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 Oggetto del messaggio: Rinnovabili 2020 come 5 centrali nucleari
MessaggioInviato: 11/09/2011, 23:09 
Energia:produzione rinnovabili 2020 come 5 centrali nucleari

In due anni produzione italiana e' stata pari a 12 mld kwh
"In Italia negli ultimi due anni, grazie alle energie rinnovabili sono stati prodotti 12 miliardi di kwh pari ad una centrale nucleare di 1.600 megawatt. Mantenendo questo trend nel 2020 la produzione sara' equivalente a quella di cinque centrali nucleari". Lo ha detto Leonardo Setti, docente del'Università di Bologna, nel convegno "Impatti, mitigazione e adattamento: una scommessa globale sul clima che verrà" per 'ClimaticaMente', l'evento in programma a Trento sino a domani.
Sul fronte dell'agricoltura Franco Miglietta, esperto della Fem (Fondazione Edmund Mach), ha proposto lo scenario 2050. "Saremo 9,5 miliardi sul pianeta - ha detto - il consumo procapite sarà aumentato del 5% e le emissioni di C02 si attesteranno a 500 parti x milione, ci sarà più ozono troposferico dannoso, meno acqua e più sprechi alimentari. Oggi tra il 10 e il 40% delle produzioni agricole è sprecato; più c'è cibo e più se ne butta. Nel 1945 gli inglesi sprecavano il 3% dei prodotti alimentari oggi il 23%. Quindi - ha concluso Miglietta - l'interrogativo è se fra 40 anni saremo in grado di produrre il 70% di alimenti in più?".
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/i ... 59627.html



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MessaggioInviato: 11/09/2011, 23:17 
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Fotovoltaico, cresce la potenza installata

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AMBIENTE – La quota dei 10.000 MW è stata raggiunta: è questa la potenza fotovoltaica installata oggi in Italia con il sostegno degli incentivi del conto energia. Secondo gli ultimi dati del contatore fotovoltaico del Gestore Servizi Energetici (http://www.gse.it/Pagine/default.aspx) nel nostro Paese sono attivi più di 270.000 impianti. La maggior parte sono entrati in esercizio tra il 2007 e il 2010 con il Secondo Conto energia. Ma anche il Quarto Conto energia, partito lo scorso giugno, sta andando bene: più di 25.000 nuovi impianti attivi per una potenza di oltre 1.600 MW. Non solo, dall’inizio del 2011 sono già entrati in esercizio 6.500 MW e nell’ultimo anno (agosto 2010- agosto 2011) la potenza installata derivante dal fotovoltaico è cresciuta da 2.000 MW a 10.000 MW. Secondo le ultime stime, il numero degli impianti potrebbe attestarsi per la fine del 2011 intorno ai 350.000, con una potenza installata di 12.000 MW.

A livello regionale, come mostrano le due treemap, la Puglia è la regina del sole con la maggiore potenza installata, seguita dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, mentre la Lombardia ha il maggior numero di impianti, seguita dal Veneto.

Come si traduce tutto questo in termini di produzione di energia elettrica? Qual è la quantità di energia effettivamente prodotta “sfruttando” il sole? Secondo i dati di Terna, relativi al 2010, gli impianti fotovoltaici hanno prodotto più di 1.900 Gwh di energia elettrica, pari a circa lo 0,6% del totale dell’energia prodotta. Una produzione che è raddoppiata rispetto al 2009.

L’aumento delle installazioni per l’anno in corso, che di fatto proietta l’Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011, dovrebbe contribuire a far crescere ancora più rapidamente la quota di energia prodotta dal sole.

Fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2011/09/09/fotovoltaico-cresce-la-potenza-installata/



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MessaggioInviato: 12/09/2011, 14:20 
Ma basta con questa bufala delle rinnovabili. La vera strada, anzi, l'unica, è la tecnologia nucleare francese, loro sì che sanno come si fa a campare senza dipendere dal petrolio arabo: http://www.repubblica.it/esteri/2011/09 ... ref=HREA-1

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MessaggioInviato: 12/09/2011, 18:13 
Infatti la Francia, con tutto il nucleare che ha a disposizione ci sputa sul petrolio arabo..si si...o forse se no? Bho...


