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 Oggetto del messaggio: Siamo il frutto di vortici energetici?
MessaggioInviato: 19/04/2009, 12:01 
Sempre più spesso la comunità scientifica viene forzata ad accettare il fatto che gli atomi e le molecole siano come la fiamma di una candela, in cui l’energia che essa rilascia (come il calore e la luce della fiamma) deve essere bilanciata dall’energia che assorbe, come la cera della candela e l’ossigeno dell’aria, tale apparente “moto perpetuo” (assorbire ed espellere) dentro l’atomo viene spiegato semplicemente come “la magia della meccanica quantistica”, od ancora “il respiro dell’universo”.
A metà dell’ottocento Louis Pasteur aveva scoperto che il blocco di vita in formazione noto come “protoplasma” era intrinsecamente non simmetrico, e che le colonie di microbi crescevano in una struttura a spirale nota come numeri di Fibonacci, Sezione Aurea, o spirale “phi”; inoltre aveva notato che queste proporzioni in espansione corrispondevano anche alla struttura presente in natura su parti di alcune piante, insetti, animali, uomini ecc. da tali osservazioni si potrebbe quindi dedurre che alla base della materia vi è una forma di energia invisibile a forma di spirale logaritmica.
Dopo aver stabilito che tutti i campi come la forza gravitazionale e quella elettromagnetica sono semplicemente differenti forme di etere informatico in movimento, abbiamo trovato un’ ipotesi scientifica per spiegare il concetto di gravità, ed una semplice e chiara ragione per la quale essa dovrebbe esistere.
Per cui possiamo osservare che ogni atomo, molecola ecc. devono essere sostenuti da un continuo flusso di energia eterica, che è la stessa energia che interviene nella creazione della Terra e che fluttua dentro di noi, ed ecco che allora noi restiamo impigliati nella corrente gigante del fiume di energia che scorre all’interno della Terra e di tutto l’Universo esattamente come le zanzare restano incastrate in una zanzariera mentre l’aria continua a fluire attraverso la retina.
Quasi tutti gli scienziati “tradizionali” ritengono che le teorie della relatività di Einstein, eliminino alla base la necessità di fare riferimento all’etere; ed invece Einstein sosteneva il rifiuto dell’etere nel 1910, che corrisponde all’anno in cui la scienza ufficiale ritiene conclusa la riflessione di Einstein sull’argomento, ma nel 1920 lo stesso Einstein invece affermava che in realtà l’ipotesi dell’esistenza dell’etere non contraddice la teoria sulla relatività, e nel 1924 ancora scrive: “nella fisica teoretica non andiamo da nessuna parte senza l’etere, cioè un continuum di proprietà fisiche definite, in quanto la teoria generale della relatività esclude un’azione diretta a lungo raggio, e ogni teoria a breve raggio assume la presenza di campi continui, e quindi conseguentemente l’esistenza dell’etere”.
Nel 1913, il fisico Eli Cartan dimostrò per primo che la “fabbrica” o flusso di spazio e tempo nella teoria della relatività generale di Einstein non solo curvava, ma possedeva in sé stessa anche un movimento di rotazione spiraliforme conosciuto come torsione; questa parte della fisica viene collegata esplicitamente alla teoria Einstein-Cartan, o ECT; da notare che la teoria di Cartan da principio non venne presa troppo sul serio, poiché venne fuori prima dell’epoca della fisica quantistica, successivamente nei primi anni ’70 studi più approfonditi crearono un grande interesse verso la conoscenza più dettagliata dei campi torsionali.
Nelle sue ricerche Ginzburg scoprì che potevano essere effettuate poche semplici modifiche alle comuni equazioni facenti parte della teoria della relatività di Einstein, senza con questo creare discordanze con le osservazioni scientifiche già note, in quanto che la teoria della relatività afferma che un oggetto aumenta gradualmente la sua massa una volta che è stato sottoposto ad accelerazione, e secondo il pensiero scientifico convenzionale nessun oggetto può superare la velocità della luce perché appena esso raggiunge tale velocità l’oggetto diventerebbe infinitamente grande come massa.
Ginzburg invece ipotizzò che era possibile invertire completamente queste equazioni senza violare alcuna regola scientifica, il che stava a significare che l’oggetto in movimento invece di diventare più grande avrebbe addirittura rilasciato energia verso l’etere, provocando così la perdita graduale di tutte le sue caratteristiche profonde di massa gravitazionale, massa inerziale e polarità elettrica, qualora avesse raggiunto la velocità della luce. Ginzburg presenta questi nuovi concetti nei seguenti termini in cui le caratteristiche principali di queste nuove equazioni sono:
1) Sia la massa gravitazionale che quella inerziale di una particella decrescono quando la sua velocità aumenta.
2) La polarità elettrica di una particella decresce allo stesso modo quando la sua velocità aumenta.
Da tali affermazioni si evince il fatto che la massa complessiva di un oggetto è rappresentata sia dalla massa gravitazionale che da quella inerziale, le quali sono semplicemente misure del comportamento della gravità e dell’inerzia su di un oggetto.
Curiosamente qui possiamo notare che la gravità e l’inerzia manifestano essenzialmente effetti identici sulla materia. Tale principio è noto anche come il “Principio di Equivalenza” di Einstein che ci mostra che la gravità e l’inerzia sono due forme di stessa intensità inerenti la stessa forma di energia, con una gravità che si muove verso in giù, e l’inerzia che provoca la resistenza al movimento nello spazio.
Continuando sulla strada tracciata dagli studi di Ginzburg si arriva ad enunciare il fenomeno fisico che dice: solo quando una particella è a riposo può essere considerata come materia pura, appena la particella comincia a muoversi nello spazio, la sua massa gravitazionale e la polarità elettrica inizieranno a decrescere in accordo con le nuove equazioni relativistiche, così che una parte della sua materia sarà convertita in un campo, e quindi quando la velocità della particella diventerà uguale all’ultima velocità di campo a spirale “C”, la sua massa gravitazionale e polarità elettrica diventeranno uguali allo zero, ed a quel punto la materia sarà completamente convertita in un “campo puro”. Da notare che l’ultima velocità di campo a spirale “C” menzionata da Ginzburg è leggermente più alta della normale velocità della luce, a causa del percorso a spirale che egli ritiene ogni energia debba seguire.
Questo semplice cambio nelle equazioni della relatività base porta quindi ad una nuova visione della fisica quantica della trasmutazione, contenente il concetto che un oggetto può sparire completamente dalla nostra realtà fisica conosciuta; tale fatto ci conduce direttamente verso un nuovo e grande interrogativo: sparisce si, ma per andare a finire dove?
Ginzburg asserisce che un oggetto diviene “campo puro” quando la sua velocità si avvicina a quella della luce, ed in ogni caso risulta piuttosto evidente che ci possono essere diversi livelli vibratori dell’etere, da qui a dedurre che quando un oggetto viene accelerato verso la velocità della luce, sia per mezzo di moto lineare, che per vibrazione interna o per azione energetica correlata, l’energia mancante e la massa vengono semplicemente spostate in un livello vibratorio di etere più elevato che potremmo anche definire come diversa densità.
Veniamo a conoscenza che alcuni scienziati come ad esempio Kozyrev, Mishin, Aspden, Tesla e Keely avevano già scoperto in modo indipendente che l’etere può presentarsi suddiviso in differenti livelli di densità, per cui la materia e l’energia assumono modalità diverse di presentazione a seconda del loro grado di densità eterica.
Il nuovo modello di Ginzburg ci porta a considerare l’idea che gli atomi e le molecole sono in realtà semplicemente formazioni di vortici, come anelli di fumo o mulinelli, i quali vanno a formare all’interno di questo etere fluido ciò che egli chiama “dynosfera”, anche se Ginzburg e molti altri hanno fornito molte evidenti prove dei loro asserti, la maggior parte degli scienziati ufficiali continuano ad ignorare questi concetti restando fermi all’interno di confortevoli edifici di pensiero basati sul concetto che gli atomi sono costituiti da “particelle”, dove Niels Bohr per primo portò avanti il modello dell’atomo detto “magnetron”, basato sulle particelle che orbitano le une con le altre come un piccolo sistema solare, e molti non sanno che questo modello non può essere vero ed è in realtà fuorviante poiché una grande quantità di esperimenti scientifici conferma che le cosiddette “particelle” si comportano in realtà come se fossero onde.
Tale controverso fatto porta a indurre uno stato di confusione scientifica, come lo dimostra ad esempio il paradosso del gatto di Schroedinger, ed il principio di indeterminazione di Heisenberg, entrambi i quali cercano di dirci che gli atomi non sono reali, ma risultano essere solo una probabilità a livello quantico; per cui avere dei concetti di fisica di base fondati sul non reale come fondamento di una scienza della materia che affonda le sue radici sulla concretezza materiale della massa, sembra un assurdo inconciliabile, eppure regge ormai da parecchio tempo.


