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quisquis ha scritto: Cita:
Enkidu ha scritto:
Può anche darsi che tale mitologia abbia un vago fondamento di realtà,
Penso che tu abbia fatto bene a dire vago; quella indoeuropea è una famiglia linguistica, non etnica. I gruppi ritenuti linguisticamente più arcaici e conservatori di questa famiglia linguistica, il gruppo latino e quello indopersiano, presentano i tipi umani somaticamente più distanti dal tipo nordico; inoltre i finlandesi, spesso rispettanti lo stereotipo somatico nordico di gran lunga più dei tedeschi, non parlano una lingua indoeuropea.
Personalmente sospetto che l'indoeuropeizzazione linguistica dell'europa centrale e settentrionale e quindi degli antenati di quelle che poi sarebbero più tardi apparse nella storia come tribù germaniche, insomma del tipo nordico, sia avvenuta più tardi rispetto a quella dell'Italia (anch'essa comunque completatasi tardi, si pensi all'etrusco), della Gallia, della Grecia e soprattutto di parte di Iran ed India.
Nel buddhismo il termine "Ariya" ha un connotato spirituale, equivale a "nobile", "signore" nel senso di una dignità interiore, non ha un carattere etnico.
Io la vedo così: la Germania, purtroppo, si è riunificata tardi. Questo si è tradotto in qualche squilibrio. Nell'ottocento certa cultura tedesca si mise infatti a guardare nel proprio lontano passato nel tentativo di trovare un mito fondante per il nuovo stato, e non trovando nulla in casa propria rispetto ai tempi antichi, finì per guardare a Roma antica, squalificando i miti genuinamente romani e tentando maldestramente di appropriarsi di qualcosa che non le apparteneva, facendo passare per tedesco qualcosa che tedesco non era. Di qui la favola dei romani "germani" di contro agli altri popoli italici "non germanici". Nel novecento, in seguito alla pesante sconfitta della prima guerra mondiale, questa tendenza si è acuita e sono andati a pescare qualcosa che di nuovo non gli apparteneva, il concetto di "Ariya" così come inteso nelle grandi tradizioni spirituali d'oriente e l'hanno stravolto, secondo un meccanismo simile.
Eppure se avessero guardato alla migliore cultura tedesca avrebbero avuto di che essere orgogliosi senza bisogno di andare a cercare una legittimazione in cose non loro.
Vero che non avrebbero potuto trovare in casa propria niente tanto antico e documentato quanto si trova in Italia nei campi del diritto, della storia, della cultura etc, ma sarebbe stato in ogni caso più onesto da parte loro attenersi alla realtà.
Penso anche io che l'indoeuropeizzazione delle popolazioni nordiche sia avvenuta più tardi di quella dei popoli meridionali. In ogni caso, il tipo originario dei popoli indoeuropei non era quello nordico, ma semmai quello persiano, a quanto ne so. Probabilmente è successo con gli originari popoli celtici e germanici quello che pare sia successo con i Longobardi, i quali erano una popolazione cromagnonoide, probabilmente proveniente dalla Siberia o comunque dall'Asia Centrale, che è stata germanizzata a contatto con i popoli germanici presso cui è passata nel corso delle loro migrazioni verso l'Italia.
Infatti, la grande varietà e differenze delle lingue indoeuropee pare sia dovuta al fatto che gli originari indoeuropei, spargendosi in tutta Europa e parte dell'Asia, si è mescolata con molte diverse culture, di cui ha assunto i caratteri. In pratica, sarebbe successo quello che è successo in epoca moderna con i popoli di lingua inglese, i quali hanno una varietà enorme di tipi razziali e di culture diverse, dovute all'inglesizzazione di popolazioni che erano originariamente completamente diverse dagli inglesi (basti pensare agli afro-americani o ai neri sudafricani).
L'idea che avanzavo quindi non era certo che i popoli potessero essere discendenti linguisticamente dalla civiltà atlantide, ma solo in senso genetico, di sangue, così come anche i Celti delle Isole Britanniche e delle coste occidentali francesi dicevano di essere discendenti "di una patria sommersa aldilà del mare ad occidente". Ma non potevano esserlo per quanto riguardava appunto la lingua e la cultura celtica, in quanto essa proveniva da est.
Si sa che i Celti sono nati dalla commistione di popolazioni indoeuropee provenienti da est, di tipo nordico, i cui discendenti ne formavano l'aristocrazia guerrieri, e un sostrato di indigeni pre-indoeuropei viventi nell'Europa occidentale, sottomessi dagli invasori celtici e discendenti di popolazioni presumibilmente simili ai baschi e altre popolazioni come gli Iberi per cultura, lingua e genetica.
Tale popolazione arcaica, che fu autrice dei grandi monumenti megalitici come Stonehenge, Newgrange, Avebury, Silbury Hill, Karnak e tanti altri, potrebbe essere stata imparentata con la cultura di Atlantide, i cui superstiti si sarebbero rifugiati sulle coste dell'Europa occidentale, trasmettendone il ricordo fino ai nostri tempi, attraverso i miti celtici, come quello di Avalon o dell'irlandese Tirnanog.
Il tipo razziale di questa popolazione non era certo cromagnonoide (i baschi e loro parenti britannici e probabilmente alpini sono di bassa statura, dai capelli scuri anche se di carnagione molto chiara e con occhi del pari grigi o azzurri), ma potrebbe essere il frutto di un'ibridazione con popolazioni preistoriche locali.
Un ricordo sfocato di tale epoca remota, potrebbe essere rimasta anche nel Nord Europa, dove potrebbero essersi rifugiati superstiti di Atlantide, come farebbe pensare il libro di Oera Linda che narra le vicende storiche della mitica terra di Atland o Aldland (Terra Antica), posta nel Mare del Nord e le ricerche del reverendo Spanuth presso Helgoland, che alcuni considerano "l'Atlantide nordica", o forse un antico rifugio dei superstiti di Atlantide, giunti nel mare del Nord.
Tali leggende potrebbero aver nutrito la mitologia nazista, in modo distorto e sfocato.