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Forum dedicato alla Teconologia, Fisica & Scienza
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24/03/2013, 01:29

Star, tu hai vissuto la tua esperienza personale e le esperienze personali sono sempre di grande valore. Nota bene però quello che racconti..il tuo percorso è stato un percorso di forza e di volontà e da quello che dici sembra anche tu abbia scelto in autonomia la tua strada. Considera, che proprio recentemente una persona a me molto vicina che sta vivendo dei disagi si è consigliata con me perchè vuole provare a risolverli attraverso i farmaci ed io gli ho risposto "Prova, sai come stanno le cose...se credi che possa aiutarti, vale pena tentare."
Tu ed io sappiamo bene che l'intento è più potente di qualsiasi farmaco.

Capito dunque il mio punto di vista, dove metto i puntini e dove non li metto?
Li metto senza dubbio la dove non si è onesti nel dire con chiarezza le cose, le informazioni che passano devono essere quelle corrette. Come poi le persone si regolano in base a queste informazioni fa parte di una scelta personale che deve essere presa in libertà e coscienza. MA se le informazioni non sono corrette , la scelta non è libera.

24/03/2013, 02:01

TECNOLOGIA & SCIENZA
Sorprendente scoperta di un'equipé di neurologi a Marsiglia
Un impiegato di 44 anni ha l'organo corrispondente al 10% di uno normale

Ha il cervello piccolo come un uovo intelligenza media e sta bene
L'uomo ha un quoziente intellettivo di poco inferiore alla norma
http://www.repubblica.it/2007/07/sezion ... llina.html

Immagine
La risonanza magnetica del quarantaquattrenne con il cervello piccolo scoperto a Marsiglia

PARIGI - Ha un cervello piccolo come un uovo di gallina, ma è una persona assolutamente normale con un quoziente intellettivo di 75, appena dieci punti in meno rispetto alla livello medio che è 85. Come questo sia potuto accadere è un enigma per i neurologi di un ospedale di Marsiglia, che si sono trovati di fronte alla Tac della testa di un impiegato di 44 anni che conduce una vita tranquilla malgrado il suo cervello sia il dieci per cento della grandezza abituale. Il resto del cranio è vuoto.

La scoperta dell'equipe del dottor Lionell Fuillet dell'ospedale 'de la Timone' nel capoluogo della Francia meridionale sarà pubblicata domani sulla rivista medica britannica Lancet.

I dottori hanno ricostruito la storia medica del paziente e hanno individuato la probabile causa della sorprendente configurazione cerebrale con un un grave episodio di idrocefalia, l'accumulo di liquido spinale nei ventricoli cerebrali, all'età di sei mesi. Per superare il problema venne sottoposto a un intervento per rimuovere l'eccesso di liquido che comprimeva la piccola "massa" cerebrale, che in seguito non si è ulteriomente sviluppata.

"Gli esami di laboratorio hanno rivelato delle immagini veramente inusuali - ha spiegato all'agenzia France Presse il neurologo Lionel Feuillet - il cervello, sia la materia grigia che quella bianca, è completamente compresso sulla parete della scatola cranica, e nonostante ciò l'uomo riesce a condurre una vita normale".

"Non è il primo caso riportato di persone che con importanti lesioni riescono a mantenere delle buone capacità cognitive, anche se i danni al cervello di questo paziente sono impressionanti - commenta Alfonso Caramazza, direttore del Centro Interdipartimentale Mente Cervello (Cimec) dell'università di Trento - negli anni '60 ad esempio l'epilessia grave si curava togliendo metà del cervello, eppure i bambini sviluppavano delle eccellenti capacità cognitive all'età di 18-20 anni. E' un esempio della plasticità del cervello, che riesce comunque a funzionare pur essendo danneggiato, secondo meccanismi che ancora sono del tutto sconosciuti. Bisogna inoltre sfatare il mito che le dimensioni del cervello sono proporzionali alle capacità: basti pensare che Einstein, secondo uno studio di due anni fa, aveva un cervello più piccolo della media".

(20 luglio 2007)

24/03/2013, 05:48

Interessante dato

In pratica sarebbe come miniaturizzare un I Mac fino alla grandezza di un cell

Cosa in teoria possibile,schermo a parte

Probobilmente i neuroni li sono compressi e la piccola massa funziona come un hd con i files zippati,tanto per fare un esempio

IL CHE POTREBBE PERÓ PROVARE UNA COSA INQUIETANTE BLISS:

se qualche specie terrestre si fosse evoluta a nostra insaputa ,intendo una specie minuta,con un cervellino piccolo piccolo ma sufficientemente intelligente DA SAPERCI ...PARASSITARE ....internamente?

Oppure,potrebbero le specie aliene essere mooollto piccole fino a punto da poter entrare dentro il SNC dell'uomo e il suo corpo mimetizzandosi in colonie APPARENTEMENTE UGUALI A UN OGGETTINO SOLIDO CHIAMATO....IMPIANTO?

Pensa ai parassiti dei cetacei:bianchi,in colonie appiccicate alla pelle,compatte....

Ora immagina...parassiti alieni,bianchi,sferoidali,numerosissimi,piccolissimi,capaci di andare e venire nell'uomo....
Poi pensa ad altri,neri,filamentosi o....sanguisugali,anch'essi capaci di questo,saettanti,molto veloci,sciamanti.....

E adesso pensa se fossero parassiri,entrambi,ma anche in competizione....poi rifletti sui colori,il tipo di specie,le caratteristiche diverse.....yin/yang....illuminati bianchi di luce e oscuri senza luce....

Bene,hai fatto bene a pubblicare il post precedente: a prima vista mi sono chiesto....che cosa centra?

Poi ho capito e ho scritto questo post

Tu nln offenderti ma forse non hai ancora una idea completa di quanto i....bianchi riescano a fare anche dentro il cervello dell'uomo DOVE I NERI NON POSSONO ENTRARE

Te lospiego in pvt che é meglio cosi non spaventiamo nessuno....
Ciau

24/03/2013, 09:33

Interessante dato

In pratica sarebbe come miniaturizzare un I Mac fino alla grandezza di un cell

Cosa in teoria possibile,schermo a parte

Probobilmente i neuroni li sono compressi e la piccola massa funziona come un hd con i files zippati,tanto per fare un esempio

IL CHE POTREBBE PERÓ PROVARE UNA COSA INQUIETANTE BLISS:

se qualche specie terrestre si fosse evoluta a nostra insaputa ,intendo una specie minuta,con un cervellino piccolo piccolo ma sufficientemente intelligente DA SAPERCI ...PARASSITARE ....internamente?

Oppure,potrebbero le specie aliene essere mooollto piccole fino a punto da poter entrare dentro il SNC dell'uomo e il suo corpo mimetizzandosi in colonie APPARENTEMENTE UGUALI A UN OGGETTINO SOLIDO CHIAMATO....IMPIANTO?

Pensa ai parassiti dei cetacei:bianchi,in colonie appiccicate alla pelle,compatte....

Ora immagina...parassiti alieni,bianchi,sferoidali,numerosissimi,piccolissimi,capaci di andare e venire nell'uomo....
Poi pensa ad altri,neri,filamentosi o....sanguisugali,anch'essi capaci di questo,saettanti,molto veloci,sciamanti.....

E adesso pensa se fossero parassiri,entrambi,ma anche in competizione....poi rifletti sui colori,il tipo di specie,le caratteristiche diverse.....yin/yang....illuminati bianchi di luce e oscuri senza luce....

Bene,hai fatto bene a pubblicare il post precedente: a prima vista mi sono chiesto....che cosa centra?

