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MessaggioInviato: 22/08/2012, 11:51 
Cita:
Nuovi documenti da Francesco Celani

Francesco Celani mi ha scritto stanotte allegandomi due nuovi documenti da condividere nel web:

1) semplicemente la versione riveduta e corretta del breve articolo/bozza diffuso qualche giorno fa (qui), aggiornato anche nella lista sponsor (la stessa del secondo documento): anche la National Instruments ha chiesto di essere inserita UFFICIALMENTE;

2) le 56 slides presentate da Celani all'ICCF17... notevolissime!

Mi unisco al coro di commenti lasciati in questi giorni sul blog e mi congratulo anch'io con Francesco di quanto seminato con pazienza e determinazione. La raccolta è cominciata.

Buon ferragosto a tutti.

Cita:
da: Francesco Celani
a: Daniele Passerini (22passi)
data: 15 agosto 2012 02:47
oggetto: Presentazione a NIWeek e ICCF17:[ Re: Complimenti!!

Caro Daniele,

tutto è andato bene, oltre ogni ragionevole aspettativa.
L'articolo (breve, 5 pagine) alla NIWEEK è lo stesso della ICCF17: lo puoi diffondere.

Notizie varie.
1) Ti invio la mia PRESENTAZIONE (circa 1.5 M): la puoi mettere in rete.
2) Ieri abbiamo rimontato il reattore...
3) Dopo una breve ricalibrazione (circa 2 ore) locale alla potenza di ingresso di riferimento (48W), in Idrogeno, il reattore, LENTAMENTE ma costantemente, ha iniziato a produrre potenza in eccesso. Attualmente, dopo circa 20 ore dalla partenza, siamo arrivati a circa 14W!
Un ingegnere della National Instruments è venuto apposta dagli USA per la parte software; è stato aiutato anche da 2 altri Ingegneri della NI da Seoul. Tutto OK.
4) MIRACOLO: anche gli acerrimi scettici dei NRL (USA) si sono complimentati con me. Quindi, semaforo verde.
5) Nel pomeriggio verrà la televisione Coreana per un servizio dettagliato.

NB. È complicato mettermi in contatto: TUTTI mi cercano! La linea spesso è superpiena.

A presto,
Francesco CELANI


Fonte




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MessaggioInviato: 21/12/2012, 15:28 
Non so se qualcuno abbia già postato questo video(1 di 12),ma ben presto tale documento diventerà di importanza storica.Anzi per gli addetti ai lavori,già lo è.
Questa è la conferenza stampa in cui eugene mallowe, giornalista scientifico del MIT,denunzio' la falsificazione da parte del MIT stesso dei risultati della replica dell'esperimento di Fleischmann e Pons,evidenziando che nn vi era alcun eccesso di calore quando invece tale eccesso vi fu eccome.
Se il MIT avesse confermato che ci si trovava di fronte a fenomeni esoergici allora si sarebbe scatenata la corsa alla fusione freddada parte di università e centri di ricerca in tutto il mondo, permettendo cosi' di arrivare ai risultati di Rossi ben prima di oggi...e probabilmentecontribuendo ad impedire la morte di milioni di persone...
Alla conferenza vi partecipa anche Giuliano Preparata,pioniere italiano della fusione fredda.



Ultima modifica di zakmck il 21/12/2012, 16:07, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/01/2013, 18:17 
cari amici


Energia verde/ Fusione fredda, pronta per il mercato. In Italia la tecnologia Defkalion

http://affaritaliani.libero.it/green/fi ... 12013.html
e

http://www.nextme.it/scienza/energia/49 ... ion-italia

ciao
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MessaggioInviato: 10/01/2013, 23:35 
"Non esiste infatti un prodotto acquistabile. Ne esisterà uno quando la aziende nostre clienti lo metteranno sul mercato. Ciò non avverrà prima di un paio d'anni."



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MessaggioInviato: 11/01/2013, 12:05 
Cita:
Solotecnico ha scritto:

"Non esiste infatti un prodotto acquistabile. Ne esisterà uno quando la aziende nostre clienti lo metteranno sul mercato. Ciò non avverrà prima di un paio d'anni."


