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 Oggetto del messaggio: HALTON ARP E IL MISTERO DEI QUASAR
MessaggioInviato: 08/12/2008, 16:43 
Halton Arp e' uno dei protagonisti principali del dibattito contemporaneo sull'origine e l'evoluzione delle galassie nell'Universo. Lontano cugino del pittore francese Jean Arp, si laureo' con lode ad Harvard nel 1949 e prese la specializzazione in astrofisica presso il Caltech (California Institute of Technology) nel 1953, con un lavoro, di carattere davvero fondamentale, sulla frequenza di stelle NOVAE nella galassia di Andromeda. Per 29 anni ha fatto parte dello staff di astronomi degli osservatori di Monte Palomar e Wilson. Qui Arp divenne un grande esperto nella fotografia delle galassie, collocandosi, a detta di tutti, tra i 10 migliori talenti in campo internazionale. In particolare il suo interesse primario si rivolse alle galassie con forma anomala ed irregolare. La sua idea era che, studiando le galassie peculiari, sarebbe stato possibile comprendere come si formano le galassie stesse e come si ripartiscono in ellittiche e spirali. Da qui nacque il famoso ATLAS OF PECULIAR GALAXIES, (Atlante delle galassie peculiari), una rassegna di 338 tra le galassie piu' strane che si conoscano. Ancora giovanissimo, ricevette il premio Helen B.Warner che la Societa' Astronomica Americana assegna all'astronomo di meno di 35 anni che maggiormente si e' distinto durante l'anno. Ha pure ricevuto il premio Newcomb Cleveland dell'Americam Association for the Advancement of Science e, nel 1984, come scienziato Senior, il premio Alexander von Humboldt. A meta' degli anni 60, mentre stava compilando il suo famoso 'Atlas', vennero scoperti i misteriosi QUASAR: questi oggetti avrebbero cambiato sia la sua vita di uomo che di scienziato.
Come noto, questi corpi dall'aspetto stellare sono fondamentalmente caratterizzati da un eccezionale spostamento verso il rosso delle righe spettrali (RED SHIFT): questo fatto, se interpretato come effetto Doppler, implica per essi una grandissima velocita' di allontanamento e quindi (in base alla legge di Hubble) una enorme distanza da noi. Da questo punto di vista sembra proprio che nei quasar sia scritto il mistero dell'origine delle galassie e dell'Universo in generale: essi infatti vengono normalmente interpretati come enormi buchi neri nel nucleo di galassie primordiali e giovanissime. Questo indicherebbe l'impossibilita' di un qualunque collegamento tra i quasar stessi e quelle galassie vicine su cui Arp ha lavorato fotograficamente per quasi 30 anni. Ma non appena Arp comincio' ad interessarsi della distribuzione dei quasar nel cielo accumulo' indizi sempre piu' appariscenti di possibili collegamenti tra questi oggetti 'lontanissimi' ed alcune delle sue galassie irregolari. Nulla di male se il Red Shift delle ipotetiche coppie quasar\galassia fossero stati gli stessi. Peccato che, invece, il Red Shift del quasar era sempre enormemente maggiore di quello della galassia ad esso ipoteticamente collegata. Cosi', a poco a poco Arp si vide costretto a mettere in dubbio un'idea assai radicata (allora come oggi): quella secondo cui lo spostamento verso il rosso delle righe spettrali sia SEMPRE dovuto ad effetto Doppler quindi sia una conseguenza dell'espansione dell'Universo. Secondo Arp insomma, almeno nei casi in cui sembra certo il collegamento tra galassie e quasar, il Red Shift di questi ultimi NON ha nulla a che fare con l'espansione dell'Universo e deve essere legato a qualche fenomeno fisico completamente diverso. Chiaro che, in questo caso verrebbe messa clamorosamente in dubbio l'idea che l'Universo sia in espansione e quindi che sia nato da una grande esplosione primordiale 15 miliardi di anni fa (vale a dire la teoria del Big Bang). Quasi subito queste idee crearono ad Arp non poche difficolta' nel pubblicare i suoi lavori. Piu' in generale trovo' sempre piu' difficile ottenere tempo di osservazione ai telescopi di Palomar e Wilson. Addirittura, nel 1984 una apposita commissione gli impose di tornare a ricerche piu' tradizionali pena la proibizione assoluta di utilizzare quelli che, allora, erano ancora i piu' grandi telescopi della Terra. Arp, pero' , non solo non si piego' a questa imposizione, ma, addirittura, per poter proseguire i propri studi, decise di lasciare gli Stati Uniti e di 'emigrare' in Europa dove si aggrego' allo staff dell'ESO (European Southern Observatory) presso il Max Planck Institute di Garching, in Germania. A fagli prendere questa dolorosa decisione c'erano osservazioni sempre piu' convincenti della possibile connessione diretta tra quasar e galassie.
