16/02/2016, 01:17
Cervello 'scongelato' senza danni, nuovo passo verso l'ibernazione
Pubblicato sulla rivista 'Cryobiology' un grande successo nel campo dell'ibernazione, che potrebbe aprire la strada a progetti scientifici ambiziosi, inclusa la 'crioconservazione' di esseri umani. Si tratta di un esperimento guidato da Robert McIntyre della società 21st Century Medicine, che ha portato avanti il congelamento e il successivo scongelamento di un cervello di coniglio, senza riportare alcun danno. Un progetto che è stato completato dopo 5 anni di tentativi e che si è guadagnato il premio della Brain Preservation Foundation, che aveva lanciato la sfida ai ricercatori.
Per evitare di danneggiare il cervello e i neuroni a causa dei cristalli di ghiaccio che si formano quando vengono utilizzati metodi di congelamento tradizionali, i ricercatori hanno utilizzato la vitrificazione, sfruttando sostanze crioprotettrici: l'organo del piccolo mammifero è stato fatto scendere a -211 gradi Fahrenheit (-135° C) e, quando è stato scongelato, le sinapsi del cervello, le strutture intracellulari e le membrane cellulari sono rimaste intatte. E' stata impiegata una sostanza, chiamata glutaraldeide, che ha aiutato a raggiungere questo traguardo ma che, essendo tossica, dovrà essere sostituita con molecole non nocive. Il progetto alimenta la speranza di sviluppare un metodo sicuro ed efficace per l'ibernazione umana, per 'crioconservare' ad esempio malati terminali fino al momento in cui saranno disponibili cure efficaci per la loro patologia. Una scelta che già alcune centinaia di persone nel mondo hanno fatto grazie ad aziende specializzate.
19/11/2016, 13:01
La speranza di una 14enne con cancro, sarà ibernata in un centro di criogenesi
L'aveva chiesto lei nella speranza di essere 'risvegliata'
Un testamento che ha il significato di una speranza di vita. E' la vicenda di una ragazzina di 14 anni malata terminale di cancro, la quale ha ottenuto dai giudici che il suo corpo fosse conservato e non sepolto, nella speranza di essere un giorno "risvegliata" e guarita con nuove cure. Ma si è trattato di una battaglia legale senza precedenti in Gran Bretagna: il verdetto, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, è stato reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite "criogenesi".
L'ibernazione post-mortem della ragazza è stata autorizzata in via definitiva da un giudice dell'Alta Corte di Londra col consenso della madre e contro il volere del padre. La 14enne, colpita da una forma rara di cancro, viveva con la famiglia nell'area metropolitana della capitale britannica. La criogenesi è una tecnica che in origine si basa sull'idea di poter conservare a lungo un corpo a temperatura bassissima rallentandone le funzioni vitali gradualmente. Ma l'obiettivo vero - al centro anche delle trame di numerosi film e libri a sfondo più o meno fantascientifico - è quello di mantenerlo in condizioni sostanzialmente intatte nella speranza di poterlo poi risuscitare in un ipotetico contesto di ricerche più avanzate.
La protagonista di questa vicenda aveva scritto lei stessa al giudice prima di morire una lettera nella quale, riferisce ancora la Bbc, auspicava di poter "vivere più a lungo" in futuro e chiedeva di "non essere sotterrata". Spiegava di aver approfondito alcune teorie sulla "criopreservazione" su Internet e di sperare che attraverso questa tecnica le potesse essere data "la chance di essere curata e risvegliata, magari fra qualche centinaio di anni". Il giudice che ha pronunciato la sentenza, Peter Jackson, ha raccontato - rendendo noto adesso il caso - di aver visitato la ragazza in ospedale e d'essere rimasto "toccato dall'animo coraggioso con cui ha affrontato la sua sorte". Ma ha aggiunto che, tecnicamente, è stato chiamato solo a giudicare se dar ragione alla madre o al padre nella disputa fra genitori su come disporre del corpo della figlia dopo la morte.
22/11/2016, 10:49
22/11/2016, 22:01
23/11/2016, 14:07
Alighieri Dante ha scritto:Alla richiesta di Speranza cosa hanno dato a questa ragazza? Un bel frigorifero. Che tristezza.
24/11/2016, 15:27
MaxpoweR ha scritto:Alighieri Dante ha scritto:Alla richiesta di Speranza cosa hanno dato a questa ragazza? Un bel frigorifero. Che tristezza.
Beh è morta, cosa dovevano darle? Meglio farla magiare da topi e scarafaggi in una buca o darla alle fiamme?
Non ci vedo nulla di male nel farsi congelare in modo che un giorno si possa tornare a vivere nello stesso corpo e con lo stesso se stesso. Io stesso è una eventualità che percorrerei nel caso mi trovassi in condizioni simili. E non perchè rifiuti la morte o ne abbia paura, tutt'altro mi affascina molto, ma da persona morbosamente curiosa la possibilità di guardare 2\3 cento anni nel futuro con i miei occhi se ci fosse la coglierei.