Poi ho capito e ho scritto questo post

Tu nln offenderti ma forse non hai ancora una idea completa di quanto i....bianchi riescano a fare anche dentro il cervello dell'uomo DOVE I NERI NON POSSONO ENTRARE

Te lospiego in pvt che é meglio cosi non spaventiamo nessuno....
Ciau

24/03/2013, 10:07

star-man ha scritto:

Interessante dato

In pratica sarebbe come miniaturizzare un I Mac fino alla grandezza di un cell

Cosa in teoria possibile,schermo a parte

Probobilmente i neuroni li sono compressi e la piccola massa funziona come un hd con i files zippati,tanto per fare un esempio

IL CHE POTREBBE PERÓ PROVARE UNA COSA INQUIETANTE BLISS:

se qualche specie terrestre si fosse evoluta a nostra insaputa ,intendo una specie minuta,con un cervellino piccolo piccolo ma sufficientemente intelligente DA SAPERCI ...PARASSITARE ....internamente?

Oppure,potrebbero le specie aliene essere mooollto piccole fino a punto da poter entrare dentro il SNC dell'uomo e il suo corpo mimetizzandosi in colonie APPARENTEMENTE UGUALI A UN OGGETTINO SOLIDO CHIAMATO....IMPIANTO?

Pensa ai parassiti dei cetacei:bianchi,in colonie appiccicate alla pelle,compatte....

Ora immagina...parassiti alieni,bianchi,sferoidali,numerosissimi,piccolissimi,capaci di andare e venire nell'uomo....
Poi pensa ad altri,neri,filamentosi o....sanguisugali,anch'essi capaci di questo,saettanti,molto veloci,sciamanti.....

E adesso pensa se fossero parassiri,entrambi,ma anche in competizione....poi rifletti sui colori,il tipo di specie,le caratteristiche diverse.....yin/yang....illuminati bianchi di luce e oscuri senza luce....

Bene,hai fatto bene a pubblicare il post precedente: a prima vista mi sono chiesto....che cosa centra?

Poi ho capito e ho scritto questo post

Tu nln offenderti ma forse non hai ancora una idea completa di quanto i....bianchi riescano a fare anche dentro il cervello dell'uomo DOVE I NERI NON POSSONO ENTRARE

Te lospiego in pvt che é meglio cosi non spaventiamo nessuno....
Ciau


In poche parole, dei nano-parassiti.

Mi hai fatto tornare in mente una cosa. Quando frequentavo il forum di consulenza ebraica, a un certo punto venne fuori la questione demoni. A chi faceva notare che anche nel vecchio testamento si parlasse di demoni, un esperto rispose che la traduzione minore sarebbe stata di microrganismi o qualcosa del genere. Non so se riesco a recuperarla facendo una ricerca.

24/03/2013, 10:24

Eccola http://forumbiblico.forumfree.it/?t=542 ... y444366499 ma se ne parlava anche altrove.

24/03/2013, 12:32

Ora non voglio andare troppo of topic, ma se vi va leggete questa: http://www.scienzaeconoscenza.it/artico ... p?id=22751

24/03/2013, 13:25

grazie per i link,ciau

24/03/2013, 14:22

adesso vi spiego meglio quello che ho scritto .

Allora,circa 4 anni fa,io abitavo in un paese piuttosto oscuro,con gente chiusa e una strana propensione per i discorsi funebri,le macchine nere,gli psicofarmaci.

Io ero stufo ad un certo punto,quindi decido di lasciare per un po' e andare in vacanza.

Arrivo,in una specie di eremo,forse avevo un tantino esagerato nello scegliere quel posto,ma avevo bisogno di silenzio e di tranquillità.

LAPRIMA NOTTE DORME BENISSIMO,MI SVEGLIO RIPOSATO E MI DICO,SPERIAMO IN BENE.

La seconda notte ,le cose cambiano:rumori assordanti giu in strada,gente che ridacchia,urlacchia,ecc..

Premetto che mi trovavo in un paesino fuori dal mondo,dove di solito,non si sente un azz di notte.

Beh,penso,se questi qua rompono il c...o anche stanotte e cosi via,visto che gia mi avevano piu volte svegliato e insultato dove abitavo...meglio che cambi aria.

Pero ero molto stanco con la testa confusa.

Trovo un'osteria nel Luganese,prenoto una camera e vado col treno li.

Ero molto stanco,lo dico,forse avrei fatto meglio a restare dov'ero.

Cmq arrivo li,prendo la camera:il gestore era simile a uno i quei folletti del folklore celtico,vestito anche un po in quel modo,tanto che mi sono chiesto:ma dove sono capitato?

eh eh eh...cmq mi sdraio sul letto,avevo bisogno di dormire.

Sulle scale si scatena il finimondo,gente che corre su e giu,tutto ad un tratto,prima era tutto silenzioso.

Mi dico,sta a vedere che si agitano anche qui e rompono un'altra volta.

Il baccano continua,poi alla fine,riesco a riposare un po'.

Adesso viene il bello:quell'osteria si trova vicino a un convento di frati.

Io mi addormento,la sera,e in uno strano dormiveglia,mi vedo arrivare intorno uno sciame di sferoidi piccolissimi bianchi,in presa ad un'agitazione incredibile,ma nel contempo con un moto di gruppoi che sembrava logico e avere uno scopo.

Io cerco di svegliarmi perchè quella cosa non mi piaceva per niente,cmq,in meno di un minuto,penso,quei cosini sembrano entrarmi dentro,alcuni di loro li vedo e percepisco arrivare alla testa e poi,con una velocità da chirurghi,sento chiaramente che mi levano qualcosa dal cervello,qualcosa che io percepisco come un residuo,qualcosa di morto,di secco...

Poi scendono e se ne vanno via schizzando come saette fuori dalla camera.

A quel punto riesco a svegliarmi del tutto,silenzio,tranquillità ed ho l'impressione che la mia testa sia stata liberata da qualcosa che non capisco.

Resto un po sveglio poi mi riaddormento.

La mattina sto abb bene,ma restare in quel posto non mi convince molto.

Quindi pago il gestore,sempre vestito in quel modo alwquanto strano e sorprendente,con un pizzetto un tantino diabolico e un'aria sorniona,
strana.

Ipotesi?

Mah,forse un sogno,ma cosi realistico e fulmineo,con sensazioni fisiche molto chiare e un significato di estrazione che non ho ancora capito adesso.

Però la stanchezza se ne era andata.

Come se loro mi avessero levato ....mah...non lo so.

ADesso facciamo un passo indietro,al paese in cui abitavo.

Li ,un giorno,esco a fare due passi con un mio amico insegnante,del tutto...alieno al discorso ufologico...e ci avviamo verso la mia macchina.

mentre ci avviciniamo lui mi dice:Ma,c'è del fumo sul cofano della tua auto,guarda

Guardo,e vedo che effettivamente c'è qualcosa di grigio che si muove come una sorta di matassa leggera

Dico:ma,andiamo a vedere,mi sembra strano.

Allora,leggete bene perchè in questo caso ho una testimonianza seria.

Mentre ci avviciniamo all'auto,quella nuvola di fumo sembra concentrarsi invece di dipanarsi come sarebbe stato naturale,poi diventa consistente,semisolida,quindi vedo schizzare via in un istante un certo numero di ,,,filamenti neri piuttosto grossi,come segmenti di piccoli cavi neri,

Il mio amico mi guarda e fa:che cosa è quella roba?

Io vedo che questi cosi saettano via orizzontalmente nell'aria a una velocità notevole e poi si abbassano sulla strada e sembrano strisciare via fino a sparire.

