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Stellare
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Località: ravenna
 Oggetto del messaggio: re:in una meteorite del polo.......
MessaggioInviato: 13/03/2011, 16:28 
In principio furono i meteoriti.
Le rocce arrivate dallo spazio
avrebbero sparso sulla Terra
i semi che permisero alla vita
di sbocciare, circa 3,5 miliardi
di anni fa. L'origine «aliena» della
vita è ben più di un'ipotesi affascinante.
Dai ghiacci dell'Antartide sono
riaffiorati antichissimi frammenti
fossili del Sistema Solare, contenenti
le molecole organiche che
avrebbero «impollinato» la Terra e
innescato il processo da cui si sono
evoluti gli organismi viventi. «Abbiamo
le prove per ritenere che gli
ingredienti della vita siano potuti
piovere dal cielo». Parola di Sandra
Pizzarello, 78 anni, italiana d'origine,
statunitense d'adozione, diventata
«biochimica extraterrestre»
quasi per caso E oggi considerata
un’autorità del settore.
Nessuno meglio di lei sa far parlare
i «sassi». Dall'ultimo meteorite
finito tra le sue mani - denominato
«Grave Nunataks 95229» e scoperto
in Antartide nel 1995 - è riuscita
a «spremere» l'azoto, elemento imprescindibile
per la vita, onnipresente
nelle cellule, dal Dna alle proteine.
Era il tassello mancante del
puzzle. «Abbiamo analizzato un meteorite
primitivo, appartenente alla
famiglia dei condriti carbonacei:
era sepolto sotto la neve ed è rimasto
incontaminato», racconta la
scienziata nel laboratorio dell'Arizona
State University, dov'è professore
emerito. «Abbiamo sottoposto
la polvere a temperature e pressioni
elevate, ma neanche troppo, mimando
così possibili condizioni della
Terra primordiale - spiega, dopo
l’annuncio sulla rivista
“Proceedings of the National Academy
of Sciences” -. È scaturita un'
enorme quantità di ammoniaca, formula
chimica NH3, un composto
senza il quale non si sarebbero formate
le molecole organiche nel brodo
primordiale». Nessun dubbio
che gli atomi di azoto contenuti nell'
ammoniaca siano di proprietà del
meteorite: sulla Terra non esistono
isotopi uguali.
Generazioni di ricercatori hanno
sbattuto la testa sulla difficoltà
di spiegare la presenza dell'azoto in
quello scenario semi-apocalittico
che vide nascere il primo organismo
unicellulare: un pianeta caldissimo,
coperto da una cappa di gas
irrespirabile, bombardato da una
raffica di asteroidi. Sandra Pizzarello
ce l'ha fatta, all'apice di un'avventura
umana e professionale che
sembra un film (di fantascienza)
per l'Italia. Nata a Venezia nel 1933
(di cognome da ragazza faceva Fabbri),
laureata in biochimica all'Università
di Padova, iniziò a lavorare
in un'azienda farmaceutica. Poi arrivarono
il matrimonio e i figli.
Quattro. E Sandra lasciò tutto per
fare la mamma. «Sono stata a casa
15 anni. Quando mio marito trovò
un impiego negli Usa, ci trasferimmo
e decisi di rimettermi in carreggiata
- racconta -. Per stare al passo
mi specializzai in un settore nuovo.
La Nasa finanziava ricerche sul meteorite
di Murchison, caduto in Australia
nel 1969. Vinsi l'assegno. In Italia
non sarei mai riuscita a rientrare
nell'università».
È l'«American
dream» che si realizza.
Sandra Pizzarello
diventa una
pioniera. Studiando
il celebre meteorite,
getta le basi
dell'esobiologia, la teoria della provenienza
extraterrestre dei mattoni della
vita. «Le ricerche provarono che
nel cosmo si possono formare molte
molecole prebiotiche. Nel Murchison
ne abbiamo individuate più di 5 mila,
tra cui numerosi amminoacidi terrestri,
come la glicina, l'alanina e l'acido
glutammico - spiega -. Tuttavia
nessuna di queste mostrava un particolare
vantaggio evolutivo». Per un
certo periodo gli scienziati hanno
quindi aggirato lo scoglio dell'azoto
(a cui il meteorite Murchison non dava
contributi), ipotizzando che l'atmosfera
della Terra
primordiale fosse
ricca d'ammoniaca.
«Il famoso
“Esperimento Miller”,
alla fine degli
Anni 50, dimostrò
che si possono creare amminoacidi a
partire da semplici composti chimici
immersi in una soluzione gassosa riducente,
formata da metano, ammoniaca,
idrogeno e vapore acqueo, e attraversati
da una scarica elettrica -
prosegue la scienziata -. Oggi, però, i
geologi sono più propensi a ritenere
che l'atmosfera della Terra neonata
fosse neutra, tendente all'ossidante».
Se cadono, così, le ipotesi che, nelle
giuste condizioni, anche meteoriti
come il Murchison avrebbero potuto
accedere la scintilla della vita, i reperti
rinvenuti in Antartide - immacolati
e completamente diversi dal sasso australiano,
perché ricchissimi di azoto
cosmico - riaprono invece la partita.
Sono la prima evidenza che l'impatto
delle rocce spaziali - tra 4.4 e 2.7 miliardi
di anni fa - abbia sprigionato
l'agente mancante per avviare le reazioni
chimiche necessarie. Rilanciando
la teoria che siamo tutti un po' extraterrestri.
«Ma c'è ancora tanto da
scoprire», confessa Sandra Pizzarello.
A 78 anni la «Signora delle meteoriti
» non è stanca: «Ho voglia di divertirmi
». E torna a immergersi nelle
sue ricerche.


da tutto scienze del 09 03 2011


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