Libia, un accordo con la Francia sullo sfruttamento del petrolio
http://www.ilcambiamento.it

Circola da qualche giorno la notizia che un accordo stipulato tra la Francia ed il CNT - il Consiglio Nazionale Transitorio, l’organo che dovrebbe “traghettare la Libia verso la democrazia” nell’era post-Gheddafi – accorderebbe al paese transalpino lo sfruttamento del 35% delle risorse petrolifere libiche.

di Francesco Bevilacqua - 7 Settembre 2011

Un accordo tra la Francia e il CNT accorderebbe al paese transalpino lo sfruttamento del 35% delle risorse petrolifere libiche
Nell’ambito della vicenda libica, già di per sé abbastanza preoccupante e per molti versi scandalosa, è recentemente scoppiato un nuovo caso. Da qualche giorno sulle testate di mezzo mondo circola la notizia, diffusa alle masse dal quotidiano francese Liberation, che un accordo stipulato fra la Francia e il CNT – il Consiglio Nazionale Transitorio, l’organo che dovrebbe “traghettare la Libia verso la democrazia” nell’era post-Gheddafi – accorderebbe al paese transalpino lo sfruttamento del 35% delle risorse petrolifere libiche. Tutta da verificare l’attendibilità della notizia, che a quanto pare è basata su alcuni documenti in mani algerine, paese che già nel recente passato si è dimostrato amico della famiglia di Gheddafi.
Il punto tuttavia non è questo. Al di là di questo singolo, fantomatico episodio, che se poi si dimostrerà davvero corrispondente alla realtà dei fatti non farà altro che aggravare la situazione, il messaggio che viene trasmesso al mondo è estremamente grave e sconsolante. Ci dice che di fatto la sovranità nazionale, politica e militare, viene messa in secondo piano rispetto agli interessi economici, a maggior ragione quelli inerenti un bene – il petrolio – sempre più scarso e proprio per questo sempre più prezioso.
Casi come quello del petrolio libico, ma anche quello del Delta del Niger, della legislazione-groviera italiana sulle trivellazioni, della deforestazione da parte dei cercatori di oro nero in Sud America, evidenziano ancora una volta la triste verità, ovvero che le lobby del petrolio hanno il potere di dirigere secondo i loro interessi non solo l’economia ma anche la politica di interi paesi.

Negli anni cinquanta fu Enrico Mattei a intuire il potenziale del paese magrebino
Quella dello sfruttamento del petrolio libico è una storia che parte da lontano. Negli anni cinquanta fu Enrico Mattei a intuire il potenziale del paese magrebino, instaurando però con il governo libico – e con diversi altri produttori di petrolio – rapporti egualitari ed economicamente soddisfacenti per entrambe le parti, inaugurando una lunga amicizia che nulla ha a che fare con lo sfruttamento illegale e selvaggio perpetrato dalle grandi compagnie facenti parte del cartello del petrolio. Proprio queste furono le principali oppositrici del dirigente dell’ENI, che pagò a ben caro prezzo la sfrontatezza delle sue azioni.
Un’altra differenza fondamentale divide questi due soggetti: se Mattei puntava a regalare all’Italia l’autonomia energetica, legittima e, anzi, doverosa condizione a cui ciascun paese dovrebbe poter accedere, esattamente opposto è il disegno delle compagnie e dei governi che le appoggiano, le quali vogliono creare un monopolio energetico che fra pochi anni si rivelerà un’arma decisiva.
Spossato dalla guerra – forse più dai bombardamenti NATO, verrebbe da dire –, il territorio libico deve ora risanare le sue strutture. Secondo il presidente della Compagnia petrolifera nazionale, ci vorranno circa quindici mesi prima che la produzione e le esportazioni di petrolio, che prima del conflitto raggiungevano l’80%, possano tornare ai livelli di prima.
Con molta nonchalance Giuseppe Recchi, presidente dell’ENI, ha minimizzato ed evitato di dare peso alla notizia dell’accordo fra CNT e francesi, che altererebbe non di poco gli equilibri economici, energetici e geopolitici fra questi tre paesi – Italia, Libia e Francia – da diversi decenni protagonisti di una piccola 'guerra fredda' privata che ha toccato tragici picchi – pensiamo alla strage di Ustica.

