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Circa 490 milioni di anni luce: è questa la distanza tra due galassie più ricorrente nell'universo, secondo la misurazione più precisa mai effettuata di questa cruciale scala di lunghezza cosmica. Usando questa scala, i ricercatori hanno calcolato le distanze astronomiche con un livello d'incertezza pari all'1 per cento, un valore minimo da record, in una misurazione che aiuta a chiarire che cosa c'è dietro la misteriosa energia oscura che causa l'accelerazione dell'espansione dell'universo.

La separazione di 150 megaparsec, pari a circa 490 milioni di anni luce, è un artefatto dei processi seguiti alla nascita dell'universo: nella materia primordiale si sono formate minuscole “increspature” che hanno determinato l'addensamento del materiale in alcuni punti: i “semi” da cui si sono formate le galassie. Quando l'universo era giovane e molto caldo, questi punti ultradensi non hanno potuto compensare la loro stessa pressione, e hanno emesso nello spazio onde sonore che si sono propagate fino a che l'universo non si è raffreddato e si sono formati gli atomi neutri.

“In pratica, ognuna di queste regioni dell'universo ha prodotto un'onda sonora che ha percorso una distanza che attualmente è di 150 megaparsec”, spiega Daniel Eisenstein dell'Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics. E dove si sono fermate, queste onde sonore hanno comunicato alla materia presente un impulso che ha reso ancora più probabile la formazione di un seme di galassia. Eisenstein, direttore della Sloan Digital Sky Survey (SDSS) III, la campagna di osservazioni che ha raccolto i dati usati per la misurazione, ha presentato i risultati al 223° convegno dell'American Astronomical Society.

[Clicca e scopri il significato del termine: Queste increspature periodiche nella diffusione delle galassie in tutto lo spazio sono chiamate oscillazioni acustiche barioniche, e hanno profonde implicazioni per la comprensione dell#65533;evoluzione dell#65533;universo. Usando queste oscillazioni, gli astronomi possono confrontare la separazione attuale delle galassie con la dimensione di queste increspature poco dopo la nascita dell#65533;universo per cercare di capire in che modo lo spazio si sia “stirato” nel corso del tempo. “Ci permettono di ricostruire in modo molto accurato la storia dell#65533;espansione dell#65533;universo”, spiega Eisenstein. Una conseguenza diretta di questa ricostruzione è la possibilità di porre un limite alle proprietà dell#65533;energia oscura che determina l#65533;accelerazione dell#65533;espansione. La nuova misurazione viene dal progetto BOSS (Baryon Oscillation Spectroscopic Survey), che ha usato mappe della posizione di 1,2 milioni di galassie catturate dall#65533;SDSS-III. Le oscillazioni acustiche barioniche furono misurate per la prima volta nel 2005 da gruppi dell#65533;SDSS e di un altro progetto chiamato 2dF Galaxy Redshift Survey. “Le misurazioni originali erano semplici rilevazioni”, spiega Matthew Colless dell#65533;Australian National University, che ha guidato l#65533;esperimento 2dF. “Gli ultimi risultati di BOSS possono essere considerati una #65533;cosmologia di precisione#65533;”. Colless ora sta lavorando a due esperimenti, il 6dF Galaxy Survey e il WiggleZ Dark Energy Survey, che misurano le oscillazioni acustiche barioniche alle distanze più vicine e più lontane, rispettivamente, di quelle raggiunte da SDSS-III. Nell#65533;intervallo coperto, però, SDSS-III ha una precisione significativamente maggiore. “È certamente un risultato impressionante e fornisce una delle pietre angolari su cui basare l#65533;attuale cosmologia”, spiega uno dei coautori della scoperta dell#65533;energia oscura, Adam Riess, che non era coinvolto in BOSS. “Queste misurazioni sono molto difficili da effettuare e l#65533;energia oscura è molto misteriosa, ma stiamo lavorando alacremente per cercare di comprenderla] Queste increspature periodiche nella diffusione delle galassie in tutto lo spazio sono chiamate oscillazioni acustiche barioniche, e hanno profonde implicazioni per la comprensione dell'evoluzione dell'universo. Usando queste oscillazioni, gli astronomi possono confrontare la separazione attuale delle galassie con la dimensione di queste increspature poco dopo la nascita dell'universo per cercare di capire in che modo lo spazio si sia “stirato” nel corso del tempo. “Ci permettono di ricostruire in modo molto accurato la storia dell'espansione dell'universo”, spiega Eisenstein. Una conseguenza diretta di questa ricostruzione è la possibilità di porre un limite alle proprietà dell'energia oscura che determina l'accelerazione dell'espansione.

La nuova misurazione viene dal progetto BOSS (Baryon Oscillation Spectroscopic Survey), che ha usato mappe della posizione di 1,2 milioni di galassie catturate dall'SDSS-III. Le oscillazioni acustiche barioniche furono misurate per la prima volta nel 2005 da gruppi dell'SDSS e di un altro progetto chiamato 2dF Galaxy Redshift Survey. “Le misurazioni originali erano semplici rilevazioni”, spiega Matthew Colless dell'Australian National University, che ha guidato l'esperimento 2dF. “Gli ultimi risultati di BOSS possono essere considerati una 'cosmologia di precisione'”.

Colless ora sta lavorando a due esperimenti, il 6dF Galaxy Survey e il WiggleZ Dark Energy Survey, che misurano le oscillazioni acustiche barioniche alle distanze più vicine e più lontane, rispettivamente, di quelle raggiunte da SDSS-III. Nell'intervallo coperto, però, SDSS-III ha una precisione significativamente maggiore. “È certamente un risultato impressionante e fornisce una delle pietre angolari su cui basare l'attuale cosmologia”, spiega uno dei coautori della scoperta dell'energia oscura, Adam Riess, che non era coinvolto in BOSS. “Queste misurazioni sono molto difficili da effettuare e l'energia oscura è molto misteriosa, ma stiamo lavorando alacremente per cercare di comprenderla

[Clicca e scopri il significato del termine: Due dei più grandi misteri irrisolti della fisica riguardano la natura dell#65533;energia oscura e il fatto che possa variare, o meno, nel tempo. Se si trattasse di una proprietà statica, sarebbe simile per molti aspetti alla “costante cosmologica” introdotta da Albert Einstein quando formulò le sue equazioni della relatività generale. Originariamente, Einstein aggiunse il termine costante per far sì che le sue equazioni prevedessero un universo statico, ma scartò questo concetto una volta emerse le prove del fatto che in realtà il cosmo è in espansione. Tuttavia, negli anni novanta, gli scienziati hanno recuperato l#65533;idea di Einstein quando hanno scoperto l#65533;energia oscura. L#65533;ultima misurazione dell#65533;oscillazione acustica barionica è in ottimo accordo con le previsioni basate sulla costante cosmologica. “I dati attuali sono coerenti con la costante cosmologica, ma migliorando la precisione si potrà verificare ulteriormente questa corrispondenza”, spiega Eisenstein. Anche se l#65533;energia oscura fosse effettivamente una costante cosmologica, gli scienziati non sarebbero affatto più vicini a sapere perché esiste. Alcuni ricercatori sperano che da misurazioni come queste possano saltar fuori minime deviazioni dal modello della costante cosmologica, indicando la via per arrivare a una più profonda spiegazione dell#65533;energia oscura. “Il problema vero è che non abbiamo la minima idea di quale possa essere l#65533;entità di queste deviazioni”, conclude Ress. ] Due dei più grandi misteri irrisolti della fisica riguardano la natura dell'energia oscura e il fatto che possa variare, o meno, nel tempo. Se si trattasse di una proprietà statica, sarebbe simile per molti aspetti alla “costante cosmologica” introdotta da Albert Einstein quando formulò le sue equazioni della relatività generale.

