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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 19/07/2019, 15:26 
Aztlan ha scritto:
Peggio che taggarci come cani e trasformarci in robot ai loro ordini come zombie[?]

E cosa altro potrebbero farti questi "altri", intendi Putin e XI, di peggio? Farti mangiare pollo e bere vodka?
[:302]

Vi guardate troppe serie apocalittiche e questi sono i risultati: vi fate mille paranoie infondate ma poi siete i primi a spiattellare la vostra vita sui social o a scaricarvi Facceapp & co.

Ve lo ripeto, state sereni! nessuno vi sparerà un chip in quelle chiappe flaccide [:297] e pensate piuttosto ai rischi veri cioè che qualche barbuto si possa dotare di missili nucleari. Quanto a pollo & vodka finchè ci sarà la Nato dormite pure sonno tranquilli.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 19/07/2019, 15:31 
Dimenticavo: consigliere la visione di film rigorosamente americani a cominciare da "Black Hawk Down ", "Aquila d'Acciaio", "Gunny" etc.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 19/07/2019, 16:29 
Immagine

Non è fantascienza: pagheremo col microchip sotto pelle
In Svezia accade già: circa 20mila persone l'hanno installato e almeno 3mila pendolari lo usano per viaggiare in treno


https://www.tio.ch/finanza/consumi-e-ri ... otto-pelle


Codice:
sottovento scrive:
Vi guardate troppe serie apocalittiche e questi sono i risultati: vi fate mille paranoie infondate ma poi siete i primi a spiattellare la vostra vita sui social o a scaricarvi Facceapp & co.


[:302] Se sapresti monitorare il traffico di rete che producono le normali applicazioni che esegui sul tuo pc e cosa accade mentre stai usando il browser, capiresti che spiatellare la tua vita sui social è solo un optional.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 19/07/2019, 17:10 
IO FaceApp NON l' ho nemmeno cercata figurati scaricarla e usarla...

Quanto alla Rete offre servizi Essenziali oggi come l' unica Informazione NON controllata (e non solo quella "in"controllata)

e l' uso che se ne fa è irrilevante dato che lo spionaggio è già a monte
e questo complotto anche se un tempo era discusso solo nei film non viene da lì ma è confermato da Chi lavorava

per il $istema, come Snowden



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Rivoluzioni democratiche, governi del cambiamento... Sta già albeggiando!
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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 20/07/2019, 12:22 
sottovento ha scritto:
Morley ha scritto:
Il sionista lancia la moda del microchip, i demoelettori porci ne fanno costume e la legge impone così quel malcostume a tutti.

Ti è chiaro? E' un classico ripetitivo della tua divina democrazia cristiota. O vuoi negarlo?

Altri farebbero certamente di peggio.


Peggio di ciò che gli Ameri-cani hanno fatto e fanno da quando esistono nemmeno Gengis Khan lo ha fatto, lui non gettava cioccolate ai popoli trucidati per farsi amici i maiali che correvano a raccoglierle, come è accaduto in Italia e in Giappone.

Ti consiglio un avatar più idoneo:

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/imag ... l8zLWC0xVd



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Offtopic (fuori argomento)
Correte correte... che per pagare i mercanti e i loro camerieri dovrete rubare sempre di più, e attenti a non dimenticarvi la carta di credito a casa... che se vi rompete il muso per strada neppure il carroattrezzi viene più a prendervi.
Mi raccomando: Votate, umili e silenti.
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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 25/09/2019, 21:40 
Cita:


Dialogo cervello-computer, una sfida possibile. Parola di Zuckerberg e Musk L'acquisizione da parte di Facebook della startup Ctrl-Labs è solo l'ultimo esempio dei futuri obiettivi verso la fattibilità di un dialogo diretto tra il cervello umano e le macchine. Alcuni esperimenti in questo senso già esistono nel campo della riabilitazione

Facebook ha acquistato e intende utilizzare la tecnologia a interfaccia neurale di Ctrl-Labs per sviluppare un braccialetto "che dia alle persone il controllo dei loro dispositivi", ha detto Andrew Bosworth, a capo del team Reality Labs di Menlo Park.

L’azienda di Mark Zuckerberg darebbe seguito, così, alle mega acquisizioni di startup e società che si sono rivelate particolarmente promettenti come Whatsapp, Instagram e Oculus.

Nel caso di Ctrl-Labs, nata a New York nel 2015, si tratta di una delle prime a dedicarsi alla ricerca su interfaccia cervello-macchina, la cosiddetta BCI (brain-computer interface), che, nella definizione corrente, serve a “sostituire o ripristinare funzioni utili per le persone con disabilità neuromuscolari come sclerosi laterale amiotrofica, paralisi cerebrale, ictus o lesioni del midollo spinale”

Le interfacce cervello-computer sono già utilizzate, per esempio, per la riabilitazione dopo l'ictus e per il controllo di arti robotici.

Elon Musk e Neuralink Non c'è solo Mark Zuckerberg a lanciarsi in questo campo. Un chip nel cervello collegato a un computer è l'ultima sfida di Elon Musk, il fondatore di Tesla e Space X, tra tante altre aziende frutto della sua immaginazione visionaria. La nuova impresa si chiama Neuralink, un dispositivo in grado di controllare il cervello umano tramite lo smartphone.

