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TECNOLOGIA – Steve Jobs: “Niente IPad per i Miei Figli”

19 set 2014

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di A. Salazar

Traduzione di Anticorpi.info

Un recente articolo uscito sul New York Times (Steve Jobs Was a Low-Tech Parent) riporta come gli appartenenti alle elite al comando del settore tecnologico seguano regole di vita molto diverse da quelle che consigliano alla gente comune.

L’articolo rivela che il celebre CEO della Apple proibisse ai propri figli di giocare con uno dei dispositivi più popolari al mondo: l’IPad.

“I tuoi figli usano l’IPad?” ho chiesto a mister Jobs. “A loro non permetto di usarlo” ha risposto. “Faccio in modo che usino poco questi dispositivi.”
A quel punto ho reagito con un sussulto e un silenzio attonito. “Ho sempre pensato che la tua casa fosse una sorta di paradiso per nerd: intere pareti trasformate in giganteschi display touch; il tavolo da pranzo disseminato di iPad e iPod a disposizione degli ospiti come cioccolatini su un cuscino.”
“Niente affatto”, mi ha confidato Jobs. “Sei molto lontano dalla realtà delle cose.”
Dopo quel giorno ho incontrato altri pezzi grossi dell’industria tecnologica, i quali mi hanno risposto tutti in modo simile: si dichiarano estremamente rigorosi nel limitare l’uso di gadget tecnologici per i rispettivi figli, spesso negandoglieli durante la settimana scolastica e fissando rigidi limiti orari anche nei fine settimana.

Purtroppo il Times non ha reclamato da Jobs una spiegazione più approfondita in merito al suo regime di rigorosa proibizione parentale del ‘dispositivo usato oggigiorno da milioni di bambini in tutto il mondo’, tuttavia è assodato che in generale le élite si rapportino alla tecnologia in modo simile al celebre guru, dettaglio che non fa che suggerire l’esistenza di un doppio standard di educazione dei figli; quello della classe dirigente e quello delle classi inferiori.

Il doppio standard è evidente se si considera i comportamenti di gente miliardaria come l’ex CEO di Microsoft Bill Gates, che con la sua fondazione spende milioni di dollari per supportare la scuola pubblica e gli standard di formazione di base comuni, ma poi manda i figli a studiare presso istituti privati dove gli standard di formazione di base comuni non sono adottati.

Un altro articolo del New York Times dal 2011 (A Silicon Valley School That Doesn’t Compute) ha rivelato che le scuole private riservate ai figli delle elite proibiscono l’uso dei computer, ponendosi in netto contrasto con l’alluvione di pc che negli ultimi 20 anni ha inondato le scuole pubbliche.

“Il capo ufficio tecnologico di eBay ha iscritto i figli presso una scuola formata da sole nove aule. Stessa cosa dicasi per il personale di giganti della Silicon Valley quali Google, Apple, Yahoo e Hewlett-Packard. Ed i principali strumenti didattici di questo istituto sono tutto fuorché tecnologici: carta e penna, ferri da maglia e a volte creta. In questa scuola non si trova un pc nemmeno a cercarlo. Nessun monitor. Non sono ammessi in aula e l’istituto ne scoraggia l’uso perfino sul fronte domestico.

Le scuole pubbliche si sono affrettate ad attrezzare le aule con i computer, e molti politici continuano a ripetere che non allinearsi al ‘progresso’ sarebbe una cosa stupida. Eppure proprio nel cuore del polo tecnologico mondiale, genitori ed educatori agiscono in modo diametralmente opposto: computer e scuola non vengono mai mischiati.

[...]

Mentre le scuole pubbliche si vantano delle loro aule cablate, la Waldorf School ha un essenziale look retrò: lavagne con gessi colorati, scaffali pieni di enciclopedie cartacee, scrivanie in legno con cartelle di lavoro e matite.

Le classi di quinta elementare lavorano anche sulla maglieria; usano aghi in legno per comporre campioni di tessuto. I responsabili scolastici affermano che si tratti di una attività utile allo sviluppo di problem-solving, abilità matematiche e coordinamento. Scopo finale: confezionare calzini.

Come afferma l’ex policy advisor del Dipartimento dell’Istruzione statunitense Charlotte Thompson Iserbyt nel suo libro: La Deliberata Involuzione dell’America, l’introduzione dei computer nelle scuole fa parte di un programma ad ampio spettro in azione ormai da decenni, il cui fine ultimo è la creazione di un sistema educativo che formi una nazione di lavoratori robotici e senza cervello.

“La richiesta di un’America socialista, naturalmente, richiede che le scuole abbandonino i classici metodi di insegnamento sostituendoli con una specifica’formazione di forza lavoro’ o technademics che soddisfi le esigenze dell’economia pianificata”, scrive Iserbyt nell’ultima edizione del suo lavoro.

La Iserbyt evidenzia anche un articolo del 1972 scritto dalla ricercatrice pedagogica Mary Thompson, che sottolinea come l’uso della tecnologia in classe, tra le altre cose, sia parte di un sistema finalizzato ad istituire l’insegnamento a distanza, ‘innovazione’ che condurrebbe all’arretramento del ruolo degli insegnanti ‘a meri tutor e sorveglianti.’

Dall’articolo di Mary Thompson:

“Sveglia, docenti; il vostro lavoro sta per essere esternalizzato come è accaduto con l’industria, l’ingegneria e altre professioni. I vostri sindacati non saranno capaci di opporsi alla trasformazione più di quanto abbiano fatto altri sindacati di settore in favore dei disoccupati che la tecnologia ha creato nelle fabbriche. Gli studenti saranno gradualmente riprogrammati per diventare api operaie funzionali alle economie globali.”

