Evidenza Scientifica in Materia degli Astri (Emilio Del Giudice, Getullio Talpo)Evidenza scientifica in materia di influenza degli astri sulle vicende degli esseri viventiEMILIO DEL GIUDICE
GETULLIO TALPO
http://www.psicologia-integrale.it/archives/1874Una volta Albert Einstein ebbe a dire: “Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei” (da L.S. Feuer - Einstein e la sua generazione - Il Mulino, Bologna, 1991, pag. 141).
Nei suoi periodi rivoluzionari la scienza ha svolto il ruolo di demolitrice di credenze condivise dai dotti mostrando come la verità richiedesse la demolizione dal pregiudizio, che a sua volta non é altro che l’ossificazione di precedenti verità scientifiche, verità parziali come ogni verità scientifica. Nel Seicento e nel Settecento la scienza moderna è stata capace di decifrare i moti dei pianeti, superando i limiti e le incomprensioni del modello tolemaico. I moderni viaggi spaziali sono stati resi possibili appunto da quei progressi.
Però la stessa scienza moderna è stata oggetto di deformazione superstiziosa quando si è tentato di usarla come ideologia. Nel Settecento Voltaire ritenne che i fossili ritrovati in alta montagna (perfino sul Cervino) fossero il frutto di una frode, poiché nei secoli precedenti essi erano stati citati come la prova sperimentale dell’accadimento del diluvio universale che…..ovviamente non poteva essere accaduto! Quindi i fossili sulle cime delle montagne non potevano che essere un falso! Oggi conosciamo la verità attorno ai fossili sulle montagne, una verità molto più bella sia dell’ideologia religiosa che dell’ideologia volterriana. I fossili si trovano oggi sulle cime delle montagne perché queste ultime sono nate nel corso delle ere geologiche dal sollevamento del fondo degli oceani, che ha portato con sé i resti degli animali marini. La verità scientifica è molto più ricca e bella delle elucubrazioni superstiziose degli ideologi, anche quando questi ultimi esercitano la professione di scienziati.
Veniamo ora all’astrologia. Alcuni fondatori della scienza moderna, tra i quali Keplero e Galileo, erano anche astrologi. Oggi però tra gli scienziati di professione, soprattutto i quadri intermedi, i sottufficiali dell’esercito della scienza, esiste la credenza granitica, di quella graniticità che solo la superstizione di tipo religioso riesce a produrre, che gli astri e i loro accadimenti non abbiano alcuna possibilità di influire sulle vicende degli esseri viventi sulla Terra. Vi sono astronomi che, essendo convinti a buon diritto di conoscere molte cose sul moto e sulla struttura degli astri, si ritengono autorizzati ad escludere l’esistenza di tali influenze e a bollare l’opinione opposta di “oscurantismo”. E’ giusta questa opinione sull’astrologia della maggioranza del mondo scientifico oppure, seguendo l’affermazione di Einstein citata all’inizio, dobbiamo aspettarci di udire da un momento all’altro una robusta sghignazzata dagli dei?
Vediamo. Negli ultimi decenni è stato messo in evidenza (citiamo in particolare le ricerche dell’americano Abe Liboff) un significativo effetto biologico prodotto da campi magnetici di tenue intensità e bassissima frequenza. Questo effetto è la conseguenza di un fenomeno fisico scoperto sperimentalmente dallo scienziato russo Zhadin nel 1994 e spiegato nell’ambito dell’Elettrodinamica Quantistica dagli scriventi insieme allo scomparso Giuliano Preparata. Il fenomeno è il seguente: una corrente di ioni, cioè atomi o gruppi atomici dotati di carica elettrica, presenta un notevole picco di intensità qualora venga assoggettata in condizioni particolari ad una combinazione di due campi magnetici, paralleli fra loro e perpendicolari alla direzione della corrente. Uno dei due campi magnetici è costante nel tempo, l’altro è alternato, cioè compie un numero di oscillazioni per secondo, che è la sua frequenza. Quando la frequenza del campo alternato diventa uguale ad una frequenza caratteristica di ogni data specie ionica, la cosiddetta frequenza di ciclotrone, allora si manifesta l’effetto succitato, cioè la corrente aumenta notevolmente per un breve intervallo di tempo. Il valore numerico della frequenza di ciclotrone è proporzionale all’intensità del campo magnetico costante. Inoltre, perché l’effetto si verifichi, l’intensità del campo alternato deve essere più piccola di un certo valore molto basso; perciò solo campi magnetici molto flebili possono avere questo tipo di dialogo con la materia.
Il fenomeno sopra descritto può essere alla base del meccanismo attraverso il quale gli elettroliti, cioè quelle molecole che in soluzione si scindono in ioni, attraversano le membrane cellulari. Gli ioni sono normalmente impediti dall’attraversare le membrane dalla presenza dei potenziali elettrici di membrana, che sbarrano il passo alle particelle elettricamente cariche. Molte molecole biologiche sono polielettroliti, cioè in soluzione si scindono in ioni.