Il mio amico è...leggermente impaurito,quindi io gli dico,ma,sarà un fenomeno elettrico o qualcosa del genere.

POi per sicureza gli chiedo:ma tu,che hai visto di preciso?

Lui mi descrive la stessa cosa che ho visto io.

Ora,la cosa interessante è che quel paese è ...leggermente oscuro,come vi ho detto,con gente piuttosto chiusa e comportamentalmente ripetitiva.

Inoltre,c'è un ateismo piuttosto diffuso,con gente che bestemmia un po' troppo spesso,qualche episodio di violenza,ecc...

In altre parole,un luogo negativo,da questo punto di vista.

Questo paese dista in linea d'aria,circa un paio di chilometri da quell'osteria,e quell' osteria,come vi ho detto ,si trova molto vicina ad un convento.

Quando io mi trovavo nell'eremo di cui vi ho parlato inizialmente,quella gente in strada che rumoreggiava,ecc... non aveva toni di voce propriamente celesti e illuminati....

Un po' come nel paese di cui vi ho appena parlato.

Invece,in quell'altro posto,l'osteria del folletto barbuto,sembrava alleggiasse invece un'atmosfera sul magico-harrypotter in sedicesimo.

Ora,quegli sferoidi bianchi,sembravano intenzionati a liberarmi da un qualcosa di vecchio,stantio,o morto e l'hanno fatto,visto che la mattina dopo stavo relativamente bene.

Invece,quell'altro genere di cose,i corti e grossi filamenti striscianti neri,
non avevano un'aria propriamente liberatoria,anzi,a me eal mio amico hanno suscitato ,come mi aveva detto lui,una sorta di leggera nausea.

Per questo ho parlato in questo topic di due tipi di parassiti,corrispondenti in pratica agli illuminati,legati poi alla religione e al folklore magico-illuministico ma dispettoso,gli uni

Gli altri,invece,corrispondenti ad oscuri del genere demoniaco,molto negativi.

La fenomenologia osservabile in quei due paesi o regione,è dissimile,non di molto,ma si nota pur stando i due a un paio di chilometri solo di distanza.

Nella regione dell'osteria...celtica,c'è molto turismo,gente che va e viene,una migliore apertura mentale,negozi,vita...

In quell'altra,l'atmosfera è talvolta pesante,chiusa,con gente che ama
i discorsi sui morti,tiene in casa le urne dei genitori,sembra come coatta e nel contempo diffidente,ecc...

Potrebbe darsi che quello che vi scrivo sia una mia impressione,ma se qualcuno di voi si ricorda quello che ho scritto qui a proposito di altre esperienze fatte nella seconda localitàsi renderà conto che qualcosa di negativo sul serio li c'è.

Io ho l'impressione di aver avuto a che fare con dei parassiti diversi,
non materiali in senso classico,ma apparentemente solidi o cmq visibili e percettibili,anche da quel mio amico che proprio non crede ancora oggi nè ad ufo,nè ad alieni nè a demoni,ecc...

Forse fatti di una sostanza sufficientemente solida in senso eterico o energetico per essere colti e visti,ma sufficientemente leggera e
immateriale da potersi comportare in quei modi.

Gli sferoidi,in particolare,se commisurati al mio corpo,avranno avuto un diametro di poco piu di un cm o due,ma erano moltissimi e...ah...una cosa interessante...erano entrati in sciame,poi li ho visti disporsi intorno a me,la maggior parte è rimasta fuori,una minoranza è entrata dalle gambe ma pochissimi,due o tre,sono arrivati alla testa.

Quindi,come sogno,abbastanza strano e inusuale:a me sembrava una specie di incursione forse a mio favore,almeno spero.

Bene,vi ho raccontato tutto,cioè una parte del tutto,il resto l'ho già scritto qui e altrove nella sezione abductions.

Sono felice di averlo fatto,grazie per la lettura,ciau

nb scusate qualche errore,ma col cell non riesco a rileggere bene e correggere

24/03/2013, 16:54

Star qui ci vorrebbe esquel. Io non mi esprimo al momento su queste tematiche, però ti racconto un sogno del 2010

Ero a casa a Lecce, con me c'erano mia madre e mio fratello, siamo tutti in giardino ed io guardo il cielo. Sono attratta da uno strano sbuffetto di nuvole che sembra avere la forma di un occhio.
Cerco di attirare l'attenzione degli altri che però sono presi dalle loro faccende. Entriamo e usciamo da casa e ogni volta io guardo verso l'alto trovando e mi accorgo che l'occhio è sempre più grande e sempre meglio definito. Comincio ad essere allarmata.
“MA GUARDATE! E' PROPRIO UN OCCHIO, NON PUO'ESSERE UNA COSA CASUALE!”
Mio madre e mio fratello rispondono ma si certo e continuano a disinteressarsi del fenomeno.
Intanto si fa scuro, il cielo è come attraversato da ondate di elettricità, c'è una specie di aurora boreale, l?occho è sempre più grande ed oramai non sembra nemmeno più fatto di nuvole.
Trascino mia madre fuori di casa e la obbligo a guardare il cielo.
“DANNAZIONE VUOI CAPIRE CHE STA SUCCEDENDO QUALCOSA?!”
Mia madre a questo punto non può negare l'evidenza, ma resta comunque abbastanza apatica.
Torno a casa e praticamente prendo mio fratello in braccio (1, 93 m) e lo porto fuori, lui però è troppo lungo e lo lascio sulle sue gambe. A Quel punto il cielo è pieno di dischi e di ciambelle volanti bianche lattiginose.
“Sono UFO" dico io "Guarda quanti cavolo sono!”
In quel momento dal cielo iniziano a piovere globi gommosi, color ambra-dorati, che cominciano a rimbalzare caoticamente ovunque.
Noi rientriamo in casa ma qualche globo ci segue. Io cerco di riacchiapparli per buttarli fuori, quando mi accorgo che i globi si trasformano assumendo l'aspetto di oggetti comuni, bicchieri, telefoni, oggetti di cristallo, uno fuori in giardino si è trasformato in un pinguino e se ne sta andando in giro caracollando.
Afferro i globi-oggetto e insisto con mia madre:
“Ma vedi cosa sta succedendo?” Gli mostro un bicchiere, lo stringo stra le mani e quello si trasforma in una pasta ambrata che mi cola per terra tornando ad essere un globo. Prendo il globo e lo porto fuori, trascinandomi dietro mia madre. Mi sento quasi schiacciata dall'occhio che ormai sembra quasi essere li li per cadere sulla terra. “Guarda!”, dico sempre a mia madre, corro dietro al pinguino lo afferro e anche lui torna ad essere un globo.
A quel punto siamo tutti allarmati, mia madre mi chiede cosa possiamo fare, se è il caso di avvertire la polizia.
“Possiamo provare a chiamare Malanga” dico io e vado al PC per cercare il suo num di telefono. Il mio PC si spegne subito e non si riaccende più.
Provo dal PC di mio fratello ma succede la stessa cosa che è accaduto con l'altro.
Non ho elenchi telefonici in casa e proprio mentre sto per disperare tutto finisce.
Spariscono l'occhio, i globi, l'ufo, l'aurora boreale.
Arriva un uomo a casa, ha una valigetta con sé, forse è il dottore forse mio padre, non so...
Gli raccontiamo cos'è successo, lui annuisce come se sapesse bene di cosa stavamo parlando e poi mi dice:
“L'importante è non avere “accettato” quegli oggetti, come facenti parte della casa”
A questo punto io ho qualche dubbio, sono sicura di non aver accettato nessun oggetto, ma se me ne è sfuggito qualcuno ed ora si trova in casa è come averli accettati?
Insieme al dottore cerchiamo oggetti che prima non c'erano fra le nostre cose.
Nello scolapiatti trovo un vassoio in cristallo con un piedistallo, che poi si trasforma lievemente.
E' un oggetto che prima in casa non avevo, ce ne saranno degli altri?

