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 Oggetto del messaggio: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 14:27 
Penso che abbiate sentito tutti parlare in tv del blocco da parte di Google (e di altre multinazionali made in USA) delle forniture verso il leader mondiale delle telecomunicazioni, la cinese Huawei, che tra l'altro ha anche acquisito i diritti per il 5G in italia pagandocelo fior di miliardi.

La cosa scandalosa è che ci sia una parte del mondo che si arroghi il diritto di distruggere (o tentar di) un suo competitore commerciale col solo inserimento del suddetto in una lista nera, senza alcuna prova, senza un processo, senza niente.

Il famoso libero mercato e la globalizzazione tanto cara agli USA vale solo se sono gli USA i leader del mercato, altrimenti zio sam mostra la sua vera faccia di predatore seriale.

Di seguito alcuni articoli che trattano la questione, in attesa di sviluppi concreti, ad oggi il mio Huawei P8 lite (il miglior telefono che abbia mai avuto!) continua ad aggiornarsi e funzionare senza problemi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 14:28 
Cita:
Cosa c'è dietro il caso Huawei?

Aiutatemi a capire il caso Huawei perfavore. Una casa produttrice esce sul mercato con un prodotto extra competitivo, e semplicemente gli americani decidono di mettergli i bastoni fra le ruote per difendere Samsung e Apple?

Perchè è vero che dopo l'annuncio di oggi (operatività limitata di Android su Huawei) le due concorrenti Apple e Samsung hanno guadagnato parecchio in borsa, ma basta questo a giustificare una guerra di questo tipo al colosso cinese? Come è possibile accusare Huawei di "mettere a rischio per la sicurezza nazionale" senza che questi smentiscano, o comunque provino a dimostrare che le accuse non sono vere?

Davvero oggi basta dire "quel telefonino ha un sistema di spionaggio segreto inserito al suo interno" per buttare a terra un'impresa tecnologica come quella cinese? Senza controprove, e senza che nessuno accusi invece magari la Apple o la Samsung di fare la stessa cosa?

C'è qualcosa di stranamente asimmetrico in questa battaglia che assolutamente non mi torna. Aiutatemi a capire cosa c'è sotto perfavore.

Massimo Mazzucco

fonte: https://www.luogocomune.net/LC/30-scienza-e-tecnologia/5229-cosa-c-%C3%A8-dietro-il-caso-huawei


interessanti in questo caso sono i commenti sotto l'articolo più che il testo stesso.



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 14:31 
Cita:

Dopo la martellata di Google una “paralizzata” Huawei accelera lo sviluppo di un proprio sistema operativo

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Lunedì, Pechino si è trovata di fronte ad una nuova, e molto più terribile, realtà nella guerra commerciale nei confronti della sua maggiore azienda di telecomunicazioni: Google, che nel 2005 aveva acquistato Android, il software più popolare al mondo per la telefonia mobile, ha annunciato che avrebbe cessato di fornire a Huawei il sistema operativo Android, in rispetto ad un divieto proveniente del governo degli Stati Uniti.

Parlando al Financial Times, Tim Watkins, capo di Huawei per l’Europa occidentale, ha detto che la società è rimasta “sbalordita” dal divieto, ma ha affermato che Huawei si era “preparata come meglio non avrebbe potuto.”

Forse … eppure anche gli analisti dicono che essere tagliati fuori da Android è stata quella che il FT ha definito “una martellata” inferta ad una società il cui business degli smartphone negli ultimi anni è salito alle stelle, e che è cresciuto del 50% anno su anno, arrivando a 59 milioni di dollari nel primo trimestre [di quest’anno], mentre i rivali Samsung e Apple hanno perso rispettivamente il 10% e il 23%. Nel 2018, l’azienda ha esportato circa 200 milioni di smartphone, molti dei quali precaricati con il sistema operativo Android.

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“Huawei sembrava avere uno slancio inarrestabile, ma, in un sol colpo, una cosa del genere potrebbe minare la sua ambizione di diventare il più grande produttore di smartphone al mondo,” ha affermato Ben Wood, principale analista di CCS Insight. Un altro consulente di telecomunicazioni citato dal FT, ha detto che la mossa di Google è il segnale più chiaro che i partner di Huawei stanno “abbandonando la nave.” Ha predetto che Washington ora avrebbe iniziato a “strizzare sul serio i canali di rifornimento.”

Anche senza ulteriori strangolamenti, Huawei è in grosse difficoltà: il secondo produttore mondiale di smartphone sta già affrontando la prospettiva di trovarsi escluso dal sistema operativo per smartphone più famoso nel mondo, dopo essere stato inserito dalla Casa Bianca in un elenco di “entità proibite,” a cui è vietato alle compagnie statunitensi fornire tecnologia.

Ma, visto che dovrebbe essere stata la Cina la controparte responsabile per il collasso dei negoziati commerciali in fase avanzata, sicuramente Pechino e Huawei si erano preparate per questa eventualità.

Non proprio.

In un altro articolo del FT, Huawei aveva affermato che “sarebbe in grado mettere a punto un proprio sistema operativo mobile ‘molto rapidamente,’ se i suoi smartphone fossero esclusi dal software Android di Google.”

Ed ora lo sono stati. E, mentre Huawei è fiduciosa che avrà presto un proprio sistema operativo (una copia ri-progettata), la realtà delle cose è che il gigante cinese delle telecomunicazioni non ha, al momento, un piano B disponibile.

Questo è un grosso problema per l’azienda, che martedì presenterà a Londra il suo nuovo telefono di punta, ‘Honor’. Ma, come riporta il FT, “reti come Vodafone ed EE stanno riesaminando se è il caso di continuare a mantenere i cellulari Huawei al centro della loro strategia di lancio per il 5G, la prossima generazione di Internet mobile.”

In una frenetica ricerca di alternative possibili, Huawei ha promesso ai propri clienti che i loro attuali telefoni continueranno a funzionare e avranno accesso al Play Store di Google e alle relative applicazioni, anche se non è chiaro su che base si possa fare una simile dichiarazione. Infatti, come ha avvertito Tim Watkins: “Il futuro non è così certo.”

Huawei ha assunto il ruolo della vittima nella guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, e Watkins ha affermato che la compagnia è “presa in mezzo.”

Watkins ha anche detto che il gruppo si stava preparando al peggio, dopo essere stato preso di mira dagli Stati Uniti l’anno scorso, e che aveva lavorato ad un proprio sistema operativo, che “potrebbe partire molto velocemente.” Ha fatto notare che questo sistema operativo è già stato sperimentato in alcune regioni della Cina.

Non è chiaro se il nome del nuovo sistema operativo sarà iSpy 1.0.

A parte gli scherzi, creare un nuovo sistema operativo non è cosa da poco: il gigante cinese della vendita al dettaglio, Alibaba, aveva cercato di costruire un “Android cinese“, ma aveva poi finito per scontrarsi con Google, per quanto il suo sistema operativo Aliyun fosse diverso da Android. Il suo successore, ALIOS, è basato su Android. Allo stesso modo, Samsung non è riuscita ad ottenere un grosso successo per il suo sistema operativo Tizen, basato su Linux.

