Le "superstringhe"
Tre dimensioni sembrano più che sufficienti per le necessità della vita quotidiana ma, secondo i fisici, non bastano a spiegare come la gravità possa coesistere con le altre energie della natura. La teoria più plausibile suppone che le particelle basilari della materia e dell'energia consistano in piccoli anelli vibranti noti come "superstringhe". Ma la matematica della teoria delle superstringhe fornisce delle risposte senza senso, a meno che lo spazio contenga altre dimensioni oltre alle tre conosciute da tutti. Si pensava che queste ulteriori dimensioni fossero troppo minuscole per preoccuparsene, più piccole di un virus, nella misura in cui, per fare un paragone, una formica è più piccola dell'Universo. In una scala così infinitesimale il moto in un'altra dimensione ritornerebbe quindi al punto di partenza in un tempo troppo breve per poter essere notato. Gli esperimenti finora escogitati per scoprire delle dimensioni così minuscole richiederebbero un'energia superiore a quella disponibile nei più potenti disintegratori atomici esistenti.
Tuttavia, nel 1996, il Dott. Lykken suggerì che le superstringhe potrebbero avere degli effetti riscontrabili anche a livelli energetici minori. Altri scienziati hanno calcolato che, se così fosse, le dimensioni nascoste delle superstringhe potrebbero essere molto più grandi di quanto si pensi. Infatti esse avrebbero le dimensioni di... una piccola formica, approssimativamente un millimetro di diametro. Il grande disintegratore Hadron Collider, sito nei pressi del Cern di Ginevra Ovviamente ciò non sarebbe assolutamente sufficiente a contenere un "palazzo" né, tantomeno, l'intero Universo ma l'Universo visibile risulta enorme solo nelle nostre familiari tre dimensioni dello spazio. In ulteriori dimensioni l'Universo potrebbe essere estremamente sottile, così come un foglio di carta è grande in due dimensioni ma sottile nella terza: nelle dimensioni nascoste lo spessore dell'Universo visibile misurerebbe appena un dieci-milionesimo di un miliardesimo di millimetro. Pertanto altre dimensioni, come la "grande massa", potrebbero contenere infiniti universi.
Altri mondi, a un passo da noi, e tuttavia irraggiungibili
Tali universi paralleli tridimensionali, o tri-branes, potrebbero contenere forme di materia inusuali, che forse costituiscono stelle, pianeti e strani esseri, a meno di un millimetro di distanza dalla nostra familiare brane dove si trovano il Sole, la Terra e i programmi televisivi del sabato sera! Secondo Lykken: "Le leggi specifiche della fisica sarebbero differenti in ognuna di queste 'branes', la loro legge di gravità corrisponderebbe alla nostra ma tutto il resto sarebbe diverso… ciònonostante, forse anche loro potrebbero formare stelle e pianeti". Non vi è alcun rischio, tuttavia, di capitare per caso in qualche Universo alieno. Nessuno può sporgersi e toccare o vedere i braneworlds paralleli, o comunicare con essi tramite raggi laser, perché la materia e la luce sono confinate ognuna nella sua brane. "Siamo fatti di particelle che non possono disgregarsi e sondare altre dimensioni" dice il Dott. Kaloper di Stanford. In altre parole la materia, la luce e le altre energie sono imprigionate in uno dei "palazzi" e non possono viaggiare verso gli altri attraverso le dimensioni nascoste nella stanza segreta. Ma, secondo il Dott. Lykken: "La chiave di volta è che forse le altre dimensioni risultano invisibili ai nostri occhi solo perché siamo intrappolati in questa".
Si spera, comunque, di riuscire a scoprire la presenza di braneworlds paralleli. Fra le strategie più accreditate per individuare le dimensioni ulteriori, i fisici coinvolgono la forza di gravità perché le particelle che trasportano la gravità - i gravitoni - hanno libero accesso a tutto il cosmo e possono volare liberamente attraverso la grande massa, pertanto una brane parallela e vicina potrebbe venire scoperta grazie ai suoi effetti gravitazionali. In tal caso, gli astronomi dovrebbero notare che alcuni oggetti nel mondo visibile si comportano stranamente, come trovandosi sotto l'influenza della gravità sprigionata da una fonte invisibile. Esattamente quanto gli astronomi hanno osservato per anni: le galassie ruotano come se contenessero della materia che supera di gran lunga i loro limiti visibili; occasionalmente delle stelle lontane si illuminano come se un enorme oggetto fosse intervenuto ad aumentare la loro luce accentuandone la curvatura gravitazionale, ecc.
Gli astronomi hanno obiettato che tale materia forse non può essere vista solo perché è meno luminosa delle stelle; ma, fra le ipotesi per giustificare l'esistenza di questa "materia oscura" che, secondo il Dott. Lykken, potrebbe essere "materia trasparente", situata in vicini braneworlds e dunque invisibile ai nostri occhi: "Un nuovo tipo di antimateria, che non riusciremo mai ad individuare se non attraverso la sua attrazione gravitazionale".
|