Inoltre le élite limitano l’esposizione ai monitor dei loro figli anche per prevenire problemi di salute. L’anno scorso, un https://web.archive.org/web/20120401012943/http://ca.news.yahoo.com/concerns-grow-over-children-using-tablet-computers-203057554.html rapporto AFP ha affermato che “i tablet possono causare difficoltà di sviluppo e altri problemi tra cui autismo e disturbo da deficit di attenzione.”

Altri rapporti documentano come monitor, smartphone e tablet stiano conducendo ad un incremento dei disturbi della vista e dell’insonnia tra i “bambini dipendenti dall’uso di simili dispositivi.” Inoltre le onde wireless utilizzate da numerosi gadget tecnologici sono state associate a rischi per la salute, ad esempio: il cancro (v. correlati).

Il fatto che le elite al potere limitino consapevolmente i loro figli nell’uso di tali dispositivi, e li iscrivano a scuole che ne sono prive, mentre contemporaneamente ne promuovono l’uso da parte della popolazione comune è la prova dell’esistenza di una strategia con cui si intende creare una futura forza lavoro composta da cittadini istupiditi.

Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito Infowars
Link diretto:
http://www.infowars.com/steve-jobs-to-his-kids-dont-use-ipads/

Traduzione a cura di Anticorpi,info

Fonte

[align=right]Source: TECNOLOGIA – Steve Jobs: “...emporanea Residente Forestiera [/align]




Ricordo di aver visto un programma americano, dove era ospite la moglie del presidente degli Stati Uniti (2014), mi colpì molto la risposta che diede a una bambina. La bambina le domandò: “Le tue figlie guardano la televisione?”

Ella rispose: “Abbiamo regole molte rigide al riguardo. Evito alle mie figlie tutto ciò che ha uno schermo. (Tv, pc, ecc.) Hanno il permesso di stare davanti alla televisione, al computer poche ore alla settimana”. (Notate, alla settimana, non al giorno) “Ma incentivo loro attività all’aperto: faccio loro praticare dello sport, andare in giro per musei… ci piace ascoltare musica e ballare. Ballare è una buona attività fisica.“

In pratica l’esatto contrario di ciò che si promuove alla popolazione americana. Mi ha colpito. E subito ho pensato proprio a quello che oggi sto leggendo in questo articolo citato sopra: le élite al potere limitino consapevolmente i loro figli nell’uso di tali dispositivi.

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Si promuove tecnologie a go-go: domandati il perché!

Perché?

Più di un motivo lo possiamo trovare in questo articolo di Gianni Lannes: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/01/spegnete-la-televisione-stanno.html



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MessaggioInviato: 22/09/2014, 09:25 
ma non è che ne promuovono l'utilizzo, è l'essere umano medio che da solo ed in automatico ha deciso che questo è uno standard da seguire.

ieri stavo rimettendo a posto in terrazza e sentivo la tv di una famiglia accanto (noi non abbiamo antenna a casa e la tv la uso solo saltuariamente per dvd e pleistescion con gli amici) e mi è venuto da pensare che la televisione accesa in casa mia mi avrebbe fatto sentire di più in "famiglia"... poi mi sono reso conto di quello che avevo pensato e l'ho trovato delirante!

pensare che la tv sia l'equivalente del focolaio in casa è abbastanza triste, ma questo ruolo oggi gli viene assegnato dalle famiglie stesse senza troppi interventi esterni.



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MessaggioInviato: 22/09/2014, 15:57 
Cita:
Massimo Falciani ha scritto:

ma non è che ne promuovono l'utilizzo, è l'essere umano medio che da solo ed in automatico ha deciso che questo è uno standard da seguire.

ieri stavo rimettendo a posto in terrazza e sentivo la tv di una famiglia accanto (noi non abbiamo antenna a casa e la tv la uso solo saltuariamente per dvd e pleistescion con gli amici) e mi è venuto da pensare che la televisione accesa in casa mia mi avrebbe fatto sentire di più in "famiglia"... poi mi sono reso conto di quello che avevo pensato e l'ho trovato delirante!

pensare che la tv sia l'equivalente del focolaio in casa è abbastanza triste, ma questo ruolo oggi gli viene assegnato dalle famiglie stesse senza troppi interventi esterni.


L'aneddoto che hai raccontato è la prova (almeno secondo la mia impressione) che l'essere umano medio non sceglie affatto, come hai giustamente detto tu, decide in automatico e non per scelta ponderata.. [8]
Cosa ci ha portato a decidere in automatico senza accendere il cervello??
Certamente non è stata la natura a farci sentire in famiglia con la tv accesa, no? [:)]



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MessaggioInviato: 23/09/2014, 12:03 
10 milioni di iphone 6 venduti in tre giorni...probabilmente noi umani, anzi voi umani, siete anche abbastanza imbecilli.