Il Piano B

Huawei, che oltre ad Android sui telefoni cellulari utilizza Microsoft Windows sui suoi computer portatili e tablet (che verranno probabilmente presi di mira in seguito), ha a lungo cercato di sviluppare propri sistemi operativi. In un’intervista con il quotidiano tedesco Die Welt, successivamente confermata da Huawei, Richard Yu, amministratore delegato della divisione consumatori, ha affermato che la società si sarebbe “trovata preparata” in caso di sanzioni.

“Questo è il nostro piano B. Ma, ovviamente, preferiamo lavorare con gli ecosistemi di Google e Microsoft,” aveva dichiarato al quotidiano tedesco nel marzo scorso. Microsoft aveva rifiutato di commentare.

Oltre ai suoi grattacapi, la Huawei utilizza i chip prodotti da Qualcomm e Intel e, facendo seguito alle notizie di qualche giorno fa, secondo cui questi giganti della tecnologia americana potrebbero chiudere le forniture a Huawei, Watkins ha detto che la società ha accumulato una scorta di cinque anni di ricambi per i suoi telefoni e di un anno per la componentistica.

È fantastico, l’unico problema è che una simile strategia paralizza virtualmente lo sviluppo futuro di Huawei. Ancora peggio, gli analisti di Citi hanno pubblicato un rapporto di ricerca secondo cui il potenziale blocco del software “potrebbe paralizzare il business degli smartphone e delle apparecchiature di Huawei.”

In realtà, lo scenario peggiore potrebbe portare ad un risultato molto più grave: se Google estromette Huawei da Android, che viene utilizzato da quasi tre quarti dei telefoni cellulari del mondo ed offre più di 2,5 milioni di applicazioni, continuerà l’azienda cinese ad essere in grado di utilizzare la versione di base open source del software?

I suoi futuri smartphone potrebbero perdere l’accesso ad applicazioni come YouTube, Gmail e Maps, al Google Play Store e agli aggiornamenti di sicurezza. Una cosa del genere potrebbe avere un grave impatto sulla loro attrattiva per i consumatori al di fuori della Cina, dove molte applicazioni di Google sono già vietate.

Le ripercussioni sui ricavi e sui guadagni della società sarebbero gravi: anche se Huawei non ha subito un tracollo nel business degli smartphone, ha affermato che l’anno scorso le vendite legate al consumo avevano contribuito al 48% delle entrate della società. Richard Windsor, un analista indipendente, ha detto che la perdita dell’ecosistema di Google “è molto probabile possa costare a Huawei tutte le sue esportazioni di smartphone al di fuori della Cina,” che, secondo le varie società di consulenza dati, tra cui Counterpoint Research, equivalgono a circa la metà del suo [fatturato] totale.

Non stupisce quindi che le azioni di Huawei stiano crollando al ritmo più veloce mai registrato …

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… dal momento che i creditori esteri dell’azienda fuggono per motivi di fondo, sia perchè si prevede che il flusso di cassa della società possa subire un tracollo, sia per il timore che potrebbero essere costretti a liquidare tutti i titoli della società di telecomunicazioni cinese.

Il capo della strategia azionaria di Saxo Bank, Peter Garnry, ha detto che la mossa di Google è stata “il segnale di partenza di una guerra fredda tecnologica,” aggiungendo: “Ciò a cui stiamo assistendo è una potenziale riconfigurazione del commercio globale.” Anche se, in modo ironico, lo stratega crede che “le società statunitensi con una significativa esposizione delle entrate che dipendono dalla Grande Cina (la parte continentale più Hong Kong) sono quelle che si trovano ad affrontare il maggior rischio di ogni ulteriore escalation della guerra commerciale.”

Se Garnry ha ragione, aspettatevi che la Cina faccia tutto quanto in suo potere per rispondere, colpendo gli Stati Uniti dove fa più male: la vendita e la produzione di iPhone. Possiamo solo chiederci se Tim Cook si farà trovare impreparato come Huawei, quando la Cina bloccherà non solo la vendita degli iPhone e delle relative applicazioni sul proprio continente, ma impedirà anche l’assemblaggio degli iPhone per il prossimo futuro …

Tyler Durden

Fonte: zerohedge.com
Link: [url]https://www.zerohedge.com/news/2019-05-20/after-hammer-blow-google-paralyzed-huawei-scrambles-develop-its-own-os
20.05.2019[/url]
Scelto e tradotto da Markus per http://www.comedonchisciotte.org




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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 14:32 
Cita:

Huawei ha sviluppato un "piano B" per sostituire Android

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Huawei Technologies ha il suo sistema operativo provvisoriamente chiamato Hongmeng e pronto per essere messo in funzione per sostituire il software Android di Google, ha riferito una fonte a HuaweiCentral.

Il rapporto arriva mesi dopo che il CEO di Huawei Richard Yu aveva confermato, in un'intervista a Die Welt, che la sua azienda ha effettivamente preparato un "Piano B" nel caso in cui non potesse più utilizzare i sistemi operativi statunitensi.

Non è stato divulgato se Hongmeng è il nome della versione finale del prodotto o corrisponde solo a un codice utilizzato internamente dall'azienda. La fonte, tuttavia, ha specificato che la parola è stata scelta in onore di un personaggio della mitologia cinese che rappresenta il caos prima della creazione del mondo.

Secondo il rapporto, Hongmeng si basa sul sistema Linux open source e sarà utilizzato universalmente in telefoni cellulari, tablet e personal computer. La fonte ha aggiunto che il sistema operativo è già stato testato segretamente nei dispositivi Huawei.

Nelle ultime ore è emerso che Google smetterà di fornire supporto tecnico ai servizi Android per Huawei, una decisione che priva i nuovi dispositivi della società cinese di prodotti come Google Play Store e Gmail.


Fonte: Huawei Central - Die Welt

fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-huawei_ha_sviluppato_un_piano_b_per_sostituire_android/82_28516/



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 15:00 
Ti capisco, io volevo prendermi da tempo un P20 Pro per le ottime foto (visto che questo è ormai il dispositivo che dobbiamo usare per non sembrare disadattati...)

ma poi è arrivata l' antifona e ho messo il progetto di acquisto in congelatore...
A nulla è valso il consiglio del mio miglior amico di prendermelo lo stesso... è arrivata la mazzata.

Ora attendo di sapere SE troveranno una soluzione...


Per la cronaca: il 5G è strategico e NON fa parte dell' accordo con la Cina.

Che poi è il probabile motivo di tutto questo.

Altrimenti è perchè QAnon ha ragione e Trump deve difendersi dallo spionaggio cinese, che esiste eccome, anche se dubito sia Huawei il fulcro...



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Rivoluzioni democratiche, governi del cambiamento... Sta già albeggiando!
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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 22/05/2019, 16:07 
il prblema è l'opposto i router cinesi non sono accessibili da remoto dalle agenzie usa, soprattutto quelli per il 5g ed è il nodo, ampi pezzi dovrete USA non sono minimamente spiabili, così come la rete europea. O ci siamo già dimenticati lo scandalo NSA di qualche anno fa?

