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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 04/06/2015, 15:36 
Massimo Falciani ha scritto:
non sono sicuro di aver capito bene, ma in pratica hanno dimostrato che il semplice osservare l'atomo ne modifica il comportamento?


No quello lo aveva gia' capito Heisenberg con il suo omonimo principio di indeterminazione.

Massimo Falciani ha scritto:
tipo effetto farfalla, una qualunque azione ne provoca un'altra, l'azione di osservare l'atomo ne provoca un comportamento diverso?
o ho capito male?


Qui invece dicono un'altra cosa e cioe' che la realta' non esiste fino a quanto non la si osserva, nel senso che l'atto di osservarla di fatto la crea.

Come dice Max e' come guardare da un buco della serratura in un videogame. Fino a quando non guardi dentro al buco, quello che c'e' dietro non esiste. Il computer lo crea nel momento in cui tu lo vuoi guardare.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 04/06/2015, 15:47 
dalla versione inglese non riesco a capire come è organizzato e come funziona l'esperimento.
ci rimugino sopra ancora un pò...



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 04/06/2015, 16:28 
Massimo Falciani ha scritto:
dalla versione inglese non riesco a capire come è organizzato e come funziona l'esperimento.
ci rimugino sopra ancora un pò...


Infatti. Fanno presto a fare gli articoli.

[:291]
Necessita approfondimento ulteriore.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 04/06/2015, 16:56 
zakmck ha scritto:
Massimo Falciani ha scritto:
dalla versione inglese non riesco a capire come è organizzato e come funziona l'esperimento.
ci rimugino sopra ancora un pò...


Infatti. Fanno presto a fare gli articoli.

[:291]
Necessita approfondimento ulteriore.


meno male, allora non è poco chiaro solo per me

se qualcuno avesse più chiaro l'esperimento e avesse voglia di fare un riassuntino, magari con disegnino allegato...



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 04/06/2015, 17:14 
Proviamo con questa traduzione:

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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 06/06/2015, 14:23 
Potremmo parlare di riscossa solipsista [;)]

http://it.wikipedia.org/wiki/Solipsismo



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 20/06/2015, 14:58 
Un nesso tra antimateria e spiritualità?

Con la scoperta dell'antimateria, è iniziata la "rivoluzione della fisica", che porterà ad osservare fenomeni completamente nuovi. L'antimateria ci permette ad esempio di ricevere informazioni dal futuro, che attiveranno il DNA nelle sue potenzialità di espressione animica

di Emiliano Soldani

Lo scorso aprile, il laboratorio di ricerca svizzero CERN ha rilasciato una dichiarazione di risonanza mondiale: nel loro acceleratore di particellele, il Large Hadron Collider (Lhc, il più grande del mondo), dopo le prime collisioni avvenute all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), è stata rinvenuta l’antimateria sotto forma di un flusso di positroni (elettroni a carica positiva) all’interno dei raggi cosmici.

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Fritz Zwicky (1898-1974).

In ambito scientifico questa scoperta stabilisce inequivocabilmente l’esistenza della materia oscura, dopo decenni di speculazioni teoriche, iniziate nel lontano 1933, allorché Fritz Zwicky, noto astronomo svizzero, compì particolari rilevazioni sulla velocità di rotazione delle stelle intorno ai nuclei galattici. Infatti Zwicky notò una esagerata velocità di rivoluzione stellare, che poteva essere giustificata solo ipotizzando un surplus di forza di gravità, calcolata sulla base della teoria di gravitazione universale di Newton.

Dal momento che la gravità è direttamente proporzionale alla massa di un corpo fisico, occorreva ipotizzare l’esistenza di una massa aggiuntiva di materia dalle proprietà sconosciute, che aveva un effetto sulla gravità stellare, spiegando così l’aumento di velocità del moto dei corpi celesti osservati. Così l’antimateria venne semplicemente teorizzata e molti fisici si cimentarono da allora in calcoli matematici che ne dimostravano l’esistenza. Tuttavia sino a poche settimane fa nessuna evidenza scientifica aveva messo a tacere le logiche argomentazioni dei suoi detrattori.

