Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 86 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6  Prossimo
Autore Messaggio

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1387
Iscritto il: 14/11/2009, 12:59
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 11/02/2011, 20:25 
Tratto dal sito che raccoglie i numeri storici della rivista di scienza e filosofia "Episteme" voluta a suo tempo dal Prof. Umberto Bartocci:

http://itis.volta.alessandria.it/ep...e/germ1.html

Il testo di una conferenza dibattito tenutasi nel 2000 avente per tema lo scritto di Roberto Germano:

MODERNE STORIE D'INQUISIZIONE E D'ALCHIMIA

Lo sconcertante caso della "fusione fredda"

con prefazione appositamente concepita dal Prof. Giuliano Preparata, che è in fondo ma dovrebbe essere letta per prima (e siamo nel 1999).




MODERNE STORIE D'INQUISIZIONE E D'ALCHIMIA
Lo sconcertante caso della "fusione fredda"

(con una Prefazione di Giuliano Preparata)

(Roberto Germano)



(Testo della conferenza-dibattito su nuove prospettive della scienza tenuta nell’ambito delle attivita’ dell’Associazione Altanur il 16 Marzo 2000, presso "Lontano da dove", Caffe’ dei libri, e della musica, e del teatro, via Bellini 3, Napoli)


Che voglio dire con questo titolo?!
Cominciamo con dei riferimenti al passato. Poi passerò a condividere con voi quella che è stata la mia esperienza sconvolgente in merito... Perché c’è una certa differenza tra leggere certe cose sui libri e viverle in prima persona.
Sui libri si può trovare l’aforisma di Max Planck (uno dei padri della Meccanica Quantistica): "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono finalmente la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari". E va bene, questo è vero. Molti di noi avranno letto "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" di Thomas Kuhn, in cui l’autore tratteggia il modo di evolversi del pensiero scientifico. Ci sono, nel corso dell’evoluzione scientifica, dei modelli, delle teorie, cioè delle visioni del mondo ("teoria" deriva dal greco - teoria- e significa proprio "vedere", "osservare") che hanno un certo peso in alcuni periodi ed intorno alle quali si costruisce tutta la scienza sperimentale. Dopodiché accade che iniziano pian piano a presentarsi delle "anomalie" sperimentali, anomalie rispetto a quella che è la visione generalmente accettata fino a quel momento. Tali anomalie non si inseriscono più nella teoria e quindi le si inizia a classificare, un po’ come degli insetti particolari... Ad un certo punto c’è qualcuno che grazie a queste anomalie ha una nuova "visione" e dice: "OK: queste anomalie si possono correlare tutte insieme in un nuovo modello, in una nuova teoria". E questo è quello che è sempre successo.
Niente di nuovo. Però....
Potremmo citare la considerazione di Benedetto Croce secondo cui: "La maggior parte dei professori hanno definitivamente corredato il loro cervello come una casa nella quale si conti di passare comodamente tutto il resto della vita; da ogni minimo accenno di dubbio...diventano nemici velenosissimi, presi da una folle paura di dover ripensare il già pensato e doversi mettere al lavoro". Questa è effettivamente una delle problematiche psicologiche che sta alla base della difficoltà di accettare nuove visioni scientifiche. Non è l’unica, come vedremo. Ma sicuramente la pigrizia intellettuale e l’attaccamento al potere accademico sono dei fattori importanti. Attualmente è divenuto in realtà fondamentale anche il potere economico.
Può essere interessante ricordare alcuni aneddoti del passato che fanno luce sul presente.
Quando Alexander Graham Bell, negli Stati Uniti d’America, decise di proporre l’idea del telefono, avendone capita l’utilità, per noi oggi ovvia - dopo essere stato rifiutato dal U.S. Post office e dalla Western Union - andò al British Post Office, il cui ingegnere capo era Sir William Preece, uno dei più importanti scienziati inglesi dell’epoca. Preece era membro della prestigiosissima Royal Society ed aveva studiato col grande Michael Faraday. Ebbene, cosa disse questo eminente scienziato quando Bell gli spiegò il funzionamento e l’uso del telefono?! Disse: "L’Inghilterra è piena di ragazzini che possono portare messaggi". Questo è ciò che disse. Poi si distinse anche in seguito per un’altra affermazione relativa alla lampadina: "Un’idea completamente idiota".
Questi sono esempi abbastanza interessanti che riguardano apparecchi, invenzioni, non di chissà quali nuove idee sulla visione del mondo...
Lo stesso famoso Michael Faraday fu accusato di ciarlataneria quando annunciò di poter generare una corrente elettrica semplicemente muovendo un magnete in un avvolgimento... cosa oggi ovvia, che si usa ad esempio nella dinamo della luce della bicicletta....
Un altro esempio è la presentazione del fonografo all’Accademia delle Scienze di Parigi: "Non appena la macchina ha emesso qualche parola il Signor Segretario Perpetuo si precipita sull’impostore e gli serra la gola con mano di ferro." Quindi, credeva che fosse il trucco di un ventriloquo... "Vedete bene - Dice ai suoi colleghi. Con sbalordimento di tutti, la macchina continua ad emettere suoni."
Ebbene sì, è successo anche questo.


Possiamo prendere degli spunti interessanti anche dal recente libro di Luc Burgin "Errori della scienza".
Ad esempio, quando Antoine Laurent Lavoisier, il padre della chimica moderna, scoprì che esisteva l’ossigeno e che era fondamentale nella combustione e che il "flogisto" invece non esisteva, tutti spararono a zero contro Lavoisier, sulle più importanti riviste...
Certo, Lavoisier era senz’altro un rivoluzionario, anche dal punto di vista politico, partecipò attivamente alla Rivoluzione Francese e definì la chimica "scienza rivoluzionaria".
Però su Lavoisier possiamo anche dire un’altra cosa. Fu chiamato a pronunciarsi sull’origine delle meteore, infatti c’erano allora varie teorie sull’origine delle meteore, una delle quali (quella giusta) era quella secondo cui si trattava di pietre che cadevano dal cielo, come oggi sappiamo bene. Lavoisier disse che le meteore non potevano certo essere pietre che cadevano dal cielo per il semplice motivo che nel cielo le pietre non ci sono... Effettivamente c’era poco da discutere!!
Un altro esempio riguarda Jean Baptiste Joseph Fourier. Chi ha studiato matematica, ingegneria... saprà che la cosiddetta analisi di Fourier è una cosa fondamentale; permette di scomporre una funzione matematica come somma di seni e coseni. Quando Fourier propose questa sua idea, grossi scienziati come Laplace, Lagrange, Poisson ed Eulero, la considerarono semplicemente una sciocchezza...
Un altro esempio...
Quando si parla di falsa scienza spesso si citano i raggi N. All’inizio del ‘900 c’era un francese che non era proprio l’ultimo degli scienziati, si trattava di un eminente professore di Fisica all’Università di Nancy: René Blondlot. Erano stati scoperti da poco i raggi X da Rontgen, e lui pensò di aver trovato degli altri raggi che chiamò N, in onore della città di Nancy. Questi raggi avevano una serie di caratteristiche che lui stava studiando ed altri scienziati pareva avessero anche riprodotto i suoi risultati in altri laboratori. Oggigiorno questo si cita come un caso di illusione dello sperimentatore, infatti, per il desiderio di trovare qualcosa di nuovo, Blondlot si era illuso. Infatti si scoprì poco dopo che i raggi N non esistevano: togliendo un prisma metallico, a sua insaputa, dall’apparecchio di misura, lui continuava a vederli.... Evidentemente questo episodio è citato come esempio di falsa scienza. Però, non si dice praticamente mai che, poco prima, i famosi raggi X scoperti da Wilhelm Conrad Rontgen, ed ora considerati una realtà ovvia, furono definiti addirittura da uno dei più eminenti fisici dell’epoca, il grande Lord Kelvin, "un abile trucco". Poi si capì che esistevano realmente, però si disse: "Vabbè, ma a che servono? "....
Questo è il tipo di situazione di cui dobbiamo essere consapevoli, visto che nei libri didattici queste cose non si dicono... Lo studente già normalmente impiega molto tempo a capire le cose, se poi uno gli mette anche dei dubbi, è finita! Naturalmente sono sarcastico... Comunque sia, questo approccio finisce col far credere allo studente che la scienza sia una sorta di teologia... senza capire che si tratta di modelli di realtà, profondi quanto si vuole, ma pur sempre modelli, con i loro limiti... E normalmente uno cerca di andare oltre... Una teoria è giusta in certi ambiti ben precisi. E’ sempre importante quando si fa un modello scientifico, capire in quali ambiti il modello è valido. Con quali approssimazioni?
Possiamo ancora citare un esempio, tratto dall’ambito medico: la storia di Ignaz Semmelweiss. Nel 1847 questo medico svizzero intuì una cosa che per noi è banale. Perché le puerpere morivano in così gran numero? Perché c’erano infezioni visto che i medici non si lavavano le mani e gli strumenti! Spesso dopo aver dissezionato i cadaveri andavano a far partorire le donne!! Ebbene gli altri medici lo trattarono come un folle, per diversi anni... Pubblicò finalmente un libro: ancora peggio! Infine, fu rinchiuso in manicomio e lì morì a seguito di una ferita conseguente ad una colluttazione con un infermiere e successiva setticemia... L’ironia della sorte.
Tutte queste cose ci fanno capire come dei fatti che per noi oggi sono semplicemente banali - anche per un bambino sono banali - nel passato sono stati duramente avversati dal mondo accademico... Tra l’altro si tratta di un passato anche abbastanza recente: la storia così incredibile di Semmelweiss è accaduta ai tempi dei nostri bisnonni... e non all’epoca di Nerone!!
Un altro esempio abbastanza interessante è quello di Alfred Wegener, il padre della teoria della deriva dei continenti, oggi normalmente accettata. Wegener ne parlò fin dal 1912; e ancora 40 anni dopo, fino agli anni ‘50, i commenti degli scienziati di fama erano di questo tipo:
• un parto della fantasia;
• vaneggiamenti di un malato grave della malattia della rotazione della crosta e dell’epidemia dello spostamento dei poli;
• ricerca del tutto fallita;
• come possa muoversi un continente, formato da uno spessore di ben 35 chilometri di solida roccia, non è mai stato spiegato veramente; (...) non dovremo prendere sul serio la deriva dei continenti;
• si tratta del sogno di un grande poeta;
Quest’ultimo è stato il più buono...


Ancora... Non parliamo dei primi sostenitori del volo spaziale che erano davvero considerati folli e basta... ma accenniamo invece ai fratelli Wright e ai primi voli di questi due meccanici di biciclette dell’Ohio. Per ben 5 anni, dal Dicembre 1903 al Settembre 1908, Wilbur ed Orwille Wright avevano più volte affermato di aver fatto volare un oggetto più pesante dell’aria. Però, malgrado numerose dimostrazioni pubbliche, dichiarazioni di pubblici ufficiali e fotografie, si continuava a deridere la faccenda e a parlare di frode.... su Scientific American, sul New York Heraldry, da parte dei militari e di eminenti scienziati. Finché nel 1908 il presidente Theodore Roosvelt non comandò di effettuare una pubblica dimostrazione a Fort Myers, ed allora si dovette ammettere la realtà! Dopo 5 anni!! L’ironia della sorte vuole che proprio qualche settimana precedente al primo volo dei fratelli Wright a Kittyhawk, nel Nord Carolina, il professore di matematica ed astronomia alla Johns Hopkins University, Simon Newcomb, aveva pubblicato un articolo sul The Independent che "dimostrava" scientificamente l’assoluta impossibilità del volo umano a motore, che avrebbe richiesto, a suo dire, la scoperta di qualche nuova forza della natura!! Ecco quali erano i commenti che apparivano sul numero del 13 gennaio 1906 di Scientific American: "Pare che questi presunti esperimenti si sarebbero tenuti nei dintorni di Dayton, nell’Ohio (...) e che i giornali americani, per quanto attenti, si siano lasciati sfuggire tali prestazioni sensazionali. (...) Noi abbiamo il diritto di esigere altre informazioni prima di poter prestare fede alle relazioni provenienti dalla Francia. Purtroppo i fratelli Wright non sono disposti a pubblicare dati più esatti o a fare esperimenti pubblici, per ragioni che nessuno può conoscere meglio di loro. Se esperimenti così sensazionali e di tale estrema importanza venissero effettivamente compiuti in una regione non troppo remota del nostro paese (...), si può credere che gli intraprendenti cronisti americani (...) non avrebbero già da molto tempo accertato tutto ciò che si può sapere, per farlo conoscere all’opinione pubblica?".
E tutto questo solo ai tempi dei nostri nonni. Oggi volano quotidianamente migliaia di persone da una parte all’altra del globo....


Queste premesse servono a contestualizzare in un orizzonte più ampio quella che è stata la mia esperienza personale e che voglio condividere con voi.