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MessaggioInviato: 12/05/2009, 21:31 
ciao nuages47,
ho letto con molta attenzione il materiale che hai postato e sono profondamente colpito e affascinato. per mia deformazione sono solitamente portato ad interessarmi al lato umanistico, spirituale o mentale delle cose ma non ho mai disdegnato i tecnicismi. questo tuo lavoro mi riporta alla mente alcune cose lette e sentite e penso tu sia nella strada giusta. in gamba e complimenti ancora. [:)]

Arturo



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MessaggioInviato: 12/05/2009, 21:50 
ottimo lavoro.... noi non siamo altro che vibrazione che la nostra mente trasmorma in un mondo olografico



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MessaggioInviato: 20/05/2009, 16:49 
Aggiungo questa nota a suffragio della mia tesi sopra sostenuta:
Pare che nel campo puro la mente abbia un ruolo importante .
Secondo gli insegnamenti vedici la mente può agire sulla gravità ma questo è un altro argomento.
La nuova visione della realtà.
Le scoperte della fisica di questo secolo hanno profondamente cambiato la visione della realtà naturale. Oggi il quadro scientifico dell'universo risulta ben diverso da quello del tradizionale "mondo-macchina" ottocentesco, che influenza ancora la nostra cultura e la nostra mentalità, sebbene sia un modello utile solo su scale superiori a quella atomica.
La Teoria della Relatività ristretta (Einstein, 1905), oltre ad unificare i concetti di spazio e di tempo, ha dimostrato che la materia è semplicemente una forma di energia. La meccanica quantistica o fisica quantistica (Planck, Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Dirac ed altri, 1900-1928) ha poi evidenziato che a livello atomico tale forma di energia presenta una natura "vibratoria" o "ondulatoria".
La nozione classica di "materia" è valida dal familiare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca struttura razionale.

Una spiegazione fisica della mente.
Considerato tutto ciò, è legittimo chiedersi se lo studio scientifico della mente umana possa trovare risposte valide in termini di fisica fondamentale piuttosto che nei tradizionali termini materialistici.
Fino ad oggi nessuno ha mai tentato un serio approccio fisico allo studio della mente: essa è considerata un'entità secondaria (rispetto alle entità fisiche fondamentali), riscontrata solo in organismi complessi come l'uomo o gli animali, e pertanto di esclusiva pertinenza delle scienze biologiche. Ma alcuni fisici, in seguito allo sviluppo della meccanica quantistica, hanno iniziato a chiedersi se la questione della mente possa avere relazioni con la fisica moderna, e questo per almeno due motivi:
1) il principio di indeterminazione (Heisenberg, 1927) sembra permettere un piccolo margine per un "libero arbitrio" della natura;
2) alcuni aspetti paradossali ma verificati della meccanica quantistica sembrerebbero richiedere l'esistenza di una "consapevolezza" nei fenomeni subatomici, o comunque richiedono un riesame del concetto di "oggettività" e del ruolo dell'osservatore cosciente nei fenomeni fisici (Bell, 1966; Aspect ed altri, 1982; Mandel, Chiao ed altri, 1991).
D'altra parte una spiegazione fisica della coscienza deve pur esistere, se non si vuole ricadere in una concezione metafisica che separi la mente dal resto del mondo. Ebbene, oggi sappiamo che l'attività mentale è dovuta a processi chimici e fisici che avvengono nel cervello e nel sistema nervoso, a livello molecolare, atomico e probabilmente anche subatomico, cioè a livelli descritti dalla meccanica quantistica [le ragioni per cui è lecito ipotizzare che il processo del pensiero cosciente sia un processo quantistico sono riportate nelle note finali, con gli opportuni riferimenti].

Il "campo unificato".
Grazie alla teoria della "Superstring" o "Supercorda" (Green, Schwartz ed altri, 1983, tuttora in evoluzione), i fisici si ritrovano vicinissimi ad una teoria completa e definitiva di unificazione dei 4 tipi fondamentali di campo o forza naturale (gravitazionale, elettromagnetico, nucleare forte e debole). Tale teoria sarebbe capace di spiegare ogni manifestazione della realtà naturale in termini di un'unico campo basilare, come già presagito da Einstein, che fu il primo a parlare di "campo unificato".
Oggi gli scienziati sanno che l'attività mentale nell'uomo è riconducibile a processi chimici e fisici che avvengono a livello molecolare, atomico, e presumibilmente anche sub-atomico nel sistema nervoso, vale a dire nell'ambito di validità della meccanica quantistica, a livelli prossimi alla sfera di azione diretta del "campo unificato".
Poiché dal "campo unificato" si dispiegherebbe ogni manifestazione in natura, è ragionevole ricercare la sua relazione con la mente dell'uomo. Questo è il principale campo di ricerca della M.U.M., Maharishi University of Management (già M.I.U., Maharishi International University), Fairfield, Iowa, U.S.A., con cui collaborano o hanno collaborato prestigiosi scienziati (compresi fisici come il prof. Josephson, premio Nobel; il prof. Wigner, celebre fin dagli anni '20; il prof. Hagelin, noto per i suoi studi sulle teorie di unificazione; il prof. Sudarshan; ecc.).
La M.U.M. ritiene che la "consapevolezza" o "coscienza" sia una proprietà che emerge direttamente dal "campo unificato", ovvero dai livelli fondamentali della realtà naturale (Maharishi, 1982). Questa ipotesi audace risulta verosimile e fondata in base alle attuali conoscenze della fisica, e sembra avvalorata dai notevoli risultati pratici (oltre che teorici) ottenuti dalla M.U.M. sul funzionamento della mente e del sistema nervoso.