Dalla scienza allo spirito

Il fatto che per noi svela aspetti squisitamente spirituali, aprendo il campo ad un arguto filosofeggiare che impegnerà certamente le più brillanti menti del nostro tempo, è la peculiare composizione fisica dell’antimateria rinvenuta: un flusso di positroni.

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La materia oscura presenta una carica elettrica opposta rispetto a quella della materia luminosa e quindi non si vede.

I positroni infatti sono materia a carica positiva, bilanciata dalla consueta materia elettronica con cui ci confrontiamo in ogni istante. Fin qui, nulla da eccepire, dato che appare logico ed opportuno che questa materia oscura presenti una carica elettrica opposta rispetto alla materia luminosa.

Ma Richard Feynman, fisico statunitense Premio Nobel nel lontano 1965, in un suo celeberrimo lavoro volto a schematizzare il comportamento delle particelle subatomiche attraverso la teorizzazione dei Diagrammi di Feynman, dimostrò che nel preciso istante in cui un flusso di materia positronica incontra materia elettronica, gli elettroni di quest’ultima, stravolgendo il loro naturale spin di rotazione, misteriosamente si accordano ai positroni ed iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo!

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Il Premio Nobel per la Fisica Richard Feynman (1918-1988).

Quindi occorre abbandonare l’idea che dall’incontro tra materia e antimateria ne sarebbe risultata solo una colossale esplosione denominata processo di annichilazione. Piuttosto bisogna accettare l’idea che sia possibile invertire il flusso temporale e viaggiare a ritroso nel tempo. Quest’assunto non è affatto nuovo, poiché è il caposaldo dell’interpretazione transazionale della fisica quantistica (annunciata nel 1986) di John Cramer, fisico della Washington State University, che si basa sul concetto di ordine sintropico divergente dal futuro.

Un campo di coscienza ed energia

Facciamo un passo indietro, per ultimare il posizionamento di tutti i tasselli del domino che ci permetteranno interessanti riflessioni di carattere spirituale e filosofico, intendendo l’aggettivo spirituale nella sua classica accezione, “ciò che è proprio dello Spirito”, intendendo quindi lo Spirito come un agente creativo.

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Il matematico Luigi Fantappié (1901-1956).

Nel 1941 un matematico italiano, Luigi Fantappiè, coniò il termine sintropia, il cui significato è tendenza alla convergenza. Fantappiè partì da studi sulla relatività ristretta e sull’equazione di Schrödinger, che volevano giustificare le osservazioni empiriche negli esperimenti sulla doppia fenditura, nei quali l’elettrone si comportava in accordo all’idea dei soggetti sperimentatori.

L’equazione di Schrödinger era relazionata all’interpretazione di Copenaghen della quantistica, in base alla quale l’uomo poteva vantare poteri quasi divini sulla natura, semplicemente osservando e trasformando l’oggetto della sua attenzione.
Fantappiè invece smentisce tale possibilità, che peraltro non trova riscontro alcuno a livello macrocosmico, ed introduce un concetto rivoluzionario: l’esistenza di un ordine implicito codificato in un campo di coscienza ed energia, che dal futuro accorda ogni aspetto del creato ad una volontà di massimizzazione delle forme di vita, volta al trionfo della biodiversità.

In altre parole il nostro Fantappiè, seguito da David Bohm e da una pletora di fisici che sposarono i suoi assunti, dimostrò l’evidenza di un ordine implicato superiore, ove tutti i potenziali quantici esprimibili sono contenuti. Il processo di osservazione a questo punto non crea realtà, bensì seleziona tra infinite possibilità codificate in linee temporali future ciò che si vuole collassare nel presente, manifestandolo in questo mondo. La teoria transazionale della fisica quantistica prova inconfutabilmente che le onde quantiche possono viaggiare a ritroso nel tempo.

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Un’immagine che illustra il campo morfogenetico della coscienza.