24/03/2013, 17:02

Il problema delle prove affrontato dagli esperti:

Il metodo scientifico in psichiatra e psicologia forensi (parte 1)
Martedì 19 Aprile 2011
http://brainfactor.it/index.php?option= ... e&Itemid=3


Il modello medico psichiatrico è "sufficiente e appropriato" in ambito forense? Possiamo realmente abbinare le categorie giuridiche e le categorie cliniche, "divergenti per significato, statuto epistemologico, obiettivi e fini"? Il Prof. Ugo Fornari, già ordinario di Psicopatologia Forense all'Università di Torino, e il Dott. Ambrogio Pennati, medico psichiatra e psicoterapeuta, esperto in psicopatologia forense, alla luce delle più recenti acquisizioni della ricerca sul cervello svolgono una analisi critica del "metodo scientifico" nei Tribunali (Parte 1 di 2).

Una breve premessa

Con il progredire delle conoscenze e dei nuovi orizzonti operativi in ambito psichiatrico e giuridico, terminata l’era lombrosiana e quella della medicina criminologica, è risultata sempre più evidente l’insufficienza e l’inappropriatezza del modello medico - psichiatrico per rispondere ai quesiti posti dal magistrato, in ambito sia penale (imputabilità, capacità di partecipare coscientemente al processo e pericolosità sociale), sia civile (la valutazione della capacità decisionale in riferimento ai temi complessi e delicati del consenso / dissenso). In tutti questi ambiti non si deve sottovalutare che il problema di fondo nasce dal fatto che – per volontà del legislatore – periti e consulenti devono procedere a un non facile, discutibile e controverso abbinamento tra categorie cliniche e categorie giuridiche, divergenti per significato, per statuto epistemologico, per obiettivi e fini perseguiti.

L’esperienza quotidiana, inoltre, consente di constatare quanto spesso la valutazione psichiatrico forense dell’imputabilità (e della pericolosità sociale) dell’autore di reato risenta di notevoli disparità.

Il fenomeno può essere riportato:

sia allo stato attuale delle discipline della psiche dove esistono più psicologie e più psichiatrie;
sia alla mai sopita diatriba circa le categorie che rilevano nell’escludere o nello scemare grandemente la capacità di intendere o quella di volere;
sia all’utilizzazione delle neuroscienze in ambito peritale.
Contro o a favore del sapere scientifico?

“(...) Dalla valutazione delle prove va eliminata ogni connotazione autoritaria e totalitaria… bisogna proclamare la morte del libero convincimento del giudice, così come è stato inteso fino ad oggi; l’attività del giudice deve limitarsi alla valutazione delle prove offerte…” (Omissis) (in: ”STELLA A., Giustizia e modernità. La protezione dell’innocente e la tutela delle vittime, Giuffré, Milano, 2001, p. 53 ss.).

Pertanto, “…il giudice non deve più piegarsi passivamente all’opinione consolidata nella comunità scientifica di riferimento, ma assume un ruolo attivo esercitando un controllo diretto sulle prove…” (Omissis) (in: ”COLLICA M.T., Il giudizio di imputabilità tra complessità fenomenica ed esigenze di rigore scientifico, Riv. It. Diritto e Proc. Pen., LI/3, 1170-1216, 2008).

Tanto più quanto più l’attuale art. 533 del codice di procedura penale, modificato dalla legge 20 febbraio 2006, n. 46 (art. 5) recita: “il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio (Omissis)”.

Dunque “il libero convincimento del giudice resta sostanzialmente intatto. Nulla può delimitare da un lato la discrezionalità correlata a questo principio e dall’altro rendere assolutamente oggettivo il giudizio da lui emesso” (FIORI A., L’al di là di ogni ragionevole dubbio e la medicina legale (Editoriale), Riv. It. Med. Leg., 6, 1149-1158, 2009).

Chiaro però è il fatto che nel dettato dell’art. 533 c.p.p. si può individuare una ulteriore richiesta di rigore scientifico del parere tecnico rilasciato al giudice o alle parti da psichiatri, psicologi e medici legali. È la morte del libero convincimento dei periti e dei consulenti che pertanto deve essere pronunciata, specie in punto “nesso causale” e “ragionamento controfattuale”. (FIORI A., L’al di là di ogni ragionevole dubbio e la medicina legale” (Editoriale), Riv. It. Med. Leg., 6, 1149-1158, 2009).



Un'immagine dal film "Minority Report", con Tom Cruise

Il problema di fondo

Ma come si fa a conferire agli elaborati peritali quel carattere di rigore e di autentica scientificità che potrebbe garantire loro (e agli estensori degli stessi) autorevolezza e prestigio?

Prendiamo in esame consulenze e perizie che si sostiene siano state stilate in buona fede, in scienza e coscienza, con caratteristiche di obiettività e di imparzialità. E’ sufficiente questa affermazione per ritenere credibile e affidabile quel perito o quel consulente tecnico? Il fatto che un perito sia conosciuto come persona seria, preparata, accreditata è sufficiente per conferire al suo elaborato valore di “prova”, sia pur sui generis?

Credo che questi possano semplicemente essere i prerequisiti sui quali impostare e sviluppare tutto un ragionamento che non presume atti di fede, ma esige un rigoroso controllo, caso per caso, situazione per situazione.

Non è possibile infatti dimenticare o sottostimare il fatto che il cosiddetto tecnico della psiche si muove in un settore estremamente complesso, variegato, suscettibile di interpretazioni le più disparate, in continua evoluzione, in cui il connubio tra scienza e diritto è costellato da una serie di difficoltà, da un lato legate alla formazione scientifica del perito, dall’altro al contesto specifico del processo.

Primo aspetto. Il primo problema da affrontare (quello del carattere scientifico delle nostre discipline) è di carattere generale e rappresenta un po’ la cornice entro la quale collocare il secondo (l’operatività del consulente nell’ambito dell’accertamento richiestogli).

Premessa una accettabile definizione di “scienza”, proviamo a prendere in esame una serie di pregiudizi o pregiudiziali che gravano negativamente sulla nostra funzione quando ci viene chiesto di operare nel giudiziario. Si legge sul Vocabolario della lingua italiana (Treccani, Roma, 1994) che la scienza è un “insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente a partire da principi fissati univocamente e ottenute con metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche”. Coerenza costruttiva, rigore metodologico e relativismo storico sono i tre aspetti qualificanti la ricerca scientifica e ogni tipo di teoria e di dottrina. Nello specifico, essa è un “settore particolare delle indagini, del sapere e degli interessi scientifici”. Ancora: ”un complesso di discipline che hanno affinità tra loro sia per i metodi d’indagine che applicano, sia per le conoscenze che vogliono acquisire”; nella fattispecie, esse (psicologia e psichiatria) hanno per oggetto di conoscenza, di intervento e di valutazione la persona umana nelle sue diverse manifestazioni fisiologiche e patologiche.

