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Stellare
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MessaggioInviato: 15/03/2012, 12:50 
Due team di astronomi hanno utilizzato i dati di Chandra e di altri telescopi per mappare la distribuzione di materia oscura in un ammasso galattico noto come Abell 383, posto a 2,3 miliardi di anni luce da noi. Anche stavolta gli astronomi sono riusciti a determinare la modalità di distribuzione della materia oscura non solo in termini bidimensionali, ma anche tridimensionali.
La materia oscura è una materia invisibile che non emette né assorbe radiazione ma che può essere rintracciata attraverso il proprio effetto gravitazionale. Le "prove" mostrano che esiste materia oscura in misura superiore di ben sei volte rispetto alla materia barionica nell'universo. Comprendere la natura di questa materia è uno dei problemi principali della astrofisica moderna.
Gli ammassi galattici sono i più grandi oggetti gravitazionali dell'universo e giocano un ruolo importante nella ricerca della materia oscura in campo cosmologico dal punto di vista dello studio delle strutture e dell'evoluzione dell'universo. L'uso degli ammassi come prova cosmologica della materia oscura porta ad oggetti come Abell 383 per la dimensione accurata delle strutture tridimensionali e delle masse.
Il recente lavoro su Abell 383 fornisce una delle più dettagliate immagini 3D mai prese della materia oscura in un ammasso galattico. Entrambi i team hanno calcolato una materia oscura stirata come un gigantesco pallone di football piuttosto che con una forma sferica tipo pallone da basket, con le punte allineate in prossimità della nostra linea di vista.
I dati X (in porpora) di Chandra mostrano che il gas caldo è l'elemento dominante nella materia normale dell'ammasso. Le galassie sono mostrate con i dati ottici presi da Hubble, dal VLT e dallo Sloan Digital Sky Survey, in blu e bianco.
I dati X sono stati combinati con le informazioni in termini di lente gravitazionale ottenute dai dati ottici. La distorsione delle lenti è molto forte in alcune parti dell'immagine, producendo archi ben visibili. In altre zone della immagine l'effetto gravitazionale è stato trovato con metodi statistici.
Notevoli sforzi sono stati dedicati allo studio del centro dell'ammasso, laddove la materia oscura è maggiormente concentrata. L'aumento di concentrazione di materia oscura man mano che ci si avvicina al centro dell'ammasso è in linea con le simulazioni. E' stata studiata anche la velocità delle stelle nelle galassie al centro dell'ammasso, consentendo una stima diretta dell'ammontare di materia oscura nelle vicinanze e consentendo di capire che non c'è un incremento deciso come invece è stato predetto dal modello di materia oscura


fonte media inaf


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MessaggioInviato: 12/04/2012, 00:44 
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SULLE CURVE DI ROTAZIONE, TROPPO VELOCE, DELLE GALASSIE…INTERPRETAZIONI ALTERNATIVE

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di Leonardo Rubino

Essendo la velocità di rotazione nelle galassie troppo elevata e con una dipendenza dal raggio anomala, ed essendo vera la stessa cosa anche per gli ammassi di galassie e per tutti gli oggetti grandi in generale, si è pensato bene di inventare l’esistenza di quantità spropositate di materia ed energia invisibili (dark matter e dark energy), contro qualsiasi forma di plausibilità. Non esiste prova diretta dell’esistenza di materia oscura! Inoltre, la materia oscura è uno degli oggetti più bizzarri mai inventati dalla scienza ufficiale, in quanto è densissima, pesantissima, oscura, ma anche trasparente; poi, gli è stata attribuita una sola caratteristica della materia ordinaria, ossia quella dell’esercitare gravità, per far tornare i conti, ma è diversa in tutto il resto, ossia dove non interessa. La materia oscura, inoltre, pur essendo densissima e non estranea alla gravità, non collasserebbe, però, nel centro della galassia...
Ed anche il problema della densità di Universo troppo elevata, nell’ambito dei calcoli della cosmologia prevalente, ha spinto a decretare l’esistenza di materia fantasma nell’Universo.