Un prodotto acquistabile e certificato esiste già,è l'impianto da un megawatt per la produzione di calore che si basa sulla tecnologia a fusine fredda e cat(anche se la parola fusione fredda già non va piu' di moda, in quanto la fusione dei nuclei atomici nel reticolo metallico è solo una rara manifestazione a latere di quella principalmente responsabile della produzione di calore....ancora ,naturalmente,oggetto di investigazione).
Di seguito il link della prometeon ,la licenziataria italiana per l'e cat presso la quale è ordinabile l'impianto...il primo dei quali sarà istallato a marzo in america,e solo dopo qualche mese di esercizio visitabile:

http://www.prometeon.it/



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MessaggioInviato: 23/11/2013, 20:33 
FUSIONE FREDDA. L'Italia è in prima fila insieme al Giappone per produrre energia pulita a basse temperature attraverso la Fusione fredda. Ne parliamo con il dott. Francesco Celani e dott. Sergio Bartalucci dell'Istituto Nazionale Fusione Nucleare di Frascati.






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 Oggetto del messaggio: Re: Fusione fredda e scienza ufficiale
MessaggioInviato: 16/01/2021, 18:37 
Invenzioni “scomparse”: AUTO IBRIDA? SI, MA ATOMICA! di Fiorenzo Zampieri

Invenzioni “scomparse”;
AUTO IBRIDA? SI, MA ATOMICA!
di Fiorenzo Zampieri

Sarebbe davvero una rivoluzione poter viaggiare su di una automobile ad energia termonucleare, anziché a benzina o gasolio o gas o elettrica o ibrida. Pensate, un motore alimentato a vapore acqueo ed energia elettrica, a zero emissioni tossiche, che, a parità di cilindrata, produce un incremento della potenza del 50 percento e più. Niente male, vero?

Il fatto è che questo motore è esistito per davvero, con tanto di brevetto, fin dal 1974.

Tutti ricorderanno il clamore che nel 1989 suscitò la notizia della scoperta da parte di due scienziati statunitensi della cosiddetta “fusione nucleare fredda”. Significava energia a volontà prodotta semplicemente con l’acqua. Il successo però fu brevissimo. L’entusiasmo fu presto sostituito da tutta una serie di polemiche dovute ai reiterati insuccessi nel riprodurre quegli esperimenti. E non se ne fece più nulla.

A quel tempo pochi richiamarono alla memoria un brevetto italiano del ’74, con il quale il prof. Omero Speri (1924+1995), docente di chimica, e l’Arch. Pietro Zorzi (1934+1995), ben 15 anni prima, avevano realizzato, per primi al mondo, un motore che funzionava con un processo molto simile a quello della famigerata “fusione fredda”. E questo motore ha funzionato per due anni nei pressi di Pindemonte (VR) sotto gli occhi di tutti coloro che per curiosità o per interesse scientifico volevano vedere e capire quella “novità”.

Dopo il gran parlare sulla “fusione fredda” ed il successivo assordante silenzio, nel 1989 alla questione si interessò anche la trasmissione TV “Report” intervistando il figlio di Speri, Michelangelo, che ricordò quella vicenda così “stranamente” tenuta sotto silenzio.

GLI ESPERIMENTI

Ai due amici, Speri e Zorzi, che sapevano di certe esperienze effettuate da qualche originale inventore del passato (e fra questi anche il loro “Maestro” l’ing. Marco Todeschini di Bergamo), venne l’dea di provare anche loro a realizzare un motore funzionante con l’elettrolisi dell’acqua, cioè la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno, mediante l’uso di energia elettrica.

Dopo vari tentativi, con grande sorpresa e soddisfazione riuscirono nell’impresa: il motore funzionava.

In pratica, utilizzarono un normale motore a benzina, completo della normale apparecchiatura elettrica, modificandone la testata con l’inserimento di una loro particolare apparecchiatura che, mediante un elevatore di tensione a 60.000 volt e dieci milliampere, immette nel sistema una forte scintilla elettrica. E’ questa scintilla che permette al motore così implementato di produrre una potenza oltre ogni aspettativa. Infatti, con lo stesso motore, costituito da un cilindro di 400 cm3, a 4 tempi, una volta messo in moto e stabilizzato ad un regime di 1400 giri al minuto e con un consumo di benzina di 2,9 cm3 ogni 30 secondi, messa in funzione la nuova apparecchiatura elettrica, ottennero un incremento, con la stessa quantità di benzina, di 800 giri al minuto.

Ovviamente, ora, bisognava capire il perché di questo inaspettato e considerevole incremento energetico.