L'accordo fra CNT e francesi altererebbe gli equilibri economici, energetici e geopolitici fra Italia, Libia e Francia
Secondo Recchi, l’ENI dovrebbe puntare più che altro a consolidare la sua quota nel mercato del greggio libico, a oggi pari al 14%. La Total, la compagnia francese che verosimilmente beneficerebbe maggiormente dell’accordo CNT-Sarkozy, ha le mani per ora sul 2% del petrolio della Libia ed è ovvio che moltiplicare per diciotto questa percentuale sarebbe una svolta e allo stesso tempo uno sconvolgimento rilevante.
A questo proposito è bene considerare che è sbagliato vedere la 'lobby del petrolio' come un’entità monolitica che si muove in maniera unitaria; molto spesso le grandi sorelle – sette ai tempi di Mattei, che coniò questa definizione, qualcuno di meno oggi – si scontrano nella contesa dei diritti di sfruttamento dell’uno o dell’altro paese, generando conflitti che investono trasversalmente governi, gruppi paramilitari e fette di popolazione, creando ulteriore instabilità in territori spesso già gravati da consistenti problematiche.
Stiamo dunque a vedere come finirà questa intricata faccenda iniziata il 19 marzo, giorno in cui, secondo le informazioni diffuse da Liberation, Sarkozy avrebbe stretto l’accordo di sfruttamento con i libici. Certo è che sarebbe solo un ulteriore tassello.



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MessaggioInviato: 12/09/2011, 21:42 
Ma cosa vogliamo aspettarci se abbiamo una classe politica corrotta che potrebbe sfruttare le ingenti risorse petrolifere presenti sul territorio nazionale ed invece le offre in concessione a due baecchi alle compagnie straniere che nel frattempo distribuiscono tangenti a tutto l'arco costituzionale...
Come disse una volta d'alema a coloro i quali stavano per corromperlo riferendosi all'entità della tangente che di li a poco avrebbe incassato:"fateci sognare...."
E potete star sicuri che i politici italiani da andreotti a prodi a berlusconi a d'alema con i miliardi che hanno incassato di sogni ne han fatti tanti...ma proprio tanti [B)]



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MessaggioInviato: 13/09/2011, 11:11 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Ma basta con questa bufala delle rinnovabili. La vera strada, anzi, l'unica, è la tecnologia nucleare francese, loro sì che sanno come si fa a campare senza dipendere dal petrolio arabo: http://www.repubblica.it/esteri/2011/09 ... ref=HREA-1

Rinnovabili, puah! Roba da fricchettoni comunisti. Molto meglio la patriottica fusione mistica inscindibile tra nucleare civile e uso militare del nucleare... Questo sì che fa bene alla nazione!


Nucleare Francia. Ore 11:45 esplode un forno. 1 morto e 4 feriti

Immagine:
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104,65 KB

ULTIMORA - L'esplosione avvenuta oggi nel grande sito nucleare francese di Marcoule, nel Sud della Francia, non riguarda una centrale nucleare, ma un impianto per il trattamento del combustibile nucleare.

È quanto rilevano esperti dell'Associazione Italiana Nucleare, osservando che il sito di Marcoule comprende sia centrali sia impianti per il trattamento del combustibile. Considerando che l'esplosione è avvenuta in un forno e che impianti di questo tipo non si trovano nelle centrali, l'incidente, secondo gli esperti, è avvenuto in una struttura diversa da una centrale. I forni possono infatti essere utilizzati o negli impianti addetti alla preparazione del combustibile nucleare, oppure in quelli del il trattamento del combustibile utilizzato.