Elon Musk la presenta come una vera rivoluzione e, dopo i primi (contestatissimi) test sulle scimmie, sarebbe pronto a far partire quelli sull'uomo, con l'obiettivo di curare malattie gravissime, dal cancro all'epilessia. Un progetto ambizioso, ma ancora nelle sue primissime fasi di sviluppo. In realtà, l'obiettivo di Musk, con la sua presentazione del luglio scorso era proprio cercare di coinvolgere nel progetto il maggior numero di studiosi e ricercatori in grado di sviluppare l'idea. proprio come ha fatto con Hyperloop, il treno del futuro che viaggia alla velocità del suono.

Il cyborg con l'antenna nel cervello Tra i più noti casi concreti di applicazione di BCI c'è quello del'artista inglese Neil Harbisson. Lui non riusciva a distinguere i colori e così, si è fatto impiantare un'antenna nel cervello che riceve e gli trasmette gli impulsi delle frequenze sonore corrispondenti allo spettro dei colori.

Harbisson è anche il primo cyborg riconosciuto legalmente e a Massimo Cerofolini, che lo ha intervistato per la trasmissione Codice - La vita è digitale ha detto : "Gli uomini fino ad oggi hanno modificato il pianeta facendo danni. Ora è il momento che siano gli uomini a lasciare in pace la Terra e a modificare, loro, il corpo. Impiantandoci un dispositivo per la visione notturna consumeremmo meno energia, idem con un organo cibernetico capace di regolare la nostra temperatura interna. Penso che in futuro diventerà normale, ed etico, essere noi quelli che devono cambiare, non il pianeta".




http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... refresh_ce


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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 08/11/2019, 21:38 
Cita:

Impiantato il primo “pacemaker” cerebrale in 33enne dipendente da oppioidi
La dipendenza da oppioidi è una vera e propria epidemia negli Stati Uniti


Eliminare la dipendenza da oppioidi, una vera e propria epidemia negli Usa con milioni di ‘consumatori‘, impiantando chirurgicamente degli elettrodi nel cervello come avviene già per altre patologie e frenare così una condizione psicopatologica caratterizzata dall’uso compulsivo di oppiacei. E’ l’obiettivo dell’intervento di stimolazione cerebrale profonda (già utilizzata ad esempio per l’epilessia) che i chirurghi della West Virginia University hanno eseguito per la prima volta in Usa su un 33enne, Gerod Buckhalter. Obiettivo: provare a frenare la dipendenza usando un pacemaker che agendo sul cervello lo costringe a produrre piccole quantità di dopamina che possono interferire sul circuito della ricompensa innescato dalla dipendenza e alleviarne i sintomi sul paziente prima che questo senta la necessità di assumere oppioidi.
Questo tipo di procedura è già stata tentata in Olanda e in Cina – riporta il ‘Daily Mail’ – per ora il paziente si sta riprendendo bene anche se il dispositivo ancora non è stato accesso. Nel corso dell’ultimo decennio, Gerod Buckhalter ha avuto diverse overdosi a causa della sua dipendenza da oppioidi e da benzodiazepine. Ha provato diversi metodi di cura che però non hanno sortito alcun effetto.
“La dipendenza è una malattia del cervello che coinvolge i centri di ricompensa – ha spiegato Ali Rezai, il chirurgo che ha guidato l’équipe – dobbiamo esplorare nuove tecnologie, come l’uso della stimolazione cerebrale profonda, per aiutare chi è gravemente colpito dalla dipendenza dall’uso di oppiacei“.




http://www.meteoweb.eu/2019/11/impianta ... i/1339906/


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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 08/04/2020, 12:45 
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ID2020: è in arrivo la vaccinazione digitale per tutti?


Da
Cesare Sacchetti
lacrunadellago.net
6 min

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di Cesare Sacchetti

ID2020. E’ il nome del progetto che potrebbe portare praticamente all’identificazione digitale di ogni persona del pianeta.

Per identificazione digitale si intende l’inserimento di un microchip nel corpo umano che contiene tutte le informazioni personali dei cittadini.

Se n’è parlato poco tra i media mainstream, ma ID2020 è arrivato ad una fase piuttosto avanzata.

Nel suo sito ufficiale si legge che ID2020 è una sorta di partnership pubblica-privata che vede il coinvolgimento dell’ONU, dei governi nazionali e dei soci fondatori che sono anche i suoi più attivi finanziatori.

I finanziatori di ID2020

Chi ha contribuito in maniera più attiva a questo progetto? Tra i soci fondatori ci sono nomi di massimo rilievo, tra i quali la Microsoft di Bill Gates; la società GAVI, l’alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione, interessata a promuovere l’uso dei vaccini nel mondo, e la famiglia Rockefeller.

Oltre a GAVI, anche il magnate americano Bill Gates ha manifestato un vivo interesse nell’investimento sui vaccini, come è stato già accennato precedentemente.

Ma cosa c’entra l’immunizzazione con l’identità digitale?

L’identità digitale non solo prevedrebbe la possibilità di racchiudere tutte le informazioni personali dei cittadini in un microchip sottocutaneo, ma allo stesso tempo consentirebbe anche di somministrare i vaccini sotto forma digitale.