L'accordo della via della seta non ha nulla a che fare col 5g. Per tali frequenze sono state fatte delle aste dal ministero dello sviluppo economico, per la prima volta senza in mezzo mazzette e corruttele varie e la vendita è stata un successo incredibile.

un articolo preso a caso giusto per avere contezza degli ordini di grandezza:

https://www.corrierecomunicazioni.it/te ... iu-grandi/



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 23/05/2019, 14:00 
Cita:
"Guarda il logo Huawei, è una MELA tagliata a pezzi". Apple perde più del 3% del suo valore in un giorno dopo le sanzioni contro l'azienda cinese

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Gli investitori temono rappresaglie dalla Cina contro la società di Cupertino, secondo gli esperti.
Lunedì scorso, le azioni di Apple sono calate di un 3,1% alla Borsa di New York, un fatto che è stato visto come una reazione alla decisione da parte del Dipartimento del Commercio statunitense di vietare alle società statunitensi di acquistare parti e componenti prodotti da Huawei e da 70 società cinesi affiliate.

Sebbene abbia recuperato molte delle perdite il giorno successivo, le fluttuazioni hanno chiaramente dimostrato che gli investitori temono le conseguenze che potrebbero avere la nuova fase della guerra commerciale tra Washington e Pechino, secondo gli analisti.

Occhio per occhio?

Le sanzioni contro Apple sarebbero una risposta logica dal governo cinese, data l'importanza di Huawei per l'economia del gigante asiatico, afferma Avi Greengart, fondatore della società di analisi di mercato elettronica Techsponential.

" Huawei non è solo una grande azienda , è una delle poche aziende cinesi con un marchio internazionale [...] Se il governo cinese vuole vendicarsi oer le restrizioni al commercio che paralizzano Huawei, potrebbe puntare su Apple", citato dal portale Tom's Guide .

Dan Ives, un analista di Wedbush Securities Company, appoggia questa idea sostenendo che è probabile che Apple possa essere l'obiettivo delle ritorsioni di Pechino.

La reazione di alcuni funzionari cinesi sembrano corroborare le paure degli esperti. Così, Lijian Zhao, un diplomatico cinese in Pakistan, ha pubblicato lunedì scorso sul suo account Twitter ciò che potrebbe essere interpretato come una minaccia aperta alla società statunitense.
"Guarda il logo Huawei, è una MELA tagliata a pezzi", ha scritto il diplomatico, alludendo al significato in inglese della parola "apple".

Finora, Pechino non ha discusso le misure future contro la società fondata da Steve Jobs. Tuttavia, gli analisti prevedono due possibili risposte.

Cessazione delle vendite

Il primo scenario sarebbe vietare la vendita di prodotti Apple. Questa sarebbe una misura dolorosa per la società, che genera il 17% dei suoi profitti dal paese asiatico, afferma Greengart.
"Qualsiasi danno al fascino del suo marchio in Cina potrebbe avere un impatto terribile e duraturo per l'azienda", secondo l'esperto.

Nel frattempo, i movimenti che richiedono un boicottaggio contro la società di Cupertino stanno guadagnando slancio nel social network cinese Weibo.

"Le funzioni di Huawei sono paragonabili a quelle del iPhone di Apple o ancora meglio. Abbiamo una buona alternativa come per i telefoni intelligenti, perché ancora utilizzare Apple?", cita 9to5Mac riferendosi ad uno di questi commenti dei cittadini in rete.

Divieto di collaborare con Apple

La seconda risposta possibile sarebbe una replica delle sanzioni statunitensi contro Huawei che proibisce alle aziende cinesi di fare affari con la multinazionale statunitense.

Apple dipende in modo vitale dalle società cinesi, che rappresentano gran parte dei suoi 200 fornitori più importanti, ma questo passo non è molto probabile, per Greengart: "Questo non sarebbe qualcosa senza costi, Apple è un grande datore di lavoro in Cina e ha buone relazioni con il governo."

La minaccia di perdere parte degli 1,4 milioni di posti di lavoro generati in Cina da Apple impedisce alle autorità del Paese di essere troppo duri con la società, conferma Ives.

Tuttavia, l'ultima parola è nelle mani del governo cinese, che potrebbe muoversi in questa direzione, compensando le perdite per i fornitori interessati, afferma Greengart.

Notizia del: 22/05/2019

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-guarda_il_logo_huawei__una_mela_tagliata_a_pezzi_apple_perde_pi_del_3_del_suo_valore_in_un_giorno_dopo_le_sanzioni_contro_lazienda_cinese/82_28525/




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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 24/05/2019, 13:00 
Cita:
Un grosso colpo per Huawei: anche le aziende straniere che producono tecnologia stanno valutando la sospensione della partnership commerciale

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I fornitori di Huawei in Giappone, Corea del Sud, Taiwan (ROC) e Gran Bretagna stanno valutando la possibilità continuare a mantenere rapporti commerciali con Huawei, mentre alcuni hanno già dichiarato che sospenderanno la collaborazione commerciale.

Il problema è che queste società non americane usano comunque componenti basati su tecnologie americane e, se continuassero i rapporti commerciali [con Huawei], verrebbero sanzionate dagli stessi Stati Uniti.

È lo stesso motivo per cui l’azienda russa Sukhoi non ha venduto gli aerei di linea SSJ-100 all’Iran, e non si può certo pretendere che le aziende ad alta tecnologia dell’Asia orientale siano più entusiaste di sfidare gli Stati Uniti di quanto non lo sia stata la principale industria russa della difesa.

La maggior parte dei fornitori asiatici, tra cui TSMC, Foxconn, Japan Display e Toshiba Memory, sta valutando attentamente la possibilità di trovarsi in conflitto con le normative statunitensi tramite l’utilizzo di tecnologie americane, come software, proprietà intellettuale, strumenti e materiali.

La Huawei non si aspettava che le restrizioni riguardassero anche tutti i fornitori stranieri che utilizzano indirettamente una certa quantità di tecnologie statunitensi nella produzione della componentistica che la società utilizza per i suoi prodotti. Questo ha colto l’azienda cinese alla sprovvista, secondo quanto affermato dagli esperti del settore.

Questo è un grosso problema. Già dover sostituire tutta la componentistica prodotta dalle aziende statunitensi sarebbe una grande impresa, ma diventerebbe probabilmente impossibile realizzare tutto in Cina. Voglio dire è possibile, ma il prodotto non sarebbe remunerativo sul mercato.

L’efficienza del libero scambio e del libero mercato consiste nel fatto che consente ed incoraggia la specializzazione e la divisione del lavoro. Non solo Huawei, ma anche i suoi concorrenti, così come i suoi fornitori fanno affidamento su una catena di approvvigionamento multi-nazionale molto complessa ed estesa. Questo dà loro accesso a competenze aggiornate e ad economie di scala altamente specializzate e fornisce la flessibilità necessaria per potersi rivolgere a chiunque sia, al momento, il leader del proprio settore. Essere allontanati da un giorno all’altro da tutto questo e rimanere allo stesso tempo competitivi sul mercato è assolutamente impossibile. Sarebbe come essere l’unico calzolaio in città che dovesse di colpo diventare anche un esperto conciatore e un bravo allevatore.

