Certo Shant ^_^
La vicenda della Franklin è interessante sia per i suoi aspetti scientifici che per le implicazioni culturali. Un pò mi ricorda quella di Jocelyn Bell-Burnell, studentessa di Astronomia, che scoprì le pulsar. Per la scopera venne assegnato un Nobel...si, al relatore della tesi presentata dalla giovane Jocelyn, il professor Anthony Ewish
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Le vicende che portarono Watson e Crick alla scoperta del DNA sono interessanti, eccone una ricostruzione:
Quindi potremmo definire Watson & Crick un’accoppiata vincente, come si direbbe oggi, immersi come siamo nello spirito competitivo della nostra epoca. In effetti mai termine è più appropriato di questo per sintetizzare la storia della scoperta del DNA.
Watson era statunitense e zoologo mentre Crick era inglese e fisico: davvero una strana coppia.
James Dewey Watson laureato in zoologia era poi passato alla genetica sotto la guida del nobel italiano Salvador Luria. Quest’ultimo gli aveva consigliato un periodo di studio in Europa e così Watson passò per Copenaghen e Napoli, dove, come ricorda egli stesso, passò la maggior parte del tempo “a camminare per le strade e visitare templi e castelli”, ma fece anche una importante conoscenza: Maurice Wilkins, cristallografo del King’s college di Londra che si stava occupando della struttura del DNA.
Che combinazione!
Dopo avere ascoltato una sua conferenza decise che il suo futuro sarebbe stato sulla ricerca genetica e sempre sotto i buoni uffici di Luria si fece trasferire a Cambridge. Qui avvenne il fatidico incontro con l’altro protagonista: Francis Harry Compton Crick, inglese di Northampton. Era un fisico che durante la guerra si era specializzato in uno dei settori top secret della ricerca militare e cioè lo sviluppo delle ricerche sul radar. Particolare interessante, vero? Infatti è piuttosto insolito che un pur meritevole ricercatore di sistemi elettro-magnetici top-secret venga quasi catapultato ad occuparsi di genetica, aspetto curioso che meriterebbe ampi approfondimenti fedeli al motto: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!”
I due, menti acute, erano complementari e il loro lavoro procedette molto spedito in quegli anni, poi i diversi caratteri li portarono ad una profonda inimicizia e le loro strade si separarono per sempre. L’unione di questi due cervelli eccezionali portò a molti importanti risultati quasi esclusivamente sulla base di un esercizio di pura logica e speculazione mentale, ottenendo velocemente ciò che altri colleghi trovavano dopo duro e noioso lavoro di verifiche sperimentali in laboratorio. Anche questo modo di procedere poco scientifico, francamente poco ortodosso, è singolare e meriterebbe maggiori ricerche e chiarimenti!
In realtà la premessa basilare alla scoperta della molecola fu attuata nel ’44 da un ricercatore americano, un certo Avery, che rivelò al mondo che i geni, ovvero quelle perle componenti i cromosomi erano costituiti da molecole di acido desossiribonucleico (il DNA appunto). Non era stato per niente facile arrivarci ma questa scoperta non portò alcun riconoscimento al suo scopritore: chissà perché? A questo punto mancava ancora la comprensione di come fosse strutturato nello spazio il DNA e chi l’avesse scoperto avrebbe aperto la strada alla sua possibile manipolazione o modificazione: il potere sulla vita, per l’appunto! Almeno questo era quello che si sperava di ottenere in certi ambienti e avrebbe coronato decenni di finanziamenti enormi, profusi con larghezza e generosità a qualsiasi centro di ricerche senza alcuna distinzione di razza o paese o cultura o religione. La posta in gioco era evidentemente troppo importante per rischiare di ritardarne l’acquisizione con sciocche remore etiche: in fondo il fine giustifica il mezzo, non è così?
Ecco allora che la gara era aperta e diversi laboratori nel mondo stavano puntando tutte le energie al medesimo obbiettivo, anche perché tutti erano finanziati generosamente per lo stesso scopo. Ora, senza togliere nulla a Watson & Crick, va detto che non sarebbero arrivati per primi se qualcuno non li avesse passato dati fondamentali provenienti da ricerche fatte da altri! Proprio così, le loro ricerche erano a buon punto ma mancava ancora la spintarella giusta. Essa si concretizzò, quando il Wilkins, sì, quello conosciuto a Napoli da Watson, direttore del King’s College di Londra, passò loro il brillante lavoro di Rosalind Franklin all’insaputa dell’interessata. In realtà esisteva già una collaborazione ufficiale tra la coppia Watson & Crick e l’istituto con a capo il Wilkins, ma tra Rosalind Franklin e il trio non correva buon sangue. Particolarmente duri erano i rapporti tra la ricercatrice ed il suo capo Wilkins che si ostinava a non riconoscerle il valore professionale ed umano di cui era invece abbondantemente dotata. Fu proprio Wilkins a copiare, di nascosto, le immagini del DNA ottenute con la diffrazione a raggi X fatte dalla Franklin e passarle a Watson & Crick. La cosa fu basilare per consentire al duo di bruciare tutti sul filo di lana. Watson, nelle sue memorie ricorda: “Come vidi le fotografie, rimasi a bocca aperta ed il cuore prese a battermi forte”. Fu così che poche settimane dopo elaborarono la famosa e bellissima struttura del DNA a doppia elica che srotolandosi ed aprendosi consentiva il passaggio della informazione genetica: il tutto in 200 milionesimi di millimetro!
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http://www.disinformazione.it/scoperta_dna.htmA proposito di Francis Crick e del DNA, giusto per non farci mancare nulla ^_^, pare che in punto di morte egli abbia rivelato di avere avuto la visione della struttura a doppia elica mentre era sotto leffetto dell'LSD e egli abbia affermto che una civiltà superiore destinata a sparire, proveniente da un`altra galassia, abbia inviato entro arche spaziali automatizzate i semi della vita sulla Terra e in altri pianeti, sotto forma di batteri, primo stadio dell`evoluzione biologica. ...