Dopo aver approfondito un pò:
Il processo che porta alla creazione di idrocarburi da plastiche è detto DEPOLIMERIZZAZIONE TERMICA.
da:
http://en.wikipedia.org/wiki/Thermal_depolymerizationSi tratta comunque di processi industriali complessi e pericolosi per le esalazioni maleodoranti e inquinanti oltrechè tossiche. Tutto il processo dubito si possa realizzare in una macchinetta come quella mostrata nel video, nonostante esista il sito da dove proviene:
http://ourworld.unu.edu/en/plastic-to-oil-fantastic/Vi sono altre aziende che si sono occupate della trasformazione, anche con l'utilizzo di microonde:
articolo :
http://www.newscientist.com/article/dn12141azienda :
http://www.globalresourcecorp.com/C'è da fare i conti con una serie di considerazioni importanti, eccole:
Cita:
1. QUANTA ENERGIA SI OTTIENE DALL’ENERGIA INVESTITA? (EOEI = Energia Ottenuta dall’Energia Investita)
Si è tenuto conto di tutti i costi energetici? Questo è il punto sul quale troppe energie alternative cadono anche di fronte all’esame più semplice.
L’uso commerciale dell’idrogeno offre un chiaro esempio di come sia necessaria più energia per produrre il combustibile di quella ottenibile dalla sua combustione. La materia prima dalla quale oggi si ricava l’idrogeno è il gas naturale. Il gas naturale viene trattato col vapore. Il vapore non è che acqua portata ad ebollizione per mezzo di ulteriore gas naturale, petrolio o carbone, sotto forma di combustibile o di elettricità. Il buon senso suggerisce che questa non può essere una soluzione, poiché fa ancora affidamento sui combustibili fossili.
Per quanto riguarda la conversione dell’acqua in idrogeno per mezzo dell’elettrolisi, lo scienziato David Pimentel ha determinato che produrre l’equivalente di 1 miliardo di kWh di idrogeno richiede 1,3 miliardi di kWh di elettricità (BioScience, Vol. 44, No. 8, settembre 1994.)
Quand’anche fosse ottenibile una piccola EOEI positiva, non si tratterebbe di una soluzione, poiché i combustibili fossili, nel loro complesso, restituiscono molte volte l’energia investita, non sono una parte. Per questo li usiamo.
L’etanolo è un altro caso in discussione. Alcune ricerche hanno evidenziato una EOEI negativa per l’etanolo. Una ricerca più recente proveniente dall’Oregon mostra una EOEI leggermente positiva. L’etanolo, nel migliore dei casi, è una alternativa appena vantaggiosa, non un sostituto.
Le pretese secondo le quali le automobili possono funzionare impiegando olio vegetale, non tengono mai conto della quantità di energia necessaria per produrre l’olio vegetale stesso (la coltivazione, il trasporto della materia prima vegetale, l’estrazione, ecc.).
Gli impianti che riciclano la plastica ricavandone petrolio, non tengono conto del fatto che la plastica è ottenuta dal petrolio, e che per trasformare questo petrolio in plastica è stato necessario impiegare una grande quantità di energia.
Analogamente, la nuova tecnologia della depolimerizzazione termica non è una fonte di energia alternativa plausibile. Questo processo riconverte rifiuti a base di carbonio in idrocarburi. Questa tecnologia è utile e può essere di un qualche aiuto nella fase discendente della curva di Hubbert, ma non rimpiazzerà mai i combustibili fossili. Perché? Perché quei rifiuti derivano dall’impiego dei combustibili fossili.
Anche nel ricorrere agli scarti dell’allevamento dei tacchini, si deve tenere conto di 1) il mangime, 2) il fertilizzante usato per concimare il raccolto dal quale è derivato il mangime (richiede gas naturale), 3) le procedure di coltivazione del raccolto, 4) le procedure di mietitura/trebbiatura, 5) le procedure di irrigazione (impiegano petrolio e gas) e 5) come i tacchini hanno raggiunto il mercato (i trasporti richiedono petrolio). La depolimerizzazione termica dovrebbe più giustamente essere intesa come una forma di riciclaggio. Ma questo processo non fornirà mai l’energia netta dei combustibili fossili originali. Man mano che si ridurrà la disponibilità dei combustibili fossili, si ridurrà anche la materia prima per metterlo in atto.
Ogni energia alternativa che si pretenda possa costituire una soluzione alle prossime venture carenze di petrolio e gas deve essere corredata da una trasparente documentazione riferita alla sua EOEI. Se così non è, significa che c’è qualcosa da nascondere.
da:
http://www.oilcrash.com/italia/nove_dom.htmE io aggiungerei: se del totale del petrolio estratto al mondo, solo il 7 percento diventa plastica e di questa, nella più ottimistica delle previsioni ossia la metà venga ritrasformata in petrolio, avremmo una quantità esigua di idrocarburi riutilizzabili. Senza parlare dell'energia spesa altrove per riscaldare e trasformare la materia plastica, dell'inquinamento da gas tossici di scarto e dallo smaltimento di pericolose ceneri.
Penso che tale lavoro di conversione, se mai potesse essere praticato ricavandone una presunta utilità, di sicuro andrebbe fatto in impianti industriali e penso che una macchinetta domestica come quella del video non potrebbe mai servire ad alcuno scopo utile, se non come curioso esperimento....