Originariamente, Einstein aggiunse il termine costante per far sì che le sue equazioni prevedessero un universo statico, ma scartò questo concetto una volta emerse le prove del fatto che in realtà il cosmo è in espansione. Tuttavia, negli anni novanta, gli scienziati hanno recuperato l'idea di Einstein quando hanno scoperto l'energia oscura.

L'ultima misurazione dell'oscillazione acustica barionica è in ottimo accordo con le previsioni basate sulla costante cosmologica. “I dati attuali sono coerenti con la costante cosmologica, ma migliorando la precisione si potrà verificare ulteriormente questa corrispondenza”, spiega Eisenstein. Anche se l'energia oscura fosse effettivamente una costante cosmologica, gli scienziati non sarebbero affatto più vicini a sapere perché esiste.

Alcuni ricercatori sperano che da misurazioni come queste possano saltar fuori minime deviazioni dal modello della costante cosmologica, indicando la via per arrivare a una più profonda spiegazione dell'energia oscura. “Il problema vero è che non abbiamo la minima idea di quale possa essere l'entità di queste deviazioni”, conclude Ress.

http://www.lescienze.it/news/2014/02/10 ... 14-02-2014


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MessaggioInviato: 10/03/2014, 15:48 
Secondo due studiosi della Harvard University di Cambridge, Massachusetts, la materia oscura potrebbe essere responsabile degli impatti meteoritici che hanno portato alle enormi estinzioni di massa del passato, come quella dei dinosauri. Secondo Lisa Randall e Mattue Reece, infatti, dietro le improvvise intensificazioni delle tempeste di meteoriti che si verificano ciclicamente potrebbe esserci il passaggio del Sole attraverso uno “strato” della Via Lattea con insolito spessore. In particolare, si tratterebbe di un disco di materia oscura, teorizzata dai due come di tipo “dissipativo”, che ha uno spessore di 35 anni luce e una densita’ di una massa solare per metro quadrato luce. Abbastanza, continuano gli scienziati, per provocare una insolita spinta gravitazionale al passaggio del Sole: questa spinta, a sua volta, innescherebbe i bombardamenti di meteoriti andando a disturbare le comete che si trovano nella nube di Oort, una ipotetica nube sferica di comete da cui si ritiene che provengano le comete di lungo periodo. Questi fenomeni creerebbero, come si legge sulla rivista Physical Review Letters, eventi meteoritici eccezionali con una periodicita’ di circa 35 milioni di anni.

http://www.meteoweb.eu/2014/03/spazio-m ... sa/268438/


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MessaggioInviato: 11/03/2014, 16:55 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Secondo due studiosi della Harvard University di Cambridge, Massachusetts, la materia oscura potrebbe essere responsabile degli impatti meteoritici che hanno portato alle enormi estinzioni di massa del passato, come quella dei dinosauri. Secondo Lisa Randall e Mattue Reece, infatti, dietro le improvvise intensificazioni delle tempeste di meteoriti che si verificano ciclicamente potrebbe esserci il passaggio del Sole attraverso uno “strato” della Via Lattea con insolito spessore. In particolare, si tratterebbe di un disco di materia oscura, teorizzata dai due come di tipo “dissipativo”, che ha uno spessore di 35 anni luce e una densita’ di una massa solare per metro quadrato luce. Abbastanza, continuano gli scienziati, per provocare una insolita spinta gravitazionale al passaggio del Sole: questa spinta, a sua volta, innescherebbe i bombardamenti di meteoriti andando a disturbare le comete che si trovano nella nube di Oort, una ipotetica nube sferica di comete da cui si ritiene che provengano le comete di lungo periodo. Questi fenomeni creerebbero, come si legge sulla rivista Physical Review Letters, eventi meteoritici eccezionali con una periodicita’ di circa 35 milioni di anni.

http://www.meteoweb.eu/2014/03/spazio-m ... sa/268438/



Una ricerca sicuramente interessante. Tuttavia pone le sue basi su dati difficilmente verificabili. La stessa materia oscura è ancora un concetto tutto da verificare.

Se essa subisse un'interazione una volta a contatto con la materia o l'energia scientificamente conosciuta e osservata, subendone un "trascinamento" nello spazio, questo intervallo di 35 milioni di anni, potrebbe essere calcolato su dati reali. Ma l'immobilità che si adduce nella ricerca, non sono riuscito a capire come venga calcolata dato che la materia oscura non è ad oggi osservabile.

Per quanto invece ne sappiamo, sembrerebbe essere un tipo di materia che non subisce interazioni gravitazionali come la materia ordinaria. In questo caso, cioè se fosse "ferma" nello spazio, il tempo che il sistema solare impiegherebbe per "ripassare" da un punto fisso nello spazio, calcolando il percorso di rivoluzione dello stesso Sistema Solare attorno al centro galattico, sarebbe di 230 milioni di anni...quindi non congruo con i risultati della ricerca.

C'è da dire anche che un fattore in particolare non viene, secondo me, tenuto in debito conto, per calcolare eventuali scombussolamenti periodici all'interno della Nube di Oort.

Questa nube di polveri, formata in parte da ciò che è rimasto dell'iniziale disco d'accrescimento che formò il Sole e i pianeti oggi in orbita attorno ad esso ed in parte da materiale catturato dallo spazio interstellare in miliardi di anni, ha una caratteristica che stranamente non viene mai evidenziata.

Essa si sviluppa a partire da circa 0,3 Anni Luce di distanza dal Sole, estendendosi sino a quasi 3 Anni Luce dallo stesso astro solare.
Le stelle più vicine al nostro Sistema Solare, sono le tre che formano il sistema Alpha Kentaurus (Alfa Centauri).

La distanza media di questo sistema dal Sole è di circa 4,36 Anni Luce.
Due delle tre stelle che lo compongono, hanno caratteristiche fisiche, di età, massa e categoria stellare quasi identiche al nostro Sole. Una nube di detriti a distanza pari a quella della Nube di Oort dal Sole, è ampiamente probabile che esista. Basterebbe che si estendesse per "soli" 2 anni luce dal centro del sistema, per intersecarsi con la Nube di Oort.

Le due nubi di materiale che circondano il Sole e queste tre stelle, si "sovrapporrebbero" con estrema facilità...determinando sicuramente una situazione di caos.

Non ho trovato nulla in merito, pur cercando in molti siti anche di Agenzie Spaziali.
Se qualcuno avesse i miei stessi dubbi, sarebbe interessante approfondire questa possibilità...

Ciao a tutti.