Una dei suoi primi studi riguardava la distribuzione dei quasar nel cielo. Arp si accorse innanzi tutto che questa distribuzione non era statistica : in altre parole, secondo le sue osservazioni, i quasar sembravano concentrarsi nei dintorni di alcune delle sue galassie peculiari. Il che era davvero molto strano se si manteneva l'interpretazione cosmologica dei rispettivi Redshift (secondo cui i Quasar dovevano essere molto piu' lontani delle galassie). A meno che -comincio' a pensare Arp- i Red Shift dei quasar non centrino nulla con l'espansione dell'Universo e siano dovuti a qualche fenomeno finora sconosciuto.... Forse la piu' famosa di queste 'associazioni statistiche' riguarda la galassia spirale barrata NGC 1073 a basso Redshift, all'interno delle cui braccia Arp ha scoperto ben tre quasar ad alto Red Shift, con una probabilita' di 1 su 50.000 che tutto questo sia puramente casuale (Fig.3: http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp3.jpg NGC 1073, una galassia spirale barrata all'interno delle cui braccia Arp ha scoperto ben tre quasar ad alto Red Shift. (Cortesia Halton Arp). )
Ma, in alcuni casi, sembrano evidenti connessioni FISICHE tra quasar e galassie. L'esempio piu' famoso e' quello della galassia NGC 4319 e del quasar Markarian 205. In alcune immagini elettroniche riprese nel blu a Kitt Peak si intravede un leggero ponte di materia tra il quasar e la galassia (Fig.4: )http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp4.jpg NGC 4319 e il quasar Markarian 205: sono un esempio famoso di oggetti apparentemente interagenti e con Red Shift molto diversi. (Cortesia Halton Arp)).
Addirittura sembra che questo ponte di materia prosegua fino al nucleo della galassia e che, in posizione diametralmente opposta al quasar ci sia una regione di alta luminosita' ultravioletta: insomma sembra quasi che ci sia stata una esplosione nel nucleo della galassia che abbia eiettato il quasar dal nucleo stesso. Ma oltre a quasar fisicamente connessi a galassie ma con Redshift molto maggiori di queste, Arp ha scoperto anche galassie con Redshift anomali. Uno di questi casi risale al 1984 e riguarda la galassia NGC 5296 (Fig.5: http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp5.jpg NGC 5296 (Cortesia Halton Arp) ).
Da questa galassia emerge un doppio flusso di materia che confluisce da una parte verso un quasar ad alto Redshift e dall'altra verso una grande galassia spirale NGC 5297. Appena sotto NGC 5296 immagini a lunga posa mostrano una piccola galassia compatta chiaramente sopvrapposta alla prima, quindi DAVANTI ad essa: peccato che il suo Redshift ne indichi una velocita' nettamente maggiore di quest'ultima, e non viceversa, come dovrebbe essere se i Redshift fossero legati all'espansione dell'Universo (quindi fossero frutto di effetto Doppler)! Da questi clamorosi casi e da molti altri analoghi Arp ha ormai acquisito la convinzione che, almeno in alcuni casi, lo Spostamento verso il rosso delle linee spettrrali non abbia nulla a che fare con l'espansione cosmologica e, soprattutto che i quasar, lungi dall'essere situati ai limiti del nostro universo, non sarebbero altro che oggetti espulsi dai nuclei delle galassie attive.
Decine e decine di casi come quelli appena descritti sono stati riportati da Halton Arp in oltre un centinaio di articoli pubblicati su tutte le piu' importanti riviste scientifiche internazionali. (Visita questa pagina per ottenere la bibliografia completa di Halton Arp) L'ultimo della serie e' apparso sul THE ASTROPHYSICAL JOURNAL il 1 Gennaio'97 sotto il titolo: 'Discordant arguments on comparct groups' e riguarda la scoperta di Redshift diseguali nell'ambito di galassie appartenenti ad uno stesso ammasso.