Alcuni anni fa, qualche giorno prima di laurearmi in Fisica, andai a sentire un seminario al Dipartimento di Fisica; era il Giugno 1995. Avrebbe parlato un professore proveniente da Milano, Emilio Del Giudice, che io non conoscevo, e che avrebbe parlato su "Varietà vetrose nei liquidi", un argomento che mi incuriosì malgrado non ne sapessi niente o forse proprio per questo... Disse delle cose molto interessanti e fu molto brillante, così dopo lo contattai per chiedergli l’articolo che lui avrebbe scritto sull’argomento. Fu molto gentile, e disse che me l’avrebbe mandato subito. Passarono sei mesi e non mi mandò niente. Lo richiamai e gli dissi che io ero molto interessato... forse s’era distratto... Non s’era distratto, me l’avrebbe mandato al più presto. Dopo un po’ che non avevo avuto ancora niente lo richiamai e lui disse: Scusa ma non ho avuto più tempo, perché ho lavorato a rendere riproducibile la fusione fredda....
Ora, la fusione fredda, non so se qualcuno di voi ricorda, è una cosa di cui si parlò 11 anni fa, nel Marzo 1989 quando due chimici, Martin Fleischmann e Stanley Pons dissero che in una semplice cella elettrolitica si poteva ottenere la fusione nucleare. Sul momento tutti quanti dissero: Ah, è una cosa eccezionale!! Ma, dopo pochissimo i due chimici furono estromessi dal novero della gente seria... malgrado Fleischmann fosse stato addirittura presidente della Società Elettrochimica Internazionale e membro della prestigiosa Royal Society, insomma si trattava di gente più che seria... Ci sono diversi motivi per cui questo è successo e ne parleremo in una prossima occasione; ora intendo fare solo il quadro generale.
Quindi, io, come tutti gli altri, mi ero fatto l’idea che la fusione fredda non era che una stupidaggine... Ci si era illusi che si poteva ottenere la fusione nucleare facilmente invece che in queste macchine enormi in cui è necessario raggiungere temperature elevatissime, pressioni straordinarie, un po’ come nel Sole, ma non era vero.
Qui apro una piccola parentesi: sono decenni che si fanno esperimenti costosissimi in queste macchine ciclopiche e complessissime e non si riesce mai a raggiungere le condizioni per far sostenere la reazione di fusione termonucleare dell’Idrogeno e ricavare energia, come invece succede nelle centrali a fissione nucleare con l’Uranio. Si fanno solo costosissimi esperimenti e un bel po’ di radioattività. E’ bene che si sappia che solo in Europa ci lavorano 3000 persone e si spendono 1000 miliardi di lire all’anno. Questo è ovviamente uno dei vincoli facilmente ipotizzabili alla libera diffusione della ricerca sulla fusione fredda, che avviene in una piccola cella elettrolitica senza scorie radioattive, di 10 cm di diametro, alta 30 cm, che costa 500 000 lire (il costo di 1 grammo di Palladio e un litro di acqua pesante) e che può fornire 10 kW per 500 anni, e che è assemblabile in casa... con gli opportuni ingredienti e con la giusta metodologia.
Tornando a noi, era passata la notizia che si trattava di una pia illusione, all’inizio, quindi, io rimasi perplesso, e pensai: Coma mai? Non era una stupidaggine questa fusione fredda? Però la persona in questione, il prof. Emilio Del Giudice, mi era parsa così geniale e aveva fino ad allora fatto studi così notevoli che pareva un po’ strano che stesse occupandosi di una stupidaggine... Allora, cominciai ad informarmi sulle riviste scientifiche specialistiche e scoprii che c’erano effettivamente degli studi ancora in corso e molto interessanti. In particolare, uno dei primi articolo trovati fu un lavoro di review, cioè un articolo scientifico che esamina criticamente decine di studi precedenti su un certo argomento. L’autore, Edmund Storms, fisico del laboratorio Nazionale di Los Alamos (dove fu costruita la prima bomba atomica), esaminava ben 359 articoli! Scritti dal 1989 al 1991, solo 3 anni! E all’inizio di questo lavoro di ben 45 pagine, dice:
Il numero e la varietà di attente misurazioni sperimentali relative alla generazione di calore, trizio, neutroni, ed elio supportano fortemente il fatto che avvengano reazioni nucleari in un reticolo metallico vicino alla temperatura ambiente come proposto da Pons e Fleischmann e indipendentemente da Jones.
(...) quando si trova che molte misure, usando una varietà di tecniche, danno risultati simili e cominciano a rivelare dei modelli di comportamento, le osservazioni non si possono più continuare ad ignorare. E’ più semplice e più razionale dare inizio al processo di comprensione della fusione fredda come fenomeno reale piuttosto che cercare modi per bandirlo.


Quindi mi incuriosii enormemente e da allora ho approfondito sempre più sia ciò che riguarda la questione fusione fredda sia il tipo di meccanismo che tende a far sì che una nuova visione scientifica o addirittura un nuovo fatto sperimentale (come è nel caso della fusione fredda) abbia difficoltà così grandi ad essere accettato.


Apro una parentesi su cosa è un "fatto sperimentale". "Fatto" vuol dire "che è stato fatto". Banalmente. Ma questo è fondamentale perché in laboratorio, quando uno decide di fare un esperimento deve mettere una serie di vincoli enormi a quello che sta facendo. Deve dire: OK Io ora vado a cercare una cosa ben precisa a questa temperatura, con questa corrente elettrica, faccio prima questo e poi quest’altro, in queste ben precise condizioni sperimentali... Quindi, in realtà, io sto cercando una ben precisa cosa.
Dico: Ma non è che per caso se io faccio così succede quest’altra cosa? Ma ciò che ti fa cercare una cosa è la teoria, che ti dice: Se fai un certo esperimento probabilmente otterrai un certo risultato; forse ne otterrai un altro o un altro ancora. In genere la teoria ti fa prevedere che tu possa ottenere due o tre cose, non di più. Bene! Allora facciamo questo esperimento, e vediamo quale delle due o tre cose ottengo, cioè qual è la risposta ad una mia domanda. Ma la risposta dipende dalla domanda che ho fatto....
Come dice anche Albert Einstein, che non è mai male citare: Osservare o meno una cosa dipende dalla teoria che usi. E’ la teoria che decide cosa può essere osservato. Dopodiché, come dico anche in questo mio libro, in attesa di editore, sulla fusione fredda, in genere uno in laboratorio non decide di fare l’elettrolisi di un cappuccino alla temperatura di 98 gradi, con abbondante cacao, ad una intensità di corrente di 0.7 ampere, alla pressione di un bar, in un’atmosfera di pura grappa trevigiana vaporizzata ecc... e dopodiché va a vedere se per caso, in seguito a questa elettrolisi, non è cambiato qualcosa nelle caratteristiche di una pelliccia di una foca monaca albina che sta in uno zoo del Madagascar meridionale... Chiaramente non è così!! Questo significa semplicemente che se uno non fa la domanda "giusta" non può aspettarsi di avere una risposta interessante.
Allora cos’è che capita tipicamente? Uno ha una teoria cui si fa riferimento, ogni tanto vengono fuori delle anomalie sperimentali, che si accumulano sempre più numerose, finché uno decide: Forse c’è qualcosa che non va! Bisogna fare una teoria migliore...
Però spesso che succede? Succede che le anomalie si tende a non vederle, perché se tu una cosa non te l’aspetti, la vedi tanto strana da pensare che sia un semplice errore sperimentale. E anche se ti viene il dubbio che la cosa sia reale, siccome tu non stai capendo bene il fenomeno, cioè in che contesto, in che cornice, si inserisce, tu hai difficoltà a riprodurre l’esperimento.
Ma la riproducibilità è fondamentale nella scienza! E questo è uno dei motivi principali per cui Fleischmann e Pons furono messi da parte, perché loro pur avendo fatto molti esperimenti, non dissero che avevano problemi di riproducibilità. Avrebbero fatto meglio a dirlo, perché è normale che quando una cosa è nuova ci sono problemi nel replicarla; perché uno vede delle cose, però non sa esattamente come inserirle nel modello, nella teoria. Quindi non sa bene in che direzione andare. Una volta tu per caso hai raggiunto delle condizioni ottimali però non sai bene perché. Un’altra volta pensi di stare nelle stesse condizioni sperimentali, ma non è vero, e quindi non ti riesce... Con l’elettrolisi poi questo è un fatto ben noto a chi ci ha lavorato, come me... E’ divertente citare ciò che dice Brenner, l’autore di un testo che è una specie di Bibbia per ciò che riguarda l’elettrodeposizione delle leghe metalliche; nel volume II a pag. 460, dice: L’aggiunta di saccarina, circa 5 grammi al litro, alla soluzione numero 1, era benefica nel ridurre lo stress della lega di Nichel. Cioè, sembra quasi una ricetta di cucina.... Però spesso è così, specie quando, come è il caso dei fenomeni elettrochimici, non ci sono degli ottimi modelli che descrivono il fenomeno.


A seguito di quella comunicazione di Fleischmann e Pons sulla fusione fredda, ci furono una serie di critiche; si disse: No, non è possibile. Infatti, essendo un fatto nuovo non rientrava nel paradigma corrente della fisica nucleare. In questa sede non mi dilungherò sui motivi tecnici.... Comunque, la cosa non rientrava nella teoria, e quindi venne messa da parte come una stupidaggine.
Cosa successe - cose indegne della scienza - poco dopo questa "sentenza di condanna"? Ovviamente ci furono dei tentativi di riproduzione del fenomeno in altri laboratori. Ma, non trovando subito gli stessi risultati, si parlò addirittura di "possibile frode". In particolare al M.I.T. (il prestigioso Massachussets Institute of Technology) furono tra i primi a tentare questa replica dell’esperimento, senza risultati. Lì, tra l’altro, c’è un grosso gruppo che si occupa di fusione calda... Un ingegnere, laureato al M.I.T., allora caporedattore scientifico dell’ufficio stampa dell’Istituto, Eugene Mallove, scettico sulla fusione fredda, analizzò i risultati del M.I.T. e ne rimase folgorato! Si era reso conto che era stata spostata l’origine dell’asse delle temperature per nascondere del calore che si era sviluppato nell’esperimento... Un vero e proprio "trucco"!
Chi ha esperienza di laboratori, purtroppo sente spesso di queste cose... Non parliamo della medicina... ma anche nel campo di quella che si chiama la "scienza dura", cioè la fisica, in cui veramente c’è poco da inventarsi le cose, in realtà non è esattamente così! Perché spesso, siccome ti aspetti una certa cosa, vai talvolta a cambiare quel punto sperimentale... Io ovviamente non l’ho mai fatto e non lo farei mai, ma c’è chi lo fa... E’ tipico degli studenti ai primi anni, nelle loro esperienze di laboratorio didattiche, perché hanno paura del voto cattivo....
E su questo vi racconto un fatto divertente che è avvenuto all’Università di Roma.
Nel corso di laurea in Fisica, ci sono gli esami di laboratorio in cui, distribuiti su vari tavoli, gruppi di studenti svolgono degli esperimenti standard, sanno cosa ci si aspetta, però devono condurre l’esperimento, elaborare i dati con le opportune tecniche matematiche, e scrivere la relazione. Una volta, a Roma, un gruppo di studenti non si trovava con gli altri con dei dati riguardanti l’emissione radioattiva di fondo. Non gli credevano... Sono anni e anni che i risultati sono questi! Ma il gruppo quella volta fu insistente. E si scoprì che nell’angolo vicino a quel tavolo c’era effettivamente una vernice particolare che era debolmente radioattiva e che spiegava quei risultati! Che era successo?! Negli anni precedenti, tutti i gruppi di studenti che capitavano su quel tavolo, avevano un risultato anomalo e dicevano: Vabbè, abbiamo sbagliato... Andavano dagli amici e chiedevano: Che vi siete trovati? E facevano la relazione come gli altri.
E questo è un esempio interessante... perché, talvolta, questo stesso tipo di processo sostanzialmente infantile si manifesta anche negli adulti. Agli adulti accade apparentemente per altri motivi, perché magari vogliono pubblicare, perché sono diventati specialisti in un certo ramo e quindi credono di sapere il risultato che devono ottenere. Quindi... Vabbè, anche se aggiusto un punto...tutto sommato...quello così è... Se ne tolgo uno.... Vabbè, ma, insomma....
Allora che succede? Questo impedisce di trovare quelle anomalie che poi alla fine farebbero capire che qualcosa non va. Normalmente la riproducibilità nella scienza è fondamentale. Però, ci sono alcuni casi in cui non è vero nella prassi.
Un caso è quello in cui l’esperimento è abbastanza standard. Cioè se arriva uno che fa una cosa che tutto sommato ci si aspetta, un’altra persona non andrà a rifare esattamente lo stesso esperimento, perché pensa: Io perdo tempo; devo pubblicare un articolo originale, e non vado a riprodurre esattamente quello stesso esperimento. Magari faccio una cosa simile alla sua, però un po’ diversa.... Quindi la tanto decantata riproducibilità spesso non esiste affatto proprio in quella che Thomas Kuhn chiama la "scienza normale", cioè la scienza che si fa negli anni in cui si vanno ad approfondire via via gli aspetti sperimentali connessi alla teoria che in quel periodo è "vincente".
Un altro caso è quello in cui l’esperimento è troppo complicato, troppo grande, incredibilmente costoso.... Questo avviene tipicamente negli esperimenti odierni di fisica nucleare, in cui si utilizzano questi acceleratori di particelle chilometrici, costosissimi, in cui un solo esperimento coinvolge centinaia di persone! Realmente! E se vedi gli articoli sono firmati da un elenco di persone impressionante.... Alla fine che succede?! Succede che si ottengono dei risultati sperimentali....ma, riprodurre esattamente quel risultato da parte di un gruppo che sta da un’altra parte del mondo è difficilissimo: dovrebbe avere lo stesso apparato enorme, investire un sacco di energia in termini umani ed economici, per riprodurre poi esattamente lo stesso risultato per poi.... non pubblicare, perché non è nuovo! E questa è sicuramente un’altra situazione da denunciare per ciò che riguarda l’approccio odierno nella fisica nucleare....
Un altro caso in cui la riproducibilità è difficile è quello che abbiamo detto, cioè quando si ha un risultato sperimentale inatteso e totalmente nuovo, che non rientra nel modello, dopodiché questo significa che tu non sai esattamente quello che sta succedendo, e quindi la riproducibilità è intrinsecamente difficile. E questa è un’esperienza quotidiana, anche al di fuori dell’esperienza di laboratorio, come ad esempio per un bambino che ha inventato un nuovo gioco con un oggetto, o una nuova cantilena, ma dopo un po’ non gli riesce più, e dice: Come facevo? Non lo so più fare! O quando uno impara una nuova arte, impara a strimpellare la chitarra.... ecc... Anche nella scienza è la stessa cosa di fronte ad un fenomeno nuovo; tu non conosci bene tutti i parametri essenziali perché quel fenomeno si realizzi, non li hai ancora capiti... e non c’è ancora la teoria giusta a guidarti....
Dopo questa bella digressione, torniamo a ciò che stava succedendo al M.I.T.....
Questo ingegnere del M.I.T., poi divenuto caporedattore scientifico dell’ufficio stampa dell’Istituto, Eugene Mallove, si era accorto di quel "trucco", lo denunciò pubblicamente, il portavoce ufficiale del M.I.T. negò recisamente, allora lui addirittura si licenziò per protesta e chiese l’apertura di un’inchiesta. Al M.I.T. se la cavarono modificando lo scopo dichiarato dell’esperimento, dopo che era già stato presentato al Congresso degli Stati Uniti d’America!! Cioè, venne aggiunta un’appendice all’articolo in cui si diceva che non si cercava nessuna quantità di calore anomala, ma degli improvvisi fiotti di energia....che, naturalmente, non erano stati visti. Quindi si cambiò quello che era lo scopo dell’esperimento e dell’articolo. Dopodiché Mallove fondò una rivista specializzata sulla fusione fredda, perché pensò che era fondamentale poter divulgare risultati che si stavano cominciando ad insabbiare....