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MessaggioInviato: 27/04/2014, 17:48 
giovedì 24 aprile 2014, 12:37 di Renato Sansone

Si stringe il cerchio delle particelle che potrebbero costituire la materia oscura, la componente misteriosa dell’universo che lo occuperebbe per circa il 25%, così come l’ancora più misteriosa energia oscura, che occuperebbe il 70% del cosmo.
A definire i confini entro i quali potrebbero trovarsi queste particelle sconosciute è la ricerca condotta dal Politecnico di Vienna e dall’Istituto Laue-Langevin (ILL) di Grenoble, dove si trova la più intensa sorgente di neutroni ultrafreddi del mondo. Il confine entro cui potrebbero trovarsi nuove particelle o forze fondamentali è 100.000 volte più ristretto rispetto alle stime precedenti.BR>BR> Il risultato si basa sulla nuova tecnica messa a punto dai ricercatori per misurare effetti gravitazionali anche sottilissimi. Nonostante risulti invisibile agli strumenti attuali, la materia oscura agisce sulla materia che vediamo attraverso la sua forza di gravità, che influenza per esempio la rotazione delle galassie, e potrebbe essere rivelata proprio seguendo le tracce della sua gravità. Anche l’energia oscura, che è responsabile dell’espansione accelerata dell’universo, potrebbe essere rivelata con questa tecnica.BR>BR> Se esistono nuove particelle o forze, secondo gli autori, dovrebbe essere possibile osservarle sulla Terra. La tecnica si basa sui neutroni, particelle ‘perfette’ per questo tipo di ricerche perché non hanno carica elettrica e sono influenzate solo dalla gravità, ed eventualmente da altre forze ancora sconosciute. BR>La tecnica richiede che i neutroni prodotti dalla sorgente dell’ILL vengano incanalati lentamente verso due piastre parallele. Secondo la teoria quantistica, i neutroni possono occupare solo stati con energie che dipendono dalla forza di gravità esercitata sulla particella. Facendo oscillare meccanicamente le due piastre, può essere cambiato lo stato quantistico del neutrone. In questo modo può essere misurata la differenza tra i livelli di energia e potrebbe essere ‘scovata’ la presenza di eventuali altre fonti di gravità.

http://www.meteoweb.eu/2014/04/definiti ... so/278561/


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MessaggioInviato: 09/05/2014, 10:34 
E' la materia oscura che si nasconde all'interno della Via Lattea a deviare periodicamente la rotta di asteroidi e comete indirizzandoli verso la Terra. È quanto scrivono in un articolo pubblicato sulle “Physical Review Letters” Lisa Randall e Matthew Reece della Harvard University.

Secondo alcuni studi, in passato il nostro pianeta è entrato ciclicamente in collisione con questi oggetti, che hanno lasciato profondi crateri da impatto sulla superficie, mediamente ogni 35 milioni di anni. Randal e Reece sostengono ora che questi impatti ripetuti non sarebbero casuali. La nostra galassia, come molte altre, ospiterebbe infatti una notevole quantità di materia oscura, l'ipotetica massa che pur non essendo visibile agli strumenti, deve essere postulata per far tornare i conti, secondo la legge di gravitazione universale di Newton, della dinamica rotazionale delle galassie a spirale.
[Clicca e scopri il significato del termine: Questa materia oscura, con la sua interazione gravitazionale, attrarrebbe oggetti dalla Nube di Oort, un#65533;ipotetica nube di diversi miliardi di comete, residuo della nebulosa da cui si formarono il Sole e i pianeti. La Nube di Oort, che dovrebbe essere compresa tra 20.000 e 100.000 unità astronomiche (UA), possiede una notevole stabilità dinamica, ma periodicamente alcuni suoi oggetti attraversano la parte più interna del sistema solare. Il fenomeno è stato spiegato da alcuni astronomi ipotizzando che qualche fattore intervenga ciclicamente a perturbare la Nube di Oort con la sua attrazione gravitazionale. Una delle ipotesi più controverse prevede che intorno al Sole ruoti una stella compagna, battezzata Nemesis, che segue un#65533;orbita molto ellittica e molto ampia, con un raggio variabile tra 50.000 e 100.000 UA. Randal e Reece ritengono che a perturbare periodicamente la Nube di Oort non sia Nemesis, la cui esistenza non è mai stata documentata, ma una certa quantità di materia oscura, o più precisamente da una sua specifica componente. ] Questa materia oscura, con la sua interazione gravitazionale, attrarrebbe oggetti dalla Nube di Oort, un'ipotetica nube di diversi miliardi di comete, residuo della nebulosa da cui si formarono il Sole e i pianeti. La Nube di Oort, che dovrebbe essere compresa tra 20.000 e 100.000 unità astronomiche (UA), possiede una notevole stabilità dinamica, ma periodicamente alcuni suoi oggetti attraversano la parte più interna del sistema solare. Il fenomeno è stato spiegato da alcuni astronomi ipotizzando che qualche fattore intervenga ciclicamente a perturbare la Nube di Oort con la sua attrazione gravitazionale.

Una delle ipotesi più controverse prevede che intorno al Sole ruoti una stella compagna, battezzata Nemesis, che segue un'orbita molto ellittica e molto ampia, con un raggio variabile tra 50.000 e 100.000 UA. Randal e Reece ritengono che a perturbare periodicamente la Nube di Oort non sia Nemesis, la cui esistenza non è mai stata documentata, ma una certa quantità di materia oscura, o più precisamente da una sua specifica componente.
[Clicca e scopri il significato del termine: Per spiegare le strane caratteristiche della materia oscura, infatti, i fisici teorici hanno ipotizzato che sia costituita principalmente dalle cosiddette WIMP (weakly interacting massive particles), che interagirebbero molto debolmente con la materia ordinaria. Già in un precedente studio, Randall e colleghi avevano concluso che le WIMP costituirebbero il 95 per cento della materia oscura, mentre il 5 per cento sarebbe composto da particelle di tipo diverso, in grado d#65533;interagire in modo intenso con la materia ordinaria. E proprio a questa frazione della materia oscura sarebbe dovuta la periodica perturbazione della Nube di Oort che innesca il ciclico bombardamento del nostro pianeta. Secondo il modello di Randall e Reece, il sistema solare ruota intorno al centro della Via Lattea, compiendo una rivoluzione ogni 250 milioni di anni. Lungo il suo cammino, oscilla su e giù, attraversando il piano galattico ogni 32 milioni di anni circa. Se la materia oscura fosse concentrata in un disco lungo il piano galattico, questa oscillazione produrrebbe un disturbo nel moto delle comete nella Nube di Oort, oltre i confini del sistema solare, spiegando così i periodici impatti di oggetti sulla superficie terrestre.] Per spiegare le strane caratteristiche della materia oscura, infatti, i fisici teorici hanno ipotizzato che sia costituita principalmente dalle cosiddette WIMP (weakly interacting massive particles), che interagirebbero molto debolmente con la materia ordinaria. Già in un precedente studio, Randall e colleghi avevano concluso che le WIMP costituirebbero il 95 per cento della materia oscura, mentre il 5 per cento sarebbe composto da particelle di tipo diverso, in grado d'interagire in modo intenso con la materia ordinaria. E proprio a questa frazione della materia oscura sarebbe dovuta la periodica perturbazione della Nube di Oort che innesca il ciclico bombardamento del nostro pianeta.