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MessaggioInviato: 28/09/2014, 01:34 
Beh, non vedo così strano il concetto di non "viziare" il figlio da parte di questi grandi imprenditori, visto che già tali figli vivono abbastanza nel lusso.
Cioè, il problema di fatto è che oggigiorno queste tecnologie come tablet, smartphone, social network etc etc stanno creando una massa di ragazzini rincoglioniti e strafottenti, se non anche completamente inaffidabili e ignoranti, al di là di qualche macchia di leopardo composta ancora di sani di mente.
Il fatto è che i figli di tali Magnati un giorno dovranno forse (forse) prendere le redini delle società dei padri, e dio ci salvi se questi crescono con le qualità sopra descritte.
Del resto, nessuno ci obbliga a comprare un iphone o un tablet, o di comprarlo al figlio per viziarlo. In fondo è il concetto che i genitori vorrebbero dare ai figli quello che loro non hanno mai avuto da giovani perchè i loro genitori non potevano permettersi il lusso di certe cose.
Io da piccolo ho ricevuto sicuramente poco dai miei genitori, ma mai mi azzarderei a dare di più di quanto ho ricevuto ai miei figli (qualora li avessi) perchè so che farei un torto alla loro intelligenza e alla loro futura maturità. E spronarli invece a conquistare quello che desiderano col sudore della loro fronte, così da poter conoscere il valore di un oggetto misurato in fatica per ottenerlo.
Pensare che solo una decina di mesi fa ho visto un ragazzino di 11 anni circa entrare in un negozio con l'amichetto per comprarsi una cover di un iphone 5s e una madre comprare un iphone 5 alla figlia di 12 anni cacciando 700 euro in contanti..e pensare che quella cifra è poco più della metà del mio stipendio..brr..
I figli non c'entrano, la colpa fondamentalmente è solo dei genitori.



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MessaggioInviato: 28/09/2014, 09:56 
Cita:
acgunner ha scritto:

10 milioni di iphone 6 venduti in tre giorni...probabilmente noi umani, anzi voi umani, siete anche abbastanza imbecilli.




io non sono una di quei imbecilli. adesso non ridete ma io non so neanche quale sia la differenza tra un iphone o un tablet o se siano la stessa cosa. la tv ne vedo davvero poco, e qui sul pc sn davvero pochi i siti che frequento ,anzi diciamo che vengo solo qui. usavo il pc per le foto..ma ultimamente nemmeno per quello


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MessaggioInviato: 28/09/2014, 10:08 
Cioè, il problema di fatto è che oggigiorno queste tecnologie come tablet, smartphone, social network etc etc stanno creando una massa di ragazzini rincoglioniti e strafottenti, se non anche completamente inaffidabili e ignoranti, al di là di qualche macchia di leopardo composta ancora di sani di mente.

parole sante. l'altro giorno al tg, io non lo vedo ma mamma si e percio' sento,hanno detto che in italia c'e' una scuola che hanno tolto lavagne, libri, quaderni, ecc e si fa tutto tramite tablet.ogni alunno ha il suo tablet dove scrive digitanto tasti touch leggendo tutto li' ecc.le maestre tutte orgogliose!

non c'e' paragone tra il leggere un libro e una macchina...il libro coinvolge di piu'!mi sono ritrovata con ragazzi di universita' che scrivevano in stampatello e quando gli dicevi di usare il corsivo non sapevano cosa fosse.ma quello che mi ha schifato di piu' e' un ragazzo sempre DELL'UNIVERSITA', che non sapeva fare 9+1 a mente.io a dire che faceva 10 e lui a insistere che faceva 11 , alla fine mi ha detto "aspetta che accendo il portatile" ha fatto 9+1 con la calcolatrice windows e mi ha detto "hai ragione fa 10" .mi sono schifata, io che a scuola i calcoli li facevo a mente , mai usato la calcolatrice.sti giovani sono il futuro dell'italia ...lo credo bene che va sempre peggio


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MessaggioInviato: 28/09/2014, 14:07 
Cita:
acgunner ha scritto:

10 milioni di iphone 6 venduti in tre giorni...probabilmente noi umani, anzi voi umani, siete anche abbastanza imbecilli.




Assolutamente d'accordo. Come pagare una vespa 50 quanto uno yastch.


Ultima modifica di MaxpoweR il 28/09/2014, 14:08, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 03/01/2016, 19:08 
Così Facebook ha fregato Google (e ci ha chiusi nel suo recinto)



Rudy Bandiera

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13 aprile 2015

Sono un blogger, consulente Web, imprenditore e anche giornalista per non farci mancare niente. Racconto storie in digitale, faccio quello che va tanto di moda chiamare "storytelling" su ogni cosa che abbia un valore da raccontare. Campo insegnando social media marketing presso master universitari e aziende e sono il socio fondatore di NetPropaganda s.r.l, un'agenzia che si occupa di accompagnare aziende e privati a creare la propria identità nel mondo digitale e a fare business, ovviamente. Sono anche l'autore del libro "Rischi e opportunità del Web 3.0" nel quale analizzo gli scenari futuri in ambito digitale, Web e comunicazione, ovvero un libro che mi appioppa la definizione di "futurologo". Sono ferrarese da sempre, nel tempo libero leggo molto, non mi muovo per niente e mi nutro di grassi saturi.

Partiamo da un assioma che è difficile mettere in discussione: lasciando da parte i fanboy, le passioni e le opinioni personali (che in quanto opinioni al momento non ci interessano) ci sono sostanzialmente 5 aziende (che io chiamo le 5 Sorelle) che stanno costruendo tecnologicamente il nostro presente e gettando i ponti per il nostro futuro e sono, in rigoroso ordine alfabetico, Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.

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Credits: fastcompany.com

La seguente digressione marchettosa è utile ai fini del post, e quindi mi verrà concessa: scrivevo nel mio libro sul Web 3.0 e sulle tecnologie di domani: “Ci sono delle realtà nel nostro mondo che sono in grado di cambiare la vita di tutti noi. Non solo delle realtà, anche delle persone.

Persone come Bill Gates (Microsoft) o Steve Jobs (Apple), hanno cambiato le nostre vite. Per sempre.

Questi imprenditori, anche se chiamarli imprenditori mi sembra riduttivo visto l’influenza che hanno avuto sulla vita della comunità, insieme a gente come Sergey Brin e Larry Page (Google), Jeff Bezos (Amazon) e Mark Zuckerberg (Facebook) hanno modificato non solo la nostra quotidianità, ma anche i nostri modi di pensare e di approcciarci al resto del mondo”.