Nell’ambito della "saga" della fusione fredda, un altro episodio sconcertante coinvolse lo studioso di elettrochimica John Bockris. Uno dei suoi dottorandi, Nigel Packam, all’Università A&M del Texas, in una replica dell’esperimento di fusione fredda di Fleischmann e Pons, aveva trovato una piccola quantità di Trizio, che è un prodotto di fusione nucleare! E’ idrogeno con due neutroni, oltre al protone: la sua presenza confermava l’ipotesi che si trattasse di un fenomeno nucleare...
Arrivò nel laboratorio di Bockris uno scrittore divulgativo che si interessava di frodi nella scienza, Gary Taubes. Quindi già si partiva dall’idea che si trattava di una frode... Dice il prof. Bockris: Inizialmente pensavamo che Taubes fosse in buona fede. Gli mostrammo i quaderni di laboratorio, e gli spiegammo i risultati. Ma poi lui disse a Packam, il mio dottorando, "Ho spento il registratore, ora puoi dirmi - è una frode, non è vero? Se me lo confessi ora, non sarò duro con te, potrai seguire la carriera".
Che successe? Allontanarono il loro dottorando da questo tipo di studio. Ma in seguito altre persone hanno ottenuto risultati analoghi.... Comunque, la cosa interessante è che questo giornalista-scrittore, sul numero di Giugno del 1990 della rivista "Science" suggerisce chiaramente che questo dottorando possa aver aggiunto a mano del Trizio nella cella elettrochimica, cioè avendo truccato i risultati! Inoltre Packam riuscì infine ad ottenere il dottorato di ricerca ma solo a condizione che nella sua tesi non citasse la fusione fredda. Oggi lavora alla NASA e si sta forse ancora chiedendo che gli successe esattamente in quegli anni...
Il povero professor Bockris che aveva avuto la ventura di seguire quel pericoloso dottorando, fu momentaneamente esonerato e posto sotto inchiesta dall’Università. Nessuno fu però in grado di trovare alcuna traccia nè di incompetenza nè di frode. Però finì nuovamente sotto inchiesta nel ‘92, e fu nuovamente esonerato. Anche stavolta non si trovò niente di cui accusarlo. Dice Bockris: La gente del dipartimento di chimica creò il proprio comitato ad hoc per investigare il prof. Bockris. Per 11 mesi fui da loro indagato, senza sapere mai in che consistesse l’indagine. Alla fine fece appello all’Associazione Americana dei professori universitari perché queste inchieste vessatorie e inquisitorie finalmente potessero terminare. In realtà le vessazioni su questo poveraccio non finirono lì; infatti, nel ‘97 è stato insignito del premio IgNobel, che è un gioco di parole di fusione tra le parole Nobel ed ignoble (ignobile) che un gruppo di scettici estremisti si diverte a dare a delle persone che, secondo loro, dicono delle sciocchezze nel campo delle scienze. Questi professori buontemponi, sicuri del fatto loro, su non si sa quali basi, lo hanno insignito di questo premio con la seguente motivazione: per le sue rilevanti acquisizioni nella fusione fredda, nella trasmutazione degli elementi in oro, e nell’incenerimento elettrochimico dei rifiuti domestici. Insomma continuano a prenderlo in giro... arma tipica per smontare le affermazioni di una persona che dice delle cose nuove che tu non riesci a capire. Come abbiamo visto è già successo tante volte.
E questo è quello che è successo all’inizio della storia della fusione fredda.


Mi sono incuriosito moltissimo della faccenda, e ho trovato moltissimi articoli scientifici al riguardo, pubblicati malgrado le inquisizioni varie... Ho conosciuto personalmente, a Milano, Giuliano Preparata che insieme ad Emilio Del Giudice ha reso riproducibile la fusione fredda, pur essendo fisici teorici..... Avendo, infatti, capito il meccanismo teorico, hanno poi lavorato in laboratorio raggiungendo i risultati previsti.
Recentemente si stanno moltiplicando in giro per il mondo una serie di esperimenti in cui le trasmutazioni nucleari che avvengono nella cella elettrochimica sono sempre più evidenti. Tant’è vero che si riscontra la presenza di elementi inizialmente assenti nell’apparato sperimentale, per esempio Ferro, in distribuzione isotopica non standard. In natura si hanno vari isotopi del Ferro (nuclei con neutroni in numero differente si chiamano isotopi, è sempre Ferro ma è più "pesante"...); sulla Terra c’è una certa distribuzione isotopica di ogni elemento, invece in queste celle elettrolitiche si trovano isotopi di elementi in distribuzione non naturale, ed è quindi abbastanza evidente che sono stati ottenuti per fusione nucleare nell’ambito dell’esperimento!
Negli Stati Uniti è sorta addirittura un’azienda, fondata dall’anziano inventore James Patterson, che si chiama CETI Inc. (Clean Energy Technology Incorporated) che sta portando avanti il lavoro sulla fusione fredda; ma la cosa interessante è che, dopo una fase iniziale in cui usavano l’espressione "fusione fredda", ora non usano più questo termine! Hanno capito che si tratta di una parola ormai tabù! Anche io sto avendo problemi a pubblicare il mio libro sull’argomento per motivi analoghi.....
In realtà ora negli USA sono una decina, almeno, le aziende che si occupano di fusione fredda....
Da queste ricerche, tra l’altro, sta sorgendo la concreta possibilità di deattivare le scorie nucleari in tempi brevi con tecniche elettrolitiche! Sono cose impressionanti!! Ci sarebbe da parlare per ore....
In Italia sta per sorgere all’Enea di Frascati un laboratorio nazionale sulla fusione fredda che riunirà tutti gli studiosi italiani dell’argomento, per volontà di Carlo Rubbia che inizialmente era molto scettico! Aveva detto: Dio sarebbe stato veramente molto buono con noi se la fusione fredda funzionasse.


Comunque, come diceva Sigmund Freud: La teoria non impedisce ai fatti di verificarsi. Ed infatti ci sono moltissimi studi sperimentali e brevetti sulla fusione fredda.


Analogamente alla fusione fredda, sta succedendo qualcosa di simile, sempre per motivi analoghi, cioè si hanno dei risultati sperimentali che non rientrano nel paradigma corrente, riguardo a certe proprietà dell’acqua. Parto anche qui da un’esperienza personale.
Al dipartimento di chimica dell’Università Federico II di Napoli insegna il prof. Vittorio Elia; mi ha raccontato che quando era giovane aveva delle idee sperimentali un po’ "strane": Vuoi vedere che forse l’acqua "omeopatica" ha delle proprietà chimico-fisiche diverse dall’acqua "normale"?
Cos’è l’acqua omeopatica? L’omeopatia è stata fondata da Hahnemann, alla fine del ‘700, che si era ispirato, tra l’altro, a visioni alchimistiche, secondo cui, purificando una sostanza, se ne poteva estrarre la "quintessenza", che aveva proprietà opposte alla sostanza stessa. Hahnemann iniziò a fare esperimenti in cui faceva infusioni di sostanze in acqua e poi diluiva sempre più queste soluzioni. Nella scienza è spesso fondamentale l’idea "fantastica", "magica", "mitica", "religiosa" per condurre a teorie valide. Su questo punto vi consiglio il bellissimo libro di Feyerabend "Contro il metodo".
Tra l’altro Hahnemann sperimentò la corteccia di china per curare la febbre malarica. Perché? Perché aveva lo stesso effetto della febbre malarica... Se mangi della corteccia di china ti viene la febbre. Così nell’ottica del "simile cura il simile", da cui il termine "omeopatia", pensò: Vuoi vedere che se dai della corteccia di china a un malato di malaria, forse gli passa la febbre? E funzionava....
L’acqua "omeopatica" viene fatta così: si diluisce una sostanza "attiva" in acqua e si scuote ripetutamente il recipiente ("succussione"); poi si diluisce ancora e si scuote ancora e così via, molte volte... Alla fine si arriva a un’acqua praticamente pura!! Perché il numero di diluizioni successive è tale da far sì che neanche più una molecola della sostanza "attiva" sia presente nella boccettina finale! Ma allora come può essere che quest’acqua possa avere una struttura chimico-fisico diversa dall’acqua pura?
Nel paradigma corrente, l’acqua liquida è semplicemente un insieme di palline molecolari di H2O, che stanno lì, più o meno vicine, e interagiscono in base a un certo potenziale; cioè è un modello che è qualcosa di simile a una polvere che per qualche motivo è liquida.... Inoltre non è chiaro come dal gas si passi per condensazione al liquido. C’è in verità un recente modello di acqua che da calcoli di meccanica quantistica deduce la transizione gas-liquido per l’acqua ed è stato sviluppato da Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice. Ebbene sì: gli stessi della fusione fredda! Nell’ambito di una teoria fisica ormai standard, l’elettrodinamica quantistica, hanno trovato certi risultati, in base ai quali hanno capito perché avviene la fusione fredda e hanno trovato anche che l’acqua ha una struttura diversa da quella normalmente immaginata.
L’acqua, cioè, è costituita da domini "di coerenza", delle piccole zone molto ordinate un po’ come i domini ferromagnetici in un magnete, inserite in una matrice disordinata. Questo modello dell’acqua non è quello attualmente accettato. Ma, a me personalmente è successo di poter verificare che, invece, i biofisici, essendosi "dimenticati" del fatto che, come fisici, devono avere un modello teorico ben preciso dell’acqua, assumono un modello empirico dell’acqua che è molto simile a questo! Lo assumono perché è quello che funziona in biofisica! Se lo vai a dire a un fisico che si occupa di meccanica statistica dirà: Questa è una follia! Siccome non c’è dialogo tra i due àmbiti della fisica, si ignorano tranquillamente, e ognuno va per i fatti suoi senza troppi problemi... Invece una persona che per caso vede ambedue le cose, si incuriosisce e dice: Forse c’è qualcosa sotto....
Tornando al professor Elia.... la sua idea giovanile di fare esperimenti sull’acqua omeopatica venne paternamente inibita dal suo maestro che gli disse qualcosa del tipo: Guarda, se vuoi continuare ad essere il brillante ricercatore che sei, dimentica questa tua idea. Lascia perdere. Non è possibile fare esperimenti di questo genere. E così è stato. E’ diventato professore. Una carriera normalissima e brillante. Dopodiché qualche anno fa ha detto: OK Ora sono io che decido e l’esperimento lo faccio. Quindi si è aspettato una quindicina d’anni per motivi puramente inquisitori; non c’era un motivo realmente scientifico, tranne che, secondo la teoria, non ci si aspettava risultati interessanti.
Cosa ha trovato il prof. Elia? Voi sapete che quando si mescola una sostanza nell’acqua si produce una reazione esotermica o endotermica, l’acqua si raffredda o si riscalda; in genere si nota poco, ma avviene anche quando sciogliamo il sale nell’acqua. Ad ogni sostanza corrisponde un ben preciso calore di mescolamento. Il prof. Elia è un esperto proprio di questo tipo di misure calorimetriche. Ed è per questo che ha deciso di fare delle prove in questo senso.... Ha trovato che effettivamente il calore di mescolamento dell’acqua "omeopatica" è sempre maggiore di quello dell’acqua pura e semplice!! Ha già fatto diversi seminari sull’argomento, al dipartimento di fisica a Napoli, ed in giro... Ha mandato un articolo a "Nature", dopo aver fatto molti esperimenti di verifica che non stesse prendendo lucciole per lanterne. Ma "Nature" nel 1986 aveva avuto un’esperienza scottante con Jacques Benveniste, direttore di ricerca di un laboratorio del CNR francese, in odore di Nobel, tra l’altro, il quale aveva trovato che un farmaco enormemente diluito aveva comunque degli effetti biologici; si parlò allora con gran rumore della "memoria dell’acqua", appunto come se l’acqua conservasse memoria della sostanza ospitata in precedenza. Una commissione, andando a replicare l’esperimento nel suo laboratorio, con atteggiamento inquisitorio - c’era anche un famoso prestigiatore - non trovò gli stessi risultati e senza por tempo in mezzo Benveniste fu estromesso dall’Istituto e dal novero delle persone serie. Per fortuna ha però continuato a ricercare.
Avrebbe forse fatto meglio a sottolineare la difficoltà dell’esperimento, come abbiamo visto che sempre accade con i risultati nuovi e difficili da inserire in uno schema teorico.
Così "Nature" ha rifiutato l’articolo al prof. Elia chiedendogli di approfondire con misure di altro genere. Sono quindi state effettuate misure di conducibiltà elettrica, potenziale agli elettrodi, ecc... Tutte misure molto sensibili, e tutte indicano chiaramente che l’acqua omeopatica si comporta sempre in maniera diversa! Questi dati sperimentali fanno quindi pensare che il modello attuale dell’acqua è troppo ingenuo. Ed è probabile che il modello teorico di Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice possa invece spiegare le cose, perché tiene conto del campo elettromagnetico. Altri stanno osservando, poi, questi domini previsti teoricamente, e già empiricamente assunti come esistenti dai biofisici... Insomma molte cose stanno collimando nella stessa direzione.


