Cita:
barionu ha scritto: cita da pag 3 di questo topic
....... da
Chaim Cohen , ad es. , nel suo libro " Il processo a Gesù " ed . Einaudi, forse nel circuito Feltrinelli c'è rimasta qualche copia.
Ritengo quest' Opera un vero capolavoro.
E ancora una volta il punto di vista Ebraico appare illuminante rispetto tanti particolari incomprensili per quel periodo, il libro è pieno di perle incredibili, e ve ne voglio citare una.
A pag 40 del suo libro Cohn fa una giusta ( ed esilarante ) osservazione.
Trattando di Pilato, che , come sostiene Filone di Alessandria, nella sua "Lettera a Gaio ", " era uomo di inesauribile e insopportabile crudeltà ", o come sostiene Giuseppe Flavio, "venne richiamato a Roma dall' Imperatore Tiberio per eccesso di metodi brutali " ( !!!!! )( Ant.giud. 18.4.1 ),
a proposito di un Pilato Santo, che si applica con generosità per salvare Gesù dalla perfidia degli Ebrei Cohn recita, papale papale: la versione di Giovanni, secondo la quale gli ebrei avrebbero minacciato Pilato:
" Se liberi costui, non sei amico di Cesare " Gv 19, 21.
Tutto ciò che noi sappiamo di Pilato e del suo Imperatore, invece, conferma senza dubbio che un Ebreo che avesse osato ricordare al Governatore i suoi doveri nei confronti di Tiberio o avesse fatto mostra di nutrire un sentimento patriottico più fervido o una lealtà nei confronti dell'Imperatore più salda di quella del Governatore stesso, non avrebbe avuto altre ore da vivere. ( In pratica, lo accoppavano all'istante ) :ph34r:
Nel fare un raffronto con il Pilato visto al Cinema, in innumerevoli versioni, così fervido di umanità e filosofia, l'individuazione colta da Cohn mi risulta completamente comica.
Avrei voluto vederla realizzata da Mel Brooks, o dai Monthy Python in Brian di Nazareth.

Questo per indicarvi di come la propria formazione culturale sia essenziale per determinare gli aspetti di una scena. Cohn, da Ebreo, nel suo libro coglie in 'infinità di " aspetti " in uso ai Romani che non hanno niente di Romano.
Per Enrico65 da pag 3 di questo Topic
zio ot

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Paradossalmente, tali stupefacenti contraddizioni, fatte emergere dal Cohen, sarebbero dovute essere stigmatizzate dal mondo erudito che affronta, da un punto di vista 'professionale', lo studio e l'esegesi neotestamentaria; tuttavia, incredibilmente, ciò è stato completamente ignorato, come del resto è stata ignorata un'altra infinità di contraddizioni, non fatte emergere dal Cohen in quanto esulavano dalla sua trattazione, presenti ugualmente nel contesto neotestamentario.
Esiste una spiegazione logica per le contraddizoni fatte emergere da Chaim Cohen (o Haim Cohen), ed anche per le altre rimarcate da altri partecipanti a questo thread.
La spiegazione risiede nel fatto che, quasi sicuramente, (il 'quasi' è d'obbligo, quando si trattano eventi di cui si è cercato di farne scomparire le tracce storiche), l'autorità romana in questione, cioè quella che cercò di salvare la vita a Gesù ed a cui i notabili religiosi giudaici ricordarono il proprio dovere nei confronti dell'impero, non fu Pilato, ma TITO, il primogenito dell'imperatore Vespasiano!...Gesù venne giustiziato (per lapidazione: v. il Talmud) intorno all'anno 72, a due anni circa dalla fine ufficiale della prima Guerra Giudaica (66-70).
A quel tempo, la più alta carica romana presente in Palestina fu proprio Tito e NON Pilato, il quale a quella data doveva essere morto da più di 30 anni. Esiste una spiegazione storica del motivo per cui Tito cercò di salvare la vita a Gesù: più o meno la stessa che portò alla grazia del 'governatore' Giuseppe Flavio da parte dello stesso Vespasiano.