La densità teorica dell’Universo viene ad avere un valore in accordo con quello misurato dagli astrofisici semplicemente se si ammette che l’Universo sia cento volte più grande e più massivo. Si può poi attribuire l’eccesso di velocità di rotazione nelle galassie e negli ammassi di galassie alla forza mareale esercitata su essi da tutto l’Universo circostante, tramite l’accelerazione cosmica, cui tutto l’Universo è sottoposto. Proprio come la Terra, che, esercitando una forza mareale sulla Luna, l’ha costretta ad acquisire una rotazione sincrona con quella di rivoluzione intorno alla Terra stessa, tale da far sì che la Luna mostri sempre la stessa faccia alla Terra. E l’entità della accelerazione cosmica è, guarda caso, dello stesso ordine di grandezza dell’accelerazione gravitazionale alla periferia di oggetti di dimensioni galattiche. E’ ovvio che queste considerazioni sul legame tra accelerazione cosmica e la velocità di rotazione nelle galassie sono ampiamente aperte ad ulteriori speculazioni, ma non sembra proprio un caso che un po’ tutte le galassie hanno dimensioni che stanno in un range abbastanza stretto (3 – 4 RMilky Way o non molto di più) e, in ogni caso, non con raggi di decine o di centinaia di RMilky Way , ma, al massimo, di qualche unità. E’ infatti la componente dovuta all’accelerazione cosmica che, annullando, in certe fasi, l’accelerazione centripeta nella galassia, andrebbe a sfrangiare la galassia stessa.

Approfondimenti fisico-matematici sull’argomento possono essere trovati nel seguente documento: PREVAILING PHYSICS VERSUS RUBINO'S PHYSICS

Fonte



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Marziano
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MessaggioInviato: 17/04/2012, 12:42 
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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



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...the earth is an enclosed plane, centered at the North Pole and bounded along its outward edge by a wall of ice, with the sun, moon, planets, and stars only a few hundred miles above the surface of the earth.
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MessaggioInviato: 17/04/2012, 14:20 
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sanje ha scritto:

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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



ha sempre dato anche a me l'idea di un collegamento con le connessioni neurali del cervello...ma nn perchè l'universo possa essere pensante (tra l'altro è una gran bella espressione) ma perchè questi collegamenti devono anche avere un senso pratico in qlc modo.
ci dev'essere un motivo se si dispongono in quel modo e se esistono questi filamenti di super ammassi di galassie.
'dialogano' tra loro? passaggi di materiale tra galassie? sono magari 'cavalcabili' in qlc maniera?
cmq è davvero bellissimo l'universo visto così.
Meno mano che National Geographic Channel ha fatto e fa ancora un sacco di documentari su questo.


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MessaggioInviato: 17/04/2012, 14:32 
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sanje ha scritto:

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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



Infatti l'Universo (o meglio secondo me il Multiverso infinito di cui noi siamo un subset) essendo ciò che le religioni terrestri chiamano "Dio" è pensante eccome...
L'Universo è Creatore e Creato al tempo stesso.
Le "sue logiche" sono totalmente al di fuori della comprensione umana...
Onde per cui tutte le religioni e la loro arroganza nell'attribuire a "Dio/Universo" sentimenti (quasi sempre rivolti verso la creatura perfetta Uomo) ecc. sono appunto arroganza e mancanza di umiltà.
Tra l'altro il cervello umano è un modello in scala ridotta del "cervello pensante" Dio-Universo...
Ecco perché non esiste separazione tra le varie parti dell'Universo/Dio ed il nostro cervello durante soprattutto le fasi di sonno.
Perché c'è connessione tra ogni punto con qualsiasi altro punto...ed è connessione istantanea..in barba alle geodetiche seguite dalla velocità della luce nel vuoto.
Grazie.

Marco71.