Non si tratta di un ritrovato tecnologico avveniristico che diventerà realtà in futuro. Lo è già. Nello Stato del Texas, negli Stati Uniti, i poveri senzatetto vengono già utilizzati come cavie per la sperimentazione di questo microchip.

Anche il governo del Bangladesh ha aderito ufficialmente a questa iniziativa lo scorso settembre.

Quello dei vaccini è comunque un vero e proprio business miliardario che garantisce enormi margini di rendimento come ha spiegato lo stesso Gates che ne ha guadagnato cifre astronomiche.

Nei tempi della crisi di coronavirus, non è pertanto difficile immaginare che chi arriva per primo a sviluppare un vaccino contro questo agente patogeno possa ricavarne ingenti profitti.


Non a caso, il fondatore di Microsoft ha recentemente detto la sua sulla questione coronavirus in un articolo pubblicato anche sul sito del Forum di Davos.

Gates suggerisce di “investire nella sorveglianza delle malattie, per arrivare ad includere un archivio digitale istantaneamente accessibile alle organizzazioni più rilevanti con la previsione di regole che impongano ai Paesi di condividere le loro informazioni.”

E’ esattamente il progetto che Gates sta finanziando con ID2020. Se diventasse realtà, in questo microchip sarebbero istantaneamente reperibili tutte le informazioni dei cittadini, comprese quelle ovviamente riguardanti le sue malattie personali.

Le implicazioni per la privacy sarebbero devastanti, dal momento che tutti virtualmente potrebbero essere sottoposti ad una vera e propria sorveglianza digitale di massa.

Nessuno ovviamente si è preoccupato di far notare il macroscopico conflitto d’interesse di Gates che, promuovendo uno strumento simile, difatti consegnerebbe a sè stesso un enorme potere di controllo sulla popolazione mondiale.

Nonostante il progetto venga presentato sotto una patina umanitaria, in realtà nasconde delle implicazioni inquietanti sia per i profitti dei soggetti coinvolti in ID2020, sia per le dirette conseguenze sulla libertà personale.

Il microchip consentirebbe infatti a chi gestisce l’archivio digitale di tracciare i movimenti di chiunque. Il grande fratello digitale, sotto la scusa della tutela della salute personale, potrebbe sapere in tempo reale dove si trova una persona e cosa sta facendo.

GAVI e la famiglia Rockefeller

GAVI invece è una sorta di partnership pubblica-privata alla quale appartengono entità pubbliche e private, come l’OMS, l’Unicef e la Banca Mondiale e lo stesso Bill Gates con la sua fondazione “Bill & Melinda Gates Foundation”.

Ma questa alleanza è stata già accusata di non essere mossa propriamente da scopi benefici.

GAVI infatti ha usato i fondi pubblici ricevuti dai governi di diversi Paesi, in particolare il Regno Unito, per aumentare i grandi business delle case farmaceutiche che producono vaccini, in particolare della britannica GlaxoSmithKline e dell’americana Pfizer.

Sotto le dichiarate intenzioni filantropiche, come si vede, si nascondono grandi interessi delle case farmaceutiche.

Anche la famiglia Rockefeller ha un grande interesse nell’identità digitale.

Nel sito ID2020, i Rockefeller vengono presentati come una famiglia da tempo “impegnata a promuovere il bene dell’umanità”.

Per chi avesse poca familiarità con questa famiglia americana, è utile ricordare uno degli episodi che può dare un esempio concreto della loro “umanità”.

Nel 1914, in una delle miniere di carbone di Ludlow, nello Stato del Colorado, di proprietà di John D. Rockefeller, scoppia uno sciopero per le paghe da fame somministrate agli operai.

I minatori si ribellano e Rockefeller decide di sedare la rivolta mandando un gruppo di uomini armati che non si farà scrupoli ad usare le armi contro di loro.

La rivolta fu soppressa nel sangue e costò la vita a 2 donne e 11 bambini.

L’episodio è passato alla storia come il massacro di Ludlow.

Come si vede, la ricchezza sconfinata dei Rockefeller che nel 1918 raggiunse la cifra di 1,5 miliardi di dollari, pari a 322 miliardi di euro dei nostri giorni, non venne certo dalla pratica della filantropia.

Immagine

John D. Rockefeller assieme a suo figlio, John Jr.

Ma perchè questa famiglia ha interesse nell’identità digitale?

La risposta potrebbe venire dall’autobiografia “Memorie” di uno dei membri della famiglia, David.

“Alcuni credono che siamo parte di una congrega segreta che lavora contro gli interessi degli Stati Uniti, caratterizzando me e la mia famiglia come internazionalisti e cospirando con altri nel mondo per costruire una struttura economica e politica più integrata, un mondo, per così dire. Se quella è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono fiero.”

Sostanzialmente, i Rockefeller sognano un mondo, per loro stessa ammissione, nel quale gli Stati nazionali vengono sostituiti da una sovrastruttura globalista.

I popoli in questa visione mondialista della politica non rivestono alcun ruolo, ma sono completamente rimessi ai voleri di questa élite transnazionale.