Se interpoliamo questi assunti con le tesi di noti biologi molecolari quali Rupert Sheldrake, oppure genetisti del calibro di Glen Rein, che affermano l’esistenza di un campo informato di coscienza che accorda il comportamento di tutto ciò con il quale è in risonanza, allora possiamo serenamente accogliere l’idea che questo campo informazionale intelligente contiene informazione vibrante nel futuro che condiziona la realtà espressa nel presente.

E forse l’antimateria è proprio il mezzo usato da questo campo per trasmettere alla materia finalità e compiti, tra infinite variabili esprimibili. Come se la materia oscura fosse la bacchetta del direttore di orchestra che sincronizza i musici per la realizzazione di una melodia il cui fine è massimizzare l’espressione della vita.

Entrare in risonanza con la sapienza iniziatica

Tale prospettiva ridimensiona nettamente il nostro ego, che invece risultava forse eccessivamente esaltato dall’interpretazione di Copenaghen, e ci mette nella posizione di ascoltarci seriamente, in un’introspezione volta a conoscere come possiamo sintonizzarci con quest’ordine implicito dal sapore divino.

Tanto più che coloro che si sono permessi l’accordatura alla sintropia, ravvisano l’azione di una sorta di forza sottile, che silenziosamente muove i tasselli e combina ogni sincronicità affinché vengano realizzati gli aneliti più profondi, i desideri animici che raramente riusciamo a manifestare. Allora forse dovremmo entrare in piena risonanza morfica (parafrasando Sheldrake) con il campo informazionale colmo di intuizioni da un futuro nel quale abbiamo espresso pienamente ogni volontà animica, sperimentando una felicità illimitata.

Ma come fare? La chiave è nella sapienza iniziatica di alchimia trasformativa, piuttosto che nella visione olistica della tradizione orientale, che alcuni fisici come David Bohm hanno avuto a cuore di approfondire, per trarre il massimo vantaggio dalle antiche conoscenze portate alla ribalta dalla fisica quantistica.

Al fine di entrare in risonanza con un campo di coscienza impersonale e collettivo dobbiamo sentire di essere come lui, per sintonizzarci sulla sua stessa lunghezza d’onda. Essere come questo campo significa lasciare andare l’inutile identificazione con la personalità, somma del nostro passato e del nostro carattere ed attitudini nel presente, senza temere la perdita dell’individualità, che è invece memoria della splendida peculiarità animica di ognuno di noi.

La memoria del nostro passato è codificata nella materia elettronica che tutti conosciamo. Tale materia è il rallentamento frequenziale di una luce informata con il nostro karma collettivo, affinché in questo gioco si possa sperimentare l’illusione della solidità.

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La scoperta dell’antimateria al CERN.

L’antimateria invece rappresenta il rallentamento e la condensazione in forme manifeste di un’informazione proveniente dal futuro, ove il karma non esiste ed in suo luogo sono presenti intuizioni potenti, finalizzate alla nostra più autentica felicità.

Dobbiamo quindi accettare di affrancarci dalla personalità per riposare nella certezza che la nostra anima immortale potrà avere ogni strumento per spiccare il volo, trovando il giusto equilibrio di attenzione tra materia ed antimateria. Siamo stati troppo a lungo vincolati all’osservazione di ciò che era espresso, perdendo la poesia della sintropia trasmessa dall’antimateria.

Osservando coscientemente i nostri potenziali quantici esprimibili, nella certezza animica di non voler più indossare fittizie maschere personali, possiamo essere Uno con il campo informazionale ed integrare tutta l’antimateria di cui l’anima necessita per la piena realizzazione di sé!

http://www.karmanews.it/8293/un-nesso-t ... ritualita/



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 20/06/2015, 16:23 
In merito a quanto postato sopra ritengo doveroso segnalare l'obiezione di zakmck di cui prendo atto.

viewtopic.php?p=393990#p393990



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 21/06/2015, 15:54 
Atlanticus81 ha scritto:
è stata rinvenuta l’antimateria sotto forma di un flusso di positroni (elettroni a carica positiva) all’interno dei raggi cosmici


Che c... centrano le collisioni di protoni coi raggi cosmici ?

