19/05/2018, 13:48
I polpi sono alieni venuti dallo spazio: lo sostengono 33 scienziati
Secondo un team di ricerca internazionale composto da 33 studiosi i polpi avrebbero un’origine spaziale.
Le ipotesi sono due: potrebbero essere stati generati da virus alieni che hanno modificato il DNA dei calamari, oppure le loro uova potrebbero essere precipitate sulla Terra all’interno di comete ghiacciate. Ironia e sconcerto tra i colleghi degli scienziati.
I polpi non sono creature di questa Terra, ma alieni plasmati da virus giunti da un mondo lontano. In alternativa, le loro uova (e quelle dei calamari) potrebbero essere precipitate sul nostro Pianeta all’interno di comete, dove avrebbero resistito nello spazio – congelate – fino alla schiusa nella nuova casa.
No, non si tratta di deliranti ipotesi pubblicate su un sito per appassionati di ufologia, ma del fulcro di un vero e proprio articolo scientifico al quale hanno collaborato ben 33 ricercatori.
Obiettivo degli scienziati, guidati dal dottor Edward J. Steele del Centro per l’Astrobiologia dell’Università di Ruhunaera, Sri Lanka, era provare a dare una risposta all’esplosione della biodiversità avvenuta 500 milioni di anni fa nel Cambriano, all’inizio del Paleozoico.
All’epoca, infatti, sebbene la vita non avesse ancora conquistato la terraferma, essa era ampiamente diffusa sott’acqua, dove diede origine a un generoso ventaglio di gruppi tassonomici, molti dei quali ancora viventi. Tra essi le meduse, i brachiopodi e i protagonisti di questa ricerca: i molluschi.
Secondo Steele e i numerosi colleghi, fra i quali non vi è traccia di un solo zoologo, questa esplosione di vita sarebbe legata proprio a una sorta di panspermia.
In parole semplici, i semi della vita – in questo caso virus alieni – sarebbero giunti sulla Terra incastonati nei corpi celesti, e dopo essersi diffusi avrebbero condizionato l’evoluzione delle creature terrestri.
Il calamaro sarebbe uno degli organismi coinvolti dalla mutazione aliena; si sarebbe evoluto nel polpo proprio grazie all’inserzione nel suo codice genetico di DNA extraterrestre, come mostra una esilarante immagine pubblicata all’interno dell’articolo.
Gli autori della ricerca si sono spinti ancora oltre, suggerendo che non si può escludere che gli stessi calamari e/o i polpi possano essere giunti sulla Terra sotto forma di uova congelate all’interno di comete. Insomma, potrebbero essere degli alieni ‘fatti e compiuti’ arrivati direttamente da un altro mondo.
Resta il ‘piccolo’ mistero su come le loro uova avrebbero fatto a sopravvivere all’impatto della cometa con atmosfera e superficie terrestre, a temperature infernali e valori di pressione in grado di fondere le rocce.
L’articolo, dal titolo “Cause of Cambrian Explosion – Terrestrial or Cosmic?”, è stato accolto con grande ironia – e anche un po’ di sconcerto – da parte dei massimi esperti mondiali di cefalopodi, rimasti particolarmente colpiti dall’immagine che mostra la trasformazione dei calamari in polpi.
“L’articolo è, beh, non buono (scioccante – lo so), ma ha le migliori figure che ho visto per la descrizione delle origini dei polpi dai virus spaziali”, ha scritto su Twitter tra il divertito e l’incredulo il professor Jonathan Eisen, docente presso il Dipartimento di Evoluzione ed Ecologia dell’Università della California, Davis.
Gli ha fatto eco il dottor Mark Carnall del Museo di storia naturale dell’Università di Oxford: “È un’assurdità, non all’altezza della comprensione più basilare della biologia e dell’evoluzione dei cefalopodi”.
I dettagli del controverso studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Progress in Biophysics and Molecular Biology
19/05/2018, 14:29
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15/01/2020, 13:00
I mattoni della vita arrivati dallo spazio interstellare
Le prove nella cometa della missione Rosetta
I composti alla base della vita sono arrivati sulla Terra dallo spazio interstellare e potrebbero essere comuni a molti pianeti esterni al Sistema Solare: lo indicano i composti organici scoperti sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, la prima sulla quale nel 2014 si è posato un veicolo costruito dall'uomo: la sonda Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa)
È quanto emerge dalle analisi più recenti dei materiali presenti sul nucleo della cometa 67P, fatte dallo strumento italiano Virtis (Visual, Infra-Red and Thermal Imaging Spectrometer) a bordo della sonda, realizzato da Leonardo con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I dati sono pubblicati sulla rivista Nature Astronomy, nella ricerca coordinata da Andrea Raponi, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Inaf (Iaps-Inaf).
Le analisi mostrano per la prima volta su una cometa chiare tracce di composti organici formati da catene di atomi di carbonio e idrogeno. "Le nostre analisi indicano una composizione simile a quella che si osserva nel mezzo interstellare e in alcune meteoriti rinvenute sulla Terra, suggerendo una continuità tra questi ambienti. Possiamo dire - ha sottolineato Raponi - che questi risultati mettono in collegamento le stelle con la Terra".
L’ipotesi è che i composti organici presenti nello spazio interstellare siano stati catturati nella nube primordiale dalla quale si è formato il Sistema Solare, rimanendo intrappolati nelle sue regioni più fredde e periferiche in piccoli oggetti come asteroidi e comete. Questi corpi celesti sono rimasti inalterati nel tempo e negli impatti sui pianeti, compresa la Terra, "possono aver fornito il materiale organico alla base dei mattoni della vita. Questo affascinante scenario - ha concluso il ricercatore - suggerisce che lo stesso materiale organico possa essere piovuto sia sulla Terra che su altri sistemi planetari”.
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Fonte: http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2020/01/14/i-mattoni-della-vita-arrivati-dallo-spazio-interstellare_78e1a7ca-35ac-4bd9-b986-d27c5bd0c0c6.html
05/03/2020, 17:12