E' possibile scaricare dal sito del GAT l'articolo di Arp, è in formato PDF, leggibile con un programma tipo Acrobat Reader (disponibile eventualmente al sito: http://www.adobe.com/prodindex/acrobat/readstep.html).
ARP.PDF - http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp.pdf - (307 Kb) è l'articolo 'Discordant arguments on comparct groups', mentre
ARP2.PDF - http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp2.pdf -(458 Kb) contiene le immagini relative all'articolo.
Nel 1988 Arp ha un po' sintetizzato la sua carriera scientifica nel suo famoso libro QUASAR, REDSHIFTS, AND CONTROVERSIES, tradotto pochi anni fa in italiano da Jaca Book con il titolo LA CONTESA SULLE DISTANZE COSMICHE E LE QUASAR
http://www.gruppoastronomicotradatese.it/arp/arp01.htm



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MessaggioInviato: 25/12/2008, 13:03 
Non so se vi rendiate conto della portata delle affermazioni di Halton Harp.Se lo spostamento verso il rosso (redshift)che si evidenzia dall'analisi spettrometrica delle radiosorgenti quasi stellari(quasar) non è in relazione con la velocità di allontanamento di tali sorgenti rispetto a noi,allora dobbiamo immaginare che esista un fenomeno alla base di tutto questo assolutamente misterioso ed aggiungerei io di ben lontana risoluzione in base alle nostre poche conoscenze sul cosmo e le sue leggi.
E' come se dicessimo che i pianeti del nistro sistema stellare apparentemente girano intorno al sole ma in realtà non lo fanno affatto.
Questo significa che c'è bisogno di una grande rivoluzione gnoseologica in campo astrofisico;per questo gli studi di Halton Harp sono stati osteggiati dall'establishment degli astrofisici yankee i quali avrebbero dovuto riscrivere i trattati di cosmogonia elementare,dall'inizio alla fine.Questo è quello che ancora oggi accade a chi porta avanti idee innovative per altro suffragate da osservazioni empiriche,che si scontrano con il sapere accademico acquisito dalle varie branche della scienza.Pensate se qualche scienziato si azzardasse a parlare alla comunità scientifica internazionale di UFO ed annessi...



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MessaggioInviato: 02/12/2012, 11:02 
Una ricerca del Virginia Tech, pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal, ha individuato un quasar cinque volte più potente di qualunque altro mai individuato. I quasar sono dei potentissimi fiumi di plasma e energia che sono generati dalla distruzione della materia che cade in un buco nero. Il getto può estendersi per anni luce e essere abbastanza luminoso da essere visto attraverso l’Universo. Il quasar in questione, chiamato “SDSS J1106+1939” emette energia pari a circa due trilioni di volte quella del Sole. ”E’ cento volte piu’ grande della energia complessivamente emessa dalla Via Lattea”, ha spiegato Nahum Arav, fra gli autori dello studio. Una simulazione al computer ha mostrato che queste potentissime emissioni generano un meccanismo di feedback che ”contrae” la galassia intorno al suo buco nero centrale. Gli astronomi hanno calcolato che il flusso di energia si muove a circa 8 mila chilometri al secondo e si estende per circa 1000 anni luce dal buco nero.

http://www.meteoweb.eu/2012/12/individu ... le/167917/


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MessaggioInviato: 02/12/2012, 16:57 
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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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MessaggioInviato: 02/12/2012, 17:50 
Sostanzialmente si dice che il red shift che hubble collegava all'espansione dell'universo sia stato una sorta di specchietto per le allodole, o meglio un illusione magari generata da una idea preconcetta che gli ha fatto associare questo fenomeno all'idea che tale spostamento verso il rosso fosse dovuto ad un effetto dopler? MA se così fosse bisognerebbe buttare nuovamente tutto nel gabinetto almeno per quel che riguarda l'espansione dell'universo, dunque torniamo al punto di partenza: l'universo è statico si espande o si contrae?