Cita:
nel preciso istante in cui un flusso di materia positronica incontra materia elettronica, gli elettroni di quest’ultima, stravolgendo il loro naturale spin di rotazione, misteriosamente si accordano ai positroni ed iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo!


In base a quel poco che so di fisica mi sembra una c....
In questi termini allora potrebbere avvenire il contrario: essere gli elettroni ad orientare i positorni


Cita:
Quindi occorre abbandonare l’idea che dall’incontro tra materia e antimateria ne sarebbe risultata solo una colossale esplosione denominata processo di annichilazione.


Mi sembra una c... emerita.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 06/07/2015, 17:25 
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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 23/07/2015, 13:20 
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 Oggetto del messaggio: Re: L'Universo Olografico
MessaggioInviato: 25/07/2015, 16:28 
Persi negli universi

“Con l’osservazione l’onda diventa corpuscolo. L’energia del Campo unificato (intelligente) diventa materia. La materia si trasforma e produce il tempo e lo spazio (il momento e la posizione). Dunque il tempo nasce dalla trasformazione dell’energia in materia. Ma in realtà il tempo e lo spazio non esistono. Ci sono intervalli rapidissimi che sembrano succedersi in continuità tra una scomparsa ed un'apparizione di una particella e l’altra. Questi intervalli, che sembrano susseguirsi in rapida successione, sembrano andare a costituire il tempo. Ma così non è. Se il nostro occhio potesse avere un potere percettivo più veloce (più risolutivo), ci accorgeremmo che nulla fluisce e nulla scorre.” (V. Marchi)

Pochissimi ma tenaci ricercatori sostengono la teoria della Terra piatta. Riteniamo che il problema sia mal posto e che, nonostante il suo carattere eterodosso, tale modello tenda a riprodurre i limiti metodologici dell’ortodossia scientifica. Infatti non bisognerebbe cercare le prove oggettive, i dati empirici per dimostrare che il pianeta non è un geoide, quanto focalizzare la questione su che cosa siano la “realtà”, la materia-energia, il cervello, la percezione, la mente, la coscienza. Occorrerebbe provare a definire quello che il fisico francese Costa de Beauregard chiama “il problema veramente fondamentale”, vale a dire la relazione tra la psiche e la materia.

Malgrado i progressi speculativi nel campo della scienza attuale, la nostra visione del mondo ed il sapere accademico-istituzionale sono ancora ancorati alle coordinate spazio-temporali, ad una concezione cartesiana della res extensa.

Il matematico francese Jacques Vallée ci avverte:

“Il tempo e lo spazio possono essere nozioni adatte a seguire l’avanzamento di una locomotiva, ma sono del tutto inutili per localizzare un’informazione. Gli informatici hanno capito molto presto che tempo e spazio sono i criteri peggiori per immagazzinare una grande quantità di dati ad alta velocità. Nei grandi sistemi informatici non si tenta mai di inserire elementi tra loro correlati in spazi fisici sequenziali.

E’ molto più conveniente spargere i dati per tutta la memoria, così come arrivano, ed elaborare un algoritmo di ricerca basato su qualche tipo di parola-chiave o sull’hashing, una procedura in cui i dati sono randomizzati. La probabilità funge da collegamento tra qualcosa di oggettivo, lo spazio occupato dall’informazione, e qualcosa di soggettivo, la richiesta di un suo recupero.

La simultaneità e le coincidenze che abbondano nelle nostre vite suggeriscono che il mondo possa essere organizzato come un database randomizzato (il multiverso) piuttosto che come una biblioteca sequenziale (il cosmo quadridimensionale della fisica classica). Se la dimensione temporale, che solitamente diamo per scontata in realtà non esiste, il cervello umano potrebbe attraversare gli eventi per associazione, nel modo in cui i computer di oggi recuperano le informazioni”. (J. Vallée, Dimensioni, 1998-2014)


E’ naturale che le ipotesi riportate da Vallée tendono a confluire verso innovative teorie: come tutte le teorie, oltre ad essere un po’ come la mappa rispetto al territorio, possono essere falsificate. Non possiamo né dobbiamo attenderci di attingere la verità assoluta, ma possiamo solo tentare di tracciare dei diagrammi che spieghino in modo soddisfacente un certo numero di fenomeni.