E’ un disegno autoritario che vuole l’avvento di un supergoverno mondiale che annienti le nazioni e i poteri dei Parlamenti nazionali.

ID2020 sarebbe quindi lo strumento perfetto per schedare tutti i cittadini del mondo e proibire ai dissidenti di far parte della società globalista che sta per nascere.

In Svezia, si ha già un esempio concreto di come funziona questo microchip sottocutaneo.

Le persone che se lo sono innestato, passano la propria mano sotto scanner e pos per comprare beni e servizi.

Il microchip sottocutaneo in Svezia è già realtà

La crisi da coronavirus potrebbe essere quindi il pretesto perfetto per le élite per mettere al bando il contante da sostituire con questo nuovo strumento.

Ai credenti cristiani probabilmente una tecnologia simile evoca il Marchio della Bestia profetizzato nell’Apocalisse di Giovanni.

Le similitudini sono semplicemente disarmanti.

E’ lo stesso Giovanni a descrivere a cosa servirà questo Marchio:

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.”

Nell’Apocalisse infatti si descrive una società dove senza questo marchio sottocutaneo non si potrà nè vendere nè comprare.

Coloro che vorranno far parte di questo regime totalitario dovranno quindi portare il marchio.

E’ sicuramente una riflessione di carattere escatologico che trascende i confini della politica, ma era giusto presentarla anche a chi non crede.

Ognuno potrà farsi una sua propria idea e decidere a cosa credere o no.

Se quel microchip è ad un passo dal diventare realtà, si potrà sapere che esso forse non è solo qualcosa che attiene alla sfera politica, ma probabilmente a qualcosa dal significato molto più spirituale.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 08/04/2020, 12:53 
Wolframio ha scritto:
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ID2020: è in arrivo la vaccinazione digitale per tutti?


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Cesare Sacchetti
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di Cesare Sacchetti

ID2020. E’ il nome del progetto che potrebbe portare praticamente all’identificazione digitale di ogni persona del pianeta.

Per identificazione digitale si intende l’inserimento di un microchip nel corpo umano che contiene tutte le informazioni personali dei cittadini.

Se n’è parlato poco tra i media mainstream, ma ID2020 è arrivato ad una fase piuttosto avanzata.

Nel suo sito ufficiale si legge che ID2020 è una sorta di partnership pubblica-privata che vede il coinvolgimento dell’ONU, dei governi nazionali e dei soci fondatori che sono anche i suoi più attivi finanziatori.

I finanziatori di ID2020

Chi ha contribuito in maniera più attiva a questo progetto? Tra i soci fondatori ci sono nomi di massimo rilievo, tra i quali la Microsoft di Bill Gates; la società GAVI, l’alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione, interessata a promuovere l’uso dei vaccini nel mondo, e la famiglia Rockefeller.

Oltre a GAVI, anche il magnate americano Bill Gates ha manifestato un vivo interesse nell’investimento sui vaccini, come è stato già accennato precedentemente.

Ma cosa c’entra l’immunizzazione con l’identità digitale?

L’identità digitale non solo prevedrebbe la possibilità di racchiudere tutte le informazioni personali dei cittadini in un microchip sottocutaneo, ma allo stesso tempo consentirebbe anche di somministrare i vaccini sotto forma digitale.

Non si tratta di un ritrovato tecnologico avveniristico che diventerà realtà in futuro. Lo è già. Nello Stato del Texas, negli Stati Uniti, i poveri senzatetto vengono già utilizzati come cavie per la sperimentazione di questo microchip.

Anche il governo del Bangladesh ha aderito ufficialmente a questa iniziativa lo scorso settembre.

Quello dei vaccini è comunque un vero e proprio business miliardario che garantisce enormi margini di rendimento come ha spiegato lo stesso Gates che ne ha guadagnato cifre astronomiche.

Nei tempi della crisi di coronavirus, non è pertanto difficile immaginare che chi arriva per primo a sviluppare un vaccino contro questo agente patogeno possa ricavarne ingenti profitti.


Non a caso, il fondatore di Microsoft ha recentemente detto la sua sulla questione coronavirus in un articolo pubblicato anche sul sito del Forum di Davos.

Gates suggerisce di “investire nella sorveglianza delle malattie, per arrivare ad includere un archivio digitale istantaneamente accessibile alle organizzazioni più rilevanti con la previsione di regole che impongano ai Paesi di condividere le loro informazioni.”

E’ esattamente il progetto che Gates sta finanziando con ID2020. Se diventasse realtà, in questo microchip sarebbero istantaneamente reperibili tutte le informazioni dei cittadini, comprese quelle ovviamente riguardanti le sue malattie personali.

Le implicazioni per la privacy sarebbero devastanti, dal momento che tutti virtualmente potrebbero essere sottoposti ad una vera e propria sorveglianza digitale di massa.

Nessuno ovviamente si è preoccupato di far notare il macroscopico conflitto d’interesse di Gates che, promuovendo uno strumento simile, difatti consegnerebbe a sè stesso un enorme potere di controllo sulla popolazione mondiale.

Nonostante il progetto venga presentato sotto una patina umanitaria, in realtà nasconde delle implicazioni inquietanti sia per i profitti dei soggetti coinvolti in ID2020, sia per le dirette conseguenze sulla libertà personale.

