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Una nuova fonte di raggi gamma
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Autore:  2di7 [ 02/01/2010, 20:13 ]
Oggetto del messaggio:  Una nuova fonte di raggi gamma

I venti di particelle ad alta velocità provenienti dalle pulsar possono essere la fonte di alcuni raggi gamma galattici la cui origine era finora rimasta un mistero

I venti di particelle ad alta velocità provenienti dalle pulsar possono essere la fonte di alcuni raggi gamma galattici la cui origine era finora rimasta un mistero. E' noto che le pulsar alimentano venti di particelle che possono produrre brillanti nebulose. Queste nebulose di gas caldo e magnetizzato, note come Pulsar wind nebulae (PWN) o plerioni, si formano per l'interazione del vento di particelle relativistiche emesso dalla pulsar centrale e il resto di supernova circostante in espansione.

Le PWN sono state studiate nello spettro radio, ottico, X e in alcuni casi anche nel campo dei TeV, ma finora mancavano informazioni essenziali nello spettro dei raggi gamma, una circostanza che impediva la definizione di un quadro complessivo del fenomeno e dei suoi meccanismi di emissione.

Ora - come viene riferito in un articolo pubblicato su "Science" a prima firma Alberto Pellizzoni dell'INAF-Osservatorio astronomico di Cagliari - un gruppo di ricerca italiano diretto da Giovanni Fabrizio Bignami dell'Istituto universitario di studi superiori di Pavia è stato in grado di rilevare, grazie alle osservazioni del satellite AGILE, ha potuto rilevare e analizzare le emissioni della PWN Vela nello spettro di energie comprese fra i 100 MeV e i 3 GeV. In seguito a queste analisi i ricercatori hanno potuto definire una classe di emettitori nei raggi gamma che potrebbe dar conto di una parte significativa delle fonti galattiche di raggi gamma finora non identificate.

Un più ampio quadro del significato della scoperta è tracciato nell'articolo di Bignami pubblicato su "Le Scienze" dell'ottobre scorso (http://lescienze.espresso.repubblica.it ... to/1340140).

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it ... ma/1341600

Autore:  ubatuba [ 24/08/2013, 10:28 ]
Oggetto del messaggio: 

FERMI continua

La NASA annuncia il prolungamento della missione FERMI (inizialmente chiamata GLAST) che aveva festeggiato da poco i cinque anni in orbita.


Five more years, si potrebbe dire riecheggiando quel "four more years" ("altri quattro anni") con cui Barack Obama festeggiava su Twitter la sua rielezione. Dopo i successi dei primi cinque anni di missione, la NASA ha ufficialmente annunciato l'inizio della "extended mission" per FERMI, l'osservatorio orbitante per raggi gamma lanciato nell'estate del 2008. L'annuncio è un passo fondamentale verso l'obiettivo dichiarato del team scientifico della missione, che punta a continuare le osservazioni dell'Universo nella alte energie fino al 2018.
In questi cinque anni, FERMI ha trasformato la nostra visione del cielo in raggi gamma, scoprendo nuovi sorgenti di radiazione nelle altissime energie, da stelle di neutroni che ruotano velocemente (le pulsar) ai getti di materia causati dai buchi neri supermassicci in galassie lontane.
Per proseguire la missione con nuovi obiettivi, il team di Fermi sta considerando l'idea di introdurre una nuova strategia osservativa, usando lo strumento principale del satellite (il LAT, Large Area Telescope, che al momento funziona in modalità scanning, riprendendo l'intero cielo ogni tre ore), per osservazioni più approfondite della regione centrale della Via Lattea, una zona dove si pensa si trovino molte pulsar e altre fonti di radiazione ad alta energia. Quest'area dovrebbe essere anche uno dei migliori posti dove cercare i segnali in raggi gamma prodotti dalla materia oscura, qualunque cosa sia. Secondo alcune teorie, infatti, la materia oscura sarebbe fatta di particelle che producono un lampo gamma quando interagiscono con la materia ordinaria.
Patrizia Caraveo dell'INAF-Istituto di Astro?sica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano, responsabile per l'Italia di Fermi-LAT, commenta così l'estensione della missione:
"A giugno abbiamo festeggiato i cinque anni del lancio della missione che allora si chiamava GLAST, una missione di Astronomia Gamma a marchio NASA con una importante partecipazione Italiana da parte di ASI, INAF ed INFN. Una volta in orbita, superati i test e la prima sessione di calibrazione, GLAST è stato dedicato ad Enrico Fermi diventando il Fermi Observatory, ed è quindi tempo di festeggiare i 5 anni di attività della missione Fermi che ha operato in modo scanning per il 96% del tempo, ottenendo una dettagliatissima immagine del cielo gamma. Il compendio dei 5 anni di missione è stato reso pubblico ieri, sia come una bellissima immagine "muta", sia come una serie di immagini "commentate" a indicare pulsar, resti di supernova, sistemi binari, galassie normali, galassie attive, blazars.
Non tutti gli oggetti celesti si possono studiare in modo scanning, che dedica ad ogni porzione di cielo una ventina di minuti ogni tre ore. Alcune sorgenti hanno bisogno di attenzione totale e su queste lo strumento viene puntato con continuità, grossomodo per il 4% del tempo di osservazione. Succede in occasione di eventi solari particolarmente intensi, di lampi gamma molto brillanti, di variabilità spettacolari (come quelle delle nebulosa del Granchio), oppure di oggetti potenzialmente interessanti. Fermi ha appena finito un puntamento della Nova nella costellazione del Delfino ed è di ieri la notizia che Nova Delphini è stata rivelata in raggi gamma, la quarta esponente della famiglia delle Novae ad emettere anche fotoni di alta energia.
Quanto durerà la missione Fermi? Non avendo consumabili a bordo, la missione potrà continuare senz'altro per altri 5 anni, sempre che le agenzie finanziatrici non perdano entusiasmo nei risultati di Fermi. Proprio per mantenere alto il livello di attenzione, ci siamo posti il problema su come operare la missione Fermi nei prossimi anni. Continuare a coprire il cielo come è stato fatto fino ad ora oppure concentrarsi ad osservare qualcosa di particolarmente interessante? E' quello che dovremo decidere la prossima settimana durante la riunione della collaborazione a Stoccolma. Il centro galattico, con le sue promesse di rivelazione di materia oscura, reclama più attenzione. Peccato che un programma dedicato al centro galattico andrà a scapito dello studio di altre sorgenti celesti, che invece guadagnano molto dalla copertura regolare