I sistemi inerenti all’universo olografico (da David Bohm sino a Robert Lanza, senza dimenticare il cervello olografico di Pribram) evocano una realtà in cui la profondità è una mera proiezione, dove le situazioni fenomeniche sono il risultato di un ordine implicito. La teoria dell’informazione ci insegna che un segnale non si trasferisce necessariamente attraverso lo spazio-tempo e che A può agire su B, prescindendo da sequenze cronotopiche. Anche la teoria della comunicazione ammette che un messaggio può essere inviato in assenza di un medium, uno strumento materiale.

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Nonostante le discrepanze tra i numerosi orientamenti fisico-cosmologici odierni, tutti si discostano dagli assi cartesiani. Alcuni scienziati delineano il modello dell’universo-elaboratore; altri optano per l’universo-coscienza. In quest’ultimo caso non esiste un oggetto (il cosmo) che il soggetto (l’uomo) percepisce e conosce, ma è la Coscienza transpersonale che proietta il “reale”, registrato poi come “concreto”, “tangibile” per mezzo di processi cerebrali ad hoc. In questo modo ognuno di noi intuisce il cosmo in maniera leggermente diversa dagli altri e soprattutto vede una frazione di “realtà”, come se fosse al cinema. La Coscienza è il proiettore, l’encefalo è il trasduttore, la “realtà” la pellicola.

Sono evidenti le implicazioni concettuali di queste teorie e soprattutto è palese che la scienza contemporanea è sostanziata a tal punto di speculazioni quasi metafisiche che il confine tra Scienza e Filosofia è divenuto molto labile. Vallée reputa che il pensiero che potremmo trarre da queste linee speculative sarebbe vicino all’occasionalismo islamico.

L'occasionalismo islamico, ripreso in Europa dal pensatore francese Malebranche, ritiene che gli eventi non siano prodotti da circostanze materiali, ma siano espressioni immediate della volontà di Dio. Lo stesso nesso di causa-effetto è trasceso, poiché tale correlazione è situata nello spazio-tempo. Se, infatti, ogni avvenimento dipende da Dio, per definizione Essere al di fuori di limiti spazio-temporali, anche il rapporto tra antecedente e conseguenza non ha alcuna ragion d’essere.

Quali sono poi i risvolti pratici di questi schemi concettuali? Se si accoglie la teoria dell’universo cibernetico, il libero arbitrio è negato, in quanto il cosmo è un software sofisticatissimo ideato da un’Entità dissimulata. La teoria del cosmo olografico tende ad escludere la libertà di scelta per i motivi che abbiamo già illustrato. Gli approcci informatico-associativi valorizzano il concetto di random, ossia “fortuito”. Il caso, sebbene in contrasto con il determinismo, esclude la libera volizione.

Sembrano essere due i fili che legano i pur diversi indirizzi filosofico-scientifici di oggi: il superamento dell’archetipo galileiano-cartesiano-newtoniano e la rinuncia all’idea antropocentrica di libero arbitrio. Si prospetta così un universo sincronico ed interconnesso, in ultima istanza a-spaziale ed ucronico (anche stocastico?), giacché spazio e tempo potrebbero essere (Kant docet) categorie mentali, forme a priori della conoscenza e non attributi del substrato materiale. E’ anche un cosmo in cui sono possibili i miracoli ed i contatti con altri livelli, dove le manifestazioni naturali diventano pressoché indistinguibili da quelle soprannaturali, popolato di intelligibili più solidi delle cose sensibili.

Per gli argomenti addotti sin qui, crediamo sia errato domandarsi se la Terra sia piatta o sferica in sé, piuttosto sarebbe utile domandarsi come percepiamo il “reale” e perché lo vediamo in modo diverso, ad esempio, dagli animali, se la nostra stessa intuizione non sia condizionata da qualcuno o da qualcosa. Per quale motivo la visione di un uomo dovrebbe essere corretta ed “oggettiva” e quella di un’ape no?