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MessaggioInviato: 11/12/2012, 02:00 
Sono decenni che io scrivo e discuto un po'dappertutto queste cose.

Arp e il suo gruppo,ma non solo loro,hanno mostrato che la luce se ne fotte dell'effetto Doppler

La luce non è un'onda acustica come le sirene dei pompieri che quando arrivano sembrano aumentare di volume e quando si allontanano....diminuire

La luce viaggia in ogni direzione partendo da un punto :

se ci viene incontro da 5anniluce di distanza dovrebbe spostarsi verso il blu....da 10 pure ma un po'meno....

Se si allontana dovrebbe andare sempre piû sul rosso man mano che la distanza e la velocitâ di fuga aumentani...

Ma la luce viaggia nel vuoto ,è soggetta ai campi gravitazionali,
cambia di rotta spesso seguendo le curvature del continuum,quindi Prende e Perde Energiaa.

Recentessime osservazioni astrofisiche hanno mostrato che i campi gravitazionali deviano i fotoni e nel contempi possono "caricarli" o "scaricarli" di energia :

In gergo si parla di "luce stanca" e di "luce sveglia o carica"

Ora a noi arriva luce stanca e luce carica....ma da quel che si puó arguire dagli spettrii delle galassie...quasi sempre stannca

Questo fatto ha ingannato i cosmologi :

Lo spostamento verso il rosso non centra con la velocitâ di allontanamenti ,dunque l'universo non è in espansione ma solo in movimento.

Non esiste energia oscura che lo espande....l'universo è un sistema complesso autoregilantesi in cyi la materiaenergia non si crea nè si distrugge ma si trasforma in continuazione.

Lo spostamento verso il rosso segnala solo il grado di "stanchezza"della luce e basta:

Piû risulta spostata la luce di una galassia sul rosso,piû la sua luce ci arriva stanca

Ma attenzione,questo non significa affatto che ciô sia dovuto solo alla distanza....puô dipendere anche dalle curvature gravitazuonali e dai campi che possono caricare o ....stancare i fotonu.

Così è anche per lo spostamento verso il blu:

Non centra solo la vicinanza ma il fatto che la luce,in questo caso,arriva...sveglia...carica.

Questo spiega,ad esempio i casi dimostrati da Arp:

un quasar puó produrre luce carica,un altro meno carica e questo dipende dai campi gravitazuonali in gioco non solo nel quasar stesso,ma nel percorso che la sua luce fa per arrivare a noi

Quindi non meraviglia il fatto che due quasars collegati alla stessa galassia diano redshift diversi ,anche opposti

Infatti loro non si muovono in senso contrario l'uno dall'altro..è la loro luce ad essere piú o meno stanca o carica quando arriva da noi.

Vedete,il modello del big bang è semplicistico e ingenuo:

É la traduzione razionale dell'idea antica di creazione dal nulla di un cosmo che poi si espande,eccc...

Fa acqua da tutte le parti dato che i....dati nuovi e quelli critici e a sfavore lo disconfermano.

Inventarsi leffetto Doppler,l'energia oscura,la materia oscura,ecc...sono altrettanti escamotages per spiegare fatti in modo tale da confermare un modello.

In realtá l'universo è talmente,complesso,contraddittorio,ricco di variabili tali da Impedirne non solo il Controllo e la Gestione(il cosmo è....anarchico)...ma anche la Comptensione e la sua Rappresentazione Teorica.

