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Blue-circled ha scritto:
Bella invenzione. Mi piacciono questi progetti.
Peccato che serva comunque energia per poter raffreddare l'aria a -160 C...
Secondo me, data l'attuale tecnologia, la miglior fonte di energia "a impatto zero" è quella elettrica, possibilmente di origine solare.
A mio parere si tratta di due argomenti totalmente differenti.
Una cosa e' parlare di sistemi per la produzione di energia e un'altra e' parlare di sistemi per l'accumulo dell'energia.
Mescolare le due questioni puo' ingenerare confusione.
Chiarito questo aspetto, possiamo tornare ad esaminare questo sistema, che a mio parere presenta dei decisi punti di interesse.
In pratica il sistema immagazzina l'energia utilizzando l'aria liquida a circa -195° (e non -160 come indicato prima) alla pressione di 1 bar (in pratica quella ambiente al livello del mare). Non si tratta ovviamente di una novita', ma i recenti risultati sugli impianti criogenici hanno consentito di portare l'efficienza di questo processo a circa il 50% nel caso si utilizzi la temperatura ambiente per invertire il processo.
Purtroppo la temperatura alla quale si ottiene la restituzione dell'energia ha un ruolo ancora importante e puo' comportare grosse variazioni (+/- 20%). Ad esempio, negli impianti industriali che utilizzano questa tecnologia, solitamente si sfruttano gli eccessi di calore (tipici in ambito industriale) riuscendo a raggiungere soglie di efficienza prossime al 70%.
E' evidente quindi che per utilizzare questa forma di accumulo per i normali veicoli civili sara' necessario ingegnerizzare ulteriormente il processo per renderlo utilizzabile anche nei climi pu' freddi con la necessaria efficienza.
Si tratta quindi di una tecnologia utilizzabile da subito ed economicamente sostenibile?
Per rispondere a questa domanda direi che bisogna riferirsi alle cifre in gioco, cercando di distogliere l'attenzione dalla questione efficienza.
Ad oggi, il sistema di accumulo piu' diffuso e sviluppato e' senza dubbio costituito dalle batterie elettriche. I recenti risultati in termini di efficienza sono molto incoraggianti (80-90%) ma la necessita' di ricorrere a materiali costosi e scarsamente disponibili rendono questa tecnologia poco conveniente. Ad oggi, i costi di produzione si attestano a circa 4'000$ per kilowatt di potenza accumulata. E' difficile prevedere ulteriori miglioramenti di efficienza (che tra l'altro sarebbero poco significativi) e l'attuale "guerra" sull'approvvigionamento delle materie prime rende questa tecnologia estremamente critica per il prossimo futuro.
Per contro, la tecnologia criogenica, seppur caratterizzata da una minore efficienza, ha invece dei costi di produzione estremamente piu' contenuti e utilizza materiali comunemente reperibili. I costi attuali si assestano intorno ai 1'000$ per kilowatt di potenza accumulata, quindi circa un quarto del costo dei sistemi basati sulle batterie.
Ecco dunque che alla domanda precedente possiamo rispondere con un secco SI.
Se poi consideriamo anche altri elementi, secondari ai costi di produzione, otteniamo che questa tecnologia e' ampiamente superiore:
- lunga vita dei dispositivi di stoccaggio (si usano i vasi Dewar, in pratica sono dei serbatoi)
- assenza di dispositivi di controllo di carica/scarica (nelle batterie sono indispensabili per controllare la temperatura di esercizio delle batterie di potenza)
- facilita' di auto produzione dell'aria liquida (basta un opportuno compressore
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
o ancora meglio un sistema che utilizzi il ciclo di Stirling inverso)
- ottimo rapporto di densita' energetica (cioe' in Watt per kg)
Che dire infine. Le premesse ci sono tutte, ora si tratta di vedere come ingegnerizzeranno il prodotto e la catena di produzione.