Una batteria fatta con le alghe rivoluziona tutto: ha tenuto acceso un PC per 6 mesi
Una batteria composta di sole alghe è stata capace di alimentare un computer dell'Università di Cambridge per sei mesi. Le alghe, riportano i ricercatori, sono state inserite in un contenitore con elettrodi e i microrganismi sono stati in grado di utilizzare la luce solare per creare elettricità.
Il dispositivo è stato in grado di funzionare per diverso tempo in cicli di 45 minuti di utilizzo e 15 minuti di pausa. Il calcolatore non è stato utilizzato per operazioni complesse, ma per calcolare la somma di numeri interi consecutivi, misurando la corrente in uscita dalla batteria e inviando i dati ottenuti al cloud.
"Siamo rimasti colpiti dal modo in cui il sistema ha funzionato in modo coerente per un lungo periodo di tempo - pensavamo si fermasse dopo alcune settimane, ma è andato avanti", ha affermato in una nota il dottor Paolo Bombelli del Dipartimento di Biochimica dell'Università di Cambridge. In tutto, il dispositivo ha consumato 0,3 microwatt di potenza durante il tempo di elaborazione e 0,24 durante il tempo di inattività.
La cosa più incredibile è che i ricercatori non hanno ben capito il funzionamento di tutto il sistema. La spiegazione più probabile è che cianobatteri siano capaci di rilasciare elettroni durante il processo di fotosintesi. Tuttavia anche durante le ore notturni, dove non c'era luce solare ad alimentare il dispositivo, la potenza era costante. Le alghe, molto probabilmente, elaborano parte del loro "cibo" quando non c'è luce e quindi continuano a generare una corrente elettrica.
Mentre queste alghe non sono certamente capaci di alimentare dispositivi più grandi, come un intero appartamento, possono essere utilizzate in luoghi remoti e per piccoli dispositivi. Questa - affermano i ricercatori - potrebbe essere una svolta per l'Internet of Things (IoT), ovvero quegli oggetti di uso quotidiano che un giorno saranno connessi ad internet.
Poiché la disponibilità di litio, il materiale delle batterie, è incerto, l'esistenza di una tale bio-batteria potrebbe essere un punto di svolta.
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