Immagine

Immagine sopra: Testata del motore a cilindro utilizzato per l’esperimento


REAZIONE TERMONUCLEARE

Speri e Zorzi si convinsero che tutto ciò non poteva dipendere dalla sola normale reazione chimica di combustione molecolare ma che accadeva qualcosa di eccezionale. In breve, analizzando i residui di tali reazioni si scoprì la presenza di elio nei fumi di scarico e questo fatto non poteva che essere dovuto ad una fusione dell’idrogeno nella camera di scoppio e quindi ad una reazione nucleare. La loro considerazione fu elementare: l’elio è un elemento che nasce soltanto da reazioni nucleari e, se questo però, risulta libero in natura, vuol dire queste reazioni sono normali e frequenti a temperature non eccezionali. Fatte, quindi, tutte le considerazioni del caso, non ci fu alcun dubbio che nel loro motore avveniva una PRODUZIONE DI ENERGIA TERMONUCLEARE CONTROLLATA DELL’IDROGENO E DEI SUOI ISOTOPI, per cui oltre alla benzina poteva essere utilizzata qualsiasi miscela di composti di idrogeno quali l’acqua, la nafta, l’alcool o al limite anche il solo vapore acqueo.

Visti i risultati e l’eccezionalità della loro esperienza i due inventori decisero di assicurarsi il brevetto effettuandone il deposito presso la Camera di Commercio e Industria di Verona, il 30settembre 1974.

Immagine

Immagini sopra e sotto: il brevetto depositato presso la Camera di Commercio e Industria di Verona, il 30settembre 1974.

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INTERESSI INTERNAZIONALI



Il brevetto, come purtroppo spesso succede in Italia, non fu preso in considerazione dalle varie accademie scientifiche, che ignorarono ogni invito alla discussione sul motore e sui suoi principi di funzionamento.

Presso gli ambienti industriali, però, non passa inosservato e Speri e Zorzi sono invitati a discuterlo a Parigi e in seguito ad Haifa e Tel Aviv, in Israele, dove trovano un interessamento particolare tanto che venne loro offerto di effettuare la verifica accademica se nella combustione si formasse veramente l’elio, prova evidente della fusione nucleare.

Sull’invito israeliano però, i diretti interessati, subodorarono delle motivazioni che non li convincevano e, pur non lasciando mai trapelare nulla in proposito, decisero di comune accordo, di lasciar perdere e di dedicarsi ad altri studi.

A riprova di ciò, Michelangelo Speri, nell’intervista rilasciata a “Report“, così si espresse:

«Diciamo che li accompagnava un doppio stato d’animo. Da una parte la soddisfazione che qualcuno li aveva ascoltati. Dall’altra la preoccupazione di non essere stati invitati tranquillamente. Avevano una sorta di disagio…»

– Non sapevano neanche se sarebbero tornati… –

«Beh, Oddio, la paura c’era perché era un contesto estero. Ritornati dal viaggio decisero comunque di non continuare più gli studi, poiché probabilmente ne avevano percepito la gravità».

In effetti la possibilità di poter effettuare reazioni termonucleari a bassa energia poteva suggerire applicazioni del fenomeno davvero poco nobili, tipo micro bombe atomiche ad energia controllata….


http://www.ilpuntosulmistero.it/invenzi ... o-zampieri


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 Oggetto del messaggio: Re: Fusione fredda e scienza ufficiale
MessaggioInviato: 16/01/2021, 19:33 
Guarda su youtube.com


Speri e Zorzi sono entrambi deceduti nel 1995...la fusione fredda è stata confinata a pseudo scienza DOPO i mancati successi degli esperimenti -probabilmente sabotati- di riproduzione dei risultati ottenuti da Martin Fleischmann e Stanley Pons... [:246]

https://it.wikipedia.org/wiki/Fusione_n ... 20tecniche.

l'impero del petrolio è COMUNQUE alla FINE, la nuova "energia" arriverà dal controllo -sistemi quantistici- dell'inversione gravitazionale...in mano alle grandi aziende Usa che gestiscono l'affaire ufo e le nuove tecnologie inerenti dal 1947... [8] [:305]

[:295]

(edit agg. link crz. sintassi)



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 Oggetto del messaggio: Re: Fusione fredda e scienza ufficiale
MessaggioInviato: 08/09/2021, 18:13 
Perché la fusione termonucleare controllata ha un interesse militare