Secondo il modello di Randall e Reece, il sistema solare ruota intorno al centro della Via Lattea, compiendo una rivoluzione ogni 250 milioni di anni. Lungo il suo cammino, oscilla su e giù, attraversando il piano galattico ogni 32 milioni di anni circa. Se la materia oscura fosse concentrata in un disco lungo il piano galattico, questa oscillazione produrrebbe un disturbo nel moto delle comete nella Nube di Oort, oltre i confini del sistema solare, spiegando così i periodici impatti di oggetti sulla superficie terrestre.
http://www.lescienze.it/news/2014/05/05 ... 09-05-2014


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MessaggioInviato: 23/05/2014, 10:23 
concordo.con chi pensa che l'ipotesi materia oscura sia ancora tale.

L'ipotesi in questione spiega la gravitazione senza massa e si basa sull'idea che solo una massa crea gravitazione.

Senonchè...potrebbe essere vero anche il contrario:

la gravitazione potrebbe produrre effetti di massa senza presenza di massa.
Al limite,la gravitazione potrebbe,forse generare particelle ...oppure microstringhe.
Queste potrebbero poi assemblarsi per costituire massa e cosí via.

Non ne sappiamo ancora abbastanza au quesre cose,quindi gli astrofisici dovrebbero essere piû rigorosi e prudenti.

ciau



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IL MIO SITO SPACEART:
http://thesky.freeforumzone.leonardo.it ... 1&f=183131

Inoltre,un ottimo sito per scrivere quello che volete!

http://www.scrivendo.it

eheheh....la verità prima o poi viene a galla no?!
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MessaggioInviato: 29/09/2014, 19:29 
l positrone è l'antiparticella dell'elettrone, ovvero ha la stessa massa dell'elettrone ma carica elettrica di segno opposto. Elettrone e positrone sono solo due delle diverse particelle cariche provenienti dallo spazio che formano i cosiddetti raggi cosmici, che colpiscono continuamente il nostro pianeta, e possono dirci qualcosa di estremamente importante su come si forma l'antimateria nello spazio. È per questo che appaiono di estrema rilevanza i risultati pubblicati in due articoli, sia il primo sia il secondo pubblicati sulle "Physical Review Letters", che riguardano le misurazioni dell'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS) il “cacciatore di antimateria” montato a bordo della Stazione spaziale internazionale, che sta raccogliendo dati dal 2011. Le caratteristiche del flusso di positroni, in particolare, sono compatibili con l'ipotesi che a originare queste particelle di antimateria sia la materia oscura, la misteriosa materia invisibile, la cui esistenza è stata ipotizzata per rendere conto dei parametri dinamici della rotazione delle galassie.

Nei primi 30 mesi della missione AMS-02, a cui partecipano anche l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e l’Agenzia spaziale italiana (ASI), che hanno realizzato la maggior parte dei rivelatori, è stato registrato, in mezzo a 41 miliardi di raggi cosmici raccolti, lo spettro di energia di elettroni con energie fino a 600 gigaelettronvolt (miliardi di elettronvolt, in fisica delle particelle l'elettronvolt è l'unità di misura dell'energia) e di positroni fino a 500 gigaelettronvolt, raggiungendo un limite finora inesplorato per queste componenti della radiazione cosmica

Il primo dato significativo emerso dalle misurazioni è che i positroni sono troppi rispetto alle attese. Secondo la teoria, infatti, i raggi cosmici possono produrre antimateria collidendo con le polveri interstellari, ma solo in quantità limitata e mostrando una decisa decrescita all'aumentare dell'energia. Il segnale osservato da AMS, invece, cresce rapidamente una volta superati gli otto gigaelettronvolt. Questo significa che devono operare altri meccanismi di produzione dei positroni e che le sorgenti sono uniformemente distribuite nello spazio, come già emerso dai risultati preliminari di AMS, presentati nel 2013. Entro un errore del tre per cento, infatti, il flusso di positroni osservato da AMS è isotropo, cioè ha la stessa intensità qualunque sia la direzione di osservazione. “Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato rilevato per la prima volta nell’esperimento spaziale PAMELA, e che oggi viene misurato da AMS-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “La sinergia tra INFN, ASI e industria italiana coglie con il nuovo risultato di AMS-02 un frutto importante, migliorando significativamente la conoscenza di un fenomeno che presenta ancora risvolti misteriosi e quindi con potenzialità di nuove scoperte”. Ma quale potrebbe essere la natura di queste sorgenti di positroni? Una prima ipotesi è che possa trattarsi di pulsar, cioè di stelle di neutroni in rapida rotazione attorno a un proprio asse. L'altra, più suggestiva, è che il processo generativo sia l'annichilazione di particelle di materia oscura. Per dirimere la questione sono necessarie ulteriori osservazioni che permettano di aumentare ancora di più la statistica degli eventi osservati. Ma già si è sulla buona strada. AMS per la prima volta ha mostrato chiaramente un parametro importante: il flusso massimo di positroni si osserva intorno al valore di energia di 275 gigaelettronvolt. Inoltre, AMS ha misurato i flussi di positroni ed elettroni separatamente, confermando che l'eccesso di positroni non può essere dovuto alla “scomparsa” di elettroni ma deve essere spiegata con un processo indipendente]
Il primo dato significativo emerso dalle misurazioni è che i positroni sono troppi rispetto alle attese. Secondo la teoria, infatti, i raggi cosmici possono produrre antimateria collidendo con le polveri interstellari, ma solo in quantità limitata e mostrando una decisa decrescita all'aumentare dell'energia. Il segnale osservato da AMS, invece, cresce rapidamente una volta superati gli otto gigaelettronvolt.

Questo significa che devono operare altri meccanismi di produzione dei positroni e che le sorgenti sono uniformemente distribuite nello spazio, come già emerso dai risultati preliminari di AMS, presentati nel 2013. Entro un errore del tre per cento, infatti, il flusso di positroni osservato da AMS è isotropo, cioè ha la stessa intensità qualunque sia la direzione di osservazione.

“Questo risultato rappresenta un importante passo avanti nello studio di un fenomeno (l’eccesso di positroni) che era stato rilevato per la prima volta nell’esperimento spaziale PAMELA, e che oggi viene misurato da AMS-02 con una precisione e un’estensione nell’intervallo di energia senza precedenti”, sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN. “La sinergia tra INFN, ASI e industria italiana coglie con il nuovo risultato di AMS-02 un frutto importante, migliorando significativamente la conoscenza di un fenomeno che presenta ancora risvolti misteriosi e quindi con potenzialità di nuove scoperte”.

Ma quale potrebbe essere la natura di queste sorgenti di positroni? Una prima ipotesi è che possa trattarsi di pulsar, cioè di stelle di neutroni in rapida rotazione attorno a un proprio asse. L'altra, più suggestiva, è che il processo generativo sia l'annichilazione di particelle di materia oscura.

Per dirimere la questione sono necessarie ulteriori osservazioni che permettano di aumentare ancora di più la statistica degli eventi osservati. Ma già si è sulla buona strada. AMS per la prima volta ha mostrato chiaramente un parametro importante: il flusso massimo di positroni si osserva intorno al valore di energia di 275 gigaelettronvolt. Inoltre, AMS ha misurato i flussi di positroni ed elettroni separatamente, confermando che l'eccesso di positroni non può essere dovuto alla “scomparsa” di elettroni ma deve essere spiegata con un processo indipendente

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Ultima modifica di ubatuba il 29/09/2014, 19:30, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: La materia oscura: altre teorie...
MessaggioInviato: 15/03/2015, 18:15 
Roma, 11 marzo 2015 - Le galassie nane, ad oggi le più piccole galassie conosciute, potrebbero rappresentare la chiave per comprendere la materia oscura e il processo con cui si formano galassie di dimensioni maggiori. Si ritiene difatti che le galassie nane siano composte da una quantità di materia oscura molto maggiore rispetto al loro contenuto di materia stellare, visibile. Inoltre, gli scienziati si aspettano che la presenza considerevole di materia oscura, composta da particelle che annichilano nell’urto le une con le altre, sia associata a una intensa emissione di raggi gamma, di fotoni, generati nei processi di annichilazione. Non ospitando altre fonti di raggi gamma, le galassie nane sarebbero quindi laboratori ideali per la ricerca di segnali di materia oscura.

