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 Oggetto del messaggio: Tecnologia e sviluppo di una mano artificiale
MessaggioInviato: 15/12/2008, 22:58 
http://www.youtube.com/watch?v=ur5TM1vrqzw

La protesi in questione (mano robotica) sfrutta il meccanismo della sottoattuazione per implementare movimenti e prese antropomorfi.Essa dispone in totale di 16 gradi di libertà (GDL),così ripartiti: tre GDL per ogni dito più un GDL per portare il pollice in opposizione a tutte le altre dita (adduzione-abduzione).I gradi di mobilità (GDM) sono invece 6. La flessione di ogni dito sottoazionato (azione agonista) è ottenuto tramite un cavo comandato da un motore in continua. L'azione antagonista viene implementata da molle torsionali integrate in ogni giunto del dito. Analogamente al modello di mano umana i motori (come i muscoli) per i movimenti di flessione delle 5 dita sono esterni alla mano e posizionati nell'avambraccio.Inoltre il motore (muscolo) per il posizionamento del pollice e relativo movimento verso le altre 4 dita, è integrato all'interno del palmo della mano.Questa "mano robotica" è caratterizzata da un sistema sensoriale artificiale mirato a fornire informazioni propriocettive ed esterocettive seguendo quanto più possibile il modello umano. Le informazioni del sistema sensoriale di una mano artificiale cibernetica vengono utilizzate essenzialmente per due ragioni:

1) Per fornire un feedback in afferenza al paziente affinché percepisca la protesi nel modo più naturale possibile.
2) Per chiudere il loop di controllo a basso livello della mano bionica.


I sensori di tipo propriocettivo sono stati progettati seguendo un approccio bio-ispirato. Essi forniscono le posizioni dei giunti della mano e le forze esercitate dagli attuatori, in analogia,rispettivamente,ai recettori articolari e agli organi tendinei del Golgi della mano umana. Per questo vengono integrati sensori ad effetto Hall in ogni giunto ed anche sensori capaci di rilevare la tensione dei cavi di ogni dito. Altri tipi di sensori sono stati opportunamente progettati ed integrati per dare informazioni riguardo all'interazione che la mano artificiale ha con l'ambiente (sensori esterocettivi o tattili).



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MessaggioInviato: 16/12/2008, 08:45 
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Ultima modifica di Fausto Intilla il 16/12/2008, 08:46, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/12/2008, 15:31 
Primo passo verso l'uomo metà biologico metà macchina [|)].
Peccato comunque, che non riesca a vedere il video su youtube [8].



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MessaggioInviato: 16/12/2008, 19:38 
Cita:
Lawliet ha scritto:

Primo passo verso l'uomo metà biologico metà macchina [|)].
Peccato comunque, che non riesca a vedere il video su youtube [8].

Prova a scaricare questo programma sul tuo PC:
http://www.download.com/Flash-Player/30 ... ?tag=mncol
Oppure:
http://www.download.com/Adobe-Flash-Pla ... ?tag=mncol

Interazione tra protesi e parti biologiche del corpo:

Nel corso degli scorsi anni sono state realizzate differenti tipologie di interfacce neurali per il Sistema Nervoso Periferico (Navarro et al.,2005 e Micera et al.,2006) utilizzate sia per studiarne le proprietà, da un punto di vista esclusivamente neurofisiologico, che per costruire dispositivi neuroprotesici (es.,per pazienti che hanno subito una lesione al midollo spinale) o Sistemi Bionici Ibridi (es.,protesi cibernetiche di mano,come in questo caso).Queste interfacce dovrebbero creare un contatto stabile e selettivo con il Sistema Nervoso Periferico, permettendo la registrazione e la stimolazione elettrica dei fascicoli nervosi e ripristinando così le vie neurali efferenti ed afferenti (es.,registrando i segnali da alcune fibre efferenti è possibile estrarre informazioni cinematiche e cinetiche per il controllo di protesi artificiali mentre stimolando elettricamente alcune fibre afferenti all'interno del nervo è possibile ridare ad un amputato un feedback sensoriale - informazioni propiocettive e tattili).Risulta quindi molto importante la scelta del tipo di interfaccia da utilizzare che deve essere fatta sulla base della selettività e della invasività,ovvero della capacità di avere accesso a fascicoli all'interno del nervo periferico e sulla tipologia del contatto che si vuole instaurare con il nervo periferico (es.,l'elettrodo può essere posizionato dentro o intorno al nervo periferico).
Per ulteriori informazioni, si veda:
http://www-crim.sssup.it/tiki-index.php
http://www.sssup.it/context.jsp?ID_LINK=59&area=47



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MessaggioInviato: 16/12/2008, 23:39 
Funziona youtube in generale, quel video tuttavia dice che non è più esistente.. credo di avere qualche problema con questo video in particolare.. risolverò domani, lo vedrò in qualche modo [;)]
Grazie delle informazioni, un giorno al nostro corpo di biologico resterà solo il cervello, il resto sarà composto da macchine, così da poter vivere.. molto, molto più tempo [:)]


Ultima modifica di Lawliet il 16/12/2008, 23:39, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tecnologia e sviluppo di una mano artificiale
MessaggioInviato: 05/02/2019, 15:19 
Cita:

Svolta nella ricerca sulle protesi artificiali: su una donna svedese il primo impianto al mondo stabile e permanente per il controllo di una mano robotica
L’impianto potrà essere utilizzato nella vita di tutti i giorni e consentirà di controllare in modo naturale la mano robotica e di restituirne le percezioni sensoriali