Scrive ancora Vallée:”Vorrei uscire dal labirinto condizionante e capire come funziona. Mi chiedo che cosa scoprirei: forse una mostruosità sovrumana che non si può contemplare senza perdere la ragione? Forse una solenne assemblea di saggi? O l’esasperante semplicità di un meccanismo?”

Se potessimo uscire dal dedalo, scopriremmo una Verità talmente accecante da consentirci finalmente di vedere?

1) La RAM (Random Access Memory) è, infatti, memoria ad accesso casuale.
2) Come si manifesti il Male in questi universi è tema che non è affrontato dagli scienziati né si comprende come si potrebbe inscrivere.

http://zret.blogspot.it/2015/07/persi-n ... bOavqTtmko



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MessaggioInviato: 06/08/2015, 16:12 
Il nostro Universo è un fake?
Robert Lawrence Kuhn

Ho iniziato a pensarci, anche se con molte perplessità.

L'idea che l'umanità possa vivere in una realtà artificiale – un universo simulato – sembra da presuntuosi, nella migliore delle ipotesi fantascienza.

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Ma confrontandomi con scienziati e filosofi, mi sono reso conto che la possibilità che tutto ciò che gli esseri umani vedono, conoscono, provano, sia un gigantesco gioco per computer guidato da hacker super intelligenti, non è uno scherzo.

David Brin, scrittore di fantascienza e scienziato spaziale, ci propone la storiella di un imperatore cinese che sognava di essere una farfalla che sognava di essere un imperatore.

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Secondo Brin potremmo trovarci nell'anno 2050 mentre le persone vivono una simulazione al computer di come era la vita nei primi anni del 21° secolo – o potremmo trovarci a miliardi di anni da oggi, mentre viviamo una simulazione di come erano le vite umane primitive.

Il filosofo Nick Bostrom, direttore del Future of Humanity Institute all'Università di Oxford, descrive un universo falso come un «software di simulazione ricco di dettagli, compresi i predecessori storici, realizzato da una civiltà tecnologicamente molto avanzata.»

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È come nel film “The Matrix”, ha detto Bostrom, a parte che «invece di avere dei cervelli in vasche alimentati da un simulatore tramite input sensoriali, il cervello farebbe anch'esso parte della simulazione. Un enorme programma del computer che simula tutto, compreso il cervello umano, fino a neuroni e sinapsi.»

Nick Bostrom non sta affermando che l'umanità vive in un tale simulazione. Piuttosto, la sua ipotesi “simulazione” mira a dimostrare che uno di questi tre scenari deve essere vero:

Tutte le civiltà si sono estinte prima di diventare tecnologicamente mature;
Tutte le civiltà tecnologicamente mature perdono interesse per la creazione di simulazioni;
L'umanità sta letteralmente vivendo in una simulazione al computer
.

Il suo pensiero è che tutte le civiltà cosmiche o scompaiono (per esempio autodistruggendosi), prima di diventare tecnologicamente capaci, o tutte decidono di non generare più simulazioni universali (ad esempio, stabiliscono che le simulazioni non sono etiche, o sono troppo noiose). La parola chiave è “tutto” - perché se qualsiasi civiltà del cosmo sapesse generare queste simulazioni, i mondi simulati si moltiplicherebbero rapidamente e, quasi certamente, l'umanità farebbe parte di uno di essi.

Il visionario di tecnologie, Ray Kurzweil, ha ipotizzato, «forse tutto il nostro universo è un esperimento scientifico dello studente di una scuola superiore di un altro universo. (Visto come stanno andando le cose – scherza – Non avrà un buon voto!).»