In tale ambito, le scienze umane sono un settore particolare delle indagini, del sapere e degli interessi scientifici; esse consistono in un complesso di discipline che hanno affinità tra loro sia per i metodi d’indagine che applicano, sia per le conoscenze che vogliono acquisire. Nella fattispecie, psicologia e psichiatria hanno per oggetto di conoscenza, di intervento e di valutazione la persona umana nelle sue diverse manifestazioni fisiologiche e patologiche. Pertanto, nei loro aspetti pragmatici, esse sono discipline che appartengono fondamentalmente alle cosiddette “scienze umane”, nel senso che partono dalla persona e a lei ritornano attraverso un osservatore che elabora con la mente le informazioni che riceve, ascolta la sofferenza umana con partecipazione e interagisce con un altro da sé, il suo ambiente di appartenenza e il sistema socio-culturale che sempre fanno da sfondo alla scena sulla quale accadono eventi "patologici" e/o "delinquenziali” (FORNARI U., Trattato di psichiatria forense, Utet, Torino, 2008, IV ed.). Giova a questo punto tenere in considerazione i più significativi sviluppi delle ricerche in tema di filosofia della mente, che sembrano preludere a un cambiamento paradigmatico nell’ambito delle nostre discipline.

Ci si riferisce in particolare alle elaborazioni di John Searle (SEARLE J.R.: La Mente, Raffaello Cortina, Milano, 2005), che evidenziano come, pur nell’ambito del cosiddetto “monismo materialista” che supera di slancio le dicotomie cartesiane, è possibile proporre una nuova collocazione delle discipline psicologico-psichiatriche.

Searle infatti dimostra come le scienze si suddividano in:

Scienze Sociali (studio delle caratteristiche del mondo dipendenti dall’uomo)
Scienze Naturali (studio delle caratteristiche del mondo indipendenti dall’uomo), a loro volta suddivise in: Scienze dell’Oggettività (in campo medico: biologia, neurofisiologia, neurologia, connotate dallo studio sistematico delle descrizioni “esterne”, descritte come ontologie in terza persona); Scienze della Soggettività (psicologia, psichiatria, psicopatologia, connotate dallo studio sistematico della “ontologia soggettiva irriducibile” descritte come ontologie in prima persona).
Queste ultime si basano sull’osservazione partecipante della persona, la comprensione dei suoi vissuti; utilizzazione delle esperienze della persona per creare una relazione interpersonale significativa già per la conoscenza (e ancor più per l’intervento); la persona è soggetto dell’esperienza; l’ascolto (quando si presentano anche problemi di intervento psicologico) è mirato a risolvere problemi di convivenza; la diagnosi è di tipo funzionale e psicodinamica.

Secondo aspetto. Qualsiasi tipo di scienza, e la nostra in particolare, in generale e nelle sue diverse articolazioni, è tutt’altro che neutrale e certa. E’ un modello di approssimazione alla realtà, di avvicinamento a verità umane che, come tali, rimangono sconosciute nella loro intima essenza. Di per sé, essa è fatta di incertezze, è provvisoria e mutevole. Le ipotesi scientifiche sono assunte come se fossero vere o false, dal momento che nulla dice che siano tali (o vere o false). Le leggi scientifiche sono pure ipotesi, sono fallibili, devono essere continuamente falsificate; l’errore nella ricerca è un male di per se stesso necessario e inevitabile (“sbagliando si impara”); il suo margine può essere ridotto al minimo, ma non può (e non deve) essere eliminato.

La scienza è conoscenza parziale e incompleta della realtà che ci circonda e in cui viviamo immersi. “Le scienze esatte misurano il misurabile, ma ciò che può essere misurato è ben lontano dall’essere il tutto” (AUGIAS C., MANCUSO V., Disputa su Dio e dintorni, Mondadori, Milano, 2009, p. 150). Per dirla con una grande pensatore recentemente scomparso: “Il mio rifiuto delle tradizionali nozioni di razionalità si può sintetizzare così: il solo senso in cui la scienza è esemplare risiede nel fatto che essa è un modello di solidarietà umana” (RORTY R, Conversazioni). Nel settore specifico qui in discussione, possiamo dire che la scienza della psiche è quel corpus di assunti teorici e di applicazioni pratiche ricavate attraverso il metodo induttivo da osservazioni cliniche, sperimentali, strumentali e di laboratorio accettate e condivise dalla comunità scientifica in quel momento e in quel contesto storico-culturale. Il relativismo scientifico costituisce un aspetto fondamentale cui si deve fare costante e preliminare riferimento per articolare la successiva discussione.

Terzo aspetto. Le ricerche in ambito neuroscientifico, nell’esplorare i rapporti tra aree cerebrali e funzionamenti mentali semplici e complessi di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale, hanno dimostrato che le diverse aree anatomiche del cervello non agiscono indipendenti e separate, ma si integrano funzionalmente tra di loro, per cui la neuroanatomia funzionale della cognitività, dell’emotività e del comportamento vede coinvolte aree quali la corteccia prefrontale ventro-mediale e dorso-laterale, l’amigdala, i gangli della base, l’insula e altre strutture viciniori: in altre parole, la corteccia fronto-temporale e il sistema libico sono tra di loro funzionalmente correlati, sia nella normalità, sia nella patologia del comportamento umano. In particolare, la corteccia orbito-frontale è correlata funzionalmente con altre aree nella modulazione del comportamento aggressivo.

La variabilità individuale di tale comportamento e della sua componente emotiva è però una caratteristica che non può essere eziologicamente ridotta e ricondotta a caratteristiche neurobiologiche precise (a esempio, diminuzione del flusso ematico nella corteccia orbito-frontale), se non in presenza di una patologia organica ben individuata.

L’essere portatore di una patologia morfo funzionale a carico di una o più queste aree non implica però automaticamente (nel senso di causa#61614;effetto) che i meccanismi psicologici alla base della imputabilità, della libertà, della capacità di prendere decisioni e di altre nostre capacità siano automaticamente compromessi, per cui da quella discende una incapacità o un difetto qualsiasi. Alterazioni anatomo funzionali dei lobi frontali e del sistema limbico non possono, da sole, spiegare la complessità della psicopatologia e rischiano di ridurre il comportamento umano ad ambiti e dimensioni che, allo stato, sono ben lungi dall’ottenere una loro validazione clinica.

Quarto aspetto. La neuropsicologia può offrire un valido aiuto alla ricerca di risposte e alla costruzione di inquadramenti clinici e di procedure valutative più ricche, più articolate e maggiormente fondate sull’obiettività e quindi sull’evidenza dei dati, ma la clinica ancora una volta rimane sovrana nell’interpretazione e nella valutazione degli stessi. In altro ambito, è stato scritto che “una valutazione neuropsicologica può al massimo stabilire la compromissione di una funzione, ma non necessariamente la presenza di una lesione organica cerebrale” (Ferracuti S. e Coll., I test mentali in psicologia giuridica e forense, Centro Scientifico Editore, Torino, 2008, p. 97 e segg.).