Lo scorso 8 agosto scienziati della National Ignition Facility (NIF) del laboratorio americano Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) hanno annunciato un importantissimo risultato sulla via della fusione termonucleare controllata: sono riusciti a generare un impulso di 1,3 MJ di energia dalla fusione di una miscela di deuterio e trizio (isotopi pesanti dell’idrogeno) racchiusa in una sferetta grande come un grano di pepe esposta all’illuminazione impulsiva simultanea di 192 fasci laser. Il processo è avvenuto in meno di 100 picosecondi raggiungendo quindi una potenza di oltre 10 peta Watt.

L’energia prodotta nell’evento è stata circa 5 volte quella depositata sul bersaglio, ma l’energia totale dei fasci laser è stata di 1,9 MJ, per cui l’esperimento ha raggiunto una resa di circa il 70%, stabilendo comunque un record mondiale, molto superiore a ogni altro apparato esistente.
La fusione termonucleare controllata

Le reazioni di fusione di nuclei leggeri a formare nuclei più pesanti sono altamente energetiche e costituiscono il principale meccanismo alla base dell‘energia delle stelle. La fusione di deuterio e trizio in elio (particelle alfa) e neutroni raggiunge una densità di energia per unità di massa 4 volte quella della fissione di elementi pesanti e 40 milioni di volte l’esplosione di tritolo. Per tale

motivo questo processo viene impiegato per le bombe termonucleari più potenti e da 70 anni viene studiato, in forma controllata, nella prospettiva di una sorgente di energia di caratteristiche potenzialmente ottimali e resistente alla proliferazione nucleare.

Per innescare le reazioni di fusione è necessario che il combustibile sia riscaldato, per mezzo di un apposito sistema di ignizione, a temperature eccezionali, fra 100 e 200 milioni di gradi, in modo che i nuclei possano superare la repulsione elettrostatica fra le loro cariche elettriche, entrambe positive. Inoltre, per mantenere attiva la reazione, il combustibile, che viene a trovarsi nello stato fisico di gas ionizzato (plasma), deve essere confinato in quantità significativa entro la regione di interazione vincendo la dispersione per un tempo adeguato. Il criterio di Lawson (1955) fissa il valore critico che deve essere superato dal prodotto di temperatura, densità e tempo di confinamento del plasma per innescare la fusione: in opportune unità di misura vale circa 3´1021 keV s/m3.
Le due tecniche per il confinamento del plasma

Le principali ricerche correnti afferiscono a due grandi classi a seconda della tecnica usata per il confinamento del plasma di deuterio-trizio: il confinamento magnetico (MCF) e il confinamento inerziale (ICF).

Nel primo caso, MCF, si mira a confinare per tempi significativi (dell’ordine del minuto) grandi volumi di plasma a bassa densità (~1014 ioni per cm3) in particolari configurazioni geometriche mediante forti campi magnetici (fino a 5,3 T) e l’energia di ignizione viene fornita attraverso interazioni elettromagnetiche.

Nel caso del confinamento inerziale il combustibile è contenuto in una sferetta di qualche millimetro di diametro e un intensissimo impulso istantaneo (nanosecondi) laser (ma anche di elettroni relativistici o ioni) comprime e riscalda la superficie della capsula bersaglio provocandone l’ablazione. Per il principio di azione e reazione, ciò induce un’implosione che comprime e riscalda il carburante alle estreme temperature e densità (fino a ~1026 ioni per cm3) necessarie per la fusione, e rallenta la dispersione del plasma generato. La compressione deve avvenire in modo altamente regolare e simmetrico per evitare la creazione di instabilità termiche e dinamiche che vanifichino l’implosione.

Le difficoltà di ciascuno dei due approcci sono estreme e i costi enormi. Le ricerche procedono da 70 anni in vari paesi studiando schemi diversi, tutti molto complessi e impegnativi tecnologicamente, tuttavia non si è ancora raggiunto l’obiettivo del “pareggio scientifico” (scientific break–even), in cui l’energia prodotta uguaglia quella immessa, primo ineludibile passo verso l’impiego della fusione per la produzione di energia in un impianto commerciale. Attualmente il maggiore apparato MFE è il tokamak ITER in costruzione a Cadarache in Francia da parte di una larghissima collaborazione mondiale: dovrebbe entrare in funzione nel 2025 e sperimentare con miscele deuterio-trizio a partire dal 2035.