Il microchip consentirebbe infatti a chi gestisce l’archivio digitale di tracciare i movimenti di chiunque. Il grande fratello digitale, sotto la scusa della tutela della salute personale, potrebbe sapere in tempo reale dove si trova una persona e cosa sta facendo.

GAVI e la famiglia Rockefeller

GAVI invece è una sorta di partnership pubblica-privata alla quale appartengono entità pubbliche e private, come l’OMS, l’Unicef e la Banca Mondiale e lo stesso Bill Gates con la sua fondazione “Bill & Melinda Gates Foundation”.

Ma questa alleanza è stata già accusata di non essere mossa propriamente da scopi benefici.

GAVI infatti ha usato i fondi pubblici ricevuti dai governi di diversi Paesi, in particolare il Regno Unito, per aumentare i grandi business delle case farmaceutiche che producono vaccini, in particolare della britannica GlaxoSmithKline e dell’americana Pfizer.

Sotto le dichiarate intenzioni filantropiche, come si vede, si nascondono grandi interessi delle case farmaceutiche.

Anche la famiglia Rockefeller ha un grande interesse nell’identità digitale.

Nel sito ID2020, i Rockefeller vengono presentati come una famiglia da tempo “impegnata a promuovere il bene dell’umanità”.

Per chi avesse poca familiarità con questa famiglia americana, è utile ricordare uno degli episodi che può dare un esempio concreto della loro “umanità”.

Nel 1914, in una delle miniere di carbone di Ludlow, nello Stato del Colorado, di proprietà di John D. Rockefeller, scoppia uno sciopero per le paghe da fame somministrate agli operai.

I minatori si ribellano e Rockefeller decide di sedare la rivolta mandando un gruppo di uomini armati che non si farà scrupoli ad usare le armi contro di loro.

La rivolta fu soppressa nel sangue e costò la vita a 2 donne e 11 bambini.

L’episodio è passato alla storia come il massacro di Ludlow.

Come si vede, la ricchezza sconfinata dei Rockefeller che nel 1918 raggiunse la cifra di 1,5 miliardi di dollari, pari a 322 miliardi di euro dei nostri giorni, non venne certo dalla pratica della filantropia.

Immagine

John D. Rockefeller assieme a suo figlio, John Jr.

Ma perchè questa famiglia ha interesse nell’identità digitale?

La risposta potrebbe venire dall’autobiografia “Memorie” di uno dei membri della famiglia, David.

“Alcuni credono che siamo parte di una congrega segreta che lavora contro gli interessi degli Stati Uniti, caratterizzando me e la mia famiglia come internazionalisti e cospirando con altri nel mondo per costruire una struttura economica e politica più integrata, un mondo, per così dire. Se quella è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono fiero.”

Sostanzialmente, i Rockefeller sognano un mondo, per loro stessa ammissione, nel quale gli Stati nazionali vengono sostituiti da una sovrastruttura globalista.

I popoli in questa visione mondialista della politica non rivestono alcun ruolo, ma sono completamente rimessi ai voleri di questa élite transnazionale.

E’ un disegno autoritario che vuole l’avvento di un supergoverno mondiale che annienti le nazioni e i poteri dei Parlamenti nazionali.

ID2020 sarebbe quindi lo strumento perfetto per schedare tutti i cittadini del mondo e proibire ai dissidenti di far parte della società globalista che sta per nascere.

In Svezia, si ha già un esempio concreto di come funziona questo microchip sottocutaneo.

Le persone che se lo sono innestato, passano la propria mano sotto scanner e pos per comprare beni e servizi.

Il microchip sottocutaneo in Svezia è già realtà

La crisi da coronavirus potrebbe essere quindi il pretesto perfetto per le élite per mettere al bando il contante da sostituire con questo nuovo strumento.

Ai credenti cristiani probabilmente una tecnologia simile evoca il Marchio della Bestia profetizzato nell’Apocalisse di Giovanni.

Le similitudini sono semplicemente disarmanti.

E’ lo stesso Giovanni a descrivere a cosa servirà questo Marchio:

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.”

Nell’Apocalisse infatti si descrive una società dove senza questo marchio sottocutaneo non si potrà nè vendere nè comprare.

Coloro che vorranno far parte di questo regime totalitario dovranno quindi portare il marchio.

E’ sicuramente una riflessione di carattere escatologico che trascende i confini della politica, ma era giusto presentarla anche a chi non crede.

Ognuno potrà farsi una sua propria idea e decidere a cosa credere o no.

Se quel microchip è ad un passo dal diventare realtà, si potrà sapere che esso forse non è solo qualcosa che attiene alla sfera politica, ma probabilmente a qualcosa dal significato molto più spirituale.

ne parla anche Icke nella sua ultima intervista. Praticamente chi non avrà il marchio non potrà più vivere,di fatto,nella "società". Nessun accesso,nessun trasporto,nessun contatto,nessun acquisto. Meglio morire.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 29/08/2020, 16:21 
Elon Musk mostra Neuralink al pubblico: ecco cosa fa il chip che collega mente e computer

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Come promesso da Elon Musk via Twitter, nella notte italiana tra 28 e 29 agosto 2020 il magnate sudafricano ha mostrato cosa sa fare Neuralink, il chip ideato per connettere cervello umano e computer (o meglio, l’intelligenza artificiale) tramite interfacce apposite.