Malgrado ciò il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale e le Pseudoscienze) non vuole sentire di dati sperimentali ed è agguerritissimo anche contro l’omeopatia oltre che contro la fusione fredda.... Il presidente del CICAP Campania, che è un medico, mi ha detto: Se l’omeopatia funzionasse io straccio la mia laurea. Va bene...


Dimenticavo di raccontarvi di un episodio inquisitorio che ho personalmente vissuto all’inizio della mia curiosità su queste questioni, che forse a qualche altro sarebbe bastato per sospendere la ricerca.... Mi ero appena laureato e stavo nello studio del professore con cui collaboravo, e mi ero procurato quell’articolo di cui vi ho parlato. Avevo appoggiato le fotocopie sulla scrivania. Entra un professore di fisica che insegna alla facoltà d’Ingegneria - si dice il peccato ma non il peccatore - vede quest’articolo, perché si tratta di una persona curiosa, come tutti gli scienziati. Legge "Cold Fusion" e dice esattamente "Questa è una pistolinata! Chi è che si interessa di questa cosa?". Cosa che imbarazzò un po’ il professore con cui collaboravo che dovette scusarsi: "Sai, Roberto è una persona che si interessa a tutto....". Ma, la cosa più strana è che questa persona non toccò l’articolo per leggerne almeno l’abstract, cioè il riassunto iniziale; semplicemente emise la sua decisa sentenza in base a cose sentite dire anni addietro... Non ebbe la benché minima spinta a leggere qualcosa.....
E questo è il tipo di situazione che poi conduce a ciò di cui parliamo. In realtà, non solo, in ambedue le tematiche, fusione fredda ed omeopatia, ci sono dietro anche enormi interessi economici. Così a parte il problema accademico, la superficialità o la pigrizia intellettuale, il timore di perdere potere accademico che rende difficile accettare le nuove cose, ci sono anche grossi poteri economici. Nel caso della fusione fredda l’abbiamo detto, nel caso dell’omeopatia, poi, vi rendete conto che se per caso ci fosse un metodo scientifico basato su buoni fondamenti teorici, e non solo sull’aspetto empirico, che possa condurre a dei farmaci fatti in pratica di acqua pura..... sarebbe rivoluzionario non solo per il campo della medicina ma anche per il regno delle case farmaceutiche!!....


Infine vi voglio solo citare un altro recentissimo (la cosa è avvenuta nel 1999) esempio di moderna inquisizione della scienza, in cui è incorso Arpad Pusztai, scienziato di un istituto medico governativo britannico che sta in Scozia, l’Istituto Rowett. Nell’ambito delle sue normali ricerche doveva studiare l’effetto di certe patate transgeniche, cioè modificate geneticamente allo scopo di renderle resistenti a particolari agenti patogeni. Fatti gli esperimenti per capire se queste patate date in cibo ai topolini avevano qualche effetto, si era accorto che deprimevano l’apparato immunitario dei topi da laboratorio. Lo ha detto pubblicamente, addirittura in televisione. Ha detto: Sto continuando gli esperimenti, ma ora come ora queste patate non le mangerei. E’ successo il finimondo! E’ stato costretto a dimettersi dall’Istituto. In seguito 20 scienziati hanno firmato un documento di protesta in sua difesa.
Questo è un altro ambito abbastanza minato perché manca un paradigma ben affermato, d’altronde ci sono anche fortissimi interessi economici, e questi due ingredienti conducono all’inquisizione. E’ vero, infatti, che secondo il paradigma corrente non ci si aspetta che i cibi modificati geneticamente possano far male. Questa è la verità. Questo fatto, tende a far sì che se uno dice tranquillamente ed allegramente: I cibi transgenici non fanno male, non viene radiato dall’Istituto. Mentre se uno fa una serie di esperimenti seri, arriva a dei ben precisi dati sperimentali e dice: Secondo i dati, bisogna approfondire, ma sembrano esserci effetti negativi, per cui non le mangerei, viene radiato dall’Istituto. Questa è il tipo di situazione.
Sia ben chiaro che in biologia il paradigma corrente non rende conto di tutto! Basti dire che se fate questa domanda apparentemente infantile a qualsiasi biologo non vi saprà rispondere (allo stato attuale delle conoscenze): Perché il DNA del bruco è uguale a quello della farfalla, eppure questi due organismi sono così diversi? Non vi saprà rispondere nessuno, in base al paradigma ortodosso della biologia molecolare.


Ciò dovrebbe indurre come minimo alla prudenza, e comunque non certo a radiare dei ricercatori perché trovano risultati non piacevoli all’accademia o al potere economico.




- - - - -





Roberto Germano è nato a Portici (Napoli) nel 1969. Si e’ laureato in Fisica della Materia nel 1995. Ha successivamente lavorato presso l’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia, e il Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università "Federico II" di Napoli, come collaboratore del Progetto Europeo BRITE-EURAM III: MADAVIC (Magnetoelastic Actuators for Damage Analysis and Vibration Control), nell’ambito del Gruppo di Magnetismo nella Materia. Socio fondatore dell’Associazione Culturale Multidisciplinare ALTANUR - Le connessioni inattese (http://www.promete.it/altanur), e della PROMETE S.r.l., società di consulenza per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico - Spin-off INFM (http://www.promete.it). Autore di diverse pubblicazioni specialistiche, si e’ occupato anche del caso "fusione fredda", al quale ha dedicato il saggio Fusione Fredda - Moderna storia d’inquisizione e d’alchimia, di prossima pubblicazione presso le edizioni Bibliopolis, Napoli.


Episteme ha il piacere di presentare ai suoi lettori in prima assoluta lo schema di quest’opera, assieme alla Prefazione appositamente concepita dal Prof. Giuliano Preparata, in commosso ricordo del grande fisico prematuramente scomparso proprio quest’anno.




I N D I C E





Prefazione di Giuliano Preparata.


Premessa. La teoria e l’esperimento.
• Il Sole che sorge o la Terra che gira?
• Il Teatro, la Teoria, la Mela e la Luna.
• Il misterioso fenomeno del trenino scomparso.
• No, non è Francesca.
• La foca monaca e il cappuccino.
• Eccezioni che confermano la regola.
• La parola a Feynman.
• Bibliografia.
Introduzione.
• L’antefatto.
• Il fatto.
• Bibliografia.
Cap. I Nascita e infanzia della Fusione Fredda.
• Marzo 1989: il Sole sul tavolo?
• Un nuovo tipo di fusione fredda: la "fusione asciutta" all’italiana.
• Acqua sul fuoco di Prometeo.
• L’Inquisizione.
• Invidia fra colleghi e l’enigma dei neutroni mancanti.
• Assoluta impossibilità della fusione fredda.
• Dopo la condanna.
• Bibliografia.
Cap. II Uno "zoo" di esperimenti.
• Metodo elettrolitico convenzionale in acqua pesante.
3. Calibrazione errata
4. Errati calcoli relativi all’energia che le celle elettrolitiche aperte perdono in forma di gas D2 e O2
5. Errori nel tener conto delle varie reazioni chimiche che avvengono nella cella elettrolitica.
6. Rilascio di energia accumulata
7. Errato calcolo dei processi di trasformazione di energia relativi alla corrente elettrica applicata
• Ricetta per la fusione fredda in acqua pesante.
• Metodo elettrolitico in acqua normale (H2O).
• Elettrolisi in KCl-LiD fusi.
• Passaggio di corrente attraverso Sr(CeYNb)O3 + D2.
• Reazione diretta con Deuterio gassoso.
• Scarica elettrica da elettrodi di Palladio in Idrogeno gassoso.
• Scarica elettrica da elettrodi di Palladio in Deuterio gassoso.
• Reazione di Idrogeno gassoso con Nichel in condizioni speciali.
• Amplificazione delle reazioni tra Deuterio e vari metalli utilizzando un campo acustico.
• Amplificazione delle reazioni in acqua normale sfruttando la formazione di microbolle (20 - 100 °C).
• Reazione tra finissima polvere di Palladio con Deuterio gassoso pressurizzato.
• Bibliografia.
Cap. III Molti corpi del reato e possibili moventi.
Parte I : Molti corpi del reato
• Produzione "anomala" d’energia.
• "Scorie" nucleari.
Parte II: Possibili moventi
• Frattofusione.
• Fusione catalizzata da muoni.
• Fusione Fredda nella materia condensata.
• Modello di superficie.
• Superradianza (Elettrodinamica Quantistica Coerente).
• Bibliografia.
Cap. IV Trasmutazioni nucleari a debole energia. Alchimia del 2000?
• La gallina nucleare.
• La cella nucleare.
• 1996: la 2a Conferenza Internazionale sulle Reazioni Nucleari a Debole Energia (ILENR2).
• Trasmutazioni a 50 Hz con la rete elettrica italiana.
• 1998: la 7a Conferenza Internazionale sulla Fusione Fredda (ICCF-7).
• Bibliografia.
Cap. V CETI Inc. (USA): la Fusione Fredda commerciale.
• James Patterson.
• La Cella di Patterson.
• I prodotti e brevetti CETI.
• CETI in TV.
• Bibliografia.
Cap. VI La Q.E.D. Coerente: l’Italia all’avanguardia teorica.
• Giuliano Preparata.
• Miracolo a Milano.
• Come si regge il pavimento di casa?
• Il pavimento oscillante e il campo elettromagnetico.
• L’addio alla Libertà Asintotica.
• La Fusione Fredda è Coerente!
• Laboratorio nazionale sulla Fusione Fredda!
• Bibliografia.
Cap. VII Futuri possibili.
• Il vetro o l’oro?
• "Fusione raffreddata" o timore del ridicolo?
• Fusione fredda "bollente".
• Futuri possibili.
• Storiella Zen.
• Bibliografia.
Appendice A: L’elettrolisi.


Appendice B: La Fusione Calda.
• Il re è nudo! Energia prodotta: zero.
• Reazioni di fusione nucleare.
• Energia di fusione.
• Tecniche di riscaldamento del plasma.
• Tipico reattore.
• Le dimensioni di un reattore a fusione calda.
• Si "accenderà" mai la fusione calda?
• Bibliografia.
Appendice C: Brevetti.
• Un certo numero di brevetti legati alla Fusione Fredda.
Bibliografia ulteriore.