“È un giorno speciale per i ‘cacciatori’ dell’elusiva e misteriosa materia oscura. Un’eventuale rivelazione di raggi gamma emessi da queste galassie nane costituirebbe un’evidenza convincente della presenza di processi di annichilazione in atto al loro interno, e una chiara evidenza di segnali di materia oscura”, spiega Ronaldo Bellazzini, ricercatore INFN e responsabile nazionale della collaborazione Fermi-LAT (Large Area Telescope), il telescopio spaziale per raggi gamma, in orbita dal 2008. “Appare quindi molto significativo che contestualmente alla scoperta delle otto nuove candidate nel primo anno di dati di DES - continua Bellazzini - la collaborazione Fermi-LAT abbia reso pubblici oggi due lavori distinti sulla ricerca di emissione gamma da galassie nane sferoidali: un'analisi combinata di quindici oggetti noti in precedenza e una focalizzata sugli otto appena scoperti. Entrambe utilizzano sei anni di dati del rivelatore LAT del satellite Fermi. Anche se non vi è evidenza di emissione gamma da nessuno di questi oggetti, i limiti sui processi di annichilazione che ne derivano sono oggi più stringenti”.

DES è un programma di ricerca quinquennale che ha come obiettivo primario lo studio di indizi sulla natura dell'energia oscura, che costituisce circa il 70% dell’universo e che potrebbe spiegarne l’accelerazione. L’interesse per questo risultato, che pone nuovi limiti alla materia oscura (circa il 25% dell’universo) va quindi oltre gli obiettivi di ricerca cosmologica dell’esperimento. I risultati che hanno portato a questa scoperta sono il prodotto del primo anno di attività. Le galassie nane che DES scoprirà da qui al prossimo futuro saranno fondamentali per la ricerca di materia oscura e per la verifica dei modelli che oggi ne descrivono la natura.

http://www.lescienze.it/lanci/2015/03/1 ... 13-03-2015


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 Oggetto del messaggio: Re: La materia oscura: altre teorie...
MessaggioInviato: 15/04/2015, 17:18 
Strani segnali catturati da cacciatore di materia oscura sulla Iss
Forse tracce di una nuova particella
Strani’ segnali sono stati catturati dal cacciatore di materia oscura Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) installato dal 2011 all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale. Secondo i responsabili dell’esperimento potrebbero essere indicazioni di un nuovo fenomeno fisico, forse l’evidenza indiretta delle particelle che formano la materia oscura, la materia misteriosa e invisibile che costituisce circa il 25% dell’universo.

E’ quanto emerge dall’analisi dei dati presentata oggi al Cern di Ginevra. I dati sono stati raccolti da Ams dal 2011 ad oggi, ossia da quando lo strumento ha cominciato a funzionare all’esterno della Stazione Spaziale misurando con una precisione straordinaria la composizione dei raggi cosmici. L’Italia ha giocato un ruolo di primo piano in questo esperimento fin dall’inizio, con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

‘’Abbiamo notato anomalie sia nella misura dei positroni che degli antiprotoni’’, ha detto Roberto Battiston, presidente dell’Asi e che 20 anni fa ha fondato con il Nobel Samuel Ting la collaborazione internazionale Ams. ‘’Entrambe le misure di precisione fatte da Ams della frazione di antiparticelle nei raggi cosmici – ha aggiunto – stanno mostrando uno scenario completamente diverso rispetto a quello atteso’’. Positroni e antiprotoni sono particelle di antimateria che ci si aspetta di vedere nello spazio, ma le quantità osservate da Ams sono in eccesso rispetto alle previsioni basate sulla fisica conosciuta. ‘’Un modo per interpretarle in modo coerente – ha osservato – è chiamare in causa nuove particelle associate alla materia oscura’’.

L’abbondanza di positroni e di antiprotoni si può infatti interpretare come l’effetto prodotto da collisioni tra particelle di materia oscura, e quindi come una possibile evidenza indiretta sia dell’esistenza di questa materia invisibile, sia del fatto che possa essere composta da particelle.

Per il direttore del Cern è alle porte nuova scoperta
Risultati 'inspiegabili', che potrebbero aprire le porte ad una grande scoperta rivelando aspetti sconosciuti dell'universo: il direttore del Cern, Rolf Heuer, riassume così la grande eccitazione con la quale oggi a Ginevra vengono accolti i dati del cacciatore di materia oscura Ams. ''Risultati inspiegabili - ha detto Heuer - che sono di stimolo per la comunità scientifica, tanto per i fisici teorici quanto per gli sperimentali. Questo significa che potremmo essere alle porte di una nuova scoperta, oppure di un nuovo mistero''. I dati prodotti dallo strumento Ams dal 2011 ad oggi sono infatti misteriosi, rileva il Cern in una nota, perché ''non possono essere spiegati alla luce dei modelli attuali sul comportamento dei raggi cosmici''. E' quindi possibile, prosegue il Cern, che ''i risultati possano essere spiegati da nuove sorgenti astrofisiche, oppure da nuovi meccanismi di accelerazione e propagazione'' e, aggiunge, ''gli ultimi risultati di Ams sono inoltre consistenti con collisioni di materia oscura''. La risposta definitiva potrà arrivare dalle nuove misure in corso sia da parte della stessa Collaborazione Ams sia dal confronto delle osservazioni di Ams con i risultati dei principali esperimenti per lo studio dei raggi cosmici (IceCube, Pierre Auger Observatory, Fermi-Lat, Magic, Hess e Cta, Jem-Euso e Iss-Cream).

Ferroni (infn), grande eccitazione per i dati
C'è una grande eccitazione tra i fisici di tutto il mondo per i dati dell'esperimento Ams presentati oggi al Cern di Ginevra: "Siamo eccitati per questi risultati che presentano un quadro difficilmente interpretabile nell'ambito della fisica tradizionale dei raggi cosmici'', ha detto Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l'ente che con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha dato un contributo di primo piano alla realizzazione dell'esperimento Ams. ''Questo straordinario rivelatore che opera nello spazio - ha proseguito Ferroni riferendosi all'Ams - e al quale l'Italia ha contribuito in maniera molto significativa anche grazie al ruolo dell'industria nazionale, ci sta portando, con l'estensione dei risultati già ottenuti dal rivelatore spaziale Pamela e raggiungendo energie molto più alte, alla soglia di una possibile importante scoperta. Aspettiamo con trepidazione i futuri risultati''.

