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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Plastica - petrolio, processo inverso
MessaggioInviato: 27/08/2010, 01:43 
Processo inverso, per ottenere perolio e derivati, benzina, diesel, karosene, dalla plastica [8D]




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MessaggioInviato: 27/08/2010, 02:54 
mmmm....sarebbe bellissimo se fosse vero, ma purtroppo credo sia un fake, nonostante le bellissime parole elargite dal tizio giapponese e la giustissima causa.

Da un chilo di plastica un chilo di petrolio (o derivati)??? troppo! Al limite del ridicolo! Le plastiche sono di tantissimi tipi diversi e contengono una miriade di additivi chimici quindi il rapporto è impossibile. Fondendo la plastica come viene detto si sviluppano gas, ma dubito si tratti di gas di petrolio liquefatti...ci sarebbero dentro sostanze tossiche di ogni genere. E sul fondo del contenitore ci sarebbe una grossa quantità di cenere e catrami che non verrebbero nemmeno più via dalle pareti del contenitore. Insomma, vaporizzare un chilo di plastica per ottenere un chilo di petrolio è pura utopia...

E il riscaldamento? Per fondere tutta quella plastica ci vorrebbe una grossa quantità di calore! E da dove arriva quel calore? Dalla rete domestica...che magari è una centrale idroelettrica se ci va bene...ma comunque si paga, e tanto! E se l'energia non viene da una fonte rinnovabile, come nella maggior parte dei casi, spostiamo solo il problema...
Anche usando l'ipotetico prodotto petrolifero generato dalla plastica per vaporizzarne altra, si avrebbe comunque inquinamento da combustione e una riduzione della quantità utile di petrolio...

Penso seriamente si tratti di un FAKE...[:(]

Peccato, se ho ragione, scherzare su un problema tanto grave servendosi di ragazzini che vivono nella miseria come mostrato nel video....



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MessaggioInviato: 27/08/2010, 03:26 
Dopo aver approfondito un pò:

Il processo che porta alla creazione di idrocarburi da plastiche è detto DEPOLIMERIZZAZIONE TERMICA.

da: http://en.wikipedia.org/wiki/Thermal_depolymerization

Si tratta comunque di processi industriali complessi e pericolosi per le esalazioni maleodoranti e inquinanti oltrechè tossiche. Tutto il processo dubito si possa realizzare in una macchinetta come quella mostrata nel video, nonostante esista il sito da dove proviene:

http://ourworld.unu.edu/en/plastic-to-oil-fantastic/

Vi sono altre aziende che si sono occupate della trasformazione, anche con l'utilizzo di microonde:

articolo : http://www.newscientist.com/article/dn12141
azienda : http://www.globalresourcecorp.com/

C'è da fare i conti con una serie di considerazioni importanti, eccole:

Cita:
1. QUANTA ENERGIA SI OTTIENE DALL’ENERGIA INVESTITA? (EOEI = Energia Ottenuta dall’Energia Investita)
Si è tenuto conto di tutti i costi energetici? Questo è il punto sul quale troppe energie alternative cadono anche di fronte all’esame più semplice.

L’uso commerciale dell’idrogeno offre un chiaro esempio di come sia necessaria più energia per produrre il combustibile di quella ottenibile dalla sua combustione. La materia prima dalla quale oggi si ricava l’idrogeno è il gas naturale. Il gas naturale viene trattato col vapore. Il vapore non è che acqua portata ad ebollizione per mezzo di ulteriore gas naturale, petrolio o carbone, sotto forma di combustibile o di elettricità. Il buon senso suggerisce che questa non può essere una soluzione, poiché fa ancora affidamento sui combustibili fossili.

Per quanto riguarda la conversione dell’acqua in idrogeno per mezzo dell’elettrolisi, lo scienziato David Pimentel ha determinato che produrre l’equivalente di 1 miliardo di kWh di idrogeno richiede 1,3 miliardi di kWh di elettricità (BioScience, Vol. 44, No. 8, settembre 1994.)