Amazon – Jeff Bezos
Amazon ha del tutto cambiato il modo di concepire lo shopping, l’acquisto, il mercato e tutto quello che è “comprare”. In pochi anni è diventato di fatto il più grande negozio del pianeta, il servizio di logistica più importante di sempre (e qua sta la sua vera forza) e un servizio di cloud e di hosting senza precedenti.

Microsoft – Bill Gates
Microsot, l’eterna “data per morta”. Microsoft, l’odiata progenitrice di Windows che gira su tutto. Microsoft, l’azienda che per tutti si sarebbe dovuta estinguere presto. Microsoft, la “madre delle schermate blu”.
Microsoft… l’azienda tecnologica che l’8 aprile ha compiuto 40 anni. Da 40 anni leader del mercato dell’innovazione. Ho detto tutto.

Apple – Steve Jobs
Il Sogno. Apple è il sogno.
“Il Macintosh è più di un computer: è uno stile di vita”. Steve Wozniak.

Apple crea una tecnologia che ha una caratteristica mai avuta prima: è bella, talmente bella da diventare di moda. Apple non solo produce hardware ottimo ma lo rende di moda. E vince. Tutto.

Ok, la doverosa digressione era d’obbligo ma adesso passiamo ai veri protagonisti di questo post, ovvero Google e Facebook.

Brin e Page hanno messo insieme due cose assolutamente geniali con Google, ovvero un indice di tutti i siti presenti in rete ordinato, completamente automatizzato e un modello di business perfetto.

Google nasce come “banale” motore di ricerca e diventa una galassia di servizi: innovazione dopo innovazione Big G cambia il nostro modo di vivere giorno dopo giorno.

Mappatura
Google sponsorizza dei satelliti geostazionari, come GeoEye 1 che gira sopra alle nostre teste a 680 Km di altezza. Attraverso questo tipo di controllo globale ha mappato la Terra (Maps), il cielo (Sky), i mari (Oceans), la Luna (Moon) e addirittura Marte (Mars).

Ricerca
Ognuno di noi fa decine di query su Google ogni giorno, chi più chi meno superiamo mediamente le dieci.

Quando abbiamo bisogno di qualcosa lo cerchiamo su Google, sempre che non sia qualcosa di verticale come ad esempio alberghi, oggetti da acquistare o ristoranti… li entrano altri fattori e Google lo sa bene.

Acquisizioni
Google ha comprato colossi incredibili che gli permettono di tenere un piede dentro alle principali innovazioni oggi presenti sul pianeta. Ha comprato Motorola (per poi rivenderla svuotata dei brevetti) e ha comprato nel 2013 Boston Dynamics ovvero una delle più evolute realtà robotiche presenti al mondo.
E non ci dimentichiamo che ha comprato e reso planetario il successo di YouTube quando nessuno, nessuno, cedeva nei video come settore di mercato concorrenziale e tremendamente penetrante.
Ricordo che ai tempi sentivo gente dire “i video sono morti”. Seeee, morti.

Android
Google è proprietaria di Android, il sistema operativo che gira sulla maggior parte dei dispositivi mobili presenti oggi sul mercato. Non va solo sui cellulari ma anche su orologi e su ogni dispositivo possa portare dentro un processore.
Android è stato fondato da una compagnia di sviluppatori capitanata da Andy Rubin che oggi, guarda caso, è a capo della divisione robotica di Google, ovvero di Boston Dynamics.

In questo scenario che ha del fantascientifico Google si pone come leader innovatore praticamente incontrastato di fronte a una Apple che dalla scomparsa di Steve Jobs è diventata muscolare ma poco innovativa (più ram e processori più veloci non sono innovazione) e alle altre che per quanto leader nei loro settori non brillano per innovazione pura. Tranne… tranne Facebook.

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Credits: Charis Tsevis (mikeshouts.com)

L’UNIVERSO DI ZUCKERBERG

Facebook nasce quasi per caso dal gioco, brutale e del tutto fuori luogo, di un ragazzino di Harvard che decide di costruire un sito per mettere a confronto musi di animali con volti di donne: il ragazzino di chiama Mark Zuckerberg e si appresta a cambiare il mondo indossando delle ciabatte Adidas.
Facebook cresce, supera il miliardo di utenti, viene quotato in borsa, passa il miliardo e 500 milioni di utenti superando il numero di abitanti dell’India e piazzandosi dietro solo alla Cina. Facebook non è più un gioco ma un sistema complesso di “controllo delle masse” dove controllo sta per misurazione delle attività delle persone e gusti delle stesse.

FB sa tutto, di tutti: sa con chi parliamo, cosa diciamo, quando, cosa ci piace, di cosa parliamo e con chi, da cosa siamo influenzati. Facebook sa tutto ma non gli basta.

Nel 2013 compra Instagram (qualche filtro fotografico senza un modello di business per la cifra di un miliardo di dollari circa) e un annetto dopo sconcerta il mondo comprando Whatsapp per qualcosa come 19 miliardi di dollari, soldi sufficienti a comprare la portaerei Ronald Regan.

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Abbiamo capito, il valore per Facebook sono le persone, il numero enorme di persone, di fatto tutte le persone. Ma per farci cosa?
Il valore sono gli esseri umani, tipo Matrix, i dati che le persone generano e continueranno a generare sempre di più. Il valore sono i gusti degli individui e le loro relazioni, Facebook l’ha capito prima degli altri e lo sfrutta come nessun altro.