Prefazione

Sono passati esattamente dieci anni da quella giornata di primavera (il 23 marzo 1989) in cui due elettrochimici, allora all’Università dello Utah, M. Fleischmann e S. Pons annunciarono all’umanità che l’alba di un nuovo mondo si era appena dischiusa. Come Roberto Germano racconta con passione, precisione e ricchezza di particolari in questo bel libro, il formidabile apparato scientifico-tecnologico dei nostri tempi doveva dare a questo annuncio pieno di speranza una ben triste risposta: lo scherno, la derisione, l’emarginazione di chiunque abbia cercato di seguire i due scienziati nello sviluppo di un programma di ricerca totalmente nuovo, che mette in discussione una buona parte delle certezze e dei punti fermi della organizzazione scientifica planetaria.
Chi abbia una qualche conoscenza della storia della Scienza si affretterà certamente ad obiettare che tutto ciò è assolutamente naturale: di che meravigliarsi? Non è forse stato così per Copernico, Bruno e Galilei alla nascita della scienza moderna? Certamente, ma gli scienziati (una moltitudine impressionante) e le istituzioni scientifiche che hanno reso e rendono la vita impossibile allo sparuto drappello di coloro che hanno preso sul serio il messaggio di Fleischmann e Pons, sono gli stessi che ci ricordano ad ogni pie’ sospinto il grande debito che l’umanità ha nei confronti di quei coraggiosi e di chi, sfidando inquisizione, comunità accademica e varie istituzioni politico-economiche del tempo, li volle seguire. E questo la dice lunga, come ci ricorda Germano, sulla grande somiglianza che esiste tra la "comunità" scientifica odierna e quella degli Aristotelici che tanto filo da torcere dettero agli innovatori, figli del nostro Rinascimento.
Tuttavia, la comparsa di libri come questo e di una serie di iniziative che vedono, come viene qui ricordato, il nostro Paese finalmente coinvolto a livello delle sue principali istituzioni scientifiche nel campo dell’energia (l’ENEA e l’INFN) in un rinnovato interesse per le problematiche della fusione fredda, è forse il segnale che nel nuovo millennio, il cui inizio è alle porte, le cose saranno diverse, e che la scienza nuova, annunciata dai fenomeni sorprendenti della Fusione Fredda, aprirà alla nostra comprensione domini di realtà fin qui inesplorati e ci fornirà gli strumenti, non solo energetici, per rendere migliore l’esistenza di tutti gli esseri viventi di questa nostra Terra.
Come ha sottolineato con acutezza l’autore, è forse quest’ultimo l’aspetto della vicenda, potremmo ben dire della "saga", della Fusione Fredda che più ci apre alla speranza. E come i lettori percepiranno dalla lettura del Cap. VI, è proprio questo l’aspetto che da quel giorno del marzo del 1989 ormai lontano mi ha convinto ad imbarcarmi in un’avventura intellettuale ed umana che, sapevo, mi avrebbe procurato non poche amarezze e delusioni, allontanandomi e alienandomi da quel mondo, quello accademico voglio dire, che fin dagli anni verdi avevo considerato come il mio, e che mi aveva riservato non poche soddisfazioni e riconoscimenti. Ma ciò è stata pur sempre ben poca cosa di fronte alle gioie che il dipanarsi di questa nuova realtà, che insieme a pochi amici e colleghi contemplavo per la prima volta, mi arrecava e continua ad arrecarmi. Infatti sono proprio quegli straordinari eventi che, ad esempio, avvengono in una matrice metallica di Palladio, percorsa dall’isotopo dell’idrogeno, il deuterio, che fanno gridare allo scandalo la maggioranza degli uomini di scienza, che ci stanno convincendo che i meccanismi dinamici che governano la materia condensata, animata ed inanimata, sono ben più sottili e potenti di quelli che sono stati fin qui ipotizzati e studiati. Non solo, ma una serie di deduzioni, basate sull’elettrodinamica quantistica, che mi avevano convinto ben prima del 1989 che le idee correnti sulla materia erano gravemente carenti, trovano nella scoperta di Fleischmann e Pons una drammatica indicazione della loro sostanziale correttezza e rilevanza. Ai miei occhi, la Fusione Fredda è venuta così ad apparire come la punta di un iceberg che non solo avrebbe fatto affondare la nave degli scienziati sciocchi di fine secolo, ma avrebbe fatto emergere una nuova realtà ben più ricca e sottile di quell’immane meccano di palline atomico-molecolari la cui inadeguatezza e povertà concettuale, ahimè, domina oggi fisica, chimica e biologia.
E’ quindi per me grande il merito di Germano di aver saputo cogliere appieno questo aspetto della "moderna storia d’inquisizione e d’alchimia", che ha qui raccontato con tanta sagacia e documentazione.


Giuliano Preparata, Milano, Marzo 1999



_________________
si sedes non is
Top
 Profilo  
 

Ufetto
Ufetto

Non connesso


Messaggi: 197
Iscritto il: 03/12/2008, 20:39
Località: friuli
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 24/02/2011, 18:57 
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6744

Energy Catalyzer: facciamo un po' di chiarezza

Lunedì scorso ho avuto modo di incontrare l'Ing. Andrea Rossi per una seconda intervista, questa volta faccia a faccia, finalizzata a raccogliere nuovi particolari sulla sua invenzione. Ho registrato oltre 30 minuti di domande e risposte che nei giorni seguenti ho sintetizzato nel testo che segue. Sulla base di un gentlemen's agreement ho avuto anche una serie di precisazioni, off record e confidenziali, che confortano la mia opinione che chi - e ce ne sono tanti - è convinto di avere a che fare con una bufala... somiglia - mi si perdoni - metà a un mulo e metà a uno struzzo!

Energy catalyzer:
facciamo un po' di chiarezza

intervista all'Ing. Andrea Rossi
in esclusiva per Ventidue passi d'amore e dintorni


di Daniele Passerini


22PASSI. Complimenti Ing. Rossi, la notizia dell'invenzione dell'E-Cat ha avuto ampio risalto in Grecia dove è stata localizzata la Newco che si occuperà della sua produzione e commercializzazione, la Defkalion Green Technologies di Atene. Immagino che in tutto ciò abbia giocato a favore avere come sponsor il Prof. Christos E. Stremmenos, che è stato oppositore del regime dei colonnelli, ex Ambasciatore della Grecia a Roma, Professore di Fisica presso l'Università di Atene, praticamente un eroe nazionale greco. In Italia al contrario i mass media hanno pressoché ignorato la notizia e se ne discute soltanto nel web, spesso aspramente. Le domande che le faccio sono ispirate appunto a interrogativi, dubbi e critiche che ho raccolto su internet. Per esempio, un punto molto dibattuto è quanto l'E-Cat possa essere considerato sicuro.

ROSSI. I moduli da 10 kW che produciamo sono sicuri e non danno problemi: è da anni che li stiamo testando e usando, sono state fatte tutte le misure possibili delle radiazioni emesse dal reattore e tutte ne hanno sempre comprovato la massima sicurezza. Lo dominiamo come vogliamo, lo accendiamo e lo spegniamo, lo facciamo salire e scendere di potenza, non può mai superare una certa potenza perché l'abbiamo strutturata in modo tale che comunque non possa esserci una superficie di reazione Idrogeno-Nickel superiore ai limiti di sicurezza e soprattutto non esistono radiazioni fuori dal reattore che modifichino in maniera rilevante la radiazione di fondo. È vero invece che, allo stato attuale delle conoscenze, non sappiamo cosa succederebbe se partendo dallo stesso progetto di un reattore da 10 kW ne costruissimo uno da 1000 kW facendo il cosiddetto scale-up, cioè ingrandendolo. Infatti ci guardiamo bene dal farlo. Per ottenere potenze maggiori combiniamo in serie e in parallelo, come fossero batterie, i reattori da 10 kW: collegandoli in parallelo si aumenta la quantità di energia prodotta a temperatura costante, mettendoli in serie si moltiplica la quantità di energia prodotta a temperatura crescente, perché si moltiplicano i #916;T. Combinando le due architetture, serie e parallelo, si può ottenere quel che si vuole restando rigorosamente negli stessi parametri di sicurezza.

22PASSI. Parliamo sempre di potenza termica, giusto?

ROSSI. Sì, la conversione in altre energie avrà le perdite di efficienza di qualsiasi altro sistema: nel ciclo di Carnot l'efficienza normalmente è tra il 30 e il 35% a seconda dell'efficienza del sistema, questo significa che se noi convertiamo 1 MW termico in potenza elettrica possiamo ottenere 300-350 kW elettrici ed energia termica il resto.

22PASSI. Quindi si potrebbe produrre entrambe le cose contemporaneamente: calore ed elettricità.

ROSSI. Con il ciclo di Carnot si fa così, certo, nulla si crea e nulla si distrugge: alla fine il bilancio energetico deve risultare 100. Di conseguenza se trasformo di 100 kW in 35 kW elettrici gli altri 65 restano termici, questo in teoria, poi chiaramente qualche punto percentuale si perde in dispersioni. Ricapitolando, se serve potenza termica l'E-Cat fornisce direttamente quella, basta solo uno scambiatore di calore e il gioco è fatto. Se invece serve elettricità solo una parte dell'energia termica può essere trasformata in elettricità, restando comunque utilizzabile anche il termico che avanza.

22PASSI. Quindi un piccolo paese di 50-100 famiglie con una unità da 1 MW potrebbe essere reso energeticamente indipendente sia dal punto di vista del riscaldamento che dell'energia elettrica.

ROSSI. Ah sì, questo senz'altro.

22PASSI. Se ho capito bene, una volta fornita al reattore la potenza necessaria all'accensione (a Bologna si è parlato di 1-2 kW), nel momento in cui la macchina è a regime potrebbe funzionare in modo autonomo, senza una presa di corrente o una batteria, visto che la potenza assorbita (dell'ordine di 0,4 kWh) è ampiamente dentro i circa 3,5 kW elettrici ottenibili.

ROSSI. Certamente. Rimane poi però il problema del drive [sistema di controllo] che comunque è un attimino più complesso: ogni reattore è implementato di un drive elettrico per motivi di sicurezza quindi deve essere attaccato a una linea di corrente. Proprio in virtù di questi controlli possiamo garantire che non ci sono problemi intrinseci di sicurezza nei nostri E-Cat da 10 kW, così come nelle nostre unità da 1 MW, costituite da 100 reattori da 10 kW ciascuno dei quali ha il suo sistema di controllo. Da 10 kW a 1 MW non facciamo altro che conservare il grado di sicurezza acquisito.

22PASSI. Resta il fatto che ancora non esiste una spiegazione scientifica di cosa avvenga dentro la macchina. Se non sapete questo come fate ad essere sicuri di poter controllare il reattore in ogni condizione, anche quelle più imprevedibili?

ROSSI. Bene, prima di tutto un'idea abbastanza precisa dei motivi teorici per cui la macchina funziona ce l'abbiamo. Rimangono da precisare molte cose e ci stiamo lavorando, con la collaborazione dell'Università di Bologna. Ma vede, anche nella normalissima combustione della legna che cosa succeda esattamente in realtà non lo sa nessuno. Cioè tutte le varie e successive reazioni che avvengono tra la formulazione chimica di partenza e la formulazione chimica finale dei prodotti di combustione non si conosce con esattezza. Ciononostante si progettano camere di combustione in condizioni di sicurezza, perché sapendo qual è la situazione iniziale e quale è la situazione finale si prendono tutte le misure di sicurezza conseguenti. Quindi, per esempio, noi mettiamo degli schermaggi sovradimensionati rispetto a quelli che sarebbero sufficienti, e otteniamo un surplus di sicurezza come si usa in qualunque altro impianto.

22PASSI. Con questo intende dire che i raggi gamma che il Prof. Villa ha riportato non avere riscontrato durante l'esperimento del 14 gennaio erano semplicemente ben schermati e non uscivano dalla macchina?

ROSSI. Con l'Università di Bologna procederemo per l'appunto a un lavoro approfondito sui gamma. I gamma ci sono, per forza, perché se non ci fossero non avremmo energia. È un problema non solo di schermaggio ma anche di posizionamento dei contatori. Ci sono grossissime prudenze in questo momento da parte mia su questo punto, almeno finché il brevetto non sarà approvato. Noi al nostro interno le misurazioni dei gamma le abbiamo fatte, ma cerchiamo di evitare che altri le facciano, perché misurando i gamma si ottiene - come dire - l'impronta digitale di tutto quello che c'è dentro il reattore.

22PASSI. Quello che lei ha detto a Celani durante la conferenza stampa del 14 gennaio...

ROSSI. Eh sì, il motivo per cui a un certo punto ho chiesto gentilmente al Prof. Celani di spegnere il suo contatore è proprio che so quanto sia in gamba... finché ho visto che stava controllando se dentro ci fosse qualche trucco l'ho lasciato fare, perché in poche parole il suo scopo, con quella macchinetta che si era portato, era controllare se noi non avessimo nascosto dentro al reattore qualche sostanza radioattiva e fosse quella la vera fonte di calore. In questo caso l'emissione dei gamma sarebbe stata costante e precisa, mentre nel caso di gamma che nascono lì al momento per via di reazioni nucleari si verifica un'emissione discontinua, scoppiettante, quella che Celani ha riscontrato.

22PASSI. Mi perdoni se insisto - questo mi pare un punto abbastanza controverso - ma come si concilia l'affermazione che voi avete un'idea abbastanza precisa di quello che avviene dentro la macchina col fatto che al momento il primo modello teorico formulato Focardi è stato negato proprio dall'assenza di gamma (mi riferisco al report del Prof. Villa)?

ROSSI. In poche parole per una misurazione dei gamma veramente ben fatta noi dovremmo creare un varco a 360° nel reattore per consentire al contatore di leggere bene tutto quello che succede lì dentro. Cosa che però implica dare la tecnologia completamente in mano a una persona preparata in grado di interpretare i dati. Per strutturare i sistemi di sicurezza anti-spionaggio di una tecnologia di questo genere non basta circondarsi di collaboratori onesti e onestissimi... io stesso andrei in crisi se qualcuno mi venisse a dire "ti diamo una cifra che ti cambierebbe la vita dall'oggi al domani a te e alle tue prossime cinque generazioni, in cambio devi solo dirci...". Un'offerta di questo genere metterebbe seriamente alla prova anche l'onestà di un Santo.

