C'è casa per il maxi-telescopioL’obiettivo del telescopio è scoprire pianeti simili alla Terra e indagare gli enigmi della materia oscuraImmagine:
15,35 KB Guardare il cielo con un occhio la cui pupilla ha un diametro di 42 metri, contro gli 8 millimetri di quella umana! Un evento rivoluzionario che, in meno di 10 anni, ci permetterà di avere una nuova e spettacolare visione dell'Universo. E’ il progetto European Extremely Large Telescope (E-ELT), avviato dall'Osservatorio Australe Europeo (ESO), l'organizzazione di 14 nazioni che rappresenta la punta di diamante della ricerca e che ha appena scelto il sito dove realizzarlo: si tratta di Cerro Armazones, una montagna di 3060 metri nel deserto cileno di Atacama.
E-ELT è in fase avanzata di progettazione e l'inizio delle osservazioni è previsto per il 2018. L'«occhio» avrà un diametro pari a quasi la metà della lunghezza di un campo da calcio e raccoglierà una quantità di luce 15 volte superiore a quella dei più grandi telescopi ottici oggi in funzione.
Lo specchio principale sarà composito - 42 metri di diametro - e avrà un campo visivo pari a circa 1/10 della grandezza apparente della Luna. Lo strumento si basa su uno schema ottico a 5 specchi che permetterà di ottenere immagini di qualità eccezionale, mentre sono previsti dei sofisticati specchi adattivi (controllati al computer) per correggere la sfocatura delle immagini degli oggetti celesti prodotta dalla turbolenza atmosferica.
Il telescopio verrà dotato di diversi apparati scientifici e durante le sessioni di osservazione sarà possibile passare da uno all'altro in pochi minuti. L’abilità di osservare su un ampio spettro di lunghezze d'onda - dall'ottico al medio infrarosso - consentirà di sfruttare al meglio potenzialità che sono portentose. E-ELT, infatti, affronterà i maggiori interrogativi scientifici del momento e non c’è dubbio - sostengono gli studiosi - che potrà effettuare scoperte straordinarie, tra cui quella di pianeti simili alla Terra e situati nelle «zone abitabili», dove potrebbe esistere qualche forma di vita. Ma fornirà anche contributi fondamentali alla cosmologia, misurando le proprietà delle prime stelle e delle galassie formatesi poco dopo il Big Bang, investigando la materia e l'energia oscura. Inoltre ci si prepara all’inaspettato: nuovi quesiti sorgeranno dalle osservazioni via via realizzate. L'avvento di questo strumento - in poche parole - rappresenterà per l'astronomia del XXI secolo un salto di qualità paragonabile a quello di 4 secoli fa, quando Galileo iniziò a studiare il cielo con il suo telescopio.
E-ELT, il cui costo previsto è di 1 miliardo di euro, surclasserà i maggiori telescopi e sarà molto più grande dei 2 altri strumenti giganti in fase di progettazione, il «Thirty-Meter Telescope» e il «Giant Magellan Telescope». La scelta del Cerro Armazones come sito è avvenuta dopo un’estesa analisi meteorologica: il luogo si trova a 20 km dall'Osservatorio di Cerro Paranal, dove sono ospitati i 4 telescopi da 8,20 metri di apertura che costituiscono il Very Large Telescope dell'ESO.
Per realizzare il gigantesco specchio principale - la cui area sarà di 1300 metri quadrati - si ricorrerà a un migliaio di «tasselli» esagonali. Questo «trucco» per realizzare superfici riflettenti di grandi dimensioni - noto anche come tecnica a «occhio di mosca» - in realtà non è nuovo: fu proposto negli Anni 30 da Guido Horn d'Arturo, direttore dell'Osservatorio di Bologna, e l’idea, via via migliorata, si ritrova oggi in almeno 3 moderni strumenti: il «Multi Mirror Telescope» in Arizona, i telescopi «Keck» da 10 metri di diametro delle Hawaii e l'«Hobby-Eberly Telescope» dell'Università di Austin in Texas.
Sarebbe significativo se ora il più grande telescopio del mondo - che verrà realizzato a partire da questa intuizione geniale e il cui progetto è sotto la responsabilità di un italiano, Roberto Gilmozzi - fosse battezzato con il nome «Guido Horn d'Arturo».
fonte:http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/206602/