Probabilmente la perdita più dolorosa è quella dell’architettura made in England del chip ARM. Huawei ha iniziato a creare i propri processori per smartphone, ma sono basati sull’architettura ARM e, per i suoi prossimi chip, questo non le sarà più possibile.

A peggiorare le cose, ARM è solo un progetto, e quindi nessuna componente americana viene effettivamente trasferita nella collaborazione [dell’azienda britannica] con Huawei, ma solo una “proprietà intellettuale,” dal momento che l’architettura ARM incorpora anche alcuni brevetti statunitensi.

Se non vi siete ancora stancati della cosiddetta “proprietà intellettuale,” ora potrebbe essere il momento buono. È già abbastanza brutto quando un’azienda che brevetta una procedura/schema può ricattare tutti quelli che arrivano dopo. Ma è ancora più eclatante quando un governo, che non ha nulla a che fare con quella particolare l’invenzione, è poi in grado di impedire alle aziende di altre nazioni di fabbricare lo stesso prodotto.

Inoltre, anche se Huawei fosse in grado di progettare rapidamente dei nuovi processori, dove potrebbero essere realizzati? Apparentemente solo la TSMC di Taiwan, attualmente partner di Huawei, ne ha le potenzialità:

HiSilicon progetta chip core per i dispositivi mobili e di rete di Huawei e progetta anche i modem 5G di Huawei. L’investimento di Huawei nella progettazione di chip risale ad un decennio fa, e la società è molto più autosufficiente rispetto alla gemella più piccola ZTE, che era stata costretta ad interrompere temporaneamente le operazioni quando, lo scorso anno, era stato bloccato il suo accesso alla tecnologia americana. Ma Huawei ha bisogno dei moderni impianti per la produzione di chip di TSMC per poter trasformare in realtà i suoi progetti. Attualmente, solo Samsung Electronics, Intel e TSMC hanno fabbriche così avanzate per produrre i chip che Huawei ed Apple utilizzano nei loro smartphone ultimo modello. Ma Samsung e Intel costruiscono chip in gran parte per loro stessi, non per altri.

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La cosa buona per Huawei è che i suoi fornitori sono essi stessi fortemente dipendenti da Huawei e dalla Cina nel suo insieme, sopratutto come clientela e mercato, ma molti di loro anche per forniture e manodopera. La Cina non è l’Iran. È una potenza economica importante quanto gli Stati Uniti.

Una cosa del genere, insieme ad un’appropriata pressione da parte della Cina, come la presentazione di un fronte unico e l’utilizzo dell’accesso al mercato come leva, potrebbe forse spingere i suoi partner non statunitensi a trovare soluzioni che non comportino l’uso di parti e brevetti americani e che perciò possano essere liberamente vendute a Huawei. Se così fosse, Trump avrebbe danneggiato due volte le aziende tecnologiche statunitensi e sarebbero gli Americani a rimanere fuori dal giro.

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Per comprendere la complessità della catena di approvvigionamento di un singolo smartphone Huawei, ecco qui cosa serve per la realizzazione dei suoi modelli più recenti (interessante notare che Samsung non è solo un rivale di Huawei ma anche uno dei suoi principali fornitori):

Architettura del set di istruzioni: HiSilicon ha acquistato la licenza per CPU e GPU dalla ARM di Cambridge, Regno Unito. Con questa licenza, HiSilicon può utilizzare il set di istruzioni ARM (armv8) e sviluppare la propria CPU a 64 bit. Anche il bus standard, come AMBA, è concesso in licenza da ARM.

CPU, GPU: HiSilicon impiega diverse centinaia di persone a Shenzhen, Cina, per progettare le proprie CPU core, gli acceleratori e i componenti IP personalizzati. Per progettare la sua CPU, deve utilizzare gli strumenti di progettazione elettronica (EDA) di Synopsis, Cadence e Xilinx. Queste società EDA sono tutte società americane con sede in California, USA. HiSilicon deve pagare loro i canoni di licenza per poter utilizzare i propri strumenti nella progettazione e nel collaudo delle proprie CPU.

Nel frattempo, HiSilicon può anche integrare i softcore esistenti progettati da ARM, come il potente core Cortex A76 e il core Cortex A55 a basso consumo. Entrambi sono nello stesso chip. Il nucleo principale è progettato ad Austin, Texas, negli Stati Uniti e il nucleo centrale è progettato a Cambridge, Regno Unito. Alcuni dei core CPU di fascia bassa vengono acquistati anche da MediaTek a Taiwan. Nel frattempo, HiSilicon può anche acquistare altre proprietà intellettuali da ARM tra cui la GPU Mali T830 e i relativi sottosistemi di interconnessione. La GPU Mali è stata progettata nella sede ARM di Cambridge, Regno Unito.

Memoria: HiSilicon ha progettato la propria logica nel controller di memoria e nei sistemi SRAM. Le celle SRAM e DRAM sono concesse in licenza da Samsung, Corea. La futura RAM 3D a 7nm sarà anch’essa progettata da Samsung ma prodotta a Dalian, in Cina.

DSP e fotocamera: HiSilicon ha acquistato il sistema IP e il sistema di controllo dell’obiettivo della fotocamera dalla Leica Camera tedesca e la maggior parte del sistema è stato progettato a Wetzlar, Germania. L’obiettivo vero e proprio è prodotto da Largan Precision a Taiwan e da Sunny Optical Technology, nella Cina continentale. I motorini elettrici per la messa a fuoco delle ottiche sono prodotti da Mitsumi a Tsurumaki, Giappone. Per trasformare la luce in segnali elettrci, il substrato fotosensibile è progettato da O-film a Shenzhen, Cina (anche fornitore di iPhone X). HiSilicon ha acquistato le soluzioni hardware per l’autofocus e la stabilizzazione dell’immagine dalla ON Semiconductors di Phoenix, Arizona, USA. Il chip di elaborazione video HD è concesso in licenza da Sony, Giappone. HiSilicon ha progettato i propri acceleratori hardware per l’elaborazione delle immagini (ISP), ha acquistato molti brevetti DSP IP da CEVA, California, USA e il chip per l’IA dalla Cambricon Technologies di Pechino, Cina.

Banda base: HiSilicon ha acquistato la licenza IP per utilizzare WIFI, GPS e Bluetooth IP da Broadcom di San Jose, California. Per il supporto 3G, HiSilicon deve pagare una quota di royalty ai brevetti detenuti dalla Qualcomm di San Diego, California. Per i successivi 4G LTE e 5G, HiSilicon ha i suoi brevetti e un processore in banda base chiamato Balong, progettato da diverse centinaia di persone in tutta la Cina. HiSilicon ha anche acquistato il sistema di navigazione Beidou dall‘Accademia delle Scienze cinese. Si noti che alcune delle attività di verifica dei chip sono svolte da ingegneri indiani a Hyderabad, in India.