Nel campo del confinamento inerziale la NIF di Livermore in California non ha rivali al mondo per dimensioni e caratteristiche: ospitata in un edificio di quasi 2 ettari di superficie e alto 10 piani, utilizza una varietà di banchi ottici, fibre ottiche e specchi per generare, amplificare e manipolare un impulso laser in modo da fargli assumere il profilo temporale voluto, fino a una durata massima di 30 ns: l’energia massima del fascio raggiunge i 4,8 MJ per impulsi infrarossi e 1,9 MJ per impulsi ultravioletti; l’impulso viene suddiviso fino a 192 fascetti che vengono inviati simultaneamente sul bersaglio in una camera di diffusione del diametro di 10 m dotata di una panoplia di sistemi di misura e di apparati diagnostici. La suddivisione in fascetti serve sia per diminuire il carico di potenza sul sistema ottico che per creare uno spot sul bersaglio della dimensione spaziale voluta.

La costruzione della NIF iniziata nel 1997 è stata completata nel 2007. I primi test di potenza partirono nel 2010 e dal 2014 si sono avuti circa 3000 esperimenti (per il 90% a scopo militare) con una varietà di bersagli e di forme di impulso. Va osservato che dopo ogni singolo shock occorre raffreddare il sistema ottico e ripristinarne le condizioni normali, operazioni che richiedono almeno un giorno.
L’hohlraum, un “forno” a raggi X

Per evitare la necessità di una precisione sub-millimetrica nella guida finale dei fasci laser sul bersaglio e per una sua illuminazione altamente uniforme a prevenire instabilità nell’implosione, a Livermore si impiega un approccio indiretto: la capsula contenente la miscela di deuterio e trizio è sospesa all’interno di un cilindretto cavo, chiamato hohlraum, che diventa un vero e proprio “forno” a raggi X. Il vantaggio di questo approccio è che i fasci possono essere più grandi e meno precisi, il che semplifica notevolmente la loro produzione. Lo svantaggio è che gran parte dell’energia fornita (fino all’85%) viene utilizzata per riscaldare l’hohlraum fino a produrre raggi X, e quindi l’efficienza globale è molto inferiore rispetto alla deposizione diretta dell’energia sul bersaglio.
L’evento dell’8 agosto nel dettaglio

Non sono ancora stati pubblicati i precisi dati relativi all’esperimento, ma le caratteristiche del bersaglio sono un miglioramento di quelle del precedente esperimento record della scorsa primavera (pubblicato il 21 luglio scorso), che quindi forniscono una ragionevole approssimazione di quelle attuali. Nell’esperimento precedente l’hohlraum era d’oro, alto 11,24 mm e con un diametro di 6,4 mm, riempito di elio; la capsula sferica con diametro di 3,4 mm aveva la superfice ablativa di diamante (materiale ideale l’assorbimento ottimale della radiazione X) spessa 1180 micron su un sottile strato di tungsteno. La miscela combustibile di circa 200 mg inserita mediante un foro micrometrico, presentava un sottile strato congelato al contatto dello strato di tungsteno, essendo la capsula stata portata a temperature criogeniche.

L’impulso laser in 8 ns depone 1,9 MJ sull’hohlraum portandolo a temperature superiori a 3 milioni di gradi in modo da generare un intenso flusso di raggi X che si diffonde all’interno e deposita circa 250 kJ di energia sulla capsula bersaglio provocandone l’implosione. La miscela deuterio-trizio raggiunge temperature fino a 100 milioni di gradi e densità dell’ordine di 1000 volte quella dell’acqua, condizioni sufficienti a innescare la reazione di fusione.

La velocità di fusione nella regione altamente compressa dall’onda d’implosione produce quantità significative di particelle alfa altamente energetiche, le quali, per l’elevata densità del combustibile circostante, si spostano solo per una breve distanza prima di cedere la loro energia al combustibile sotto forma di calore. Questa energia aggiuntiva provoca ulteriori reazioni, emettendo più particelle ad alta energia, in un processo di feedback che si diffonde dal centro verso l’esterno a coinvolgere tutta la miscela deuterio-trizio, raggiungendo appunto le condizioni di ustione autosufficiente o ignizione.