Questo gli astronomi e gli astrofisici non l'accetteranno mai e se l'energia oscura non basterâ come...idea ne penseranno una semioscura o a pois....per tenere a galla il loro modello.



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MessaggioInviato: 11/12/2012, 21:26 
Cita:
tommaso ha scritto:

Non so se vi rendiate conto della portata delle affermazioni di Halton Harp.Se lo spostamento verso il rosso (redshift)che si evidenzia dall'analisi spettrometrica delle radiosorgenti quasi stellari(quasar) non è in relazione con la velocità di allontanamento di tali sorgenti rispetto a noi,allora dobbiamo immaginare che esista un fenomeno alla base di tutto questo assolutamente misterioso ed aggiungerei io di ben lontana risoluzione in base alle nostre poche conoscenze sul cosmo e le sue leggi.
E' come se dicessimo che i pianeti del nistro sistema stellare apparentemente girano intorno al sole ma in realtà non lo fanno affatto.
Questo significa che c'è bisogno di una grande rivoluzione gnoseologica in campo astrofisico;per questo gli studi di Halton Harp sono stati osteggiati dall'establishment degli astrofisici yankee i quali avrebbero dovuto riscrivere i trattati di cosmogonia elementare,dall'inizio alla fine.Questo è quello che ancora oggi accade a chi porta avanti idee innovative per altro suffragate da osservazioni empiriche,che si scontrano con il sapere accademico acquisito dalle varie branche della scienza.Pensate se qualche scienziato si azzardasse a parlare alla comunità scientifica internazionale di UFO ed annessi...


Esatto, io mi rendo conto eccome.
Inoltre Arp ci ricorda che la teoria del big bang, a sua volta intersecantesi con la Relatività, è solo un modello fino a prova contraria.



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MessaggioInviato: 12/12/2012, 01:08 
in cosmologia esistono ,grosso modo,due posizioni diverse:

una fa capo alle teorizzazioni di Fred Hoyle,l'altra al modello del big bang

Hoyle,propositore,tra l 'altro,dell'ipotesi "panspermia",sosteneva l'idea di un universo stazionario,in qualche modo infinito in ogni direzione,autoregolantesi,in cui la materiaenergia si trasforma in continuazione ma non si crea nédistrugge mai

Gli ideatori del modello "big bang",invece,sostengono l'idea di un universo che ha avuto un inizio e che probaiblmente,avrà una fine,si espande in continuazione,diventnando sempre più "vuoto",freddo e alla fine...completamente entropico,cioé morto.

Harp si situa più o meno a metà strada tra i due,in quanto,non ha mai negato l'idea che l'universo possa espandersi,che le galassie possano allontanarsi le une dalle altre,ma,nel contempo,possano,anche,in parte avvicinarsi(come é il caso,ad esempio,della nostra Via Lattea con la galassia di Andromeda)

Però,ad esempio,contesta l' idea di un inizio esplosivo o inflazionistico,ritiene che la radiazione di fondo non sia l'eco del big bang,sostiene che i quasars non sono oggetti primari ,ma risultati di espulsioni dal nucleo di galassie vecchie,e così via.

Non accetta neppure l'idea di un redshift dovuto all'allontanamento progressivo e sempre più veloce delle galassie,quindi contesta l'esistenza di energia oscura e materia oscura,anche se ammette che l'universo possa espandersi.

In parte,le sue idee sono state confermate ma,in parte ,sono state confermate anche aspetti importanti del modello big bang

Ad esempio,é assodata l'esistenza di galassie giovani e molto giovani in aree dell'universo dove,secondo il big bang ,dovrebbero esisterne solo di vecchie.

È assodato anche il contrario,cioé la presenza di galassie vecchie in aree...giovani del cosmo...

Poi ,sembra assodata anche l'idea che i campi gravitazionali particolarmente forti,siano in grado di caricare la luce,come pure sembrerebbe sensata l'ipotesi che la luce si "stanchi",senza ovviamente perdere velocità e proprietà,nel corso dei suoi lunghissimi viaggi...