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La visione del mondo di Kurzweil è basata sulle implicazioni che comporta la crescita esponenziale della potenza di calcolo. Secondo Kurzweil una simulazione precisa non significa che sia diversa dalla realtà. La prova che questo universo “gira” su un computer sta nel fatto che «le leggi fisiche sono insiemi di processi di calcolo» e «le nostre informazioni si evolvono continuamente e sono manipolabili, in esecuzione su qualche substrato computazionale». Questo significherebbe che «l'universo è un computer». Kurzweil ha aggiunto che considera se stesso un «modello di informazioni».

«Sono un patternist», ha dichiarato. «Penso patterns, questo vuole dire che le informazioni sono la realtà fondamentale.»

(NdR: “Patternist” è un termine inglese preso a prestito da una serie di romanzi di fantascienza di Octavia E. Butler , può essere tradotto in “Un insieme di schemi”. “Penso patterns” vuol dire “Penso secondo degli schemi”).

Come capire se viviamo in una simulazione?

Se tutti siamo immersi in questa simulazione come facciamo ad accorgercene? Brin propone l'esistenza di una “backdoor” nel programma che consenta agli ipotetici programmatori di controllare le persone. Poi corregge, «Se viviamo in una simulazione universale, allora tutto è software, ogni atomo del nostro universo. Non può esserci una “backdoor” lasciata socchiusa dai programmatori.»

Marvin Minsky, informatico e scienziato specializzato nel campo dell'intelligenza artificiale, ha ampliato la distinzione fra tre tipi di simulazione: cervelli in vasche; simulazione universale di puro software; simulazione universale di fisica pura.

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«Sarebbe molto difficile distinguerli», ha detto Minsky, «a meno che il programmatore non abbia fatto qualche errore – se ci si accorge che alcune leggi della fisica sono discordanti, se si scoprono errori di arrotondamento, allora si potrebbe vedere attraverso le reti del computer cosa c'è dietro.»

«Se fosse questo il caso, significherebbe che l'universo è più semplice da comprendere di quanto gli scienziati avevano immaginato, e che si potrebbe anche trovare il modo per cambiarlo.»

Il pensiero che la realtà dove ci troviamo non sia quella definitiva, per molti, può essere inquietante, ma non per Minsky: «Non sarebbe bello sapere che facciamo parte di una realtà ancora più grande?»

Martin Rees, Astronomo Reale del Regno Unito, un visionario con i piedi per terra. «Bè, è una teoria un po' traballante, ma affascinante,» ha detto. «La domanda fondamentale è: quali sono i limiti della potenza di calcolo?»

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«Gli astronomi stanno già usando computer per simulare porzioni di universo,» ha spiegato Rees, «siamo in grado di avere un universo virtuale nel nostro computer e calcolare cosa accadrebbe facendo scontrare due galassie. Quindi, anche se in modo grossolano, siamo capaci di simulare alcune caratteristiche cosmiche. Dobbiamo chiederci, cosa potremo simulare quando i computer diventeranno ancora più potenti?»

«Non è pazzesco pensare che, in un lontano futuro,» ha detto, «ci potrebbero essere i computer in grado di simulare una gran parte del mondo.»

«Il presupposto di ogni teoria della simulazione è che la coscienza – il senso interiore della consapevolezza, come l'emozione per un opera di Mozart o l'odore dell'aglio – possa essere simulato. In altre parole che una replica degli stati fisici del cervello produrrà, istantaneamente, gli stati mentali tipici di un essere umano. Questo abbinamento “fisica del cervello” con “la coscienza” per me non è ovvio.»

Alla domanda se la coscienza di livello umano e di auto-coscienza possano essere simulati, Rees risponde: «Questo è il tipo di domanda che richiederebbe un'intelligenza sovrumana per rispondere – e aggiunge – potrebbe essere oltre anche le nostre capacità future.»

Il fisico Paul Davies ha un approccio differente. Egli usa la teoria della simulazione per prendere in giro le contraddizioni della teoria dell'universo multiplo (multiverso).

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«Se si prendesse sul serio la possibilità degli universi multipli, comprese tutte le possibili varianti,» dice Davies, «almeno alcuni di loro dovrebbero avere civiltà intelligenti con la potenza di calcolo sufficiente per simulare universi. Creare un universo simulato è molto più economico che farne uno reale, quindi questi universi potrebbero proliferare, diventando di gran lunga più numerosi di quelli veri. Supponendo che siamo soltanto osservatori tipici, è estremamente probabile che ci troviamo in un universo falso.»

