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 Oggetto del messaggio: Un 'cecchino' contro il tumore al pancreas
MessaggioInviato: 08/11/2018, 23:10 
Un 'cecchino' contro il tumore al pancreas: nuovo studio con l'adroterapia


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Una speranza in più per i malati di tumore al pancreas: è l'adroterapia. È una tecnica oncologica innovativa che prevede l'utilizzo di fasci di particelle, protoni e ioni carbonio che colpiscono in modo mirato e preciso le cellule tumorali, preservando i tessuti sani. Il Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, uno dei cinque centri al mondo, l'unico in Italia, ha avviato, in collaborazione con la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, uno studio clinico di fase II su pazienti affetti da neoplasia pancreatica operabile.

L'adroterapia, che in questo caso specifico però è combinata con la chemioterapia, viene considerata dai ricercatori una sorta di 'tiratore scelto' che colpisce senza margine di errore un bersaglio evitando il rischio di ferire la folla. Caratteristica del trattamento è dunque di poter concentrare la dose in un volume ben definito (il tumore o la massa da irradiare) con una minore dispersione di radiazione nei tessuti sani circostanti. Gli ioni carbonio, in particolare, si dimostrano particolarmente efficaci in caso di tumori resistenti alle radiazioni convenzionali e anche ai protoni (la cui efficacia biologica è analoga a quella dei raggi X) per la loro capacità di determinare un danno maggiore a carico del Dna delle cellule tumorali.

Il tumore del pancreas è una delle forme tumorali più gravi e più difficilmente curabili con una sopravvivenza pari all'8% a 5 anni dalla diagnosi. 13.300 sono le nuove diagnosi stimate in Italia nel 2018 e 22.000 le persone che complessivamente ne sono colpite nel nostro Paese. Al momento della diagnosi, solo il 20% dei pazienti presenta un tumore al pancreas in uno stadio iniziale, ma, anche nei casi di asportazione chirurgica completa l'incidenza di recidive locali è comunque elevata, soprattutto in assenza di terapie aggiuntive. Il tumore del pancreas, inoltre, per la sua posizione vicina a tessuti sensibili, non può essere irradiato con alte dosi di radioterapia convenzionale, non compatibili con la tolleranza dei tessuti sani.

Il percorso prevede che i pazienti siano sottoposti a chemioterapia per sei settimane e successivamente a un trattamento con adroterapia con ioni carbonio (2 settimane con 4 sedute a settimana), prima dell'intervento chirurgico. L'obiettivo primario dello studio è la valutazione della sopravvivenza libera da progressione, ma saranno valutati come obiettivi secondari anche la sopravvivenza globale, il tasso di resecabilità stratificato per gruppi, cioè per pazienti operabili rispetto a pazienti borderline, e le tossicità eventuali.
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