Purtuttavia, bisogna riconoscere i vantaggi della neuropsicologia forense, che sono quelli di:

ridurre il margine di discrezionalità e aumentare il “tasso di oggettività” nell’accertamento del funzionamento mentale individuale, normale o patologico che sia;
offrire evidenze scientifiche maggiormente solide rispetto a quelle ottenibili con il solo metodo clinico;
consentire un’accurata descrizione e valutazione del quadro cognitivo (di base e residuo = neuropsicologia cognitiva);
analizzare le risposte a uno specifico compito proposto (= ciò che il soggetto fa in condizioni controllate);
assegnare punteggi rigorosamente standardizzati;
comprendere come la persona in esame realizza la conoscenza e come i processi cognitivi ed emotivi emergono dal loro substrato biologico, cioè il cervello;
misurare accuratamente ed efficacemente il funzionamento cognitivo e comportamentale del soggetto esaminato.
Anche se non si possono non segnalare alcuni svantaggi, quali:

l’evidenza neuropsicologica non ha caratteristiche di oggettività, come può averlo un esame strumentale o di laboratorio;
l’indagine neuropsicologica avviene in condizioni che poco o nulla hanno a che fare con quelle “naturali” in cui è accaduto l’evento penalmente o civilmente rilevante;
la prestazione a un test neuropsicologico è influenzata da sorgenti multiple di variabilità (il test stesso, l’esaminatore, il contesto in esame, le caratteristiche del soggetto esaminato);
in punto imputabilità, pericolosità sociale, capacità di cosciente partecipazione al processo, capacità (incapacità) decisionale, deficienza e inferiorità psichica, controllo della condotte emotive e degli automatismi e via dicendo le valutazioni neuropsicologiche non sono in grado di pervenire, di per sé sole, ad una verifica oggettiva dell’esistenza o meno della libertà umana.
In una valutazione neuropsicologica o di neuroimaging, pertanto, la clinica ancora una volta rimane sovrana nell’interpretazione, nell’integrazione e nella valutazione dei dati raccolti, anche perché le tecniche di valutazione sperimentale vengono applicate in situazioni artificiose e decontestualizzate che nulla hanno a che condividere con la realtà (quella relazione e quella situazione) in cui il fatto giuridicamente rilevante è avvenuto.

In altre parole, “la valutazione comportamentale e clinica non può essere sostituita dalla valutazione del cervello tramite le tecniche di neuroimaging cerebrale e le tecniche neuropsicologiche e neuroscientifiche dovrebbero, per il momento, essere viste come metodologie di approfondimento e di supporto” (STRACCIARI A., BIANCHI A., SARTORI G., Neuropsicologia forense, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 117 e 119).

Ne consegue che “…la ricerca delle alterazioni morfologiche e funzionali del cervello correlate ai disturbi psichiatrici è uno dei temi centrali della psichiatria. Evidentemente queste alterazioni non possono, da sole, spiegare la complessità della psicopatologia, ma sono il presupposto essenziale per interpretare correttamente la sequenza eziopatogenesi, sintomatologia, diagnosi, prognosi e terapia che è alla base della medicina contemporanea…” (PANCHERI P., Editoriale, Italian Journal of Psychopathology, 2005, 11/4, 405-406); anche se “…forse non c’è bisogno di inseguire statuti ineccepibili che ci diano sicurezza, e non c’è bisogno di cercarli e di adattarsi: l’attrezzatura dello psichiatra è una attrezzatura mentale, di per sé specifica e non comune, che fa sua la sofferenza, la tollera perché la elabora e la racconta, ricostruisce la trama di una vita interiore fratturata, fornendo idee, narrative, teorie, conoscenze biologiche, sociologiche, letterarie. Basta e avanza…” (ROSSI R., Psichiatria o psichiatra che cambia? Vicende evolutive dello psichiatra, Italian Journal of Psychopathology, 2005, 11/4, 407-416).

Inoltre, “...riguardo al tema della libertà, le indagini medico-biologiche possono offrire risposte significative all’interno di un determinato paradigma scientifico esplicativo. È evidente che non si tratta di risposte «assolute» e non è probabilmente questa la metodologia che possa permettere di passare dalla conoscenza del «sentimento di libertà» almeno parziale, nel quale ci sentiamo di vivere, ad una verifica oggettiva dell’esistenza o meno della libertà umana, se non altro perché, in questo caso, soggetto e oggetto dell’indagine coincidono” (BOGETTO F. e ROCCA P., La libertà dal nostro cervello, in FORNARI U. Trattato di psichiatria forense, Utet, Torino, 2008, IV ed. p. 1117 e segg.).

L’integrità anatomica e funzionale del cervello, pertanto, non è più il ma uno dei presupposti della normalità psichica. A questo proposito, occorre ricordare che (GABBARD G. O., Mente e cervello nella psichiatria psicodinamica, Relazione tenuta al Congresso sul tema: “Per una psichiatria psicodinamica”, Venezia, 9 aprile 1999):

la suddivisione del cervello in lobi frontali, temporali, parietali e occipitali è un anacronismo illusorio e ha una validità funzionale limitata ;
le funzioni cognitive (percezione, rappresentazione e intelligenza) sono una parte importante del funzionamento cerebrale, ma non esprimono altro che ciò, senza nulla dire su come funziona nel suo insieme questo sistema, di cui poco o nulla si conosce, specie per quanto si riferisce alle funzioni più complesse (previsione, giudizio, analisi, critica, coloritura emotiva, affettività, ecc.) (v. per tutti GALIMBERTI U., Dizionario di psicologia, Utet, Torino, 1994);
la letteratura medica è piena di affermazioni inconsistenti sulla fisiologia del lobo frontale. Si ritiene che vi risiedano i meccanismi della personalità e del carattere, delle motivazioni, della capacità specificamente umana di pensiero astratto, dell'introspezione e della programmazione del futuro; però questi caratteri e qualità non si prestano a facili definizioni né a localizzazioni specifiche (ADAMS R.D. e Coll., Principi di Neurologia, McGraw-Hill, Milano, 1998);
disturbi neuropsicologici dell'emotività, dell'ideazione e del comportamento causati da un danno cerebrale, possono presentarsi in maniera molto simile anche in soggetti che sono privi di una storia di malattia neurologica o di trauma cerebrale. Fattori neurologici e fattori psicosociali possono portare al medesimo comportamento e, in alcuni casi, possono operare contemporaneamente (STRINGER A. Y., Guida alla diagnosi neuropsicologica nell'adulto, Edra, Milano, 1998);
mente e cervello sono termini che hanno un significato distinto, indicando l'una la sfera psichica, l'altro quella neurologica; la distinzione tra sintomi "mentali" e sintomi "neurologici", anche se artificiosa, rimane utile allo stato delle nostre conoscenze, nella misura in cui una percentuale di sintomi non sono chiaramente dovuti a malattie strutturali certe, o, perlomeno, non se ne è ancora potuta dimostrare la derivabilità;
la contrapposizione tra aspetti biologici e psicosociali in psichiatria favorisce, però, una forma di dualismo cartesiano. La psichiatria rischia di trasformarsi suo malgrado in una casa divisa in due abitata da un lato da specialisti in campo psicosociale e dall’altro da neuroscienziati.
Pertanto, nonostante si sappia che mente e cervello sono inseparabili, non sempre questa visione integrata si riflette nella letteratura e nella pratica psichiatrica. Pertanto, se è vero che “con le nuove metodologie di ricerca abbiamo oggi un potentissimo microscopio per esaminare i processi molecolari che sono associati alle funzioni della mente e ai suoi disturbi” (PIETRINI P., ResponsabilMente; dai processi cerebrali al processo penale. Prospettive e limiti dell’approccio neuroscientifico, In: AA.VV., La prova scientifica nel processo penale, Cedam, Padova, 2007, p. 317 e segg.), è altrettanto vero che “il correlato neurale permette di rafforzare la prova del disfunzionamento mentale, a prescindere dal significato causale o correlazionale del rapporto tra cervello e comportamento” (SAMMICHELI L., SARTORI G., Neuroscienze e imputabilità, in: La prova scientifica nel processo penale, Cedam, Padova, 2007, p. 335 e segg.).

Quinto aspetto. A complicare la situazione si aggiunge il problema della correttezza da parte del consulente nell’uso delle ricerche e delle teorie scientifiche.