Penso che il giudice, rispettando le volontà della ragazza, abbia preso una decisione assolutamente sensata e coraggiosa. Ognuno dovrebbe poter disporre della propria vita e della propria morte come meglio crede.
24/11/2016, 16:38
Alighieri Dante ha scritto:
E' prima che dovevano darle il senso dell'esistere, il calore della speranza, della consolazione della vita oltre la morte e della resurrezione, anziché prospettarle un freddo, materialista ed illusorio ripiegamento su questo mondo caduco.
Secondo la logica evangelica "se il chicco di grano caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto ...".
Alighieri Dante ha scritto:Dalla notte dei tempi l'uomo ha cercato di conservare, nei più svariati modi, il corpo dei defunti. In quasi tutte le culture queste pratiche sono state ispirate ad un profondo senso religioso, del sacro e volte ad una prospettiva ultraterrena. Ultraterrena e terrena allo stesso tempo nel cristianesimo: dei Santi, intercessori, ponti fra cielo e terra, già dai primi secoli vennero conservate e venerate le sacre reliquie.
L'ibernazione ha per fine, a livello teorico, il traslare nel futuro un corpo vivo; la crioconservazione un corpo ed un cervello necrotizzato, sovvertito dalla malattia, dichiarato legalmente morto. Cosa se ne può ricavare? Cellule da destinare alla clonazione, surrogato di immortalità? Un bel business. Chi mai potrà resuscitare un morto?
25/11/2016, 23:07
MaxpoweR ha scritto:In sostanza dovevano illuderla, raccontarle un sacco di idiozie in modo che si convincesse che, dopotutto, non fa nulla se a 14 anni ci lascia le penne per un tumore, il bello arriverà dopo!
Ovviamente stiamo ancora aspettando che qualcuno torni a dirci che quanti prospettano questa favoletta abbiano ragione.
Cosa ti fa credere che la ragazza non avesse speranza? Io penso che una persona che si affidi alle cure del tempo abbia molta più speranza di chi SEMPLICEMENTE si lascia andare alla morte. Questa ragazza ha così tanta speranza da aspettare, da riporre la propria esistenza nelle mani dell'uomo. Non vedo nessun modo migliore per attestare la propria fiducia e speranza nell'uomo e nei suoi valori più alti che questa.
Non c'è alcun bisogno di risorgere, perchè non esiste la morte. L'uomo in quanto tale non teme il tempo, è immortale e le informazioni che produce risuonano in eterno nelle maglie dell'universo. Quindi finiamola di menar il can per l'aia con ste scemenze da catechismo che servono sol oa mandare in pappa il cervello di persone deboli ed impaurite.
?I morti resuscitano già, non c'è nulla di trascendentale.
Se il corpo può funzionare la morte può essere evitata\sovvertita. E quindi quando il corpo potrà essere aggiustato, se ben conservato, permetterà alla persona di essere rianimata. La coscienza si riconnetterà al cervello e sarà come risvegliarsi dopo un lungo sonno senza sogni (forse). Dopotutto non ci sono contro indicazioni. Nel caso non ci fosse possibilità di essere riportata in vita resta morta quindi che il suo corpo sia in un frigo o nello stomaco di migliaia di vermi e mosche cosa cambia?
26/11/2016, 02:53
26/11/2016, 05:31
MaxpoweR ha scritto:Il signore sia lodato...
18/04/2019, 15:33
Cervello di maiale 'riattivato' 4 ore dopo la morte
Riattivate circolazione e attività cellulare nel cervello di un maiale quattro ore dopo la morte. Una scoperta clamorosa, che rievoca in chiave moderna gli esperimenti del dottor Victor Frankenstein descritti da Mary Shelley, e soprattutto sfida le ipotesi sulla tempistica e la natura irreversibile della fine di alcune funzioni cerebrali dopo la morte. A descrivere la ricerca su 'Nature' sono gli scienziati della Yale University (Usa).
Il cervello di un maiale morto, ottenuto da un impianto per il confezionamento delle carni, è stato isolato e trattato con una soluzione chimica progettata ad hoc. Così sono state osservate molte funzioni cellulari di base, che si riteneva si interrompessero definitivamente alcuni secondi o minuti dopo lo stop dell'ossigeno e del flusso sanguigno, riferiscono gli scienziati. "Il cervello intatto di un grande mammifero conserva la capacità, precedentemente sottovalutata, di riattivare la circolazione e alcune attività molecolari e cellulari, a diverse ore di distanza dall'arresto circolatorio", ha sintetizzato l'autore senior della ricerca, Nenad Sestan, professore di Neuroscienze, medicina comparata, genetica e psichiatria a Yale. Del laboratorio di Sestan fa parte anche il ricercatore Stefano G. Daniele.