Quand’anche fosse ottenibile una piccola EOEI positiva, non si tratterebbe di una soluzione, poiché i combustibili fossili, nel loro complesso, restituiscono molte volte l’energia investita, non sono una parte. Per questo li usiamo.

L’etanolo è un altro caso in discussione. Alcune ricerche hanno evidenziato una EOEI negativa per l’etanolo. Una ricerca più recente proveniente dall’Oregon mostra una EOEI leggermente positiva. L’etanolo, nel migliore dei casi, è una alternativa appena vantaggiosa, non un sostituto.

Le pretese secondo le quali le automobili possono funzionare impiegando olio vegetale, non tengono mai conto della quantità di energia necessaria per produrre l’olio vegetale stesso (la coltivazione, il trasporto della materia prima vegetale, l’estrazione, ecc.).

Gli impianti che riciclano la plastica ricavandone petrolio, non tengono conto del fatto che la plastica è ottenuta dal petrolio, e che per trasformare questo petrolio in plastica è stato necessario impiegare una grande quantità di energia.

Analogamente, la nuova tecnologia della depolimerizzazione termica non è una fonte di energia alternativa plausibile. Questo processo riconverte rifiuti a base di carbonio in idrocarburi. Questa tecnologia è utile e può essere di un qualche aiuto nella fase discendente della curva di Hubbert, ma non rimpiazzerà mai i combustibili fossili. Perché? Perché quei rifiuti derivano dall’impiego dei combustibili fossili.


Anche nel ricorrere agli scarti dell’allevamento dei tacchini, si deve tenere conto di 1) il mangime, 2) il fertilizzante usato per concimare il raccolto dal quale è derivato il mangime (richiede gas naturale), 3) le procedure di coltivazione del raccolto, 4) le procedure di mietitura/trebbiatura, 5) le procedure di irrigazione (impiegano petrolio e gas) e 5) come i tacchini hanno raggiunto il mercato (i trasporti richiedono petrolio). La depolimerizzazione termica dovrebbe più giustamente essere intesa come una forma di riciclaggio. Ma questo processo non fornirà mai l’energia netta dei combustibili fossili originali. Man mano che si ridurrà la disponibilità dei combustibili fossili, si ridurrà anche la materia prima per metterlo in atto.

Ogni energia alternativa che si pretenda possa costituire una soluzione alle prossime venture carenze di petrolio e gas deve essere corredata da una trasparente documentazione riferita alla sua EOEI. Se così non è, significa che c’è qualcosa da nascondere.


da: http://www.oilcrash.com/italia/nove_dom.htm

E io aggiungerei: se del totale del petrolio estratto al mondo, solo il 7 percento diventa plastica e di questa, nella più ottimistica delle previsioni ossia la metà venga ritrasformata in petrolio, avremmo una quantità esigua di idrocarburi riutilizzabili. Senza parlare dell'energia spesa altrove per riscaldare e trasformare la materia plastica, dell'inquinamento da gas tossici di scarto e dallo smaltimento di pericolose ceneri.

Penso che tale lavoro di conversione, se mai potesse essere praticato ricavandone una presunta utilità, di sicuro andrebbe fatto in impianti industriali e penso che una macchinetta domestica come quella del video non potrebbe mai servire ad alcuno scopo utile, se non come curioso esperimento....


Ultima modifica di Manny il 27/08/2010, 03:28, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/08/2010, 03:32 
Bisogna valutare,certamente,la tipologia di plastica che si va ad utilizzare.
C'è da dire però che,da 1 KG di plastica,il ricercatore dice di ottenere 1 litro di carburante,che nel caso delle nafte ha peso medio di 0.8 KG.
Sul fondo rimangono perciò 200 grammi di residui acidi,salini,metallici,vernici sintetiche etc. etc.,con cui hanno 'corretto' le mescole dei prodotti plastici.
In efetti,la plastica è un diretto derivato del petrolio,ha maggior solidità a causa della struttura molecolare diversa.Credo che il processo inverso sia possibile,anche se,a dire il vero,sarei curioso di osservare meglio l'interno del macchinario,che se reale e funzionante,cela per forza di cose qualche segreto agente chimico.