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MessaggioInviato: 19/04/2012, 17:29 
La materia oscura è uno dei più grandi misteri cosmici del nostro tempo. Si pensa che possa occupare 5/6 di tutta la materia che compone l’Universo ma non è possibile osservarla drettamente, ma solo attraverso l’attrazione gravitazionale che genera. Gli astronomi proposero la sua esistenza per spiegare i movimenti delle stelle nella Via Lattea. Era come se fosse presente qualcosa che esercitava l’attrazione. Secondo le teorie ampiamente accettate, le aree intorno al Sole dovrebbero essere colme di materia oscura, con miliardi di queste particelle che scorrono attraverso di noi ogni secondo. Tuttavia, uno studio ancora più accurato dei movimenti delle stelle nella Via Lattea, non ha trovato alcuna evidenza di materia oscura in un grande volume intorno al sole. “I nostri risultati contraddicono i modelli attualmente accettati – e il mistero della materia oscura è appena diventato ancora più misterioso“, ha detto l’autore dello studio Christian Moni Bidin, astronomo presso l’Università di Concepción in Cile. Gli scienziati hanno usato i telescopi di La Silla e dell’Osservatorio di Las Campanas, in Cile, al fine mappare i movimenti di oltre 400 stelle giganti rosse fino a 13.000 anni luce dal Sole. Questo ha contribuito a calcolare la massa del materiale nelle vicinanze del Sole, in un volume di quattro volte più grande mai considerato prima. “La quantità di massa che noi deriviamo abbina molto bene con quello che vediamo – stelle, polveri e gas – nella regione intorno al sole“, ha detto Moni Bidin. Varti modelli attuali avevano predetto la presenza da 0,4 a 1 kg di materia oscura in un volume delle dimensioni della Terra attorno al Sole.


Tuttavia, questi nuovi risultati suggeriscono che vi sono al massimo 70 grammi di materia oscura in quel volume nella nostra parte della Via Lattea. “Nonostante i nuovi risultati, la Via Lattea ruota certamente molto più velocemente della materia visibile, quindi se la materia oscura non è presente dove ci si aspettava, una nuova soluzione per il problema della massa mancante va trovato“, ha detto Moni Bidin . Le scoperte potrebbero spiegare perché tutti i tentativi di rilevare la materia oscura nei laboratori sulla Terra sono falliti – c’è n’è molta di meno. “A rigor di termini, i risultati non dicono che la materia oscura non esiste – ma dicono semplicemente che non è qui“, ha detto Moni Bidin. Un’alternativa alla materia oscura è conosciuta come la dinamica newtoniana modificata, o MOND, che come la gravità funziona a grandi scale per aiutare a spiegare i movimenti di stelle e galassie che i ricercatori osservano. Future indagini astronomiche, come ad esempio la missione Gaia dell’Agenzia spaziale europea (ESA), potrebbero contribuire a gettare nuova luce sulla materia oscura. Gaia raccoglierà dati per ricostruire il movimento di milioni di stelle. “In questo modo, saremo in grado di testare la presenza di materia oscura in una vasta regione della galassia“, ha spiegato il ricercatore. Gli scienziati pubblicheranno i loro risultati in un prossimo numero dell’Astrophysical Journal.


http://www.meteoweb.eu/2012/04/minori-q ... chiudi_adv


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MessaggioInviato: 10/05/2012, 12:26 
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Illustrazione artistica delle bolle di raggi gamma scoperte dal telescopio spaziale Fermi. Credit: NASA/Goddard




di raggi gamma scoperte dal telescopio spaziale Fermi. Credit: NASA/Goddard

La materia oscura, che è responsabile per circa 90% della materia presente nell'Universo, non è mai stata trovata, ma sappiamo che c'è grazie ai suoi effetti indiretti. Questa forma di materia non interagisce quasi per niente con la materia ordinaria e non emette o riflette nessun tipo di luce o radiazione. Sappiamo della sua presenza però per via dei suoi effetti gravitazionali. Negli anni però sono state trovate diverse prove e conferme ma anche diverse smentite, e la materia oscura rimane uno dei grandi misteri della cosmologia contemporanea. Oggi arriva però una nuova differente teoria che potrebbe portare nuove forti prove a sostegno dell'esistenza della materia oscura: Christoph Weniger, del Istituto Max Planck per la Fisica, di Monaco, ha effettuato una complessa analisi statistica lunga 3 anni e mezzo, in cui ha raccolto tutti i dati pubblicamente disponibili della Telescopio Spaziale Fermi, della NASA, e ha trovato una linea di raggi gamma che attraversa il cielo è che secondo l'astronomo è una chiara impronta della presenza di materia oscura.

Secondo gli attuali modelli sul comportamento dei buchi neri supermassicci, come quello presente al centro della nostra galassia, quando questi divorano grandi quantità di materia rilasciano getti che interagiscono in qualche modo con la materia oscura circostante. Quest'interazione si pensa sia la fonte possibile dei raggi gamma che i satelliti come Fermi hanno trovato. Quello che i satelliti vedono sono fotoni prodotti dall'interazione delle particelle nei getti con la materia oscura.