Per quanto riguarda i quasars,poi,si ritene che ne esistano di tipi diversi,quindi anche gli astrofisici ortodossi hanno abbandonato,uin parte,l'idea che si tratti di oggetti primigeni,embrioni di future galassie.

Oggi la classificazione die quasars ö molto più complessa e articolata di quella precedente...

Poi,sono state scoperte alte fonti di energia potentissime,l'ultima delle quali,un'esplosione gamma di
una potenza incredibile,pari a quella di decine di galassie messe insieme,si conoscono meglio i buchi neri,
insomma l'astronomia e l'astrofisica SEMBRA MUOVERSI BENE VERSO UNA MAGGIORE ELASTICITÂ MENTALE E UNA MINORE DIPENDENZA DA MODELLI,COME QUELLO DEL BIG BANG...

iN FONDO,hARP SI SITUA IN UNA AREA INTERMEDIA TRA L'ORTODOSSO E ...L'ALTERNATIVO.

I suoi scontri passati con l'establishsment americano,sono stati dovuti più ad invidie e problemi di
competizione professionale che ai contenuti stessi,anche se questi contenuti sono stati poi usati da ambo le parti per mimetizzare la cosa.

Harp é sicuramente uno degli astronomi più bravi e competenti :

é ritenuto uno dei massimi esperti in quasars e galassie Seyfert ,é un ricercatore apprezzato e un comunicatore interessante.

Io,più che un conflitto tra le sue idee e quelle ortodosse,vedo una sorta di intransigenza storica da parte degli ambienti ufficiali e una sua conseguente radicalizzazione ,un suo insistere molto sui contenuti che,secondo me,significa anche...un insistere sulla sua autonomia e sul suo modello di universo.

Ora,l'universo non é...un modello....é una realtâ complessa in continuo cambiamento.in parte ancora inafferabile,misteriosa,in parte nota,ma anche contraddittoria e ambigua,per alcuni aspetti,in sö e per sé

Volerlo fare rientrare in un modello teorico é sbagliato,e questo anche Harp non l'ha ancora capito.

I modelli sono utili quel tanto che basta per capire le cose nella loro essenzialità,ma,nel contempo,IMPEDISCONO ANCHE DI COGLIERE ASPETTI PARTICOLARI di quello che studiano E SI RITROVANO POI,IN DIFFICOLTÂ
INTRINSECHE CHE DEVONO RISOLVERE,TALVOLTA,CON ESCAMOTAGE AZZARDATI.

Forse sarebbe bene lasciar perdere i modelli,o usarli solo nel senso che ho spiegato prima,cercando invece di
chiarire LE VARIABILI CHE SECONDO NOI UMANI SONO DAVVERO ESSENZIALI.

L'universo é un sistema complesso tale che rappresentarlo razionalmente appare praticamente impossibile,capirlo anche di più :

forse possiamo coglierne,come ho detto le variabili essenziali e capire l'essenziale delle loro interrelazioni,ma più di questo...io dubito si possa fare.

ciau [8D]



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MessaggioInviato: 12/12/2012, 11:16 
Sono tutte considerazioni interessanti,ma sono affrontate dal punto di vista filosofico che scientifico.Avete idea del lavoro che ci sia dietro un'ipotesi di questo tipo?Anni di osservazioni,ricerca,eventi e matematica come se piovesse.Intuizioni a parte,tutto è frutto di un lavoro certosino e di ricostruzione di un puzzle cosmico.



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MessaggioInviato: 12/12/2012, 16:29 
Ale,la scienza senza filosofia della scienza non avrebbe fatto molta strada

Pensa al metodo scientifico :

dapprima induttivo(dal particolare al generale,dai dati alle ipotesi),poi,ipotetico-deduttivo (dal generale al particolare,dalla ipotesi a aal lavoro sul materiale)

Per quanto riguarda i modelli,poi,io li ritengo utili se aperti ed evolutivi

Il merito di Harp,è stato quello di mostrare alcune incongruenze della ipoteai big bang
Perô ,c'è anche da dire che è andato oltre senza fornire quelliche tu,giustamente,chiami dati,equazioni,conferme.