I protagonisti del video in live streaming ora visibile nel canale ufficiale di Neuralink sono stati tre maiali: Joyce, Dorothy e Gertrude. Il primo non ha mai avuto un impianto neurale, il secondo lo ha avuto ma è stato rimosso, e il terzo ha nel suo cervello un chip Neuralink. Durante la diretta Gertrude ha usato il suo muso, l’organo sensoriale principale e più sviluppato in un maiale, per annusare i dintorni; tutta l’attività cerebrale di Gertrude è stata mostrata poi su un altro schermo, evidenziando le variazioni di intensità dell’attività in base a ciò che veniva annusato e alle azioni dell’animale.

Questa in sé non è una novità, poiché esiste già da parecchio tempo la tecnologia che traduce in dati digitali l’attività cerebrale; ciò che va evidenziato è il cambiamento di design del prodotto, che da un impianto esterno da installare dietro l’orecchio è diventato una sorta di monetina da adagiare nella scatola cranica tramite una piccola cavità. Poi, il chip sarebbe in grado di comunicare con l’esterno tramite Bluetooth a bassa energia, così da poterlo interfacciare con computer, smartphone, tablet e altri dispositivi.

Secondo Elon Musk, Neuralink funzionerà come “un Fitbit nel cranio con tanti minuscoli cavi”, analizzando le informazioni associate all’attività cerebrale per aiutare l’utente: per il fondatore di SpaceX e Tesla questo dispositivo in futuro si rivelerà fondamentale per tutti coloro che soffriranno di problemi al cervello o alla colonna vertebrale, o anche ictus, paralisi, cecità, perdita dell’udito o patologie come ansia e depressione.

Lui stesso ha dichiarato: “Un dispositivo come questo può effettivamente risolvere tali problemi, ma molte persone non se ne rendono conto. Tutti i sensi – vista, udito, olfatto -, ma anche sensazioni di vario tipo come il dolore sono segnali inviati dai neuroni al cervello. Correggendo questi segnali si può correggere tutto”.

Attualmente il team di Neuralink starebbe lavorando al prototipo 0.9, con 1.024 canali per il collegamento con una rete wireless, batteria dall’autonomia pari a 24 ore con ricarica induttiva, design praticamente invisibile e sensori come quelli presenti negli smartwatch. Tra le varie funzioni di cui si parla da tanto tempo potrebbe anche apparire in futuro la riproduzione di canzoni e file audio.

Per “installare” il chip è previsto un intervento chirurgico con un robot speciale, da svolgere senza anestesia e dalla durata inferiore a un’ora. Potenzialmente, secondo Musk, i pazienti potrebbero lasciare l’ospedale nel medesimo giorno dell’intervento. Anche questa procedura è stata mostrata durante la diretta streaming, con un robot che effettua un’incisione sulla pelle, inserisce il chip e gli elettrodi e infine chiude l’incisione.

In conclusione, Musk ha anche avviato una sessione Q&A durata circa 30 minuti in cui ha risposto a varie domande relative alle performance del chip, all’architettura del dispositivo, alla sua sicurezza, ma anche alla possibilità di chiamare una Tesla telepaticamente (a cui Musk a risposto “certo, ovviamente”) o giocare ai videogiochi.

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https://tech.everyeye.it/notizie/elon-m ... 65392.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 30/08/2020, 00:16 
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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 30/08/2020, 04:54 
non è una novità assoluta, la DBS (Deep Brain Stimulation) già da un decennio permette di fatto di PROGRAMMARE le emozioni in tempo reale varianti l'intensità degli impulsi elettrici mentre il paziente stesso descrive come variamo. Viene usata anche per curare forme gravi di depressione e Parkinson. Se tali tecniche sono ormai di uso comune in ambito civile non oso nemmeno immaginare quali possano essere i brevetti militari o dei dipartimenti di ricerca e sviluppo delle multinazionali tecnologiche e farmaceutiche. Musk standolo entrando in un campo molto affollato ma ancora poco noto al grande pubblico. La scemenza della ricerca per curare le malattie è solo il classico cavallo di Troia per fare entrare tali pratiche nel quotidiano e nella coscienza collettiva. Ogge ne ho sentito parlare addirittura al tg.



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 30/08/2020, 10:35 
Era il 18 agosto 2011 [:)]
viewtopic.php?p=185071#p185071

Thethirdeye ha scritto:
Cita:
Trystero ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:
PS: E' simpatico... pur di negare ciò che sta succedendo,
o di avvallare le tesi dei cospirazionisti, si preferisce dire che..........
E' TUTTO NORMALE.


No, si preferisce chiamare bufale le bufale.


Questo lo potremo dire tra qualche anno..... non ora.... [:o)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 05/09/2020, 20:25 
wildwind ha scritto:
Wolframio ha scritto:
Guarda su youtube.com



ID2020: è in arrivo la vaccinazione digitale per tutti?