Weninger ha cercato segno di questa interazione in ben 3 anni e mezzo di dati relativi ad osservazioni a raggi-gamma con il Large Area Telescope (LAT) a bordo del Fermi. Per aumentare le chance di successo ha soltanto considerato i dati provenienti da quelle regioni della Via Lattea che dovrebbero generare le percentuali più alte di sorgenti di interazioni tra fotoni e materia oscura. Ha anche cercato nello specifico un qualche picco di energia, che sia un segno che un fotone è stato prodotto dalla collisione e l'annichilimento di due particelle; il fotone lasciato dietro dovrebbe avere la stessa massa della particella di materia oscura. Quest'energia teoreticamente dovrebbe apparire come un picco molto stretto, cioè una linea nello spettro dei raggi-gamma, distinta dalla distribuzione dell'energia vista nell'universo visibile. Ed è proprio questo quello che hanno scoperto: una linea nello spettro dei raggi gamma! Esattamente come predetto.

L'astronomo mette le mani avanti e spiega che si tratta soltanto di un risultato provvisorio. I suoi punti di dati provengono da circa 50 fotoni e ne serviranno molti altri per dimostrare in maniera conclusiva che quella linea è collegata all'esistenza della materia oscura. E' possibile anche che la linea che ha osservato provenga da un fenomeno conosciuto anche se non meno misterioso: le enormi bolle di raggi gamma che si estendono sopra il piano della Via Lattea, e di cui c'è l'illustrazione in apertura.



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Mappa a raggi-gamma dell'intero cielo. Sono visibili le bolle di raggi gamma sopra e sotto il centro della galassia. Credit: NASA/Goddard



Nel Dicembre 2010, gli scienziati al lavoro con il telescopio Fermi hanno scoperto queste due gigantesche bolle provenienti apparentemente dal centro della galassia. Alte 25.000 anni luce, ogni bolla si espande per più di metà del cielo visibile, arrivando a coprire un'area che va dalla Costellazione della Vergine alla Costellazione della Gru. Si pensa inoltre che siano fenomeno relativamente recenti, con un'età di solo 1 milione di anni circa.

Queste bolle sono una scoperta recente perché normalmente sono coperte dalla nebbia di raggi gamma che si trova in tutto il cielo come risultato dell'interazione tra particelle che si muovono alla velocità della luce con il gas interstellare nella Via Lattea. Gli scienziati hanno scoperto le bolle soltanto dopo una manipolazione accurata dei dati ripresi con il LAT.

Le immagini create mostrano che le bolle hanno dei margini molto ben definiti, e questo suggerisce che si sono formate come risultato di un rilascio relativamente grande e rapido di energia, la cui sorgente è ancora sconosciuta. E' interessante notare che il punto dove l'energia delle bolle finisce corrisponde alla linea dei raggi gamma trovata da Weniger, e che lui ha associato ad un'impronta dell'esistenza della materia oscura.
E' possibile che le bolle e la linea abbiano la stessa origine. O, è anche possibile che la materia oscura dia la forma a queste bolle, definendo dove finiscono.
Serviranno nuovi dati sia per stabilire meglio la natura della linea sia per capire l'origine delle bolle, e forse potremmo trovare un modello che spieghi entrambe le cose.

http://news.discovery.com/space/dark-ma ... 20508.html

http://www.link2universe.net/2012-05-10 ... ggi-gamma/


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MessaggioInviato: 01/06/2012, 12:24 
Da uno studio del CISRO di Sydney emerge che l'idrogeno atomico nelle galassie che ci circondano sarebbe molto più di quanto fin'ora calcolato. La stima, però, non risolverebbe il rebus della materia oscura.