Il meccanismo suesposto consente agli ioni di attraversare le membrane cellulari quando un tenue campo magnetico alternato avente la frequenza giusta venga applicato sulla membrana. Il ruolo del campo costante nel tempo è svolto in questo caso dal campo magnetico terrestre con l’aggiunta di eventuali campi locali. Ogni specie ionica è caratterizzata dalla sua propria frequenza di ciclotrone, per cui un dato campo alternato di frequenza data può mettere in moto in una zona data della membrana soltanto una data specie ionica; la zona data della membrana diventa il “canale ionico” attraverso il quale la data specie ionica entra nella cellula. Quali sono i campi magnetici alternati deboli che possono agire sulla materia vivente? Vi sono sorgenti esogene ed endogene. Sorgenti endogene sono il sistema nervoso ed il sistema connettivo; tra le sorgenti esogene esistono campi magnetici di frequenze variabili aventi una origine celeste. Infatti sia dal sole che dal cosmo arrivano sulla terra flussi di particelle cariche; l’interazione di queste particelle con il campo magnetico terrestre produce campi magnetici molto deboli, la cui intensità e frequenza variano con il tempo e con il sito della superficie terrestre. Nel caso delle particelle provenienti dal sole, esse formano quello che gli astronomi chiamano il “vento solare”. L’intensità dei campi magnetici prodotti giace proprio nell’intervallo dei valori per cui si verifica il fenomeno di Zhadin sopra descritto. Il “vento solare” dipende anche dall’intensità del flusso delle particelle cariche a sua volta dipendente dalla dinamica avente luogo sulla superficie del Sole ed in particolare dalle macchie solari. Un altro fattore di influenza è la posizione della Luna che, interponendosi tra il Sole e la Terra, modula la quantità di particelle cariche che arriva sulla Terra e quindi l’intensità del “vento solare”. Anche gli altri astri danno luogo a corrispondenti “venti astrali” di particelle con conseguente produzione di campi magnetici deboli sulla terra.
Il pattern di frequenze del campo magnetico esistente in ogni istante in ogni punto della Terra determina il tipo di specie ioniche il cui flusso attraverso le membrane viene incentivato e, per conseguenza, le reazioni biochimiche che vengono privilegiate. Il chimico fiorentino Giorgio Piccardi ha a lungo studiato la dipendenza delle reazioni chimiche dai ritmi solari e, più in generale, cosmici. E’ utile perciò indagare se questo fenomeno possa essere all’origine di un gran numero di fenomeni biologici che sembrano essere influenzati dalla posizione rispetto agli astri del sito terrestre in cui il fenomeno biologico accade ad un tempo dato. Ne elenchiamo alcuni:
a. i ritmi circadiani
b. la diversa velocità di fermentazione dell’alcool (per esempio nel vino) al variare delle fasi lunari
c. la dipendenza del processo di germinazione delle sementi dalla posizione degli astri
d. la dipendenza delle caratteristiche fisiche e psichiche di un organismo dal momento della sua nascita
Il punto d) è di particolare interesse per gli appassionati di astrologia. Durante la permanenza del feto all’interno del corpo materno è presumibile che il ritmo delle proliferazioni cellulari e della loro diversificazione specializzata sia prodotta da fattori endogeni alla madre (inclusi i campi magnetici interni al corpo materno?). Ma non appena il bimbo nasce, egli perde questo supporto mentre si trova invece esposto ai campi magnetici esogeni presenti nel luogo di nascita al momento della nascita.
Nella fase immediatamente natale piccole sollecitazioni sull’organismo sono in grado di produrre nel tempo grandi influenze; finito l’imprinting genetico e quello fetale, inizia l’imprinting ambientale. Il sistema nervoso è la sede del patrimonio informativo del suo corpo; il cervello del neonato è il processore che ordina l’intera mole degli scambi della memoria del computer biologico. L’organismo futuro si sviluppa attorno alle prime sollecitazioni sul nucleo natale e se, come discusso in questo articolo, il tipo e la quantità delle sostanze scambiate attraverso le membrane umane possono essere influenzati dai campi magnetici deboli esistenti al momento della nascita, come non sospettare che la particolare combinazione astrale esistente in quel momento cruciale, che dà luogo alla particolare combinazione di campi magnetici agente in quel momento, non possa avere influenze significative per lo sviluppo futuro del neonato? Siccome in questa concezione di magnetobiologia è rilevabile una unità psico-fisica-emotiva dell’organismo umano, già prevista da molte concezioni mediche ed in particolare dall’approccio freudiano-reichiano all’essere umano, non ci si stupisce che l’imprinting magnetico alla nascita influenzi sia la psiche che il soma.
L’osservazione empirica delle correlazioni tra un particolare tempo di nascita in cui vige una irripetibile combinazione astrale e la struttura psicofisica dell’adulto è il prodotto di una attività millenaria; sta alla scienza cercare di scoprirne senza preconcetti le possibili cause nell’ambito delle razionalità scientifica, senza chiedere all’osservazione di cessare di operare, imitando il Voltaire che negava l’esistenza di fossili marini sulle montagne.
La verità della natura non si lascia modificare, come diceva Galileo, dai decreti dei re, papi e imperatori e neppure, ai giorni nostri, dai pregiudizi degli uomini e delle donne di scienza. L’infinita sottigliezza delle natura potrebbe perciò generare l’ilarità degli dei al cospetto di una verità scientifica emergente da una fenomenologia finora custodita dagli “stregoni” e disprezzata dagli “scienziati” che trasformano in superstizione quella verità parziale che la scienza aveva finora consentito di acquisire e in cui essi sono stati educati.