Frequenza radio: per multiplexare tra vari segnali di comunicazione e amplificare segnali analogici a diverse frequenze wireless, c’è bisogno di circuiti integrati a radiofrequenza (RFIC). La maggior parte dei brevetti in RFIC era detenuta da RF Micro Devices della North Carolina, USA che ora è diventata Qorvo dopo la fusione con TriQuint. Nei chip RFIC, sono necessari alcuni amplificatori di potenza, condensatori di alta qualità prodotti da Murata Manufacturing a Kyoto, Giappone. Sono inoltre necessari sensori di onde acustiche di superficie (SAW) progettati e realizzati da TST Taiwan e Microgate a Shenzhen. Sono necessari anche alcuni interruttori di silicio su isolante, progettati dalla Skyworks Solutions negli Stati Uniti e prodotti da Skyworks in Cina. I componenti delle antenne sono progettati e prodotti da Sunway Co. negli stabilimenti di Shenzhen e Rosenberger (USA) con sede a Shanghai, in Cina. Nell’era del 5G, i dispositivi analogici Huawei devono usare anche questi dispositivi provenienti dagli Stati Uniti, dal Giappone e anche dalla Cina.

NFC & Touch: NXP Semiconductors, Olanda, fornisce soluzioni NFC per Huawei. E il chip è sviluppato da Infineon a Simens, in Germania. Goodix Co a Shenzhen fornisce il sensore per le impronte digitali. Le soluzioni USB Type-C sono fornite dalla Shenzhen Everwin Precision.

Realizzazione: Dopo che HiSilicon ha integrato tutto il pacchetto IP e il pacchetto software in un SOC, il progetto viene inviato alla Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) di Taiwan per il layout e la realizzazione vera e propria. Il processo di fabbricazione del chip SOC è un procedimento molto complesso. Per i passaggi più importanti, TSMC deve importare i MAS (Mask alignment systems) progettati da ASML nei Paesi Bassi. Devono anche usare molti prodotti chimici per wafer da Shin-Etsu in Giappone, dalla Siltronic AG tedesca e dalla SUMCO Corporation di Minato, Giappone.

Materiale: la maggior parte dei prodotti chimici e dei semilavorati sono importati dalla Cina. I più significativi sono i metalli delle terre rare cinesi. Per gli altri materiali, tra cui vetri e acciaio, BYD a Shenzhen è responsabile della produzione di schermi sfumati e vetri ad alta densità per telefoni cellulari. Shengyi Electronics produce tutte le schede PCB per telefonia.

Schermo: Huawei P30 ha usato lo schermo rigido OLED Samsung ma P30 Pro utilizza lo schermo morbido OLED progettato da BOE Technology, in Cina. Alcuni schermi sono prodotti anche da LG, Corea e assemblati a Guangzhou, in Cina. Attualmente entrambe le società, coreana e cinese, stanno dominando il mercato degli schermi.

Assemblaggio: Huawei fa arrivare tutti i componenti da ciascun fornitore di servizi e li spedisce alla Foxconn di Zhengzhou, in Cina. I lavoratori della Foxconn assemblano quindi tutti i componenti in un unico telefono completo.

Marco Marjanovic



Fonte: checkpointasia.net
Link: https://www.checkpointasia.net/big-blow-for-huawei-as-japanese-korean-british-firms-reconsider-or-suspend-cooperation-as-well/
22.05.2019
Scelto e tradotto da Markus per https://www.comedonchisciotte.org

fonte: https://comedonchisciotte.org/un-grosso-colpo-per-huawei-anche-le-aziende-straniere-che-producono-tecnologia-stanno-valutando-la-sospensione-della-partnership-commerciale/




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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 25/05/2019, 14:59 
Cita:
Trump apre a Huawei, puo' essere parte accordo con Cina
Amazon Giappone e Microsoft non accettano più nuovi ordini

Il caso Huawei potrebbe essere risolto nell'ambito dell'accordo commerciale con la Cina: lo ha detto il presidente americano Donald Trump parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, pur definendo il colosso tecnologico cinese "molto pericoloso".

"Francamente, non sono sicuro del significato specifico che il leader Usa, la parte Usa, abbia voluto dare". Lo dice il portavoce del ministero degli Esteri cinese sulle affermazioni del presidente Donald Trump, secondo cui il caso Huawei potrebbe essere risolto nell'ambito dell' accordo commerciale con la Cina, pur definendo il gruppo hi-tech "molto pericoloso". Lu ha ribadito che gli Usa dovrebbero smettere di usare il potere statale contro le società di altri Paesi. "La Cina vuole risolvere le differenze con dialogo e consultazioni amichevoli".

Intanto, il sito giapponese di Amazon ha deciso lo stop alla vendita diretta di apparecchiature con il marchio Huawei sul proprio negozio online, per ottemperare alle direttive del governo degli Stati Uniti. La divisione locale del sito dell'e-commerce americano consente ancora ai venditori esterni di pubblicare inserzioni, ma da oggi tutti i prodotti Huawei - dagli smartphone, ai tablet, fino ai personal computer, non saranno disponibili all'accesso diretto sulle pagine del sito. E anche Microsoft si adegua alla stretta: secondo il South China Mourning Post, il colosso di Redmond avrebbe iniziato a non accettare più nuovi ordini dal gruppo delle tlc di Shenzhen.



"In Europa, circa tre quarti degli utilizzatori di smartphone si affida a un dispositivo basato su Android. Huawei detiene circa il 20% di questo mercato. Pertanto questa decisione può avere gravi ripercussioni sui consumatori e sulle imprese che operano in tutta Europa". Lo ha affermato Ken Hu, Deputy Chairman di Huawei, durante il suo intervento alla Conferenza sulla Cybersicurezza Nazionale di Potsdam. "non vogliamo costruire un nuovo muro commerciale, né tantomeno tecnologico" ha aggiunto.


Chissà la cina ha garantito libero accesso alle backdoord dei dispositivi e router cinesi in modo da rendere le reti spiate dalla NSA di nuovo totalmente accessibili? [8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 28/05/2019, 12:17 
Cita:
Ecco Hongmeng, il nuovo sistema operativo di Huawei che rimpiazzerà Android

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Il gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei prevede di lanciare il proprio sistema operativo per sostituire Android dopo la cancellazione dei suoi accordi con Google derivante dal veto statunitense, secondo quanto riportato dal quotidiano cinese Global Times.



Secondo un rapporto del capo del settore dei consumi dell'azienda, Richard Yu Chengdong, citato dai media, il nuovo sistema, soprannominato Hongmeng, sarà lanciato tra il prossimo autunno e la primavera del 2020.



"Vorremmo continuare a utilizzare Google e i programmi Microsoft, ma non abbiamo altra scelta che sviluppare il nostro sistema", ha confessato Yu.



A sua volta, il fondatore di Huawei Ren Zhengfei ha dichiarato ai media di Pechino che il sistema sostituirà Android "passo dopo passo", dal momento che "è molto difficile creare un ecosistema per il nuovo sistema operativo".



