09/06/2012, 13:44
La Rendlesham forest (Inghilterra) è il teatro di uno fra i casi ufologici più sbalorditivi e documentati, il più importante occorso in terra d’Albione.
Così lo ricostruisce Roberto Malini: “Il 27 dicembre 1980 tre addetti alla sicurezza della base aerea di Woodbridge, nel Suffolk (Inghilterra), all’interno della foresta di Rendlesham, avvistano in cielo alcune luci di natura sconosciuta. In seguito alla loro segnalazione, si verifica un insolito movimento di aerei e di altri mezzi militari che partono dalle basi della R.A.F. di stanza a Bentwaters, presidiate dalla forze armate statunitensi. Gli agenti descrivono un oggetto triangolare luminoso, fermo in alto sopra la base. L’U.F.O. è caratterizzato da una luce rossa intermittente posta sulla sua parte alta ed alcune luci blu sulla parte inferiore. Le guardie escludono che si tratti di un aereo. Il colonnello Charles Halt, vice-comandante della base, descrive l’evento in un rapporto ufficiale, aggiungendo che nei giorni successivi all’avvistamento alcuni militari in perlustrazione avrebbero rilevato tre profonde impronte al suolo, forse le tracce di un atterraggio. Contemporaneamente all’avvistamento riportato dal personale di Woodbridge, alcuni civili osservano luci notturne muoversi in cielo con traiettorie zigzaganti.[…] Ottemperando alla legge sulla libertà di informazione, nel dicembre 2002 il Ministero della "difesa" divulga alcuni files relativi al dossier sul caso di Rendlesham, insieme con altri documenti coperti, fino ad allora dal massimo riserbo, che tuttavia non offrono particolari novità”.
Risale alla fine del 2010 un rilevante sviluppo sul Rendlesham incident. Il militare statunitense Penniston, ora in pensione, già di stanza nella base britannica, diffonde alcune informazioni circa la sua esperienza. Egli racconta che il 27 dicembre 1980 fu tra i militari che videro l’ordigno triangolare atterrato in una radura. Egli si avvicinò all’oggetto per sfiorarlo con una mano. Il testimone si accorse che l’U.F.O. sprigionava calore, poi fu investito da un’immagine che si stampò indelebilmente nella memoria visiva: scorse nella mente una serie numerica formata da una lunga serie di 0 ed 1. Tornato alla base, Penniston sentì l’impulso irrefrenabile di trascrivere su un taccuino la sequenza che per lui rimase un enigma indecifrabile per molti anni, fino a quando, andato in pensione, consegnò il quaderno con la successione numerica ad un informatico affinché provasse a decodificarla. L’esperto, dopo vari tentativi, concluse che la serie era traducibile nel seguente messaggio: “Esplorazione dell’umanità per l’avanzamento del pianeta”.
Non solo, un’altra parte della comunicazione conteneva le seguenti coordinate geografiche: 53 gradi 15 primi N; 10 gradi 08 primi W.
Queste coordinate potrebbero localizzare l’isola Hy Brasil (dall’antico irlandese “Isola della bellezza”). Hy Brasil è una misteriosa isola, una sorta di paradiso terrestre alla stessa latitudine dell’l'Irlanda.
Anche se forse di origine irlandese, il concetto di Hy Brasil deve chiaramente molto ai miti che evocano l’Atlantide inabissatasi nell’oceano. L'isola di Hy Brasil appare, sotto molti nomi diversi, su carte medievali e fu disegnata dal cartografo Angelinus Dal Orto nell’atlante "L'Isola del Brasile" (Genova, 1325). Indipendentemente dalla sua origine, Hy Brasil è spesso citata nella tradizione irlandese.
A volte è associata alle Isole Aran ed alle saghe dei Tuatha Dé Danann. Nell’opera “Il crepuscolo celtico” (1893), il poeta W.B. Yeats riferisce i racconti di pescatori che descrivono un'isola edenica dove si può godere la conversazione di Cúchulainn.
Hy Brasil, citata pure da Plinio il Vecchio nell’enciclopedia “Naturalis historia”, generalmente si ritenne si trovasse nel mezzo dell'oceano, a centinaia di miglia ad ovest dell'Irlanda, anche se non mancò chi ne segnò la posizione non lontano dalle Azzorre.
Se le informazioni di Penniston sono veritiere, siamo di fronte ad un indizio di una presenza aliena sul pianeta Terra. Il messaggio decriptato si potrebbe interpretare come il riferimento ad una ricognizione di Gaia per opera di una civiltà dello spazio, legata altresì ad Atlantide di cui Hy Brasil fu forse un vestigio.
Si potrebbe tracciare il seguente canovaccio: una nazione stellare in un lontano passato fondò delle colonie sulla Terra, tra cui l'Atlantide o influì sulla evoluzione di antiche culture. In seguito ad un cataclisma naturale o artificiale, gli extraterrestri abbandonarono il pianeta per ritornarvi millenni dopo al fine di verificare l’avanzamento della civiltà umana e per stabilire le strategie idonee a riprendere il controllo della situazione.
Questa ricostruzione è probabilmente fantasiosa [non per le ricerche portate avanti dal Progetto Atlanticus]: nondimeno è indiscutibile che il caso di Rendlesham è una pietra miliare nella storia dell’Ufologia, nonché una questione scomoda per l’establishment a tal punto che, come denuncia Whitley Strieber nell’articolo “La verità rubata”, le carte inerenti sono scomparse: distrutte o occultate? È plausibile che la documentazione più scottante sia stata nascosta, mentre al pubblico sono state distillate notizie marginali.
La tenebrosa foresta di Rendlesham continua a custodire il suo inquietante segreto.
