"Con piccoli passi alla volta, senza neppure accorgercene, stiamo entrando nell'era del transumanesimo. La maggior parte delle persone non sa neppure di cosa si tratta ma prima di quanto si possa immaginare, questo concetto verrà introdotto nella cultura popolare come qualcosa di positivo. Esiste però, il pericolo concreto e reale che le nuove tecnologie vengano utilizzate dai tecnocrati per controllare le masse con modalità ancora più inquietanti di quelle profetizzate da Orwell quando descrisse l'avvento della psicopolizia. La tecnologia non può essere fermata e quello che oggi sembra ancora fantascienza, è già una realtà che si va rapidamente sviluppando anno dopo anno....Osservando chi esercita il vero potere nell'attuale contesto mondiale, dubito che il transumanesimo e il controllo delle macchine con il pensiero (o viceversa) possa essere utilizzato per scopi filantropici....In ogni caso però, questo tipo di esperimenti, sta aprendo uno squarcio profondo nel velo di maya che identifichiamo come realtà...." (Marco Pizzuti)Come in Matrix, il cervello può interagire con la realtà virtualeCon stimoli diretti, è riuscito a giocare con un videogioco
Uno dei soggetti sottoposti alla simulazione realizzata dall’universita’ di Washington (fonte: University of Washington)Non è più solo fantascienza l’idea del cervello collegato direttamente al mondo virtuale di una macchina senziente, come immaginato nel film Matrix. I ricercatori guidati da Rajesh Rao, dell’universita’ di Washington, sono riusciti a compiere il primo passo per dimostrare, attraverso un videogioco, che gli esseri umani possono interagire con la realtà virtuale tramite la stimolazione del cervello. Sulla rivista Frontiers in Robotics and AI, gli studiosi descrivono quella che è la prima dimostrazione di uomini che giocano un semplice videogioco, servendosi dei soli input dati dalla stimolazione del cervello, senza affidarsi a nessun tipo di segnale offerto da vista, udito o tatto.
Come in MatrixI partecipanti allo studio dovevano farsi strada in 21 diversi labirinti, con due scelte, cioè se muoversi avanti o sotto, sulla base di quello che sentivano attraverso la stimolazione visiva di un fosfene (cioè un fenomeno visivo per cui dei puntini luminosi vengono percepiti come macchie o barre di luce). Per segnalare in quale direzione muoversi, i ricercatori hanno generato un fosfene attraverso la stimolazione magnetica transcraniale. ”La domanda fondamentale è – si chiede Rao – se il cervello può usare informazioni artificiali mai viste prima, e consegnategli direttamente per navigare in un mondo virtuale o eseguire compiti utili senza stimoli sensoriali. La risposta è sì”. Le cinque persone studiate hanno compiuto i giusti movimenti nei labirinti il 92% delle volte, quando hanno ricevuto il segnale direttamente con la stimolazione al cervello, contro il 15% delle volte in cui non hanno avuto questa guida. Ciò dimostra anche che nuove informazioni che arrivano da sensori artificiali o generati da mondi virtuali possono essere elaborati e fatti arrivare, in modo non invasivo, al cervello per risolvere dei compiti. ”In futuro questa tecnica potrebbe essere usata per aiutare persone con deficit sensoriali, oltre che ad aprire la strada ad una realtà virtuale più realistica”, conclude Rao.
Fonte:
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubr ... ?idPhoto=2