Ma quanto c'è ancora da sapere sul nostro Universo? Conosciamo solo il 4% e il resto sono materia ed energia oscura, dark metter e dark energy le chiamano gli anglofoni. Un recente studio di Robert Braun, astronomo del CSIRO di Sydney (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) ha messo in luce che le galassie che ci circondano nascondono circa il trenta per cento in più dell'idrogeno atomico che era stato finora calcolato. Quest'ultima stima, possiamo esserne certi, è la più precisa fatta sin'ora.
Subito dopo la nascita dell'Universo, dopo il Big Bang quindi, tutta la materia era formata da idrogeno. Nel corso del tempo si sono formate le galassie, stelle, pianeti, insomma tutto quello che conosciamo sopra le nostre teste. Tramite lo studio della trasformazione dell'idrogeno, gli astronomi riusciranno a comprendere meglio come si sono verificati questi processi, che sono ancora in atto.
Dalla ricerca di Braun si evince che la distribuzione del gas si è modificata nel corso di miliardi di anni, e che ora ce n'è molto meno che in passato nelle regioni più esterne delle galassie. Questo rende più difficile per le galassie attirare il gas verso l'interno e formare nuove stelle. La formazione di stelle, infatti, è venti volte inferiore rispetto al passato
“Anche se c'è più idrogeno atomico di quanto pensassimo”, dice Braun “questo non può ancora risolvere il problema della materia oscura. Se quello che ci resta da scoprire ha il peso di un canguro, ciò che abbiamo scoperto ha il peso di un'echidna”, ironizza ancora lo scienziato del CSIRO, australiano come è facile intuire dagli esempi scelti.
Il lavoro dell'equipe di Braun si basa sull'utilizzo di radio-telescopi, per la precisione una batteria compatta di telescopi in Australia orientale e altri radio-telescopi negli Stati Uniti.

Fonte: MEDIA INAF


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MessaggioInviato: 09/06/2012, 12:23 
Combinando immagini ottiche e in raggi X, i ricercatori scoprono un buco nero espulso dalla propria galassia a causa delle violente onde gravitazionali provocate dalla fusione con un'altra galassia.

Uno sfratto cosmico in piena regola. È quello che ha avvistato il satellite Chandra X-ray observatory della NASA studiando una galassia a circa 4 miliardi di anni di distanza da noi. Dove un buco nero supermassiccio viene espulso dalla galassia che lo ospita, sbattuto fuori alla velocità di diversi milioni di chilometri all'ora, probabilmente a causa dello scontro (e fusione) con un altro buco nero che ha provocato violente onde gravitazionali. “Questi dati fanno pensare che le onde gravitazionali – sorta di corrugamenti nello spazio tempo previsti da Albert Einstein ma mai osservati direttamente – possano esercitare una forza potentissima su oggetti di enorme massa come i buchi neri” spiega Francesca Civano dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, autrice dello studio che sarà pubblicato il 10 giugno su Astrophysical Journal.
Questo peraltro significa che potrebbero esserci molti buchi neri giganti che vagano solitari nello spazio tra le galassie. “Se ci fossero sarebbero invisibili per noi” spiega Laura Blecha, altra autrice dello studio “perché dopo essere stati espulsi dalle loro galassie avrebbero consumato tutto il gas che li circondava”.
I ricercatori avevano iniziato studiando un sistema noto come CID-42, al centro di una galassia lontana appunto 4 miliardi di anni. Grazie al telescopio spaziale Hubble avevano individuato due sorgenti di luce visibile. I dati del Very Large Telescope in Cile hanno poi permesso di capire che essere si allontanano l'una dall'altra a quasi 5 milioni di chilometri orari.
“Lo sfratto di un buco nero – aggiunge Andrea Comastri dell'INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna – è un evento estremamente raro: la sorgente CID 42 è' una delle quasi tremila sorgenti X rivelate nella survey COSMOS, una joint venture internazionale che vede una partecipazione molto attiva dei ricercatori INAF”. E dell'INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna e anche Roberto Gilli, altro autore della ricerca insieme a Cristian Vignali dell‘Università di Bologna.
Quando la High Resolution Camera di Chandra è stata puntata su CID-42, ha mostrato che una delle due sorgenti emette raggi X. I ricercatori pensano che si tratti appunto del super buco nero creato dalla collisione tra i buchi neri al centro di due galassie che si sono fuse. L'evento avrebbe generato onde gravitazionali abbastanza forti da provocare un “r********” che ha spinto il buco nero fuori dalla galassia. L'altra sorgente ottica è probabilmente un ammasso stellare rimasto sul posto, eventualità prevista dai modelli computerizzati che simulano la fusione di buchi neri.