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PARIGI - Alle ore 11,45 un forno è esploso nel sito di Marcoule gestito dalla società EDF (Electricite de France), proprio vicino all'impianto nucleare Centraco Centraco de Codolet per il trattamento delle scorie radioattive, non distante da Avignone e Nimes e ad appena 250 chilometri dal confine italiano. Secondo quanto riporta il sito di Midi Libre, l'esplosione avrebbe provocato un morto, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato e di quattro altri feriti, di cui uno in condizioni molto gravi.


Quest'ultimo è stato trasferito in elicottero all'ospedale di Montpellier. Le altre persone ferite in modo più leggero sono state invece ricoverate all'ospedale di Bagnols-sur-Ceze. Un imponente schieramento di pompieri e polizia è presente sul posto.

La società EDF ha fatto sapere che l'esplosione di oggi non riguarda una centrale nucleare, ma solo un forno e impianti di questo tipo non si trovano nelle centrali. Possono invece essere utilizzati o negli impianti addetti alla preparazione del combustibile nucleare, oppure in quelli del trattamento del combustibile utilizzato.
Tuttavia i Verdi chiedono maggiore trasparenza. Cecile Duflot, segretario nazionale del partito ambientalista francese Europe Ecologie-Les Verts, ha chiesto al governo di Parigi la più grande trasparenza, in tempo reale, sulla situazione e le conseguenze ambientali e sanitarie dell'incidente.

Anche alcuni esponenti del parlamento italiano chiedono al Governo di attivarsi al fine di conoscere presso le autorità francesi l'entità del danno e i possibili rischi per l'Italia. Almeno questa la richiesta di Ermete Realacci del Pd. "Certo è - rileva Realacci - che ogni incidente non fa che ricordarci che sul nucleare per fortuna la saggezza degli italiani ha prevalso sull'arroganza del Governo. Fermando la sciagurata avventura nucleare che si voleva riaprire nel nostro paese, gli italiani non solo hanno fermato un piano che metteva in rischio la sicurezza del loro futuro, ma che avrebbe rappresentato un colossale sperpero di denaro pubblico, che in questo momento di grave crisi avrebbe ulteriormente pesato sulle tasche degli italiani. Un fallimento economico confermato anche le disastrose notizie di continui rinvii e sprechi di denaro che arrivano delle centrali di Oikiluoto e di Flamaville, progettate con la stessa tecnologia che era stata adottata dall'Italia», conclude Realacci.

Fonte: http://www.dazebaonews.it/mondo/item/55 ... e-4-feriti

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E' si, questa energia nucleare è proprio la via da seguire ..... sì sì.


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MessaggioInviato: 13/09/2011, 12:21 
lo humor lo capisci, oppure ...non lo capisci...
[8D]


..generazione 'emoticon'..che non capisce il senso di un discorso se non è accompagnato dalle giuste faccine...
[:(]


Ultima modifica di rmnd il 13/09/2011, 12:23, modificato 1 volta in totale.


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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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MessaggioInviato: 13/09/2011, 12:56 
[:0]
[8]
Non credo sia questo il caso rmnd.

[:p] [;)] [:D]



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MessaggioInviato: 13/09/2011, 15:04 
Cita:
rmnd ha scritto:

lo humor lo capisci, oppure ...non lo capisci...
[8D]


..generazione 'emoticon'..che non capisce il senso di un discorso se non è accompagnato dalle giuste faccine...
[:(]


Ma dai rmnd, ... era tanto per quotare [:246]


... grazie Bliss [:160]


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MessaggioInviato: 17/09/2011, 11:39 
Prego PianetaM [:X]




Fotovoltaico, record italiano: "Primi al mondo entro l'anno"
Dal Gse la conferma ufficiale dell'eccezionale boom. A fine 2011 la potenza installata sarà di 12 GW, con una produzione di elettricità superiore a quella di una centrale nucleare
di VALERIO GUALERZI


ROMA - Con circa 12 GW, l'Italia si avvia a diventare entro la fine di quest'anno il Paese con il più alto tasso di potenza fotovoltaica installata nel mondo. A certificare il pronostico di questo lusinghiero record, a dire il vero nell'aria ormai da qualche settimana, è stato oggi il Gestore Servizi Energetici, nel corso di un Forum sulle energie rinnovabili e sulle opportunità di investimento delle aziende italiane in America Latina.