Ad esempio,lui afferma che la radiazione di fondo nell'universo,non è affatto l'eco attuale dell'"esplosione" primigenia,ma,la risultante di variabili cosmiche.

Ora,la radiazione di fondo,è uno dei pilastri del modello big bang,e se avesse ragione lui,crollerebbe una buona parte del modello stesso

Purtroppo peró,lui NON porta dati probanti che la falsifichino,
quindi il pilastro regge .

Anche lui ha limiti,anche lui ha fatto errori,come tutti.

Questo è il bello della scienza.

Ciau



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Ad oggi per la scienza l'universo è in espansione sempre piu veloce.



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scoperta molto rara:un quasar triplo..................
........................................................................................................



Immagine:
Immagine
72,17 KB


Immagine infrarossa del sistema triplo di quasar, denominato QQQ J1519+0627, ottenuta con il telescopio infrarosso di Calar Alto. Credit: Emanuele Paolo Farina

Per solo la seconda volta nella storia, un team di scienziati del Carnegie Institute, tra cui anche Michele Fumagalli, hanno annunciato di aver scoperto un caso estremamente raro di un sistema formato da tre quasar! Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista "Monthly Notices of the Royal Astronomical Society".
I quasar sono sorgenti estremamente brillanti e potenti di energia, che si trovano al centro di antichissime galassie e circondano buchi neri supermassicci. In sistemi con multipli quasar, i corpi sono tenuti insieme dalla gravità e si pensa siano il prodotto della collisione di queste galassie.

E' molto difficile osservare un sistema triplo di quasar, per via dei limiti osservativi che prevengono la possibilità, da parte dei ricercatori, di differenziare tra corpi multipli molto vicini, a distanze astronomiche di miliardi di anni luce. Non solo ma già di suo si pensa che si tratti di un fenomeno rarissimo.

Combinando però insieme la potenza di diversi telescopi, insieme ad avanzati modelli computerizzati, il tea, guidato da Eamunele Farina dell'Università di Insubria, Como, è riuscito a scoprire il quasar triplo, chiamato QQQ J1519+0627. La luce proveniente da questi quasar ha viaggiato per ben 9 miliardi di anni luce per raggiungerci e questo significa che l'universo all'epoca in cui lo vediamo qui aveva solo un terzo della sua attuale età.

Avanzate analisi hanno confermato che quello che il team ha scoperto è davvero un caso eccezionale di tre distinti quasar che orbitano insieme.

Due membri del sistema triplo sono più vicini tra di loro e questo fa pensare che all'origine del sistema possa esserci dl'interazione tra due quasar adiacenti, a cui si è aggiunto solo in un secondo momento il terzo quasar. Per di più, non è stata trovata alcuna prova di qualche galassia ultra-luminosa negli infrarossi. Si tratta di galassie in cui comunemente si trovano i quasar. Come risultato, il team ha proposto che questo sistema triplo è parte di qualche più grande struttura vastissima ancora in fase di formazione ed evoluzione.

Grazie a questi nuovi studi il team spera di riuscire a comprendere meglio come si sono venute a formare le vaste strutture cosmiche su cui si poggia l'interno universo e quali sono i processi di nascita delle galassie più massicce la fuori.
"Ulteriori studi ci aiuteranno a comprendere esattamente come sono nati questi quasar e quando è rara la loro formazione" ha specificato Farina.

http://phys.org/news/2013-03-extremely- ... uasar.html

da link2universe


Ultima modifica di ubatuba il 14/03/2013, 09:50, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 14/03/2013, 21:14 
notizia molto interessante ubatuba

L'universo è come una rosa che si apre petalo per petalo e ogni volta è una sorpresa.

In questo caso,per esempio.

Quindi il discorso sui quasars è molto pi^u complesso di quanto si credeva qualche decennio fa.

Una curiosità:Arp è ancora vivo?E pubblica ancora lavori ,cose nuove?

Sono curioso di saperlo.

ciao



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