22PASSi. Mi permetta di chiederle allora come reagirebbe lei se le facessero la stessa offerta per non produrre mai l'E-Cat!

ROSSI. Oh, uno deve trovarsi dentro certe situazioni per sapere veramente come si comporterebbe... però posso dirle che questo progetto è la mia vita e per me non ha prezzo.

22PASSI. Torniamo ai motivi della sua prudenza, stiamo parlando degli altri elementi segreti oltre al Nichel e l'Idrogeno che partecipano alla reazione? È questo che verrebbe fuori da un'analisi approfondita dello spettro dei gamma, giusto?

ROSSI. Chiaro, proprio questo... la composizione della polvere che si trova dentro la macchina è l'essenza della reazione, perché usando solo Idrogeno e Nickel non viene fuori niente. Quindi che compromesso abbiamo trovato? Ho fatto mettere al Prof. Villa i contatori in una posizione e secondo un'angolazione che secondo me poteva essere tutelante, far vedere qualcosa ma non troppo, però mi sono tutelato talmente che alla fine i contatori non hanno preso niente, questo è il problema

22PASSI. Può dirci a che punto dell'iter siete in questa procedura di brevetto? Siete in dirittura di arrivo sì o no?

ROSSI Ritengo di sì, anche se naturalmente la certezza l'avrò solo quando i nostri avvocati (lo Studio Cicogna di Milano) ci comunicheranno il lieto fine. Ho sentito l'Avv. Cicogna una settimana, fa per avere chiarimenti, dopo che il chimico nucleare Camillo Franchini aveva diffuso la notizia che il nostro brevetto era stato respinto in malo modo. L'avvocato mi ha risposto che avrebbe dovuto essere stato avvertito per primo se questo fosse realmente successo, ha comunque controllato e dopo mezz'ora mi ha telefonato rassicurandomi che quei rumors erano solo fesserie! Evidentemente Camillo Franchini si riferiva alle contestazioni relative alla prima fase di dibattimento in sede di Ufficio Brevetti.

22PASSI. Quando uno produce una macchina come questa e deve metterla sul mercato, al di là del discorso del brevetto, di quali autorizzazioni c'è bisogno? Potrebbero sorgere problemi per il fatto che manchi ancora il modello teorico?

ROSSI. Dunque, il nostro cliente greco ha già ottenuto le autorizzazioni per la macchina che verrà prodotta. Ai fini della sicurezza noi dobbiamo dare la prova scientifica del fatto che l'impianto non dia luogo ad emissioni di radiazioni e lavori in condizioni controllate di pressione in modo da mantenersi entro determinate energie. Nel momento in cui dimostriamo che riusciamo a controllare perfettamente le pressioni e le temperature del processo, non abbiamo più problemi. Perché torniamo all'esempio della combustione, come dicevamo prima: nessuno sa esattamente cosa avvenga. Ma non solo, le dirò di più, come funzionino gli atomi in realtà nessuno lo sa, se lei prende uno dei più aggiornati testi sui modelli atomici, il Marhoon, non c'è un capitolo dove non si legga “potrebbe essere così, ma potrebbe anche non essere così”. Se la mancanza di un modello teorico fosse un motivo per non autorizzare l'E-Cat allora a questo punto non dovrebbero essere autorizzate nemmeno tante macchine usate in medicina nucleare. Pensi ad esempio a una PET (Positron Emission Tomography), teoricamente è una macchina pericolosissima. Come funzionino esattamente le reazioni nucleari che danno luogo al funzionamento di queste macchine non si sa per il semplicissimo fatto che nessuno sa come funzioni il nucleo di un atomo. Hanno realizzato al CERN quell'immenso anello proprio per cercare di cominciare a capire veramente come sono fatti gli atomi, perché non lo sanno. Ma la PET si usa lo stesso, perché a prescindere dall'aspetto teorico - tutt'altro che chiarito - in pratica si conosce la radiazione che esce durante una tomografia e la sua pericolosità è sotto controllo. La stessa cosa facciamo noi: la radiazione che esce dai nostri reattori è perfettamente controllata, abbiamo fatto migliaia di misure, le abbiamo fatte con gli stessi esperti che fanno i controlli sulle macchine di medicina nucleare.

22PASSI. Immagino che il giorno in cui i fisici e i chimici nucleari troveranno un modello scientifico per spiegare quello che avviene dentro la macchina a quel punto potrà essere implementata e sviluppata. Siamo appena all'inizio di una nuova tecnologia, come i primi motori a scoppio di oltre un secolo fa confrontati con quelli di oggi.

ROSSI. Assolutamente sì. L'esempio è giusto: nel 1905 ipotizzare di fare un motore a scoppio che tirasse fuori potenze di centinaia di cavalli sarebbe stata pura utopia, avrebbero detto "tu sei matto, questa roba qua è una bomba". Diciamo che noi oggi abbiamo dimensionato la macchina per essere sicura in proporzione alle conoscenze che abbiamo. Un secolo fa la chimica della combustione del petrolio all'interno dei cilindri era in buona parte ignota, però i motori giravano ed erano sicuri, perché a quelle potenze di pochi cavalli vapore non c'erano problemi.

22PASSI: Cambiamo discorso, che alla fine abbiate scelto di produrre all'estero invece che in Italia non mi stupisce...

ROSSI. No, in Italia non intendo più fare niente, a parte la ricerca. Lei oggi mi trova in Italia perché sto lavorando con l'Università di Bologna altrimenti sarei negli Stati Uniti.

22PASSI. Proprio questo volevo chiederle. Perché proprio in Grecia e non negli Stati Uniti dove si trovano le sue attività principali?

ROSSI. Negli Stati Uniti noi abbiamo una fabbrica di reattori. In Grecia c'è questa Newco che è partecipata da grosse compagne europee che lavorano nel settore dell'energia, si sono proposte e abbiamo fatto un contratto...

22PASSI. Un momento, questo mi era sfuggito. Mi sta dicendo che ci sarà una fabbrica in Grecia e un'altra anche negli Stati Uniti?

ROSSI. Sì le è sfuggito, negli Stati Uniti una fabbrica c'è già. I reattori che sono stati prodotti adesso e anche la prima unità da 1 MW li stiamo costruendo nello stabilimento che abbiamo negli Stati Uniti.

22PASSI. Quindi l'unità da 1 MW che sarà presentata ad ottobre verrà costruita negli USA e portata in Grecia.

ROSSI. Esattamente. In Grecia ora si sta preparando lo stabilimento che produrrà per il mercato europeo, suppongo, anche se poi dipenderà da quello che deciderà il consiglio d'amministrazione della Defkalion Green Technologies.

22PASSI. A questo punto ci può dire chi sono gli investitori europei e statunitensi?

ROSSI. Mi dispiace, vogliono per il momento mantenere l'anonimato entrambi. Non lavoro per soddisfare la curiosità della gente, lavoro per produrre macchine che funzionano e rispetto la volontà di chi ci mette i capitali. Posso solo aggiungere che loro chiaramente conoscono benissimo tutti i segreti industriali della macchina, proprio per questo hanno deciso di investire in essa.

22PASSI. Conferma che i primi clienti saranno a loro volta industrie e non privati?

ROSSI. Assolutamente sì, anche perché torniamo al discorso della sicurezza, un conto è ottenere le autorizzazioni per utilizzare questi impianti in una situazione industriale, dove ci sono strutture e attrezzature adeguate e addetti specializzati. Un conto è un elettrodomestico che viene comprato in un qualsiasi grande magazzino e messo in un qualsiasi appartamento. È evidente che sia lo sviluppo tecnologico sia le autorizzazioni e certificazioni necessarie per produrre l'elettrodomestico implicheranno molto più tempo per essere concluse e implementate. Più si va nel grande è più si ha a che fare con una struttura industriale con addetti addestrati a fare la manutenzione e controllo. È quando si va a casa della signora Maria che il discorso diventa più difficile da un punto di vista autorizzativo, perché li non c'è un addetto o un esperto. Dentro l'E-Cat avvengono pur sempre delle reazioni nucleari, anche se non viene utilizzato né prodotto materiale radioattivo, o meglio, si producono isotopi con un tempo di decadimento brevissimo, una emi-vita nell'ordine dei minuti.

22PASSI. Insomma il limite per ora per ora è nel piccolo, non nel grande. Ma questo significa che come si mettono insieme elementi da 10 kW per ricavare unità da 1 MW, allo stesso tempo si potrebbero mettere insieme unità da 1 MW per ricavare potenze maggiori? Per fare una centrale da centinaia di 100 megawatt per esempio?

ROSSI. Certamente. L'unità da 1 MW sono 100 unità da 10 kW. A quel punto di unità da 1 MW ne possiamo mettere insieme quante vogliamo.

22PASSI. È fantascienza immaginare che tra 50 anni ci sarà la caldaietta domestica a fusione fredda in ogni appartamento?

ROSSI. Anche meno, potrebbero bastare una decina di anni. Fermo restando il discorso autorizzativo molto più complesso che dicevamo prima, che invece è già stato superato per gli impianti industriali in costruzione.

22PASSI. Sì però c'è una via di mezzo molto interessante a mio avviso: il teleriscaldamento. Già oggi esistono interi quartieri collegati a una unica centrale termica. Le infrastrutture sono già belle pronte, basterebbe sostituire la centrale a metano con una a fusione fredda.

ROSSI. Senz'altro, questo è fattibile sin da ora, perché siamo comunque nel campo dell'applicazione industriale, anche se l'uso finale è domestico, non si va a mettere un reattorino dentro un appartamento come fosse un televisore o un forno a micro-onde, nelle case corrono solo i tubi dell'acqua calda prodotta da una centrale con tutti gli standard di sicurezza che servono. Ed è proprio quello che si farà in Grecia, dove sono più interessati al termico che all'elettrico.

22PASSI. Ci conferma i costi che ha dichiarato alla conferenza stampa di Bologna, cioè 2000€ al kW per l'acquisto degli impianti e 1 centesimo a kWh?

ROSSI. No, queste cifre sono in dollari e centesimi di dollaro, se parliamo di euro i prezzi si abbassano, in funzione del cambio attuale naturalmente. Ricordo che attualmente un kWh ottenuto da fonti energetiche tradizionali viene sui 13-14 centesimi.

22PASSI. Una bella differenza, non c'è che dire. Ok, possiamo concludere qui. La ringrazio per questa seconda intervista concessa in esclusiva al blog Ventidue passi d'amore e dintorni.

Daniele Passerini


Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 22/04/2011, 07:50 
Nucleare? Meglio la fusione fredda

Lunedí 07.03.2011 17:00

Di Gianni degli Antoni - da http://www.vglobale.it

Fonte: http://affaritaliani.libero.it/green/fu ... 60311.html

Ho conosciuto il prof. Focardi molti anni fa. Ero un giovane docente dell'Università di Milano dedito ad aiutare giovani ad acquisire competenze in Informatica. Da Fisico, Amavo la Fisica. I posti di lavoro in Fisica erano pochi. E quindi cercavo di rendermi utile in altro modo. Il prof. Focardi mi aveva capito. Stava facendo nascere un Corso di laurea in Scienze dell'Informazione a Cesena. M'invitò a tenere la prima lezione agli studenti del primo anno di quel corso, in fase di avviamento.

Da allora, sono passati molti anni, ho seguito come osservatore esterno gli sforzi scientifici del prof. Focardi, nel suo tentativo di spiegare le anomalie energetiche del Nikel impregnato di idrogeno. Il fenomeno era noto dal 1936, ma di fatto pochi, fra cui Focardi, lo avevano preso sul serio. La ricerca sul Nikel, e quella sulla così detta fusione fredda, è sempre state ignorata e considerata cattiva scienza da una parte del mondo accademico.

Anche Fleishman, uno degli iniziatori assieme a Pons della così chiamata fusione fredda, era informato del fenomeno. Me lo descrisse personalmente e tuttavia decise di abbandonare quel filone per varie ragioni. Il fenomeno nei suoi aspetti esterni era ben evidente. Il nikel in particolare condizioni si scaldava e manteneva il suo calore per molto tempo. L'assenza di spiegazione teorica induceva molti accademici a ignorare la cosa seppure segnalata da Focardi e altri. Il fenomeno poi era poco riproducibile. Il che lo rendeva di scarso interesse applicativo. Quel fenomeno entrava nella linea di quella produzione di calore che molti sognatori, anche ispirati da Giuliano Preparata di Milano, immaginavano come soluzione ai problemi energetici dell'umanità, in alternativa, ai combustibili fossili.

Energia infinita

Accanto al giudizio sulla cattiva qualità su quelle ricerche sorgeva anche una certa ostilità per le ricerche sulla fusione fredda, forse pilotata da oscuri sentimenti che non escludevano la realtà di quei sogni.

Tuttavia molti scienziati se ne occuparono, spesso di nascosto e con non poche difficoltà. I fondi dedicati a quel tema molto scarsi e certamente non pilotati da una lobby analoga ad altre ben presenti e forti nel mondo della ricerca e sviluppo. In Italia, sono stati pochi gli scienziati che hanno lavorato a quei temi. La loro costanza tuttavia ha dato esempio a molte iniziative in tutto il mondo. Iniziative, pubblicizzate solo da un giornale dal titolo «Energia Infinita». Inutile dire che lo leggevano gli appassionati (io sono fra quelli) e gli addetti. Mentre gli sforzi teorici di Preparata ed altri venivano costantemente screditati. Le linee di ricerca erano molte, spesso orientate a costruire un'immagine accademica al settore della Fusione Fredda: In fondo chi se ne occupava avrebbe voluto conquistare un posto nella Accademia oltre a regalare alla umanità un nuovo fuoco che veniva proposto come inesauribile e privo di scorie di qualsiasi natura.

