La scienza ufficiale finalmente ammette di non avere la piu' pallida idea della fonte del calore geotermico.
Ridicolo il titolo dell'articolo in italiano: in effetti l'interpretazione dei dati e' sempre soggettiva, ma questo la dice lunga su come vengono gestite le informazioni nel nostro paese. In rosso ho evidenziato la sintesi del pensiero dei ricercatori.
Il calore della Terra: metà è quello primigenioQuasi la metà del calore emesso dalla Terra proverrebbe ancora da quello che risale all'epoca di formazione del pianeta
Dall'analisi delle temperature rilevate in oltre 20.000 pozzi in tutto il mondo, i geologi hanno stimato che il flusso di calore dalla Terra verso lo spazio ammonti a circa 44 terawatt. Da dove proviene tutto questo calore che, fra l'alto, rappresenta il motore della tettonica a placche del nostro pianeta? Si ritiene che la fonte principale sia il decadimento radioattivo di uranio, torio e potassio nella crosta terrestre e del mantello, ma la quantificazione del contributo della radioattività è un'impresa tutt'altro che semplice.
Una stima di questo valore è ora stata avanzata da ricercatori della collaborazione KamLAND (Kamioka Liquid-scintillator Antineutrino Detector), con sede in Giappone, basato sulla rilevazione dei geoneutrini. (KamLAND era stato originariamente progettato per rilevare antineutrini provenienti dagli oltre 50 reattori giapponesi.)
Poiché i neutrini interagiscono praticamente solo attraverso la forza debole - la loro interazione con la gravità è insignificante se non su scala cosmica - il loro flusso attraversa la Terra come se fosse trasparente. Questo li rende molto difficili da individuare, ma nelle rare occasioni in cui un antineutrino si scontra con un protone all'interno del rivelatore KamLAND - una sfera piena di mille tonnellate di olio minerale scintillante - produce un inequivocabile doppio segnale.
Come viene riferito in un articolo pubblicato su Nature Geoscience, dall'analisi dei dati così rilevati risulta con alta probabilità che il decadimento radioattivo fornisca solo circa la metà del calore emesso della Terra, mentre la parte restante deve derivare da altre fonti, a partire dal calore risalente all'epoca di formazione del pianeta.
Tutti i modelli dell'interno della Terra dipendono da prove indirette. I modelli più accreditati sono quelli BSE (bulk silicate Earth) che presumono che crosta e mantello contengano solo elementi litofili mentre il nucleo conterrebbe solo elementi siderofili, per cui tutto il calore da decadimento radioattivo deriverebbe dalla crosta e dal mantello.
KamLAND ha rilevato 841 eventi di possibili antineutrini tra marzo 2002 e novembre del 2009, di cui circa 730 sono stati gli eventi dovuti a reattori nucleari o al background. I restanti eventi, circa 111, erano dovuti a decadimenti radioattivi di uranio e torio presenti nella Terra.
Questi risultati sono stati combinati con i dati ottenuti dall'esperimento Borexino in corso al Gran Sasso per poter calcolare il contributo di uranio e torio alla produzione di calore della Terra. La risposta è stata di circa 20 terawatt - circa otto terawatt dall'uranio 238 (238U), altri otto terawatt dal torio 232 (232Th), e quattro terawatt dal potassio 40 (40K) - altri tre terawatt sono stati stimati come provenienti dal decadimento di altri isotopi.
Si tratta di una quantità di calore superiore a quanto sugerito dal modelle BSE, ma ancora molto inferiore al totale emesso dalla Terra, ha osservato Stuart Freedman, del Lawrence Berkeley National Laboratory, che ha partecipato allo studio. "
Una cosa che possiamo dire quasi con certezza è che il decadimento radioattivo da solo non basta a spiegare l'energia termica della Terra. Se il resto è calore primordiale o proviene da un'altra fonte è una domanda ancora senza una risposta sicura." (gg)
Fonte:
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/titolo/1348707