Una cinquantina di scienziati che hanno condotto l’esperimento sta elaborando le informazioni raccolte dal complesso sistema di rivelatori e strumenti diagnostici per individuare possibili miglioramenti per un prossimo esperimento, previsto entro l’autunno, che dovrebbe permettere una resa ancora migliore verso l’obiettivo clamoroso dello scientific break-even.
Ancora un test, poi il NIF farà solo ricerca militare

È tuttavia chiaro che l’approccio della NIF, e in generale dell’ICF con fasci laser, non è pratico per una possibile produzione di energia, anche se permettesse di raggiungere una produzione di energia 100 volte maggiore di quella depositata dal laser (condizione stimata necessaria per un impianto industriale realistico), poiché la frequenza di ripetizione delle scariche (meno di una al giorno) è incompatibile con la continuità di una produzione commerciale, che richiederebbe almeno un’esplosione al secondo.

Il prossimo esperimento di ICF sarà infatti l’ultima ricerca sulla fusione con obiettivi civili al laboratorio di Livermore. Infatti il Department of Energy americano ha deciso di non finanziare ulteriormente ricerche sulla fusione con la NIF, ma dedicarla completamente a ricerche militari. La missione centrale del NIF, e la motivazione della sua stessa realizzazione, è infatti fornire informazioni e dati sperimentali di interesse militare, in particolare utili per la tecnologia delle armi termonucleari e per il programma di gestione dell’arsenale nucleare americano dell’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale (NNSA).

Va osservato che di fatto l’implosione delle capsule ICF produce una micro-esplosione fisicamente analoga a quella del secondario a fusione di un’arma nucleare. Inoltre il meccanismo indiretto di implosione con raggi X è lo stesso che porta nelle armi all’innesco delle reazioni di fusione; nelle armi i raggi X sono generati dall’esplosione di un ordigno a fissione, anziché dall’impulso laser.

Proprio a causa dell’analogia con le armi, solo nel 1994 sono state declassificate dagli USA le informazioni relative all’ICF con meccanismo indiretto. Ricordo che negli anni ’80 negli incontri della comunità scientifica internazionale interessata all’ICF non riuscivamo a comprendere i risultati dei teorici di Livermore, che non potevano rivelare che i loro calcoli si basavano appunto sull’illuminazione indiretta, a causa del segreto militare.
Dati preziosi dopo il bando dei test nucleari

I processi di fusione inerziale indotti alla NIF permettono lo studio dei regimi fisici che si susseguono nelle armi a fusione: il trasporto e la deposizione della radiazione X, l’implosione del secondario, l’ignizione, la resa energetica, il flusso neutronico. Forniscono dati in un importante regime sperimentale a cui è estremamente difficile accedere altrimenti, favorendo la comprensione dei processi fondamentali di accensione e combustione della fusione e offrono una migliore comprensione delle precise condizioni necessarie per avviare e sostenere una reazione di fusione. Inoltre si possono considerare gli effetti su materiali esposti, per verificare come l’elettronica e gli altri componenti di un’arma resistono alle intense esplosioni di radiazioni previste in un ambiente di guerra nucleare.

Le informazioni permettono in particolare di verificare la validità delle simulazioni cibernetiche del comportamento delle armi nucleari, calibrare i codici numerici e di aggiungere dati nei modelli alla base delle simulazioni. Queste simulazioni computerizzate sostituiscono i test esplosivi (sospesi dagli anni ’90 per pressioni della società civile e banditi dal trattato CTBT) finalizzati al controllo della qualità degli arsenali e per i necessari interventi di conservazione e modernizzazione. Le ultime campagne di esplosioni sperimentali di alcuni paesi avevano essenzialmente lo scopo di verificare la correttezza delle previsioni delle simulazioni al calcolatore, rese possibili dagli enormi sviluppi hardware e software dell’informatica.

