturbi.

Qui vengono somministrate grandi dosi di psicofarmaci; inoltre non viene compiuto alcun lavoro sulla ricerca delle cause del disturbo e la pressione psicologica nei confronti dei “pazienti” viene aumentata fino a convincere che la malattia è volere di Dio.



<font color="teal">SIA SANTIFICATO IL DOLORE</font id="teal">


E’ proprio in queste condizioni estreme che i numerari cominciano a porsi domande sulle vere finalità dell’Opera. Alcuni riescono a sviluppare in questo periodo abbastanza carattere critico da indurli ad abbandonare l’organizzazione; altri, nonostante il sorgere dei dubbi, sono costretti a rimanere nell’Opera perchè al di fuori di essa non gli è rimasto niente, nemmeno i rapporti con la famiglia, con i propri genitori.

Fonte: “Opus Dei segreta” di Ferruccio Pinotti


zio ot



L' Opus Dei è un Multylevel con addestramento tipicamente militare.

E il fondatore Escriva' è un CRIMINALE,

FATTO SANTO DALLA CHIESA CATTOLICA ROMANA





Ultima modifica di barionu il 10/01/2010, 17:33, modificato 1 volta in totale.


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Sinceramente l'Opus Dei mi ha sempre incuriosito, ma allo stasso tempo mi incute un certo "fastidio"! sesto senso.......................????????!!! [V]



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Pare che bertolaso appartenga all'Opus Dei, potentissima struttura implicata in losche operazioni

E' gente demoniaca [;)]


Ultima modifica di Lukas il 10/01/2010, 18:58, modificato 1 volta in totale.

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SIA SANTIFICATO IL DOLORE........
Mmmm, cioè se li meno godono?
Se mi sforzo (ma anche no), magari mi viene in mente che sta cosa ha una definizione specifica.........



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Mi sà che devi sforzarti per trovarne una definizione.....! [V]



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Mah damomars, superficialmente catalogherei il tutto con sadismo, masochismo, ecc.
Ma la faccenda è più complessa, più triste, e fa emergere medioevalismi aberranti......
Di chiacchiere ne avevo sentite, ma le reputavo chiacchiere, ora leggendo questo post.... mi è venuta una tristezza......
Ed anche una domanda.... Ma è legale?



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MessaggioInviato: 13/01/2010, 22:04 
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nuvolo ha scritto:

Mah damomars, superficialmente catalogherei il tutto con sadismo, masochismo, ecc.
Ma la faccenda è più complessa, più triste, e fa emergere medioevalismi aberranti......
Di chiacchiere ne avevo sentite, ma le reputavo chiacchiere, ora leggendo questo post.... mi è venuta una tristezza......
Ed anche una domanda.... Ma è legale?
Cosa??? Il post o L'Opus Dei.......!??? [:I] [;)]



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Marziano
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MessaggioInviato: 14/01/2010, 00:04 
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Lukas ha scritto:

Pare che bertolaso appartenga all'Opus Dei, potentissima struttura implicata in losche operazioni

E' gente demoniaca [;)]

tutta la chiesa moderna romana, ovvero la grande meretrice descritta nella bibbia che soccomberà al giudizio universale è demoniaca.



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Galattico
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Opus Dei: Il Capitalismo di Dio














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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Stellare
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MessaggioInviato: 16/01/2010, 18:56 
E' semplicemente folle.


Quoto in toto zio ot.... battuta sulle femmine Baccanti compresa. Molto meglio di una frustata, se sei sano. [:D]

Vorrei rispondere a chi chiede "E' legale?" sottintendendo ovviamente l' Opus Dei. La risposta vi stupirà: se si seguisse la legge, anzichè interpretarla, SI'.

La Costituzione proibisce infatti le "Associazioni segrete", di qualunque genere esse siano. Peccato che in Italia questo sia irrealizzabile, vedi alla voce Massoneria, Opus Dei, et similia.


Sinceramente, non sono ancora riuscito a vedere tutto il filmato, tanto mi hanno impressionato i primi sei minuti. E io sono tipo difficilmente impressionabile. Non so se a voi abbia fatto lo stesso effetto.

Saluti,

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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