Mentre Google fatica a mantenere in crescita il proprio modello di business a causa dell’idiosincrasia che le persone mostrano verso ogni forma di pubblicità (anche se il fatturato di Big G rimane enormemente superiore a quello di FB) Facebook si proietta nel futuro, passando anche dall’Internet delle cose.

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Mark Zuckerberg. Credits: wsj.com

Cosa vuol dire Internet delle cose?
E’ un’evoluzione di Internet in cui le cose, gli oggetti anche di uso comune, sono in grado di interagire tra loro ed accedere alla Rete e a tutti i dati in essa contenuti, per poter acquisire “l’intelligenza” necessaria a svolgere compiti complessi.

Anche qua, come avrete capito, è tutta questione di protocolli e di linguaggi: se le cose saranno in grado di parlarsi e di sentirsi tra loro lo dovranno fare nella stessa lingua, ma una volta raggiunto un accordo (e qua si parla più di politica economica che non di tecnologie), il pianeta sarà una vera e propria selva di sensori e dispositivi che parleranno tra loro.

Da questo universo tracciato, mappato tecnologicamente, potremo estrapolare ogni forma di informazione, di scienza e di applicativo.

E chi fornisce la piattaforma per fare si che tutto si parli e tutto comunichi formando la più grande intelligenza artificiale collettiva? Ma guarda un po’, Facebook.

“Durante la conferenza di apertura dell’F8, l’evento dedicato agli sviluppatori in corso a Fort Mason, Ilya Sukhar ha annunciato il rilascio di Parse per l’Internet of Things. Parse è la piattaforma mobile di Facebook dedicata a chi vuole sviluppare app senza curarsi degli aspetti più tecnici come storage, backend, server, cloud, analytics e dopo smartphone e tablet è già aperta da tempo ad accessori come Arduino. Il passo alla domotica, quindi, è più breve di quanto si possa pensare.”
(fonte)

Quindi FB non si limita a far parlare zii e cucini ma fa parlare ogni oggetto presente su questo pianeta con tutti gli alri e se pensate che questo pianeta conta circa 8 miliardi di device connessi a Internet allora beh, il chiacchiericcio delle cose diventa Big Data.

Nel mentre succede anche che il social blu pensa di uscire dai proprio confini, quei enormi confini da un miliardo e mezzo di utenti, con una piattaforma chiamata Atlas che serve a fare pubblicità sugli utenti Facebook fuori da Facebook, ovvero stai sul social blu che sa tutto di te, esci e vai su siti affiliati i quali sanno tutto di te, grazie a quello che gli dice FB.

Forte, eh?

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FACEBOOK È “IL NUOVO GOOGLE”

Qualcuno mi ha detto che sì, tutto questo è vero, ma oggi Google grazie ad Android sa dove siamo tutti noi in ogni momento. Verissimo, ma lo saprà anche FB quanto tutti i dispositivi parleranno e comunicheranno attraverso di esso.

Qualcuno mi ha detto che Google ha un piede in tutte le tecnologie più impattanti del prossimo futuro. Vero, ma FB sta lavorando esattamente in questa direzione e questa, quindi, è innovazione.

Qualcuno mi ha detto che su Google Plus le community hanno altri gradi di interazione. Probabilmente è vero, ma alla casalinga di Voghera (che è la discriminante per il successo di una piattaforma rispetto a un’altra) non interessa molto Google Plus.

Qualcuno mi ha detto che le persone sono su Facebook solo per cazzeggiare mentre su Google ci sono servizi utili. Si, vero, ma FB è stata la prima azienda a trasformare il cazzeggio in una fonte di business.

Qualcuno mi ha detto che le 5 Sorelle si spartiranno il mondo tecnologico da brave appartenenti a un cartello con Google=Hub, Facebook=Piazza, Amazon=Market place, Apple=Piattaforma Microsoft=Office e SO.
Probabilmente anche questo è vero ma mi pare che la battaglia per la conquista del mondo digitale sia decisamente aperta e aspra e che specialmente penda sempre da qualche parte, non sia mai bilanciata.

Facebook ha miliardi di conversazioni al giorno da leggere, guardare, monitorare, misurare. Facebook ha monetizzato il cazzeggio. Facebook è nei tuoi messaggi privati, qualunque cosa usi.

Facebook permetterà il passaggio di danaro attraverso Messenger (l’avevo dimenticata, ma Mark no…. ecco cosa se ne fa di Messenger oltre che Whatsapp).

Facebook permetterà alle cose di comunicare tra loro attraverso di lui, divenendo di fatto un Hub come non si è mai visto prima.
Facebook permetterà ai siti partner di guadagnare sulla sua stessa mole di dati e sulla conoscenza degli utenti.

Non lo so cosa accadrà tra 5 anni, giuro che non lo so come non lo sa nessuno, ma quello che so è che in questo momento, nel preciso momento in cui scrivo, Facebook è certamente la piattaforma e l’azienda che maggiormente sta correndo per innovare, in alcuni casi inseguendo gli altri ma pur sempre correndo più veloce.

Direi che ‘sti ragazzi ci sanno fare, no?

RUDY BANDIERA
Ferrara, 13 aprile 2015

Source: Così Facebook ha fregato Goog...i nel suo recinto) Che Futuro!


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Io spero di riuscire a tenermi fuori piu che posso da questo ovile ma piu che altro di non entrarci senza nemmeno accorgermi o peggio ancora contro la mia espressa volontà. [:p]
Ma credo che il mio destino sia già stato programmato da altri.