Battiston da Ams risultati straordinari

Sono ''risultati straordinari'' quelli stanno arrivando dal cacciatore di materia oscura Ams, ha detto uno dei 'padri' dell'esperimento, il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston e fino a pochi mesi fa vice-responsabile della Collaborazione Ams. "Quando 20 anni fa ho fondato assieme al premio Nobel Sam Ting l'esperimento Ams, ero sicuro - ha detto - che avremmo scoperto qualcosa di interessante ma non avrei mai immaginato gli straordinari risultati che abbiamo presentato oggi al Cern''. Per Battiston ''l'eccesso di antiprotoni presentato oggi al Cern si aggiunge a quello di positroni pubblicato in precedenza da Ams, rendendo sempre più plausibile l'ipotesi che stiamo osservando un nuovo processo fisico fondamentale". Il presidente dell'Asi rileva inoltre che ''Ams è un caso di eccellenza italiana nel settore della ricerca internazionale: gran parte degli strumenti che permettono per la prima volta la misura di precisione dell'antimateria nei raggi cosmici sono stati ideati e sviluppati nei laboratori dell'Infn all'interno dell'Università e dell'industria nazionale con il contributo fondamentale dell'Asi''.
https://www.ansa.it/scienza/notizie/rub ... 3b678.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 16/04/2015, 14:52 
Enkidu ha scritto:
Cita:
zakmck ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Guarda, 2 di 7, per come la vedo io, tutti questi scienziati "tirano ad indovinare" fino a quando ci ... colgono! Ne ho sentite di teorie! Mah! Staremo a vedere, [8)]come sempre.


Straquoto pure io.
Si stanno arrampicando sugli specchi per sostenere un modello di fisica che ormai fa acqua da tutte le parti. Questa cosa poi della materia/energia oscura e' una ciofeca pazzesca. Forse sarebbe il caso che cominciassero ad usare molta piu' umilta'. Ad esempio, senza scomodare l'origine dell'universo, si potrebbe pensare che ancora oggi non e' stata dimostrata la legge dell'inerzia di Newton (F=m*a), che nessuno ha la piu' pallida idea di cosa sia la gravita', ne del perche' le onde sonore si trasformino in energia luminosa (vedi esperimento di sonoluminescenza), una seppur blanda spiegazione degli effetti sperimentati da Hutchinson, di come sia possibile che le onde si propaghino nel vuoto, di cosa si stia contraendo se l'universo si espande (vi ricordate il principio fondamentale: ad una azione corrisponde sempre un'azione uguale e contraria) e qui mi fermo perche' altrimenti mi ci vorrebbero due forum per elencare tutto quello che oggi la scienza non e' minimamente in grado di spiegare. Credo quindi che ci sia bisogno di teorie innovative che ridisegnino completamente i modelli di base, anche se credo che il modello organizzativo su cui e' basata la comunita' scientifica sia di fatto il vero e proprio freno allo sviluppo. Prendete ad esempio la questione della fusione fredda: nonostante lo scorso gennaio a Bologna Rossi e Focardi abbiano acceso un reattore a fusione fredda sotto le natiche degli scienziati presenti, non c'e' ancora una sola rivista scientifica che si azzardi a pubblicare la notizia con l'enfasi che meriterebbe per il solo motivo che nessuno e' ancora in grado di spiegare il perche' funzioni. [:0]Sconvolgente direi. Se non segui i loro schemi sei tagliato fuori quando va bene o screditato nei casi peggiori (vedi Pons e Fleischmann).


Applaudo e straquoto. Forse aveva ragione l'epistemologo Kuhn, quando diceva che la storia della scienza si fonda su "paradigmi", cioè visioni generali della scienza che pretenderebbero di dare una visione coerente dell'universo, ma che lasciano sempre fuori delle anomalie, delle cose che non riesce a spiegare.
Quando un paradigma fa acqua da tutte le parti e le anomalie non spiegabili con i vecchi paradigmi sono troppe, si elabora un nuovo paradigma più esteso e rivoluzionario.
Evidentemente il nuovo paradigma non è stato elaborato, e ormai gli scienziati si nascondono dietro un fazzoletto per difendere l'indifendibile e nascondere voragini con aiuole di fiorellini teorici....
.... ma alla fine rischiano di venire travolti dalle falle che non sono in grado di chiudere. La crisi è arrivata anche per loro.


Quoto.


A mio avviso materia ed energia oscura non esistono,
essendo solo un tentativo di spiegare fenomeni che con le limitate conoscenze scientifiche attuali non si comprendono.

Il che porta alla conclusione che è molto più semplice e probabile che in gioco ci siano LEGGI FISICHE ancora sconosciute
- del resto il problema è la gravità mancante quando ancora non si conosce la gravità stessa.

Ma per ammettere questo bisogna avere prima l' umiltà di ammettere che gli scienziati devono ancora mangiare pane e mortadella per generazioni prima di avere un quadro generale del funzionamento e dell' origine dell' Universo, laddove il Modello Standard come diceva il nostro zak fa acqua da tutte le parti.


A questo scopo vorrei riportare un messaggio che mi ha davvero lasciato con la mascella a terra:

star-man ha scritto:
La materia oscura non esiste.

Quelle che mappano sono fenomenologie gravitazionali e basta.

Dal momento che non sono congruenti con la massa visibile e il modello del big banf si sono inventati l'idea delka m.o.

Ora,gli astrofisici della gravitazione non sanno tutto ma solo una parte.

I teorici delle "stringhe" invece hanno intuito una cosa essenziale:

Non esistono le particelle,esse sono in realtá Microstringhe .

Le microstringhe e,in generale,le stringhe sono,per dirla in parole povere,delle.increspature del continuum.

Lo spaziotempo dimensionale,in cui viviamo,è simile ad un oceanp percorso da infinite ,forse,micro-medio-macro filamenti che ondulatori,"create"dal continuum stesso.

Ora delle stringhe si sa ancora poco,ma quello che si sa suggerisce l'idea che abbiano le proprietá "corpuscolari" e "ondulatorie" teorizzate e sperimentate dalla mecc quantistica.

Soltanto che i mecc quantistici riconoscono che la funzione d'onda,per loro,è piú teorizzabile che affermabile e verificabile sicuramente sul piano sperimentale.

Perció il momento ondulatorio pone problemi che l'ipotesi stringhe puó risokvere.

Una stringa non è un corpuscolo nè un'onda nel senso classico quantistico della parola.

Nel contempo è Un Fenomeno Gravitazionale,dato che è una originaria del continuum.

La gravitazione è legata alka massa visibile ma nel contempo la determina:

Un buco nero nasce distorcendo il continuum ma poi ne viene a sua vokta confermato e rinforzato fino a diventare una singolaritá

La stringa ha questa caratteristica ma in un altro sensi:
Nasce come distorsione o cresta o increspatura del continuum e nel contempo ne viene confermata e mantenuta come tale.

In alcuni casi le stringhe originano materia nota e massa.
IN ALTRI,e veniamo al dunque,CREANO EFFETTI GRAVITAZIONALI
ssenza materia e massa .

Questi effetti sono visibili come "gravitazioni" in assenza di massa e materia e non centrano niente con la materia oscura ipotizzata.

La presunta oarticelka e il suo segnale sono una "derivata"delle stringhe,infatti:

*non esistono particelle ma stringhe

*queste non sono visibili in akcune situazioni,in particolare nello spazio aperto dove però svolgono un ruoli gravitazionale di primo piano nella gravitazione univesarsale:IL COMPENSO DELLA MASSA MANCANTE


*come tali emettono segnali ma non sono materia oscura...non si vedono per la loro distribuzione e agglomerazione funzionale al compenso di massa.