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MessaggioInviato: 27/08/2010, 03:56 
Comunque la macchinetta esiste... [:D] e funziona...

Tuttavia i discorsi che ho fatto sulla reale utilità di questa tecnologia non fanno una grinza...

Macchinetta Desktop:

http://www.blest.co.jp/img/englishcatal ... _front.pdf
http://www.blest.co.jp/img/englishcatal ... H_back.pdf

Trasforma un chilo di plastica alla volta, ricavandone un utile dell' 80% in tre ore di lavoro, alimentato dalla rete domestica con un consumo di 1KW/h (3 KW totali per 0,8 chili di prodotti petroliferi).
3 KW costano circa 0,6 euro... però abbiamo 3 idrocarburi diversi in diverse quantità... fate voi i calcoli.

Sito della BLEST:

http://www.blest.co.jp/

Catalogo delle macchine:

http://www.blest.co.jp/englishcatalogue.html



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MessaggioInviato: 27/08/2010, 04:02 
Identflyobj:
Cita:
Bisogna valutare,certamente,la tipologia di plastica che si va ad utilizzare.
C'è da dire però che,da 1 KG di plastica,il ricercatore dice di ottenere 1 litro di carburante,che nel caso delle nafte ha peso medio di 0.8 KG.
Sul fondo rimangono perciò 200 grammi di residui acidi,salini,metallici,vernici sintetiche etc. etc.,con cui hanno 'corretto' le mescole dei prodotti plastici.
In efetti,la plastica è un diretto derivato del petrolio,ha maggior solidità a causa della struttura molecolare diversa.Credo che il processo inverso sia possibile,anche se,a dire il vero,sarei curioso di osservare meglio l'interno del macchinario,che se reale e funzionante,cela per forza di cose qualche segreto agente chimico.


Il problema secondo me alla fine è questo, non tanto se e come la macchina funziona (perchè in fine coi suoi limiti, pare funzionare):

Cita:
Analogamente, la nuova tecnologia della depolimerizzazione termica non è una fonte di energia alternativa plausibile. Questo processo riconverte rifiuti a base di carbonio in idrocarburi. Questa tecnologia è utile e può essere di un qualche aiuto nella fase discendente della curva di Hubbert, ma non rimpiazzerà mai i combustibili fossili. Perché? Perché quei rifiuti derivano dall’impiego dei combustibili fossili.


Non si risolverà ne il problema della plastica ne quello del petrolio con questo sistema. Il riciclo della plastica per farne nuovi oggetti credo sia molto più redditizio...


Ultima modifica di Manny il 27/08/2010, 04:03, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/08/2010, 04:20 
da un commento su http://ourworld.unu.edu/en/plastic-to-oil-fantastic/ :

From an environmental perspective, the best choice would be to reduce plastic at source. This would certainly prevent further aggravation of the problems in our oceans, again see link to Capt. Charles Moore presentation on TED for more on this.
But a ban on plastic is not happening yet and there is still the issue of what we do with all the plastic that is already out there.
What is interesting about the Blest story is the way that the main character uses the machine to teach (in Japan and elsewhere) that plastic is not waste, but a resource that can be reused. In Japan, a large amount of plastic is recycled (http://en.wikipedia.org/wiki/Recycling_in_Japan) into a range of products. However, even more is actually disposed of through incineration. The plastics to oil technology offers yet another option.

Questo lo condivido pienamente....



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Questo è stato fatto diverse volte anche in passato il problema è che ai carburanti prodotti ci devi pagare la tassa di fabbricazione a quel punto costa meno al distributore
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Cita:
leo48 ha scritto:

Questo è stato fatto diverse volte anche in passato il problema è che ai carburanti prodotti ci devi pagare la tassa di fabbricazione a quel punto costa meno al distributore
Leo48


Andiamo bene.. Rischi di trovarti pure la G.d.F in casa, se compri la machinetta [:(]



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