Secondo le elaborazioni dell'Ufficio Studi del Gse, a fine 2011 l'Italia raggiungerà un livello di potenza di 12 GW con un numero di impianti che toccherà 300 mila unità. Un risultato straordinario raggiunto con uno sprint negli ultimi due-tre anni dopo un lungo sonno e malgrado le tante difficoltà e incertezze che le scelte del governo hanno imposto al settore.

Per rendersi conto della portata di questa rivoluzione basti pensare che il previsto nuovo reattore nucleare dell'impianto finlandese di Olkiluoto con una potenza di 1.600 MW una volta ultimato sarà grado di produrre circa 9,6 GWh di elettricità l'anno, mentre la capacità produttiva del solare italiano può arrivare a circa 13,2 GWh. Insomma, è come se l'Italia nel giro di pochi mesi si fosse dotata di una centrale atomica e mezza, mentre la data di consegna della nuova struttura scandinava, dopo gli innumerevoli problemi di sicurezza incontrati e I costi lievitati in maniera esponenziale, resta un'incognita.

Parlando in termini percentuali, la produzione
solare italiana coprirà quest'anno circa il 3% dei consumi elettrici, mentre quella ottenuta in Germania, Paese leader malgrado la svantaggiata posizione geografica, nel primo semestre di quest'anno è stata del 3,5%. Stando a stime del direttore scientifico del Kyoto Club Gianni Silvestrini, nel 2012 è preventivabile l'allaccio alla rete nazionale di un'ulteriore potenza di 4.000 MW, il che, restando al paragone precedente, porterebbe la produzione al livello di circa due centrali nucleari. Una quantità - sempre secondo i calcoli di Silvestrini - pari al 5,5% dei consumi elettrici nazionali e alla metà della produzione delle centrali a carbone attualmente in funzione.

Ottimismo per i prossimi anni un po' più contenuto viene espresso invece dal ricercatore presso il Politecnico di Milano Federico Frattini. "Il nostro Paese - spiega - continuerà a sperimentare tassi di crescita piuttosto consistenti, con una nuova potenza installata di circa 2-2,5 GW nel 2012 e 2013 e di circa 1,5 GW nel 2014, per una potenza cumulata intorno ai 17 GW a quella data".
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/ ... -21710556/



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Usa - Le rinnovabili battono l'atomo
Carola Frediani

Per la prima volta negli Usa si è prodotta più energia alternativa di quella nucleare. Una tendenza che fa ben sperare per il futuro
(19 settembre 2011)

Negli Stati Uniti le rinnovabili hanno superato l'atomo. O, per essere più precisi: per la prima volta, nei primi mesi del 2011, l'energia prodotta da fonti rinnovabili ha oltrepassato la controparte nucleare.

Lo dice un rapporto pubblicato dall'Eia (Energy Information Administration), l'agenzia americana che analizza i dati nazionali sull'energia.

In particolare lo scorso marzo le rinnovabili hanno raggiunto quasi 800 trilioni di Btu (British thermal unit, l'unità che misura l'energia); mentre il nucleare si è fermato a meno di 700 trilioni di Btu.

Naturalmente sono dati da prendere "cum grano salis": bisogna tenere conto infatti non solo delle fluttuazioni stagionali nella produzione di energia, ma anche del fatto che le rinnovabili includono, oltre al solare, l'eolico, la geotermia e l'idroelettrico, anche i biofuel e le biomasse, usati soprattutto nei trasporti.