Da
Cesare Sacchetti
lacrunadellago.net
6 min

Vedi originale

Guarda su youtube.com


di Cesare Sacchetti

ID2020. E’ il nome del progetto che potrebbe portare praticamente all’identificazione digitale di ogni persona del pianeta.

Per identificazione digitale si intende l’inserimento di un microchip nel corpo umano che contiene tutte le informazioni personali dei cittadini.

Se n’è parlato poco tra i media mainstream, ma ID2020 è arrivato ad una fase piuttosto avanzata.

Nel suo sito ufficiale si legge che ID2020 è una sorta di partnership pubblica-privata che vede il coinvolgimento dell’ONU, dei governi nazionali e dei soci fondatori che sono anche i suoi più attivi finanziatori.

I finanziatori di ID2020

Chi ha contribuito in maniera più attiva a questo progetto? Tra i soci fondatori ci sono nomi di massimo rilievo, tra i quali la Microsoft di Bill Gates; la società GAVI, l’alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione, interessata a promuovere l’uso dei vaccini nel mondo, e la famiglia Rockefeller.

Oltre a GAVI, anche il magnate americano Bill Gates ha manifestato un vivo interesse nell’investimento sui vaccini, come è stato già accennato precedentemente.

Ma cosa c’entra l’immunizzazione con l’identità digitale?

L’identità digitale non solo prevedrebbe la possibilità di racchiudere tutte le informazioni personali dei cittadini in un microchip sottocutaneo, ma allo stesso tempo consentirebbe anche di somministrare i vaccini sotto forma digitale.

Non si tratta di un ritrovato tecnologico avveniristico che diventerà realtà in futuro. Lo è già. Nello Stato del Texas, negli Stati Uniti, i poveri senzatetto vengono già utilizzati come cavie per la sperimentazione di questo microchip.

Anche il governo del Bangladesh ha aderito ufficialmente a questa iniziativa lo scorso settembre.

Quello dei vaccini è comunque un vero e proprio business miliardario che garantisce enormi margini di rendimento come ha spiegato lo stesso Gates che ne ha guadagnato cifre astronomiche.

Nei tempi della crisi di coronavirus, non è pertanto difficile immaginare che chi arriva per primo a sviluppare un vaccino contro questo agente patogeno possa ricavarne ingenti profitti.


Non a caso, il fondatore di Microsoft ha recentemente detto la sua sulla questione coronavirus in un articolo pubblicato anche sul sito del Forum di Davos.

Gates suggerisce di “investire nella sorveglianza delle malattie, per arrivare ad includere un archivio digitale istantaneamente accessibile alle organizzazioni più rilevanti con la previsione di regole che impongano ai Paesi di condividere le loro informazioni.”

E’ esattamente il progetto che Gates sta finanziando con ID2020. Se diventasse realtà, in questo microchip sarebbero istantaneamente reperibili tutte le informazioni dei cittadini, comprese quelle ovviamente riguardanti le sue malattie personali.

Le implicazioni per la privacy sarebbero devastanti, dal momento che tutti virtualmente potrebbero essere sottoposti ad una vera e propria sorveglianza digitale di massa.

Nessuno ovviamente si è preoccupato di far notare il macroscopico conflitto d’interesse di Gates che, promuovendo uno strumento simile, difatti consegnerebbe a sè stesso un enorme potere di controllo sulla popolazione mondiale.

Nonostante il progetto venga presentato sotto una patina umanitaria, in realtà nasconde delle implicazioni inquietanti sia per i profitti dei soggetti coinvolti in ID2020, sia per le dirette conseguenze sulla libertà personale.

Il microchip consentirebbe infatti a chi gestisce l’archivio digitale di tracciare i movimenti di chiunque. Il grande fratello digitale, sotto la scusa della tutela della salute personale, potrebbe sapere in tempo reale dove si trova una persona e cosa sta facendo.

GAVI e la famiglia Rockefeller

GAVI invece è una sorta di partnership pubblica-privata alla quale appartengono entità pubbliche e private, come l’OMS, l’Unicef e la Banca Mondiale e lo stesso Bill Gates con la sua fondazione “Bill & Melinda Gates Foundation”.

Ma questa alleanza è stata già accusata di non essere mossa propriamente da scopi benefici.

GAVI infatti ha usato i fondi pubblici ricevuti dai governi di diversi Paesi, in particolare il Regno Unito, per aumentare i grandi business delle case farmaceutiche che producono vaccini, in particolare della britannica GlaxoSmithKline e dell’americana Pfizer.

Sotto le dichiarate intenzioni filantropiche, come si vede, si nascondono grandi interessi delle case farmaceutiche.

Anche la famiglia Rockefeller ha un grande interesse nell’identità digitale.

Nel sito ID2020, i Rockefeller vengono presentati come una famiglia da tempo “impegnata a promuovere il bene dell’umanità”.

Per chi avesse poca familiarità con questa famiglia americana, è utile ricordare uno degli episodi che può dare un esempio concreto della loro “umanità”.

Nel 1914, in una delle miniere di carbone di Ludlow, nello Stato del Colorado, di proprietà di John D. Rockefeller, scoppia uno sciopero per le paghe da fame somministrate agli operai.

I minatori si ribellano e Rockefeller decide di sedare la rivolta mandando un gruppo di uomini armati che non si farà scrupoli ad usare le armi contro di loro.

