Che l'autoritarismo maschile sia un problema ancora grosso nelle istituzioni religiose è senz'altro indubbio, ma quando parliamo di "religioni", cosa intendiamo? Se intendiamo "istituzioni religiose" è un conto, se invece intendiamo anche "tradizioni religiose", "concetti religiosi", "dottrine religiose" e "scelte di fede", allora il campo si estende illimitatamente e non può essere trattato in modo semplice, facendo di ogni erba un fascio o distinguendo fra "bianco" e "nero", come è uso ancora oggi fare, seguendo magari proprio quel tipo di mentalità clerico-fascista che distingue solo fra "buoni" e "cattivi". Da questo tipo di mentalità dobbiamo liberarci tutti, e non solo i preti, e nemmeno soltanto noi maschi. Il potere dei preti cattolici, degli imam musulmani, dei bramini induisti e dei pastori evangelici fondamentalisti, oltre che dei capi delle varie sette fanatiche che imperversano per il mondo, li si combatte innanzitutto, per me, mostrando che si può parlare della Divinità in modo diverso da come ne parlano loro, e quindi parlare di "religioni" e di "religiosità" in modo diverso da come ne parlano loro. Certo, capisco che chi è ateo risolve la cosa in modo più semplice e radicale: non parlare di niente che può essere considerato religioso, o parlarne male. Ma io, non essendo ateo, non posso trovarmi su questa linea..... Che i maschi si siano serviti della religione per asservire le donne, è senz'altro un fatto indubitabile e questo vale sicuramente ancora adesso per le religioni abramitiche, con poche eccezioni. Ma appunto se ne sono serviti come di qualsiasi altra cosa: l'origine dell'oppressione delle donne non sono le religioni: sono i maschi e solo loro! Punto. Sarebbe come dire che se un uomo bastona una donna, la colpa sia anche del bastone.... il bastone è solo uno strumento che magari è stato costruito allo scopo, ma che può essere usato per qualsiasi altra cosa, compreso per esempio restituire le botte all'aggressore! Di fatto, quindi, in molte religioni (non l'Islamismo e il Cattolicesimo, certo!) si comincia a capire questo, e si permette alle donne di accedere alla carica sacerdotale. Nel caso delle religioni pagane o neo-pagane che dir si voglia, devi concordare con me che, di fatto, le donne hanno assunto addirittura un ruolo predominante. Nelle religioni afro-americane e in quelle stregonesche, le donne costituiscono addirittura la maggioranza fra i sacerdoti. Di fatto, sembrerebbe che mentre nell'uomo la vocazione sacerdotale sia più teorica e dottrinale, più "teologica", nelle donne essa si caratterizza in modo più "sciamanico", più "profetico", nel senso originario del termine, cioè nel senso che il profeta è colui che parla a nome della Divinità e cerca di parlare con essa. Questo ruolo religioso della donna, prima represso, oggi torna in auge. La "strega", la "sciamana", la "profetessa" o la "veggente" sono figure che prima erano relegate nell'ambito dell'emarginazione sociale, se non addirittura disprezzate e perseguitate, mentre ora tendono a far parte della cultura generale, anche se non vengono prese comunque troppo sul serio dalla "cultura ufficiale" (come tantissime altre cose del nostro tempo), non solo in quanto donne, ma soprattutto perchè considerate prodotto di culture "irrazionali" o "tribali". Siamo solo agli inizi, certo. Di fatto, a parlare di religione sono quasi sempre ancora gli uomini, ma sono sicuro che questa situazione durerà ancora poco perché le religioni tradizionali stanno attraversando una crisi epocale globale che sta sconvolgendo un ordine stabilito nei secoli. Lo dimostra il fatto che, per esempio, qua in Italia nessuno parla di statistiche sul numero di cattolici nella popolazione, perché si sa che ne risulterebbe che, contrariamente a quello che si pensa, gli italiani non sono più cattolici, con gravi conseguenze politiche per chi sta al potere....
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