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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 03/01/2016, 20:38 
Io anche me ne tengo fuori senza particolari problemi anche se usando whats app di fatto sono già nel recinto anche io :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 04/01/2016, 11:58 
Credo anch'io che non facciano usare questi dispositivi ai propri figli perché poi diventano come una droga e si entra in un circolo vizioso a scapito dello sviluppo di altre capacità intellettuali/cognitive. Tra l'altro si è abbassata l'età nella quale si cominciano ad usare come riportato da uno studio del Cohen Children's Medical Center di New York

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Apprendimento bambini, limitare l'uso di tablet e smartphone
No a tablet, smartphone e tv fino a due anni. Dopo i due anni non oltre un'ora al giorno. (Raccomandazioni dell'Associazione pediatri Usa)

Meno tablet e smartphone ai bambini, più giochi tradizionali e più tempo con i genitori. E’ questa la conclusione di uno studio condotto dal Cohen Children's Medical Center di New York sulle attività che favoriscono l’apprendimento dei bambini e la capacità di relazionarsi con gli altri.

Lo studio presentato durante il congresso delle Pediatric Academic Societies and Asian Society for Pediatric Research in corso a Vancouver si è basato su 63 coppie, i cui figli hanno avuto il 'primo contatto' con un dispositivo a schermo tattile in media a 11 mesi di età e per 17,5 minuti al giorno, ma con punte di quattro ore.

Le attività principali per i bimbi sono risultate guardare show educativi (30%), usare app educazionali (26), premere a caso lo schermo (28) e fare giochi non educativi (14).

continua qui:
http://www.nostrofiglio.it/bambino/bamb ... smartphone

I bambini della materna sanno usare il tablet ma non le costruzioni
http://www.nostrofiglio.it/bambino/bamb ... ostruzioni
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Sarebbe interessante sapere da chi ha figli se avete permesso loro di usare tablet, smartphone ecc... e se avete notato delle carenze su altri fronti.



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MessaggioInviato: 05/01/2016, 21:57 
Wolframio ha scritto:
Così Facebook ha fregato Google (e ci ha chiusi nel suo recinto)



Rudy Bandiera

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13 aprile 2015

Sono un blogger, consulente Web, imprenditore e anche giornalista per non farci mancare niente. Racconto storie in digitale, faccio quello che va tanto di moda chiamare "storytelling" su ogni cosa che abbia un valore da raccontare. Campo insegnando social media marketing presso master universitari e aziende e sono il socio fondatore di NetPropaganda s.r.l, un'agenzia che si occupa di accompagnare aziende e privati a creare la propria identità nel mondo digitale e a fare business, ovviamente. Sono anche l'autore del libro "Rischi e opportunità del Web 3.0" nel quale analizzo gli scenari futuri in ambito digitale, Web e comunicazione, ovvero un libro che mi appioppa la definizione di "futurologo". Sono ferrarese da sempre, nel tempo libero leggo molto, non mi muovo per niente e mi nutro di grassi saturi.

Partiamo da un assioma che è difficile mettere in discussione: lasciando da parte i fanboy, le passioni e le opinioni personali (che in quanto opinioni al momento non ci interessano) ci sono sostanzialmente 5 aziende (che io chiamo le 5 Sorelle) che stanno costruendo tecnologicamente il nostro presente e gettando i ponti per il nostro futuro e sono, in rigoroso ordine alfabetico, Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.

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Credits: fastcompany.com

La seguente digressione marchettosa è utile ai fini del post, e quindi mi verrà concessa: scrivevo nel mio libro sul Web 3.0 e sulle tecnologie di domani: “Ci sono delle realtà nel nostro mondo che sono in grado di cambiare la vita di tutti noi. Non solo delle realtà, anche delle persone.

Persone come Bill Gates (Microsoft) o Steve Jobs (Apple), hanno cambiato le nostre vite. Per sempre.

Questi imprenditori, anche se chiamarli imprenditori mi sembra riduttivo visto l’influenza che hanno avuto sulla vita della comunità, insieme a gente come Sergey Brin e Larry Page (Google), Jeff Bezos (Amazon) e Mark Zuckerberg (Facebook) hanno modificato non solo la nostra quotidianità, ma anche i nostri modi di pensare e di approcciarci al resto del mondo”.

Amazon – Jeff Bezos
Amazon ha del tutto cambiato il modo di concepire lo shopping, l’acquisto, il mercato e tutto quello che è “comprare”. In pochi anni è diventato di fatto il più grande negozio del pianeta, il servizio di logistica più importante di sempre (e qua sta la sua vera forza) e un servizio di cloud e di hosting senza precedenti.

Microsoft – Bill Gates
Microsot, l’eterna “data per morta”. Microsoft, l’odiata progenitrice di Windows che gira su tutto. Microsoft, l’azienda che per tutti si sarebbe dovuta estinguere presto. Microsoft, la “madre delle schermate blu”.
Microsoft… l’azienda tecnologica che l’8 aprile ha compiuto 40 anni. Da 40 anni leader del mercato dell’innovazione. Ho detto tutto.

Apple – Steve Jobs
Il Sogno. Apple è il sogno.
“Il Macintosh è più di un computer: è uno stile di vita”. Steve Wozniak.

Apple crea una tecnologia che ha una caratteristica mai avuta prima: è bella, talmente bella da diventare di moda. Apple non solo produce hardware ottimo ma lo rende di moda. E vince. Tutto.

Ok, la doverosa digressione era d’obbligo ma adesso passiamo ai veri protagonisti di questo post, ovvero Google e Facebook.

Brin e Page hanno messo insieme due cose assolutamente geniali con Google, ovvero un indice di tutti i siti presenti in rete ordinato, completamente automatizzato e un modello di business perfetto.

Google nasce come “banale” motore di ricerca e diventa una galassia di servizi: innovazione dopo innovazione Big G cambia il nostro modo di vivere giorno dopo giorno.