Non si vedono per gli stessi motivi nei bracci delle galassie dove svolgono la stessa funzione.

Si vedobo Ma Solo Come Risultato Finale in termini di materiaenergia visibile e misurabilr in quello che possiamo percepire,osservare e studiare...cioè luniverso fotonico luminoso e radiante.


Io mi chiedo una cosa:

É mai possibile che astronomi e astrofisici facviano così fatica a capire il nuovo rispetto al vecchio ?

Il quadro è talmente chiaro...perchè oscurarlo cercando fantasmi?


Teoria davvero interessante.


Ma questo è un evento che va degnamente celebrato:

Per la prima volta leggo un tuo messaggio che non solo ha un senso, ma è pure intrigante rispetto alla versione comune!

Perchè non sei sempre così starman? [:p]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 16/04/2015, 15:21 
MarcoFranceschini ha scritto:
Cita:
sanje ha scritto:

Cita:
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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



Infatti l'Universo (o meglio secondo me il Multiverso infinito di cui noi siamo un subset) essendo ciò che le religioni terrestri chiamano "Dio" è pensante eccome...
L'Universo è Creatore e Creato al tempo stesso.
Le "sue logiche" sono totalmente al di fuori della comprensione umana...
Onde per cui tutte le religioni e la loro arroganza nell'attribuire a "Dio/Universo" sentimenti (quasi sempre rivolti verso la creatura perfetta Uomo) ecc. sono appunto arroganza e mancanza di umiltà.
Tra l'altro il cervello umano è un modello in scala ridotta del "cervello pensante" Dio-Universo...
Ecco perché non esiste separazione tra le varie parti dell'Universo/Dio ed il nostro cervello durante soprattutto le fasi di sonno.
Perché c'è connessione tra ogni punto con qualsiasi altro punto...ed è connessione istantanea..in barba alle geodetiche seguite dalla velocità della luce nel vuoto.
Grazie.

Marco71.


[:264] [:264] [:264] [:264] [:264]



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 Oggetto del messaggio: Re: La materia oscura: altre teorie...
MessaggioInviato: 16/04/2015, 17:50 
GINEVRA - "Strani" segnali sono stati catturati dal cacciatore di materia oscura Ams installato all'esterno della Stazione Spaziale (Iss). Potrebbero essere l'evidenza indiretta delle particelle che formano la materia oscura.

Secondo i responsabili dell'esperimento, che presentano i dati oggi al Cern di Ginevra, i risultati dell'esperimento potrebbero essere indicazioni di un nuovo fenomeno fisico, forse l'evidenza indiretta delle particelle che formano la materia oscura, la materia misteriosa e invisibile che costituisce circa il 25% dell'universo.

I dati sono stati raccolti da Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) dal 2011 ad oggi, ossia da quando lo strumento ha cominciato a funzionare all'esterno della Stazione Spaziale misurando con una precisione straordinaria la composizione dei raggi cosmici.

"Abbiamo notato anomalie sia nella misura dei positroni che degli antiprotoni", ha detto Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana. "Entrambe le misure di precisione fatte da Ams della frazione di antiparticelle nei raggi cosmici - ha aggiunto - stanno mostrando uno scenario completamente diverso rispetto a quello atteso".

Positroni e antiprotoni sono particelle di antimateria che ci si aspetta di vedere nello spazio, ma le quantità osservate da Ams sono in eccesso rispetto alle previsioni basate sulla fisica conosciuta.

Un modo per interpretarle in modo coerente è chiamare in causa nuove particelle associate alla materia oscura. L'abbondanza di positroni e di antiprotoni si può infatti interpretare come l'effetto prodotto da collisioni tra particelle di materia oscura, e quindi come una possibile evidenza indiretta sia dell'esistenza di questa materia invisibile, sia del fatto che possa essere composta da particelle.

La reazione del Cern

Risultati inspiegabili che potrebbero aprire le porte ad una grande scoperta rivelando aspetti sconosciuti dell'universo: il direttore del Cern, Rolf Heuer, riassume così l'eccitazione con cui oggi a Ginevra vengono accolti i dati del cacciatore di materia oscura Ams.

"Risultati inspiegabili - ha detto Heuer - che sono di stimolo per la comunità scientifica, tanto per i fisici teorici quanto per gli sperimentali.

Questo significa che potremmo essere alle porte di una nuova scoperta, oppure di un nuovo mistero".

I dati prodotti dallo strumento Ams dal 2011 ad oggi sono infatti misteriosi, rileva il Cern in una nota, perché "non possono essere spiegati alla luce dei modelli attuali sul comportamento dei raggi cosmici".

È quindi possibile, prosegue il Cern, che "i risultati possano essere spiegati da nuove sorgenti astrofisiche, oppure da nuovi meccanismi di accelerazione e propagazione" e, aggiunge, "gli ultimi risultati di Ams sono inoltre consistenti con collisioni di materia oscura".

La risposta definitiva potrà arrivare dalle nuove misure in corso sia da parte della stessa Collaborazione Ams sia dal confronto delle osservazioni di Ams con i risultati dei principali esperimenti per lo studio dei raggi cosmici.

http://www.cdt.ch/eureka/materia/129008 ... pazio.html

ora servono ulteriori verifiche x averne conferma,la strada e' aperta anke se le difficolta'non mancano....... [;)] [;)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 16/04/2015, 21:34 
Aztlan ha scritto:
MarcoFranceschini ha scritto:
Cita:
sanje ha scritto:

Cita:
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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



Infatti l'Universo (o meglio secondo me il Multiverso infinito di cui noi siamo un subset) essendo ciò che le religioni terrestri chiamano "Dio" è pensante eccome...
L'Universo è Creatore e Creato al tempo stesso.
Le "sue logiche" sono totalmente al di fuori della comprensione umana...
Onde per cui tutte le religioni e la loro arroganza nell'attribuire a "Dio/Universo" sentimenti (quasi sempre rivolti verso la creatura perfetta Uomo) ecc. sono appunto arroganza e mancanza di umiltà.
Tra l'altro il cervello umano è un modello in scala ridotta del "cervello pensante" Dio-Universo...
Ecco perché non esiste separazione tra le varie parti dell'Universo/Dio ed il nostro cervello durante soprattutto le fasi di sonno.
Perché c'è connessione tra ogni punto con qualsiasi altro punto...ed è connessione istantanea..in barba alle geodetiche seguite dalla velocità della luce nel vuoto.
Grazie.

Marco71.


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Come in cielo così in terra.

Secondo me l'universo pensa :) Ovviamente il tipo di "pensiero" sarà diverso rispetto ai parametri di confronto nostri, ma penso che la nostra autocoscienza sia il sintomo della presa di coscienza di se dell'universo, una rete tanto estesa che viaggia ad energie così enormi ha una potenza di calcolo infinita, soprattutto se lavora a livello quantistico.

I modelli sono gli stessi rete neurale, internet, la rete formata dalle radici delle piante, la rete "dell'universo" :)



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 Oggetto del messaggio: Re: La materia oscura: altre teorie...
MessaggioInviato: 21/04/2015, 12:06 
Per la prima volta sono stati raccolti dati osservativi che indicano che la materia oscura potrebbe interagire con altra materia oscura in un modo diverso dall'attrazione gravitazionale. L'esistenza di questa interazione è testimoniata dalla identificazione di una massa di materia oscura situata a 5000 anni luce di distanza dalle galassie centrali dell'ammasso galattico Abell 3827.