La rivolta fu soppressa nel sangue e costò la vita a 2 donne e 11 bambini.

L’episodio è passato alla storia come il massacro di Ludlow.

Come si vede, la ricchezza sconfinata dei Rockefeller che nel 1918 raggiunse la cifra di 1,5 miliardi di dollari, pari a 322 miliardi di euro dei nostri giorni, non venne certo dalla pratica della filantropia.

Immagine

John D. Rockefeller assieme a suo figlio, John Jr.

Ma perchè questa famiglia ha interesse nell’identità digitale?

La risposta potrebbe venire dall’autobiografia “Memorie” di uno dei membri della famiglia, David.

“Alcuni credono che siamo parte di una congrega segreta che lavora contro gli interessi degli Stati Uniti, caratterizzando me e la mia famiglia come internazionalisti e cospirando con altri nel mondo per costruire una struttura economica e politica più integrata, un mondo, per così dire. Se quella è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono fiero.”

Sostanzialmente, i Rockefeller sognano un mondo, per loro stessa ammissione, nel quale gli Stati nazionali vengono sostituiti da una sovrastruttura globalista.

I popoli in questa visione mondialista della politica non rivestono alcun ruolo, ma sono completamente rimessi ai voleri di questa élite transnazionale.

E’ un disegno autoritario che vuole l’avvento di un supergoverno mondiale che annienti le nazioni e i poteri dei Parlamenti nazionali.

ID2020 sarebbe quindi lo strumento perfetto per schedare tutti i cittadini del mondo e proibire ai dissidenti di far parte della società globalista che sta per nascere.

In Svezia, si ha già un esempio concreto di come funziona questo microchip sottocutaneo.

Le persone che se lo sono innestato, passano la propria mano sotto scanner e pos per comprare beni e servizi.

Il microchip sottocutaneo in Svezia è già realtà

La crisi da coronavirus potrebbe essere quindi il pretesto perfetto per le élite per mettere al bando il contante da sostituire con questo nuovo strumento.

Ai credenti cristiani probabilmente una tecnologia simile evoca il Marchio della Bestia profetizzato nell’Apocalisse di Giovanni.

Le similitudini sono semplicemente disarmanti.

E’ lo stesso Giovanni a descrivere a cosa servirà questo Marchio:

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.”

Nell’Apocalisse infatti si descrive una società dove senza questo marchio sottocutaneo non si potrà nè vendere nè comprare.

Coloro che vorranno far parte di questo regime totalitario dovranno quindi portare il marchio.

E’ sicuramente una riflessione di carattere escatologico che trascende i confini della politica, ma era giusto presentarla anche a chi non crede.

Ognuno potrà farsi una sua propria idea e decidere a cosa credere o no.

Se quel microchip è ad un passo dal diventare realtà, si potrà sapere che esso forse non è solo qualcosa che attiene alla sfera politica, ma probabilmente a qualcosa dal significato molto più spirituale.

ne parla anche Icke nella sua ultima intervista. Praticamente chi non avrà il marchio non potrà più vivere,di fatto,nella "società". Nessun accesso,nessun trasporto,nessun contatto,nessun acquisto. Meglio morire.


Neutralink, Starlink, ID digitale e vaccini di nuova generazione, che funzionano come una terapia genica, finiranno per cambiare l' essere umano. Così come lo conosciamo oggi non esisterà più.



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 Oggetto del messaggio: Re: Microchip Umano: paranoia o realtà?
MessaggioInviato: 02/02/2021, 17:38 
L'ipotesi: fare un backup della memoria di un essere umano

Musk mette chip in cervello scimmia per farla giocare ai videogames

Neuralink, la startup di Elon Musk che studia l'interfaccia neurale (cervello-computer), ha installato un chip nel cervello di una scimmia per farla giocare ai video giochi.

"E' una scimmia felice", ha detto il patron della Tesla parlando su Clubhouse, una app social privata per conversazioni informali, estemporanee, con 5 milioni di utenti, di cui 3 guadagnati solo negli ultimi 10 giorni (secondo Bloomberg).

"Abbiamo una scimmia con un impianto wireless nel cranio con piccoli cavi che può giocare ai videogiochi con la sua mente. Non può vedere dove si trova l'impianto. E' una scimmia felice. Abbiamo le strutture per scimmie migliori del mondo. Vogliamo che giochino a mind-pong", ha detto Musk ad alcuni migliaia di utenti Clubhouse.

L'obiettivo della startup di San Francisco Neuralink è quello di arrivare a curare danni al cervello o alla spina dorsale facendo recuperare capacità perse con l'impianto di un chip. "Esiste una versione primitiva di questo device con piccoli cavi che escono dalla testa ma è come avere un Fitbit nel cranio con fili che arrivano al cervello", ha spiegato Musk, assicurando di aver seguito tutte le regolamentazioni vigenti per la sperimentazione e che le scimmie stanno bene.

Musk ha dunque ipotizzato l'utilizzo di questa tecnologia anche per fare il backup della memoria di un essere umano morente, per poter trasferire i suoi ricordi su un nuovo corpo umano o su un corpo meccanico.


https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... refresh_ce


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