Fonti:
Documentario di History channel, Enigmi alieni: messaggeri dallo spazio, 2011
J. MacKillop, A dictionary of celtic mythology, 2004
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. Rendlesham
W. Strieber, La verità rubata, 20
10/06/2012, 19:31
Messaggio di Atlanticus81
Quindi i temi 'scottanti' di questo avvistamento sono:
- la dinamica dell'avvistamento di per sè
- il messaggio in codice binario (testo e coordinate)
- la mitologica isola legata alla tradizione pagana irlandese
- l'assonanza tra Cu Culhain, eroe celtico, e Kukulkan, dio azteco
10/06/2012, 19:53
20/06/2012, 23:47
17/04/2013, 17:40
30/08/2013, 12:45
31/08/2013, 02:29
06/04/2014, 13:04
“Nel 1980 mi trovavo in forza a quello che allora era il più grande Tactical Fighter Wing [Squadrone Tattico] dell’Aeronautica USA con sede nella base RAF di Woodbridge in Inghilterra. Ero l’ufficiale anziano responsabile della sicurezza della base. Al tempo ero in possesso di nulla osta statunitense e NATO, entrambi a livello di TOP SECRET[Segretissimo], ed avevo la specifica responsabilità della protezione delle risorse belliche in dotazione alla base. Poco dopo la mezzanotte del 26 dicembre 1980, il Sergente Steffens mi avvisò che erano state avvistate delle luci nella foresta di Rendelsham, appena fuori l’entrata posteriore della base. Mi informò anche che, di qualsiasi cosa si trattasse, non si era schiantata…. sosteneva che era atterrata. Non presi sul serio quanto riferitomi e comunicai al centro di controllo della base che probabilmente un aereo si era schiantato al suolo.
Ordinai quindi all’Aviere Cabanzag ed all’Aviere di Prima Classe Burroughs di accompagnarmi ad effettuare un’ispezione sul posto. Quando arrivammo nelle vicinanze di quello che ritenevamo il sito di uno schianto, fu immediatamente chiaro che non si trattava di un aereo precipitato, né tantomeno di qualsiasi altro evento che ci fossimo mai trovati a dover gestire. Una forte luce emanava da un oggetto che si trovava sul suolo della foresta. Man mano che ci avvicinavamo a piedi, si delineò la silhouette di un veicolo argenteo di forma triangolare lungo circa 3 metri ed alto circa 2. Il veicolo, intatto, si trovava posato al suolo in una piccola radura nella foresta. Avvicinandoci all’oggetto, cominciammo ad avere problemi con le radio, così ordinai a Cabansag di [rimanere indietro e] fare da ponte radio con il centro di controllo alla base mentre Burroughs ed io ci avvicinavamo all’oggetto. Quando giungemmo vicino al veicolo triangolare notammo che aveva luci blu e gialle che ruotavano rapidamente attorno al bordo esterno ed anche sulla superficie, e che l’aria intorno a noi era elettricamente carica, potevamo sentirlo nei vestiti, sulla pelle e sui capelli.Nulla… nulla nel mio addestramento mi aveva preparato a quanto ci trovavamo davanti.
Trascorsi dieci minuti senza alcuna apparente aggressione, determinai che l’oggetto non era ostile nei confronti della mia squadra e della base. Come prescritto dai protocolli di sicurezza, procedemmo quindi all’effettuazione di un’accurata ispezione del sito, compreso un completo esame del veicolo; ciò comportò la presa di fotografie, di annotazioni scritte [mostra un vecchio taccuino] e, come richiesto, di mantenere informato il centro di controllo della base tramite messaggi radio rilanciati dall’Aviere Cabansag. Su un lato del veicolo si trovavano simboli che misuravano circa 8 cm. di altezza e circa 80 cm. di larghezza [illustra con gesti delle mani le dimensioni approssimate]. Erano simboli di tipo pittorico, il più grande dei quali era un triangolo e si trovava al centro degli altri; questi simboli erano incisi sulla superficie dell’oggetto, che era calda al tatto anche se aveva del ghiaccio sopra, ed aveva un’apparenza metallica. Toccai l’oggetto quindi e accarezzai la sua superficie che era piena di strani simboli,ne vidi uno decisamente più grande e lo toccai, fu allora che vidi un lampo di luce bianca che mi ha accecato, poi ho iniziato a vedere degli uno e degli zero che lampeggiavano..erano come dentro la mia mente.”
L’impressione che ho avuto durante questo incontro è che non si trattasse d’alcun tipo di aeromobile che avessi mai visto; nulla che figurasse in pubblicazioni tipo Jane’s o simili. Dopo circa 45 minuti la luce emessa dall’oggetto cominciò ad aumentare. Burroughs ed io adottammo quindi una posizione difensiva allontanandoci dall’oggetto quando questo cominciò a sollevarsi senza alcun rumore o movimento d’aria. Dopo avere manovrato tra gli alberi schizzò via ad una velocità incredibile, sparendo in un batter d’occhio. Nel mio taccuino che ho qui con me [mostra un vecchio taccuino] scrissi [leggendo dal taccuino]:“Velocità: Impossibile”. Quella notte oltre 80 persone dell’Aeronautica, tutti esperti osservatori assegnati all’81mo Squadrone di Polizia, furono testimoni del decollo. Le informazioni acquisite durante l’investigazione furono inoltrate tramite i canali militari. Ai protagonisti del fatto ed ai testimoni venne detto di trattare l’episodio come “top secret”, e che non sarebbero più state consentite discussioni sull’argomento. Le foto che ritirammo dal laboratorio fotografico della base, contenute in due rullini da 35mm, risultarono, naturalmente, apparentemente sovraesposte.”
07/04/2014, 15:13
07/04/2014, 15:28
07/03/2015, 20:37
09/04/2015, 04:16
14/07/2015, 19:51
17/07/2015, 16:00