È una donna svedese la prima beneficiaria al mondo di un impianto transradiale (sotto il gomito) stabile e permanente per il controllo di una mano robotica. In un intervento chirurgico pioneristico, sono stati innestati impianti in titanio nelle due ossa dell’avambraccio della donna (radio e ulna), sfruttando la tecnica dell’osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari. L’impianto potrà essere utilizzato nella vita di tutti i giorni e consentirà di controllare in modo naturale la mano robotica e di restituirne le percezioni sensoriali. La svolta è arrivata all’interno del progetto di ricerca europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Horizon 2020.
Il nuovo impianto è stato sviluppato in Svezia dal team guidato da Max Ortiz Catalan presso Integrum, l’azienda che per prima ha realizzato una protesi artificiale usando la tecnica dell’osteointegrazione, in collaborazione con la Chalmers University of Technology. L’intervento chirurgico, il primo nel suo genere, si è svolto presso lo Sahlgrenska University Hospital in Svezia sotto la guida del prof. Richard Brånemark e del dottor Paolo Sassu. Il progetto DeTOP è coordinato da Christian Cipriani, direttore dell’Istituto di BioRobotica, e include anche Prensilia srl, azienda spin-off dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, Lund University, Gothenburg University, University of Essex, Swiss Center for Electronics and Microtechnology, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, il Centro Protesi INAIL e l’Istituto Ortopedico Rizzoli.

L’impianto funge da tramite tra lo scheletro e la mano robotica sviluppata dalla Scuola Superiore Sant’Anna e da Prensilia. I benefici sulla vita quotidiana, sia da un punto di vista pratico che all’interno della dimensione sociale, sono molteplici: la tecnica osteointegrata permette infatti di superare i limiti delle protesi convenzionali le quali possono riprodurre solo un paio di movimenti grossolani, come aprire e chiudere la mano. Col nuovo impianto invece, attraverso sedici elettrodi inseriti nei muscoli residui, sarà possibile estrapolare una quantità maggiore di informazioni al fine di consentire un controllo più efficace della mano robotica.
Le attuali protesi di mano hanno anche un feedback sensoriale limitato. Non forniscono infatti percezioni tattili quando si afferra un oggetto o si interagisce con un’altra persona e l’ambiente circostante, costringendo la persona a fare affidamento solo sulla vista mentre usa la protesi. Grazie agli elettrodi impiantati nei nervi, che servono a creare un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso, la donna potrà recupererare le sensazioni tattili perdute dopo l’amputazione attraverso dei sensori che guidano la stimolazione del nervo.

Uno degli elementi centrali di questo lavoro è che si tratta della prima tecnologia utilizzabile nella vita di tutti i giorni, non solo all’interno di un laboratorio di ricerca. La tecnica dell’osteointegrazione era già stata sperimentata con successo da Integrum e Chalmers University of Technology su un paziente con amputazione transomerale(sopra il gomito), ma non era ancora possibile nelle amputazioni transradiali, dove il fissaggio deve essere effettuato su due piccole ossa invece che su un unico osso di dimensioni più grandi, come nella parte superiore del braccio. La protesi transradiale sviluppata all’interno del progetto DeTOP apre nuovi scenari nello sviluppo di un impianto di fissaggio scheletrico perché prevede non solo una maggiore stabilità a lungo termine, ma anche un sensibile miglioramento delle funzionalità motorie e percettive dell’amputato grazie alla presenza di molti più muscoli da cui estrarre i comandi neurali.
In questa fase la donna su cui è stato eseguito l’intervento sta seguendo un programma di riabilitazione per riacquistare forza nei muscoli dell’avambraccio, indebolite dopo l’amputazione. Parallelamente, in un ambiente di realtà virtuale, sta tornando ad imparare a controllare la mano robotica che, nelle prossime settimane, potrà portare a casa e usare quotidianamente.
Il prossimo obiettivo è impiantare il sistema protesico su altri due pazienti, uno in Italia e uno in Svezia.

“Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata – commenta Christian Cipriani, responsabile scientifico del progetto DeTOP – e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale. Questo non sarà comunque l’unico impianto previsto: sono infatti partite in Italia le attività di ricerca per il reclutamento di un secondo paziente per un nuovo intervento chirurgico in programma all’Università Campus Bio-Medico di Roma che verrà effettuato da team clinici del Campus Bio-Medico e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli”.





http://www.meteoweb.eu/2019/02/protesi- ... a/1217945/


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 Oggetto del messaggio: Re: Tecnologia e sviluppo di una mano artificiale
MessaggioInviato: 05/02/2019, 15:28 
Finalmente si comincia a ragionare con ste protesi robotiche, era ora!



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 Oggetto del messaggio: Re: Tecnologia e sviluppo di una mano artificiale
MessaggioInviato: 06/02/2019, 14:12 
Di solito si può ragionare con il cervello, non con le protesi, ma un cervello robotico è già in fase di sperimentazione per usarlo come protesi per quelli non gli ha mai funzionato.



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Correte correte... che per pagare i mercanti e i loro camerieri dovrete rubare sempre di più, e attenti a non dimenticarvi la carta di credito a casa... che se vi rompete il muso per strada neppure il carroattrezzi viene più a prendervi.
Mi raccomando: Votate, umili e silenti.
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