Mappatura
Google sponsorizza dei satelliti geostazionari, come GeoEye 1 che gira sopra alle nostre teste a 680 Km di altezza. Attraverso questo tipo di controllo globale ha mappato la Terra (Maps), il cielo (Sky), i mari (Oceans), la Luna (Moon) e addirittura Marte (Mars).

Ricerca
Ognuno di noi fa decine di query su Google ogni giorno, chi più chi meno superiamo mediamente le dieci.

Quando abbiamo bisogno di qualcosa lo cerchiamo su Google, sempre che non sia qualcosa di verticale come ad esempio alberghi, oggetti da acquistare o ristoranti… li entrano altri fattori e Google lo sa bene.

Acquisizioni
Google ha comprato colossi incredibili che gli permettono di tenere un piede dentro alle principali innovazioni oggi presenti sul pianeta. Ha comprato Motorola (per poi rivenderla svuotata dei brevetti) e ha comprato nel 2013 Boston Dynamics ovvero una delle più evolute realtà robotiche presenti al mondo.
E non ci dimentichiamo che ha comprato e reso planetario il successo di YouTube quando nessuno, nessuno, cedeva nei video come settore di mercato concorrenziale e tremendamente penetrante.
Ricordo che ai tempi sentivo gente dire “i video sono morti”. Seeee, morti.

Android
Google è proprietaria di Android, il sistema operativo che gira sulla maggior parte dei dispositivi mobili presenti oggi sul mercato. Non va solo sui cellulari ma anche su orologi e su ogni dispositivo possa portare dentro un processore.
Android è stato fondato da una compagnia di sviluppatori capitanata da Andy Rubin che oggi, guarda caso, è a capo della divisione robotica di Google, ovvero di Boston Dynamics.

In questo scenario che ha del fantascientifico Google si pone come leader innovatore praticamente incontrastato di fronte a una Apple che dalla scomparsa di Steve Jobs è diventata muscolare ma poco innovativa (più ram e processori più veloci non sono innovazione) e alle altre che per quanto leader nei loro settori non brillano per innovazione pura. Tranne… tranne Facebook.

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Credits: Charis Tsevis (mikeshouts.com)

L’UNIVERSO DI ZUCKERBERG

Facebook nasce quasi per caso dal gioco, brutale e del tutto fuori luogo, di un ragazzino di Harvard che decide di costruire un sito per mettere a confronto musi di animali con volti di donne: il ragazzino di chiama Mark Zuckerberg e si appresta a cambiare il mondo indossando delle ciabatte Adidas.
Facebook cresce, supera il miliardo di utenti, viene quotato in borsa, passa il miliardo e 500 milioni di utenti superando il numero di abitanti dell’India e piazzandosi dietro solo alla Cina. Facebook non è più un gioco ma un sistema complesso di “controllo delle masse” dove controllo sta per misurazione delle attività delle persone e gusti delle stesse.

FB sa tutto, di tutti: sa con chi parliamo, cosa diciamo, quando, cosa ci piace, di cosa parliamo e con chi, da cosa siamo influenzati. Facebook sa tutto ma non gli basta.

Nel 2013 compra Instagram (qualche filtro fotografico senza un modello di business per la cifra di un miliardo di dollari circa) e un annetto dopo sconcerta il mondo comprando Whatsapp per qualcosa come 19 miliardi di dollari, soldi sufficienti a comprare la portaerei Ronald Regan.

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Abbiamo capito, il valore per Facebook sono le persone, il numero enorme di persone, di fatto tutte le persone. Ma per farci cosa?
Il valore sono gli esseri umani, tipo Matrix, i dati che le persone generano e continueranno a generare sempre di più. Il valore sono i gusti degli individui e le loro relazioni, Facebook l’ha capito prima degli altri e lo sfrutta come nessun altro.

Mentre Google fatica a mantenere in crescita il proprio modello di business a causa dell’idiosincrasia che le persone mostrano verso ogni forma di pubblicità (anche se il fatturato di Big G rimane enormemente superiore a quello di FB) Facebook si proietta nel futuro, passando anche dall’Internet delle cose.

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Mark Zuckerberg. Credits: wsj.com

Cosa vuol dire Internet delle cose?
E’ un’evoluzione di Internet in cui le cose, gli oggetti anche di uso comune, sono in grado di interagire tra loro ed accedere alla Rete e a tutti i dati in essa contenuti, per poter acquisire “l’intelligenza” necessaria a svolgere compiti complessi.

Anche qua, come avrete capito, è tutta questione di protocolli e di linguaggi: se le cose saranno in grado di parlarsi e di sentirsi tra loro lo dovranno fare nella stessa lingua, ma una volta raggiunto un accordo (e qua si parla più di politica economica che non di tecnologie), il pianeta sarà una vera e propria selva di sensori e dispositivi che parleranno tra loro.

Da questo universo tracciato, mappato tecnologicamente, potremo estrapolare ogni forma di informazione, di scienza e di applicativo.

E chi fornisce la piattaforma per fare si che tutto si parli e tutto comunichi formando la più grande intelligenza artificiale collettiva? Ma guarda un po’, Facebook.

“Durante la conferenza di apertura dell’F8, l’evento dedicato agli sviluppatori in corso a Fort Mason, Ilya Sukhar ha annunciato il rilascio di Parse per l’Internet of Things. Parse è la piattaforma mobile di Facebook dedicata a chi vuole sviluppare app senza curarsi degli aspetti più tecnici come storage, backend, server, cloud, analytics e dopo smartphone e tablet è già aperta da tempo ad accessori come Arduino. Il passo alla domotica, quindi, è più breve di quanto si possa pensare.”
(fonte)

Quindi FB non si limita a far parlare zii e cucini ma fa parlare ogni oggetto presente su questo pianeta con tutti gli alri e se pensate che questo pianeta conta circa 8 miliardi di device connessi a Internet allora beh, il chiacchiericcio delle cose diventa Big Data.