Finora il ragionamento fila.

Poi Davies fa la sua mossa. Egli sostiene che, poiché l'esistenza teorica di universi multipli si basa sulle leggi della fisica nel nostro universo, se questo universo viene simulato, anche le sue leggi della fisica sono simulate, il che significherebbe che la fisica di questo universo è un falso. Pertanto, Davies, sempre più motivato, «Non possiamo usare l'argomento che la fisica nel nostro universo conduca a universi multipli, perché condurrebbe inevitabilmente anche ad un universo falso con la fisica falsa. Questo distrugge ogni argomentazione secondo cui la fisica fondamentale genera più universi, perché il ragionamento si auto-smentisce.»

Davies conclude, «Gli universi multipli sembrano quasi inevitabili, basandoci sulla nostra comprensione del Big Bang, ma non sono altro che un pendio scivoloso che porta a conclusioni che ritengo assurde.»

Cinque premesse per la simulazione

- esistono altre civiltà intelligenti;
- le loro tecnologie crescono in modo esponenziale;
- non tutti si estinguono;
- non vi è alcun divieto universale o barriera per l'esecuzione di simulazioni;
- la coscienza può essere simulata.

Se queste cinque premesse sono vere, sono d'accordo, l'umanità vive in una simulazione. La logica sembra ovvia, il che significa che se non si accetta (o non si voglia accettare) la conclusione dell'universo simulato, allora si dovrà respingere almeno una delle premesse.

Quale rifiutare? Altre civiltà intelligenti? La crescita esponenziale della tecnologia? Non tutte le civiltà aliene si sono estinte? Nessuna barriera alle simulazioni? La coscienza simulata?

Qualunque sia la vostra scelta, la si deve applicare sempre, ovunque. Per tutti i tempi. In tutti gli universi. Nessuna eccezione.

Questo, per me, non ha senso.

L'universo simulato andrebbe contro l'esistenza di Dio? Non necessariamente.

Bostrom ha detto: «l'ipotesi della simulazione non è un'alternativa al teismo o dell'ateismo. Potrebbe essere una versione di entrambi – è indipendente dal fatto che Dio esista. Mentre l'argomento simulazione non è un tentativo di confutare il teismo», ha aggiunto, «implicherebbe una variante più debole della creazione, perché il creatore dei simulatori possiederebbe alcune delle caratteristiche che di norma vengono associate a Dio.»

«I creatori dei simulatori sarebbero superintelligenti, ma non avrebbero bisogno di menti illimitate o infinite. Possono intervenire nel mondo manipolando la simulazione. Così avrebbero alcune delle funzionalità dell'onnipotenza, nel senso che avrebbero potuto cambiare tutto ciò che volevano del nostro mondo.»

«Quindi, anche se questo universo sembra sia stato creato, né scienziati né filosofi né teologi possono facilmente distinguere tra il Dio creatore tradizionale e il creatore di simulatori iper-avanzato.»

«Questo porta al vecchio gioco “chi ha creato chi”: i “meno potenti” creatori di simulatori da chi sono stati creati?»

«Ad un certo punto, il nesso tra causalità ed effetto deve finire – qualcuno potrebbe contestare.»

Personalmente, non credo che l'umanità stia vivendo in una simulazione. Nonostante le argomentazioni sembrino funzionare, ciò che sicuramente fanno è portare alla luce profonde discrepanze, o difetti fondamentali, nel modo in cui le persone pensano alla realtà.

E se le contraddizione tra le leggi della fisica classica e la meccanica quantistica fossero “errori” compiuti dai creatori del nostro simulatore? Cosa faranno ora, mentre ci osservano sfornare teorie nel tentativo di giustificare le loro sviste. Un semplice aggiornamento di sistema o spegneranno tutto in attesa che i “super-tecnici” sistemino il bug?

C'è qualcosa che non va.

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