Ma come sarà il sistema operativo Huawei? Secondo quanto spiegato da Yu Chengdong in una pubblicazione sul social network cinese WeChat, l'Hongmeng sarà compatibile con tutte le applicazioni di Google e "funzionerà allo stesso modo di Android, in modo che gli utenti possano adattarsi facilmente ad esso”.



"Ci sono buone possibilità che Hongmeng diventi uno dei migliori e più grandi sistemi operativi mobili al mondo", ha detto, a sua volta, una fonte vicina alla società al portale HuaweiCentral.



A metà maggio, l'amministrazione Trump ha deciso di includere il gigante asiatico in una lista nera per le sue presunte attività che mettevano a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Da parte sua, Google ha preso la decisione di sospendere diverse attività commerciali con Huawei, incluse parti del sistema operativo Android.


Da parte sua, Huawei ha dichiarato che le misure restrittive di Washington "non aiuteranno a ottenere maggiore sicurezza o renderanno gli Stati Uniti più forti", ma, allo stesso tempo, ha espresso la volontà di continuare a dialogare con le autorità statunitensi per garantire la sicurezza dei prodotti.

Fonte: Sputnik - Global Times

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ecco_hongmeng_il_nuovo_sistema_operativo_di_huawei_che_rimpiazzer_android/82_28598/



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 28/05/2019, 12:21 
Cita:
Non tutto il male viene per nuocere: la guerra commerciale tra Huawei e Google

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di Francesco Galofaro, ISIA Roma - Marx XXI

Come è noto, il 20 maggio scorso le borse di tutto il mondo hanno conosciuto attimi di panico: in contemporanea, Google, Intel, Qualcomm e Broadcom hanno annunciato di non voler più rapporti con il gigante della telefonia cinese, Huawei. La decisione va inquadrata nella più ampia guerra tra multinazionali – supportate dalle rispettive superpotenze - per fissare lo standard tecnologico della nuova rete 5G. Si tratta di garantire un accesso veloce a Internet non solo per i cellulari, ma anche per la rete fissa, in tutti quei casi in cui è economicamente non conveniente portare la fibra ottica a casa del cliente (finanza.com). In particolare, lo scontro vede in prima linea la Cina, con Huawei, e gli USA, con Qualcomm.

Il boicottaggio di Google è solo l’ultimo atto di una guerra senza esclusione di colpi, che ha visto perfino l’arresto – in Canada – di Meng Wanzhou, dirigente della compagnia e figlia dell’amministratore di Huawei (marx21.it). Gli Stati Uniti stanno ricorrendo ad ogni mezzo, leale o meno, pur di distruggere la compagnia cinese.

Ora: non tutto il male viene per nuocere. Se Google può comportarsi in questo modo è perché in questi anni ha acquisito una posizione di monopolio indiscutibile nel mercato dei cellulari e dell’informazione in genere. Non è un caso se negli ultimi dieci anni la UE ha ripetutamente multato Google e un insieme di altri giganti della new economy (marx21.it). Quando cerchiamo informazioni, lo facciamo con Google. Quando navighiamo in internet, lo facciamo con Chrome, il browser di Google. Quando consultiamo la posta elettronica, lo facciamo con Gmail – sempre di Google. Quando ascoltiamo musica, apriamo Youtube, ancora di Google. Quando abbiamo bisogno di indicazioni stradali, interroghiamo Google maps. Molti utilizzano Google drive per memorizzare informazioni, per non parlare degli strumenti che mette a disposizione per leggere, scrivere, far di conto, visualizzare presentazioni. Per scaricare un’App apriamo il Playstore (che, guarda caso, è di Google). Non si è mai voluto discutere fino in fondo questo monopolio, e oggi i motivi sono più chiari: Google è uno strumento potente della politica statunitense, e in più fornisce ai suoi droni militari l’intelligenza artificiale (key4biz.it).

Gli USA sono liberali a corrente alternata: sempre pronti a invadere i mercati altrui, ma attentissimi a evitare che le ‘aperture’ del proprio mercato non entrino in conflitto con la difesa della sovranità – anche nel caso della sovranità algoritmica.

C’è un’alternativa a disposizione di tutti per combattere i monopoli, e si chiama Open source. Si tratta del software libero, sviluppato dalla comunità degli utenti e messo a disposizione di chiunque voglia impiegarlo e modificarlo per le proprie esigenze. Android stesso non fa eccezione: è soltanto una distribuzione particolare del sistema operativo libero Linux, adattata per i cellulari. I quali non sono altro che piccoli, potenti computer; se non sembrano versatili come un laptop è per decisione delle aziende. Esse pensano il proprio utente come un pigro analfabeta informatico, un bimbo pavido e timoroso della tecnologia, desideroso soltanto di essere assoggettato al proprio dispositivo, come in un incubo di Foucault.

Google non può impedire a Huawei di sviluppare una versione di Android originale; può solo impedire che la versione proprietaria di Android sviluppata da Google venga preinstallata da Huawei insieme con Youtube, Chrome, Gmail, Maps. Fin qui se ne è ben guardata, per consolidare la propria posizione dominante. Infatti, l’utente non può cancellare dal telefonino le applicazioni Google nemmeno se ne ha davvero bisogno, magari per risparmiare spazio e per provare applicazioni alternative. In questo modo il suo telefono si riempie di applicazioni e di dati, invecchia e va sostituito prima.

Esistono alternative Open Source di Android (ad esempio, source.android.com). Esistono alternative open al Playstore, dove trovare applicazioni non gradite a Google (ad esempio, F-Droid, f-droid.org). I monopolisti di Google non sfruttano altro che la nostra pigrizia, la nostra paura della tecnica, il nostro essere abitudinari. Se finora Huawei si è presentata sui mercati – anche su quello europeo – con la versione Google del sistema operativo, è per aver voluto offrire un prodotto adeguato allo standard fissato dai concorrenti. Per reagire all’attacco USA, tuttavia, dovrà far ricorso alla propria creatività per abbattere Google: innovare applicazioni, hardware e proporre una nuova versione del proprio sistema operativo. Si può fare: per resistere, non solo Huawei ha alle spalle l’immenso mercato cinese, che domina senza problemi; ma c’è il precedente di Android OS 2.3 Gingerbread, sviluppato da Amazon, senza più relazioni con il Playstore di Google. Se sarà all’altezza della sfida, Huawei avrà l’occasione di portare una ventata di novità nello standardizzato, asfittico e monotono settore della telefonia mobile, rompendo la gabbia del monopolio e puntando su un utente meno conformista, che abbia voglia di essere trattato come un maggiorenne e non come un bambino piccolo. In attesa del 5G.

Notizia del: 27/05/2019
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-non_tutto_il_male_viene_per_nuocere_la_guerra_commerciale_tra_huawei_e_google/82_28603/



Non è del tutto vero che non si possono cancellare, io sul mio telefono le ho disattivate tutte le applicazioni google e da molto tempo. Ora non so se una versione minimale e di base rimanga comunque sul telefono fatto sta che non le vedo più continuamente davanti alle scatole. Basta andare in impostazioni\applicazioni selezionare l'applicazione disattivare tutte le notifiche, premere su termina e poi su disattiva.



