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| Autore: | 2di7 [ 21/06/2009, 20:48 ] |
| Oggetto del messaggio: | Un modello delle macchie solari |
Il modello suggerisce che per creare le strutture complesse delle macchie solari i campi magnetici al loro interno debbano essere inclinati in alcune particolari direzioni Aprendo la strada a una migliore comprensione delle dinamiche del Sole e dell'impatto che hanno sul nostro pianeta, un gruppo internazionale di ricercatori guidati dal National Center for Atmospheric Research (NCAR) e dal Max-Planck-Institut per la ricerca solare ha realizzato il primo modello al computer complessivo delle macchie solari. Queste ultime sono associate a massicce espulsioni di plasma che possono causare tempeste geomagnetiche e disturbare le comunicazioni con i sistemi di navigazione. Inoltre, contribuiscono alle variazioni delle emissioni complessive del Sole che possono influenzare, a loro volta, il tempo meteorologico sulla Terra e l'andamento delle fluttuazioni climatiche. "Questa è la prima volta che abbiamo un modello di un intera macchia solare", ha commentato Matthias Rempel, ricercatore dell'High Altitude Observatory dell'NCAR e coautore dell'articolo apparso su "Science Express". "Se si vuole comprendere tutti i fattori che determinano il sistema atmosferico terrestre occorre comprendere in che modo emergano le macchie solari e in che modo poi evolvano." Fin da quando 100 anni fa furono scoperti i flussi al centro delle macchie solari, gli scienziati hanno cercato di spiegarne la struttura, il numero e la variabilità temporale che segue un ciclo di 11 anni. Il modello suggerisce che per creare le strutture complesse delle macchie solari, i campi magnetici al loro interno debbano essere inclinati in alcune particolari direzioni. Secondo gli autori, infine, esiste una spiegazione fisica unitaria della struttura delle macchie nell'umbra (la regione centrale più scura) e nella penumbra (l'alone più chiaro) che è conseguenza della convezione in un campo magnetico con proprietà variabili. Per ottenere il modello, il gruppo ha disegnato un dominio tridimensionale virtuale corrispondente a un'area di superficie di circa 20.000 per 40.000 chilometri per una profondità di 2000 chilometri. E' poi stata considerata una serie di equazioni che coinvolgono le leggi fisiche fondamentali sul trasferimento di energia, sulla dinamica dei fluidi, sull'induzione magnetica e su altri fenomeni alla base della dinamica delle macchie solari. Tutti i dati sono poi stati elaborati grazie a un supercomputer blue fire, una macchina realizzata dall'IBM che può svolgere 76.000 miliardi di calcoli al secondo. Fonte: lescienze.espresso.repubblica.it |
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