Fonte: http://ufoedintorni.altervista.org/blog ... ultiverso/

Un nuovo studio pubblicato su “New Scientist” delle immagini della mappa della luce che diede origine all’Universo rivela che “la porta d’entrata al Multiverso”, o “flusso oscuro“, è chiusa.

Questa è la conclusione alla quale sono giunti 175 scienziati che analizzano i dati della missione Planck dell’Agenzia Spaziale Europea. Tuttavia, molti altri scienziati sono riluttanti a crederlo, incluso un membro del Planck che assicura che l’analisi del suo team “contiene dei punti deboli“.



“E’ troppo presto per escludere completamente il ‘flusso 0scuro’“, sostiene Fernando Atrio-Barandela dell’Università di Salamanca (Spagna) e membro del team della missione Planck, che ha ritirato il suo nome dalla relazione non condividendo la tesi dei suoi colleghi.

Il primo suggerimento che possa esistere un “flusso oscuro” è datato anno 2008, quando un gruppo guidato da Alexander Kashlinsky del Goddard Space Flight Center di Greenbelt (Maryland, USA) esaminò quella che allora era considerata la migliore mappa dello splendore del Big Bang, grazie alla sonda WMAP della NASA.

L’analisi di Kashlinsky rivelò che centinaia di ammassi di Galassie, ricche di gas, possono essere in movimento verso una regione celeste situata tra le costellazioni della Vela e del Centauro. Questo movimento suggerisce che l’Universo si sta formando in modo non uniforme “come se lo schema Spazio-Tempo fosse un tavolo inclinato e la materia scorre verso fuori“, descrive Kashlinsky.

Questo va contro il modello standard della Cosmologia, il quale sostiene che l’Universo è sempre più uniforme e privo di strutture abbastanza grandi per produrre tale inclinazione.

Tuttavia, e anche se la nuova analisi cosmica del Planck non ha rilevato nessun movimento gravitazionale che possa far pensare all’esistenza di un “flusso oscuro“, alcuni ricercatori, come lo scienziato Alexander Vilenkin, suggeriscono che altri Universi potrebbero effettivamente essere intenti a “tirare” della materia dal nostro Universo, creando il “flusso oscuro” di cui allude Kashlinsky.