La coscienza come proprietà del campo unificato.
Come abbiamo visto, è ragionevole supporre che l'attività mentale sia un fenomeno quantistico ed infatti alcuni ricercatori hanno già portato delle prove a sostegno di tale tesi [per chi ha ancora dei dubbi su tale tesi, si raccomanda l'intera lettura delle note finali].
Le attuali teorie fisiche dei campi includono la proprietà fisica dell'autoriferimento (come conseguenza della caratteristica matematica di non-abelianità). Grazie ad essa il campo unificato può "percepire se stesso", ovvero le varie entità fisiche possono interagire (per esempio un elettrone che interagisce con un altro elettrone è semplicemente una perturbazione del campo unificato che "si accorge" della presenza di una perturbazione analoga).
Ebbene, l'autoriferimento può essere interpretato come il primo stadio elementare di "consapevolezza", e si può ipotizzare che il cervello umano sia strutturato in modo da "amplificare" questa proprietà.
La "consapevolezza" non sarebbe il prodotto precario e quasi accidentale di un meccanismo biologico complesso (sistema nervoso e cervello), ma sarebbe una proprietà fisica fondamentale ed universale (presente a livello latente e primordiale nel "campo unificato"). Il cervello avrebbe invece la funzione di "evidenziare" ed "elaborare" questa straordinaria proprietà, così come un laser evidenzia alcune proprietà latenti della luce che normalmente non vengono rivelate.
Le onde cerebrali sarebbero pertanto un raro esempio di effetto quantistico che si manifesta alle scale dei fenomeni ordinari invece che a livello sub-atomico. Esse costituirebbero il residuo macroscopico di una funzione d'onda, ovvero una autentica macro-funzione d'onda (le funzioni d'onda sono le entità basilari della meccanica quantistica, che indicano la distribuzione spazio-temporale dei campi quantistici, e normalmente a scale superiori a quella atomica non sono più rivelabili ma appaiono condensate o come "materia" o come "forze").
In fisica sono noti alcuni fenomeni straordinari che manifestano proprietà quantistiche a livello visibile. Per esempio nei "superconduttori" o nei "superfluidi" la resistenza elettrica e la viscosità risultano uguali a zero, per cui non vi è alcuna dissipazione di energia (l'entropia non aumenta). Un superfluido messo in movimento (per esempio scuotendolo) non si fermerà più.
In realtà anche la propagazione della luce è un fenomeno quantistico, descritto da una funzione d'onda di natura elettromagnetica (non a caso per l'esperienza comune la luce risulta un esempio evidente di energia "intangibile", benché certamente fisica e reale).
Tuttavia la luce ordinaria non evidenzia interamente le proprietà quantistiche, poiché essa è luce "incoerente": le oscillazioni della sua funzione d'onda sono "sfasate", cioè disordinate, e tendono in massima parte ad auto-annullarsi. Il laser invece è una sorgente di luce "coerente", le cui oscillazioni risultano "in fase" e permettono di rivelare le eccezionali proprietà dei campi elettromagnetici oscillanti (potenza, precisione, stabilità, eccetera).
La possibile analogia con il cervello umano è evidente: se si potessero rendere "coerenti" le onde cerebrali si potrebbero rivelare, nel funzionamento della mente, aspetti superiori del tutto naturali ma normalmente inespressi.
Da:PRESENTAZIONE SCIENTIFICA DI IPOTESI SULLA REALTÀ del dott. Fabrizio Coppola


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MessaggioInviato: 20/05/2009, 17:53 
grazie nuages! Ti ho letto anche in altri forum e devo dire che i tuoi post sono sempre più illuminanti...



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PIER LUIGI IGHINA HA FATTO LA STESSA SCOPERTA INSIEME A MARCONI. CONTROLLATE.


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http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=1566



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Marziano
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MessaggioInviato: 30/05/2009, 13:22 
Post molto ma molto interessante. Letto tutto con piacere, purtroppo non possiedo gli strumenti per discutere in maniera costruttiva. ;)


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