E dunque, se si tiene conto solo della produzione elettrica, il nucleare è ancora avanti. Ma, a giudicare dal trend, non per molto.



http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2161532



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FOTOVOLTAICO ECOLIGHT: 1000 T DI PANNELLI IN ATTESA SMALTIMENTO
Roma - Ad oggi, sono oltre 54 milioni i pannelli solari in esercizio in Italia e, nonostante ciò, l’unico impianto di riciclaggio si trova in Germania.
- Sono almeno mille le tonnellate di pannelli solari in attesa di essere smaltiti. Ovvero, circa 50mila moduli fotovoltaici che, smontati dai tetti o addirittura mai montati perché guasti o rotti, sono stati messi in fondo ai magazzini. È quanto emerge all’indomani di Ecomondo dove Ecolight, consorzio che si occupa della gestione di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), pile e accumulatori, ha presentato il sistema integrato per la raccolta e il recupero dei pannelli solari. ‘Dai contatti che abbiamo avuto sono emersi numeri elevati. E probabilmente sono numeri in difetto rispetto alla realtà’, ricorda il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. ‘Ci troviamo davanti ad una montagna di rifiuti per i quali non esiste ancora una normativa precisa’. Il decreto del 5 maggio 2011, riferito al quarto conto energia, ha sancito l’obbligo per i soggetti responsabili di dotarsi di un canale corretto di smaltimento per tutti gli impianti che entreranno in funzione dal prossimo 30 giugno, pena la non concessione dei contributi di incentivo. ‘I soggetti responsabili, ovvero i produttori e gli importatori, sono chiamati ad aderire ad un consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici al termine della loro vita’, spiega Dezio. ‘Viene introdotto il principio secondo il quale chi inquina paga. Per ottemperare questo principio, il finanziamento e l’organizzazione della raccolta e del trattamento sono posti in capo ai produttori’. Ad oggi, sono oltre 54 milioni i pannelli solari in esercizio in Italia e, nonostante ciò, l’unico impianto di riciclaggio si trova in Germania.

‘Il fotovoltaico ha registrato una grande diffusione fin dalle prime installazioni avvenute negli anni Novanta. Inoltre, grazie ai quattro conti energia, che hanno previsto specifici incentivi per chi decide di produrre energia pulita, la diffusione del solare continua la sua crescita esponenziale’, osserva il direttore generale di Ecolight. ‘Anche se la durata di un pannello fotovoltaico viene stimata intorno ai 20-25 anni, esistono già oggi molti moduli che rotti o non più funzionanti devono essere smaltiti in modo corretto’. Ecolight ha studiato un apposito servizio tutto made in Italy per rispondere alle esigenze di recupero e smaltimento. ‘In collaborazione con aziende nostre partner che operano già nel settore della raccolta e del trattamento di rifiuti elettronici, abbiamo definito un sistema integrato di gestione di questi rifiuti garantendo il ritiro dei pannelli rotti o non più funzionanti su tutto il territorio nazionale e il loro corretto trattamento con il recupero delle materie prime seconde e lo smaltimento delle sostanze non riutilizzabili’, spiega Dezio. Una volta giunto a fine vita, un normale pannello solare può ancora dare molto all’ambiente. Conclude Dezio: ‘La maggior parte dei moduli fotovoltaici è quasi interamente recuperabile. Se opportunamente trattati, infatti, è possibile ottenere silicio, vetro, alluminio e plastica: tutte materie prime seconde, che possono essere reimmesse nei cicli produttivi facendo risparmiare energia e contribuendo a salvaguardare l’ambiente. Alcuni pannelli, inoltre, contengono tellururo di cadmio (CdTe), una sostanza particolarmente inquinante che deve essere smaltita in modo corretto’. (ilVelino/AGV)

http://www.ilvelino.it/agv/news/articol ... maltimento

come e'possibile ke quello che si risparmia in tutti i sensi da un lato,deve essere sperperato dall'altro......[;)]


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MessaggioInviato: 01/12/2011, 18:29 
E' un problema che è naturale che si ponga con l'incremento di questa tecnologia. Non è che poteva pretendere che i pannelli in disuso scomparissero con un tocco di bacchetta no? Fortunatamente i pannelli sono composti di materiali quasi interamente riciclabili e ciò che rimane andrà smaltito secondo le procedure del caso.



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MessaggioInviato: 01/12/2011, 19:57 
hai pienamente ragione bliss ,saranno smaltiti secondo procedure specifiche,ma in italia qualke ditta predisposta a fare il lavoro non esiste,quindi il problema si pone [;)]........


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