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 30/05/2019, 13:39 
Cita:
Huawei come Apple, il sogno del fondatore può avverarsi. Dai chip ad ARK OS tutto era stato pianificato da tempo

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ARK OS, il nuovo sistema operativo di Huawei, è in lavorazione da anni. E insieme a tanti altri piccoli elementi aiuta a delineare la strada che l'azienda aveva preso senza la spinta di Trump: allontanarsi da Google e diventare come Apple

Alla fine della scorsa settimana Huawei ha registrato in Europa il marchio Ark OS. Lo ha fatto dopo aver registrato, in Cina, il marchio HongMeng. Questi dovrebbero essere i nomi scelti da Huawei per quello che sarà il prossimo sistema operativo dell’azienda cinese. La scelta di due differenti nomi, uno cinese e uno più occidentale, è in piena sintonia con la filosofia orientale: Yu Chengdong, il CEO di Huawei Consumer Business Group, quando mette piede in Europa diventa un più amichevole e occidentale Richard Yu.

La registrazione del nome per un nuovo sistema operativo, e le tempistiche, lasciano pensare che questa mossa sia stata dettata dalla situazione che si è venuta a creare dopo la decisione degli Stati Uniti di inserire Huawei nella “entity list”, con conseguente taglio dei rapporti da parte di Google. In realtà, e a dimostrarlo ci sono i fatti, quella del sistema operativo proprietario era una strada che Huawei aveva preso già da tempo.

“Apple è la compagnia leader nel mondo. Senza Apple non avremmo internet mobile. Se non ci fosse stata Apple a mostrarcelo non avremmo visto la bellezza di questo mondo. Apple è per me una maestra”. Ren Zhengfei, il fondatore di Huawei, ha svelato al mondo la sua smisurata ammirazione per Apple nel corso di una intervista a Bloomberg, dichiarando anche che si sarebbe opposto ad ogni possibile ritorsione sul marchio americano operato del Governo Cinese.

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Nelle recenti mosse di Huawei è impossibile non cogliere alcuni collegamenti con quanto fatto da Apple nel mondo della tecnologia dalla sua nascita: Huawei ha sempre voluto diventare come Apple, era l’idea del suo fondatore, e la decisione dell’amministrazione Trump è stata un semplice catalizzatore per un processo che ora è stato accelerato. Impossibile rimandare.

Tra le aziende che producono oggi tecnologia Huawei è quella che probabilmente più si avvicina alla filosofia di Cupertino: non solo ha saputo creare un processore dedicato ai suoi prodotti, il Kirin, ma ha anche dimostrato di saper modificare e plasmare l’hardware a seconda delle sue specifiche esigenze. Ha creato un nuovo chip GPS, perché era insoddisfatta di quello che si trovava sul mercato OEM, ha progettato un sensore fotografico con inedito (quello del P30), creando qualcosa che non si era mai visto neppure sulle macchine fotografiche, si è costruita un modem 4G e 5G, si è fatta un chip wi-fi più efficiente. Uno smartphone Huawei oggi ha molti più componenti fatti in casa di quanti ne abbia un iPhone o un Samsung Galaxy.

Huawei, iOS e Android: approcci diversi al mondo mobile

Spesso l’attenzione si concentrano su questi aspetti più materiali, processori, chip, fotocamere, e sfugge all’occhio l’enorme lavoro che è stato fatto in questi anni da Huawei lato software. L’EMUI, l’interfaccia proprietaria di Huawei, è stata più volte criticata per il suo aspetto magari poco raffinato, le icone raffazzonate e qualche elemento copiato da iOS, ma grattando la superficie si scopre che non solo Huawei ha dato ad Android più di quanto ha ricevuto, ma che la EMUI stessa è un work in progress verso quello che è l’obiettivo finale.

Per capire come si è mossa Huawei in questi anni, e per vedere come questa trasformazione in una “Apple orientale” è in atto da molto tempo, bisogna spostare la discussione su un lato un po’ più tecnico (ma semplificheremo), partendo proprio da iOS e da Android. Benché si tratti di sistemi operativi simili agli occhi della gente, ci sono differenze sostanziali nel modo in cui funzionano ed è un po’ il motivo per cui uno ha da sempre prestazioni migliori dell’altro.

L'approccio snello di iOS: app compilate per uno specifico processore

iOS è un ecosistema completo dove l’azienda controlla dal primo anello all’ultimo anello, l’hardware. Si può pensare alla soluzione Apple come ad un sistema a strati, uno “stack”, dove c’è il sistema operativo iOS, basato su BSD, una piattaforma di sviluppo (XCode), un linguaggio di programmazione, Swift (o Objective C) e una serie di framework.

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Apple, con in mano il controllo dell’intero stack, dal software all’hardware, ha pensato bene di scrivere le applicazioni in un linguaggio “macchina” che può essere letto e eseguito direttamente dai processori degli iPhone o degli iPad. Tecnicamente si dice “compilare”, ed è il lavoro che viene fatto da XCode: tutto il codice scritto dagli sviluppatori viene trasformato in un linguaggio che il chip capisce e esegue. Apple può farlo, perché scrive il software per l’hardware.

La scelta di Android: massimizzare la compatibilità a scapito delle prestazioni

Android non può, perché dovendo supportare un numero enorme di dispositivi con diverse configurazioni, e quindi diversi tipi di driver o componenti, è stato realizzato per massimizzare la compatibilità con tutti questi prodotti. Quando Google ha creato Android ha scelto un linguaggio di programmazione che fosse conosciuto e flessibile. La scelta è caduta su Java, molto diffuso e pensato in modo tale che le applicazioni scritte in questo linguaggio potessero essere indipendenti dalla piattaforma di esecuzione. Una applicazione scritta in Java oggi può girare su Windows, su MacOS o su Linux: quello che serve è solo un ambiente di esecuzione, l’elemento che viene definito Java Virtual Machine o Java Runtime Environment. Il linguaggio Java non viene capito infatti dai processori neppure quando viene compilato, serve una sorta di “traduttore” e questa macchina virtuale lo fa: traduce il Java compilato in un linguaggio che può essere interpretato dai chip.

Per far funzionare le applicazioni in Java su Android, e quindi sui processori degli smartphone (ad esempio gli Snapdragon) è stata creata da Google una macchina virtuale appositamente pensata e ottimizzata per l’ambito mobile. La prima generazione di questa macchina virtuale si chiamava Dalvik, e ha accompagnato Android dalle origini fino ad Android Kit Kat (4.4): quando un utente apriva un app, Dalvik compilava in tempo reale questa applicazione in un linguaggio che lo specifico hardware dello smartphone era capace di leggere e l’app veniva eseguita. La compilazione fatta dallo smartphone comportava un leggero ritardo nell’apertura, quindi Google ha deciso con Android 5.0 Lollipop di introdurre quello che viene chiamato ART, Android Runtime. A differenza di Dalvik, la prima generazione di ART compilava le applicazioni durante la prima installazione: nonostante si riducessero i tempi di caricamento, Google non era soddisfatta a pieno delle prestazioni. Ha così introdotto con Android 7.0 Nougat una evoluzione di ART che unisce i benefici di ART a quelli di Dalvik. I processori sono più potenti, i dispositivi hanno più memoria quindi le app oggi non vengono più compilate interamente durante l’installazione, ma vengono compilate dinamicamente solo le componenti utilizzate quando si usa l’app. Alle successive esecuzioni verrà usato il codice già compilato, e se sarà necessario verranno compilate nuove parti.