La convinzione di molti era che la natura delle anomalie energetiche fosse di origine nucleare, ovvero conseguenza della frammentazione di nuclei di atomi con associata emissione di energia. Ma, come potevano i nuclei rompersi, ovvero, nel linguaggio dei fisici, come nascevano quelle reazioni nucleari? Il problema era di massimo interesse anche scientifico, ma negato da buona parte del mondo dei fisici nucleari per ragioni chiare ben comprensibili.

Infatti, per rompere dei nuclei occorre introdurre delle specie di bombe nei nuclei che, rompevano gli equilibri interni sviluppano, si potrebbe dire, dei terremoti nucleari, le cui conseguenze sono emissione di energia. Fenomeni ben conosciuti nel mondo della fisica delle stelle (anche sul sole) e in laboratori di ricerca. Le bombe che possono penetrare nei nuclei sono i neutroni, particelle grandi quanto un nucleo dell'atomo di idrogeno, ma senza carica elettrica. Essendo neutri, i neutroni possono superare la barriera elettrostatica che rende impossibile alle cariche positive di penetrare nel nucleo.

Per rompere molti nuclei occorrono molti neutroni, nel nikel chi genera quei neutroni? Il nikel ha una sua struttura metallica (cristallina). Certamente l'idrogeno sparso nel nikel perde elettroni. Ma diventano solo cariche positive che sono respinte dai nuclei e, solo a temperature di centinaia di milioni di gradi riuscirebbero a rompere nuclei.

Dunque emergeva un problema ancora molto discusso e con una varietà di spiegazioni, ancora non definitive! Qui un buon ingegnere fisico avrebbe potuto illuminarsi e concludere che avrebbe potuto usare il fenomeno, per produrre energia attraverso la rottura di nuclei atomici indotta dalla presenza dell'idrogeno nel nikel, accettando una qualche spiegazione sulla esistenza del fenomeno. Fenomeno, che sul piano sperimentale era seriamente indubitabile.

Un incontro fortunato

Così avvenne: il destino ha fatto incontrare Rossi con Focardi. La scintilla è nata.

Qui l'ingegno di un ingegnere accanto a un fisico ha fatto capire che si sarebbe potuto immettere un piccolo flusso di idrogeno nel nikel, alzare la temperatura dello stesso a un livello a cui il fenomeno della produzioni di «neutroni» o entità simili, avrebbe potuto verificarsi.

Occorreva rompere nuclei senza ricorrere ai fenomeni di reazione a catena noti nella ingegneria nucleare. Era opportuno introdurre corrette sostanze, preparate in modo da essere in intimo contatto con i «neutroni prodotti». Lì, la temperatura sarebbe aumentata per le reazioni nucleari: l'acqua fredda avrebbe tenuto la temperatura sotto controllo, ovviamente scaldandosi. Così grazie al destino incrociato di Rossi e Focardi, il fuoco di prometeo è stato acceso, come in una candela in cui lo stoppino brucia lentamente mentre assorbe la cera!

Ora è il tempo della saggezza. E il contesto è difficile, per tutti: Quel fuoco di Prometeo promette energia senza emissione di anidride carbonica, è certamente possibile la sua riproduzione industriale (già avviata in Grecia). Quel fuoco non produce scorie. Le poche radiazioni emesse si fermano con uno schermo di piombo del tutto simile a quello che protegge i radiologi negli ospedali. L'energia elettrica si produce facilmente a partire dal calore prodotto. Molte strade si aprono... veramente molte.

Alcune conseguenze

Si può così capire che il mondo dei combustibili fossili che stava accettando le nuove idee sulle energie alternative anche come conseguenza della percezione dei limiti delle risorse petrolifere, si possa preoccupare e continui a sperare in qualche bugia interessata di chi nega se non il fenomeno, la relativa utilizzabilità.

Ma alcune conseguenze vanno assunte subito:

- Si potrebbe ad esempio proporre di bloccare lo sviluppo di biocombustibili che utilizzino terreno agricolo. Gli incentivi di quelle attività potrebbero essere indirizzati verso impianti per la produzione di energia con il nuovo fuoco di Prometeo.

Le Nazioni Unite hanno già preso una decisa posizione contro la sostituzione di beni alimentari con la produzione di biocombustibili, in una situazione che, si sa, sta portando molti nel mondo, verso la fame.

- Si può progettare come la graduale sostituzione dei combustibili fossili con queste nuove fonti di energia, possa essere compensato con una forte riduzione delle tensioni internazionali grazie alla partecipazione di tutti, anche dei produttori di combustibili fossili. Questi dovrebbero prevedere una loro riconversione industriale.

- Si può valutare la conseguenza della disponibilità di energia sulla desalinizzazione dell'acqua, con possibile riduzione delle guerre per il futuro controllo delle risorse idriche.

Certo serve la buona volontà del mondo, tutto. In questo contesto, le Nazioni Unite possono svolgere la loro missione utopica: Accendere il fuoco di Prometeo per chi ne ha necessita e soprattutto impedire che i pompieri della violenza cerchino di spegnerlo.

Agli intellettuali spetta capire che una seria ingegneria basata sulla scienza e sulla sapienza dell'etica, può far sognare l'umanità, per un ritorno della bellezza.

E a chi crede che sia impossibile, forse vale la pena segnalare che lo stesso risultato si potrà ottenere anche per altre vie. La cultura sarà comunque il punto di partenza. La parola «cultura» tuttavia non potrà essere usata solo da chi ritiene di possederne il controllo. La cultura è difesa di tutti. Ed è patrimonio dell'umanità.

Questa nota è conseguenza di molti tentativi di capire la crisi, le sue cause e la possibilità di contribuire alla sua riduzione.

Ma senza la costante collaborazione di Vincenzo Valenzi nel monitorare le opportunità che la scienza può fornire questa nota non avrebbe potuto prendere la luce.

Un'immensa riconoscenza va riconosciuta agli scienziati italiani che hanno incoraggiato altri a rendere possibile una nuova pagina del mondo. Gli osservatori e i fan come il sottoscritto non possono non essere grati e felici di poter dire anche solo: c'ero anch' io!

(http://lnx.boriani.eu/gda/).


Un pensiero al Giappone

Dopo il Terremoto in Giappone, non si può che osservare in Silenzio quel grande paese. Molte cose ci hanno colpito. La calma e l'accettazione degli eventi. Non si poteva non notare che il personale nei supermercati impediva con propri gesti gli scaffali di cadere mentre la terra tremava. Certo ciò è un suggerimento per tutti. Per la superiorità dell'uomo nella lotta alle avversità. Così non possiamo non ricordare il senso del sacrificio del popolo giapponese nella costruzione di una industria importante che ha permesso loro di accettare la limitatezza del loro territorio e la totale mancanza di risorse. Non potevano per sopravvivere che trasformare altro in prodotti per tutti noi. A loro, noi tutti dobbiamo molto: la elettronica in primis. La presenza nucleare ne era la obbligata scelta. Come lo sarà ancora. Ma grazie anche alle loro ricerche sulla fusione fredda (Arata Iwamura Takahasi e altri) anche in associazione con ricerche di vari gruppi italiani (Rossi Focardi, Celani, ed altri). Il Giappone forse per primo al mondo saprà sostituire l'energia nucleare degli impianti nucleari tradizionali con nuove forme di energie rinnovabili, sempre nucleari, ma senza il timore di una radioattività da esplosione.




_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Ufetto
Ufetto

Non connesso


Messaggi: 197
Iscritto il: 03/12/2008, 20:39
Località: friuli
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 04/05/2011, 19:15 
Intervista di Radio 24 all'Ing.Rossi
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6917

Buonasera da Maurizio Melis. Chi segue Mr. Kilowatt sa che nelle ultime settimane abbiamo parlato più volte di "fusione fredda", o meglio di "reazioni nucleari a bassa energia" cercando per quanto possibile anche di ricostruire il contesto di queste ricerche. Ma, se l'argomento è tornato in auge lo dobbiamo all'E-Catalyzer, un oggetto non più grande di un tubo, più o meno di mezzo metro di lunghezza, inventato da un italiano: Andrea Rossi, sulla base degli studi di un altro italiano: Sergio Focardi, fisico e professore benemerito all'Università di Bologna. Ricordo tutto questo a coloro che non hanno seguito le precedenti puntate.

Ecco, secondo Rossi e Focardi l'oggetto in questione produrrebbe energia termica, quindi calore, mediante una "fusione fredda" tra nickel e idrogeno, quindi energia pulita e pressoché illimitata, in pratica saremmo in presenza di una vera e propria rivoluzione. La notizia, attenzione, non sta tanto nell'annuncio, l'ospite che di qui a poco presenterò, non me ne vorrà, ma di annunci mirabolanti se ne sentono tanti, ma nel fatto che almeno tre fisici del tutto estranei alla vicenda, un italiano e due svedesi, tra cui il presidente dell'Accademia svedese, hanno confermato la produzione di energia con una modalità, attenzione alle parole che hanno usato, che non sarebbe riconducibile ad alcuna reazione chimica nota, e quindi si tratterebbe di un qualche tipo di reazione nucleare. Cosa c'è dentro la macchina però non lo sappiamo, perché i test sono stati effettuati per precisa richiesta dell'inventore a scatola chiusa per una questione di protezione brevettuale, a scatola chiusa cioè misurando quanta energia entra e quanta energia esce, ed è proprio l'inventore Andrea Rossi che abbiamo in linea con noi stasera. Buonasera Rossi, benvenuto a Mr.Kilowatt.

Buonasera, buonasera a tutti voi.

Si trova nel suo laboratorio, credo, in questo momento?

Sì, sono nel mio laboratorio, stiamo proprio facendo degli esperimenti con delle miscele nuove di catalizzatore.

Allora senta: proviamo a fare un po' il punto sulla situazione anche perché ci sono molte voci che circolano su Internet, allora vediamo cosa è vero e cosa no. La prima cosa che le chiedo è: quanti E-Cat sono in funzione attualmente?

Allora, noi stiamo costruendo l'impianto da 1 MW che verrà inaugurato in Ottobre. Per fare questo impianto ci vogliono 330 E-Cat. Noi li stiamo costruendo e mano a mano che vengono costruiti vengono messi in funzione in modo da testarne singolarmente il comportamento. Poi alla fine a Settembre faremo l'assemblaggio di tutti quanti. Ad oggi ce ne sono in funzione 147. Stiamo continuando a farli, la produzione industriale inizierà a Novembre quindi li facciamo letteralmente uno per uno, e infatti questo "tac-tac" che si sente è una pompa peristaltica che sta provando il prossimo che poi verrà messo in funzione...

...che serve a pompare acqua attraverso questa specie di tubo, giusto?

Esatto.

Ecco, senta: questi 147 E-Cat dove si trovano?

Nei tre stabilimenti in cui noi lavoriamo: uno è a Bologna e due sono negli Stati Uniti, uno in Florida e uno nel New Hampshire.

Quindi non sono in mano a persone, privati cittadini, imprese che stanno facendo dei test, questa era una delle voci che girava

No: sono in mano nostra, facciamo questi test singolarmente, in modo che se ci sono dei difetti li vediamo sul pezzo prima che venga assemblato.

Per arrivare ad una macchina da 1 MW partendo dalle macchine da circa 10 kW, lei ha detto che ce ne vogliono 300. Come vengono assemblati? Come è possibile passare da tanti piccoli ad uno grande?

Vengono assemblati in serie ed in parallelo. In parallelo significa uno di fianco all'altro e ciascuno ha la propria sorgente di fluido da riscaldare, di acqua in poche parole. Invece in serie significa uno dopo l'altro.

In pratica in serie fanno aumentare la temperatura, perché l'acqua si scalda di passaggio in passaggio; in parallelo si aumenta la portata, diciamo.

È come le batterie, come con l'elettricità: mettendo delle batterie in parallelo si aumentano gli ampere, mettendole in serie si aumenta il voltaggio.

Quanto costerà l'energia termica prodotta con questa tecnologia?

Con i costi attuali, 1 kWh prodotto con questa tecnologia costa circa un centesimo di euro.

Quindi diciamo un decimo rispetto al costo dell'energia...

Rispetto al costo attuale direi un quinto, un sesto, perché Lei deve calcolare il costo, non il prezzo.

Non il prezzo, perfetto. Ogni quanto bisogna fare il "pieno", tra virgolette, a questo oggetto?

Ogni sei mesi. Ogni sei mesi i moduli vengono sostituiti.

È questo l'elemento, diciamo, principale, di costo tecnologico?

Sì, direi di sì. La procedura per essere rapida consiste nella sostituzione del modulo. Poi il modulo viene portato in fabbrica dove viene ricaricato, di modo che presso il cliente si fa semplicemente la sostituzione dei moduli.

D'accordo. Ecco, senta: sbaglio se dico che proprio questa polvere di nickel forse potrebbe essere anche nanotecnologica? L'ingrediente segreto è anche quello forse più costoso di questo oggetto?