Nel mentre succede anche che il social blu pensa di uscire dai proprio confini, quei enormi confini da un miliardo e mezzo di utenti, con una piattaforma chiamata Atlas che serve a fare pubblicità sugli utenti Facebook fuori da Facebook, ovvero stai sul social blu che sa tutto di te, esci e vai su siti affiliati i quali sanno tutto di te, grazie a quello che gli dice FB.

Forte, eh?

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FACEBOOK È “IL NUOVO GOOGLE”

Qualcuno mi ha detto che sì, tutto questo è vero, ma oggi Google grazie ad Android sa dove siamo tutti noi in ogni momento. Verissimo, ma lo saprà anche FB quanto tutti i dispositivi parleranno e comunicheranno attraverso di esso.

Qualcuno mi ha detto che Google ha un piede in tutte le tecnologie più impattanti del prossimo futuro. Vero, ma FB sta lavorando esattamente in questa direzione e questa, quindi, è innovazione.

Qualcuno mi ha detto che su Google Plus le community hanno altri gradi di interazione. Probabilmente è vero, ma alla casalinga di Voghera (che è la discriminante per il successo di una piattaforma rispetto a un’altra) non interessa molto Google Plus.

Qualcuno mi ha detto che le persone sono su Facebook solo per cazzeggiare mentre su Google ci sono servizi utili. Si, vero, ma FB è stata la prima azienda a trasformare il cazzeggio in una fonte di business.

Qualcuno mi ha detto che le 5 Sorelle si spartiranno il mondo tecnologico da brave appartenenti a un cartello con Google=Hub, Facebook=Piazza, Amazon=Market place, Apple=Piattaforma Microsoft=Office e SO.
Probabilmente anche questo è vero ma mi pare che la battaglia per la conquista del mondo digitale sia decisamente aperta e aspra e che specialmente penda sempre da qualche parte, non sia mai bilanciata.

Facebook ha miliardi di conversazioni al giorno da leggere, guardare, monitorare, misurare. Facebook ha monetizzato il cazzeggio. Facebook è nei tuoi messaggi privati, qualunque cosa usi.

Facebook permetterà il passaggio di danaro attraverso Messenger (l’avevo dimenticata, ma Mark no…. ecco cosa se ne fa di Messenger oltre che Whatsapp).

Facebook permetterà alle cose di comunicare tra loro attraverso di lui, divenendo di fatto un Hub come non si è mai visto prima.
Facebook permetterà ai siti partner di guadagnare sulla sua stessa mole di dati e sulla conoscenza degli utenti.

Non lo so cosa accadrà tra 5 anni, giuro che non lo so come non lo sa nessuno, ma quello che so è che in questo momento, nel preciso momento in cui scrivo, Facebook è certamente la piattaforma e l’azienda che maggiormente sta correndo per innovare, in alcuni casi inseguendo gli altri ma pur sempre correndo più veloce.

Direi che ‘sti ragazzi ci sanno fare, no?

RUDY BANDIERA
Ferrara, 13 aprile 2015

Source: Così Facebook ha fregato Goog...i nel suo recinto) Che Futuro!


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Io spero di riuscire a tenermi fuori piu che posso da questo ovile ma piu che altro di non entrarci senza nemmeno accorgermi o peggio ancora contro la mia espressa volontà. [:p]
Ma credo che il mio destino sia già stato programmato da altri.


E' triste sapere che possiamo fare praticamente nulla per evitare che la nostra intimità quotidiana possa entrare a fare parte di questo grosso database..



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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 06/01/2016, 00:06 
Basta semplicemente scollegarsi.

Chi vuole può farlo, ma secondo me nessuno lo vuole davvero.
Siamo fatti per essere interconnessi e dove la natura non arriva più arriva la tecnologica.

Io ho scelto deliberatamente di non inquinare i miei rapporti interpersonali filtrandoli ed ampliandoli artificialmente con facebook sapendo anni fa la porcheria che sarebbe diventato.Basta scegliere qual'è il proprio limite e restare coerenti senza farsi trascinare dalla massa.



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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 06/01/2016, 00:59 
MaxpoweR ha scritto:
Basta semplicemente scollegarsi.

Chi vuole può farlo, ma secondo me nessuno lo vuole davvero.
Siamo fatti per essere interconnessi e dove la natura non arriva più arriva la tecnologica.

Io ho scelto deliberatamente di non inquinare i miei rapporti interpersonali filtrandoli ed ampliandoli artificialmente con facebook sapendo anni fa la porcheria che sarebbe diventato.Basta scegliere qual'è il proprio limite e restare coerenti senza farsi trascinare dalla massa.


Quoto il discorso, figurati, non sono iscritta su facebook e fino a 6 anni fa non avevo ne pc ne cellulare, ma quello che volevo dire è benchè non iscritti sui social si è controllati comunque, la tristezza sta nel fatto che non c'è scampo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Ci sarà un perchè e loro lo sanno
MessaggioInviato: 06/01/2016, 01:45 
E' importante averne la consapevolezza :) Se sai di essere controllato puoi usare ciò a tuo vantaggio. Molti non si rendono conto del livello di controllo a cui sono sottoposti e l'immane mole di informazioni personali che disperdono nel web. E non si rendono conto nemmeno di quanto valgono in realtà se per questo, se no col cavolo che le darebbero via gratis :)



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