Si capisce subito la differenza tra Android e IOS: mentre Apple può tenere un approccio snello e super ottimizzato, le applicazioni vengono compilate in un linguaggio che il processore capisce e esegue, con Android le app vengono compilate in un linguaggio intermedio che i processori degli smartphone non possono capire se non viene usato un ulteriore interprete, in questo caso ART. Spesso si dice che iOS è più veloce di Android, che usa meno risorse, che basta meno RAM perché l’ottimizzazione è maggiore, e questo è uno dei motivi.

In questo punto si inserisce Huawei: se si conosce il processore dello smartphone non c’è motivo per usare ART che è più lento e spreca risorse. Si possono compilare le app per quel processore, proprio come fa Apple. Huawei, che progetta i processori destinati ai suoi prodotti lo ha fatto, un progetto che porta avanti da oltre cinque anni e si chiama ARK. Esatto, come il sistema operativo che Huawei ha appena registrato.

ARK, come rendere Android veloce e efficiente quanto iOS

Wang Chenglu, President of Software di Huawei Consumer Business Group di Huawei, nel corso di un media briefing ha raccontato che l’interesse verso i linguaggi di programmazione e i compilatori in Huawei è nato dieci anni fa, nel 2009. La Cina non ha mai sfornato grandi programmatori e non ha mai avuto una lunga tradizione nel software, ma nonostante questo si è deciso di investire per creare un gruppo di ricerca che potesse portare alla nascita di un linguaggio di programmazione e del rispettivo compilatore. La prima versione di questo compilatore è stata rilasciata nel 2013, e veniva usata per compilare i software delle base station, gli apparati di rete. Solo un anno più tardi è stata impostata la struttura di quello che sarebbe diventato l’ARK, e nei mesi successivi sono state poste le basi di quello che poteva divenire un vero linguaggio di programmazione.

Huawei ha capito che il lavoro fatto poteva rappresentare una svolta nel 2016, quando ha deciso di aprire un vero e proprio laboratorio dedicato ai compilatori e ai linguaggi di programmazione, facendo “spesa” di esperti da università e anche dall’estero. Dopo una decina d’anni, centinaia di milioni di dollari spesi in r&d e migliaia di ingegneri e sviluppatori impegnati nel progetto ARK è finalmente pronto: un nuovo tipo di compilatore che permette di ottenere, su Android, quello che Apple è riuscita a fare con iOS e iPhone, ovvero prendere le applicazioni e compilarle in un linguaggio che viene letto direttamente dai processori.

Non c’è dubbio che il nome ARK OS derivi proprio dall’ARK Compiler, il cuore del nuovo sistema operativo, e non poteva essere scelto un nome migliore soprattutto in questo periodo. E ARK Compiler deriva quasi certamente da “Noah Ark Lab”, un gruppo di laboratori di ricerca e sviluppo Huawei. Quando Huawei l’ha scelto, tuttavia, non poteva certo immaginare che l’arca sarebbe servita per sopravvivere all’uragano Trump.

Continua qui: https://www.dday.it/redazione/31014/huawei-come-apple-il-sogno-del-fondatore-puo-avverarsi-dai-chip-ad-ark-os-tutto-era-stato-pianificato-da-tempo




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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 03/06/2019, 00:58 
Sarebbe la fine, con l introduzione di un nuovo OS made in huawei, di un binomio di egemonia... Tra Android e IOS.
Ma forse, e dico forse, ci ritroveremo con un altro sogno, finto, di libertà! Avevo sperato nel boom di Linux anche nel mercato smartphone... Ma la gente è disposta a vendersi privacy e identità per quattro app e giochini varii


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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 03/06/2019, 01:24 
ma... quanto a distribuzione questo nuovo os lo dovrà distribuire Huawei, la rete capace ce l'ha?
ma anche tutte le app da localizzare nel nuovo os, che ancora non ci sono
i programmatori di app dovranno migrare nel nuovo? lo vorranno fare?

per quanto possa essere difficile l'inizio potrebbe essere l'alba di un nuovo concorrente e altri potrebbero seguirlo per diversi motivi... boh...



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 Oggetto del messaggio: Re: Huawei VS Google
MessaggioInviato: 03/06/2019, 13:05 
Zelman ha scritto:
ma... quanto a distribuzione questo nuovo os lo dovrà distribuire Huawei, la rete capace ce l'ha?
ma anche tutte le app da localizzare nel nuovo os, che ancora non ci sono
i programmatori di app dovranno migrare nel nuovo? lo vorranno fare?

per quanto possa essere difficile l'inizio potrebbe essere l'alba di un nuovo concorrente e altri potrebbero seguirlo per diversi motivi... boh...


Beh è pur sempre il secondo produttore all mondo il che vuol dire che i telefono in figo HUAWEI sono milioni. gli basterà aggiornare il sistema operativo con un semplice aggiornamento e rendere l'interfaccia grafica simile alla precedente, nessuno si accorgerà della differenza. PEr le APP non ci sarà alcun problema. E' tutto spiegato nell'articolo precedente anche se un pò lunghetto.



Cita:
Vendetta per Huawei? La Cina lancerà la sua "lista nera" per "restituire il colpo" alle entità straniere ostili

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Pechino pubblicherà presto la sua "lista di entità" "per contrattaccare contro le entità straniere che compiono sforzi ineguali contro le compagnie cinesi", riporta il quotidiano di stato Global Times.

Il cosiddetto "elenco di entità inattendibili" includerà organizzazioni, individui e società straniere "che bloccano e chiudono" la catena di approvvigionamento e adottano "misure discriminatorie per ragioni non commerciali", e le cui azioni "mettono in pericolo" il business delle società. cinesi, così come i consumatori e le imprese globali, ha annunciato ieri il portavoce del Ministero del commercio, Gao Feng, citato dal quotidiano.

Gao ha comunicato, inoltre, che le misure specifiche che verranno applicate a quelle entità incluse nell'elenco saranno annunciate nel prossimo futuro.

Il portavoce del ministero ha spiegato che la misura è stata presa perché alcune entità straniere "hanno violato le regole del mercato e lo spirito dei contratti" per bloccare la fornitura o adottare altre misure discriminatorie nei confronti delle società del paese asiatico, che ha danneggiato i diritti di entità cinesi e "in pericolo la sicurezza nazionale", afferma Global Times.

Gao ha anche specificato che l'elenco delle entità è basato sulla legge cinese sul commercio estero, la legge antitrust e la legge sulla sicurezza nazionale.




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