La scoperta - descritta in un articolo sulle “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”- è di un gruppo internazionale di astronomi che stavano osservando i resti della collisione di ben quattro galassie all'interno di Abell 3827 ed è il frutto del confronto fra i dati spettroscopici ottenuti con lo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) del Very Large Telescope dell'ESO, in Cile, e le immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble

La posizione della materia oscura è stata rilevata grazie al suo effetto di lente gravitazionale, come prevede la teoria della relatività: una imponente concentrazione di massa distorce lo spazio-tempo, provocando una deviazione del percorso dei raggi di luce che transitano nelle sue vicinanze. Così se un oggetto particolarmente massiccio si interpone fra noi e una galassia più lontana, l'immagine di quella galassia apparirà distorta assumendo una caratteristica forma arcuata.

Più precisamente, osservando Abell 3927 gli astronomi hanno rilevato la presenza di una lente gravitazionale che distorceva l'immagine di una galassia molto più lontana di quell'ammasso. Questa lente gravitazionale non era però prodotta né dalle quattro galassie osservate né da alcuna altra galassia, e la sua fonte, invisibile, era leggermente spostata (in termini astronomici) rispetto a una delle quattro galassie centrali di Abell 3927.

L'unica spiegazione del fenomeno è che, durante la collisione delle galassie, gli ammassi di materia oscura che le accompagnano abbiano interagito in qualche modo fra loro, creando una sorta di “attrito” che ha lasciato indietro la materia oscura di una di esse rispetto al movimento della sua galassia. "Eravamo abituati a pensare che la materia oscura stesse lì tranquilla, badando solo a se stessa, fatta eccezione per l'attrazione gravitazionale” ha detto Richard Massey, primo firmatario dell'articolo. “Ma se la materia oscura venisse rallentata durante la collisione, potrebbe essere la prima prova di una diversa fisica dell'universo nascosto intorno a noi."

I calcoli dei ricercatori, pur non permettendo di stabilire la natura questa interazione, hanno però escluso che sia di tipo gravitazionale. Questa informazione è preziosa perché, come osserva Liliya Williams, coautrice della ricerca, grazie a essa “possiamo scartare alcune delle teorie fondamentali sulla composizione della materia oscura".

In realtà, tutte e quattro le galassie potrebbero essere state separate dalla loro materia oscura, ma è stato possibile appurarlo solo per una di esse, perché è l'unica che, trovandosi esattamente sulla linea di vista fra noi e l'oggetto luminoso di fondo, ha creato un effetto lente gravitazionale osservabile dalla Terra.

http://www.lescienze.it/news/2015/04/15 ... e-2565392/


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 Oggetto del messaggio: Re: La materia oscura: altre teorie...
MessaggioInviato: 29/08/2015, 00:13 
Le teorie che cercano di spiegare la materia oscura e e l'energia oscura hanno ora dei limiti più stringenti grazie a due studi pubblicati su “Science”. Questi studi mostrano inoltre come sia possibile ricercare effetti misurabili di queste due sfuggenti entità con esperimenti “di laboratorio” invece di essere costretti a rilevarne le componenti nelle collisioni ad altissima energia che avvengono su scala cosmica e – forse - in quelle realizzabili in acceleratori della potenza di LHC al CERN..

La materia oscura serve a spiegare l'esistenza delle galassie, il cui vorticoso moto rotatorio dovrebbe disintegrarle se non fosse compensato da una forza gravitazionale decisamente molto più elevata di quella prodotta da tutta la materia ordinaria che contengono. L'energia oscura è stata invece postulata nel 1998, quando gli scienziati hanno osservato che l'universo si sta espandendo a un ritmo sempre crescente, apparentemente sotto l'influsso di una pressione invisibile che permea tutto lo spazio.

L'assenza di dati di laboratorio che imponessero severi limiti alle possibili spiegazioni di materia ed energia oscure ha portato a una vera fioritura di ipotesi sulla loro natura, che i due studi ora pubblicati contribuiscono a sfoltire.

Una delle teorie più accreditate sulla materia oscura, per esempio, prevede che sia composta dalle cosiddette WIMP (Weakly Interacting Massive Particles), particelle massicce che hanno la caratteristica di interagire molto debolmente - e quindi molto di rado - con protoni e neutroni. Tuttavia, se per caso urtano un atomo, gli comunicano una piccola quantità di energia, perturbandone lo stato in modo teoricamente rilevabile. Purtroppo, però, distinguere questa perturbazione da quelle generate da altre fonti è estremamente difficile.

Nel 1998 la collaborazione DAMA/LIBRA, che si serviva di uno scintillatore a base di ioduro di sodio nei Laboratori nazionali del Gran Sasso per osservare queste perturbazioni, aveva individuato un possibile segnale periodico di collisione fra WIMP e atomi, legato alla rotazione della Terra attorno al Sole.

Ora però – come è illustrato nell'articolo dedicato alla materia oscura – la XENON Collaboration (diretta dall'italiana Elena Aprile della Columbia University) che ha sfruttato un rilevatore allo xeno molto più sensibile di quello di DAMA/LIBRA,ospitato anch'esso al Gran Sasso, ha stabilito che quel segnale non era prodotto dalla materia oscura. Ma non si tratta di una cattiva notizia. L'assenza di segnali ha infatti permesso di escludere tutte le teorie secondo cui la materia oscura sarebbe "leptofilica", cioè preferisca interagire con gli elettroni (leptoni, in base alla classificazione delle particelle) anziché con i nuclei atomici. D'ora in poi ci si potrà limitare al controllo delle teorie che prevedono solo un'interazione nucleare.

Il secondo articolo descrive invece un metodo per testare una serie di teorie sull'energia oscura. P. Hamilton e colleghi hanno usato un interferometro a singolo atomo di cesio in camera a ultravuoto per cercare la cosiddetta “particella camaleonte”, una particella associata al campo dell'energia oscura.
Il nome “camaleonte” è legato all'ipotesi che la massa di questa particella cambierebbe in funzione delle condizioni dell'ambiente in cui si trova, in pratica mimetizzandosi agli occhi dell'osservatore. In particolare, la particella eserciterebbe una forza inversamente proporzionale alla massa presente nell'ambiente circostante: su un pianeta come la Terra, l'attrazione o la repulsione sarebbe quindi debolissima ed estremamente difficile da rilevare, mentre nel vuoto dello spazio profondo, a scale cosmiche, la forza avrebbe un'intensità tale da spiegare l'accelerazione dell'espansione dell'universo.

I dati interferometrici ottenuti nei primi esperimenti da Hamilton e colleghi hanno posto dei limiti a come può essere la particella camaleonte - ammesso che esista, cosa che non hanno dimostrato. Di conseguenza, i loro risultati hanno già ridotto notevolmente le possibili teorie che spiegano l'energia oscura invocando l'esistenza di una "quinta forza" accanto alle quattro forze fondamentali (gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole). Ulteriori applicazioni della tecnica da loro adottata potrebbero inoltre escludere anche altre teorie.

http://www.lescienze.it/news/2015/08/21 ... 28-08-2015


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