Fonte: MEDIA INAF

da skylive


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MessaggioInviato: 12/08/2012, 18:23 
Di dark matter sembra essercene più del previsto, qui dalle nostre parti. È quanto suggerisce un nuovo metodo, basato sull’osservazione di migliaia di stelle nane arancioni, messo a punto da un gruppo di astronomi guidato da Silvia Garbari, dell’Università di Zurigo.
È ancora latitante, l'inafferrabile materia oscura, ma almeno sembra che per stanarla non occorra andare poi così lontano. Già qui nel Sistema solare dovrebbe essercene in quantità. Un'ottima notizia per i tanti esperimenti che dal sottosuolo – e in particolare laggiù nelle viscere del Gran Sasso, ospiti dei laboratori dell'INFN – stanno passando al setaccio, da anni, il fiume di particelle attraversato dal nostro pianeta nella sua rivoluzione attorno al Sole, sperando d'imbattersi in qualche traccia dell'elusiva sostanza.
Nella storia recente dell'astrofisica, la stima della densità della materia oscura presente nei dintorni del Sistema solare, quanto a oscillazioni, ricorda molto le quotazioni di borsa. Se infatti, per quanto riguarda l'universo nel suo complesso, pare assodato che la dark matter ne costituisca su per giù il 23% (rispetto al misero contributo del 4% dato dalla materia ordinaria), quando andiamo a guardare nel giardino di casa ecco che le cose si complicano. Durante decenni di osservazioni indirette, basate per lo più sull'analisi delle proprietà cinematiche dei corpi celesti a noi più prossimi, è emerso che nei pressi del Sole ce ne sarebbe da 3 a 6 volte più del previsto. Un mistero che si è ulteriormente infittito lo scorso anno, quando è uscito uno studio che ha ribaltato tutto, suggerendo che in realtà di materia oscura, qui nei dintorni, proprio non se ne trovi traccia.
Ora il nuovo colpo di scena. Arriva questa volta da un lavoro, in corso di pubblicazione su MNRAS, condotto da astronomi di Zurigo, Leicester (UK) e Pechino. Utilizzando un metodo innovativo quanto rigoroso, basato sull'osservazione di migliaia di nane arancioni e validato dal confronto con simulazioni di alta qualità, i ricercatori sono tornati ad alzare l'asticella. Scoprendo inoltre che le tecniche adottate negli ultimi 20 anni erano soggette a un errore che le induceva a sottostimare la quantità di materia oscura.
«Siamo fiduciosi al 99% che di materia oscura, vicino al Sole, ce ne sia», dice la prima autrice della ricerca, Silvia Garbari, dell'Università di Zurigo. «Anzi, a dire il vero, con un margine di confidenza, in questo caso, del 90%, possiamo dire di averne trovata più di quanto atteso. E se i dati futuri confermeranno questo eccesso, le implicazioni sarebbero notevoli. Potrebbe essere la prima prova della presenza di un disco di dark matter nella nostra galassia, in linea con quanto ipotizzato di recente dalla teoria e da simulazioni numeriche di formazione galattica. O, magari, l'incremento della densità locale potrebbe essere dovuto a uno schiacciamento dell'alone galattico di materia oscura».

Fonte: MEDIA INAF


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MessaggioInviato: 19/08/2012, 15:47 
l
I raggi gamma provenienti dal centro della Via Lattea potrebbero essere coerenti con l'ipotesi che particelle di materia oscura stiano annichilendosi reciprocamente nello spazio. È quanto sostengono gli astrofisici della Irvin University della California in una ricerca presentata alla rivista dell'American Physical Society.
Kevork Abazajian e Manoj Kaplinghat del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'UCI, hanno analizzato dati raccolti con il satellite della NASA, Fermi (satellite che ha una forte partecipazione italiana con ASI, INFN e INAF) tra l'agosto 2008 e il giugno 2012, riscontrando più fotoni gamma provenienti dal centro della Via Lattea di quanto prevedessero sulla base di precedenti modelli scientifici. I raggi gamma sono radiazioni elettromagnetiche emesse durante il decadimento radioattivo o da altri processi con particelle ad alta energia.
“È la prima volta che questa nuova fonte è stata osservata con una così alta rilevanza statistica, e ciò che più colpisce è che la forma, lo spettro e la frequenza dei raggi gamma osservati sono molto coerenti con le teorie più importanti riguardanti la materia oscura” dice Abazajian. “Nuove osservazioni delle regioni con minori emissione astrofisiche, come le galassie nane, ci permetterano di stabilire in modo definitivo se questa emissione proviene in realtà dalla materia oscura”.
L'universo è composto per il 95% di energia e materia oscura e solo il 5% è ciò che possiamo vedere. La presenza della materia oscura è testimoniata dall'effetto gravitazionale che ha sulla materia visibile. Lo studio dei ricercatori dell'UCI potrebbe confermare la sua presunta presenza al centro delle galassie.
L'ipotesi prevalente è che la materia oscura sia costituita da particelle massive debolmente interagenti, o WIMP (Weakly Interacting Massive Particle). Quando due WIMP si incontrano, si annichilano a vicenda producendo particelle più familiari, tra cui i raggi gamma.
Sebbene l'interpretazione dei dati sembri essere coerente con la teoria sulla materia oscura, i raggi gamma potrebbe però provenire da una fonte diversa dall'annichilimento dei WIMP. Osserva Kaplinghat: “il segnale che vediamo è anche coerente con i fotoni gamma emessi dalle pulsar o da particelle ad alta energia che interagiscono con il gas nel centro galattico”.