Mantenere l’arsenale nucleare sicuro, inviolabile e affidabile rimane una necessaria priorità per gli stati con armi nucleari, ed è inoltre loro interesse estendere al massimo la vita operativa degli ordigni. Test esplosivi a piena potenza rimangono invece necessari per la messa a punto di nuove classi di ordigni, per cui la moratoria ventennale della sperimentazione da parte delle maggiori potenze fa sperare che esse abbiano rinunciato a significativi sviluppi qualitativi dei propri arsenali. L’importanza della cessazione dei test è sottolineata dall’annuale “giornata internazionale contro i test nucleari” del 29 agosto, promossa dall’ONU con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e l’educazione “sugli effetti delle esplosioni di test di armi nucleari e sulla necessità della loro cessazione come mezzo per raggiungere l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari”.


https://www.galileonet.it/ignizione-fus ... -militare/


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 Oggetto del messaggio: Re: Fusione fredda e scienza ufficiale
MessaggioInviato: 09/09/2021, 18:34 
Eni, con fusione energia pulita come dal Sole nel prossimo decennio
Successo del primo test del supermagnete per la fusione nucleare




L'Eni ha annunciato che la società CFS, partecipata dal gruppo italiano come maggiore azionista e dal Mit di Boston, ha condotto con successo il primo test di un supermagnete che dovrebbe contenere e gestire la fusione nucleare di deuterio e trizio. CFS prevede di costruire entro il 2025 il primo reattore sperimentale e di produrre energia per la rete già nel prossimo decennio.

"La fusione a confinamento magnetico, tecnologia mai sperimentata e applicata a livello industriale finora, è una fonte energetica sicura, sostenibile e inesauribile, che riproduce i princìpi tramite i quali il Sole genera la propria energia, garantendone una enorme quantità a zero emissioni e rappresentando una svolta nel percorso di decarbonizzazione". Così l'Eni in un comunicato stampa annuncia il successo del primo test di un supermagnete per contenere e gestire la fusione nucleare. CFS, aggiunge la nota, prevede di "immettere energia da fusione nella rete elettrica nel prossimo decennio".

Il test ha riguardato l'utilizzo di elettromagneti di nuova generazione per gestire e confinare il plasma, ovvero la miscela di deuterio e trizio portata a temperature altissime da fasci di onde elettromagnetiche, e ha dimostrato la possibilità di assicurare l'innesco e il controllo del processo di fusione, dimostrando l'elevata stabilità di tutti i parametri fondamentali. Sulla base dei risultati del test, CFS conferma la propria "roadmap", che prevede la costruzione entro il 2025 del primo impianto sperimentale a produzione netta di energia, denominato SPARC, e successivamente quella del primo impianto dimostrativo, ARC: il primo impianto capace di immettere energia da fusione nella rete elettrica che, secondo la tabella di marcia, sarà disponibile nel prossimo decennio. SPARC sarà realizzato assemblando in configurazione toroidale (una ciambella detta "tokamak") un totale di 18 magneti dello stesso tipo di quello oggetto del test. In tal modo sarà possibile generare un campo magnetico di intensità e stabilità necessarie a contenere un plasma di isotopi di idrogeno a temperature dell'ordine di 100 milioni di gradi, condizioni necessarie per ottenere la fusione dei nuclei atomici, con il conseguente rilascio di un'elevatissima quantità di energia. In pratica, lo stesso fenomeno che avviene nelle stelle come il Sole. Eni è impegnata da tempo in questo ambito di ricerca e nel 2018 ha acquisito una quota del capitale di CFS per sviluppare il primo impianto che produrrà energia grazie alla fusione. Contestualmente, l'azienda ha sottoscritto un accordo con il Plasma Science and Fusion Center del Massachusetts Institute of Technology (MIT), per svolgere congiuntamente programmi di ricerca sulla fisica del plasma, sulle tecnologie dei reattori a fusione, e sulle tecnologie degli elettromagneti di nuova generazione.

Descalzi, per Eni la fusione è centrale per decarbonizzare. "Per Eni, la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire all'umanità di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza alcuna emissione di gas serra, cambiando per sempre il paradigma della generazione di energia e contribuendo a una svolta epocale nella direzione del progresso umano e della qualità della vita". Lo scrive in un comunicato l'Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, "Lo sviluppo di tecnologie innovative - ha aggiunto descalzi - è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché la chiave per una transizione energetica equa e di successo. Il risultato straordinario ottenuto durante il test dimostra ancora una volta l'importanza strategica delle nostre partnership di ricerca nel settore energetico e consolida il nostro contributo allo sviluppo di tecnologie game changer".


https://www.ansa.it/canale_ambiente/not ... a81f6.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Fusione fredda e scienza ufficiale
MessaggioInviato: 10/09/2021, 13:00 
mah speriamo di confermarci all'avanguardia come con informatica e nucleare e a sto giro di non farci scippare il business come al solito.



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