MEDIA INAF

http://www.skylive.it/NotiziaAstronomic ... ntinua.txt

Fonte: MEDIA INAF

Autore:  Plutone77 [ 02/10/2016, 10:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Una nuova fonte di raggi gamma

Astronomia: ecco la prima sorgente binaria di raggi gamma extragalattica, si trova nella Grande Nube di Magellano

Si chiama LMC P3, e si trova tra i resti di una supernova denominata DEM L241, nella Grande Nube di Magellano


Immagine

È il primo sistema binario che emette raggi gamma individuato al di fuori della Via Lattea. È anche il più luminoso conosciuto, oltre che per l’emissione gamma, per quella ai raggi X, di onde radio e nel visibile. Si chiama LMC P3, e si trova tra i resti di una supernova denominata DEM L241, nella Grande Nube di Magellano, a 163 mila anni luce di distanza dalla Terra. Dietro l’angolo, rispetto alla nostra galassia, astronomicamente parlando.

A scovarlo, il telescopio spaziale della NASA Fermi Gamma-ray Space Telescope. I dettagli dell’osservazione sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.
“Fermi finora aveva rivelato solo cinque sistemi simili a questo, ma tutti nella nostra galassia – spiega Robin Corbet, del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, Maryland, coordinatore dello studio -. Trovarne una così luminosa e distante è piuttosto eccitante”.

Questi rari sistemi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – possono contenere sia stelle di neutroni che buchi neri, e irradiare la maggior parte della loro energia sotto forma di raggi gamma. Già nel 2012 gli astronomi avevano scovato nei resti della stessa supernova, grazie al Chandra X-ray Observatory, una violenta emissione di raggi X.

Il team di Corbet ha, quindi, deciso di concentrarsi sulla stessa regione della Grande Nube di Magellano. E non solo attraverso gli occhi del telescopio Fermi. Ma effettuando delle osservazioni anche ad altre lunghezze d’onda. Ai raggi X, grazie al satellite NASA Swift; nelle onde radio, con l’Australia Telescope Compact Array; e nel visibile, utilizzando il telescopio di 4.1 metriSouthern Astrophysical Research Telescope, a Cerro Pachón, in Cile, e il telescopio di 1,9 metri presso il South African Astronomical Observatory, vicino Cape Town.

Il gruppo della NASA è così riuscito a caratterizzare la prima sorgente binaria di raggi gamma extragalattica. E a capire, ad esempio, che l’emissione di raggi gamma ha una precisa ciclicità, che gli astronomi Usa hanno identificato in 10,3 giorni.

Gli studiosi non sono, però, riusciti a stimare con esattezza la massa del sistema binario, per via dei suoi movimenti orbitali. Il sistema, secondo gli autori dello studio, dovrebbe essere rappresentato da una stella compresa tra 25 e 40 masse solari. La compagna, invece – ciò che resta del cuore di una stella esplosa come supernova – dovrebbe essere un buco nero, o una stella di neutroni, grande come una città, ma con massa almeno il doppio del Sole.

A cura di Filomena Fotia

http://www.meteoweb.eu/2016/09/astronom ... no/755596/

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