Kyoto Club fa irrompere
nel dibattito italiano il tema
della rivoluzione verde
in atto nel mondo
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13,96 KBLa spettacolare ascesa delle fonti rinnovabili a livello mondiale rende non irrealistico il perseguimento dell'obbiettivo del 100% di copertura della domanda energetica o elettrica entro il 2050.
Ai cambiamenti rivoluzionari sotto il segno delle rinnovabili che stanno scompaginando il panorama energetico globale è stato dedicato il convegno annuale del Kyoto Club tenuto a Roma il 16 febbraio in coincidenza con il sesto anniversario dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.
Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, anche il mondo ambientalista è rimasto spiazzato di fronte alla velocità con cui le FER si sono imposte nello scenario internazionale. Le previsioni realizzate in passato hanno d'altro canto sottovalutato il loro potenziale di crescita come nel caso delle stime effettuate dall'IEA sull'eolico. In compenso, oggi, gli analisti della Commissione europea nel documento “Future transport fuels” reputano praticabile persino nel settore dei trasporti lo “sganciamento dagli idrocarburi” nel 2050. Altri studi, di autorevoli centri ed autori, diffondono sempre più la convinzione che il contributo delle rinnovabili sia di per sé sufficiente a rispondere ai bisogni energetici della popolazione mondiale.
In effetti, la corsa verso l'energia verde sembra irrefrenabile. Secondo il rapporto Bloomberg-NEF (New Energy Finance) nel 2010 le fonti rinnovabili hanno attratto investimenti per ben 243 miliardi di dollari con un incremento del 30% (+50 miliardi circa) rispetto al 2009. In Cina, paese protagonista dell'economia globale, primo produttore di celle fotovoltaiche e di aerogeneratori, gli investimenti sono aumentati del 30% raggiungendo nel 2010 quota 51 miliardi di dollari.
Per Antonella Battaglini, relatrice al meeting romano e Programme Director Smart Energy for Europe Platform (SEFEP-Berlino), nel 2009 Europa e Stati Uniti a dispetto della crisi finanziaria hanno investito molto più nelle rinnovabili che non in energia nucleare e fossile.
Il settore delle rinnovabili, a parere di Arturo Lorenzoni (IEFE), è diventato una realtà industriale in grande sviluppo su cui puntano le economie più dinamiche. La sua vitalità e forza si esprime in una maggiore competitività. I costi dell'elettricità green sono in calo mentre crescono quelli derivanti da energia tradizionale. Per il fotovoltaico la grid-parity, ossia la condizione in cui il prezzo dell'energia fotovoltaica diviene paragonabile a quello delle fonti convenzionali, è considerata a portata di mano.
Ma il trend in salita riguarda anche altre tecnologie. Nello scenario definito da Ewea (European Wind Energy Association) nel 2030 la percentuale eolica sul parco elettrico europeo giungerebbe alla cifra del 37,7%.
Entro il 2050, in base alla roadmap stabilita dagli esperti di European Climate Foundation, che include nella valutazione la riduzione dell'80% delle emissioni di gas serra in confronto ai livelli del 1990, l'Unione europea sarebbe perfettamente in grado di centrare il traguardo del 100% di rinnovabili nel settore elettrico. Risultato che, a giudizio di Gianni Silvestrini, sarà possibile ottenere - insieme ad un necessario incremento dell'efficienza energetica - potenziando la rete con progetti supergrid e smartgrid, restando tuttavia difficile da conseguire in comparti come il trasporto.
In Italia, secondo il Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili approvato dal governo, nel 2020 le rinnovabili dovrebbero soddisfare quasi un terzo della domanda elettrica. Particolarmente significativo nel nostro paese è stato il boom del fotovoltaico che, favorito dalla varietà degli incentivi adottati, come rilevato da Stefano Saglia, sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico, è passato dai 71.288 impianti del 2009 pari ad una potenza di 1.144 MW ai circa 200.000 impianti del 2010, nel complesso 7 GW di potenza installati.
Nel 2050, secondo Kyoto Club, si potrebbe assistere al completo passaggio all'energia pulita. Potrebbero bastare al fabbisogno elettrico nazionale, assestato intorno ai 330-350 Twh/anno, gli impianti solari (40-45%), le importazioni di elettricità verde (25%) e la produzione di impianti eolici, idroelettrici, geotermici e da biomassa (30%).
fontre:http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/ambiente/articolo/lstp/389324/