La mistificazione dell'intero 'affair' Gesù di Nazareth, operata dai santi padri falsari delle origini, fu possibile a motivo del fatto che Gesù, in effetti, subi' REALMENTE un processo davanti a Pilato! (v. Iesoun Barabban: al secolo Gesù di Bazareth). Secondo i vangeli canonici, Gesù Barabba venne rimesso in libertà da parte di Pilato; secondo la versione slava di Giuseppe Flavio, Gesù venne rimesso in libertà da Pilato.
Probabilmente ciò non avvenne spontaneamente da parte del 'sanguinario' Pilato (come attestato da Filone e dallo stesso G. Flavio), malgrado il fatto che, sicuramente, Gesù risultò estraneo all'omicidio commesso nel corso di un tumulto scoppiato in una via o in una piazza di Gerusalemme, a seguito del quale lo stesso Gesù ed altri presenti all'accaduto vennero arrestati. Fu solo grazie all'intervento di Erode Antipa che Pilato decise di liberare il Nazareno. Anche se in una forma decisamente mistificata, l'episodio dell'intervento di Antipa in tali avvenimenti è anche testimoniato dai vangeli.
Esiste una motivazione 'storica' che giustifica l'intervento di Antipa (il quale odiava Pilato per la cudeltà con cui quest'ultimo trattava i suoi compatrioti palestinesi) in favore di Gesù. Quasi sicuramente, fu il probabile intervento di Maria Vergine, la quale supplicò Antipa ad intervenire a favore del figlio, che fece smuovere la volontà dell'erodiano. (non si deve dimenticare che il padre di Maria Vergine, falsamente chiamato 'Gioacchino' nei vangeli dell'infanzia, fu una persona ricchissima e quindi sicuramente molto influente nel panorama socio-politico del tempo)
Il secondo processo a Gesù, come si evince dallo stesso contesto evangelico, venne tenuto davanti al sinedrio. Infatti, quasi sicuramente, Tito si limitò ad interrogare Gesù, poi, vista l'impossibilità di salvarlo, lo consegnò alle autorità religiose e governative giudaiche affinchè lo giudicasero secondo le loro leggi(*). Ciò avvenne nella città di Lydda, in cui temporaneamente risiedeva il Bet Din (tribunale sinedriale), essendo stata distrutta la sede storica di tale istituto nel corso della conquista di Gerusalemme (v. Tempio)
A seguito della sentenza di morte emessa dal sinedrio, Gesù venne giustiziato mediante lapidazione nella stessa città di Lydda. Non è certo un caso che in quella città venne edificata, sin dai primi secoli, una basilica in onore di St. Giorgio, un'evanescente figura creata ad-hoc per venerare i luoghi in cui effettivamente Gesù di Nazareth venne giustiziato e sepolto, senza suscitare sospetti da parte degli 'ingannati': vale a dire i creduli devoti che pendevano dalle labbre dei 'santi' missionari cristiani!(**)
Saluti
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Note:
(*) - nei vangeli è detto che 'Pilato', al fine di cercare di salvare la vita a Gesù, affermò che lui 'non vedeva colpa alcuna in Gesù'. Nella vicenda storica reale, Tito non avrebbe potuto fare altrettanto, in quanto i 'misfatti' dell'uomo conosciuto come 'Gesù il Galileo', il quale aveva partecipato come uno dei vari caporibelli alla difesa di Gerusalemme assediata dallo stesso Tito, erano ben conosciuti da tutti. Semplicemente Tito cercò di far credere che non era certo che l'uomo che aveva di fronte fosse stato proprio il Gesù Galileo a cui i giudei si riferivano. (sino al momento del suo arresto, infatti, Gesù il Galileo, l'uomo che aveva scacciato i mercanti dal tempio, era creduto che fosse rimasto ucciso in seguito alla caduta di Gerusalemme)
(**) - nel corso del VI secolo, tale santo venne cancellato dal martiriologico della chiesa cattolica apostolica romana, in quanto mai esistito. Basta fare una semplice ricerca su questa fittizia figura e sulla sua pseudo vicenda storica, per rendersi conto che dietro la sua figura venne celata quella di Gesù di Nazareth. (tanto per fare un esempio, S. Giorgio, secondo tale pseudo storia, venne giudicato da un tribunale composto da 72 giudici: vale a dire quanti erano i componenti del tribunale sinedriale!)
Veritas
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