Ogni perito deve fare i conti:

con i suoi pregiudizi personali, che riguardano la sua visione del mondo, il suo credo religioso, politico, filosofico, sociale, il suo atteggiamento verso la scienza, o, meglio ancora, verso la sua scienza;
con l’uso che vuole fare dei dati della ricerca scientifica: li può ignorare, citare solo parzialmente, citare nelle parti che interessano la tesi da lui proposta; travisare con forzature interpretative; nascondere, enfatizzare, minimizzare l’eventuale tasso di errore;
presentare i dati in una dimensione verificazionista e non falsificazionista, dogmatica e chiusa al contraddittorio;
usare un linguaggio ambiguo e indeterminato (il concetto di compatibilità, tanto caro alla medicina legale, che non significa null’altro che mera possibilità).
Sesto aspetto. Il ruolo coperto dal perito in quel contesto giudiziario è tutt’altro che indifferente nel conferirgli credibilità e affidabilità. Nel nostro sistema, infatti, il perito viene identificato e si identifica nel ruolo del tecnico super partes, che ha l’obbligo di dire la verità; mentre in capo al consulente tecnico, assimilato al testimone, tale obbligo non sussiste. Dalla posizione di perito o di consulente tecnico d’ufficio viene fatto discendere, in maniera quasi assiomatica, il contenuto veritiero delle tesi da lui presentate e sostenute; i consulenti di parte, nella misura in cui vengono identificati e si identificano nel ruolo dell’accusatore e del difensore e sono esonerati dall’obbligo di dire la verità sono gravati della pregiudiziale della loro relativa o assoluta inaffidabilità.

Settimo aspetto. Da tutto ciò consegue che non esistono teorie e valutazioni scientifiche oggettive ed è un’illusione pensare che gli esperti giungano ad esse in maniera universalmente valida e secondo metodi obiettivi. Di contro al preteso assolutismo della scienza, si colloca pertanto il relativismo della stessa, per cui la validità e la correttezza delle ricerche e delle teorie scientifiche è da rapportare non a un modello assoluto di conoscenza della realtà, bensì alle conoscenze scientifiche condivise in quel determinato momento storico e in quel contesto culturale e accreditate e depositate nella produzione scientifica del momento.

Nel settore specifico qui in discussione, possiamo dire che la scienza della psiche è quel corpus di assunti teorici e di applicazioni pratiche ricavate attraverso il metodo induttivo da osservazioni cliniche e da dati sperimentali, strumentali e di laboratorio accettati e condivisi dalla comunità scientifica in quel momento e in quel contesto storico-culturale. Il relativismo scientifico costituisce un aspetto fondamentale cui si deve fare costante e preliminare riferimento per articolare la successiva discussione.

Ecco che allora il clinico deve inevitabilmente spostare il suo interesse dal piano della ricerca pura, che rimane indispensabile, a quello delle sue applicazioni concrete per comprendere il significato di quel funzionamento psicopatologico o delinquenziale e valutare convenzionalmente se e quanto è compromessa la capacità e la competenza di un autore o di una vittima nel prendere/subire decisioni giuridicamente significative.

Come è noto, e ampiamente documentato, la medicina, ontologicamente, è una attività, una pratica artistica ed artigianale, che trova le sue radici nelle scienze di base (fisica, chimica) e nelle scienze umane (antropologia, linguistica, comunicazione), ma che si articola nella dimensione della soggettività.

“E’ questo un campo, evoluto anch’esso dall’antica filantropia a una moderna “umanologia”, dove i criteri di valore e di progresso hanno riferimenti diversi da quelli propri delle scienze di base, ai quali gli scopi e gli obiettivi della medicina non possono essere integralmente ricondotti” (COSMACINI G: La medicina non è una scienza, Raffaello Cortina Editore, 2008). E tutto ciò noi lo sostentiamo con forza, nonostante che la moderna Evidence-Base Medicine (EBM) metta da parte, nell’attività diagnostica e terapeutica, l’intuizione, l’arte sanitaria, l’esperienza clinica per enfatizzare un’impostazione razionale che trae la sua forza dalle prove sperimentali a disposizione del generico e dello specialista, ma è di discutibile applicazione nel settore delle scienze umane, nel quale si collocano tradizionalmente le discipline psichiatriche e psicologiche.

Se i problemi del malato di mente e dell’autore di reato si costituiscono in un contesto sociale e non solo privato, sia esso quello della famiglia, del lavoro o altro, l'analisi psichiatrica o criminologica, nell'occuparsi di persone concrete e di casi concreti, deve collocarli su uno sfondo di comprensione di ordine sociale e culturale.

Psichiatria e psicologia clinica, nei loro aspetti pragmatici, sono discipline che appartengono fondamentalmente alle cosiddette “scienze umane”, nel senso che partono dalla persona e a lei ritornano attraverso un osservatore che elabora con la mente le informazioni che riceve, ascolta la sofferenza umana con partecipazione e interagisce con un altro da sé, il suo ambiente di appartenenza e il sistema socio-culturale che sempre fanno da sfondo alla scena sulla quale accadono eventi "patologici" e/o "delinquenziali“. Non ha pertanto senso alcuno inseguire l’impossibile progetto di una obiettività asettica e imparziale, ancor più, se si tiene conto del fatto che, nell’ambito specifico di cui ci stiamo interessando.

Prof. Ugo Fornari
già Professore Ordinario di Psicopatologia Forense Università di Torino

Dott. Ambrogio Pennati, MD
medico psichiatra, psicoterapeuta, esperto in psicopatologia forense

24/03/2013, 22:38

Il cervello umano non é in grado di processare piú di 7 bit per volta

Ora,nel mondo attuale i cervelli sono bombardati da stimoli visivi e uditivi continui.

Secondo me é saltato il filtro e questo ha provocato una crisi forse irreversibile
Glii schizofrenici parlano con insalate di parole connesse le une alle altre in un modo bizzarro e illogico
La gente comune parla in continuazione,durante i pasti e fuori dai pasti
Il lessico é povero,la comunicazione é in generale banale e ripetitiva,l,la struttura del linguaggio é suoerficiale,generalizzata e ridondante,il pensiero logico é latitante,ma il fiume di parole é impressionante

Quindi QUALCOSA SI GRAVE STA ACCADENDO DENTRO I CRANI UMANI,e,secondo me,ciô é dovuto al tilt in atto del cerebro che non riesce ne a tener fuori ne dentro ,elaborare e comunicare cose semanticamente,sintatticamente,logicamente consistenti e davvero connesse con il vissuto ,l.esperienza reale.

Dunque,questa si chiama follia emergente.

La specie é ad un passo dalla psicotizzazione.

Il prossimo passo sarà o un urlare di piazze con proclami e
Declamazioni e blablabla fissati su pochissimi temi ovunque...oppure...una,caduta nel mutacismo o ancora uno schizoidismo diffuso con tratti depressivi e paranoidi.

Bliss,ma ti rendi conto della situazione?

La gente parla esattamente come i lux delle ipnosi malanghiane,strepita e ...muah...ringhia,oppure é minaccuosamente o tristemente silente come le mantidi...mentre la maggior parte delle persone sembra agire passivamente e diciamolo un tantino puttab.....e e opporrunisticamente come tanti grigi voltafaccia al servizio dei...potenti o potentucoli di turno.

Allora,o il cervello é stato ben lavato e formattato dall.interferenza,oppure questi SONOi risultati dell'interferenza,o ancora la specie sta scegliendo un lento suicidio per sfuggire al dolore.

In tutti questi casi,ci sarebbe da sparare a vista nel cervello di umani e non umani del cjrcuiti che tu conosci bene con l'accusa di GENOCIDIO.

