Oggetto del messaggio: Il mistero di Le Prince e la pellicola maledetta
Inviato: 03/01/2015, 01:16
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Il mistero di Le Prince e la pellicola maledetta
Il vero inventore del cinema non fu Edison e neanche i fratelli Lumière ma un chimico e pittore francese che un giorno salì su un treno per presentare la sua invenzione. Ma dal quel treno nessuno lo vide discendere. È un giallo che 124 anni rimane insoluto
Il 31 dicembre 2013 ha segnato simbolicamente il passaggio dalla pellicola cinematografica al digitale anche in Italia, tra l'entusiasmo e il rammarico degli addetti ai lavori. "La pellicola è morta nel mio cuore da ormai dieci anni" dichiara James Cameron nel documentario presentato alla 62° Berlinale da Keanu Reeves (regista e produttore), Side by Side. The science, art and impact of digital cinema, una conversazione sull'uso delle nuove tecnologie che raccoglie le testimonianze di registi, direttori della fotografia, montatori, sound engineer, coloristi, attori, studenti di cinema, scienziati ed artisti. C'è chi chiama questo passaggio "morte", chi "scomparsa", chi "rivoluzione".
Queste tre parole riportano la pellicola alle sue origini, dove le acque si dividono di nuovo: alcuni attribuiscono a Thomas Edison il merito di averla usata per primo, altri ai fratelli Lumière. In realtà la rivoluzione delle immagini in movimento vede i natali a Leeds, nello Yorkshire, dove il chimico e pittore francese Louis Aimè Augustin Le Prince girò le prime pellicole nel 1888 (alcuni anni prima dei "concorrenti") con un apparecchio fotografico all'avanguardia, da lui brevettato. Ma il suo nome non viene ricordato come quelli di Edison e dei Lumière. La sua storia finì comunque sulle pagine dei giornali, ma come un giallo. Nato a Metz il 28 agosto del 1841, Louis Aimè Augustin Le Prince fu un ricercatore nel campo della fotografia e della chimica, prestò servizio nel conflitto franco-prussiano, sopravvisse e tornò in Inghilterra dove si sposò con Lizzie Whitley. Insieme aprirono una scuola d'arte ma nel 1881 furono costretti a partire per New York. Lizzie comincia a lavorare presso l'istituto per non udenti Washington Heights, Augustin si divide tra le fonderie d'ottone del suocero e i suoi esperimenti. Collabora con un gruppo d'artisti francesi realizzando enormi dipinti murali. Nel 1885 ottiene un laboratorio presso l'istituto per non udenti, nel quale inizia a progettare una cinepresa a 16 lenti. La svolta avviene una sera tra il 1885 e il 1886, quando la figlia Marie vede una strana luce provenire dal laboratorio. Entra e sorprende suo padre che, con l'assistente Joseph Banks, proietta immagini in movimento su uno schermo.
Augustin brevetta la sua macchina a 16 lenti il 2 novembre del 1886. All'epoca né Edison né i Lumière stavano conducendo studi in materia. La richiesta del brevetto viene accolta negli Stati Uniti il 16 gennaio del 1888 ma con l'omissione di una frase che ricordava la possibilità della macchina di poter avere "una o più lenti", perché un certo signor Dumont aveva brevettato una macchina a lente singola nel 1861. Tornato a Leeds nell'aprile del 1887, Augustin apre un nuovo laboratorio, l'anno successivo realizza il "ricevitore" di immagini o sigle-lens, ricavandolo da un mogano delle Honduras: pesava 40 chili. Con questa macchina da presa cattura l'immagine di suo figlio Adolphe intento a suonare una fisarmonica, e esegue un girato alla velocità di 10-12 foto al secondo nel giardino di suo suocero. L'ultima striscia pervenuta riguarda un girato del traffico lungo il Leeds Bridge, descritto da un collaboratore di Augustin, James Longley, come un'immagine talmente limpida da far intravedere il filo di fumo proveniente da una pipa di un vagabondo che attraversava il ponte.
Augustin raggiunge un ulteriore traguardo l'anno seguente, quando riesce a procurarsi e a lavorare rotoli di celluloide Eastman, appena lanciati sul mercato inglese. Mentre stava ultimando registrazioni e proiezioni di immagini sul nuovo supporto, spedisce una lettera ai suoi cari, esortandoli a trovare un luogo adatto a New York dove poter presentare la sua scoperta. Per l'occasione fa costruire un nuovo proiettore che, il 30 marzo del 1890, viene utilizzato per una dimostrazione davanti a Ferdinand Mobisson, segretario dell'Opera Nazionale di Parigi. Sei mesi dopo, il 16 settembre 1890, Louis Aimè Augustin Le Prince saluta il fratello Albert alla stazione di Digione, sale su un treno diretto a Parigi, per proseguire il suo viaggio verso New York, dove avrebbe dovuto presentare in pubblico la sua invenzione, per la prima volta. Augustin non scese mai da quel treno.
Vane furono le ricerche del suo corpo che sembrava sparito nel nulla. Vennero avanzate varie ipotesi, come quella della moglie Lizzie, che accusò Edison di essere il diretto responsabile della mosteriosa sparizione. Oltre alla perdita, dal 1890 al 1897 la famiglia di Augustin non poté commercializzare legalmente la sua invenzione, mentre i fratelli Lumière proiettavano liberamente a Parigi nel dicembre del 1895 ed Edison nell'aprile del 1896. Chi ha incastrato Augustin Le Prince? Le accuse della vedova puntano il dito contro Edison ma a quanto pare non corrispondono ai fatti: nel 1890 Edison ha appena cominciato a occuparsi del progetto di una macchina fotografica dopo il fallimentare tentativo ottenuto col "fonografo ottico". Affida poi all'assistente William Kennedy Laurie Dickson l'incarico di elaborare un apparecchio per la visione di pellicole da impiegare nelle sale giochi, senza più seguirne direttamente l'esecuzione. Poi saltò fuori che Augustin, dopo la bancarotta della fonderia, si trovò coi debiti fino al collo (per circa di 84.000 dollari) e si recò a Digione dopo la morte della madre per ottenere parte dell'eredità. L'attenzione si sposta allora sul fratello di Augustin, Albert Le Prince, architetto e tutore del patrimonio familiare, l'unico ad aver visto Augustin salire sul quel treno. Almeno da quanto dichiarato. La parte di eredità di Augustin ammontava a 140 mila dollari. Ma non è tutto.
Dopo la sparizione, una morte apparentemente accidentale: nel 1901 Adolphe, figlio di Augustin, viene trovato morto con la sua pistola da caccia sul fianco, vicino al cottage famigliare a Fire Island. Adolphe aveva cominciato da subito ad indagare sulla scomparsa del padre e nel 1898 aveva testimoniato in tribunale portando con sé le pellicole e le apparecchiature per rivendicarne la paternità. Fu raggirato dagli avvocati di Edison, da quelli dell'altro competitor, la Mutoscope e morì prima della sentenza: Thomas A. Edison era il primo e unico inventore delle immagini in movimento. Fu riformata in appello l'anno seguente e si omise l'esclusività di Edison; una magra consolazione che non riparò il torto alla famiglia Le Prince. Lizzie morì con la convinzione che si trattò di un duplice omicidio e che Adolphe fu ucciso perché "sapeva troppo".
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