l padre dell’atomica iraniana fu ucciso da una mitragliatrice assistita da IA
Mohsen Fakhrizadeh, il padre del programma nucleare iraniano, è stato ucciso il 27 novembre del 2020. Anche se Israele non lo ha mai confermato ufficialmente, Fakhrizadeh è caduto per mano dell'intelligence israeliana grazie all'utilizzo di una mitragliatrice calibro 7.62 da una tonnellata guidata via satellite da circa 1.600 chilometri di distanza e assistita da intelligenza artificiale, tecnologia ormai presente in tantissimi settori, dalla guida autonoma alla sorveglianza.
Il New York Times ha ricostruito e provato a chiarire alcuni aspetti e le modalità che hanno permesso questa azione basandosi su interviste fatte a funzionari americani, israeliani e iraniani.
Per l'attentato è stato utilizzato un modello speciale di un FN MAG di fabbricazione belga
Convinto che Fakhrizadeh stesse aiutando l'Iran a realizzare una bomba nucleare, Israele voleva ucciderlo da almeno 14 anni, tuttavia, nonostante le tante minacce e le informazioni dell'intelligence su possibile attentati, Fakhrizadeh continuava ad essere molto abitudinario. Proprio questo aspetto sarebbe stato alla base del successo dell'operazione israeliana ma a favorire il successo dell'operazione ci sarebbero state anche gravi carenze nella sicurezza oltre a un'ampia pianificazione e sorveglianza.
Ignorando i consigli della sicurezza, Fakhrizadeh si è messo spesso anche alla guida della sua auto invece di utilizzare un veicolo blindato sotto scorta, violando i protocolli di sicurezza. I preparativi per l'attentato sarebbero iniziati dopo una serie di incontri tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 tra funzionari israeliani, guidati dal direttore del Mossad, Yossi Cohen, e alti funzionari americani, tra cui il presidente Donald Trump, il segretario di Stato Mike Pompeo e Gina Haspel della CIA.
Israele ha utilizzato una mitragliatrice FN MAG montata su un pickup
Dopo una serie di ipotesi sulle modalità, Israele ha scelto di utilizzare una mitragliatrice FN MAG di fabbricazione belga collegata a un apparato robotico avanzato. Il problema era il peso di tutto l'apparato: mitragliatrice, robot, componenti e accessori pesavano circa una tonnellata. Tutto è stato quindi fatto arrivare segretamente in Iran pezzo per pezzo, in vari modi, percorsi e tempi per poi essere rimontato.
Il robot è stato sviluppato per adattarsi al piano di carico di un comune pickup su cui sono state anche montate una serie di telecamere. Per distruggere tutte le prove dopo l'attentato, il pickup è stato imbottito di esplosivo. Il computer veniva controllato via satellite e per compensare i ritardi di comunicazione è stata utilizzata l'intelligenza artificiale che aveva il compito di gestire movimenti dovuti al rinculo dei colpi e la velocità dell'auto.
Per essere sicuri che ci fosse realmente Fakhrizadeh alla guida del veicolo al momento dell'attacco, è stata posizionata un’altra auto senza una ruota, appoggiata su un martinetto, lungo il tragitto con una telecamera in grado di verificare in tempo reale i passeggeri. Gli investigatori hanno anche scoperto che tutte le telecamere di sicurezza lungo la strada erano state disattivate.
L'operazione è stata avviata alle 15.30 del 27 novembre 2020. L'intera operazione è durata meno di un minuto e sono stati sparati quindici proiettili in tre raffiche che sono riusciti a uccidere Fakhrizadeh. Successivamente è stata fatta detonare la bomba nel pickup che non è riuscita nel suo scopo: la maggior parte dell'attrezzatura è stata infatti solo scagliata in aria ma, seppur danneggiata in modo irreparabile, è rimasta in gran parte intatta.