Il gruppo di studiosi sottolinea comunque che al cervello 'riattivato' in laboratorio mancavano i segnali elettrici associati alla normale funzione cerebrale. "In nessun momento abbiamo osservato il tipo di attività elettrica organizzata associata a percezione, consapevolezza o coscienza", ha precisato infatti il co-autore dello studio Zvonimir Vrselja, ricercatore associato di neuroscienze. "Dal punto di vista clinico - aggiunge - questo non è un cervello vivente, ma è un cervello attivo a livello cellulare".
La morte cellulare nel cervello è considerata un processo rapido e irreversibile. Tagliato l'apporto di ossigeno e sangue, l'attività elettrica del cervello e i segni di consapevolezza scompaiono in pochi secondi, mentre i depositi di energia si esauriscono in pochi minuti. Attualmente si ritiene che si producano a questo punto una serie di lesioni e reazioni molecolari a cascata, che portano nell'arco di poco tempo a una degenerazione diffusa e irreversibile. Una tesi 'sperimentata' anche dagli studenti di medicina protagonisti del film 'Flatliners - Linea mortale'.
Tuttavia i ricercatori del laboratorio di Sestan hanno osservato che i piccoli campioni di tessuto con cui lavoravano di solito mostravano segni di vitalità cellulare, anche quando il tessuto era stato prelevato varie ore dopo la morte. Per questo, incuriositi, hanno ottenuto il cervello di maiali per studiare quanto fossa diffusa questa vitalità postmortem nell'organo intatto. Quattro ore dopo il decesso dell'animale, gli scienziati hanno ricollegato la vascolarizzazione del cervello facendo circolare una soluzione formulata e sviluppata ad hoc per preservare il tessuto cerebrale, utilizzando un sistema che chiamano BrainEx. Così hanno scoperto che l'integrità neurale era stata preservata e alcune funzioni neuronali, gliali e vascolari erano state ripristinate. La scoperta, assicurano, può aprire la strada a nuovi studi sulle patologie cerebrali.
"In precedenza eravamo in grado di studiare le cellule del cervello dei mammiferi solo in condizioni statiche o bidimensionali, utilizzando campioni di tessuto di piccole dimensioni al di fuori del loro ambiente originario", ha aggiunto Stefano G. Daniele, co-autore dello studio. "Per la prima volta siamo in grado di studiare il cervello in tre dimensioni, cosa che aumenta la nostra capacità di analizzare complesse interazioni cellulari".
La nuova piattaforma di ricerca potrebbe un giorno essere in grado di aiutare i medici a trovare nuovi modi per salvaguardare la funzione cerebrale nei pazienti con ictus, o testare l'efficacia di nuove terapie mirate al recupero cellulare dopo una lesione, un trauma o una malattia.
Attenzione, però: all'origine dell'impresa di Yale non c'è mai stato l'obiettivo del dottor Frankenstein. "Il ripristino della coscienza non è mai stato un obiettivo di questa ricerca", ha assicurato un altro co-autore dello studio, Stephen Latham, direttore del Centro interdisciplinare di bioetica di Yale. "I ricercatori erano pronti a intervenire con l'uso di anestetici e la riduzione della temperatura per fermare l'attività elettrica globale organizzata, se fosse emersa. Tutti hanno concordato in anticipo sul fatto che esperimenti sulla ripresa dell'attività" cerebrale "globale non potrebbero andare avanti senza chiari standard etici e meccanismi di supervisione istituzionale". Insomma, una cosa è studiare la 'vitalità' del cervello dopo la morte, altra è tentare di riportarlo in vita.
18/04/2019, 18:23
18/04/2019, 18:58
18/04/2019, 19:01
18/04/2019, 19:44
Aztlan ha scritto:Rispetto la fede in Dio che condivido, anche se non so nulla più della media sull' aldilà... Sono aperto. Ma, Scusami, questo cosa c' entra?
Non parliamo di una persona che ha vissuto la sua vita e forse domani risorgerà anche. Ma di una ragazzina morta divorata da una malattia crudele ancora prima di diventare donna, madre, nonna.
Che c' è di male se chiede che il suo corpo venga crio-conservato come possibile oggi nella (quasi certamente vana, ma chissà) speranza di avere una seconda chance
Hai mai pensato che se Dio ha donato agli esseri come l' Uomo l' intelligenza di scoprire tutte queste medicine e tecniche potrebbe essere proprio per dare una possibilità a chi è vittima della imperfezione del Creato?
Che tocchi a noi almeno in parte lavorare sodo per dimostrare di avere fatto nelle opere il riflesso del Creatore?
O deve essere tutto quanto solo come comprensibile a pastori di capre del deserto di 4000 anni fa?