Fonte: MEDIA INAF

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MessaggioInviato: 19/08/2012, 22:00 
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MarcoFranceschini ha scritto:

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sanje ha scritto:

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Non sembrano connessioni neurali? Forse l'universo è pensante.



Infatti l'Universo (o meglio secondo me il Multiverso infinito di cui noi siamo un subset) essendo ciò che le religioni terrestri chiamano "Dio" è pensante eccome...
L'Universo è Creatore e Creato al tempo stesso.
Le "sue logiche" sono totalmente al di fuori della comprensione umana...
Onde per cui tutte le religioni e la loro arroganza nell'attribuire a "Dio/Universo" sentimenti (quasi sempre rivolti verso la creatura perfetta Uomo) ecc. sono appunto arroganza e mancanza di umiltà.
Tra l'altro il cervello umano è un modello in scala ridotta del "cervello pensante" Dio-Universo...
Ecco perché non esiste separazione tra le varie parti dell'Universo/Dio ed il nostro cervello durante soprattutto le fasi di sonno.
Perché c'è connessione tra ogni punto con qualsiasi altro punto...ed è connessione istantanea..in barba alle geodetiche seguite dalla velocità della luce nel vuoto.
Grazie.

Marco71.


Completamente d'accordo.



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Mi spinsi nel futuro quanto mai occhio umano, le meraviglie vidi di quel mondo lontano

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«All’Italia è mancata una riforma protestante e una sana borghesia calvinista»
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MessaggioInviato: 19/08/2012, 22:15 
Molto bella l'idea dell'universo pensante, concordocon voi.

Ma guardando quell'immagine ho anche l'impressione che la materia si disponga ai margini di grandi bolle di vuoto... mi domando se in realtà non sia vuoto ma ci sia altro che non vediamo, oppure se è un fenomeno collegato ad altri livelli di realtà a noi non percepibili. Chissà se avremo mai risposte.

Per una volta trovo la teoria di Marco interessante, tra i miei trip cosmici ho pensato anche io a qualcosa del genere. [;)]



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MessaggioInviato: 14/09/2012, 20:27 
Un nuovo studio pone un tasso di confidenzialità all'esistenza dell'energia oscura del 99,996%. Un risultato inatteso e sorprendente