Non è sbagliato...

Va bene, va bene, va bene: capisco! [ride] Capisco che non si possa dire di più. Però intanto parliamo di riscaldare acqua, di fare riscaldamento. Prossime applicazioni a cui state pensando?

Allora guardi, perfetto: il prossimo punto produce energia termica, quindi acqua calda e aria fredda. La prossima applicazione sarà sicuramente l'affiancamento della produzione di elettricità. Stiamo vedendo se troviamo qualcosa di più efficace e semplice del classico ciclo di Carnot (cioè vapore, turbina, eccetera). Stiamo vedendo se riusciamo a trovare qualcosa di più idoneo che sfrutti meglio l'energia, però male che vada ci si rifugerà nel ciclo di Carnot. Però stiamo facendo degli studi molto approfonditi per uno sfruttamento che abbia un'energia superiore. Lo stiamo facendo negli Stati Uniti, questo, con un'azienda specializzata. E qui, nel breve-medio termine, mi fermerei, perché poi le applicazioni per la locomozione di treni e navi mi sembrano l'applicazione meno complessa, quindi forse nell'arco di qualche anno ci si può arrivare. Escluderei categoricamente le...

...le automobili in tempi rapidi, d'accordo. E' una questione di dimensioni, di dissipazione del calore, immagino che non sia facile su un oggetto così piccolo.

Sì, poi anche di prontezza di reazione alla richiesta, cioè: uno in automobile ha bisogno di fermarsi ad un semaforo, poi...

Certo... e ripartire! [ride]

È impensabile un'applicazione automobilistica.

Bene Rossi, intanto la ringrazio, però dobbiamo fermarci qui. Do appuntamento a tutti gli ascoltatori a domani sera per la seconda parte dell'intervista. Buona serata.


Top
 Profilo  
 

Ufetto
Ufetto

Non connesso


Messaggi: 197
Iscritto il: 03/12/2008, 20:39
Località: friuli
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 09/05/2011, 18:51 
Inchiesta di RaiNews24 sull'E-Cat dell'Ing.Rossi

http://www.youtube.com/watch?v=ZGI12A3S ... r_embedded



Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2307
Iscritto il: 03/12/2008, 21:09
Località: roma
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 09/05/2011, 21:40 
A questo punto dovrebbero intervenire le istituzioni(in realtà sarebbero dovute intervenire molto prima,dato che il progetto è in fase piu' che avanzata di sviluppo)...blindare le ricerche contro lo spionaggio industriale..."proteggere" gli scienziati.
Curare proporre il brevetto a livello mondiale lavorando in sinergia con gli inventori...
Ma si sa...i nostri politici essendo corrotti da tutte le multinazionali del mondo ivi comprese quelle dell'energia...non faranno un bel nulla se non contrastare il progetto.
Sappiate che le compagnie petrolifere che estraggono petrolio in acque territoriali italiane a poche miglia dalla costa danno il 4 per cento di roialty allo stato italiano sul petrolio estratto,contro mediamente l'80 per cento degli altri paesi...e sew i barili estartti annualmente sono al di sotto di una certa soglia non pagano nemmeno quel misero 4 per cento...
In pochi anni vendendo il petrolio dei nostri pozzi si potrebbe appianare il debito pubblico...


Ultima modifica di tommaso il 09/05/2011, 21:58, modificato 1 volta in totale.


_________________
"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
Verner Von Braun,1972
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2307
Iscritto il: 03/12/2008, 21:09
Località: roma
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 11/05/2011, 14:25 
Segnalato anche su "Tutto scienze" de La Stampa.it:

http://www3.lastampa.it/tuttoscienze/



_________________
"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
Verner Von Braun,1972
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 14/05/2011, 18:51 
Condividi Nucleare/ La fusione fredda italiana convince gli scettici svedesi
di Vincenzo Panella.

Sin dal 1989 la fusione fredda è stata considerata un fiasco. Accademici, mezzi di comunicazione e disinformazione (spesso pilotata) hanno relegato il fenomeno nella categoria delle truffe, nonostante fosse stata proposta da due autorevoli professori come Martin Fleischmann e Stanley Pons. Sono trascorsi due decenni. La possibilità di avere un processo di fusione a temperatura ambiente è stata ignorata dall’ambiente accademico ed è stata accuratamente evitata persino la discussione sul tema, o la semplice attività di ricerca.



Probabilmente 4700 watt di potenza, provenienti da un piccolo reattore di 50 centimetri cubici, possono suonare come un miracolo energetico o una truffa. Eppure questo è esattamente ciò che avviene nel dispositivo messo a punto dall’ingegnere Andrea Rossi e dal fisico Sergio Focardi: il processo non è ancora del tutto chiaro, ma il dispositivo funziona e produce energia pulita a bassissimo costo. Il reattore è arrivato alla sua terza iterazione, ma questa volta è stato sottoposto all’esame della commissione della Swedish Skeptics Society dove due scienziati – il capo della commissione per l’energia dell’Accademia svedese reale e il fondatore della commissione stessa – sono stati autorizzati a esaminare l’intera apparecchiatura, tranne il contenuto del reattore. Nel loro resoconto si legge che “è possibile identificare qualunque reazione chimica che produca 25kwh per combustione di qualunque carburante in un contenitore di 50 cm cubici, ma non in questo caso: l’unica spiegazione è che qualcosa di ancora sconosciuto avviene nel dispositivo, forse un nuovo tipo di reazione nucleare”.

Rossi ha raccontato che più di un centinaio di reattori da 4.4 Kw sono già in funzione in quattro paesi, e sono in mano a degli esperti che li stanno ispezionando in via riservata. Lo stesso inventore ha rivelato che è in fase di progettazione un reattore molto più grande (che sarà operativo a partire da ottobre) formato da centinaia di reattori più piccoli, connessi in serie e in parallelo. L’installazione fornirà 1 Mw di potenza per vaporizzare acqua che metterà in moto una turbina, esattamente come avviene in un reattore nucleare, solo in modo meno costoso e molto più sicuro. La cosa straordinaria è che il generatore non sarà più grande di una scatola di 2 x tre x 3 metri; la nano-polvere di nickel dovrà essere rifornita ogni sei mesi: i vantaggi rispetto a un generatore nucleare sono enormemente superiori, sia in termini di costi di materie prime e mantenimento che in termini di impatto ambientale e sostenibilità.

Rossi circa vent’anni fa notò un’emissione anomala di calore dalla reazione di idrogeno e monossido di carbonio. Utilizzando un procedimento “trial and error” (prove per errore)riuscì a controllare l’emissione di calore e a riscaldare la sua fabbrica per due anni con un prototipo di reattore. Nel corso degli anni costruì più di duemila prototipi per mettere a punto di sistema, per poi incontrare a Bologna il professor Focardi che aveva pubblicato già molta ricerca sulla produzione eccessiva di calore delle reazioni nickel-idrogeno. Il 14 gennaio 2011, i due studiosi annunciarono pubblicamente al mondo di aver prodotto un “reattore da tavolo” in grado di produrre 10 Kw.

La reazione della stampa fu pressoché inesistente sia in Europa che negli Stati Uniti, e molti scettici li accusarono di nascondere un batteria sotto il tavolo. Le dimostrazioni successive prolungarono il tempo di funzionamento per 18 ore, ma gli scettici non furono soddisfatti. Si tennero allora due ulteriori dimostrazioni, accessibili a un pubblico maggiore e selezionato. Dopo l’ultima dimostrazione tenuta esclusivamente per la commissione degli scettici svedese, Rossi ha dichiarato che non ce ne saranno altre: la prossima sarà quella definitiva, quando l’installazione da 1 Mw entrerà in funzione in Grecia.

A detta dello stesso inventore, il principio di funzionamento del reattore è semplice. Riscaldato il catalizzatore a circa 600 gradi, l’idrogeno per combustione brucia la nano-polvere producendo 15 volte più calore di quello che è necessario per innescare la reazione, che si sostiene da autonomamente. Il rapporto di guadagno può essere alzato, ma questo renderebbe la reazione incontrollabile: per questo motivo, la centrale greca sarà composta da più reattori uguali connessi in serie e in parallelo. Il prodotto di reazione all’interno del reattore non è pericoloso.

http://ildemocratico.com/2011/05/11/nuc ... i-svedesi/


Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2307
Iscritto il: 03/12/2008, 21:09
Località: roma
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 14/05/2011, 20:15 
Insomma ragazzi...tutto cio' sembra incredibile.
Si parla sempre di complotti finalizzati alla soppressione di tecnologie che non necessitano di petrolio per produrre energia per giunta pulita ed in questo caso sembra siamo ad una svolta epocale senza che apparentemente vi sia stato alcun tentativo di depistaggio come avvenuto per i fisici di frascati(rapporto 41) da parte delle multinazionali.
Come mai?
Mi aspetto colpi di coda prossimi venturi...



_________________
"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
Verner Von Braun,1972
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1387
Iscritto il: 14/11/2009, 12:59
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 14/05/2011, 22:23 
Cita:
tommaso ha scritto:

Insomma ragazzi...tutto cio' sembra incredibile.
Si parla sempre di complotti finalizzati alla soppressione di tecnologie che non necessitano di petrolio per produrre energia per giunta pulita ed in questo caso sembra siamo ad una svolta epocale senza che apparentemente vi sia stato alcun tentativo di depistaggio come avvenuto per i fisici di frascati(rapporto 41) da parte delle multinazionali.
Come mai?
Mi aspetto colpi di coda prossimi venturi...



Bisogna vigilare affinché tutto questo, indipendentemente da come vada a finire (se bene allora bene, se meno bene si ripartirà da dove si è giunti), non venga fatto oggetto di indifferenza. L'indifferenza e l'oblio sono armi potentissime di cui spesso si fa uso cosciente e spietato ed in un contesto come questo, ancora privo di una sua chiara cornice teorica, diventano particolarmente pericolose.



_________________
si sedes non is
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2307
Iscritto il: 03/12/2008, 21:09
Località: roma
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2011, 11:23 
Cita:
quisquis ha scritto:
Bisogna vigilare affinché tutto questo, indipendentemente da come vada a finire (se bene allora bene, se meno bene si ripartirà da dove si è giunti), non venga fatto oggetto di indifferenza. L'indifferenza e l'oblio sono armi potentissime di cui spesso si fa uso cosciente e spietato ed in un contesto come questo, ancora privo di una sua chiara cornice teorica, diventano particolarmente pericolose.


Saggezza allo stato puro [;)]



_________________
"Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza".
Verner Von Braun,1972
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1387
Iscritto il: 14/11/2009, 12:59
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2011, 22:33 
Cita:
tommaso ha scritto:

Saggezza allo stato puro [;)]


Grazie per il complimento, immeritato.

Penso inoltre che in questa prima fase di ricerca e sperimentazione scegliere di mantenere dei segreti industriali possa perfino rivelarsi controproducente, nell'ottica più vasta della nascita di un nuovo paradigma scientifico. Già queste conoscenze sono di per sé poco diffuse, mal viste ed osteggiate, e per di più si tratta di conoscenze sicuramente ancora limitate e parziali di fenomeni fisici probabilmente molto più complessi della punta dell'iceberg finora emersa.
Scegliere di mantenere ulteriori segreti secondo me non è la strategia migliore, ma potrei (e spero di ) sbagliarmi.

Comunque, da amante degli aspetti filosofici, religiosi, sapienziali e civili del mondo classico antico, non posso che essere molto felice nel vedere che l'Italia e la Grecia siano ancora una volta sottilmente unite nel tentativo di proporre qualcosa di buono agli uomini; personalmente mi sembra di buon auspicio. Che poi gli uomini se lo sappiano meritare o meno sicuramente farà la differenza in ordine ai destini ultimi di queste scoperte, io penso.



_________________
si sedes non is
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1173
Iscritto il: 30/03/2011, 19:03
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2011, 23:37 
Io ho terrore che le grinfie rapaci di avvoltoi e sciacalli che aleggiano probabilmente già intorno rompano gli ingranaggi della scopeta, questi sono più pericolosi della disinformazione e dei poteri forti, e probabilmente questi ultimi approfittano dei primi, tanto fanno danni da soli. [;)]

Spero che se il progetto è onesto ed i ricercatori sono a Cuore Puro, si vedano i risultati in Grecia, e che questi abbiano seguito.



_________________
"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei" - Oracolo di Delfi
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1903
Iscritto il: 07/12/2008, 22:09
Località: Firenze
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 16/05/2011, 20:28 
Ai nuclearisti verranno i brividi "freddi"!!
Guardate a cosa sono arrivati nr. 1 fisico e nr. 1 ingegnere.
Se il costo di una centrale nucleare fosse invece investito in ricerca in questa e in altre direzioni.......

Vi rendete conto:
"...Quindi un piccolo paese di 50-100 famiglie con una unità da 1 MW potrebbe essere reso energeticamente indipendente sia dal punto di vista del riscaldamento che dell'energia elettrica..."



_________________
"Imagine all the people
Living life in peace... "
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1173
Iscritto il: 30/03/2011, 19:03
Località:
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 16/05/2011, 20:34 
E pensi che qua in Italia, Enel e Stato lo permettano? [B)] [B)]



_________________
"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei" - Oracolo di Delfi
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 86 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 17/04/2024, 01:43
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org