Cita:
Mariah ha scritto:
Scusa,biverfly:
non ho capito bene se dovrei ritenermi una squilibrata mentale, solo perchè ho inserito una notizia che sta facendo il giro del mondo.
Caspita con tutto quello che leggo in questo bellissimo forum, non credo di aver dato scandalo nel diffondere una notizia che non mi sembra poi così sconvolgente, visto e considerato che oramai di miscrochip se ne parla dal lontano 2000-2004. Comunque buonagiornata!
Quoto ed approvo.
Comunque volevo dire a biverfly, che di notizie in merito, se ne leggono parecchie:
Immagine: 15,48 KB... (omissis) ... Un esempio di dispositivo impiantabile è il tag RFID. I chip hanno le dimensioni di un granello di riso e possono essere inseriti sotto la pelle (ad esempio del braccio) per mezzo di una siringa. Un rivestimento biocompatibile fa aderire il tag al muscolo impedendone il movimento. I tag contengono un numero di identificazione unico. Se attivati da uno scanner, emettono un segnale radio al lettore, il quale lo trasmette a sua volta a un database. Possono essere usati per la raccolta di dati medici, come il gruppo sanguigno, eventuali allergie o ricoveri precedenti.
Il MIT (Massachussets Institute of Technology) ha condotto uno studio da cui è emerso che i livelli di potenza emessi dai tag RFID impiantabili sono così modesti da non arrecare danni per la salute: causano solo un impercettibile riscaldamento del tessuto sottocutaneo.
Nel 2004 la Food and Drug Administration ha approvato l’uso di tag RFID da impiantare negli esseri umani. La società americana Verichip ha già venduto 7000 chip per l’uso sugli esseri umani, di cui 1000 sono stati impiantati.
Negli Stati Uniti si sta pensando di dotare di tag RFID impiantabili ai praticanti di sport estremi che normalmente non indossano il portafogli quando si stanno allenando.
Le applicazioni dei tag RFID impiantabili nell’uomo spaziano anche al di fuori del campo propriamente medicale come ad esempio nella localizzazione di persone in libertà provvisoria. Una discoteca di Barcellona ha introdotto un sistema di identificazione RFID impiantabile per garantire la privacy ai VIP. Questi possono infatti entrare in discoteca e pagare le consumazioni senza dover mostrare alcun tipo di documento o carta di credito.
L'impianto sottocutaneo di microchip in esseri umani solleva problematiche etiche delicate sulla privacy, sulla dignità umana e su possibili pericoli di pratiche di discriminazione o di eugenia. Anche nei casi in cui il loro impiego è stato permesso (come negli Stati Uniti), sono stati comunque messi in evidenza i potenziali rischi per la sicurezza dei dati personali trattati. Anche il garante Italiano della privacy si è espresso in merito all’impianto sottocutaneo di microchip.
L’idea di impiantare tag RFID negli esseri umani venne a seguito dei fatti tragici dell’11 Settembre.
I tag sono molto simili a quelli usati per anni per l’identificazione degli animali da compagnia in sostituzione del tatuaggio, che spesso si scolorisce diventando illeggibile; il chip inoltre è meno doloroso per l’animale. Tale modalità di identificazione, stabilita anche a livello comunitario dal regolamento CE 998/03 sul controllo sanitario degli animali permette, ad esempio, di risalire in modo rapido ai proprietari di cani smarriti, tramite i dati di iscrizione all’anagrafe ASL contenuta nei tag. Al termine di un periodo transitorio di 8 anni, in Italia sarà accettata solo la marchiatura con tag RFID, anche se alcune regioni, tra cui la Lombardia, già oggi non ricorrono più all’uso del tatuaggio. Nel chip è memorizzato un codice numerico di 15 cifre: le prime 3 identificano il codice del Paese o del produttore del microchip, mentre le altre 12 rappresentano l’ID dell’animale.
... (omissis)...
In questo senso, l'uso di chip negli esseri umani, non sarebbe nemmeno tanto male.
MA SOLO IN UN MONDO PERFETTO!!!
Sappiamo tutti che il mondo PERFETTO NON E'!
E temiamo tutti la stessa cosa, cioè che questi oggetti potrebbero essere usati ed abusati per il controllo delle masse non solo per fini di sicurezza, sanità o altre lodevoli cause, ma anche per subdoli scopi commerciali, privatistici, economici e quant'altro.
Il fatto che la cosa non ci piaccia non vuol dire che prima o poi non si faccia.