Vedi,loro sono come gli psicofarmaci :

*bloccano l'evoluzione o l'involuzione delle persone fissandole
Dentro un guscio in vari modi

*poi influenzano interiormente aree del cervello e del SN periferico

Quindi piazzano i loro soggetti dentro ai soggetti umani e a poco a poco li clonano
Fino a creare la Nuova Razza

Quello che resta poi di umano é quel tanto che basta per mimetizzare la cosa

Gli psichiatri SONO LORO ,i pazienti da GUARIRE DALL'UMANITA ovviamente nou
e i mezzi che usano sono semplici in fondo ma efficaci

Soltanto che,per qualche ragione che sfugge loro,la specie resiste all'indiana asiatica dei tempi di Gandhi senza neppure rendersene conto con le dreazioni che ho spiegato all'inizio.

Non hanno capito né la forza della natura,che sta cancellando dal dna il cromosoma xy sancendo in pratica la find dell'umanità...ymana e non hanno neppure capito la ricaduta della loro azione sul cervello umano.

Imbecilli come sono,hanno tentato una sorta di teketrasporto di informazione e matrici aliene dentro una struttura incompatibile e quindi UL RISULTATO É UNA IBRIDAZIONE PIETOSA E FALLIMENTARE

Questa é la realtà e devono poi tenersi una massa amorfa e
acquiescente percorsa però da scariche disordinate ed esplisive di aggressività con un aumento esponenziale di problemi mentali PERFINO NELLE SFERE MEDICHE E PSICHIATRICHE PROFESSIONALI

Inoltre si ritrovano con una...terraaaaa tipo impero maya postarrivo spagnolo
Senza Prospettive e Vie di Fuga neppure per loro.

Guarda,io al massimo sto a guardare ogni tanto ma per il resto proprio non muovo un dito perché non so con chi ho a che fare davvero date le palesi somiglianze tra la fenomenologia non umanae quella umana attuali.
Questo pianeta é diventato una summa transculturale e un
feninomeno esopsicologico nauseante.

Si sentono piú caratteristiche e oalesi lotte per il controllo delle corde vocli e si notano gesti e comportamenti tipici da addotti nei locali pubblici,negli uffici,nei luoghi sociali,nelle scuole,scc.....che nelle ipnosi e revistrazioni di ipnosi

E non ti oarlo certo di raffreddori o raucedini,tossi...normali che come sai bene sono xompletamente diversi.

Meglio che mi fermi qui,dato che ci tengo alla mia di...salute...sai quello che intendo,veeo?

24/03/2013, 23:38

Star, tieni presente che stiamo attraversando una crisi sistemica che parte dall'economia ma tocca tutti i tessuti sociali..è normale che le persone reagiscano stando male, diventando più tristi e insofferenti..Se ti sale la febbre perchè ti sei preso un'influenza, significa che va tutto bene, il tuo corpo sta reagendo correttamente per combattere il virus. Se ci sentiamo più tristi e arrabbiati perché siamo preoccupati per il futuro, queste reazioni sono altrettanto giuste, significa che siamo "sani".

26/03/2013, 16:58

Bliss,di oroblemi ne abbiamo tutti,la vita é anche un confronto con gente,interferenze,problematiche e situazioni pericolose,velenose,difficili,anche ostili,rifiutanti perfino.


Questo non é piacevole,a volte evitabile,a volte no,e allora bisogna armarsi e lottare,anche insieme ad altri.

Nel caso che citi mi sai dire cosa fa la gente per armarsi e lottare?

Si,c'é M5S,per fortuna,ma se M5S non esce dagli schemi,non rompe il quadro di riferimento,NON SI SFISSA dai giocbi,non CREA il nuovo...non servirà a niente.

Il fatto é che e tu lo sai,che questo pianeta NON é libero e non solo per ragioni umane.

Questo complic enormemente le cose .

Se la gente non reagisce con tutti i mezzi contro l.interferenza e contro il de-powerment personale,lo schiacciamento della soggettività libera e creativa,contro l'iper-adattamento sociale,
ecc...TRA QUALCHE ANNO o sarà l'inconscio a tracimare oppure sarà la fine.

Il mondo ,come tale,é un fantasma che non esiste se non nella mente della gente e dell.interferenza,intendo,questo tipo di mondo.
I problemi reali non sono fantasmi,ma lo diventano nella mente loro

Uscendo daii fantasmi,aorendo gli occhi e la mente,si può buttare via l'inganno e tenere solo ciò che per noi é davvero nostro e non altrui.

A quel punto tutto il cosiddetto mondo,la cosiddetta terra,appare come una illusione parassitaria .

Invece,la soggettività reale di ognuno no,ed é questo che libera,NON IL CAMBIAMENTO ESTERIORE DI UN FANTASMA.

Quando sei cosi libera,ti rendi conto che di questo alkucinato-allucinante-interferente pianetino non hai piú nemmeno bisogno,se non per uno straminimo.

E questo straminimo lo trovi,puoi esserne sicura.

Ogni altra scelta,ti costringe ad accettare....l'okogramma e quando sei dentro non ouoi piú uscire,se non mokto ma molto faticosamente.

Tu saii che é cosí,anche se puoi o vuoi rassicurare te stessa e altri

Ma io non rassicuro niente e nessuno,neppure me stesso,perché SO CHE É COSÍ
e non amo interferenze,interferenti,illusionismi e illusionisti.

Un mondo morto non mi interessa,i fantasmi pure,i non umani nemmeno e gli umani vuoti dentro neppure.

Quindi,tu puoi dirmi quello che vuoi,ma sai che ho ragionr e che....il mago di Oz,in questo caso,non é un povero vecchio mago imbroglione,ma un potenza ingannatrice tale da tener banco,fili e
...regia su questa terra.

O ti liberi a sola e allora te la cavi,dforse,oppure sei dentro
La Recita,e xhiamarla cosi é già un complimento ottimista.

E quando sei dentro,prova un po' ad uscirne.

Cristo insegna: quando sei davvero libero da questo tipo di mondo,lo resti oer sempre,anche se ti ammazzano.

Ma,meglio restarne liberi e oagarne il prezzo,piuttosto che averci a che fare davvero.

Questa é la mia scelta,non amo e non rispetto chi ama erispetta questo genere di umanità e non umanità,questa caricatura di Terra,questa ,scusa la parola,fogna e cac....a planetaria.

Un pianeta di questo genere,al massimo,mi annoia,per fortuna alla mia Anima piace dormire e Sognare ma non gli Incubi Altrui.

30/03/2013, 11:13

Hannah ha scritto:
Una mia carissima amica, medico (ha salvato mio padre dall'infarto), madre di due figli, donna in gamba, subisce da anni le violenze fisiche e morali del marito, anch'egli medico, ma uno scarso sotto tutti i punti di vista. Si tratta di cose delicate, non si può entrarvi più di tanto. Le ho consigliato più volte di rivolgersi ad associazioni femminili, sacerdoti, ecc. ma lei mi dice che è tutto inutile. Sono pronta anche a testimoniare laddove ce ne fosse bisogno perché il marito è lui a mostrare disturbi della personalità. Eppure, qualche settimana fa alla mia amica sono crollati i nervi. Forse ha minacciato un gesto inconsulto, forse ha preso più farmaci del solito ed è finita nel reparto malattie mentali di un ospedale per circa una settimana.

Persone esperte mi hanno consigliato di usare molta delicatezza e di non essere invadente. Potrebbe essere controproducente. Ora dalle carte risulta che lei è stata ricoverata in un reparto psichiatrico e lui potrà usare questo in caso di divorzio.


Hannah, scusami non prenderla a male, sicuramente non ci hai pensato ma hai messo in piazza la vita privata di una persona che è facilmente rintracciabile visto che in firma hai un blog con tanto di tuoi dati, foto, nome cognome eccetera, quindi chi ti conosce ci mette 1 secondo a capire chi è questa tua carissima amica.
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