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L'energia oscura, una sostanza misteriosa che sembra aver accelerato l'espansione dell'universo, secondo un team di astronomi della University of Portsmouth esiste con un grado di confidenzialità del 99,996%. La scoperta è pubblicata su Monthly Notice of the RAS.
Si tratta di uno dei misteri scientifici maggiori della nostra epoca e non è quindi sorprendente che molte ricerche siano finalizzate a provarla, ma dopo due anni di studi sembra che questo componente esotico, ancora lontano dall'essere compreso nella sua consistenza, esista davvero.
Più di un decennio fa è stata notata l'espansione dell'universo ad un tasso accelerato, attraverso lo studio di supernovae brillanti poste molto distanti da noi. L'accelerazione è stata attribuita ad una forza repulsiva associata alla energia oscura, che dovrebbe comporre da sola il 73% della massa del cosmo. I ricercatori che hanno scoperto questo dato hanno vinto il Nobel per la Fisica nel 2011, ma l'esistenza dell'energia oscura è rimasta molto dibattuta.
Molte altre tecniche sono state usate per confermarne la presenza ma le prove indirette sono sempre suscettibili di incertezze e domande. Una chiara evidenza viene dall'effetto Sachs Wolfe, che prende il nome da Rainer Sachs e da Arthur Wolfe. La Radiazione Cosmica di Fondo, resto del Big Bang iniziale, è visibile in tutto il cielo. Nel 1967 i due fisici argomentarono che la luce della radiazione dovrebbe diventare più blu passando nei pressi di campi gravitazionali legati ad aggregazioni di materia, un effetto noto come redshift. Nel 1996 Robert Crittenden e Neil Turok portarono avanti l'idea guardando a piccoli cambiamenti nell'energia della luce, quindi dei fotoni, e confrontando la temperatura della radiazione con le mappe di galassie nell'universo locale.
In assenza di energia oscura, o di una grande curvatura nell'universo, non ci dovrebbe essere corrispondenza tra queste due mappe ma la presenza di energia oscura porterebbe invece ad un effetto laddove la CBR guadagna in energia attraversando importanti ammassi di materia.
L'effetto Sachs Wolfe è stato scoperto per la prima volta nel 2003 ed è stato subito accostato alle prove per la presenza di energia oscura con il nome di "scoperta dell'anno". Ma i segnali erano deboli quindi le cause potevano essere diverse, come l'influenza di galassie lontane.
Nel nuovo articolo, prodotto da due anni di duro lavoro, il team ha riesaminato tutte le argomentazioni contrarie all'effetto trovato ed ha migliorato le mappe utilizzate nel lavoro originario. La conclusione è un 99,996% di confidenzialità sull'esistenza della materia oscura, responsabile della parte più calda della radiazione cosmica di fondo.

Royal Astronomical Society
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Ultima modifica di ubatuba il 14/09/2012, 20:27, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 25/10/2012, 10:55 
24/10/2012 Stelle immerse nella materia oscura

L’eccesso di fondo cosmico a infrarossi potrebbe essere dovuto, almeno in parte, a popolazioni di stelle immerse negli aloni di dark matter che circondano le galassie.
Strappate dalle loro galassie di origine, vagano senza più radici immerse nella materia oscura. Gli astronomi le chiamano “stelle intra-halo”, non più legate gravitazionalmente a una singola galassia. Ma i loro effetti continuano a farsi sentire. Un risultato in uscita questa settimana su Nature – ottenuto analizzando i dati raccolti con il telescopio spaziale a infrarossi Spitzer della NASA da un team di astronomi guidato da Asantha Cooray, dell'Università della California sede di Irvine – le addita come possibili fonti della radiazione infrarossa di fondo in eccesso, un enigma sul quale gli scienziati s'interrogano da tempo.
Sembra infatti esserci nell'universo più luce di quella che dovrebbe. Ovvero, sommando tutta la luce emessa dalle galassie conosciute si ottiene un risultato inferiore a quella effettivamente osservata, anche sotto forma di fluttuazione, in banda infrarossa. Due, fino a oggi, erano le ipotesi sull'origine di questo sovrappiù: galassie troppo lontane per essere individuate, oppure galassie vicine ma ancora sconosciute in quanto troppo deboli. Entrambe le spiegazioni sono però incompatibili con i dati ottenuti da Spitzer, dice Edward Wright, professore a UCLA e coautore dello studio uscito su Nature.
Ecco così entrare in gioco le stelle immerse nella materia oscura. «Secondo il nostro modello», dice infatti Francesco De Bernardis, dal 2010 ricercatore postdoc nel gruppo di Cooray (dopo un dottorato a La Sapienza di Roma), raggiunto al telefono da Media INAF, «la presenza delle stelle “intra-halo” è in grado di spiegare i dati raccolti nel vicino infrarosso».
Insomma, la materia oscura, punteggiata di stelle abbandonate, non è poi così oscura come ci si aspettava? «Il risultato che abbiamo ottenuto è certo interessante, ma occorre attendere ulteriori osservazioni», avverte De Bernardis, «perché noi ci siamo concentrati su due specifiche frequenze del vicino infrarosso, ma saranno necessarie analisi anche in altre frequenze per una conferma del nostro modello».

Fonte: MEDIA INAF

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